Primarie da apparato erano, primarie da apparato restano. I vecchi potentati resistono oppure lasciano spazio a quelli nuovi, senza nessuna concessione agli estranei: a quelli che via Emilia e via Puccini non sanno neanche dove siano, giusto per intenderci. E mentre il finto “nuovo” avanza e il vecchio che resiste si consolida, il meglio sparisce. Alla fine ha avuto perfettamente ragione Giovanni Maria Bellu, che qualche giorno fa aveva scritto su Sardinia Post “Il paradosso delle parlamentarie, ultimo rifugio degli apparati”.
Il dato vero delle primarie del Pd in Sardegna che i tre migliori parlamentari che il partito aveva resteranno a casa, fatti fuori da un sistema che ha brutalmente privilegiato i territori e le correnti. Viste le regole, Giulio Calvisi aveva addirittura rinunciato alla contesa, poi ci hanno pensato gli elettori a eliminare Francesco Sanna e Guido Melis, un senatore e un deputato che con il loro lavoro hanno rappresentato la Sardegna con grande efficacia in tante vertenze. In cambio però a Montecitorio tornerà Siro Marroccu (al 549° posto su 630 nella classifica di produttività dei deputati), insieme a Paolo Fadda (che secondo me, come Antonello Cabras, avrebbe dovuto fare un passo indietro) e non sarà certo l’affermazione oristanese a farci rivalutare l’operato parlamentare di Caterina Pes.
Della pattuglia parlamentare resta poi l’olbiese Giampiero Scanu (che almeno per l’impegno su Quirra merita la riconferma), mentre l’infornata dei nuovi non eccita, non esalta, non entusiasma. A ciascuno il suo rinnovamento: questo per me non lo è.
Se le previsioni verranno rispettate, il Pd eleggerà in Sardegna nove deputati e quattro senatori. I capilista saranno decisi da Bersani (e saranno sicuramente il segretario regionale Silvio Lai, mentre per il Senato i giornali aggiungono a sorpresa, al nome di Marco Meloni, quello di Renato Soru), dopodiché toccherà ai più votati nelle consultazioni di ieri.
E cioè Romina Mura (sindaco di Sadali, indicata nel collegio di Cagliari, abile nel far confluire su di sé i voti di diverse correnti del partito), Giovanna Sanna (sindaco di Florinas, Sassari), Giuseppe Luigi Cucca (consigliere regionale, Nuoro), Ignazio Angioni (già segretario cittadino dei Ds di Cagliari, per anni vicino all’area che faceva capo ad Emanuele Sanna), Caterina Pes (parlamentare uscente, Oristano), Giampiero Scanu (parlamentare uscente, Gallura), Emanuele Cani (segretario provinciale, Sulcis), Siro Marrocu (parlamentare uscente, Medio Campidano), Gavino Manca (consigliere regionale, Sassari), Paolo Fadda (parlamentare uscente, Cagliari).
Manca un nome, che in base a valutazioni nazionali e di rappresentanza di genere potrebbe essere tolto al segretario provinciale del Pd di Cagliari Thomas Castangia e assegnato a Maria Grazia Dessì.
Ma se i militanti del Pd qualche brivido lo hanno regalato, in casa Sel è andata esattamente come doveva andare. Senza competitori provenienti dall’area di Sassari, il segretario regionale del partito Michele Piras ha stravinto, mentre il capogruppo in Consiglio regionale Luciano Uras ha prevalso, rischiando però più del previsto contro Lilli Pruna: politicamente la vittoria è tutta della docente universitaria. Il suo ingresso al Senato sarebbe stata una ventata di aria nuova, ma i militanti di Sel hanno deciso diversamente.
Gli iscritti alle primarie hanno deciso, ora vedremo come la pensano gli elettori. E tanti auguri ai nuovi parlamentari.
Se avessero deciso le segreterie sarebbe stato meglio, almeno nel pd avremmo avuto Melis e Sanna e magari qualche giovane. Un ulteriore prova dell’inutilità delle primarie.
Di Sel poi non parliamo, lì sono bulgare le segreterie e i militanti. Speriamo che la lista di Ingroia ci offra qualche bella sorpresa…
Se siete preoccupati per la sorte del compagno Calvisi e dell´amico Sanna, tranquillizzatevi tanto ce li ritroveremo come minimo sotto segretari. Mica possono mandare al Governo un genio come Siro Marrocu. Non sono state primarie serie ma solo un rito di pubblica cooptazione mi ricordano le primarie truccatissime per le regionali del 1989 Da allora ne e´ passata di acqua sotto i ponti ma le trasse sono sempre le stesse.
Biolchini scrive: “E mentre il finto “nuovo” avanza e il vecchio che resiste si consolida, IL MEGLIO SPARISCE”.
I corsi e ricorsi storici di vichiana memoria ci hanno insegnato che il concetto di MEGLIO è opinabile, contingente e relativo.
Ciò che avanza -vecchio o nuovo che sia- è comunque un fedele specchio del suo tempo.
Esattamente come il berlusconismo e come tutte le derive politiche e culturali.
E nottesta spassiaisì… a sa facci! 😀
La realtà, cari signori, è che alla fine si stava meglio quando si stava peggio.
Non è un mistero per nessuno che il PD sapeva che le elezioni del 2008 le avrebbe perse malamente. E dovendosi preparare a un’opposizione dura, a dire il vero non sempre dura quanto si sarebbe dovuto, a Berlusconi e associati, sapeva di dover portare in Parlamento parlamentari soprattutto capaci, preparati, che impiegassero il loro tempo nel seguire i problemi reali dei territori e, oppure, nel dedicarsi al non facile lavoro di studio e di elaborazione di strategie parlamentari che solo permette di fare al meglio il duro mestiere di parlamentare dell’opposizione. Almeno se lo si fa seriamente, non semplicemente dicendo che sono tutti ladri o che Silvio Berlusconi va con le donnine.
Il Porcellum è capitato a fagiolo, e abbiamo avuto parlamentari “nominati” ma eccellenti, come Francesco Sanna, Guido Melis, Giulio Calvisi, e perché no, anche Amalia Schirru, da tempo presa di mira da un’incredibile campagna denigratoria da chi nulla conosceva del suo operato in Parlamento.
Adesso nel PD si sente odor di poltrona, e questo chiama rumor di sciabole. Chi controlla i cosiddetti apparati, le segreterie provinciali – il cui potere a volte sta anche nel non gestire in modo decente un partito e nel far scivolare la base in quell’indifferenza che impedisce iniziative dal basso, salvo quelle ingannevoli e “ben guidate” dall’alto – i pacchetti di tessere e di voti dei soliti notabili talora addirittura trasmessi per testamento (roba da Medio Evo, davvero!!!), consensi molto poco derivanti dal voto di opinione e parecchio invece dal “metodo democristiano” che investe anche chi ha origini “comuniste”, non vuole farsi sfuggire alcuna prebenda, e questo mette fuori causa chi in Parlamento c’era soprattutto per fare bene il proprio lavoro, e non per intessere relazioni sul territorio magari trasversali e inconfessabili.
Aggiungiamoci l’uso distorsivo della doppia preferenza di genere. Si sa che un gruppo illuminato ma minoritario di militanti donne del PD ha inteso premiare solo le candidate di sesso femminile, sfuggendo alla logica delle “cordate”. Ma è stato minoritario, e in realtà abbiamo avuto un voto femminile ampiamente influenzato dalle “cordate” dei maschietti. Insomma, vecchia e stravecchia politica, come accadeva anni e anni fa.
Temo che gli elettori puniranno duramente questi atteggiamenti, ma spero che ciò non danneggerà Italia Bene Comune nel suo complesso.
Voglio citare altri particolari che aiutano a notare le differenze, e davvero qui si finisce, se no sembra che voglia essere un discorso tutto all’insegna del “Sel è meglio”, ma i fatti sono fatti e bisogna pure farli notare. Chi avvicinava Michele Piras in campagna elettorale lo sentiva enumerare lealmente tutti i nominativi dei candidati di Sel, senza averlo mai sentito dire “meglio questo di quello” o perfino “sono meglio io”. Inoltre, i facsimile di schede diffusi da Sel soprattutto attraverso internet riportavano i nomi di tutti i candidati (ovviamente con la croce su quelli preferiti dai vari militanti o simpatizzanti), quelli provenienti dal PD riportavano solo il nome del candidato indicato, e spesso neppure l’indicazione del candidato femminile, come a cancellare gli altri. Segno evidente di democristianizzazione irreversibile.
Paolo Curreli scrive “Democracy is democracy…gli elettori hanno deciso”. Non me ne voglia ma ritenere queste primarie qualcosa di realmente democratico mi fa decisamente sorridere… Non basta apporre un nome in una scheda e imboccarla nell’urna per parlare di scelta democratica. Ricordo a tutti che si sono scelti e votati dei candidati nel giro di 2 settimane, proprio nel momento dell’anno in cui l’attenzione dei cittadini è più scarsa. Risultato: hanno votato pochi, ancora meno conoscevano i candidati, le loro proposte e il loro valore. C’è stato qualche confronto? Qualcuno conosce che cosa propongono i candidati e che cosa intendono fare in parlamento? Se hanno magari in mente dei precisi progetti di legge? Qualcuno sa come intendono difendere la Sardegna? Qualche candidato è andato oltre gli slogan? Magari si riveleranno in gamba (su alcuni dubito decisamente) ma si è trattato di una scelta ristretta, affrettata e poco informata, caratterizzata da un forte peso di correnti e apparati. La democrazia non è un processo che si risolve in fretta e furia in due settimane…
Le primarie del PD, e soprattutto i suoi retroscena che è meglio risparmiare al volgo perché non si orienti verso Grillo, Ingroia o ancora Berlusconi, sono state il miglior viatico per separare in casa gli elettori mossi puramente dal voto clientelare e correntizio da quelli che hanno sempre inteso valutare i progetti e la serietà delle persone, spingendo questi ultimi, a seconda delle sensibilità, verso Sel o verso Monti.
Gentile Biolchini, sul PD qualcosa di ciò che hai intuito o che sai l’hai scritto, non tutto. Però occorrerebbe più misura verso Sel, nonostante gli errori che non sono certo mancati da parte del sindaco Zedda e di altri. Sel ha saputo proteggere le persone che in Parlamento dovevano andarci per i fatti prodotti e per i progetti sostenuti dall’arrivismo, dal finto rinnovamento gattopardesco dietro il quale si annidavano noti signori delle tessere e delle clientele, dalla demagogia facile, talora dalla diffamazione gratuita e disinformata.
Lasciar fuori Francesco Sanna e Guido Melis è stato davvero un magnifico risultato. Complimenti. Io non voto il PD. Voterò Sel.
Lo dico forte e chiaro: con tutta la stima che ho per i futuri parlamentari Piras e Uras (e loro sanno che è tanta) uno dei due non avrebbe dovuto candidarsi. Con due soli posti sicuri, Sel non avrebbe dovuto candidare contemporaneamente il segretario regionale e il capogruppo alla Regione. Uno dei due avrebbe dovuto fare un passo indietro per consentire che l’altro posto andasse ad una espressione dei tanti movimenti e gruppi che lottano a sinistra per una Sardegna migliore. La loro presenza ha ovviamente inibito altre candidature, se non quella di Lilli Pruna, vera vincitrice morale delle primarie di Sel.
Invece alla fine l’apparato (lo so che la parola non vi piace, ma non ne trovo un’altra) ha creato le condizioni per poter prevalere. Con o senza le primarie.
Gentile Biolchini, Lilli Pruna ha trovato ampio appoggio anche da parte di chi lealmente ha sostenuto Uras, e questo lei lo sa bene. Ogni partito trova la propria formula per coniugare l’esigenza di non buttare a mare quel che è da salvare col rinnovamento, e alla fine giudicano gli elettori. Poteva forse rinunciare Uras per lasciare campo libero alla Pruna, forse si, ma come sarebbe stato interpretato questo da una base che in larga misura esprime ampio riconoscimento per il lavoro di Uras? Uras avrebbe forse potuto fare il bel gesto e rinunciare spontaneamente, ma come pretenderlo da lui quando ben pochi – Giulio Calvisi è l’eccezione nel PD, ma sapeva che sarebbe stato divorato dal ridicolo regolamento delle primarie atto a premiare le clientele e i signori delle tessere locali, e ha preferito non fare “la fine di Francesco Sanna” – hanno il coraggio di farlo questo bel gesto, e quando coloro che lo chiedono spesso sono quelli che vogliono il rinnovamento a patto che le poltrone spettino loro?
Guardi che nessuno vuol fare il panegirico di Sel. Sel è piena di difetti, come lo sono tutti i partiti. Ma il bello dei partiti è avere difetti, la perfezione è di chi ha la verità in tasca come Grillo o Ingroia.
E comunque, quanto all'”apparato”, ha ragione, se si riferisce a Emanuele Cani e Thomas Castangia, segretari provinciali del PD dai risultati discutibili ma che hanno potuto presentarsi come “novità” se non altro perché ben pochi elettori sanno che facce abbiano.
Una nota finale. A proposito di segretari regionali: Michele Piras ha affrontato a viso aperto primarie in realtà più insidiose di quanto si poteva pensare, Silvio Lai, con grande coraggio, pare sarà bloccato da Bersani come testa di lista, e le primarie si è ben guardato dal farle. Giudichi lei.
Vito tu però non tieni conto di un elemento: Sel non ha rappresentanti in parlamento e la campagna elettorale non sarà semplice: da un lato c’è il rischio – reale come le primarie per la premiership hanno dimostrato – di essere confusi col Pd, di cui non siamo una corrente, ma un alleato leale ma con un fisionomia “di sinistra” molto più definita; dall’altro c’è la concorrenza del M5S e di Rivoluzione Civile di Ingroia a sinistra, che permettono di incertare il voto di protesta e un pezzo, vedremo quanto importante, del voto della sinistra sinistra. C’era quindi l’esigenza di par partecipare i nostri candidati più forti, perché la nostra priorità non può essere il cambiamento…come potrebbe, siamo nati nel 2010, non siamo rappresentati in parlamento, abbiamo una classe dirigente dove ex deputati o vecchi e importanti dirigenti contano quanto conta qualsiasi altro elettore (e sono subito entrati in sofferenza): rispetto a cosa o a chi avremmo dovuto cambiare? Nonostante questo abbiamo un mix interessante. Se va tutto bene eleggeremo tre parlamentari: Michele, Luciano e Silvia. Silvia è una giovane e appassionata ricercatrice, competente in materie, come lo sviluppo locale. Non potevamo essere noi a portare un rinnovamento, perché è rinnovamento la nostra partecipazione!
Il paragone Via Puccini – Via Emilia credo sia improprio: Via Emilia è il quartier generale provinciale e regionale del Pd, cioè di un partito che ha molte risorse, che è strutturato, che ha molti sindaci, consiglieri provinciali, presidenti di provincia, consiglieri regionali, parlamentari e senatori. Via Puccini è la sede di un circolo – probabilmente il miglior circolo che Sel ha in Italia – ma solo un circolo. Certo, conta per il valore (e ammetto che è enorme) di chi lo frequenta e della sua capacità di mobilitazione. Ma non c’è apparato. In Sel non esiste l’apparato, non perché ci piaccia non averne, ma perché non ce lo possiamo permettere.
Facciamo quello che possiamo e con Michele, Luciano, Silvia e Lilli possiamo mettere un buon seme per il futuro.
Può piacere o non piacere, ma noi il nostro progetto politico lo stiamo portando avanti con coerenza. E credo che sia anche il caso di ricordare che Sel in Sardegna non ha candidati paracadutati dal centro, né garantiti senza il passaggio alle primarie. Vogliamo dire che questo conta poco? Forse, ma altri non l’hanno fatto!
Buon fine d’anno a te alla Lucida!
Quali sono le altre candidature inibite dalla presenza dei candidati? Chi ha voluto fare la competizione ha rischiato anche figuracce: Dettori alla Camera ha preso un pacco di voti, si è messo in discussione e ha avuto un buon successo, Michele Piras non ha avuto mica il 100% delle preferenze……….se poi qualcuno pensa che basta autodefinirsi “il nuovo” per avere il diritto a farsi candidare in un partito, chiedere a tutti gli altri di non candidarsi,e vincere facile contro tutto e tutti beh, può continuare tranquillamente a pensare che le competezioni elettorali di qualsiasi forma siano valide solo quando non si perde.
E questo vale anche al Senato dove i competitori di Uras non sono sembrati per niente inibiti e hanno preso ben più di 1000 voti su 3000.
L’apparato magari avrebbe avuto il piacere di avere un plebiscito, che invece non c’è stato? Eppure sarebbe stato semplice, magari chiedere a Vendola di mettere qualcuno nel listino bloccato, anche in considerazione che SEL in questi 2 anni ha portati risultati importantissimi, è la seconda regione italian dove il partito va meglio, dato confermato anche dalle recenti primarie di Novembre….eppure non è succeso, l’apparato ha scelto di non avere garanzie. Questo è un dato di fatto.
La vera vincitrice morale delle primarie non è per niente Lilli Pruna, e non si capisce perchè dovrebbe esserlo… ha avuto meno concorrenza nella sua lista, docente universitaria di cinquantina di anni dal nome ben conosciuto negli ambienti politici. Seguendo il tuo ragionamento: se fosse donna d’apparato non potrebbe esserci nessuna vittoria morale, se invece non lo fosse allora l’apparato perchè avrebbe prevalso, se come dici tu, la Pruna ha pure messo pure in difficoltà URAS?
A proposito di rinnovamento una certa Doneddu, ha preso 2000 voti, ha 35 anni, un cv di tutto rispetto, attiva nel territorio occupandosi da anni di politiche ambientali, sviluppo sostenibile, economie rurali,ecc. ….Una di quelle che persone che come dici tu, Vito, “lotta a sinistra per una Sardegna migliore”. Sarà seconda in lista alla Camera, e avrà più possibilità lei di entrare in Parlamento che Lilli Pruna.
Curioso che manco l’hai citata…..eppure ha preso quasi gli stessi voti della Pruna….
Lilli Pruna è sicuramente una grande esperta di tematiche del lavoro, forse con pochi concorrenti in Sardegna, però non è poi sta gran “società civile”. Viene dagli ambienti accademici, che sono stati fin troppo premiati in passato dalla tradizione “comunista”, forse ingiustamente, perché anche quando le scelte erano cadute su persone onestissime e di valore, come è sicuramente anche la Pruna, si erano chiusi gli occhi sulla triste realtà di nepotismo ed altre cose poco commendevoli molto frequenti in quegli ambienti, e su cui anche i “compagni” erano spesso adusi a fare spallucce. Per certi versi la Gelmini se la sono meritati. E comunque la professoressa Pruna ha mantenuto un atteggiamento più che dignitoso senza recriminare né rivendicare nulla, non capisco il voler fare pietra dello scandalo, sia pur rispettosamente e in modo intellettualmente onesto come fa il gentile Biolchini, il fatto che non si sia privilegiata lei come “novità”. Certo, meglio il suo giro di altri vicini al PD, dove si è fatto spesso del facile vittimismo, solo perché le Primarie, per quanto assolutamente criticabili per i meccanismi invalsi, non consentivano le comode candidature “blindate” di tradizione PCI, e imponevano un riscontro di base che il distacco tipicamente accademico a volte fatica a consentire di trovare. Va detto, comunque, anche che Lilli Pruna è di area ex soriana, e di questi tempi, con la sirena Rivoluzione Civile che rischia di essere molto attrattiva a sinistra grazie a un magistrato integerrimo e progressista che ci mette la faccia, potrebbe anche non essere così facile dare per scontato il voto di un militante Sel proveniente dall’ex PRC o dai movimenti a un esponente del partito o di area proveniente da più compromissorie esperienze tra i DS e assimilati. Sel, meno del Pd, è comunque una realtà complessa, e se non ci fosse il collante Vendola, forse rischierebbe di perdere coesione, perché l’attrattiva di Ingroia è notevole. A maggior ragione, quindi, il risultato di Lilli Pruna è più che soddisfacente e dignitoso, e premia comunque la competenza, che non manca certo peraltro in Luciano Uras, che professionalmente prima che politicamente si è speso per una vita proprio sul lavoro, anche se magari è stato spesso oggetto di critiche.
Democracy is democracy…gli elettori hanno deciso. Melis comunque era un nominato da Soru, Sanna è in politica da una vita non è certo un neofita, Calvisi ha deciso lui. Ma chissà? Magari Romina e Caterina ci stupiranno….
Democracy significa governo del popolo. Con la attuale legge elettorale i segretari di partito scelgono i deputati. Anche nel caso di pd e sel. Il popolo sceglie tra quelli indicati dai capi. This isn’t democracy. So pensende mancu de b’andare a votare.
Gentile Curreli, cosa vuol dire “Sanna è in politica da una vita”? E’ stato consigliere regionale dal 2004 al 2008 e parlamentare dal 2008 al 2012. Sono otto anni. La politica da militante o gli incarichi di segreteria contano relativamente quando giudichi un parlamentare al primo mandato. Una minima parte del Sulcis ha scelto Cani. Sei sicuro che lo abbia scelto perché Sanna è in politica da una vita? O chi è davvero in politica da una vita ci ha messo più che uno zampino? Informati.
Silvia Doneddu seconda a pochi centinaia di voti da Piras come dice l’articolo non ha nulla a che fare con Sassari. Non è nata lì, non ci ha studiato, non ci vive la famiglia, non ne rappresenta il territorio.
La strada per il parlamento è stata anche quella del sostegno da parte di chi si spende volentieri per promuovere un progetto anche quando la faccia non è la sua.
Per fortuna non stiamo tutti sulla cattedra e c’è ancora chi è disposto a stancarsi per contribuire al raggiungimento di obbiettivi collettivi, per orientare la politica nazionale riunendosi in partiti.
Buona fine dell’anno, Vito.
Noi ogliastrini siamo talmente marginali che non meritiamo nemmeno una menzione, qui, in questo post, come da tutte le altre parti. Grazie Vito. Eppure anche noi ieri abbiamo votato, ci abbiamo creduto, come tutti gli altri.