Continua il dibattito sul futuro dell’Auditorium comunale di piazzetta Dettori a Cagliari. Dopo il mio post dal titolo “Cultura a Cagliari, il Comune silura la Scuola d’Arte Drammatica! E per il Piccolo Auditorium un clamoroso passo indietro…”) è intervenuto Tonino Murru (“Il Comune fa bene ad immaginare una gestione diversa).
Oggi prende la parola Lelio Lecis, direttore della Scuola d’Arte Drammatica, che ha gestito in questi anni lo spazio di proprietà comunale, e che ringrazio per questo suo intervento.
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Caro Vito,
già da qualche giorno sentivo l’esigenza di esprimere anche la mia opinione sulla vicenda dell’Auditorium Comunale: per farlo in maniera ponderata, ho aspettato la pubblicazione della delibera di Giunta.
Ma prima vorrei dare qualche piccola risposta a chi ha pubblicamente affermato: “Lelio Lecis sapeva perfettamente che doveva andar via il 31 dicembre” e “abbiamo internalizzato l’Auditorium per dare spazio alle Associazioni cittadine interrompendo una gestione esclusiva da parte della Scuola d’Arte Drammatica”.
La Scuola d’Arte Drammatica per l’Auditorium, i Cada Die per la Vetreria e il Teatro Stabile di Sardegna per il Teatro Massimo, hanno sempre avuto ben presente la scadenza delle loro convenzioni.
I Cada Die hanno avuto un anno e mezzo di proroga prima del bando che, in alcuni, ha suscitato ilarità, mentre il Teatro Stabile di Sardegna si è visto prorogare la gestione per due anni e mezzo.
Ebbene sì, anch’io mi aspettavo una piccolissima proroga che permettesse alla Scuola di concludere l’anno scolastico in corso, come da assicurazioni informali giuntemi da più parti.
Per quanto riguarda la frase “l’abbiamo internalizzato per dare spazio alle Associazioni cittadine interrompendo una gestione esclusiva da parte della Scuola d’Arte Drammatica”, posso replicare che è una menzogna: in tutti questi anni nessuna associazione (professionista o dilettante senza distinzioni) che ha richiesto lo spazio ha avuto un rifiuto.
Le Associazioni che non hanno fatto attività all’Auditorium, non hanno presentato richiesta.
Non solo, ma la convenzione siglata dal Comune prevede che lo spazio sia dato a chiunque per oltre 150 giorni l’anno.
Altra precisazione: le tariffe da noi applicate (esose o meno che fossero) sono state decise in perfetta autonomia dal Comune di Cagliari (deliberazione della Giunta n. 82 del 30.03.2012), firmate dall’Assessore Puggioni che ci ha inviato anche una circolare nella quale ci invitava a far rispettare queste tariffe (prot. N. 191055 del 17.09.2012, Assessorato alla Cultura).
Se l’Assessore avesse deciso che le tariffe erano 100 e 150 euro, noi avremmo applicato quelle.
L’unico cambiamento rispetto alla nostra gestione è che il Comune aveva 15 giorni gratuiti da assegnare a chi voleva e adesso potrebbe darlo in maniera totalmente gratuita quanti giorni vuole a chiunque.
È vero, qualche agevolazione è stata concessa agli organismi professionali di piccola e media entità (quindi non Cedac o Akròama che hanno pagato il prezzo intero) anche perché io ho fatto tanta gavetta, conosco i problemi per averli vissuti e non lo dimentico.
Gli organismi “agevolati” sono quelli che hanno partecipato al progetto “Cagliari a teatro” – 60 giorni nel triennio – progetto nato per agevolare e dare visibilità ad organismi senza teatro, favorendo nel contempo la fruizione e la vitalità del quartiere Marina, in un periodo dell’anno in cui lo spazio è poco richiesto (tutto ciò nel pieno rispetto del dettato della convenzione siglata dal Comune).
Questi organismi hanno pagato una cifra che va da un minimo di 50 euro ad un massimo di 600 euro al giorno (comprensivo di personale di sala, personale organizzativo, pulizie e service tecnico).
Per quanto concerne la delibera, non ho molto da aggiungere al tuo blog: sei stato un preveggente, in realtà i 100, 150 euro di cui parla il Comune servono solo per aprire la porta, visto che a ciò va aggiunto il costo per l’assistenza tecnica, la custodia, pulizia e assistenza di sala. E a questi costi devono aggiungersi i costi per le strumentazioni ulteriori rispetto alle dotazioni del teatro.
Le dotazioni del teatro infatti sono pressoché nulle e vorrei far presente che il Comune ha speso 250 mila euro per dotare il Teatro Massimo di fari, impianti tecnologici e impianto audio e ha speso zero euro per l’Auditorium Comunale.
Secondo una mia stima, i costi giornalieri in presenza di cattiva gestione dello spazio non sono inferiori a 1.500 euro giornalieri, contro gli attuali 700/1.000 dell’attuale gestione.
Devo anche precisare che in attesa del nuovo rilancio occupazionale più volte sbandierato dal Comune, l’unica certezza è che dal 1° gennaio 2013 ci saranno cinque nuovi disoccupati: il personale organizzativo e tecnico della Scuola d’Arte Drammatica.
Per quanto riguarda la mia posizione politica: ogni nuova giunta comunale o regionale che subentra, mi ritiene vicino a quella precedente. Questo succede da una trentina d’anni e ci ho fatto l’abitudine. La giunta Zedda non si è rivelata diversa da quelle precedenti, forse solo un po’ più vendicativa.
Un’ultima precisazione: l’unico spazio di cui “Lelio Lecis” ha l’esclusiva, e qualcuno potrebbe anche confutarlo, è casa sua.
Lelio Lecis
Direttore Scuola d’Arte Drammatica
“il personaggio Antonello Gregorini risulti piuttosto antipaticuccio e “facci de sola””
Caro Le Volpi, sul primo aggettivo non discuto, non avendo mai fatto niente per essere simpatico, mi rendo conto. Sul secondo amerei approfondire, nel merito delle questioni, tecniche e non umane, se ti fa piacere.
Egregio Gregorini, spiace se la sia presa a male, il messaggio era acidello ma in fondo affettuoso, il facci de sola si riferisce a quante ne ha combinate la vecchia maggioranza di centrodestra che lei bene o male voleva concorrere a riproporci, che non sono poche. Casomai dovrebbe apprezzare che le dia ragione chi la trova sia pur cordialmente un po’ antipaticuccio: se andassimo a simpatie, ci ritroveremmo ancora il Cavaliere, sicuramente molto più divertente di quella gatta morta dell’attuale premier.
Caro Le Volpi,
Ho sempre attaccato Il vecchio centro destra, se leggerà gli articoli del periodo potrà verificare, anche dopo che divenni amico di Massimo Fantola. Certo, non ho esagerato e l’ho fatto in maniera frenata.
Non ho difficoltà ad ammettere che quella maggioranza fosse piena di “bassotti”. Tuttavia a posteriori devo anche riconoscere che su alcune cose Floris “ha fatto” delle opere e creato dei servizi che hanno indubbiamente migliorato la città, lasciando i conti a posto. In altre città questo non è accaduto.
Ci sono altri nodi che restano irrisolti. Sarebbe bene analizzarli uno per uno, magari su questo spazio, nel salotto di Vito. Non per antagonismo ma, diciamo così, per aiutare questa giunta a fare meglio.
Per esempio cosa vogliamo dire della raccolta differenziata. Il mio studio tecnico di geometra paga 600 euro all’anno per quattro pezzi di carta e un po di cialde del caffè. Ambisco, per risparmiare e non essere depredato, alla raccolta porta porta e tariffata sul peso. Era nel programma di Zedda, ma anche di Fantola. Che vogliamo fare? Stiamo a guardare Leo che dice che ha pochi soldi ma che in realtà spende più di quanto spendesse Giagoni.
“L’avere pochi soldi” può essere un ritornello accettabile a giustificazione di ogni istanza di miglioramento? Che devo pensare quando la Puggioni dice serenamente che per attuare il suo progetto ha bisogno di un milione a sito? Esistono delle giunte, dei manager, delle persone, che migliorano le proprie organizzazioni anche in tempi di magra.
Chi progetta le opere in questa città? Cosa guadagna di incentivi ex Merloni? Quali obiettivi ha raggiunto e quanti casini ha fatto? Piscina. Parcheggio città della musica.Piazzale Manzoni. Parcheggio Via Roma. Le scuole chiuse. Le imprese fallite. La burocrazia dell’edilizia privata che va peggio di prima. Chi progetta il parcheggio di camino nuovo, lo stesso ufficio che ha fatto tutti gli altri casini? Con tutte le problematiche di ordine geotecnico che esistono, da analizzare e risolvere, chissà che casino farebbe!
Ho fatto un esempio, potrei farne altri. Chi fa l’opposizione a questa giunta? Molti consiglieri preferiscono tenersi tutti amici per risolvere i problemi loro e dei loro elettori. In questo c’é trasversalità.
Quanto impiegheranno a riaprire la paradigmatica scala del Bastione? Sarebbe bastati i soldi buttati per l’amianto.
Quanto impiegherà Zedda a pretendere la bonifica dell’amianto dei tetti militari al Poetto?
Quando faranno qualcosa di buono per il Molentargius e le utilità che erano il nucleo della legge istitutiva?
Chi scioglie il nodo di Tuvixeddu al di là delle quattro passeggiate di propaganda estetica in stile amarcord? Verrà aperto un parco che è un terzo di quello di progetto. Nel contempo il comune contesta l’accordo di programma. Ma se vince e l’accordo viene rescisso il privato rientra nel possesso delle aree. Il comune che farà? Le espropria? Avete idea di cosa ci vuole?
Via Roma. Esisteva il bellissimo progetto della grande piazza sul mare. E’ stato bocciato. Qual’è l’alternativa? Le festicciole con chiusura di traffico? E i parcheggi per Marina? La liberazione del parcheggio centrale?
Ma davvero c’è ancora qualcuno che crede che i parcheggi sotterranei sono attrattori di traffico? Abbiamo il buon senso di rivedere i termini di propaganda.
Serve pragmatismo, paradossalmente lo stesso usato per l’arena grandi eventi dove, però, esiste l’abuso e potrebbe esserne richiesta la demolizione.
Non sarò io a chiederla e, anzi, non farò neanche l’esposto.
Questo è il gioco dei dilemmi e delle incoerenze contrapposte. Non chiedete a me di essere coerente, ognuno pensi per se e per i suoi.
Sembra una sorta di sfida, Gregorini, ma non getti la spugna. E’ un diritto dell’opposizione e della cittadinanza quello di controllare e sollecitare controlli. Nessuno può negarlo, a nessuno, a prescindere da chi abbia sostenuto in passato. Si chiama democrazia.
Quello su cui ancora non mi capacito è sulla motivazione per cui Ornella D’agostino fosse presente ad una assemblea interna del PD!
A che titolo può decidere dove si devono svolgere gli appuntamenti del partito????
Siete mattiiiiiii???? Fatevi qualche domanda su come vi vanno le cose amici miei.
Mi ripeto…La signora D’Agostino farebbe meglio a dedicarsi più alla sua compagnia di danza, da troppo tempo assente dalle scene, il che è abbastanza imbarazzante ormai, anziché preoccuparsi di dove verranno svolte le riunioni del PD, che magari dovrebbe tornare ad essere compito decisionale dei politici del partito. In caso contrario si candidi alle prossime elezioni se preferisce far politica anziché quello per cui è, annualmente, abbondantemente finanziata.
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risposta ad arianna.
La cultura si fa a tempo pieno, è vero! da musicista ti posso garantire che dentro il teatro sono più i soldi che si perdono di quelli che si sfruttano sul serio.
Questo per colpa di persone che si siedono sull’idea di avere un posto fisso.
Chi ha la fortuna di poter lavorare per un teatro dovrebbe fare di tutto perchè questo salga di livello, perchè la gente vada a seguire gli spettacoli anche organizzando eventi extra di sensibilizzazione se necessario.
Un operaio se non produce non guadagna lo stipendio perchè dopo poco tempo viene cacciato via dalla azienda.
L’operato di un musicista non è quantificabile a livello oggettivo sicuramente, però quando si raggiungono i limiti del ridicolo allora bisogna bloccare tutto.
Un musicista che lavora da libero professionista se non produce sul serio arte viene scartato, purtroppo a teatro non funziona così. a teatro ci sono i parcheggi, purtroppo non solo per le auto! ovviamente non si può fare di tutta l erba un fascio però oggettivamente si può trasmettere arte ai cittadini investendo il denaro pubblico in molte attività se necessario, piuttosto che versando tutti i fondi ad un ente che è in perdita e anche di molto.
(per lo stesso stipendio in Germania un orchestrale fa il doppio dei concerti)
Mmmmmmm…. ho dei dubbi sul fatto che lei sia un autentico musicista professionista, magari ambisce a diventarlo e non ci riesce? Guardi che, lasciando da parte l’aspetto politico della vicenda teatro, l’orchestra ha fatto negli anni un tale salto di qualità da poter essere ormai diretta ,senza alcun imbarazzo , ma anzi con reciproca soddisfazione, da qualunque direttore senza eccezione alcuna. Che poi le aperture di sipario siano in numero inferiore a quelle a cui si potrebbe arrivare la colpa, secondo lei, è degli orchestrali scioperati o di chi dirige e organizza la programmazione lirico sinfonica? Mi pare che le idee siano un pò confuse. Cosa vuol dire “trasmettere arte”? Essere tecnicamente ineccepibili? Essere maghi del virtuosismo? Avere sensibilità fuori dal comune? Pathos? Presenza scenica? Capelli a cresta di gallo e piercing? Oppure vuol fare distinzione tra arte e arte, e promuovere in quanto tale solo quella amata dalla nostra dirigenza comunale? Spero che il signor Lecis non se la prenda se dico che risulta antipatico a molti per gli atteggiamenti da primo della classe che a volte ha avuto, ma nel merito, in questa vicenda, ha ragioni fa vendere. E una storia alle spalle che fa invidia a molti operatori, quelli soprattutto che fanno da consulenti artistico-culturali all’assessora Puggioni. Siamo forse, per quanto riguarda la cultura, caduti dalla padella alla brace?
L’assessore Puggioni è una pasticciona. E chi la consiglia non è un esempio per nessuno. Lecis è un personaggio poco simpatico e affabile, come i vecchi “padroni” che comandano, che però hanno il peso sulle spalle di molte famiglie. Non è uno che si circonda di ricchezze ma ha sempre distribuito equamente ciò che riceveva. La gestione delle sue “strutture” è sempre stata a regola d’arte e i luoghi che gli sono stato affidati, un fiore all’occhiello di questa città. Rideremo tutti quando il signor Lecis porterà via la SUA attrezzatura dall’ auditorium e lo consegnerà al comune di Cagliari come lo ha lasciato diversi anni fa. Rideremo molto quando ogni associazione dovrà noleggiarsi il service audio luci ( minimo 800 euro ) e tutto il personale che serve per tenerlo in piedi. Rideremo quando le scuole potranno avere il controllo del teatro senza una gestione attenta che salvi la platea, la galleria, da ragazzini che ci mangeranno dentro lasciando le gomme sotto le poltrone e quant’altro. Rideremo molto.
La signora D’Agostino farebbe meglio a dedicarsi più alla sua compagnia di danza, da troppo tempo assente dalle scene, anziché preoccuparsi di dove verranno svolte le riunioni del PD, che magari dovrebbe tornare ad essere compito decisionale dei politici del partito. In caso contrario si candidi alle prossime elezioni se preferisce far politica anziché quello per cui è abbondantemente finanziata.
Per il resto, povera assessore Puggioni!
Sono stanco di saperla continuamente insultata e maltrattata da tutti. Ma devo ammettere che comunque non sprizza energia e iniziativa, di carisma non ne parliamo nemmeno. Ha tutta l’aria di essere sempre poco lucida e sembra essere stata “gettata ” ad occuparsi di qualcosa che lei nemmeno conosce o pratica, magari a fronte di una promessa fatta soprattutto alla sua famiglia. Cos’ si dice.
Un disastro su tutti i fronti. Ho come l’impressione che si beva tutto quello che , qualcuno che le è simpatico, le mette davanti, senza mettersi lo scrupolo di capire la reale fattibilità delle cose che smuove. L’intelligenza di un politico è quella di PRE- vedere gli effetti che le proprie decisioni avranno sulla cittadinanza, o perlomeno intuirne la ricaduta.
Lei sembra essere la specialista di previsioni sbagliate. Questa del teatro auditorium apre una ulteriore crepa nella tanto discussa carriera da stratega dell’assessora. C’è solo una giustificazione, anzi due: pura cattiveria, e la ricerca di consenso da una parte di operatori della cultura dediti soprattutto alla frequentazioni di uffici burocratici, più che dei palcoscenici. Non si spiegano le proroghe per tutti gli altri. E’ inverosimile che nessuno degli operatori del settore, parlo dei prorogati, si sia ancora pronunciato in favore del collega Lecis, chiedendo all’assessore uguaglianza di trattamento. Del resto nessuno che fa teatro vorrebbe che 200 allievi smettessero di frequentare un qualsiasi laboratorio, figuriamoci una scuola. Questo mi fa schifo più di tutto in questa vicenda, e la dice lunga su chi vuole che questo scempio. Sei mesi di proroga fanno ridere, considerate le cazzate che ci siamo dovuti ingoiare sulle arene grandi eventi da coprire, gli sgomberi immediati da effettuare, i vari bandi irrealizzabili, i regolamenti inverosimili e le sovrintendenti vacillanti.
Ornella D’Agostino sbraitava in via Emilia per evitare che un incontro del PD si potesse tenere al Piccolo Auditorium. Rimanemmo basiti davanti alla sua foga con la quale perorava l’inopportunità di utilizzare lo spazio gestito da Lelio Lecis il “potere forte”. Eppure la gestione era regolare, obiettai, ma lei nulla. Non so a che titolo in via Emilia si decise di darle retta e l’incontro fu spostato in altro luogo. Ma di sicuro adesso sono seduto qui fuori a vedere chi sarà ad occuparsi dell’Auditorium. Vediamo se ci sarà un consulente artistico di COSAS.
Il movimento Co.Sa.s “boicotta Lecis” ha vinto la sua battaglia ideologica. Portandosi dietro l’assessora che, poverina, non ha neanche idea di che cosa voglia dire gestire un teatro, o forse proprio niente nella sua vita. E diciamolo! Ma siamo sicuri tutti che presto ci sarà un direttore artistico e tecnico nominato da lei a barcamenarsi tra le compagnie le scuole e le associazioni che ne faranno richiesta. Sicuramente non all’altezza della gestione Lecis. Pitticcu su casinu! Quello che mi disgusta di più in questo settore è la rabbia e l’invidia tangibili di una parte degli operatori della cultura ormai cinquantenni che ” non ce l’hanno fatta” contro chi ha realmente dedicato la sua vita e il suo lavoro a questo mestiere. Mettendolo davanti a tutto. Gente come il sindaco e i suoi consiglieri sono molto confusi, e sostengono a gran forza questa realtà di dopolavoristi, perché è quello che credono che sia cultura, una cosa che si può fare a tempo perso. Non ci siamo ancora ripresi dagli interventi del nostro sindaco, quando dichiara che i lavoratori del lirico sono dei furbi che guadagnano troppo e che lavorano poco, e decide che una signora semi sconosciuta senza esperienza e senza arte debba andare a gestire un’azienda con oltre trecento dipendenti e molti milioni di euro. Che vergogna… Mi vergogno per loro… Per la mia città. Un’altra figura di merda. Ho potuto constatare di persona il livello di poca sensibilità del sindaco e dei suoi giovani ed inesperti collaboratori. L’ imbarazzo sul viso degli assessori più anziani e con molta esperienza, davanti alle decisioni di pancia, sia del Sindaco che delle girls della cultura, che si riempiono la bocca di cose che realmente ancora non conoscono e non hanno CAPITO.
Solo un folle regala una Ferrari ad un ragazzo con il foglio rosa!
Ci sta esplodendo tutto in faccia.
Siamo tutti responsabili. Io per prima che l’ho votato.
Minchia!!! Un potere forte che dice cose… che voi umani….
Ma adesso arrivano gli scherani della figlia di Pippo e di Massimeddu che ci spiegano come mai quello che dice Leliolecis è tutto falso. Perché se per caso quello che dice è vero allora l’assessora con i telefonini da smanettare mi sa che sta per pestarne un’altra di deiezione. Tanto ormai una più o una in meno. Tanto adesso io ci starò un po’ attento a quello che succederà. E se una piccola compagnia davvero dovrà spendere il doppio di quello che accadeva con la gestione Lecis, allora la finiamo al secondo Palapuggioni: una porcheria brutta