Politica

Troppi silenzi sul rinnovamento del centrosinistra: ecco perché ora Bersani rischia di perdere le primarie

Se Renzi e Bersani fossero i candidati di due schieramenti contrapposti e se domenica non si votasse per le primarie del centrosinistra ma per decidere il governo del paese, io penso che il sindaco di Firenze avrebbe la meglio sul segretario del Pd. Perché l’Italia è sempre stata affascinata dal nuovo, dagli slogan, dalle suggestioni, dalle semplificazioni esasperate, dalle posizioni centriste spacciate per politiche innovative.

Però domenica non si voterà per scegliere il nuovo governo, ma solo il candidato del centrosinistra. Per cui Bersani resta il favorito, anche se dubito che dopo il faccia a faccia di ieri riuscirà a mantenere da Renzi un distacco di otto punti.

Difficile dire chi abbia vinto il confronto. Bersani è indubbiamente uscito alla distanza, ma si è mostrato fin troppo remissivo davanti all’aggressività dell’avversario. Preparato a puntino per il confronto televisivo, maledettamente convincente anche quando proponeva soluzioni inverosimili (per me, la proposta di nominare solo dieci ministri ricade in questa categoria).

Bersani ha giocato troppo in difesa, aiutando Renzi a far credere ai telespettatori che sul banco degli imputati, accusato di avere portato il paese allo sfascio, non c’era la destra di Berlusconi, Fini, Casini e Bossi, ma c’era lui: il segretario del Pd.

Perché la strategia di Renzi è stata questa e solo questa: accomunare il Pd al Pdl, il centrodestra al centrosinistra, e proporsi come il classico “nuovo che avanza”. La stessa strategia di Grillo, per intenderci. Bersani ha risposto sul finale invitando Renzi “a non usare gli argomenti degli avversari”, ma il messaggio ormai era passato.

Ma il faccia a faccia ha messo in luce anche altre differenze rilevanti fra i due.

Innanzitutto sulla valutazione dell’esperienza Monti. Renzi la difende a spada tratta (e la domanda sull’agenda Monti lo ha dimostrato), mentre Bersani ne riconosce (seppur a denti stretti) gli evidenti limiti.

Sulle alleanze, perché Renzi non voglia l’Udc (il partito che più di tutti preme per una continuazione dell’esperienza dell’attuale presidente del Consiglio), è un paradosso solo apparente. Il sindaco di Firenze vuole infatti i voti dei centristi senza doversi caricare anche quell’impresentabile classe politica costruita negli anni da Casini. Renzi sa bene che senza l’Udc non si va da nessuna parte, ma in maniera furba cerca di giocare sulla voglia di novità anche dell’elettorato centrista. Blandendolo in maniera scaltra e mandando messaggi inequivocabili: ad esempio, la chiusura a sinistra di Renzi non è molto dissimile da quella di Casini.

Bersani invece è più realista. Sa che probabilmente il centrosinistra non avrà voti sufficienti per governare da solo, e non se lo nasconde. Ma vuole arrivare al confronto con l’Udc facendo valere i rapporti di forza che vedranno lo schieramento progressista più forte di quello centrista. Bersani opera alla luce del sole e dice eventualmente sì ad una alleanza con l’Udc, Renzi invece non vuole l’Udc ma vuole direttamente i suoi voti. Perché nelle parole di Renzi c’è poco centrosinistra e moltissimo centro.

Poi, su alcune questioni specifiche, Bersani ha indubbiamente stravinto. Sulla questione meridionale, ad esempio, laddove per il sindaco di Firenze (che, pur avendo parlato per primo, non ha avuto il coraggio di parlare della criminalità organizzata) ha ribadito i soliti stereotipi di un sud che non si impegna e che non si ribella. Al sud Renzi rischia adesso di prendere meno voti di quelli raccattati al primo turno.

Per non parlare poi della politica estera, dove la pochezza del sindaco di Firenze (portata a Palazzo Chigi) rischierebbe di far rivivere i fasti del vecchio Silvio. Per carità.

No, Renzi non ha né il programma né la preparazione per ambire a guidare l’Italia. Il suo governo sarebbe una brutta copia di quello Monti, senza nessuna attenzione alle aree deboli del paese, totalmente appiattito su politiche del lavoro che già si sono dimostrate inefficaci.

Tutto deciso, dunque? Bersani vincerà alla grande? Non credo.

Renzi ha dimostrato di avere a disposizione un’arma segreta terribilmente efficace. Perché il sindaco di Firenze ha ragione a temere che con la vittoria di Bersani il centrosinistra rischia di riproporre le solite vecchie facce, quella che non cambiano mai di decennio in decennio.

Sul tema del rinnovamento della classe dirigente la risposta di Bersani è stata gravemente insufficiente, quasi omissiva. Le accuse di Renzi hanno colpito nel segno e hanno mostrato un limite evidente e quasi imbarazzante di Bersani. Nel suo appello finale il sindaco di Firenze è stato molto chiaro: votando il segretario del Pd rischiamo di ritrovarci i soliti nomi, quelli che cambiano i partiti ma loro sono sempre lì, e che in questi anni non si sono rivelati all’altezza della situazione. E con la sua risposta infastidita, Bersani ci ha quasi confermato questo rischio.

È su questo unico punto che Bersani ha perso senza dubbio il confronto televisivo contro Renzi. È solo un punto, è vero, ma non è di poco conto, anzi. Che domenica potrebbe essere fatale al segretario del Pd.

 

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25 Comments

  1. grazia pintore says:

    21 punti di distacco è pochissimo?La matematica,non mi risulta che sia un’opinione.

  2. Di Gesso says:

    Ci hai quasi azzeccato, Vito! Ha vinto Bersani di pochissimo.

  3. grazia pintore says:

    A parte la mia sfiducia totale nei nostri politici,dico che i sardi sono stati più bravi dei toscani a non farsi incantare dal clone di Berlusconi(Renzi) con tutti i suoi fantastici discorsi,Certo che se nelle regioni rosse Renzi ha vinto vuol dire che i rottamandi qualche cosa l’hanno sbagliata e quindi si dovrebbero mettere un pò in discussione.Lo faranno? Me lo auguro ed allora dirò:Renzi è servito a qualcosa.

  4. kalispera says:

    Visto come ha perso Bersani!!!

  5. grazia pintore says:

    Signor A fori,la ringrazio perchè ha fatto una vera analisi politica ed anche molto giusta ed obbiettiva.Si deve anche ricordare che per 18 anni ha sgovernato Berlusconi,che poi sinistra e destra siano stati sempre d’accordo quando si aumentavano i loro già lauti stipendi è vero.Vado al ballottaggio non per votare Bersani,che ha accettato i soldi da Riva(l’inquinatore dell’ILVA di Taranto) e,che,se fosse onesto,li dovrebbe restituire ma contro Renzi.Lei crede davvero che lui riuscirà a risollevare l’economia italiana?Ha detto bene Piero Ottone,nel suo articolo sul venerdì di Repubblica:l’Italia dovrebbe essere governata da politici stranieri perchè dei nostri non ce n’è nemmeno uno pulito.E’ un’analisi deprimente ma veritiera.Preciso che la mia antipatia nei confronti di Renzi non è solo viscerale ma anche di testa perchè so ,per certo,che lui è molto bravo a chiacchere ma nei fatti,mi creda è molto,molto disonesto ed io sono allergica ai bravi bambini che nella realtà sono poci bravi.

    • A frori says:

      Solo per correggerle un dato numerico: in questi ultimi 18 anni, 7 è stato il PD al governo, mica solo Berlusconi. E ha fatto vedere di che pasta è fatto.
      Di Renzi (come di altri) si può sospettare che siano pessimi amministratori, ma io né lei ne abbiamo prova, niente di niente.
      Della vecchia nomenklatura PD abbiamo prove comprovate.
      E io, mi perdoni, preferisco dare l’opportunità a chi si affaccia a una nuova esperienza di governo, piuttosto che premiare chi ha avuto ampiamente modo di deludere e stradeludere le mie aspettative, dimostrandosi inadatto di gestire qualcosa di molto prezioso: i miei soldi e i miei diritti.
      Se no, si chiama sindrome di Stoccolma.
      Con rispetto, buona domenica

  6. A frori says:

    Il tema è interessante e importante, e ci riguarda (ci dovrebbe riguardare) tutti.
    Per questo serve una analisi seria e obiettiva, depurata da idiosincrasie, antipatie e reazioni epidermiche e viscerali.
    E allora facciamola, questa analisi, ma su contenuti concreti.
    Perché domani sceglieremo quello che con ogni probabilità sarà “l’amministratore di condominio” del nostro Paese, quello che gestirà le nostre quote condominiali, decidendo se i nostri sudati soldoni serviranno a pagare il lavaggio in cortile del fuoristrada del proprietario dell’attico mentre gli altri condòmini hanno l’acqua solo poche ore al giorno, se pagare le sfavillanti luminarie nel giardino mentre gran parte di chi vive nella palazzina può permettersi di accendere la luce per poche ore al dì, oppure per rendere le case di tutti più dignitose, più vivibili.
    Finora ho letto che Renzi sarebbe un bugiardo, inqualificabile, ambiguo, che seduce gli elettori, addirittura puntando all’elettorato che non ha una appartenenza politica e ideologica (cosa grave, eh?). Una volta esternata la reazione di pancia, vogliamo provare a fare un po’ di critica politica?
    Renzi viene visto come un corpo estraneo dall’elettorato PD di derivazione DS perché troppo vicino a posizioni liberal e troppo lontano da quelle socialdemocratiche.
    Come se la socialdemocrazia in Italia avesse un significato diverso da quello del fumo negli occhi.
    Purtroppo ci si dimentica che l’unica forma di welfare che esiste in Italia è quello che destina i servizi e risorse alla classe politica, di cui Bersani e soprattutto i suoi sodali (D’Alema, Bindi, Veltroni, Marini) sono l’incarnazione. Per questa categoria di cittadini lo Stato sociale è sempre particolarmente generoso e prodigo, mentre agli altri riserva balzelli e disservizi.
    Non vedo nessuno scontro tra socialdemocratici e liberal in seno al PD.
    Ci vedo lo scontro tra un apparato partitico ampiamente foraggiato dal denaro pubblico che rischia seriamente di dover andare a lavorare in caso di sconfitta e una nuova generazione di amministratori della cosa pubblica (il condominio di prima) che percepisce il fortissimo malessere sociale che stride con quel benessere opulento e improduttivo riservato alla casta, ai suoi amici e soprattutto ai suoi committenti, e per questo vuole cambiarne la modalità di gestione.
    L’esempio più clamoroso è dato da Marco Meloni: un ottimo consigliere regionale, detto senza ironia, che per comune estrazione politica (DC), età anagrafica (40 anni circa), orientamento liberal (sostenitore di Soru, il più grande esempio di liberaldemocratico accidentalmente prestato ad uno schieramento di sinistra) e distanza antropologica dai dirigenti ex PCI vota… Renzi? No, Bersani, che non ha nessuna intenzione di rottamare nessuno perché non mette minimamente in discussione la politica in quanto mestiere. Anzi.
    Per la sua corrente la politica serve unicamente a preservare chi la pratica, serve a creare e perseverare consenso, non a produrre servizi per il cittadino.
    Qualcuno in questo forum si chiedeva da dove prende i soldi Renzi.
    Si chieda piuttosto da dove li prende Bersani.
    Glielo dico io: dalle sue tasche, dalle mie, dalle nostre.
    Coi finanziamenti pubblici ai partiti (che non vengono da Marte, ma da quella parte della nostra busta paga che non finisce nelle nostre tasche) ci campa da una vita, una vita durante la quale – non tanto lui personalmente quanto l’insieme della classe dirigente del PD – ha fallito.
    Non hanno risolto un problema che uno: la legge sul conflitto degli interessi si sono ben guardati dal vararla, la legge elettorale oligarchica e antidemocratica che garantisce loro un potere inconcepibile in nessun’altra democrazia non l’hanno cambiata (neanche in quei 2 anni in cui il centro sinistra era maggioranza in Parlamento), hanno smontato la scuola (vero Berlinguer?), hanno precarizzato il mondo del lavoro (i co.co.co. li hanno inventati loro, il pacchetto Treu prende il nome dal ministro di indovinate quale governo, hanno votato la riforma Fornero), hanno ridotto all’osso lo Stato sociale e i suoi servizi, hanno tagliato la sanità, hanno messo in discussione il nostro benessere, assottigliando il ceto medio, creando due generazioni di precari senza futuro che non avranno mai un lavoro stabile, una famiglia, una casa di proprietà, una pensione, hanno reso più insicuro il nostro vivere, sono sempre stati prudenti in tema di diritti civili e bioetica (riforme di civiltà a costo zero, a proposito di chi difende Bersani e la Bindi – e poco tempo fa la Binetti – perché non asserviti alle gerarchie ecclesiastiche, sì, ciao).
    Tutto hanno messo in discussione, ma mai le loro laute prebende.
    Ora siamo di fronte alla possibilità di cambiare spartito.
    Ma la mia sensazione, e il mio timore, è che agli italiani questo sistema piaccia così com’è.
    Ma allora basta lamentarsi contro la casta, se la si vota e la si difende.
    Buon fine settimana a tutti.

  7. grazia pintore says:

    Ieri sera Al tg della 7 Renzi ha superato Silvio in bugie,ha detto che è stato Bersani a cambiare le regole in corso d’opera ed ho anche visto,poi,alle 23 nella trasmissione piazza pulita,tante persone di destra(per loro ammissione) che andavano a votare per Renzi.Mi sembravano tutte persone oneste che però andavano a votare un bugiardo.E’ veramente una persona inqualificabile.

  8. grazia pintore says:

    Signor A frori,visto che noi non sappiamo fare analisi di spessore perchè non ce la fa lei ? Lei va a votare Renzi perchè noi facciamo analisi di viscere? Complimenti davvero!!!

  9. Ho fatto il gesto eroico di seguire tutto il faccia a faccia su youtube, dato che non ho potuto seguirlo in diretta.
    La mia impressione sui due contendenti non cambia.

    Bersani da la sicurezza di votare qualcuno che sa fare il suo lavoro ma che non cambierà il sistema, non porterà grosse innovazioni, non darà uno strappo netto col passato.

    Renzi da l’idea di avere la voglia e la forza di tagliare bene col passato e portare innovazione, ma al tempo stesso non riesce ad ispirarmi fiducia.

    Sui contenuti i loro discorsi sono davvero deboli.
    Tranne su alcuni punti, in generale dicono quello che sarà il risultato delle loro azioni senza spiegare COSA vogliono fare e COME vogliono arrivarci (su questo dovrebbero imparare da Vendola, che ha messo dei contenuti chiari e forti nel suo programma).
    Quando ero a scuola, se la maestra mi dava un compito di matematica, io non dovevo scrivere il risultato, ma tutti i passaggi che ho fatto per arrivarci a quel risultato…
    Oggi pare che la campagna elettorale si faccia sui risultati (presunti) e non sui passaggi necessari per raggiungere quei risultati.
    Questo per me significa che i candidati non hanno idee, non hanno chiarezza sugli strumenti… l’unico obiettivo è vincere… così non va bene.
    Ad onor del vero, vedo da ieri pullulare le bacheche di Bersani e Renzi di contenuti veri… ma mi sa più di manovra demagogica dell’ultima ora…

    La cosa che mi è piaciuta di meno del discorsi di Bersani è stato il discorso sul controllo dei Conti Correnti… penso sia incommentabile, specie se penso che arriva da un leader di sinistra (controllare i cc è una cosa di sinistra?… mah…)
    La cosa che mi è piaciuta di meno del discorso di Renzi è che dopo un po il suo attacco al passato diventava stucchevole ed era un modo per rifugiarsi senza rispondere alle domande.

    Ad ogni modo, non prendo le parti di nessuno dei due, mantengo la speranza che quello che vincerà poi vinca anche le politiche e sia in grado di dare una svolta vera al paese… ma se le premesse sono queste… prepariamoci a tanta altra faticosa e insopportabile noia.

  10. A frori says:

    Leggendo lo “spessore” delle argomentazioni a sostegno di Bersani e contro Renzi, tutto viscere e poca analisi obiettiva in pieno stile bar dello sport, viene decisamente voglia di votare Renzi, anche per chi, come me, proviene da storie e sensibilità politiche che lo orienterebbero verso Bersani.
    E questa sarebbe la base elettorale di un movimento progressista?
    Siamo messi proprio bene…

  11. Anonimo says:

    Nessuno dice la cosa più importante: dalla parte di Bersani si ha paura a riaprire la partecipazione per il ballotaggio perché arriveranno molti elettori di centro destra che pur di annacquare la sinistra voteranno Renzi, sabotando l’avversario. Qualcuno mi deve spiegare da dove Renzi sta cacciando fuori tutti i soldi che sta cacciando. Qualcuno mi deve spiegare perché lo spin doctor di Renzi è Gori, un uomo Mediaset. Se riaprono le liste (io che me ne sono fregato al primo turno) vado a votare Bersani. Pur di fermare Renzi, che è un personaggio molto più che ambiguo…

  12. grazia pintore says:

    Come si fa a definire Renzi onesto? Avete sentito ieri nel dibattito con Bersani quando ha detto che se sarà eletto darà 100 euro ai pensionati(vi ricordate di Berlusconi che prometteva un milione di posti di lavoro?)E’ onesto uno che oggi ha comprato una pagina della Nazione per spingere gli elettori per andare a votare.E’ onesto uno che regala,prima di essere eletto sindaco,3000 euro al figlio di un’amica berlusconiana?Questo Renzi imita troppo Silvio.

  13. Anonimo0 says:

    Un altro impressionante contributo dalle alte vette della scienza economica… Dei geni, sono dei geni questi economisti.. Fra un paio di giorni arriverà davvero qualche altro luminare a raccontare la correlazione tra la % di calvi e le schede bianche..

    http://www.lavoce.info/articoli/pagina1003428.html

  14. Claudia Anatroccola says:

    La destra é allo sbando e alla disperata ricerca di una figura che incarni il rinnovamento , l’entusiasmo , la capacità di farsi portavoce dei bisogni della gente comune , insomma tutto ciò che Berlusconi ha fatto credere di essere per vent’anni non solo agli elettori di destra , ma anche a moltissimi elettori delusi dalla sinistra (ricordate il pieno di voti tra gli operai di Mirafiori o del Sulcis , tanto per citarne alcuni ? ). Sono elettori che non votano più ideologicamente , ma in base alle proprie condizioni e necessità , spesso in buona fede o per disperazione ; mi pare che Renzi eserciti un certo fascino su questo tipo di elettorato , che può fluttuare da uno schieramento all’altro spinto da ragioni pratiche e non ideologiche . Sinceramente non vedrei nulla di male se Renzi , ammesso che vinca le primarie , riportasse allo schieramento di centrosinistra i voti di questo elettorato . Mi preoccupa molto di più un eventuale accordo con Casini , temo il suo totale asservimento alle istanze delle gerarchie ecclesiastiche a scapito della laicità a cui la politica , a mio parere , dovrebbe ispirarsi . Il centrosinistra , se vuole vincere le prossime elezioni , deve necessariamente allargare il suo bacino elettorale o non avrà la maggioranza necessaria a governare . Il problema è scegliere se imbarcare Casini , abilissimo a vendere a carissimo prezzo i suoi voti , o cercare di attirare parte degli elettori che negli anni scorsi hanno votato per il centrodestra . Non so chi vincerà le primarie , ma penso che il discrimine tra Bersani e Renzi ,che sono entrambi persone oneste, senza interessi privati da sistemare o condanne penali da evitare , alla fine potrebbe essere proprio questo .

  15. grazia pintore says:

    Signor Anonimo,ognuno di noi può avere idee giuste o sbagliate,quello che non vanno bene sono le offese come fa lei.Mi creda è mancanza di stile.Per òei il nuovo è la giovane età per me più che l’età conta l’onestà,qualità che hanno pochi politici,infatti vado a votare non per Bersni ma contro Renzi.Ognuno è libero di pensare quello che vuole,perlomeno per ora.

    • Mi pare che l’anonimo cui si rivolge la pensi proprio come lei…
      A parte la lezione di sociologia e i toni grevi, è un punto di vista come altri, non ci vedo nessuna offesa.
      Non c’è bisogno di aprire nessuna caccia alle streghe.
      Se invece vogliamo parlare di contenuti, personalmente stra-condivido la brillante analisi di Kalaris.

  16. Kalaris says:

    Vito, questo articolo lo hai scritto nel XX secolo? O nel Paese dei balocchi?
    Parli ancora di Sinistra, di Centro, di Destra…
    E’ ormai evidente che sono categorie politiche (anzi, usiamo un termine davvero novecentesco ma sempre attuale: “sovrastrutture”) che non hanno più senso.
    Destra e Sinistra non esistono, esiste l’Alto e il Basso.
    L’Alto sono i poteri forti, la casta, i fedeli sacerdoti dei gruppi di interesse (politici, economici, imprenditoriali, editoriali… continua tu la lista) di cui Bersani con ogni evidenza è il garante in caso di cambiamento nella guida politica del Paese.
    Ogni suo intervento dice questo: “tranquilli, aggiustiamo qualcosa, ma il Paese rimane quello che è”.
    E se lo dice chi rappresenta fedelmente chi interpreta la politica come mestiere, c’è da credergli.
    Il Basso sono gli outsider, gli esclusi, i giovani, le donne, i precari, quelli che se cadono non trovano paracadute (non è chiaro? diciamo così: “se non lavorano non hanno il padrino politico di riferimento, se hanno bisogno di un servizio pubblico non chiamano l’amico del cugino del fratello dell’assessore, idem se fanno un concorso pubblico”), quelli che si sbattono da mane a sera, quelli che vogliono vedere la politica esercitata e praticata come servizio (che genera altri servizi, al cittadino), e non come mestiere (che genera altri mestieri, inutili e pagati da noi tutti).
    In Italia l’Alto difende proprie posizioni di rendita, e per farlo ha buoni uffici sia a Destra sia a Sinistra, che si muovono sul palco come personaggi della commedia dell’arte.
    Forse Renzi non incarna questo “Basso”, ma quanto meno permette di scrostare i luoghi del potere dalle persone che questo potere lo amministrano (e sappiamo come) da anta anni.
    Perché, particolare da ricordare sempre, le organizzazioni (assemble di condominio, uffici, dipartimenti, governi, Stati) sono fatti da PERSONE.
    Comunque sia, tranquillo Vito, e tranquilli tutti: ieri Bersani è stato più convincente di Renzi.
    E poi c’è il fattore I, I come Italia: in questo Paese gattopardesco non cambierà mai niente.
    Domenica prossima ne avremo l’ennesima conferma (e il Sud storicamente conservatore domenica scorsa ci ha già servito un antipasto).

    • Carlotta says:

      Ottima riflessione… Renzi (e il suo nuovismo in stile Monti) non mi ispira affatto, ma il problema sostanziale è il fallimento della politica rispetto ad un modello di economia criminale, il cancro della classe dirigente, il ruolo del Vaticano, nonché il clientelismo radicato.
      Solo gli “outsider” potrebbero dare uno scossone al sistema Italia, ma il problema è sempre la capacità di intervento in modo efficace, organizzato e pacifico all’interno di un preoccupante quadro europeo ed internazionale. Un sogno degli sconfitti? Come se poi alla fine non lo sarebbero tutti, sconfitti, dato il grado di malattia del sistema…

    • Anonimo0 says:

      Karalis dimostra di aver assimilato molto bene l’ultima lezione del Prof. Pigliaru che sul suo personale blog illustra con piglio accademico e metodo statistico la correlazione tra la portata del voto pro-Bersani e la quota di capitale sociale che alberga nelle regioni meridionali dove questo ha raccolto successi e, viceversa la portata del voto pro Renzi e lo spirito e la spinta verso il cambiamento proveniente dalle aree (quelle centro settentrionali) con più alta densità di capitale sociale.
      Il concetto di capitale sociale su cui l’ardito Pigliaru costruisce la montagna di scemenze viene preso a calci in culo con una definizione che rasenta lo spessore scientifico delle barzellette sui carabinieri e – nel contempo – sta facendo rivoltare nella tomba sia Coleman che Bourdieu (per inciso, i fondatori della teoria del capitale sociale): Per capitale sociale qui si fa riferimento “a quei valori e quelle credenze condivise e persistenti che aiutano un gruppo a evitare comportamenti opportunistici e a perseguire attività di che hanno un valore sociale”. Quando il capitale sociale è basso, i comportamenti opportunistici prevalgono a discapito dell’interesse generale.
      Il ragionamento poi si spinge, ce lo dice un economista che si dichiara da sempre studioso dei problemi di ritardo economico N/S (Fidatevi, ne sò.. sembra dire), nel far accomodare in quelle aree personaggi (capi bastione alla Bassolino) capaci da sempre di gestire spazi privilegiati di intermediazione politica a proprio vantaggio e a svantaggio del territorio, e indubbiamente capaci di condizionare sia il libero voto dei cittadini che colà risiedono sia le future ipotetiche politiche dell’uomo di Bettola.
      Brevissimo sunto:
      1) Chi vota Renzi è un uomo/donna libero/a da condizionamenti. E’ antropologicamente SANO, capace cioè di desiderare il nuovo che è – automaticamente (anche se non se ne capisce il perché…) – bello, giusto, auspicabile, necessario, di sicuro successo per il nostro disgraziato paese;
      2) Chi vota Bersani è un povero testa di minchia di meridionale, capace di sfangare la giornata perché sul suo territorio sono presenti personaggi che funzionano come chiavi di accesso ai diversi mercati o arene (quello del lavoro, quello politico, etc..). Lo stigma della “raccomandazione” è tatuato sulla fronte di questi poveri cristi che altro non possono che votare l’uomo di Bettola, perchè a questo indirizzato dai padroni del loro quotidiano esistere in quanto futuro garante di posizioni di rendita sedimentate nei secoli;
      3) Renzi è espresso da voto sano perché sane sono le sue linee progettuali di trasformazione del paese;
      4) Bersani è espresso da teste di minchia perché il suo è/sarà un progetto del cazzo di consolidamento delle sacche di privilegio e di mantenimento dello status quo.
      Ora, a parte le considerazioni sull’uomo – non Renzi o quello di Bettola, ma quello di Sassari che usa il suo ruolo (“fidatevi, sono io, ne sò e voi nun siete un cazzo”, direbbe l’Albertone..) per usare a cazzo strumentazione statistica e concetti di ben altro solido significato per dimostrare correlazioni a cazzo tra variabili definite a cazzo (legga meglio Coleman e lasci perdere Putnam, Mr. Pigliaru, tralasci l’insondabile e il non misurabile come i valori e credenze.. il concetto di capitale sociale è relativo alle strutture relazionali e non all’assenza di comportamenti opportunistici… In Sicilia il capitale sociale è altissimo e la mafia lo ha utilizzato a lungo.. il problema è la direzione e l’utilizzo dei network, non quello che le stesse veicolano..) – quello che emerge è l’incredibile assenza di riferimenti alla storia lunga e/o recente dei capibastione del Nord e Centro Italia.
      Ma dove pensa che abbiano la residenza Formigoni, Bossi, Romani,Zambetti, Ciambetti, Conti, Mr. Pigliaru? A Termini Imerese o a Macomer?
      Come crede sia stata costruita – lo sò agli economisti questo concetto fa letteralmente eccitare – la supposta performance di EFFICIENZA del sistema sanitario al Nord, ad esempio, grazie agli esiti della densità di capitale sociale in Lombardia? Grazie all’assenza di opportunismo?
      Mah.. a questo punto si può proporre una correlazione tra i biondi o bruni e la propensione al voto verso i due candidati. Sono sicuro che se l’articolo è firmato da un economista che è anche proRettore del’Accademia cagliaritana il pezzo assumerà un valore di considerazione altissima, senza precedenti. Un dubbio: i calvi per chi minchia voteranno?

  17. grazia pintore says:

    Renzi ieri ha convinto di più di Bersani,è vero,ma non ha convinto me.Guardo alla sostanza e non alle parole.Berlusconi ha incantato con le parole gli italiani per 18 anni.Bersani ha fatto il ministro ed ha cercato di fare delle riforme anche se non gliel’hanno permesso.Come mai Renzi è tanto amato dalla destra? Non mi convince come non mi convinceva Berinotti,uomo di Rifondazione che fecwe cadere Prodi per le 35 ore.

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