Tanto piovve che tuonò. Evidentemente serviva un bel temporale perché qualcuno si accorgesse della fitta pioggia che da tempo cade sul Teatro Lirico di Cagliari. In tanti invece in questi mesi hanno preferito far finta di niente, dire che c’era il sole quando già nubi nerissime si addensavano sopra via Sant’Alenixedda. In troppi hanno volutamente ignorato i campanelli di allarme e anzi hanno preferito scagliarsi contro chi (pubblicamente o no) quei campanelli li scuoteva con sempre maggior insistenza: visti i giornali di oggi, evidentemente non erano dei visionari.
Chi, davanti agli avvertimenti di chi metteva in guardia da una situazione che settimana dopo settimana si faceva sempre più critica, rassicurava tutti dicendo “il sindaco ci mette la faccia”, “il sindaco si prende le sue responsabilità”, “prima di parlare bisogna aspettare la fine del mandato” ora è servito. Pessimi consiglieri per un pessimo finale.
La verità è che a “metterci la faccia” non è stato Zedda ma tutti quelli che lo hanno votato, e che ora sono preoccupati dalla piega che sta prendendo la vicenda della nomina di Marcella Crivellenti alla guida del Teatro Lirico. Perché nessuno vuole dare armi al centrodestra, nessuno: perché l’avvento di un sindaco di centrosinistra a Cagliari dopo decenni di giunte inguardabili è un successo di tutti, non certo solo degli “Zedda boys”.
E sconcerta in queste ore vedere come anche a sinistra, davanti a questo inciampo giudiziario di un loro campione, in tanti sfoderino tutto l’armamentario dialettico tanto caro al berslusconismo: dai tentativi di disinformazione più smaccata (di chi dice che l’iscrizione al registro degli indagati era un “atto dovuto”: niente di più falso, visto che la procura poteva anche archiviare l’esposto dei lavoratori), allo strumentale richiamo che “si è colpevoli solo dopo una condanna in terzo grado”.
Poi c’è chi dice che il sindaco ha fatto una cosa giusta nel modo sbagliato: come se nella gestione della cosa pubblica forma e sostanza non coincidessero. Dilettanti allo sbaraglio. Speriamo almeno che ci risparmino il complotto in piena campagna elettorale.
La verità è che l’iscrizione ne registro degli indagati del sindaco Zedda per falso e abuso d’ufficio è semplicemente una sconfitta politica molto dura: perché questo pasticcio poteva e doveva essere evitato. C’erano tutti i margini perché, alle prime avvisaglie, il sindaco tornasse sui suoi passi e cercasse un’altra strada che portasse alla nomina del nuovo soprintendente del Teatro Lirico di Cagliari.
Quella strada Zedda invece l’ha smarrita. Perché?
Perché questo sindaco, che doveva dar voce a tutti, che doveva coinvolgere la città ben oltre i confini tracciati dalle rappresentanze politiche presenti in consiglio comunale, ad un certo punto ha iniziato ad andare per la sua strada (e soprattutto contromano) senza sentire più nessuno, compresi i partiti che lo sostengono?
Perché ad un certo punto, davanti alle proteste dei sindacati del Lirico (ma anche dei residenti di Villanova per la Ztl, per gli ambientalisti per il parcheggio di Santa Croce, degli operatori culturali per la politica degli spazi, e l’elenco potrebbe continuare) è passata l’idea che “più gente si scontenta, meglio si sta governando”? Anzi, “più si scontentano quei gruppi organizzati che hanno convintamente sostenuto il sindaco, maggiore è la qualità dell’operato dell’amministrazione”? Perché?
Com’è possibile che sia passato questo modo distorto di intendere la politica e la responsabilità davanti ad un corpo elettorale che non attendeva altro che essere coinvolto nelle scelte?
Il punto è tutto qui: chi ha vinto le elezioni? Massimo Zedda o i cagliaritani che hanno scelto Massimo Zedda? È il sindaco che deve avere il gradimento dei cagliaritani o i cagliaritani che devono piacere a lui, pensarla come lui, rilanciare le sue verità e le sue parole d’ordine, altrimenti si viene subito indicati come nemici da combattere? E quando dico “lui” mi riferisco evidentemente ad una cerchia, quella più ristretta, che difende il sindaco in tutto e per tutto, rendendogli in questo modo un pessimo servizio.
Più ascolto, più umiltà, più rappresentatività. Con i gruppetti non si va da nessuna parte. Il sindaco esca con coraggio dall’isolamento in cui si è ficcato, parli con tutti, ascolti tutti, abbia il coraggio di fare politica in maniera diversa da come l’ha fatta finora: perché le sacche di malcontento in città sono sempre più evidenti, far finta di non vederle non ha senso.
Il primo modo che gli elettori di Zedda hanno per aiutare questa amministrazione è quello di segnalare ciò che non va, quello che non funziona: perché in un anno e mezzo troppi servi sciocchi e schiere di improbabili commentatori da bar elevati al rango di fini analisti politici hanno già fatto troppi danni. Zedda li ascolti, li ascolti veramente.
La disavventura giudiziaria legata al Teatro Lirico è l’effetto, non la causa della crisi evidente che sta colpendo l’amministrazione cagliaritana. Una crisi che c’è e ci sarebbe stata anche senza questa accusa di falso e abuso d’ufficio. Tanto piovve che tuonò, appunto.
C’è ancora tempo per rimettersi in carreggiata, per cambiare strada. Niente è perduto, nulla è compromesso, tanto si può fare ancora per dare a Cagliari una amministrazione veramente innovativa, capace di ascoltare la gente e non di scontentarla sistematicamente. Ma ora sta al sindaco dare una sterzata secca. Decida lui se uscire dal fortino e confrontarsi con tutti o se proseguire in una crescente solitudine questa sua esperienza da sindaco.
L’iscrizione nel registro degli indagati è soltanto l’ennesimo campanello d’allarme e nulla più: far finta di non sentirlo sarebbe l’errore più grande.
Oh oh oh…..pare che la nomina della Crivellenti per il Ministero sia valida.
http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=1606
E ora, che i sindacati e molti lavoratori del lirico nun rompano il cazzo, ingoino questo bel tegame di merda finchè è ancora fumante (se si raffredda scende giù più a fatica) e si mettano al lavoro per salvare la stagione.
Sono un lavoratore del Lirico, e a tutti quelli che mi definiscono un privilegiato, rispondo solo che il mio privilegio, e quello dei miei colleghi, è poter fare musica.
Le nostre buste paga sono state messe, da anni, sotto gli occhi di tutti, ma si è preferito voltarsi dall’altra parte piuttosto che rendersi conto che siamo lavoratori come tanti, con retribuzioni che non hanno nulla di eccezionale ma sono esattamente nella media.
Ma, ripeto, sono anche io convinto di godere di un privilegio che è quello di saper fare qualcosa che non a tutti è concesso.
Il resto è lavoro, che a quanto pare è apprezzato visto il pubblico che normalmente affolla la platea del lirico.
A volte ho l’impressione che la maggior parte dei commentatori di questo blog non abbiano mai visto un’opera lirica ho assistito ad un concerto, e per questo mi riesce difficile capire di cosa stiano parlando.
Sì, politica, è vero, ma alla fine tutto si riduce a definire i lavoratori del teatro soltanto dei privilegiati.
Capisco che Massi sia intoccabile, per tanti, ma non riconoscere i suoi errori è piuttosto stupido.
Io stesso l’ho votato, ma sarà un’errore che non commetterei ancora e non solo per il lirico.
Così come non voterò mai più il PD, pur essendo un suo elettore da sempre, per la posizione ambigua che ha assunto anche nei confronti del sindaco: blandamente contestato, blandamente approvato. Tutto blandamente, tipico del PD.
E’ questa la politica che volete?
chi prova a dire che il lirico è stato governato nel passato dal centro destra sarà sbranato!
e Biolchini non sarà la nostra badante!
A me pare che il problema di approccio politico, che è stato già evidente dai primi mesi di azione della Giunta Zedda, sia quello più importante, e che la sua gravità sia maggiore degli errori che il Sindaco abbia potuto compiere nel caso del Lirico, che appaiono comunque abbastanza rilevanti.
Il problema politico è che il sindaco ha agito riproducendo logiche politiche veramente vecchie, ha insediato una Giunta “in quota di” o di amighixeddus, priva di competenze riconoscibili, ma ricca di relazioni con nuove e vecchie baronie, anche se stavolta a sinistra. Una Giunta che parla a “certi ambienti” ma neanche una parola a noi suoi elettori che, come scrive giustamente Vito, pensavamo di aver vinto con lui. Si è contornato inoltre di yes-men e yes-women privi di talento, privi di diploma, ma forse appunto per questo incauti e aggressivi nel terrorizzare le voci critiche. Ragazzi fuori corso passati di campagna elettorale in campagna elettorale, che confondono l’attacchinaggio con la rassegna stampa ancora oggi. Ha deluso tutti e insultato troppi. Si è sovraesposto mediaticamente e forse non sarebbe stato il caso perché non ha la caratura del leader.
Dai suoi discorsi non traspare nessuna speranza per il futuro, ma ancora il ritrito e triste “ora tocca a noi”, nel senso è il nostro turno, è il nostro pentapartito, lasciateci marioflorizzare anche a noi. Ha una visione provinciale e scontata della città. Non ha nessun interesse ad aprire la città alla Sardegna. Crocifigge ogni giorno quel che della sinistra rimane in ciascuno di noi.
Dovrebbe cambiare passo e in fretta se veramente vuole salvarsi, almeno politicamente. Poi, sul piano giuridico e giudiziario, gli auguro di cuore ogni bene, per carità, sono cose brutte per tutti.
certo che Cappellacci che dà lezioni di etica e trasparenza è qualcosa di irritante…e in più anche oggi si serve letteralmente del comunicato delle RSU rivolto al ministero, per minacciare il ritiro di denari stanziati e vitali per la Fondazione. Non si vergogna proprio di nulla?!
Ma credo proprio di no, l’unica sua speranza è di buttarla il più possibile “a rissa”.
Cosa ha da perdere?
Lux in tenebris, caro Anonimo.
Reblogged this on Il blog di Fabio Argiolas.
Minister Ornaghi sagt: Ich muss nach Florenz, sofort! Aber ich denke dass wirdt Frau Krivellenti noch wenig dauern. Minister Ornaghi wirdt sagen: nach Cagliari, schnell!
certo certo, come no!
Sembrerebbe che al CDA di oggi, Porcelli abbia abbandonato la seduta “nero” !!
Riferiscono anche di urla di Cualbu….
Domani si saprà di più ….
E quelli sarebbero i poteri forti? Uno è un dipendente della Asl neppure rieletto in Comune e l’altro non riesce a costruire le sue villette a Tuvixeddu. L’altro, il risanatore del marciume, iscritto all’albo degli indagati per falso. Un suo consigliere appassionato non di musica, no, ché sarebbe troppo logico, ma di macchine fotografiche. Ha ragione chi scappa. Consiglio la Corsica. Non sono convinti di essere abitanti di nessuna capitale, non costruiscono sulle necropoli e vivono in un bel posto.
DI TUTTE E TRE LE ALTERNATIVE SCAPPARE E LA MIGLIORE..
Zedda ha fatto una porcata, e si sa!
ma mi chiedo come, in un’analisi corretta dei fatti, si possano ignorare le dichiarazioni degli interessati nei giorni seguenti alla nomina, come si possa totalmente ignorare che i consiglieri “dissidenti” sono fortemente interessati ad attaccare Zedda politicamente e se non avessero recepito la possibilità di un attacco, non credo avrebbero speso manco 5 minuti del loro tempo in questa storia (rinnegando le loro stesse dichiarazioni relative al primo di ottobre) e di certo non si sono spesi nella difesa del lirico in tutti questi anni…
Zedda ha fatto una porcata, ripeto, nel non dare seguito alla manifestazione d’interesse,
ma il modo in cui sta venendo strumentalizzata e raccontata questa storia è al limite dell’imbarazzante:
i diavoli diventano santi
la donne perdono i loro diritti quando fa comodo
si interpretano le parole a piacimento
si ignorano le dichiarazioni (mutevoli) delle altre persone coinvolte
non si da alcun peso a verbali pronti e non spediti dagli uffici preposti
si ignora la storia recente e non del teatro lirico
Io non dico che non bisogna difendere le proprie teorie, però che si tenga conto di tutti i fatti, non solo di quelli che ci fanno comodo. Prendetevi le dichiarazioni di Porcelli e compagnia rilasciate alla stampa il primo di ottobre…
eh già hai molta ragione!
Tato… sono d’accordo.
Ci sono lati oscuri e strani aspetti nella faccenda.
Troppe le incongruenze.
D’altronde sul Lirico… prima piove e poi si sente tuonare. 😉
Mi dispiace, caro Tato, che ci si trovi “al limite dell’imbarazzante”. Quando lo superiamo ci avverta. Il limite, intanto, non è superato e il blog è pieno di commenti liberi e nei limiti del non imbarazzante, almeno sino a che lei non ce lo segnali. Personalmente ho trovato pareri con i quali sono in disaccordo, ma non sono mai stato in imbarazzo. Lei possiede un’anima gentile, lo si intuisce, e non vorrei crearle alcun fastidio. Mi raccomando ci faccia sapere se qualcosa le dispiace tra quelle scritte. Quanto a Porcelli la rassicuro. Lo abbiamo dimenticato e pensiamo all’oggi.
Proviamo a fare un po’ di chiarezza. Siccome a molti piace giocare con le parole, e si continua a confondere i termini denuncia ed esposto e la loro specificità, il loro significato , in sostanza, è questo: la denuncia è l’atto con il quale chiunque abbia notizia di un reato PERSEGUIBILE D’UFFICIO ne informa il pubblico ministero o un ufficiale di polizia giudiziaria; L’esposto è la segnalazione che il cittadino fa all’autorità giudiziaria per sottoporre alla sua attenzione fatti di cui ha notizia affinchè valuti SE RICORRE UN’IPOTESI DI REATO. E’ quindi di tutta evidenza che solo nel caso di denuncia l’apertura di un fascicolo giudiziario è un atto dovuto , poichè per quanto riguarda l’esposto soltanto quando l’autorità giudiziaria, dalla lettura dei fatti, configura un’ipotesi di reato procede all’apertura di un fascicolo, altrimenti ne chiede l’archiviazione (fonte Ministero della Giustizia). Chiuso questo capitolo parliamo di politica. Partirei, come dice Tato, dalla storia recente e non del teatro lirico. Diamo per scontato (ma purtroppo scontato non è, a leggere cesti post) che parliamo di qualcosa che, come dice Gianluca Floris, viene tutelata dallo stato con finanziamenti pubblici non in quanto “spettacolo” e basta, ma in quanto patrimonio culturale identitario italiano. I soldi del finanziamento pubblico sono stati un’esca troppo succulenta per gli appetiti della politica, istituzionalmente delegata al suo governo, e con l’utilizzo più o meno dissennato di questi la politica era in grado di gestire potere e consenso. Sappiamo tutti che in questo sistema gli enti controllati servono quasi esclusivamente per installarvi amici, parenti, protetti, cani da guardia, quasi sempre inutili a quel sistema produttivo ma sempre ben stipendiati. E se poi la politica ne affida la gestione a persone incapaci o megalomani, ma adatte a indirizzare, attraverso le scelte artistiche e manageriali, un consenso che poi ritorna alla politica, il gioco è fatto.E chi da anni si batte contro tutto ciò? I lavoratori (quelli che Zedda detesta perchè troppo garantiti, troppo sindacalizzati, con troppi diritti. Ergo, togliamo a tutti i diritti (conquistati a duro prezzo) chè la schiavitù risolve un sacco di problemi), o la politica? La domanda è retorica. Ora, se il teatro si ritrova con un mare di debiti per colpa della politica, non sarebbe compito della politica rimediare agli errori commessi? Certo, E finalmente, con la sinistra al governo cittadino dopo due decenni di imbarbarimento berlusconiano, ci si aspettava un definitivo e chiaro cambio di rotta. Manager di alto profilo e indiscusse capacità, direzione artistica illuminata e aperta alle sperimentazioni, guida politica indizzata all’utilizzo sociale della musica, piano industriale che rendesse possibile attivare sinergie positive con scuola, territorio, conservatorio, parco della musica, moltiplicazione dell’offerta culturale con conseguente riduzione dei costi complessivi. Cose che andavano pensate da subito. Come è invece andata lo sappiamo tutti, e io non riesco ancora a capire perchè. Quali siano stati i motivi che hanno portato Zedda a ribaltare, quasi all’improvviso e come ne venisse costretto, i presupposti, largamente sbandierati in campagna elettorale, du una vera e propria rivoluzione civile. Le critiche al suo inspiegabile voltafaccia sono state da subito numerose, motivate e argomentate, anche e soprattutto su questo blog. A queste si è risposto, secondo me, quasi per dovere d’ufficio, tappandosi occhi, bocca e orecchie. E mostrando l’assurdo atteggiamento di sudditanza che, a volte, fa scambiare al fedele servitore la realtà con la sua parodia. Si è addirittura arrivati alla più abominevole messa in scena che io ricordi: quella volgarissima strumentalizzazione, orchestrata da Bellu e da Ainis, sul presunto attacco maschilista alla Crivellenti per la sua gravidanza, mentre anche al più asino fra i tanti asini sarebbe stato semplice capire che ci si riferiva, magari in termini ingenuamente non calibrati, al fatto che affidare le sorti di tutto ad una persona che dopo pochi mesi avrebbe lasciato il suo posto e chissà per quanto tempo, era un rischio che in un momento di estrema emergenza non si poteva correre. Apriti cielo! L’attaccarsi alle parole per sviarne il senso è il più tristo esercizio di malafede che io conosca. (A proposito, sapevata che la Crivellenti, a ottobre, diceva di essere incinta di cinque mesi. Ora dice di essere incinta di cinque mesi. Mistero della fede). Ma ora, con la magistratura che procede (e quante risate si son fatti Alberto e Stefano sull’assurdità di una tale ipotesi), e come giustamente dice Vito, lasciamo a lei il compito di fare chiarezza su questa pagina buia, Quello che avevamo da dire l’abbiamo detto. Non siamo stati ascoltati. Forse qualcosa si potrà ancora salvare. ma perchè ciò accada serve un atto di umiltà. di riconoscimento dei propri errori, che dubito il sindaco abbia il coraggio di affrontare. Forse preferisce l’ottusa obbedienza.
Non c’è atto meno significativo dell’iscrizione al registro degli indagati in seguito a denuncia. Se c’è ne uno per cui si possa affermare che trattasi di atto dovuto è proprio quello, visto che segna solo l’apertura di un’indagine, non consegue ad alcun tipo di valutazione dei fatti ma è solo un preludio all’accertamento. Non è una richiesta cautelare, non è una richiesta di rinvio a giudizio o un rinvio a giudizio..è solo l’inizio di un’indagine che (contrariamente da quanto si scrive) è ancora del tutto suscettibile di essere archiviata. Mi dispiace Vito, si capisce benissimo la volontà di mettere pressione sul sindaco ma a forza di imprecisioni mi pare che qui si peschi nel torbido.
Heinrich, le siamo grati per la luminosità del suo parere giuridico.
Bravi continuate a esporvi, che intanto anche i magistrati leggono …
È solo una questione di pochi mesi e poi Vendola sarà il ministro della Cultura. Si porterà dietro la Godelli e alcune protette… Il teatro di Cagliari non può essere commissariato anche se a rigor di logica ce ne sarebbe d’avanzo perché il patto che stringe i vertici del Mibac ha a che fare con i prossimi incarichi cui punta Nastasi, patteggiati con il suo concittadino Nichi Vendola. Mettetevi l’anima in pace. Zedda ha vinto su tutta la linea. Per questo con le lettere del Ministero ci incarta le noccioline e la Procura gli fa un baffo.
Caro Robin, la solita idea della politica che azzera tutto. Ma ancora davvero non ha imparato che le regole si rispettano e che a farle rispettare sono i magistrati? Oltretutto conosco la Godelli. Non invia documenti senza firme o con firme dubbie. Ci pensi, non è ad una riunione condominiale.
caro anonimo, torna da wonderland please! la politica azzera tutto…è nei fatti!
La politica non azzera tutto e tanto meno le piccole azioni locali azzerano le regole.
Dia un’occhiata al processo dei consiglieri regionali per i fondi ai partiti, dia un’occhiata intorno. Altro che il fumetto che immagina lei, caro Robin. Se Zedda è colpevole di falso non sarà la Godelli a deciderlo e, per fortuna, neppure lei.
gentile Alberto, torni da Ainis con Asia. E’ un posto caldo e accogliente per la montagna di stupidaggini che siete riusciti a partorire in questi ultimi post..
Giusto per chi avesse bisogno di un ripassino, tutte le follie procedurali commesse da Zedda al Lirico riassunte in questo post su Democrazia Oggi:
http://www.democraziaoggi.it/?p=2776
condivido il post perchè è un’analisi lucida di come si sono svolte le varie fasi della nomina del Sovrintendente. Voglio aggiungere che mentre tutte le Fondazioni liriche hanno programmato la loro attività da due anni, il Lirico di Cagliari da due anni naviga a vista senza un progetto di risanamento e di rilancio. E mentre tutti eseguono opere di Verdi e Wagner in concomitanza con il bicentenario, a Cagliari non è stata ufficializzata alcuna stagione lirica per il 2013. Mi ribello al pensiero che la desertificazione culturale sia irreversibile!
è una questione di tempo: le fondazioni liriche nella loro struttura attuale saranno smantellate e ricostruite in altro modo; masse artistiche e tecniche saranno esternalizzate; le dirigenze diventeranno più forti. il sindacato non ha fatto nulla per impedirlo, ha solo proposto soluzioni momentanee combattendo singole battaglie. ma il problema è generale. È necessario pensarci bene… Zedda o non Zedda
Ceeeeee! Avete scocciato a Massimo e mò dovete morire! Tutti licenziati così imparate! Chi la fa l’aspetti! Via Marx, viba Lenin, viva Mao Tze Tung. Viva il compagno Giuseppe Stalin, terrore dei padroni, terrore dei fascisti, terrore di tuttti i falsi comunisti!
Dove sono finiti i “Zedda boys”?
Mai visti così tanti anonimi per un post! Consiglieri occulti di un sindaco che ci mette la faccia! Che incredibile controsenso.
Questa Signora Arianna la voto con 100/100 e lode. “Anonimo sempre” attenti ad Ulisse che navigava nei mari tempestosi.
l’uomo giusto per l’ente lirico di cagliari e briatore, tanto siete simile a lui. giusto ?
spero che berlusconi, vinca le prossime elezioni cosi voi pseudo persone di sinistra vi faccia tanto male . perche una persona seria come MASSIMO ZEDDA ,NON VE LO MERITATE
Che commento intelligente…
e per una volta vito sono d’accordo con te, spesso non condivido le posizioni che hai, ma hai tracciato ottimamente una situazione che cerco di affrontare da 6 mesi a questa parte. Ultimamente il sindaco (mi piace dire il mio sindaco) ha fatto diversi scivoloni, io non capisco perché si è tenuto così distante anche dalle sollecitazioni esterne (tra le quali le mie da semplice cittadina…non mi ha mai risposto neanche attraverso il suo segretario…) eppure quanto 18 mesi fa circa mi sembrava tutto così diverso…mi sembrava davvero un sindaco dei cittadini…
infatti18 meso fa’ dietro massimo zedda , vito, mise la foto del cagliari campione d’italia,come si cambia per non dare fastidio a quelli dell’ente lirico…
«Essere indagati non significa essere colpevoli. Me lo insegna l’esperienza professionale: moltissime volte ho difeso persone indagate che poi sono state assolte con formula piena».
Mariano Delogu, (sindaco di Cagliari dal 1994 al 2001), in occasione dell’iscrizione di Cappellacci nel registro degli indagati, per abuso d’ufficio e corruzione, nello scandalo sull’eolico in Sardegna.
Maggio 2010
Riesce a vedere oltre il naso di Ainis gentile Asia? C’è una luna che si chiama “politica” e non c’entra una mazza con i discorsi da lei appena virgolettati. C’è una luna che si chiama “opportunità politica” e riguarda l’esperienza unica per tutta la città (e non solo per chi lo ha votato in modo convinto) di possibile amministrazione di sinistra che dovrebbe essere partorita da una visione della città che il sindaco Zedda sta rischiando di mandare a puttane. C’è una luna che si chiama “appuntamento politico” con sopra l’etichetta scritta “elezioni” alle porte. C’è una luna che si chiama “coerenza” che in politica è spesso ricercata nei comportamenti degli amministratori e ha la stessa funzione della fiducia nei rapporti umani. C’è una luna che si chiama “rispetto delle parole spese” che in politica è fondamentale come il cemento per i muratori.
Poi ci sono i supporter da stadio e gli avventori degli zilleri: ma questa è un’altra storia…
E c’è anche una luna in direzione della quale molti cani sciolti abbaiano inutilmente.
Ci sono cani e cani gentile Asia: quelli da concorso e quelli legati sempre alla catena del padrone a guardia delle poche vivande dello stazzo. I cani sciolti hanno la libertà di ululare anche a Marte consapevoli della mancanza di un padrone.
tre e una figurina.. 😀
Gentile Anonimo, senza padrone e senza nome… di solito quando un cane sciolto abbaia alla luna o ulula a Marte (?) non lo fa per comunicare al mondo la gioia della sua libertà, ma la rabbia della sua FAME.
Non ha idea di quanti cani sciolti accetterebbero di buon grado le catene, pur di arrivare alle” poche vivande dello stazzo”.
Gentile Asia (il cui nick si allinea perfettamente a tutti gli altri, mio compreso, nell’anonimato), la leggo esperta di cani ululanti nelle loro intime ragioni. Beata lei e beate le sue sicurezze sulla connessione tra i due fenomeni – la fame (che deve essere tanta se la urla in modo così evidente) e l’ululare – così a me superficialmente evidenti in altre ragioni: l’abbaiare però è a difesa di qualcosa mentre l’ululare sembra sinonimo di espressione di libertà. Almeno, così mi sembra (ma potrei sbagliare, non ho studi di veterinaria come lei). Fuori metafora, cerchi di pensare alla dimensione politica della faccenda e non si arrovelli come il suo maestro in cavilli procedurali. Zedda sta rischiando di mandare a puttane tutta l’esperienza di governo di sinistra con mosse che di politico hanno poco. Di questo si ragionava. PS. Mi consiglia qualche testo sull’ululare, la fame e le catene? Sarei curioso di consultare le sue fonti.
Lupo Ululà, casteddu Ululì:
http://www.youtube.com/watch?v=c3uVEcBaz6c
«C’è gente che strumentalizza l’obbligatorietà dell’azione penale per colpire avversari politici ed economici. E spesso questo avviene all’interno dello stesso schieramento politico».
Giancarlo Capaldo, procuratore aggiunto di Roma, titolare dell’inchiesta sull’eolico in Sardegna.
Quel magistrato poi ha avuto dei problemini per qualche cena con persone controindicate. Cara Asia si scelga meglio i testimonial, l’avvocato Delogu bastava e avanzava.
Signori, la cosa migliore che ora si deve fare per il bene di tutti consiste nel tacere, almeno nell’evitare prese di posizione faziose o male informate sugli esiti del procedimento penale. Contrariamente a quanto spesso ragliato dai somari berlusconiani, che prego vivamente chiunque di non imitare, la magistratura non fa politica, e tutto vuole tranne che essere condizionata dal fatto che le sue determinazioni secondo legge possano essere intese come interventi in contese politiche o, peggio, nella campagna elettorale. Lasciamo lavorare la Procura di Cagliari senza fare i tifosi, se proprio si sente il bisogno di tifare basta e avanza scandire FOR-ZA-CA-GLIA-RI!!!
In certi casi è necessario andare soli, contro tutti. Il teatro lirico è una delle istituzioni più sovradimensionate, inutili e cancrenose di questa città, da quando esiste (il lirico, non la città). I lavoratori difendono (diciamo così, “giustamente”) il proprio salario aggrappandosi a qualsiasi zattera, anche se sopra c’è scritto Cualbu. I sindacati fanno lo stesso, i consiglieri prosperano in questo dividet et impera, Zedda grazie a Dio sta cercando di scrostare un po’ di quel guano. Perchè, signore e signori, quell’ammasso di fuffa e cemento di fianco a p.za Giovanni lo pago io e lo pagate voi. E non mi si venga a dire che “è una barbarie chiuderlo”, e che “la cultura non ha prezzo”. La cultura ha un prezzo improponibile a Cagliari, ed è una cultura élitaria che ciuccia 3/4 del bilancio dell’assessorato per permettere a signore impellicciate e marescialli in pensione di vedere qualche operetta.
Ci sono talmente tante cose che si potrebbero fare a livello culturale con quelle somme gettate nel buco nero ….ma siamo in Sardegna, è giusto che prevalga la mentalità del tengofamiglia, meglio cattedrali nel deserto ma buste paga salve, come a Ottana e Portovesme. Mi stupisce, ma fino a un certo punto, che Vito Biolchini straparli a riguardo.
P.S. scommetto 100 euro che finisce come la vicenda Vendola.
Commenti come questo del sig. Roberto mi fanno venire voglia di emigrare in Germania e destano in me molte perplessità sull’efficacia del sistema scolastico-educativo nel nostro Paese. Perché cito la Germania? Basta guardare questo video: http://youtu.be/491_Xzj1t6Y
Emigri pure in Germania, sig.Bruno. Le assicuro che sprechi di questa portata non sarebbero tollerati, né sarebbero tollerati atteggiamenti oltranzisti di una sparuta minoranza.
In Germania, per molto meno di quello che sembra aver combinato Zedda sulla vicenda Crivellenti, lo avrebbero “messo a correre” sai da quanto…
Ma il video l’ha visto? Ha visto quanta gente a Berlino ascolta Wagner seduta su un prato mentre fa un picnic? Ecco, in Italia una scena del genere sarebbe inimmaginabile, perché la musica e la sua storia sono assenti dai programmi scolastici (lo si nota anche dal tenore dei suoi interventi); ma la prego, si astenga dal propinarci i soliti luoghi comuni sulle signore impellicciate, i vecchi marescialli in pensione e gli spettacoli per élites, perché si capisce solo una cosa: lei non ha mai messo piede in un teatro e in una sala da concerto, non ha la più pallida idea del pubblico che frequenta questi luoghi. Su una sola cosa ha ragione: in Germania sono capaci di gestire le istituzioni musicali conciliando quantità di produzione, qualità e salute dei bilanci. Non a caso si chiama modello tedesco e in molti vorrebbero che venisse applicato anche da noi, con buona pace di chi, come lei, vorrebbe fare tabula rasa.
lo dica ai sindacati va’… che si scordano le 26 ore settimanali e le indennità piu assurde.. vogliamo il modello tedesco? lavoro, lavoro, lavoro…
Luoghi comuni, naturalmente. Quando riuscirà a togliere il paraocchi e si guarderà attorno la prossima volta che metterà piede al lirico, forse riuscirà a notare ciò che ho notato io nelle mie prima frequenti, ma ormai sempre più sporadiche visite. Già che c’è, faccia una capatina in assessorato e veda gli esiti della gestione lungimirante di questi anni. Si goda lo spettacolo, finchè dura, sognando Wagner e i modelli tedeschi, fatti da tedeschi e non da italiani fanfaroni e sindacalizzati…
Egregio Biolchini, permetta un’osservazione tecnica. L’iscrizione nel registro delle notizie di reato, in base al codice di procedura penale, è un atto dovuto nel senso che il PM è tenuto a fare l’iscrizione stessa, per far partire i termini di durata delle indagini preliminari, qualora sulla base di quanto gli risulti da un esposto, da una denuncia o qualsiasi altra notizia di reato, le ipotesi di reato astrattamente ipotizzabili non possano che riferirsi a persone note. In questo caso Massimo Zedda in veste di presidente del CdA della Fondazione, competente ai relativi adempimenti esecutivi e a vigilare sulla redazione dei verbali, anche se ho il dubbio, sul solco di quanto ha scritto Bugone nel post precedente, che non necessariamente possa trattarsi dell’unico indagato (ma questa decisione il PM potrebbe anche adottarla successivamente). Solamente quando le ipotesi di reato appaiano, sempre su un terreno astratto, manifestamente infondate, non costituenti reato il PM potrebbe semplicemente “cestinare” l’esposto, ma questa non è una prassi seguita presso tutte le Procure, che talora mandano al GIP per l’archiviazione anche le notizie non costituenti reato. L’esempio potrebbe essere di chi scrive in un esposto diretto alla magistratura che a causa di un complotto della Bildenberg o degli alieni sua moglie è scappata con un altro. La situazione dinanzi alla quale ci si trova, ora, è l’esistenza di un’ipotesi astratta di reato non manifestamente infondata, rispetto alla quale il PM dovrà vedere se riesce a raccogliere elementi probatori a carico dell’indagato, nel qual caso potrà alla fine anche sollecitarne il rinvio a giudizio, ovvero constatare che l’ipotesi di reato all’atto pratico è infondata, e quindi chiederne l’archiviazione. Una situazione assolutamente neutra sul terreno della responsabilità penale, per quanto il discorso della responsabilità politica sia altra cosa. Giusto una precisazione, perché non so se Zedda abbia commesso dei reati mentre sono abbastanza convinto che sul terreno amministrativo la procedura che ha condotto alla nomina della Crivellenti sia sbilenca, ma è meglio evitare di affrontare questa situazione “alla Travaglio”.
Io invece sono garantista. Mi sembra un polverone per niente. L’abuso di ufficio poi è un reato talmente opinabile e sfuggente che nei manuali si chiama anche “semplificazione”. Quella che invocano i cittadini. Magari però un pm non la pensa come te e ti condanna. Resta il problema politico: si era votato Zedda per aver un cambiamento epocale. Non c’è stato. O non si vede. O l’ordinaria amministrazione soffoca il tutto. Non so. Comunque il senso di delusione c’è. E non vederlo, su questo sono d’accordo, è cattiva politica. E’ un governo dei gruppettari? Forse, ma non ci può arrendere. E Vito Biolchini fa bene ad appellarsi alla ragione della buona politica. Se il sindaco ne ha un po’ che colga il messaggio.
Le nubi si addensano sul teatro da almeno 15 anni.. Come mai?
Invece io penso che la decisione di Zedda sul lirico sia la conseguenza di qualcosa che lui sa e noi no. e non mi riferisco a Letta, Vendola etc. Ma a qualcosa di strutturale del teatro e degli interessi che ruotano attorno. qualcosa che neppure i lavoratori conoscono a fondo e del quale sono vittima pure loro. Io credo che l’errore di Zedda sia aver rotto con loro e credo che i lavoratori a loro volta abbiano sbagliato a fare muro contro il sindaco. Chi ne guadagna è qualcuno che ha sempre guadagnato sulle loro spalle. Ora è tardi: zedda è indagato per l’esposto fatto da lui non da contu, cualbu etc. ma dai lavoratori. Comunque finisca tutti hanno perso. Un teatro di rimette in piedi insieme. Cosi si distrugge. Bisognava cercare una mediazione e non arroccarsi ognuno sulle proprie posizioni.
Se tu avessi ragione (e lo spero), allora è arrivato il momento di vuotare il sacco. A quel punto avrà sicuramente il mio appoggio, ma fino ad allora i fatti dicono una cosa, mentre le giustificazioni agli stessi sono sempre al condizionale e precedute dal se ipotetico. E se il sindaco…e se ci fosse qualcuno che…e se la Crivellenti lavorasse bene…e se poi…e se…e se…e se…
E perchè non si cerca un confronto diretto e non un attacco? perchè i sindacati o i lavoratori del teatro più ampiamente non ci provano? perchè non vanno da lui di persona? Al di là degli esposti e dei ricorsi..quelli hanno preso la loro strada. Perchè non ci provano?
ma, mi chiedo, ci hanno provato? perchè io dopo la nomina della Crivellenti ricordo solo muro e indignazione non “vengo a prenderti sotto il comune e ti chiedo di spiegarmi perchè hai nominato questa qui!”. Al muro è ovvio lui ha risposto con il muro. E guardate che il 3 ottobre il casino dei verbali non c’era ancora…è montato dopo, strumentalizzando una indignazione comprensibìbile da parte dei lavoratori che delusi non capivano la scelta. Insomma, forse le colpe sono da entrambi le parti..almeno quelle iniziali..no?
Capisco, caro Stefano, che sei arrivato sul pianeta terra solo da poche ore e che molte cose non le sai, anche se noi oramai qui le diamo per scontate. Sono sicuro che qualcuno ti spiegherà per benino come mai Massimo Zedda non dialoga con i dipendenti e viceversa.
che risposta stupida!
e spiegacelo tu allora, visto che “‘ ‘ndi scisi meda “..
Se il ragionamento da farsi deve essere politico, come quello espresso in questo post, allora devo dire di non essere d’accordo né con Vito né con Norfo su Casteddu On Line. Sia qui che lì si dice: “C’è ancora tempo per cambiare direzione” o addirittura Norfo si sbilancia fino a dire: “Non bisogna lasciar solo Zedda”.
Secondo me non c’è nessuno spazio per nessuna inversione di rotta. Prima di tutto perché la rotta intrapresa da Zedda è quella che lui ha scelto in totale solitudine e che pertinacemente e convintamente prosegue. Poi il sindaco, al quale io personalmente non riconosco le doti personali necessarie a ricoprire il ruolo (una mia personalissima opinione), è una di quelle persone (deboli e insicure politicamente) che ritengono gli aggiustamenti di rotta dell’azione politica dei sintomi di debolezza palesi, anziché punti di forza.
Chi attende che Zedda si mostri da domani diverso da quello che è, non ha capito chi abbiamo votato. Mi spiace ma non ho alcuna fiducia in merito. Zedda continuerà il suo viaggio in solitario sul treno diretto in corsa verso il nulla.
Per invertire una rotta sbagliata serve intelligenza politica e intuito. Non mi pare che esistano questi presupposti anche se sarò felice di potermi sbagliare.
Consiglio la visione di “A trenta secondi dalla fine” di Andrej Končalovskij. Secondo me finirà così
Il peggio che potrà accadere è che Zedda raggiunga la stazione del nulla, che è comunque una fermata più avanti alla stazione delle macerie lasciate dal predecessore: almeno le macerie sono state rimosse!
Sai, Vito, come convincevo le persone a votare Zedda? Lo facevo con convinzione, pensando realmente quello che dicevo: ”Sapete la differenza fra lui e Fantola, o fra lui e Floris? Massimo è giovane, è uno di noi, lo conosciamo e se sgarra glielo faremo notare, lo controlleremo, non sarà chiuso nel suo fortino e se lo sarà noi lo staneremo”. Poi, eccoci a questo punto. 1) è uno di noi? No, è uno di alcuni. 2) Se sgarra glielo faremo notare? Certo, è quello che facciamo ogni giorno, ma purtroppo non è uno di noi, ma solo uno di alcuni e solo quegli alcuni ascolta 3) Non sarà chiuso nel suo fortino e se lo sarà noi lo staneremo? Ora che è chiuso, essendo non uno di noi, ma solo di alcuni, nessuno di questi alcuni cerca di stanarlo, non che non ci riesce, nemmeno ci prova, anzi chiede spazio per trovare posto anch’egli nel fortino.
Sono deluso, ma non arreso. Credo che Massimo possa ancora sterzare, ma ogni giorno che passa sarà un giorno perso. Piste Ciclabili, Stadio, Anfiteatro, Tuvixeddu, Molentargius, Poetto etc etc, tutta la linea politica mi appassiona, l’impostazione è proprio ciò che avrei voluto per la mia città, a costo di soffrire per un anno e mezzo due con meno servizi e meno opportunità per ritornare alla legalità e alla civiltà, ma…ma…ma…dopo i primi passi che hanno impostato il tutto, manca il salto di qualità che, però, sono certo arriverà a breve. Però, dannazione, sul Lirico no, non manca il salto di qualità, si è proprio sbagliata l’impostazione. E sono deluso, ma non arreso.
p.s. Dimenticavo, Vito, di sottolineare quanto sia fastidioso il garantismo con quelli di sinistra opposto al giustizialismo con quelli di destra. Questa supposta superiorità etica della mia sinistra ha francamente stancato. Non prendiamoci in giro, o si è giustizialisti con tutti o garantisti con tutti, ma non oscillare a proprio piacimento.
il detto sarebbe: tanto tuonò che piovve 😉
certo il detto è questo che riporti tu, ma credo che smontarlo e riformularlo al contrario fosse nelle intenzioni dell’autore! (ci dirà la sua) …Nessuno disse a Totò «guardi che si dice “badi come parla” e non “parli come bada”» 😉
eh, non ce l’ha ancora detta…:-(