“E tutto ciò che so, te lo dirò”
Tiziano Ferro
“E quindi?”. E quindi cosa? “Chi saranno i candidati alle prossime regionali? Ci tocca veramente di nuovo Renato Soru?”. Ogni discorso inizia più o meno in questo modo. E quindi è meglio dirsi le cose una volta per tutte, tanto sono i soliti segreti di Pulcinella. Che ovviamente non finiscono sui giornali, è chiaro, perché le pagine della politica dei nostri quotidiani servono soprattutto ai partiti per mandarsi dei segnali in codice, non per permettere ai cittadini di capire quello che realmente sta succedendo.
Per cui, ecco tutto quello di cui si sta parlando negli ambienti politici, od amici.
Nel centrodestra il presidente Cappellacci è partito in quarta e ha annunciato la sua ricandidatura. Però, attenzione: le resistenze nel Pdl sono ancora molto forti. Ugo ha sicuramente dalla sua i parlamentari Salvatore Cicu ed Emilio Floris (significativa l’infornata di direttori generali provenienti dall’entourage dell’ex sindaco di Cagliari, compreso Francesco Cicero, marito del capo di gabinetto del presidente Ada Lai, recentemente condannata dalla Corte dei Conti a restituire oltre 250 mila euro per lo scandalo delle case affittate a prezzi esorbitanti e mai messe a disposizione dei disabili: ma con uno stipendio in più in famiglia anche questa disavventura sarà superata).
Anche l’ex senatore e presidente dell’Autorità Portuale di Cagliari, Piergiorgio Massidda appoggia Cappellacci (a proposito: sarà Massidda il candidato del centrodestra alle prossime comunali cagliaritane? Se ne parla con insistenza), e perfino il coordinatore regionale del Pdl Settimo Nizzi (brutalmente ridimensionato dal recente voto e fuori dal parlamento) sembra voler assecondare la ricandidatura.
Per Cappellacci i casini veri arrivano tutti dal Sulcis, con la guerra permanente ingaggiata con il parlamentare Mauro Pili (ormai siamo alle carte bollate) e la presidente del Consiglio regionale, Claudia Lombardo. Sia Pili che Lombardo vorrebbero essere loro i candidati del centrodestra, questa è la realtà. Hanno qualche possibilità? Sì.
Se la ricandidatura di Cappellacci alla fine dovesse trovare l’ostilità insormontabile e non ricomponibile di una parte del Pdl o se dovesse sbattere contro le inchieste giudiziarie (quella del crac della Sept è una brutta storia), Ugo potrebbe finire in parlamento (tanto le nuove elezioni dovrebbero essere in ogni caso a breve), e a quel punto i giochi per i sulcitani si riaprirebbero. La Lombardo, in quanto donna, avrebbe più chance (anche se dopo la scomparsa del suo padrino politico Romano Comincioli per lei le cose sono andate progressivamente peggiorando), mentre Pili potrà sempre brandire l’arma di una candidatura di disturbo con il suo movimento “Unidos” (esattamente come ha fatto alle recenti elezioni, quando ha minacciato il Pdl di scendere in campo in maniera autonoma se non avesse avuto il posto da capolista. E l’ha spuntata).
Di sicuro nell’autocandidatura di Cappellacci c’è una buona dose di azzardo, ma l’uomo ha le idee chiare e ha da tempo sistemato i suoi uomini in posizioni chiave (come Antonio Tilocca alla Sfirs, Stefano Tunis all’Agenzia del Lavoro, Antonio Garau alla direzione generale dell’ospedale Brotzu, nonché il fidatissimo commercialista Antonello Melis pronto ad intervenire alla bisogna) in vista di una campagna elettorale che si preannuncia dura e dispendiosa. E se Ugo non dovesse farcela a farsi veramente ricandidare? Il presidente punterebbe su Salvatore Cicu, con cui ci sarebbe una staffetta in parlamento.
Al momento Cappellacci sembra voler ignorare la sorte degli altri partiti che compongono la coalizione. Che fine faranno i Riformatori? Nessuno lo sa, neanche loro. E l’Udc? Il partito è in caduta libera a livello nazionale, e il leader isolano Giorgio Oppi, che lo ha capito da tempo, aveva annunciato una sorta di strappo dal partito romano, di cui però non si sente più parlare. In realtà, senza un chiarimento del quadro nazionale i partiti di centro non sanno dove andare a sbattere le corna.
È discretamente nei casini anche il Partito Sardo d’Azione, portato nelle secche dal suo leader Giacomo Sanna. Dopo aver trionfalmente accolto all’ultimo congresso il presidente Cappellacci e aver imbarcato alle elezioni politiche (con risultati disastrosi) l’ex assessore all’Agricoltura Andrea Prato, Sanna ha imposto al partito di uscire dalla giunta Cappellacci ma in realtà non sa che fare. Non solo: contestato per la gestione dei fondi del gruppo (questione delicatissima) si è dimesso dall’incarico di capogruppo ed ora minaccia fuoco e fiamme. È chiaro che ora i sardisti devono in maniera opportunistica cercare di transitare verso il centrosinistra cercando di ricucire con Cappellacci (dura la polemica sulla zona franca), ma l’operazione non sembra per niente semplice, anche perché Sanna & co. lo devono fare senza dar ragione al consigliere Paolo Maninchedda che da tempi non sospetti chiede al partito di mollare il centrodestra al suo destino. Con i sardisti tutto e possibile (e adesso vedremo come e perché).
Piuttosto, già che ci siamo: Maninchedda candidato? Le qualità non gli mancano ma l’ex presidente della commissione Bilancio, oltre che avere una straordinaria quantità di nemici sparsi per tutta la Sardegna, è fortemente attirato dall’idea di mandare tutti a quel paese e occuparsi di politica in maniera diversa e soprattutto legata ad un progetto culturale.
Se nel centrodestra il candidato sarà scelto con le solite manovre di palazzo, almeno formalmente il centrosinistra si dovrà individuare con le elezioni primarie.
L’unica vera candidatura finora ufficializzata è quella del presidente della provincia di Nuoro, Roberto Deriu. Tutti gli altri si muovono più o meno sottotraccia.
Prima fra tutti la parlamentare europea Francesca Barracciu, che ha dalla sua (oltre all’appartenenza al genere femminile, un valore aggiunto nella politica di oggi) anche qualche accordo già chiuso con parlamentari del calibro di Siro Marroccu (futuro assessore all’Agricoltura?), e la possibilità di poter contare sull’appoggio eventuale dei sardisti, pronti a spendersi per lei (l’europarlamentare intervenne a Nuoro alla conferenza di presentazione del movimento di Andrea Prato) nel caso di un loro rientro nel centrosinistra.
I sardisti invece non sosterrebbero Renato Soru. Quella dell’ex presidente è una posizione assai ambigua, perché pubblicamente dice di non essere in campo in realtà si comporta come se lo fosse. L’incontro di qualche giorno fa a Gavoi lo ha dimostrato. Soru sta lavorando seriamente alla sua ricandidatura, ma non sembra aver dalla sua parte le forze vive del Pd: a Gavoi si sono visti soprattutto molti vecchi arnesi del Pci. Soru divide il centrosinistra, al punto che anche quello che è stato un suo leale compagno di strada, l’ex assessore all’Urbanistica Gian Valerio Sanna, lo ha da tempo abbandonato al suo destino. Ma Soru ci crede e va avanti lo stesso. Chi lo ama, lo segua (pochi, per ora).
Roberto Deriu, Francesca Barracciu, Renato Soru: e poi? Sinistra e Libertà a chi sta pensando? Già un anno fa l’attuale senatore Luciano Uras immaginava una donna alla guida della Regione, invece oggi è il più accanito sostenitore di Franco Siddi. Sì, proprio lui, il giornalista di formazione cattolica (per non dire democristiana), attualmente numero uno della Federazione Nazionale della Stampa (il sindacato unitario dei giornalisti). Una candidatura di Siddi alle primarie non è per niente da escludere, e sarebbe al momento la vera unica novità. Ovviamente Siddi pescherebbe molto anche nel Pd, di cui sarebbe un naturale esponente.
Ma il Partito Democratico ha anche altre frecce al suo arco. Il sindaco di Sassari, ad esempio: Gianfranco Ganau. La sua ascesa al palcoscenico regionale era stata brutalmente troncata due anni fa sia da Sel che dall’ala Pd di Paolo Fadda in occasione dell’elezione del nuovo presidente dell’Anci. Quella bocciatura sembrò segnare la fine delle ambizioni presidenziali di Ganau che invece adesso stanno riprendendo quota. La sua esperienza da sindaco è stata complessivamente positiva, e lui (che mai è stato coinvolto direttamente nelle faide interne al Pd) si potrebbe proporre come una figura di mediazione fra le tante anime del centrosinistra.
Perché è la conflittualità interna il limite maggiore di questo schieramento. Come si fa se poi ad un certo punto tutto esplode? Se nel pollaio si sono troppi galli che iniziano a beccarsi l’un l’altro? Semplice: si candida il segretario regionale del partito. Silvio Lai oggi è senatore, ma tra qualche mese potrebbe essere lui il più serio candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione. Lai ci crede e sta lavorando a questa possibilità (l’annuncio di una nuova composizione della segreteria va assolutamente in questa direzione, è un segno di disponibilità a ricontrattare le posizioni di tutti i big). Dalla sua ha il via libera di Antonello Cabras (che finirà come previsto alla guida della Fondazione Banco di Sardegna, proprio con la benedizione di Lai), e di Paolo Fadda (che subentrerebbe al Senato).
Lai garantirebbe tutte le componenti del partito, farebbe il gran gesto mediatico di dimettersi da parlamentare, è ancora anagraficamente giovane (ha 46 anni): in quest’ottica la sua candidatura appare vincente.
Poi certo, può succedere di tutto. E se le cose si mettono male, se tutti questi nomi di apparato non piacciono? Se dovesse servire un nome totalmente nuovo? Da settimane gira (probabilmente anche a sua insaputa) quello di Valentina Argiolas. Sì, quella dei vini. Che però è stata anche cooptata giusto la settimana scorsa nel consiglio di amministrazione del Banco di Sardegna. E’ solo un caso? Per non sbagliare, tenetela d’occhio. Idem come sopra per il giornalista di Ballarò, Giovanni Floris: a Roma questo nome piace molto.
Così come non bisogna perdere di vista il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda. La sua volontà di accasarsi nel Pd è notoria ed è una delle vere cause dello scazzo pubblico avuto qualche giorno fa con il segretario del suo partito (nonché deputato) Michele Piras. La candidatura di Zedda poterebbe dei benefici al sindaco (ormai sempre più impelagato nelle sabbie mobili dell’amministrazione cittadina, la candidatura sarebbe un’ottima via di fuga), così come aprirebbe al Pd un varco per poter piazzare un suo uomo a capo del comune più importante dell’isola. Però c’è un però: il consenso di Zedda sta calando vistosamente, vedi alla voce “baretti del Poetto” e “stadio Sant’Elia”. Siamo sicuri che i cagliaritani lo voterebbero fra un anno con entusiasmo quale presidente della Regione?
Queste sono le grandi manovre. Poi ci sono i cespugli del centrosinistra. Riusciranno i Rossomori di Gesuino Muledda a catalizzare le forze sparse della sinistra (Rifondazione e i profughi di Sel) e dell’autonomismo per fare un “partito della Sardegna e dei sardi”? L’impresa, per niente campata per aria, appare però oggettivamente difficile.
E gli indipendentisti? Da questo mondo non sembrano arrivare significativi segnali di vita. Nel prossimo consiglio regionale ci sono più possibilità che entri un rappresentante di Doddore Meloni (occhio ai suoi movimenti nel Sulcis) che non di Irs o Progres…
Infine il Movimento Cinque Stelle. È chiaro che il loro candidato sarà molto probabilmente un signor nessuno, innalzato da Beppe Grillo a salvatore della patria sarda. Però il comico genovese negli ultimi mesi, a riprova della sua evidente confusione politica, aveva pensato a Gavino Sale quale candidato del M5S alle prossime regionali. Il segno della confusione non sta certo nella figura di Sale (che è un politico vero, da sempre molto stimato da Grillo) quanto nel non capire che la candidatura di un leader indipendentista di questa levatura avrebbe giocoforza messo in imbarazzo il movimento a livello nazionale, costringendolo a fare in conti con temi che non sono mai stati presi in considerazione neanche per sbaglio (lingua sarda, uno su tutti). Comunque, l’ipotesi Sale ormai è tramontata.
Questo è tutto quello che so, lo giuro.
Ragazzi davvero c’è ancora gente che voterebbe Cappellacci e Soru ?? solo una domanda ma perchè? Capellacci si è svegliato a un anno dalle elezioni con nessun risultato apprezzabile. Soru onestamente non pensavo nemmeno fosse ancora in politica o forse così mi auguravo. Ma scusate io mi rivolgo a quelle persone con un minimo di cultura e che si informano non di certo dalle televisioni (tutte in mano ai partiti). alle nazionali ho votato il Movimento 5 stelle che sta facendo esattamente quello che mi era stato promesso , e per questo lo rivoterò anche alle regionali, abbiamo tutti bisogno di un cambiamento , specie qui in serdegna , votando Capellacci e soru questo cambiamento ho paura che non lo vedremo mai
ieri alle 12.00 ho visto un sorridente ugo cappellacci, dietro sant’efisio, omaggiare della sua presenza forse pregando per le prossime elezioni, e non ricordo di averlo visto negli ultimi 4 anni , e quindi caro sant’efisio visto che io sono un tuo devoto se vuoi bene ai sardi e alla sardegna liberaci da questo opportunista .
Buongiorno a tutti. Gavoi crocevia di futuri scenari? Può essere.Qualche settimana fà la potente Ass Berlinguer ha riunito all’hotel Taloro sul lago di Gusana di propietà di Bachisio Falconi, ex sindaco di Fonni, ex Consigliere regionale PDS e DS e attuale Presidente del GAL Barbagia Mandrolisai, i Soriani presente Lui, per lo più ex PCI con qualche innesto rossomoro e ex Arbaiani. l’intenzione era di atualizzare il programma di Soru e di lanciare la candidatura della figlia di Bachisio Falconi, Daniela, AD delle “Fattorie del Gennargentu”, prosciutti e formaggi, e consiglere comunale di opposizione a Fonni.
I resoconti dell’incontro si trovano in Sardegna Democratica e qualche intervento di critica in Sardinia Post. I fedelissimi soddisfatti altri, di provata fede soriana, molto meno.
Ieri, 20 Aprile’ nell’ aula del Consiglio Comunale di Gavoi un partecipato e interessante Convegno, affollatissimo,a cura della famiglia e dell’Università della terza età, per ricordare la figura del cronista della Nuova Sardegna Francesco Piras a 25 anni dalla sua scomparsa.
Convegno, che ha segnato la prima uscita pubblica il giovane neo Direttore della Nuova Sardegna Andrea Filippi, con gli interventi di saluto del Sindaco di Gavoi Gianmichele Porcu, Filippo Peretti per la Stampa Sarda, di Presentazione di Andrea Filippi, di ricordi della figura di Francesco Piras, unico e inriproponibile cronista di una Barbagia scomparsa,
di Piero Mannironi, Paolo Pillonca e udite e segnate di Franco Siddi che ha parlato è vero come Presidente Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e di un giornalismo d’inchiesta , figura di Francesco Piras, scomparso, sostituito dai comunicati stampa e dall’imperversante chiacchiericcio della rete, ma soprattutto, dei rapporti tra stampa e politica in sardegna nei confronti dei governi romani. spunti per un programma di governo per la Sardegna.
Finito il Convegno nella piazza antistante il Municipio e il ristorante Santa Rughe i soliti capannelli di ex amministratori e giornalisti e il più apartato Paolo Pillonca, Franco Siddi e Antonio Marchi,ex collaboratore dell’Unione Sarda, da allora amico di Pillonca, fino a pochi mesi fà aprezzato Segretario PSdAz della Federazione di Nuoro, amico da sempre di Giovanni Colli e considerato molto vicino a Paolo Manichedda, e ViceSegretario Natzionale del PSdAz sino allo scorso Congressoe ora in Direzione Nazionale. Di Marchi si conoscono le doti di abile tessitore e raporti mai recisi con una parte della ex sinistra nuorese il resto immaginatelo voi dopo che il PSdAz è uscito dalla maggioranza di CDx alla Regione.
ciao io voterò Irs col suo candidato tutto il resto non mi importa e sicuramente ciò che ho scritto importerà ancora meno a tutti voi
La Pruna è un nome abbastanza nuovo ed è brava.
Soru la mise nel listino nel 2009. Se lui avesse vinto lei sarebbe entrata automaticamente in Consiglio regionale.
SEL, invece, che si è vantata di aver garantito la parità di genere in lista, ha messo le donne al secondo posto, con la sicurezza che non sarebbero state elette. La Pruna era dietro Uras, che diventa Senatore facendo subentrare in Consiglio uno che è addirittura di un altro partito. Ma, vantarsi per vantarsi, non sarebbe stato meglio mettere la Pruna capolista e Uras secondo, conservando il consigliere per il proprio partito?
Io un nome ce l’ho, l’avrei voluta capolista alle politiche ma non lo era: Lilli Pruna, è un nome abbastanza “nuovo”??
Filippo Spanu ha costruito la trama del Progetto Sardegna? In quale film? Era della Margherita e nella Margherita è rimasto. Ha collaborato alla scrittura del programma, ma da qui a tessere le trame ce ne passa. Tutta gente, comunque, che senza l’ombra di Soru (con i suoi limiti ed errori, beninteso) nessuno ora conoscerebbe. E che in quel periodo hanno pure guadagnato qualche discreto soldino. Per i più addetti ai lavori ricorderei invece il prodigio della progettazione integrata che immobilizzò territori, risorse e imprese per 3 anni per non inventare nulla di eccezionale.
In effetti il casino, almeno nel centrosinistra, è devastante! Io non sono mica tanto convinto che il centrosinistra vincerà…anzi…la vedo proprio male.
Tra i tanti nomi che stanno girando, è vero ciò che circola su Massimo Zedd: non è un mistero tantomeno un peccato se volesse buttarsi nella mischia anche se credo che gli convenga fare bene il Sindaco per poi andare in Parlamento (Massi, hai 3 anni per cambiare veramente Cagliari: non fare cazzate!!!).
Soru, lo vedo male…ma molto male: i territori lo odiano (ne ho avuto conferma negli incontri che sto seguendo a livello regionale). E in ogni caso 3/4 del PD non lo vuole vedere neanche dipinto.
Ganau, è un bravo Sindaco, molto amato…ma oltre Cargeghe non lo conosce nessuno.
Deriu….mischino…g’esti acconciu!
La Barracciu potrebbe essere un nome interessante…ma è sempre troppo incazzata e la gente non si fida (anche se è una bravissima Consigliera).
Silvio Lai, con tutto il rispetto, non mi sembra un fulmine di guerra e non mi sembra un trascinatore di folle perchè qui ci vogliono tanti tanti tantissimi voti.
Vito, ti sei deimenticato due nomi sulcitani…fortissimi: Tore Cherchi (in questo periodo silenziosissssssimo) e Cristiano Erriu (ottimo Sindaco e ottimo Presidente dell’ANCI).
Parlo di due persone che conosco personalmente e per le quali metterei la mano sul fuoco per la loro serietà e professionalità.
Però quello che mi preoccupa è la forza d’urto che potrebbero avere i movimenti….ripeto..sto girando per i territori e la gente è incazzatissima soprattutto con il PD, colpevole di essere inesistente in Consiglio. Occhio ragazzi, il centrosinistra richia di perdere….ma perdere male male le prossime elezioni se non si muove.
Però sono anche curioso di sapere che scusa toglierà Caprellazzi quando il 29 giugno dovrò a dire ai Movimenti pro Zona Franca che l’Europa ci ha riso in faccia.
Due sono le cose: o la Giunta va giù adesso così si va a elezioni anticipate e Ughetto si salva da una figuraccia….oppure bohhh.
FORZA LARRY SIEMPRE
Caro Biolchini,
come sempre trovo i suoi pezzi intelligenti e franchi, caratteristiche che mancano purtroppo a tanti commentatori nostrani.
Renato Soru aveva delle ottime idee…non tutte sue anzi..rammento uomini del calibro di Pigliaru, Filippo Spanu ecc. che hanno tessuto la trama del progetto Sardegna Insieme che ha portato Soru a vincere.
Soru non ha le caratteristiche per essere leader democratico, a mio parere. Lui è un uomo solo che comanda da solo. Niente di più distante dalla democrazia. Soru ha demolito con il suo atteggiamento solipsistico estremo le stesse splendide idee che lo avevano condotto in viale Trento.
Una figura che ho imparato a conoscere e apprezzare in questi ultimi tempi mi sembra invece quella dell’attuale presidente dell’Anci. Mi è parso un uomo solido e preparato, sopratutto un democratico.
Chissà come andrà a finire, spero bene per noi tutti..ne abbiamo bisogno!
Limitandomi al campo del centrosinistra, la scelta del candidato Presidente della Regione in una democrazia a forte connotazione leaderistica, ci porterebbe a considerare solo Renato Soru, come possibile competitore di Berlusconi/Cappellacci (o Pili o Cicu ecc.) e di Grillo/Vattelapesca perchè è l’unico che ne ha una portata politico-mediatica corrispondente.
Soru, però, se n’è allegramente fregato di guidare l’opposizione di Sinistra in Consiglio Regionale e costruire l’alternativa di governo a Cappellacci. Oggi non può certo pretendere di raccogliere quello che non ha mai seminato dall’opposizione , deve accettare di mettersi da parte come protagonista e collaborare dall’esterno, se effettivamente crede ancora alla possibilità di un rinnovamento politico delle classi dirigenti da Sinistra. Ma, se Soru non va bene e gli altri elencati non sono verosimilmente all’altezza, sarà forse il giornalista Siddi a lanciarsi nell’ardua impresa di trovare quello straccio di candidato che serve al nostro sbrindellato centrosinistra isolano? Può essere comunque un giusto punto di partenza, dubito di arrivo, benvenuto comunque alle primarie.
Forse,semplicemente,il centrosinistra vuole perdere: non bisogna essere dei fini politologi per capire che nessuno di questi possibili nomi e’ “abbastanza” vincente (soddisfa cioe’la maggior parte dei requisiti necessari per risultare interessante e gradito all’elettorato). Se continuano a basare la strategia sulle “trasse” interne ai partiti,allora…e’probabile che continueremo a sorridere!:O
Se questo è quanto offre la politica regionale … siamo proprio ben messi.
Una volta che elimini chi ha già fallito (anche avendo buone intenzioni) gli altri non mi danno (a naso, ma potrei sbagliarmi) fiducia, neanche per gestire un condominio, immaginiamoci se sono in grado di risanare e dare un futuro ad una regione che si sta preparando ad una nuova stagione di commissioni parlamentari che verranno ad analizzare le nuove ragioni del malessere e del banditismo.
Il centrosinistra ha il dovere di inventare qualcosa per dare un segnale forte di discontinuità, lucidità di intenti, unione di forze e capacità di creare una rete reale nella “società civile” che aiuti e potenzi l’azione della politica.
La mia proposta è di costruire un “triumvirato”.
Con a capo una donna (come Governatrice) e due vice presidenti.
Obiettivi:
– ristrutturare e ri-orientare la macchina amministrativa regionale;
– inventare un futuro per la Sardegna;
– creare un laboratorio di ricerca e innovazione;
…
Che fine faranno i Riformatori? Nessuno lo sa, neanche loro…
Secondo me, le volpi, puntano al M5S. Prima dovranno rinnovare gli apparati inserendo i giovani e le donne delle due associazioni in cui hanno formato i nuovi quadri.
D’altronde questi, il M5S, furono l’unica formazione politica che unitariamente aderì ai referendum per le province e i tagli ai costi della politica. E’ nota l’amicizia fra alcuni dei loro esponenti e la base del M5S, gli ammiccamenti anche pubblici sono una costante. Questo sarebbe un vero movimento innovatore che potrebbe attrarre nuove forze movimentiste e culturali che oggi non hanno struttura e a cui potrebbero dare linfa anche personaggi di sicuro spicco come Maninchedda, gli intellettuali del comitato per la costituente e alcune associazioni di matrice cosiddetta sovranista (che brutta parola).
Va bene chiunque fuorché Soru.
a vomiti
Il csx è assolutamente in ritardo rispetto alla ipotesi, non improbabile, di anticipo della scadenza. Aggiungerei ai nomi che hai elencato, fra gli altri, aggiungerei: Romina Mura, Lilli Pruna, Cristiano Erriu. e Nazzareno Pacifico. Poi primarie aperte e immediate ma anche allargare la coalizione.