Gianni Zanata è un giornalista e uno scrittore. Ieri sul suo blog ha pubblicato questo “Atto di dolore di un giornalista (iscritto regolarmente al sindacato)”, una straordinaria sintesi non solo di quanto sta accadendo a Sardegna Uno, ma anche in moltissime realtà editoriali e in tante imprese (non solo sarde). Per me rappresenta una vera e propria “Preghiera del Giornalista” e per questo ve la voglio riproporre. Grazie Gianni: parafrasando Fortini, il giornalismo è la lotta per il giornalismo. Ed è per questo che tu sei uno dei migliori colleghi che io mi vanto di conoscere.
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Atto di dolore di un giornalista
(iscritto regolarmente al sindacato)
Mio Padrone, mi pento e mi dolgo.
O Padrone,
tu che mi concedi la grazia e l’onore di poter lavorare ogni giorno nella Tua Azienda, nella Tua splendida Azienda, anche se talvolta lo splendore noi non lo vediamo, noi, ciechi e umili dipendenti, perché non siamo in grado di comprendere la Tua parola di mestizia e di sconforto;
noi non capiamo che se tutto va a rotoli, se non fai investimenti,
se mandi via i collaboratori, se ami circondarti di persone incompetenti,
se non hai una struttura commerciale in grazia di Dio (e scusa se oso nominare il Tuo competitor),
se non ci consenti di svolgere il nostro lavoro come sappiamo, come sapremmo e come dovremmo fare,
se Tu ti ostini a modificare ruoli e mansioni del personale,
se Tu insulti la nostra intelligenza,
se pretendi di fare carta straccia delle regole e dei contratti di lavoro,
noi non capiamo che se mortifichi le nostre professionalità è soltanto per il nostro bene;
noi, insipido popolino, ciurmaglia di bassa redazione, non lo capiamo, non siamo in grado di capire.
O mio Padrone.
O mio Padrone, che pur disprezzando il denaro, hai scelto per penitenza di amministrare una banca,
Tu, che non mi paghi lo stipendio (odioso e volgare denaro) per aiutarmi a capire fino in fondo il valore della povertà e dell’indigenza,
Tu, che pure i soldi dalla Regione e dallo Stato li prendi, o Padrone, fulgido e glorioso esempio di rettitudine morale, costretto a intascare vile, putrida e puzzona moneta, al solo scopo di darci alfine nobile e imperituro insegnamento;
Tu, Padrone, sappi che
mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati di onesto lavoratore, perché peccando e lavorando e facendo il giornalista ho meritato i tuoi castighi,
e molto più perché nel chiederti rispetto delle leggi e delle norme contrattuali, nel chiederti il pagamento puntuale degli stipendi (che orgogliosamente ci siamo decurtati del 35 per cento, per stare lontani da tutte le tentazioni del capitale e della ricchezza) ho meritato persino un licenziamento.
O Padrone,
sappi che mi pento e mi dolgo perché ho offeso Te, così infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa,
propongo con il tuo Illuminato Aiuto di non offenderTi mai più, e di fuggire le occasioni prossime di peccato.
O Padrone, misericordia, perdonaci.
Gianni Zanata
Prendere soldi pubblici per poi calpestare diritti e professionalità, a discapito del servizio stesso, personalmente lo considererei un furto.
Soprusi che si ripetono, ma che suscitano un’indignazione sempre nuova! Che amarezza! Che rabbia!
Un abbraccio virtuale a Gianni Zanata, ai suoi colleghi e a chi si rispecchia, anche se in realtà differenti, nelle sue parole.
Si, fate tanto i virtuosi, le vittime. Pero’ quando si tratta di fare il proprio lavoro volgete la faccia verso un’altra direzione. Interviste a politici per giustificare agli occhi degli spettatori il proprio mandato, senza alcun reale contraddittorio. Insomma svolgete la funzione di megafono. Mai visto una inchiesta su Sardegna 1. Non oso poi esprimermi sui talk show tipo Arasole’. O su quei Programmi fatti ad hoc e condotti da improbabili conduttrici (al momento praticanti, quindi non professionisti o pubblicisti), guarda caso fatti proprio a politici ecc. Il giornalismo se e’ vero giornalismo si fa sempre, non solo quando il padrone chiude i rubinetti. Vabbe’ dopo questa poesia ci sara’ la possibilita’ di fare il poeta. L’unico che fa informazione, paradossalmente, e’ il conduttore di Anninora . Detto tutto
oh franco, ma cosa c’entra quello che scrivi con gli stipendi non pagati !
E’ arrivato “me ne vado…”
Ammirazione e rispetto!
Lo so che dire Grazie può sembrare banale, ma a volte anche la banalità è necessaria. Perciò voglio ringraziare tutti, in particolare Vito, che è stato assai generoso offrendomi solidarietà, spazio e preziose parole d’affetto e di stima. Avendo lavorato insieme per un certo periodo, vi posso assicurare che lui è proprio così: un giornalista vero (evito una lunga schiera di ulteriori, benevoli aggettivi per non esser tacciato di leziosità o piaggeria).
Premesso questo, oggi per me e per i colleghi di Sardegna 1 (giornalisti e non) è giornata di sciopero. Oggi facciamo notizia noi. Noi che in genere siamo abituati a raccontare gli scioperi, le proteste e la disperazione degli “altri”.
E mentre rifletto sul fatto che la vertenza Sardegna 1 sarà una vertenza non facile (è una vertenza purtroppo che dura da almeno sei anni, se non di più) il mio pensiero va ai tanti giornalisti che vivono una situazione simile alla nostra, ai giornalisti disoccupati, ai giornalisti che vengono emarginati nelle redazioni, ai giornalisti non utilizzati o sotto utilizzati, impegnati (quando va bene) in servizi che non appartengono alle loro competenze specifiche, ai giornalisti precari che si sbattono ogni santo giorno per raggranellare stipendi (stipendi?) da fame, ai giornalisti che nemmeno riescono a essere precari, e anche a quei giornalisti che se ne fregano (ce ne sono, ce ne sono) e che per principio, o per scelta, o per comodità, o peggio ancora per rassegnazione, stanno sempre e comunque dalla parte dell’editore, o del padrone che dir si voglia.
Ecco, mi fermo qui, altrimenti finisce che qualche padrone o qualche pseudo-editore se ne esca con un: “forse non vi siete accorti che il mondo è cambiato”.
A questo siamo arrivati: all’inconsapevolezza del ridicolo.
Per tutto il resto, ovviamente, c’è la “Preghiera del Giornalista”.
Amen.
La libertà di stampa non è dei giornalisti, ma degli editori; però di gente che sa scrivere c’è sempre bisogno. Gianni, tieni duro, altrimenti mollalo!
vorrei dare la solidarieta’ a DOMENICO, un lavoratore di sardegna uno, e a GIANNI ZANATA ,avversario di molti anni fa a calcio.
Temo che il “padrone” rappresentato nella preghiera non sia esattamente una categoria che affligge solo i giornalisti. La cosa inquietante è che la classe giornalistica dovrebbe essere una di quelle categorie “di garanzia” di indipendenza e autonomia essenziale per una democrazia equilibrata, sicuramente meno dei giudici, ma forse un po’ più degli avvocati.
Già, infatti… http://www.cagliarifornia.eu/2012/09/stampa-isolana-figli-di-un-dio-minore.html
ci si potrebbe aprire un nuovo blog tipo: gente giusta nei posti sbagliati…quanti ce ne sono…. 🙁
nuovo incipt: non sto tanto a tempo indeterminato
Comunicazione di servizio.
Compare a tutti, alla fine dell’articolo/preghiera, questo link di pubblicità religiosa http://www.holyland-pilgrimage.org/it?gclid=COjhq5zu57ICFUte3godcBQABg ?
E’ normale? O è un’altra diavoleria di Santo Mazzella?
Mi sto preoccupando.
E’ Google, questa roba gira da mesi e mesi. Il titolare di un sito che non voglia offendere sensibilità laiche può scegliere di rimuovere dagli ads visualizzati in base alle parole chiave quelli con contenuti religiosi. Evidentemente non è stato fatto.
ma come funzione questa cosa degli ads?
Penso si trovi tutto qui http://www.google.com/adsense
grazie!
Pentiamoci adesso, pentiamoci tutti!
I Love You!
Onore a Gianni Zanata !!!