Sardegna

“Sardi, prigionieri di un’isola del tubo!”. Le disavventure omeriche di Corrado il Medievista, in viaggio verso “il continente”!

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Ultime notizie: Corrado il Medievista ha raggiunto “il continente” e ora però ha difficoltà a rientrare! Detto questo, visto che nella sua lettera si parla anche dei collegamenti tra la Sardegna e la Corsica, vi segnalo il profilo facebook della trasmissione Mediterradio, che conduco ogni giovedì alle 12.30 sulle frequenze di Radio Sardegna insieme a Petru Mari da Bastia e Salvatore Cusimano da Palermo. Mediterradio mette infatti a confronto le isole di Sardegna, Corsica e Sicilia su temi di attualità, politica e società. Volevo dirvelo (e sulla Sardegna Digital Library trovate le puntate finora andate in onda).

 

***

Caro Vito,

non bastava lo scherzo tremendamente serio dell’obbligo delle catene da neve da avere in dotazione dal giorno stesso dell’annuncio dell’entrata in vigore della legge (cosa che ha posto centinaia di viaggiatori a rischio di un’inevitabile multa, perché di catene non se ne trovano manco a rubarle in tutta la provincia di Cagliari).

No, ci mancavano solo le avverse condizioni meteo unite al fatto che viviamo in Sardegna, per impedirmi di poter andare 12 ore a Marsiglia, rubandole letteralmente alla famiglia, per poter visionare un documento agli Archives Départementales du Boches du Rhone. Dodici ore di studio peraltro costosissime, visti i prezzi del traghetto Portotorres-Marsiglia.

Puntualmente stamattina sono partito ed ero ormai a Oristano, quando mi telefonano da Portotorres per dirmi che la nave per Marsiglia non sarebbe partita per le avverse condizioni meteo. Non vi sarebbe stata alcuna possibilità di raggiungere la Francia per altri due giorni, visto che la rotta Portotorres-Marsiglia è coperta solo un paio di giorni alla settimana…

Disastro totale, perché adesso chissà quando troverò la prossima coincidenza astrale per andare a Marsiglia, soprattutto dopo che è stato eliminato il volo diretto da Cagliari…

Sono tornato a Cagliari e ho provato a organizzare almeno la seconda parte del mio viaggio, che prevede uno spostamento in Corsica, per andare all’università di Corte, quindi dopodomani ritenterò la sorte, andando fino a Santa Teresa. Una volta lì chiederò una piroga, una catapulta, qualsiasi cosa che mi permetta di uscire fuori dalla Sardegna.

Con gli amici corsi si prova ogni tanto a spiegare perché raggiungere la Sardegna dalla Corsica e viceversa sia un’impresa quasi disperata: non ci sono aerei, c’è solamente un traghetto regionale (e d’estate, per fortuna, anche la Moby), che percorre la rotta Santa Teresa-Bonifacio e che però al primo soffio di vento minaccia di restare alla fonda…

Per quanto mi riguarda, giunto alla fine di una giornata stressante, faticosa, inutile e dispendiosa (ovviamente non metto nel conto i soldi della benzina buttati), penso amaramente che l’unico motivo valido perché qui da noi ci fosse una Regione Autonoma a Statuto Speciale fosse proprio la possibilità per i sardi di poter fare un viaggio in qualsiasi momento, come da una qualsiasi stazione italiana: se c’è vento la mattina poter provare la sera, o anche la notte: più corse a prezzi normali, come succede ad esempio in Catalogna per raggiungere le Baleari.

E invece siamo qua, da 60 anni a menarcela con ‘sta storia dell’autonomia regionale, col federalismo, con l’indipendentismo. Quattro gatti che non sono ascoltati da nessuno e prigionieri di un’isola del tubo.

Perdona lo sfogo, però mi sembrano questi alcuni dei principali problemi della Sardegna regione autonoma.

Corrado, il Medievista

 

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7 Comments

  1. Alessandro Mongili says:

    Già, i pochi trasporti sono “da e per” la Sardegna, o meglio, da e per l’Italia. In fondo, siamo al centro del Mediterraneo solo per le cartine geografiche. E per fortuna esiste Ryanair, oggi, con tutte le sue menate, ma che Dio la protegga. Ci vorrebbe un effetto cartina tipo quello di Vito di fronte alla cartina linguistica, ma per i nostri politici e per la testa della maggioranza dei sardi self-colonized.

  2. Luigi Serra says:

    Forse i sardi, talmente abituati a questa situazione, si sono rassegnati. Ma in fondo è nella nostra storia, abituati a subire, disuniti, non hanno mai avuto un senso di identità come popolo, se non quando il Cagliari ha vinto lo scudetto. Nessun serio problema che ci affligge sembra servire ad unirci come popolo. Della continuità territoriale ne parlava oltre 30 anni fa ne parlava anche Piero Marras, in una splendida canzone.
    [youtube http://www.youtube.com/watch?v=JLXLgsO886M&w=420&h=315%5D

  3. Scrivo un breve commento perché mi fa pena questo post snobbato da tutti (solo 3 commenti attualmente). Eppure è molto interessante !!!
    E’ una vergogna che Corrado il Medievista non possa andare a leggere i papiri del mar morto nelle bocche del Reno. Urge interpellanza parlamentare.

    • continua pure a startene nel tuo nuraghe a genneruxi o zona monte urpinu, scandalizzati solo d’estate quando trovi traffico per andare al mare rigorosamente in villa a Torre tanto il tuo mondo finisce lì, il resto per non esiste e di conseguenza non conta

  4. efisio erriu says:

    Già.
    Forse forse che se usciamo dall’isolamento, riusciamo ad aprire un po’ di più i nostri occhietti pigri?
    E i Capellaci, i Cossiga, i Cicu, i Sanna (quello che ha regalato la bandiera dei 4 mori a Berlusconi) di turno anziché voti prendono solo pernacchie?

  5. Fisiox says:

    “Siamo per assurdo in isolamento
    Noi che nel Mediterraneo siamo proprio al centro
    Tra l’Europa e l’Africa, in posizione unica
    Baciati dalla geografia ma non dalla politica”

    http://youtu.be/s2wg-kMeRtY

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