Renato Soru presidente della Regione. Di nuovo? Ancora? Sì, il progetto è questo. Dopo la rinuncia ad un seggio al Senato, Soru sta compiendo i suoi passi politici per tornare in viale Trento. Lo spaventoso vuoto di leadership nel centrosinistra senza dubbio lo avvantaggia, ma gli ostacoli che si frappongono nel suo cammino non sono pochi. Ostacoli reali ed altri immaginari.
Tra questi ultimi spicca la legge elettorale che da oggi il Consiglio regionale esamina. Una nuova normativa resasi necessaria dopo la riduzione degli onorevoli da ottanta a sessanta, ma che nel testo licenziato dalla commissione Autonomia presieduta dal sardista Paolo Maninchedda prevede anche altre novità, come ad esempio l’abolizione del listino, una più equilibrata rappresentanza di genere e norme che regolano il conflitto degli interessi.
E qui viene il bello. Perché adesso il centrosinistra sta facendo pressioni perché questa parte venga stralciata. Come mai, visto che quella contro il conflitto di interessi è sempre stata una battaglia di questa parte politica? Avete bisogno di una risposta o fate da soli?
Cosa contenga la proposta di legge che adesso andrà al vaglio del Consiglio neanche mi interessa (ma dopo vi darò qualche informazione in più). Perché io penso che Soru, se vuole tornare a fare il presidente della Regione, deve necessariamente vendere la sua società.
Perché è stato ampiamente dimostrato che l’esperimento è fallito: non è possibile essere contemporaneamente presidente della Regione e maggiore azionista di una impresa così importante. Il presidente della Regione deve pensare solo al suo incarico politico, non può essere distratto da altro. E Tiscali deve essere libera di dare un futuro ai suoi dipendenti partecipando legittimamente a tutte le gare bandite anche dalla Regione Sardegna, senza che questo generi equivoci, imbarazzi, malignità, strumentalizzazioni.
Ormai sono dieci anni che Soru fa politica (dieci anni), e qualcosa avrebbe dovuto capirla. Anche solo strumentalmente, Tiscali può essere usata contro di lui e il suo schieramento. Ripeto, non si può essere contemporaneamente presidenti della Regione e maggiori azionisti di una impresa così importante, non si può proprio. È evidente. Anzi, dovrebbe essere Soru a tranquillizzare tutti in tal senso, accettando almeno di trasferire la gestione della sua impresa ad un fiduciario (cosa che nella norma contestata peraltro è anche previsto).
Soru non è riuscito neanche a conciliare il suo ruolo di amministratore delegato di Tiscali con quello di consigliere regionale del Pd, visto che in via Roma negli ultimi quattro anni è stato in assoluto uno dei meno presenti. E la giustificazione addotta (“lui non va in consiglio perché sta salvando l’azienda e anche questo significa fare politica”) è la prova lampante che fra le due cariche c’è una incompatibilità naturale e dimostrata.
Se Soru vorrà ripresentarsi agli elettori dovrà farlo dunque libero da ogni condizionamento. La stagione degli imprenditori prestati alla politica è definitivamente tramontata. Decida lui cosa vuol fare della sua vita politica, ma è evidente che ciò che fu tollerato dieci anni fa ora è improponibile.
Questo è, secondo me, il primo vero ostacolo alla rielezione di Soru. E se non viene rimosso, degli altri non vale la pena neanche parlarne.
Post scriptum
Ecco la norma che non piace al centrosinistra. Ma neanche ai Floris e ai Randazzo di turno.
Art. 42
Ineleggibilità per attività d’impresa
1. Oltre ai casi previsti dall’articolo 38, non può essere eletto Presidente della Regione colui che esercita attività d’impresa o detiene direttamente o indirettamente il controllo di società, se l’impresa o la società ha realizzato un volume d’affari annuo superiore a cinque milioni di euro calcolato sulla media degli ultimi tre bilanci approvati.
2. La causa di ineleggibilità prevista dal comma 1 non ha effetto se l’interessato trasferisce i propri diritti o stipula un negozio fiduciario con le caratteristiche di cui all’articolo 43, non oltre centottanta giorni prima della data di scadenza della legislatura regionale, intendendosi per tale, il termine di cinque anni dalla data delle ultime elezioni.
3. In caso di cessazione anticipata della legislatura, che intervenga prima dei centottanta giorni antecedenti la scadenza naturale, la causa di ineleggibilità non ha effetto se l’interessato trasferisce i propri diritti o stipula un negozio fiduciario entro i trenta giorni successivi alla data del provvedimento di scioglimento del Consiglio regionale. Art. 43
Negozio fiduciario
1. Il negozio fiduciario è stipulato con un soggetto, d’ora in poi “fiduciario”, scelto da colui che si trova nella condizione di cui all’articolo 42, comma 1, d’ora in poi “stipulante”, su una rosa di tre soggetti con competenze adeguate indicata da un collegio composto da tre magistrati amministrativi.
2. A tal fine il Presidente del Consiglio regionale, entro tre mesi dalla sua elezione, chiede al Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa di indicare i tre magistrati che comporranno il collegio e, tra questi, chi lo presiede.
3. Il negozio fiduciario deve necessariamente prevedere:
a) il trasferimento dei beni e diritti dello stipulante al fiduciario almeno per la durata della carica, eventualmente anche con il divieto di procedere ad alienazione, divisione, ipoteca, o modifica sostanziale dei beni e diritti trasferiti;
b) il divieto per il fiduciario di richiedere allo stipulante o di ricevere da lui consigli, direttive o istruzioni;
c) il divieto per il fiduciario di rivelare allo stipulante informazioni relative all’esercizio dei diritti e alla gestione dei beni, salva la possibilità di consultare il collegio di cui al comma 1, al verificarsi di un evento straordinario in grado di pregiudicare gravemente l’integrità degli stessi.
4. Nella vigenza del negozio fiduciario l’impresa o la società di cui all’articolo 42, comma 1, non può stipulare nuovi contratti o accordi con la Regione o con enti, istituti, agenzie, aziende, consorzi regionali o società a partecipazione regionale né prorogare quelli in essere.
Ritorna Berlusconi, forse Soru:
Mi sembra un incubo!!!
I motivi per cui Soru non può più essere candidato allampresidenza delle Ragione sono molteplici, non solo uno: 1) ha perso già due volte dopo il 2004- le primarie per la segreteria del PD nel 2007 e le regionali del 2009; 2) ammesso che si candidasse e vincesse le primarie (ma non credo proprio), perderebbe le elezioni perché tutto il centrodestra oggi alla sfascio si ricompatterebbe in un secondo e per di più non dosare ve coalizione di centro sinistra poiché, a parte una minuscola parte del PD e i rosso morti del nuovo che avanza Muledda, nessuno lo vuole, spaccherebbe di nuovo in mille pezzi il PD; 3) il suo problema non e’ il conflitto di interessi che potrebbe tranquillamente risolvere ma l’EVASIONE FISCALE di cui si e’ vergognosamente macchiato!!!!! Questo ultimo motivo e’ un macigno che lui e i suoi (ormai pochissimi) seguaci minimizzano o nascondono? Bene da donna di sinistra che vota PD e ha sempre votato per Soru, dico che quello e’ un problema grande come una casa che il mondo di sinistra non dimentica e che non può perdonare. Il patteggiamento e’ una ammissione di colpa altrimenti avrebbe dovuto affrontare il processo. Non ci sto a giustificare nulla su questa vicenda. Inoltre il processo penale deve ancora arrivare e non varrà ad una assoluzione una eventuale prescrizione perché rimane che ha patteggiato 7 milioni di euro. Mentre nel 2006 governava la Sardegna e dispensava prediche morali a tutti e lezioni di purezza politica, evadeva le tasse rubando a tutti noi. Sottraeva, come tutti i gli evasori, possibilità di sviluppo al nostro Paese. A meno che qualcuno non voglia negare, poiché se n’è macchiato Soru, che l’evasione fiscale e’ il vero cancro dell’italia! Quindi lasci perdere, continui a fare il suo lavoro e, semmai, per una volta sia generoso e pensi a sostenere qualcun altro/ altra del centro sinistra e si metta al servizio.
Mi piacerebbe sentire cosa ne pensa lo stesso Renato Soru!!
Sono daccordo con alcuni punti della sua analisi….. ma mi permetta di fare qualche osservazione. Le vorrei ricordare che, altre persone, prima di Lei, hanno usato parole molte pesanti nei confronti di Renato Soru quando è rimasto coinvolto in un’altra vicenda giudiziaria. Tutti, quindi anche Lei credo, sanno che Soru è stato assolto dal Tribunale di Cagliari sia nel processo di primo grado che nel giudizio d’appello. Forse è bene essere prudendi nel linguaggio da usare in questi casi, anche perchè l’azienda di cui Soru è presidente, non solo è quotata in borsa, ma da lavoro a più di mille dipendenti….
Se Lei è cosi dura nei giudizi, mi auguro siano ben altre motivazioni che Le fanno propendere per una scelta politica diversa alla leadership regionale, altrimenti, come si dice dalle mie parti:<>*..
* …rancore tenuto in pancia…
Complimenti per i pensieri che condivido appieno.
Infatti: Romney, Carter, Trump, Bloomberg si sono candidati. Si interviene sul conflitto di interesse quando c’è. Qui si definisce un conflitto di interesse per eliminare anche chi non ce l’ha.
Io non ho detto che lei è un traditore. E poco mi interessa. Ho detto che è confuso. Solo chi è confuso può dire che Zedda ha l’atteggiamento che ha per colpa di Soru. Tutto il resto che scrive non merita risposta, anche perché non si riesce a seguire.
Se è una disposizione volta a impedire il conflitto d’interessi deve essere estesa anche a chi ha un fatturato inferiore a 5 mln di euro. Altrimenti non è una norma a garanzia di tutti, ma semplicemente una norma anti-personam. L’obiettivo della legge non deve assolutamente mirare a impedire a un imprenditore di candidarsi, ma di avvantaggiare indebitamente le sue aziende
Giusto!
Torna Soru. Dunque, prepariamoci, tornano anche i dottorini soriani di turno. Bentornato Signor Mongili.
A donzi modu eris su consìgiu regionale ch’at bogadu dae sa lege eletorale propiu sa norma subra su conflitu de interessos. Si sunt postos de acordu pd e pdl. Soru, si cheret, si podet candidare.
Est a narrere chi ” corvu chin corvu non si che ‘ocan socru!”……antico detto sardo che contiene un fondo di verita!
Chi dice che Maninchedda è un ambiguo proprio non lo conosce. Vito, so che lo conosci e lo stimi o pensi anche tu che sia ambiguo? Io credo che sia l’unico candidabile. Su Soru , è proprio vero che la gente dimentica in fretta…quello che gli pare.
Io sono ovviamente favorevole alla candidatura di Soru come presidente della Regione. Chi volete come presidente? Rosina Mura? Lilli Pruna? Uras? Ragazzi, siamo seri per favore. Ci serve almeno qualcuno che sappia leggere e scrivere, non possiamo mandare in Regione ologrammi da Riciclarie, con i problemi SERI che abbiamo.Oppure Maninchedda, che sinora ha sbagliato proprio tutto, politicamente parlando? Sinceramente, non mi sembra un personaggio ammissibile, vista la sua grande ambiguità politica.
Ad Aldo Borghesi voglio dire che non capisco veramente come mai Soru sia anche responsabile dei costumi della giunta Zedda, che è una compagine – per essere buoni – a-soriana se non antisoriana nelle pratiche e nel suo rimuovere proprio quella esperienza di governo, l’unico episodio riformista che io abbia mai visto in Sardegna. A Vito Biolchini devo dire che a mio parere il suo ragionamento non regge affatto. Infatti, esiste conflitto di interesse veramente fra la proprietà di Tiscali e una carica regionale? E quale? Tiscali gestisce servizi regionali? Se Moratti o l’Aga Khan si candidassero, esisterebbe un maggiore conflitto di interessi di questo. Ma forse si vuole impedire che un imprenditore o una persona ricca, semplicemente, si candidi. Sarebbe chiaramente contrario a ogni Costituzione democratica, non solo alla nostra. Peraltro, lo stesso Soru fece approvare una Legge che introduceva garanzie ben più avanzate di quelle previste dalle normative vigenti, e non avrebbe certamente problemi a adeguarsi.
Il problema è che chi si è opposto a Soru, a sinistra, non ha espresso una leadership che possa reggere al suo confronto. Che la situazione sia drammaticamente peggiorata è sotto gli occhi di tutti, sia per il governo della Sardegna sia per la sinistra. Nessun altro leader può dare garanzie di proseguire in un percorso riformista e di difendere gli interessi della Sardegna, oggi particolarmente minacciati. O, almeno, sino ad ora non è comparso sulla scena. Zedda è fallito, Maninchedda è ambiguo, Uras è improponibile per trombonismo, limiti culturali e eccessiva spregiudicatezza. Ditemi chi, per favore, può avere le stesse capacità di Soru, oggi. Che me lo segno perché magari mi è sfuggito
Se Soru veramente si candidasse, cosa che io sinceramente spero tantissimo, almeno la battaglia si farebbe interessante anche per chi, a sinistra, non lo ama. Almeno, dovrete ammettere cari i miei amici antisoriani o adepti del Verbo Totu-pagat-Soru, avrete un ostacolo serio contro cui battervi e dovrete cercarvi un candidato buono, e non le solite Ologramme in Quota da propinarci, con sempre grave nocumento per la Sardegna.
Zedda è fallito???
Imbarazzante veramente la capacità di autocastrazione della sinistra…..
Guardi che le leggi sul conflitto d’interessi esistono nella stragrande maggioranza dei paesi democratici. Si potrebbe riprendere quella degli USA ad es.
Leggo che però negli USA il blind trust per i presidenti non è normato ma è una consuetudine da Jimmy Carter in poi (benchè vi siano tutta una serie di norme molto restrittive e un comitato etico che vigila sui possibili conflitti di interessi non solo della presidenza, ma di tutti i membri del congresso)
http://www.linkiesta.it/redditi-ministri-conflitto-interessi
chi ne sa di più verifichi se quanto riportato su questo sito è corretto. Mi sembra molto interessante
Sandro, ma dove l’ho mai scritto che Soru sia responsabile di alcunchè fra ciò che fa la giunta Zedda? Ho scritto che l’esperienza Soru ha lasciato un’eredità negativa in termini di costume politico, che è passata – fra gli altri, mica solo a lei – alla giunta Zedda. Ma la responsabilità di averla fatta propria è della seconda, non del primo. Cosa sulla quale magari non sarai nemmeno del tutto in disaccordo, visto che non mi sembra – da ciò che in genere scrivi – che le tue posizioni sul governo cittadino di Casteddu siano assimilabili a quelle nefaste delle tifoserie politiche in stile “quattro-gambe-buono-due-gambe-cattivo” (se a sinistra, anzichè cianciare di “narrazioni”, ogni tanto ci si rileggesse “La fattoria degli animali”….).
Insomma, non sarò io a dover ricordare a te che la discussione politica presuppone un accertamento di natura filologica di quel che l’interlocutore afferma: anche perchè ho vissuto a Cagliari abbastanza da conoscere lettera e significato del detto “Imparai su babbu……” 🙂
Condivido praticamente tutto quanto scrivi sull’incapacità della sx di produrre leadership alternative a quella dell’Uomo di Sanluri. Che dici, sarà il caso che mi preoccupi? 🙂
Aldo, ti ringrazio, ma non mi sembra che abbia definito se non in termini vaghi il “costume politico” che si esprime in termini negativi. Forse è il caso che, a beneficio della discussione, ce lo spieghi.
Accettare Soru come Presidente della Regione per mancanza di alternative è come accettare Berlusconi come Presidente del Consiglio: allora siamo proprio messi male.
Voi che vivete in Sardegna,indubbiamente avete i vostri bravi motivi per contrastare Soru,ma,per piacere,non paragonatelo a Berlusconi.Di sicuro Soru non ha capacità di mediazione e,forse,questo è il suo peggiore difetto.Indefessamente continuo ad ammirarlo perchè credo che,contrariamente a Cappellacci ami la Sardegna.Scusate,il mio è un parere ,forse,poco obbiettivo ed accetto tutte le critiche.
Mettere a confronto Cappellacci con Soru sarebbe come diceva mio nonno: a assimizare su cuccu a Deus. Soru ha dimostrato di avere un carattere, di affrontare in modo radicale il problema del’abusivismo costiero con una legge salvacoste che di fatto ha obbligato tutti i comuni costieri a dotarsi di un PUC. Mentre prima ogni giunta comunale faceva delle scelte urbanistiche condizionate dai poteri forti di turno. Cosa che purtroppo sta avvenendo anche adesso attraverso metologie che tendono alla preservazione rigida dei terreni comunali in favore dei privati…vedasi il nuovo PUC di Siniscola, opera di una coalizione di sinistra-italica che a torto andava vantandosi di avere l’appoggio degli indipendentisti! ( ma qui’ la Regione non puo’ intervenire). Tra quelli che possiamo definire errori ricordo quello che riguardava la politica in favore dei Termovalorizzatori e le centrali a biomasse ( avremmo dovuto importare il materiale da bruciare da un paese asiatico)…qualcuno forse ricordera’ meglio di me la questione. Per quanto riguarda i paragoni con Berlusconi, da parte mia nessun paragone. Rimane il fatto che Soru è un’imprenditore prestato alla politica e siccome ipoteticamente potrebbe tornare utile non vorrei che ce ne fossero!
come scrive gavino sanna in ambra
la sardegna con soru ha perso il sorriso, non sarà certo lui stesso a farglielo tornare
ma poi non ha già perso? non ha truffato il fisco? non stà fallendo?
no, non sta fallendo, è gia un fallito.
E’ giusto che la Sardegna che Soru ha ereditato abbia perso il sorriso, perché allora c’era veramente poco da ridere.
Piuttosto c’è da chiedersi come mai chi ha fatto del sorriso il suo cavallo di battaglia oggi faccia piangere una regione intera, tra l’altro a statuto speciale.
http://youtu.be/AI7WHwygdKA
Condivido con Grazia Pintore la certezza che Soru abbia amato e ami la sua isola e che abbia cercato di difenderla in tutti i modi.
Abbiamo visto e vedremo di peggio: ecco perché molti di noi lo rimpiangono, malgrado tutto.
Non indendevo dire che Capellacci è riuscito nell’intento di riportare il sorriso che Soru ha tolto.
Non riesco comunque a capire come si possa rimpiangere un presidente solo perchè è meno peggio dell’attuale, a mio giudizio questa è una grave colpa dei cittadini;
penso invece che dovremmo puntare in alto, gridare a gran voce che abbiamo bisogno di qualcosa in più di un politico perdente riciclato, ribellarci ai partiti che ci propinano discutibili personaggi per amministrare la nostra terra.
Io ad esempio voglio una persona che faccia il politico di professione, non un imprenditore, voglio una persona integerrima che non ha contenziosi col fisco ed altri affari da sbrigare.
Ci meritiamo di più insomma
Renato Soru è stato uno dei migliori presidenti di sempre,non fosse altro perchè l’unico a salvarci il territorio dalla colata di cemento(20 milioni di mc)pronti ad essere realizzati sulla costa quando è arrivato alla Regione.L’unico realmente interessato al bene della Sardegna,con un progetto chiaro per il suo sviluppo dalla scuola all’ambiente all’energia.Non è riuscito a portare a termine il programma,ambizioso e lungimirante,ma spero che possa farlo al più presto.Non dimentichiamo che la “vertenza entrate”l’ha iniziata lui e ora tutti a prenderne il merito!
Non dico che non abbia avuto dei meriti anzi, aggiungo al tuo elenco la sopressione di alcuni enti ridicoli come certe comunità montane all’interno delle quali ci stavano anche comuni costieri senza entroterra montagnoso; tuttavia ritengo che un politico che ha già perso la stessa competizione elettorale non debba neanche lontanamente pensare di ripresentarsi, oltre questo punto, che in qualsiasi altra nazione sarebbe già sufficiente, rimangono le questioni sopra descritte: conflitto di interessi, frode al fisco, evidenti incapacità relazionali che sono molto importanti.
E poi basta con questi imprenditori che vogliono fare politica, sono vent’anni che non ce li leviamo di torno, mi sembra assurda tanta cecità da parte di tanti elettori. Ma tu, Teresa, non pretendi un presidente che dedichi tutte le sue risorse ad amministrare la regione?
Non chiedo nulla di più
Tiscali o no Soru è improponibile, ha perso con Cappellacci, il suo turno è finito, è un uomo che divide e non ha alcuna capacità di mediazione, da uomo di sinistra oltrettutto mi sono stancato di vedere miliardari in politica, non lo voterei mai e credo che molti la pensino come me
Esatto. Zuncheddu sta a casa e poi mette Presidente, Vice presidente, Assessori, Presidente di Sardegna Ricerche, addetti stampa….
AH AH AH MA CHI VOGLIONO PRENDRE PER IL CULO. BASTA FARE COME FA ZUNCHEDDU CON CAPPELLACCI.
magari a questo auspicabile venir meno dei conflitti di interessi ci aggiungiamo la risoluzione delle vicende giudiziarie ancora pendenti: quella relativa all’evasione di tasse, quella sull’ipotesi aggiotaggio (http://lanuovasardegna.gelocal.it/regione/2013/01/16/news/controlli-su-soru-per-aggiotaggio-depositata-perizia-1.6362541) e il terzo grado di giudizio su Saatchi
Signor Borghesi lei è libero di essere confuso come le pare e utilizzare lo schema Zuncheddu-Fadda sui sardi che provano malessere a causa di Soru, ma ci risparmi almeno l’addossare a Soru i comportamenti di Zedda. Essendo notorio che Soru non sostenne Zedda e che quest’ultimo con Sel la pensino come lei su Soru.
Io invece vorrei tornare alle proposte interessanti di quella legislatura alla faccia degli affossatori come lei. Scommetto che lei era di quelli che la sapevano lunga su Tuvixeddu, per esempio? O sul PPR. Ma sì, tenetevi gli emiri, tenetevi il folklore indipendentista…
Speriamo che Soru non si candidi, anzi, perché siamo irrecuperabili.
Signor Adriano, quando parlo dei danni lunghi che Soru ha fatto e delle eredità pesanti che ha lasciato, mi riferisco precisamente ad atteggiamenti quali quello che Lei qui manifesta. Che sintetizzerò, se me lo permette, nella formula secondo cui chi dissente è un traditore, meritevole come minimo di fucilazione, meglio di lapidazione. Argomentata per di più attraverso l’attribuzione fantasiosa ad un interlocutore non conosciuto di posizioni e opinioni che manco si sogna di sottoscrivere, al semplice scopo di farne un obiettivo polemico a proprio uso e consumo, con tanti saluti all’oggettività dei fatti.
Io non ho idea di cosa sia lo schema Zuncheddu-Fadda, mastico assai poco anche di schemi calcistici, figuriamoci di schemi politici. Mi pare evidente, ad un’elementare analisi testuale delle due cose che ho scritto (operazione preliminare a qualsiasi rilievo polemico nei confronti di chiunque), che gli argomenti che porto per essere poco soddisfatto di un possibile ritorno di Soru, non hanno nulla a che vedere con quelli della destra, che non si sogna proprio di porre il problema dell’eccessivo decisionismo del governatore, anche perchè ai suoi uomini piacerebbe molto essere capaci di fare altrettanto e peggio, peccato che non lo siano. Altrettanto chiaro mi pare che non mi sono mai sognato di “addossare a Soru i comportamenti di Zedda”: ho detto solo che – soprattutto negli aspetti negativi – i comportamenti di Zedda e dei suoi mi ricordano quelli di Soru e dei suoi. Siccome riconosco al sindaco di Cagliari la piena capacità di usare il libero arbitrio, ritengo che qualsiasi responsabilità in merito sia sua, non di Soru. Questo ho scritto, per chi vuole leggere.
Se vuole farsi un’idea delle motivazioni – reali, non immaginarie – della mia posizione, Le consiglio di cercare nell’archivio di questo blog alcuni post dei primi di luglio 2011 sulla politica culturale della giunta Soru e i suoi effetti. Legga e si documenti, come è comportamento basilare per chi parla di politica ed entra in discussione con chiunque. Avrò vivo piacere di continuare la discussione, ma nel merito.
Non scommetta su quel che non ha minimamente elementi per poter nemmeno supporre. E se mi permette, non usi mai il “voi” rivolgendosi a un interlocutore che è uno e non trino, e non ha manifestato in alcun modo un’appartenenza a gruppi o entità collettive. Esiste anche un’ecologia del linguaggio politico: capisco che dopo 20 anni di berlusconismo, di destra di sinistra e di centro, il concetto non sia facile da intendere, ma non ci vuole molto, basta una semplice operazione di decentramento. Il resto, gli emiri, Tuvixeddu, il folklore indipendentista, voglia scusarmi, non merita risposta.
A me sembrano solo disposizioni che cercano di eliminare un po’ di concorrenti.
Perché un dirigente deve stare a casa e un professore universitario no? O vogliamo credere che un docente vada solo a lezione.
Perché pretendere che uno in una settimana giorni decida del futuro della sua azienda, della sua professione e della sua carriera?
Un ereditiere può candidarsi, il figlio di Zuncheddu può candidarsi, il presidente dell’ordine dei farmacisti può…
Mah. Parafrasando un detto popolare: per soddisfare certi appetiti sessuali si va nei luoghi all’uopo deputati…
Soprattutto, Soru lo fece senza che ne fosse obbligato. Fu nominato Prof. Racugno come fiduciario.
Mi sembra che il negozio fiduciario previsto dalla normativa in discussione sia molto simile a quello propsto dallo stesso governo Soru nel 2008 con le legge statutaria e la riforma della legge elettorale, che fu prima votatata dal consiglio e poi mandata a referendum dagli stessi consigliri della allora maggioranza. Quindi penso che Soru se vuole ricandicarsi a Presidente (come spero) non avrà problemi ad accettare le indicazioni della normativa in fase di discussione.
Quando te l’ho detto un anno e mezzo fa mi hai preso in giro…
GRAZIE VITO! Io credo che tu abbia tutte le ragioni di questo mondo nel fare queste affermazioni. Sarebbe improponibile anche per me , semplice elettore sovranista-indipendentista, accettare di far parte di una coalizione che per certi aspetti (il presidente) possa somigliare a quella Italiana con Berlusconi. Quindi: chi deus t’ ascurtet !
No bimbo non sei il solo.
Ma fare le primarie a sinistra per il candidato alla presidenza non si può fare?
speriamo! sarebbe un grande ritorno!
Sono il solo ad avere gli incubi al solo pensarci?
no.
la questione del conflitto di interessi di soru avrebbe dovuto essere vista e capita già tanti anni fa, soprattutto da chi ha fatto del conflitto di interessi della parte opposta un argomento di polemica politica (e non a torto). una duplicità di pesi e misure piuttosto evidente.
a parte ciò, e forse ancor più gravemente, il ricorso alla minestra riscaldata dimostrerebbe ampiamente che la dispensa delle idee è, purtroppo, vuota.
concordo con biolchini praticamente su tutto, con un dettaglio critico: il fiduciario, dai, è una foglia di fico.
Siamo di sicuro in due guarda….se molla di nuovo Tiscali rischiando di mandare al diavolo migliaia di posti di lavoro dopo che l’ha riacciuffata per i capelli a seguito dell’operato degli incompetenti a cui l’aveva affidata per la sua “esperienza” politica precedente, è un vero traditore della Sardegna.
Faccia quello che sa fare, ovvero l’imprenditore, e i sardi a cui da un lavoro avranno veramente qualcosa per cui ringraziarlo.
No, siamo almeno in due. Soru ha fatto danni che sarà lungo rimediare, in termini di scelte sbagliate e soprattutto di costume politico, come si vede dalle eredità lunghe che la sua esperienza ha trasmesso ad amministrazioni di centrosinistra come quella di Cagliari, che in termini di chiusura e autoreferenzialità non hanno nulla da imparare dalla sua. D’altra parte, solo una classe politica arroccata in se stessa e nella sua presunzione di infallibilità può pensare qualcosa del genere, dopo la sberla del 2009, che infatti il centrosinistra ha solo esorcizzato e mai analizzato. Così come solo un centrodestra cialtrone quanto quello sardo poteva fare in modo, dopo cinque anni di non governo, che si riaffaccino ipotesi simili: questo era peraltro prevedibile, mentre l’accanimento terapeutico nel riproporre un rimedio già fallito magari si potrebbe evitare. Ma evidentemente, prima di arrivare a berlo fino in fondo, il bicchiere del centrosinistra sardo ha ancora parecchie amarezze e rospi da far trangugiare a chi se la sente.