Penso che l’analisi di Gianluca Floris “Il Lirico di Cagliari e gli errori ripetuti del sindaco Zedda. Perché?” (la trovate anche alla fine di questa breve riflessione) segni un momento fondamentale nella comprensione del nuovo corso politico cagliaritano. Floris racconta con estrema semplicità quali sono stati gli errori commessi da Zedda nell’affrontare la vicenda del Lirico, e questo da tempo non sospetti, cioè da quando la questione Crivellenti non era ancora scoppiata (anche se io penso che fosse già stata concepita, ma questa è solo una mia idea che un giorno vi spiegherò meglio).
Al Lirico gli errori sono stati tanti, ripetuti ed evidenti. Perché Zedda li ha commessi?
A Cagliari pensavamo che non aver avuto per decenni una giunta di centrosinistra avrebbe consentito alle classi dirigenti di questo schieramento di non commettere tutti gli errori che altrove invece il centrosinistra aveva commesso. Eravamo convinti che si fosse fatto tesoro dei disastri compiuti dalle altre amministrazioni di centrosinistra sparse per l’isola. Pensavamo che qui si sarebbe sviluppato un modo nuovo di governare, più all’avanguardia, più moderno.
Invece no. Improvvisamente ci stiamo rendendo conto che l’essere stati per decenni lontani dalle stanze del potere (quello buono, ovviamente, quello generato dal consenso e non dagli interessi) sta impedendo al centrosinistra cagliaritano di sviluppare un’esperienza politica originale, quella che tutti noi auspicavamo. C’è un deficit di competenze evidente in questa nuova classe dirigente cagliaritana. Le riserve iniziali su alcuni componenti della giunta sono state confermate dai fatti.
I sostenitori del sindaco e la ristretta cerchia di Sel (ormai chiusa nella sede di via Puccini manco fosse Fort Alamo), risponde duramente dicendo che i frutti si vedranno ala fine del mandato e che comunque Zedda non ha la bacchetta magica, che c’erano troppe aspettative e che chi critica questa amministrazione lo fa essenzialmente per motivi personali, perché escluso da una spartizione di potere (che evidentemente ha riguardato altri, eccome se li ha riguardati).
Concordo solo sul fatto che c’erano troppe aspettative, questo sì. Ma è stato questo eccesso di fiducia ad aver fatto vincere Zedda, la cui affermazione è andata ben oltre quella delle liste di centrosinistra, segno che la città non è stata conquistata del tutto e che altri fattori non squisitamente politici hanno inciso nell’esito delle elezioni.
Quelle aspettative ora stanno crollando. Non aggiungo la parola “miseramente” perché sarei ingiusto. Le scelte di fondo di questa giunta restano valide e ancora condivisibili: l’attenzione per i più deboli (aver affrontato, seppur in maniera contraddittoria, la questione dei rom è stato importante, così come l’aver istituito il registro delle unioni di fatto), per i grandi temi del trasporto pubblico (se fra qualche anno avremo una rete più vasta della metropolitana leggera lo si dovrà principalmente a questo sindaco), per la mobilità sostenibile (con le piste ciclabili), per la tutela dei beni culturali (gradinate dell’anfiteatro finalmente in via di smontaggio), l’attenzione per la sobrietà della politica (anche se l’argomento delle auto blu fra un po’ non potrà più essere utilizzato).
A fronte di scelte importanti e coerenti, ci sono poi state poi partite giocate con una furbizia politica tutta antica: la vicenda del Lirico è esemplare perché (l’ho detto e lo ripeto) è la gestione della cultura a dare il segnale della capacità di una amministrazione di essere innovativa. E la gestione della cultura a Cagliari è semplicemente inadeguata. “Ma lei non capiva”, mi verrebbe da dire parafrasando Floris.
L’eredità del passato era pesante, certamente: ma da questa amministrazione ci si aspettava di più proprio sul fronte dell’innovazione politica, della partecipazione alle decisioni anche di quei corpi sociali giocoforza esclusi dalle istituzioni ma vivi e vitali all’interno del tessuto cittadino, e questo per dare più forza a una classe politica consapevole dei propri limiti.
Sotto questo aspetto, quella di Zedda è un’esperienza già vista, oserei dire sorpassata. Da qui nasce la delusione: dal fatto di ritrovarci una giunta normale, spesso mediocre, che ricalca i percorsi già compiuti da tantissime amministrazioni di centrosinistra che hanno governato in Sardegna: a Sassari, Nuoro, Iglesias, Quartu, Olbia…
Per questo forse dovrei smetterla di essere così duro con questa amministrazione che ho sostenuto con grande convincimento. Il fantino sprona il cavallo quando sa che l’animale può correre più veloce, ma se il cavallo è già esausto un colpo di frustino in più è pura crudeltà.
La frase chiave del post di Gianluca è: “Ma lui non capiva”. Appunto.
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Il Lirico e gli errori ripetuti del sindaco Zedda. Perché?
di Gianluca Floris
Parlo di errori politici nella gestione della crisi della Fondazione Lirico di Cagliari. Perché tutti questi errori di Zedda? La risposta a questa domanda va prima argomentata nel dettaglio.
Conobbi Zedda quando era solo un candidato alle primarie per sindaco assieme a Antonello Cabras. Avevo avuto da miei carissimi amici del suo partito (SEL) l’offerta a candidarmi nelle loro liste per le comunali, invito che dovetti declinare per coerenza e correttezza perché ero già tesserato del PD. Andai comunque in Consiglio Regionale a parlargli dei problemi del Lirico che, a mio avviso di tecnico, era gestito dal Dott. Di Benedetto in maniera non adeguata alla situazione. Con tutti i soldi pubblici che prendeva il Lirico, gli dissi convintamente, bisognava fare in modo che la Fondazione avesse una guida diversa, capace di aumentare la produzione con budget super controllati ed efficienti. Gli spiegai che il 3 di settembre Di Benedetto finiva il suo periodo di prova e di come fosse possibile allontanarlo entro quella data senza pagare penali. “Ma quanto costa tenerlo aperto?” mi chiese il giovane Zedda. “In che senso? Il lirico prende più di venti milioni….” “No, no, – mi interruppe – Quanto costa tenere aperto il teatro di luce, aria condizionata e riscaldamento?”
Questa sembrava essere la sua unica preoccupazione. Cercavo di spiegargli che i costi di gestione della struttura erano all’interno del bilancio come quelle per il personale e che il problema era la gestione della produzione e che lì erano le diseconomie. Ma lui non capiva. Capii che anche il discorso sul costo marginale per unità lavorativa che diminuiva con l’aumentare della produzione non lo trovava ricettivo per nulla.
Tuttavia non volli fidarmi di quella prima sensazione e addirittura lo votai e lo feci votare.
Gli amici lavoratori del Lirico mi avevano raccontato che la situazione con quel sovrintendente andava peggiorando di giorno in giorno e che la macchina produttiva era pesantemente frenata. Ma ormai Zedda era sindaco e non rispondeva più al telefono. Ne a me né a tutti coloro che fino al giorno prima lo avevano aiutato a raggiungere il risultato.
Zedda mantenne ostinatamente DiBenedetto fino a che non dovette mandarlo via con 203 mila euro perché aveva finito da ben sette mesi il periodo di prova. Io glielo avevo detto di mandarlo via prima, ma lui non mi aveva dato ascolto. Forse perché avevo rifiutato la candidatura, non so. Di fatto su Di Benedetto avevo ragione io, e lui ha avuto torto.
Passarono dei mesi senza sovrintendente durante i quali il sindaco non prendeva nessuna decisione in merito alla guida del Teatro. Ad un tratto Zedda fece l’uscita felice diannunciare un bando europeo per la copertura di quel ruolo. Ne fui felice. I bandi europei sono una cosa seria, si devono presentare delle idee gestionali amministrative e produttive e sulla base di queste si sceglie il miglior progetto.
E invece anche qui fece una pessima figura. Tornò indietro su questa decisione quasi subito, prese invece la decisione di fare una Manifestazione pubblica di interesse per scegliere il sovrintendente. Ci furono delle date tassative e delle regole ferree per chi avesse voluto partecipare. Beh, poco male, pensai. Comunque ci sarà una gran rosa su cui poter scegliere.
E in effetti poi fra tutti quei nomi io ho visto almeno quattro persone che avevano gestito teatri con i conti sempre in attivo e con grandi livelli produttivi.
E invece anche su questa trovata il sindaco Zedda non è riuscito a fare una bella figura. Non ha mai annullato la manifestazione di interesse, semplicemente non ne ha voluto tener conto. Ancora tutti in Italia ridono della famosa frase “intuitu personae” che mascherava la colossale presa in giro ai danni di tanti professionisti che avevano speso tempo e impegno per partecipare a quella inutile messa in scena.
Tanto fu maldestra questa mossa che adesso a chiedere l’apertura delle buste ci sono i sindacati tutti, il PD, i lavoratori e addirittura Cualbu, Serci e Contu, Cappellacci e Sergio Milia, Bruno Murgia e Mariano Delogu. Dall’altra parte a difendere la scelta di non voler operare secondo trasparenza e meritocrazia, solo Zedda e i suoi famigli.
E poi ci fu quell’increscioso tentativo di mettere i lavoratori del Lirico contro i “veri” lavoratori in lotta come quelli dell’Alcoa nell’ormai famoso discorso del Mediterraneo, che ha fatto guadagnare a Zedda parole e gesti di stigmatizzazione da parte di sindacato come la CGIL per bocca di rappresentanti locali e nazionali.
Altro argomento imbarazzante fu la gestione quantomeno leggera del caso Baggiani, il consigliere nominato con mossa improvvida ma regolare dal sindaco uscente Floris prima di lasciare lo scettro a Zedda. Non lo insediò mai nel CDA, il sindaco Presidente della Fondazione Lirico di Cagliari, anche se era stato nominato regolarmente e l’altro giorno lo ha revocato dopo un anno e sette mesi. Anche qua (come è già successo in un identico caso per Gualtiero Cualbu con Soru) Baggiani farà ricorso e lo vincerà, e tutti sanno che non potrà essere diversamente perché le leggi sono leggi. Ma anche questa sarà una brutta figura. C’è da augurarsi che il sindaco sappia bene quello che fa perché, nel caso di vittoria di Baggiani al TAR, verranno annullate tutte (ma proprio tutte) le deliberazioni dei CDA da un anno e sette mesi a questa parte.
Perché tutti questi erroripolitici, tutte queste leggerezze, tutti questi ritardi nella gestione della azienda di diritto privato più importante della regione nel settore della produzione culturale e di spettacolo?
Se il sindaco avesse nominato la signora Crivellenti appena insediato, dopo aver liquidato Di Benedetto entro il periodo di prova, tutto questo non sarebbe successo. Forse gli amici del Lirico avrebbero storto la bocca lo stesso, ma intanto avrebbe dimostrato di essere all’altezza della situazione.
Ho ben capito che essendo Massimo Zedda completamente a digiuno di quello che rappresentano le fondazioni Lirico Sinfoniche e del ruolo che la Repubblica Italiana assegna loro, il suo obiettivo era quello di trovare una persona completamente estranea a quel mondo fatto, nella sua visione, solo delle pellicce a Sant’ambrogio alla Scala di Milano e di cantanti grassi, miliardari e evasori fiscali. Ma allora perché non prendere il toro per le corna e nominarla subito la Crivellenti?
E invece niente. Un anno e sette mesi di stillicidio.
E allora, torniamo alla domanda del titolo del post: perché tutti questi errori di Zedda?
A mio avviso la risposta non può essere che una e la dobbiamo cercare nella sfera delle attitudini personali. Purtroppo, come dice un mio amico anziano e saggio, le elezioni per il sindaco non garantiscano che l’eletto sia anche all’altezza di tutte le sfide di un così difficile compito. Quando poi ci si trova davanti a una persona, come Zedda, che è convinto di non dover ascoltare nessuno, se non quelli che lo lodano e che gli vogliono tanto bene, ecco che le frittate si fanno eccome.
Mi auguro che adesso tutti questi problemi ce li possiamo mettere finalmente alle spalle e che il teatro della mia città possa tornare a essere parte dell’eccellenza internazionale con una guida sicura e competente e con una produzione all’altezza di quello che è il compito di una fondazione Lirico Sinfonica.
Me lo auguro anche perché il sindaco ci ha “messo la faccia”, come ha più volte detto, e non si tratta di frasi che si possano dire impunemente.
Volevo togliermi questo sassolino prima di Natale e lo volevo fare per due motivi: prima di tutto perché tenendosi dentro le cose il nostro fisico ne risente e poi perché me lo posso permettere. Io di mestiere faccio quello che va sul palcoscenico e si espone con il suo fisico, con la sua voce e con la sua faccia. E io paura non ne ho.
Gianluca Floris
La nomina della Crivellenti non è valida, toh!
http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=841
Lirico, approvato il bilancio. Salvi i 9 milioni del Fus
Al sicuro i fondi del Ministero: il cda approva il consuntivo del 2012 del Teatro e la programmazione: 6 opere e un balletto. Risparmio di 2 milioni di euro. Presenti anche Cualbu, Porcelli e Follesa
http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=734
Meraviglioso inizio della Crivellenti dall’ottimo curriculum: “Voglio fare una Turandot” e il maestro “Benissimo. Allora parliamo di organici: per la Turandot servono novanta elementi di coro”.
“Non se ne parla!” Ribatte stizzita la Crivellenti dall’ottimo curriculum. “Io ho avuto esatte indicazioni da Zedda che non possiamo integrare gli organici”.
E così adesso abbiamo il sindaco che si mette anche a sindacare sugli organici artistici. Il teatro con l’organico più piccolo di Italia si metterà a fare una Turandot con un organico da teatrino del settecento. Se il buongiorno si vede dal mattino….
ma che noia questo gianluca floris, e a volte che noia anche questo biolchini. gli italiani saranno popolo di allenatori di pallone ma i sardi son sempre più popolo di amministratori di città (e non vale il journalism as watch dog, in questo caso)
Sai com’è, abbiamo riso fin troppo per le genialate del sindaco, anche se ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli. Un po’ di salutare noia non fa male …
A me la noia pare provenga dal comune…..anzi ignavia e mancanza di idee, cosa che non ti puoi permettere quando mancano i soldi
Magari a te Fede_Ciocca piace l’idea che Enrica Puggioni finanzi manifestazioni del calibro di “INCONTRANDO BABBO NATALE A CAGLIARI”, o il Concerto dei “NEW TROLLS”, o il “CONVEGNO INTERNAZIONALE SUL NEOPLATONISMO”, o finanzi spettacoli fuori dal territorio comunale, fatti da associazioni di altri comuni come per esempio ” IL GRANDE TEATRO DEI PICCOLI” a Monserrato, o l’associazione di Berlino “Sardische Kulturzentrum”.
a me sta roba sa di incompetenza
Popolo del blog di Biolchini, state andando tutti fuori pista, a parte Floris. Il quale, essendo un signore d’altri tempi, dice e non dice. Zedda non ha alcuna colpa. La colpa è di chi ne ha solleticato le ambizioni in modo da coltivare in realtà le proprie per luce riflessa. E gli stanno facendo male. Stanno facendo male alla città e al centrosinistra, ma stanno facendo del male soprattutto a lui. Begli amici del cavolo, davvero!!! Una delle poche cose azzeccate che si leggono in giro sono i confronti con Soru. E chi vorrà capire avrà capito.
Forse ha ragione Vito, troppe aspettative per il nostro Zedda, però era da decenni che si attendeva un’amministrazione di sinistra.
Ho sempre pensato che il rischio del cambiamento vada affrontato, altrimenti viene a mancare il sale della politica, si gioca solo per non perdere, mai per vincere. Certo che eleggere un sindaco giovane presuppone una rottura, in termini di visione e di progetto almeno a medio termine. Il che comporta attenzione e capacità di cogliere suggerimenti, di correggere in corsa errori prima che che il danno sia troppo grande, insomma capacità di mediazione in senso alto, capacità politica.
Tutti , ma soprattutto chi lo ha votato, hanno il dovere -non solo il diritto – della critica !
Gli errori commessi erano evitabilissimi , se non si comprende questo ci si ostina a sprecare parole per spiegare e giustificare e si dimentica invece uno dei principi della politica: gestire il consenso. L’azione politica deve manifestarsi in atti ed essere percepita da tutti, non deve essere spiegata dai discepoli. Non accetto argomenti del tipo “facciamolo lavorare” o “avrà le sue ragioni”, scusate ma non li accetto in nessun contesto, ancor meno dalla mia parte.
Condivido l’analisi di Vito, via da Fort Alamo, non ci sono assedi, sono state fatte buone cose, manca un po’ di coraggio e degli obiettivi da perseguire – anche sull’argomento cultura – altrimenti si rischia di tornare al sindaco dei giardinetti ….. e come dice bene Stefano Reloaded ad un pigmeo che sarà votato solo dalla sua tribù … purtroppo.
Saluti
Lo sforzo di diplomazia politica esterna di molti compagni di Sel è lodevole e, in fondo, dimostra lealtà. Ma sappiamo tutti che in realtà anche nell’ambito di Sel è difficile trovare una sola persona, che non dipenda dagli stipendi che passa lui per incarichi istituzionali, che riesca ancora a capire che cazzo sta facendo Zedda.
Ma il vero problema non è il lirico o il decisionismo. Il vero problema è che ancora non abbiamo capito qual è il progetto che Zedda ha per Cagliari, quale visione politica, quale strategia. Sembra tutto fermo all’ordinaria amministrazione. Un po’ poco per chi doveva interpretare l’ansia, anche cieca, di cambiamento dopo il ventennio Delogu-Floris di cui ha fatto le spese Fantola.
Egregio Curreli, ciò che non è ordinaria amministrazione è manifestamente scopiazzato dal Movimento 5 Stelle, a parte le politiche sulla cultura, che sembrano invece scoppiazzate da Tremonti, e le azioni sul Lirico che si ispirano un po’ all’arroganza di Renzi, anche a causa della cui irresponsabilità oltre 20 dipendenti del Maggio Musicale Fiorentino stanno finendo in mobilità, un po’ ai soliti vecchi metodi della vecchia politica che Zedda a parole vorrebbe combattere. Massimo Zedda non sta rivelando nulla di originale, e purtroppo poi, anche quanto all’ordinario, la sua incapacità amministrativa è pari alla presunzione politica. Anche Emilio Floris, a differenza di Delogu, non ci capiva poi granché, ma almeno godeva dell’appoggio di dirigenti faziosi ma in gamba come Ada Lai. Zedda ci capisce poco, e quindi si fa fregare dai dirigenti più esperti nell’arte del voltare gabbana, a cui affida responsabilità nonostante il loro passato di frenatori e di fattori di inefficienza della macchina comunale. La povera Cristina Mancini, che è una dirigente sicuramente in gamba e certo una spanna sopra ai vari Cadau e Cicero, temo che se potesse dire davvero quel che pensa di ciò che il sindaco a volte le fa fare, avrebbe molto da ridire.
Caro Tato, non direi che oggi c’è più partecipazione. Direi che è esattamente come prima. Il progetto con l’immancabile 2.0 era sostenuto con finanziamenti che precedevano questa Giunta e altro non erano che riunioni di quartiere. Durante queste assemblee condominiali sono stati presentati progetti già confezionati per ogni rione. Questa non mi pare partecipazione. E neppure pare di vedere amministratori propensi alla discussione. Esattamente come li ha preceduti e come chi gli succederà si irritano davanti alla salutare attività critica dei cittadini.
Dovremmo evitare le critiche per amore dell’ordine o perché abbiamo votato Zedda? Anzi. Proprio perché l’abbiamo votato – atto irreversibile però correggibile – le obiezioni e l’analisi dei fatti è ancora più attenta. Mettere in discussione l’operato di chi ci amministra è un dovere civico.
Sono invece d’accordo con lei sul “non capisce”. Credo che l’intera Giunta capisca quello che fa. E questo rende più intollerabili alcune scelte.
Certo le discussioni da cortile sono dannose. Ma stare desti e critici fa bene alla salute nostra e di chi ci amministra.
Non basta appiccicare un 2.0 a un programma o a un progetto. Una stupidaggine resta tale anche se è seguita da un 2.0.
Molti auguri
E’ assolutamente vero che Zedda va criticato per le scelte sbagliate che fa, che ha fatto e che farà… è proprio su questo che non riesco a spiegarmi.
Dico solo che c’è differenza tra un tumore e un’influenza… o no?
Allora per me la giunta Zedda ha l’influenza (ed ho spiegato nel mio intervento perchè) e molte persone approfittano di questa influenza per farci credere che questa giunta ha un tumore. Ecco… cerchiamo di criticare senza esagerare, perchè ci sono molti squali in politica che ai primi starnuti ci vogliono far credere che la giunta stia per morire, che sia un disastro improponibile in tutto e per tutto…
Cerchiamo di non “sbilanciarci” con le visioni catastrofiche perchè poi succede (se posso fare un esempio facile) che dopo essersi liberati dell’influenza Soru (che sembrava il padre di tutti i mali) ci siamo trovati il tumore Cappellacci… per cui, valutiamo la giunta per quello che fa e non per quello che abbiamo sperato facesse e valutiamola (anche se a molti da fastidio) in confronto a quello che c’era prima… senza mai dimenticarcene…
La metafora dell’influenza e del tumore è condivisibile. E anche la necessità di conservare l’equilibrio. Però un’influenza può diventare una cosa seria, sopratutto se non si hanno difese. E certi tumori sono meno maligni di altri. Credo che non ci si sbilanci dicendo che la scelta della Signora Crivellenti sia sciagurata perché la Sovrintendente è priva di titoli. O è troppo? Né ad affermare che la strada seguita sia incongrua e pericolosa. E neppure dicendo che questo inizio è il peggiore possibile. E neanche affermando che arrivare alla fine del 2012 senza uno straccio di programma è una responsabilità del Sindaco. Avrei molto altro da obiettare ma bisogna essere bilanciati. Vedrà che bilanciando bilanciando ci sembrerà di vivere nella migliore città possibile con la migliore amministrazione possibile.
In questo caso la difesa dall’influenza è la critica. Il signor Tato cerca un punto d’equilibrio.
Se su alcuni atti importanti per la città, territorio e urbanistica, cultura e pochi altri gli atti su cui non concordare con l’amministrazione superano la metà più uno, allora direi che si rompe il rapporto fiduciario con gli eletti.
Analisi dura, Vito, ma equilibrata. Trattare anche i temi sui quali il sindaco che hai sostenuto sta lavorando bene aiuta a fare chiarezza.
La chiusura nella fortezza di via Puccini però non rispecchia la realtà. Appena pochi giorni fa il circolo Atzeni ha spedito a Roma 1326 firme di cittadine e cittadini per la proposta di legge di iniziativa popolare per l’istituzione del Reddito Minimo Garantito. Ce lo hanno chiesto i mercati: via Quirra, San Benedetto e piazzale Trento. 🙂
“ma lui non capiva”
non sarà “chi fai su scimpru po no pagai s’sosteria ?”
Che devo dire caro amico, cosi’ è come dice il Grande Sandro Mascia “ragazze/i capricciose. A te a noi auguri dedico un http://www.youtube.com/watch?v=MiMh8IdL8tI
Sempre acuto Biolchini. Hai accennato a logiche non precisamente politiche dietro l’elezione di tale percentuale dietro l’elezione di Massimo Zedda. Cagliari è piccola, e le cose si sanno. Non ho davvero idea se abbiamo tutti diffamato Fantola e se lui fosse vissuto in realtà come un pericolo reale per la permanenza delle vecchie logiche, ovvero se si sia trattato semplicemente di “fuoco amico”, ovviamente dopo aver forse percepito che il giovane sindaco non sarebbe stato il rivoluzionario che sembrava (anche in considerazione degli appoggi ipertradizionalisti di certi settori della sinistra cittadina, che si accomunavano in una stramba alleanza a quello di Soru), da parte di esponenti politici di peso del centrodestra cagliaritano e anche di alcuni esponenti di certe associazioni appassionate di geometria. Sia stato il motivo prevalente l’uno o l’altro, queste forze hanno scelto Zedda, certo insieme a tanti elettori di centrosinistra dal rinnovato entusiasmo, ma da soli non sarebbero bastati. Queste favole raccontiamole a chi non conosce Cagliari, equivale a credere che davvero a Palermo Orlando prende il 70 per cento perché sono tutti voti ansiosi di legalità. Chi conosce la città queste cose le sapeva bene. Sapeva che comunque questa città non si governa senza un’alleanza chiara tra progressisti e moderati su obiettivi possibili e perseguiti con buon senso, nel senso del rilancio della città rispetto alla depressione economica e sociale in cui la crisi e l’inadeguatezza delle amministrazioni precedenti l’hanno cacciata. Si voleva un giovane perché smuovesse ciò che frenava il buon andamento della città: le pastoie burocratiche dell’incredibile burocrazia comunale (gente da licenziare in tronco e in massa, senza se e senza ma, se solo questo paese fosse talmente serio da conoscere uno spoil system da applicarsi garantendo competenza), le piccole gelosie e rendite di posizione. Temo che Massimo Zedda questo non se lo sia messo bene in testa. Con l’ampio consenso ottenuto ha creduto di poter attuare “la sua idea di Cagliari”, in fondo non dissimile dalla “sua idea di teatro”, sebbene la prima sia per molti versi apprezzabile (non sulla cultura però, santo Dio), solo che questa è minoritaria nel complesso delle vedute di chi veramente conta in città, ed alla fin fine, tra inesperienza di alcuni nominati (ma se con la Puggioni potevamo ancora parlare di inesperienza, mentre se parliamo di nomine come quella di Corrado Cossu c’è da urlare davvero contro il cielo e rimpiangere non Floris ma Mario De Sotgiu) e la sindrome da accerchiamento che può cogliere chiunque si trovi a gestire un potere smisurato e forse solo sognato nella vita precedente, molto sta finendo in frittata, con la brutale ripetizione degli stessi errori per cancellare i quali si era votato, almeno da parte degli elettori di sinistra, Massimo Zedda.
In fondo è capitato in moltissime rivoluzioni: Robespierre è sempre emblematico, mentre pochi si ricordano della maggior saggezza del pur duro Danton, che finì sotto la lama di Robespierre ma ebbe la sua vendetta postuma.
Siccome qui nessuno vuole ghigliottine, neppure metaforiche, in qualsivoglia piazza, che si tratti di Piazza del Carmine, di Piazzetta Savoia, magari diciamo in Piazza Unione Sarda forse si, forse è giunta l’ora di resettare. Riorganizzare le forze della politica e della società civile per delineare ed attuare veramente, col buon senso innanzitutto, il cambiamento possibile di Cagliari. Zedda si è convinto di essere un valore in sé, ma in realtà, in democrazia, in una democrazia aperta che prescinda dal potere fine a sé stesso, è uno strumento. Qualsiasi ragionamento sulla figura del sindaco, chiunque egli sia, e nel caso di specie, poiché il sindaco è Zedda, su Massimo Zedda, deve totalmente prescindere da considerazioni avulse da ciò che è il bene della città, in particolare dalle sue personali prospettive di carriera o da quelle di qualsiasi partito. Si tratterebbe di capire se, in questa prospettiva che è l’unica con cui davvero questa povera città potrà risollevarsi, il sindaco Zedda sia ancora uno strumento valido, e a questo sinceramente non so dare una risposta. Mi auguro ovviamente di si. Buon Natale a tutti.
Un’analisi molto, forse troppo, dura.
Se è vero che nel tuo articolo menzioni (per fortuna) anche alcune delle cose positive fatte dalla giunta (non tutte), però quello che resta ad un lettore è che Zedda sia “unu scimpru” che “non capisce”… e questo mi pare un giudizio troppo duro e severo.
Di sicuro la questione del Lirico presenta più di un ombra ma la situazione è davvero così drammatica? è davvero normale la reazione che arriva da dentro al lirico? o forse tale reazione fa pensare che ci siano anche interessi interni che il sindaco sta andando a scomodare? poi sono d’accordo con Floris quando dice che la pagliacciata della manifestazione d’interesse Zedda se la poteva risparmiare e nominare direttamente una persona di sua fiducia e stop… però leggere commenti del tipo “era meglio quando c’era Floris…” …lo trovo ingiusto… ricordo che quando c’era Floris gli stipendi al lirico non arrivavano, per ora, con Zedda, sono arrivati… diamo a cesare quel che è di cesare e cerchiamo di non avere la memoria troppo corta…
Valutiamo Zedda, a questo punto, quando ci saranno i risultati veri, non quelli presunti.
La cultura è un’aspetto importante della vita di una città, ma non è l’unico. Trovo troppo severo sparare a zero su tutto il lavoro di un’amministrazione perché no ci si trova d’accordo sulla gestione delle politiche culturali e partendo da li fare di tutta l’erba un fascio.
è vero che meglio di prima non ci basta, ma per me è molto meglio di prima comunque, anche se sono un deluso da una certa tendenza a fare tutto come se “ora tocca a SEL”… sono deluso dal fatto che il potere sia soprattutto nelle mani dei “figli di papà” della Sinistra (basti vedere i cognomi di tutti i 30-40enni che sono in comune o delle persone che sono state nominate da questa giunta per vari ruoli piccoli o grandi… persone che di sicuro non hanno avuto difficoltà ad affermarsi nella vita e nel lavoro)…
e deluso dal fatto che quando ci sarà da nominare qualcuno per qualche CDA o qualche ruolo di rilievo, purtroppo un CV come il mio (o di persone come me) verrà scartato perchè non siamo “figli di papà”, non conosciamo nessuno ecc ecc… queste cose speravo sparissero con Zedda, invece pare di no (ma c’è tempo per cambiare)…
anche io vorrei una politica più partecipata ed una migliore comunicazione… ma in entrambi i casi la giunta Zedda è meglio delle precedenti in tal senso… comunica meno di quello che ci si aspettava, la partecipazione è minore di quello che ci si aspettava… ma è più di quella che c’era prima, molto ma molto di più…
Poi sono ragazzi giovani, è normale che qualche errore lo facciano… per inesperienza, per incapacità… ma è un rischio che chi ha votato questa giunta sapeva di correre…
Io Zedda personalmente non lo conosco, ma penso che tu lo conosca… quindi se fosse uno “che non capisce” o uno “permaloso alla Soru”, immagino che te ne saresti accorto prima del voto, che avresti segnalato il pericolo di avere un sindaco “uomo solo contro tutti che non ascolta nessuno” ben prima delle elezioni… che avresti scritto molti articoli a riguardo, o no? se questo non è successo forse Zedda non è quel tipo di persona, oppure è stato un ottimo attore prima delle elezioni…
A mio giudizio cerchiamo di non amplificare i problemi di questa giunta nel farli più grandi di quelli che sono, perché è pieno di sciacalli e avvoltoi politici che si attaccano ad ogni cosa per screditare il proprio rivale politico ed amplificarne gli errori fino a far pensare alle persone che “era meglio Floris”… e nei commenti di questo blog si legge spesso una delusione che forse è eccessiva… cerchiamo di valutare questa giunta al netto delle cose che fa e non al lordo delle nostre aspettative. perché se no resteremo sempre e comunque delusi… e il ritorno di gente tipo l’ex assessore al personale (ricordiamocelo bene) è sempre dietro l’angolo…
Dimenticavo: Buon Natale a Vito e a tutti quanti…
“…cerchiamo di valutare questa giunta al netto delle cose che fa e non al lordo delle nostre aspettative”
Considerazione saggia e condivisibilissima, tato.
Se Gianluca Floris a suo tempo non ha esaminato la posizione del sole ed ha scambiato l’ombra di un pigmeo per un gigante, non è colpa di Zedda.
E’ lui che NON HA CAPITO il valore delle proporzioni e delle illusioni ottiche.
Inutile usare il sindaco come punch ball, per sfogare la nostra delusione.
Non è lui che ci ha deluso: siamo noi che ci siamo illusi.
Recitiamo, una volta per tutte, un umile MEA CULPA… e lasciamogli le zucchine in pace.
Un tenero augurio a tutti, sindaco compreso. 😉
Ergo, Zedda è un pigmeo politico.
Per cui, alle prossime elezioni, se lo vota solo la sua tribù.
Fare politica significa anche ascoltare e cercare di avere un consenso largo che vada al di là della setta. Da questo blog arrivano continue provocazioni a Zedda che fa finta di non sentire e privilegia una logica tanto cara alla politica: quella dell’ubbidienza. Errore. Si pensa sempre che ci siano persone con interessi personali che criticano, invece magari è solo voglia di partecipare. La politica, quella vera non quella della setta, presuppone il dialogo. Basta poco a volte.
Ottimo Biolchini, grande Floris, Zedda così cosi
“Ma lui non capiva” sembra il leitmotiv di questa amministrazione. Qualunque cosa venga detta viene tacitata da un qualcuno che si arroga di essere il portatore unico della sapienza politica. Tutti deficienti tranne 12 discepoli baciati dallo Spirito Santo. Poi ci si chiede perché il centro-sinistra, quasi ovunque, non riesca mai a fare più di un mandato.
Tanti Auguri Vito. Continua così, che un giornalista libero sopperisce a 100 asserviti. Buone feste!
Buon Natale Vito. Però resta un pò inquieto, professionalmente parlando. Se sei troppo sereno la sferza della stampa non colpisce bene. Ammollarinci.
buon Natale Biolchini… e un po’ di serenità!