È un giochetto semplice semplice: basta rispondere a 25 domande e alla fine sarà in computer a dirti qual è il partito a cui tu sei più vicino. Diritti civili, economia, ambiente, lavoro, cantanti di Sanremo, fiori, frutta e città.
Guardate che non è uno scherzo ma è l’iniziativa promossa dalla benemerita associazione Openpolis che in questo modo vuole aiutare i cittadini ad orientarsi in vista del voto dei prossimi 24 e 25 febbraio.
Perché mica tutti sanno in che cosa si differenziano le posizioni dei vari schieramenti riguardo temi di grande importanza (spesso nascoste dentro programmi fumosi o illeggibili), e perché poi in giro c’è tanta gente confusa. Ben venga dunque l’iniziativa, che trovate al sito www.voisietequi.it
Alla fine del questionario (che si completa in pochi minuti) cosa succede? Semplice: dalle risposte date viene ricavata una mappa visuale che vi colloca nel grafico delle distanze esistenti fra le diverse liste. Ci siete voi e attorno a voi i partiti che sono più vicini alle risposte che avete dato e quelli più lontani.
In più, è possibile confrontare le risposte date alle singole domande dai vari partiti.
Io, ovviamente, non mi sono tirato indietro, e il risultato mi ha soddisfatto: sono infatti ben lontano dai partiti che meno mi convincono (eufemismo). Dal punto di vista dei valori e della idealità, il questionario funziona.
Il punto però è un altro: noi siamo chiamati non solo a votare i partiti ma anche i candidati scelti da partiti.
Il dramma italiano è tutto qui: l’inadeguatezza della nostra classe dirigente si rivela in una marea di candidati a dir poco improponibili, sia per preparazione che per modalità di selezione.
Grazie Openpolis, ma se il problema fosse solo capire che partito votare l’Italia sarebbe una specie di paradiso terrestre. È che certe persone io in parlamento non ce le vorrei mandare proprio, anche se appartengono al partito più vicino a me…
Mih che c’è un pallino giallo che si avvicina pericolosamente al centro…
Cess, nche resurto prus a manca de SEL e de RC 😀
cee.. d’asi accabara in via puccini.. aicci imparasa..
Funziona, a patto di interpretare bene le domande, cosa che richiede idee abbastanza chiare e che quindi rende abbastanza superfluo il tutto -per chi ha le idee chiare, appunto-.
Io comunque penso che quella domenica andrò anche al cinema, e sapete a vedere cosa? Ma “Quo vadis?”, naturalmente.
E “Quo vadis?” cosa vuol dire?
“Dove vai?”
Io? Io vado al cinema a vedere…
…. è stato utilizzato anche per le scorse Comunali a Cagliari 🙂
funziona però!