Lunedì si riunisce a Cagliari la direzione cittadina del Pd. Il partito vuole fare il punto della situazione dopo la “non vittoria” alle elezioni politiche, la forte affermazione anche in città del Movimento Cinque Stelle, l’approssimarsi del voto regionale e le voci di rimpasto che iniziano a circolare (anche sui giornali) e che riguardano la giunta guidata dal sindaco Massimo Zedda.
Il partito si sta muovendo con grande cautela. Perché ha imparato che Zedda è bravissimo a muoversi tra le crepe delle contraddizioni altrui; insomma, è bravo a “rigirare la frittata”, a prendere tempo, a dire senza dire in realtà niente. Mentre alcune situazioni si stanno incancrenendo.
La situazione è mutata e bisogna prenderne atto. Dunque la domanda riguarda tutti, e per tutti intendo tutti quelli che temono il ritorno in via Roma di un sindaco di centrodestra o l’avvento di un grillino. La domanda è questa: a quasi due anni dal suo insediamento, l’amministrazione di Cagliari è all’altezza della situazione? Serve un cambio di rotta? E se sì, di quanto?
Io penso che un rimpasto non serva a nulla se prima chi governa questa città non ha la consapevolezza che questa giunta sta perdendo consensi. Ne sta perdendo in maniera consistente, per effetto di scelte contestate (Lirico, Poetto, stadio, politiche culturali e politiche urbanistiche) e di dinamiche nazionali (l’impetuosa crescita del M5S).
Attenzione, ho detto scelte “contestate”, non “sbagliate”. E sapete perché? Perché il limite maggiore che io ritrovo in questa amministrazione è nella sua incapacità di modificare in corsa le sue scelte, senza per questo necessariamente sconfessarle, ma prendendo atto delle mutate condizioni.
Un esempio? L’idea di un concorso di idee per la riqualificazione dello stadio Sant’Elia è interessante, ma nella situazione attuale è totalmente inutile. La gente si aspetta che il Comune sappia cosa fare se improvvisamente il Cagliari dovesse rimanere senza impianto dove poter giocare, si aspetta che il sindaco abbia un ruolo attivo nella vicenda. Invece Zedda continua a recitare la parte dello spettatore disinteressato. Un anno fa poteva essere comprensibile, ora non più. Pensate che lo stadio non sia una priorità? Ecco appunto: anche voi non sapete prendere atto delle mutate condizioni, di come gira il vento dell’opinione pubblica e del consenso in città.
Sul Lirico è meglio non perderci troppo tempo: un amministratore assennato avrebbe fatto un dietrofront veloce una volta registrata la nettissima opposizione di partiti e sindacati alla sua modalità di scelta del nuovo soprintendente. Il danno politico provocato da questo atteggiamento di Zedda è pressoché irreversibile.
Nelle politiche urbanistiche non si è visto quel cambio di rotta auspicato. Su Tuvixeddu la giunta si mostra attendista, la vicenda del parcheggio a Santa Croce (che non si farà mai) ha allontanato ulteriormente l’amministrazione dal mondo ambientalista e di impegno civile.
Sulle politiche culturali consentitemi di spendere qualche parola in più. Io non penso che il problema sia l’assessore Puggioni, la quale ha diligentemente eseguito il compitino, ma proprio la politica dell’amministrazione, rivelatasi da subito assolutamente sballata.
Cagliari ha bisogno non solo di un assessore alla cultura ma di un assessore alle associazioni culturali, che costituiscono la spina dorsale dell’offerta culturale della nostra città. Un assessore che comprenda le problematiche delle associazioni, che le aiuti nella loro attività quotidiana, che si metta al loro servizio. Il caso “Alfabeto del Mondo” dimostra come di fronte a problemi concreti questa amministrazione non ha uno schema di intervento, non sa letteralmente che pesci prendere. Se invece di scrivere un assurdo Piano della Cultura il comune ne avesse scritto uno vero, incentrato non solo sugli spazi comunali ma soprattutto sull’attività delle associazioni, l’amministrazione avrebbe potuto dare quelle risposte che ancora non arrivano e che mai arriveranno. Perché è tutta l’impostazione che è stata sbagliata, non la scelta dell’assessore. Ed è sbagliato è stato dare ad un solo partito (Sel) il controllo delle politiche comunali.
La situazione è evidentemente critica, ma ad aggravarla c’è l’incapacità del sindaco Zedda di capire che i tempi sono mutati, che serve una svolta decisa nel modo di governare Cagliari. Le promesse di condivisione, di ascolto e di apertura alla città ora devono essere attuate: veramente. Come hanno scritto Silvano Tagliagambe e Michele Schirò nella loro lettera appello, anche per l’amministrazione cagliaritana vale l’esortazione perché “si inviti la nostra gente a prendere parte attivamente alle scelte da effettuare”. Non è possibile che di tutte le innovazioni proposte dal basso in campagna elettorale per consentire un maggior confronto tra i cittadini e l’amministrazione neanche una sia stata attuata (la rete, questa sconosciuta).
In una recente intervista a Sardegna Quotidiano il senatore Uras ha ammesso che questa amministrazione ha bisogno di un nuovo modo di comunicare con la città. Mi permetto di dissentire: qui non c’è solo un problema di comunicazione, c’è proprio un problema di democrazia. Se Zedda non si mette in gioco maggiormente, se non si apre alla città, se non cresce come amministratore e non la smette di oscillare tra l’attendismo più sorpassato e il decisionismo più spinto, se Massimo Zedda non mostra una nuova maturità nell’interpretare il suo ruolo di sindaco, non c’è rimpasto che serva.
O meglio, si cambierà qualche assessore facendo finta però che va tutto bene. Pierluigi Leo abbandonerà i Servizi Tecnologici sia perché non è riuscito a fare questo benedetto nuovo appalto per i rifiuti sia perché il suo partito di riferimento (l’Italia dei Valori) si è dissolto. A Gabor Pinna verrà tolta la delega del Patrimonio, forse ci sarà un cambio ai Servizi Sociali. Ma non è di questi piccoli aggiustamenti che ha bisogno Cagliari, ma di una nuova stagione politica di condivisione e di riformismo vero. E il sindaco Zedda deve prima di chiunque altro mostrare di essere all’altezza di questa sfida.
L’avvento del Movimento Cinque Stelle ha paurosamente accelerato ogni dinamica politica, non è più tempo di ambiguità e di ipocrisie. Le titubanze e le contraddizioni dell’amministrazione cagliaritana rischiano di condizionare negativamente per il centrosinistra l’esito delle prossime elezioni regionali. Il partito del sindaco potrà anche esultare per il suo 5 per cento raccolto in città alle ultime politiche e per il tre e mezzo raccattato a livello regionale, ma non è di queste cose che stiamo parlando: serve un centrosinistra consapevole dei propri attuali limiti e deciso a superarli.
Per cui caro Zedda, ora o mai più.
Intanto i consiglieri comunali, in maniera bipartisan, si portano a casa il gettone di presenza presenziando alla metà delle sedute. Così gli rimane più tempo per fare volontariato da esibire su facebook…Unico contrario Dore, che però viene accusato di demagogia dal PD
http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo.aspx?id=308474&paging=2
L’analisi di Biolchini sulla giunta Zedda è impietosa ma non fa una grinza. Ci sono stati errori amministrativi che hanno prodotto danni politici irreversibili ( vedi vicenda dell’ente Lirico con scelte ispirate a logiche di puro potere ) e altre situazioni che potrebbero essere recuperate se l’amministrazione riuscisse a ritrovare una qualche forma di raccordo con la cittadinanza attiva; ma come ? Certo non con rimpastini o rimpastoni in giunta, si perderebbe solo tempo prezioso senza alcuna garanzia che i presumibili nuovi assessori del PD possano consentire il cambio, non solo di marcia, ma di indirizzo che necessita all’amministrazione; dice bene ancora Biolchini, non è un problema di comunicazione, cioè di percezione, ciò che rende sempre sempre più opaca l’amministrazione Zedda, ma un problema di democrazia. Il che, aggiungo io, è un tutt’uno col problema del funzionamento democratico dei partiti che sostengono la giunta (oggetto dell’accorato appello di Schirò e Tagliagambe).
Certo non si può aspettare che Zedda abbia un illuminazione dal cielo perchè smetta di farsi del male, la cittadinanza attiva che si riconosce nei partiti del centrosinistra deve trovare una soluzione prima che sia troppo tardi.
Un rimpasto non avrebbe nessun senso. Parlo in particolare del settore che meglio conosco: quello della cultura. A mio parere la dottoressa Enrica Puggioni ha svolto benissimo e in maniera coerente la missione che il sindaco Massimo Zedda le ha affidato. Non si capisce perché dovrebbe cambiarla.
Se volete sapere perché dico questo, cliccate qui. Ci sono delle sorprese, forse. O delle conferme.
http://vigilanzademocratica.wordpress.com/2013/03/17/perche-un-rimpasto-al-comune-di-cagliari-a-mio-parere-sarebbe-inutile/
al caro sindaco massimo zedda , le dico non perda tempo alle prossime elezioni tanto prendera pochi voti , io sono uno che stanco del ventennio delogu , floris, ha datto un piccolo aiutino convincendo parenti amici e vicini di casa a dare il voto a zedda,dopo tutto l’alternativa era fantola! e un ex assessore razzista della cagliari che…! massimo zedda, si e rivelato. un sindaco indeciso senza idee pauroso silenzioso e senza programmi,dopo tutto non ci voleva molto fare un po di piu’di cioì che non ha mai fatto emilio floris ,per il resto tenniri asciru impastendi assessori per il momento e lui il problema di cagliari, e le do’ un consiglio al caro sindaco sia lui stesso a controllare chi controlla il personale del comune di cagliari, perche i primi a imboscarsi sono proprio loro e fanno finta che va tutto bene oh massimo scirarindi su sonnu! oppure dai le dimissioni.
Parlare dei propri problemi da “residente” mi pare il contrario di quello che dovrebbe essere un pensiero e una visione comune.
Io dico solo una cosa, e questo vale per Zedda e per gli amministratori (?) di Quartu: se un pubblico amministratore, che certo deve agire nel rispetto delle leggi (per quanto possibile, visto il loro numero abnorme, la loro complessità e, spesso, la loro assurdità), ha paura del tintinnar di manette e di fare eventuali passi falsi prontamente rilevati dalla Procura, beh, è meglio che cambi mestiere. Anche se conosco ben poche professioni per le quali il rischio sia pari a zero. Forse il nonno-vigile, forse……
Caro Franco, se posso permettermi, come hai fatto ad avere un colloquio col sindaco?
Noi cerchiamo di averlo da inizio legislatura, ma senza risultato.
Noi siamo quelli che per ogni giorno che passa subiamo danni economici perchè questa amministrazione non decide su Su Stangioni
grazie
Ernesto, che ti sia chiaro per sempre: il danno economico, culturale, spirituale, la vittoria di un modello che è esploso dappertutto, la gente confinata in un lager, tutto questo è su Stangioni. E una Giunta progredita deciderà di non farlo mai. Mai.
insomma mi sai dire caro anonimo come si fa ad avere un faccia a faccia col sindaco? Le tue opinioni, nel migliore dei casi distorte da interessi personali, nel peggiore dettate da semplice ignoranza, non mi interessano.
Caro Ernesto, quello mosso da interessi personali sembri tu. E che cavolo c’entra Su Stangioni? Mettetevi in testa che non serve, se non a te. È il solito affare per chi costruisce case che poi restano vuote. Se lo infigga in testa. Il termine “ignorante” non mi pare applicabile a chi ha obiettato al suo intervento. Studi un poco di più e vedrà che Su Stangioni è una bestemmia urbanistica.
Gentile Abaco, ma che stai dicendo? Certo che sono mosso da interessi personali. Ma una cosa è far valere i propri diritti, un’altra è non volere che siano rispettati quelli degli altri per poter vendere a prezzi indecenti quello che babbo mi ha lasciato o quello che zio a costruito.
Sul discorso ignoranza, vedo che ci è dentro anche lei con tutti i piedi. ma studiare un po’ prima di dire stupidaggini pare brutto? Non si riesce a sostenere una discussione proficua se si va avanti per titoli di articoli o sentito dire … cosa comune a molti consiglieri comunali purtroppo
qui non si sta parlando di un terreno agricolo che si vuole costruire, ma di un terreno che era già edificabile e che la gente ha comprato come edificabile… e il terreno non serve solo a Ernesto, ma serve a migliaia di persone che vogliono abitare a Cagliari senza andare a comprare a prezzi esagerati dai grandi costruttori che non hanno bisogno della vostra protezione…
tra vari argomenti non ancora affronati vi seglalo anche questo..http://www.youtube.com/watch?v=BZfnz4beXy4
Mi permetto, caro amico mio, di commentare dopo con compiutezza quanto scrivi e dare la versione mia e di alcuni amici. Per ora sottolineo l’indicazione e la sollecitazione del onorevole Vendola a dare il voto per la Presidenza delle camere a M5S. Che dire.
L’onorevole Vendola mi sa che faceva pretattica…
Infatti
Mi sembra che di Vendola non avevi capito niente…si chiama pretattica e la fanno anche gli allenatori di terza categoria. Magari stavolta Bersani ha assunto Mourinho e non ti ha detto niente.
E dai casu marzu mi pare che abbia sottovalutato il Che dire? pare non lo abbia notato. Era pretattica o strategia Io penso tattica e strategia. Ed il risultato non dispiace anzi. Ci piace.
Axedu, mi chiamo Casu Axedu. Di nome e di fatto.
Ho potuto parlare con il Sindaco, bontà sua, lunedì scorso: la mia impressione è stata che, davvero non sappia cosa fare e la sua unica preoccupazione sia non fare passi che lo mettano in conflitto con la Procura della Repubblica.
E’ da ottobre che richiedo una bonifica della spiaggia del Poetto dall’Eternit rimasto dopo la “ripulitura” dell’estate scorsa, ma ho dovuto constatare che la politica preferisce insabbiare letteralmente il problema.
A questo punto conto nell’intervento della Magistratura, da me nuovamente interpellata.
I baretti sono stati giostrati nel palleggiamento destra-sinistra e finiranno stritolati dall’intervento della Magistratura la quale, quando è costretta, dall’incapacità della politica, ad intervenire, applica la Legge con risultati a volte devastanti.
Di questo il Sindaco sembra non sentire alcuna responsabilità politica, facendo rimpiangere Floris che, per salvare la stagione estiva, ha messo a rischio il suo certificato penale.
L’unica nota positiva di un’ora di dialogo è stata, riguardo al PUL, la rinuncia all’assurdo progetto di spostare i baretti in mezzo alla spiaggia.
Mi resta però un dubbio: tale rinuncia è stata motivata dalla mareggiata dei giorni scorsi che li ha “illuminati” o dalla certezza che i baretti non ci saranno più e quindi il “problema” può dirsi risolto?
Sinceramente spero davvero in un cambio di rotta: Cagliari non potrà reggere ancora molto l’accumularsi di problemi irrisolti.
Anche io al lavoro, ogni giorno, gentile Anedda, ho la preoccupazione, giusta, di non mettermi in conflitto con la Procura. Mi esonero la domenica, ma anche allora non faccio niente che mi porti in procura. Però lavoro e mi guadagno un discreto stipendio senza guai e facendo qualcosa. E i problemi non sono lo stadio o i baretti (quelli sono soufflé di problemi) ma altri. Non ho mai sentito gente (lavoro in un luogo pubblico dove passa tanta gente) discuterne. E neppure la cultura soffre per colpa del sindaco. La cultura fiorisce se non ha soldi.
Io, da residente al Poetto, ho parlato dei problemi che mi riguardano direttamente.
Con la bella stagione il disastro del Poetto diventerà argomento di conversazione pure per quanti frequentano la sede del suo lavoro.
Magari la cultura fiorisce pure senza risorse, ma appassisce troppo rapidamente perché la popolazione possa usufruirne.
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