Che i suoi libri a Cagliari diano fastidio a qualcuno, Gianni Pesce lo sa benissimo. “Danno fastidio, e so pure a chi. Una casa editrice nazionale, dopo mesi di interessamenti e trattative, si è tirata indietro dopo la telefonata giusta”. Così il poliziotto che ha guidato per vent’anni il commissariato di San Michele, i suoi romanzi se li è stampati da solo. E in città non se ne è saputo praticamente nulla fino a quando un mese e mezzo fa, su questo blog, non è uscito il post “Quella volta che Falcone venne a Cagliari. E poi la droga, Andreotti, i sequestri di persona, i poveri diavoli di Is Mirrionis”. Gli straordinari libri del commissario Gianni Pesce.
Risultato: centinaia di copie vendute in poche settimane, non solo a Cagliari ma anche in altre librerie nel resto della Sardegna. E le richieste continuano ad arrivare. “Grazie al web ho scoperto che ci sono possibilità che non avevo mai considerato. La risposta è stata estremamente positiva”.
Per questo motivo non era neanche immaginabile che a Cagliari non ci fosse una presentazione ufficiale dei romanzi di Gianni Pesce. Detto, fatto: appuntamento venerdì 28 settembre a partire dalle 18, in via San Giacomo 117 nella sede dell’associazione Don Chisciotte, organizzatrice dell’evento. Insieme a me, ad intervistare l’autore, ci sarà Pino Cabras, mentre le letture saranno curate dall’attore Elio Turno Arthemalle. E per il sottoscritto sarà anche un’occasione speciale, visto che proprio venerdì festeggio il secondo anno di vita del blog.
Titolo della serata: “Cagliari criminale: la malavita, la giustizia, i poliziotti e i mafiosi all’ombra della Torre dell’Elefante nei romanzi di Gianni Pesce”.
“lo lo so che i libri come i miei danno fastidio all’assetto: perché criticano questo sistema in cui le mele marce sono messe al posto giusto”.
Reazioni speciali?
“Un giorno porto il mio primo libro ad un prefetto amico mio. Grande cordialità, anche lui mi regala un suo libro con tanto di dedica. Il tempo di tornare a casa che mi chiama: “Gianni, ma ti rendi conto di cosa hai scritto? Sei andato contro l’amministrazione! Devi cambiare quello che hai scritto qui, qui e qui”.
E lei?
“Gli ho detto che non se ne parlava proprio. E le assicuro che di telefonate così ne ho ricevuto diverse”.
Cosa vuole raccontare nei suoi libri?
“Innanzitutto voglio trasmettere le emozioni che io ho vissuto nel corso della mia esperienza professionale. E poi cerco di evidenziare come oggi nella nostra società spesso manchino principi fondamentali come il senso dello Stato, quello di responsabilità, l’altruismo, il coraggio. Oggi dire che la legge è uguale per tutti è ormai quasi una bestemmia”.
Come ha iniziato a scrivere?
“È stato per caso. Poi mi sono reso conto che in questo modo potevo lasciare ai miei figli un racconto più ragionato di quelle che sono state le mie esperienze più importanti. E poi mi sono accorto che quanto scrivevo poteva interessare una platea più vasta”.
Non si è inventato niente, vero?
“No. Ho solo smussato alcuni angoli, laddove qualche particolare in più avrebbe potuto mettere ancora oggi in seria difficoltà qualcuno”.
A leggere i suoi libri c’è da restare sconcertati.
“Non esiste giustizia, legge o politica che possa essere svincolata da un solido sistema morale, e parlo di morale laica. L’assenza di una morale laica determina crisi in cui stiamo vivendo. Dove anche le porcate hanno una parvenza di legalità”.
Lei ha diretto il Commissariato di San Michele tra il 1969 e il 1989. Com’era la “Cagliari criminale” di allora?
“Il salto di qualità lo si è visto a metà degli anni ’70 con l’arrivo della droga, facilitato da alcune nome che ne legalizzavano l’uso. Cagliari si trovò a fare i conti con cinquemila eroinomani disposti a tutto. La vecchia delinquenza fu travolta e iniziò una fase completamente diversa”.
Con la droga arrivò anche la mafia. E a Cagliari, per interrogare un trafficante che leri aveva arrestato, arrivò, su un aereo dei servizi segreti, il giudice Falcone. Che anno era?
“Il 1983. Nessuno era informato dell’arrivo del giudice. L’interrogatorio del mafioso che curava gli interessi di una famiglia a Cagliari non avvenne in un ufficio della commissariato, ma in una sala riservata del ristorante “Sa cardiga e su schironi”. La notizia di questa visita è sempre rimasta riservata, nessuno ne ha mai parlato prima che io la rievocassi nel mio libro. Falcone era un magistrato eccezionale. Bisognava entrare in sintonia con lui, perché aveva un modo di fare molto siciliano, mentre io da romano ero più abituato ad essere assolutamente diretto su tutto. Ma vidi come istruì il famoso maxiprocesso a Cosa Nostra: con una precisione incredibile, ci chiedeva le prove di ogni prova che portavamo. È stato veramente un eroe”.
Quali sono state le letture che le hanno facilitato questa sua nuova avventura da scrittore?
“Ho sempre letto le cose più varie, tutto quello che ho avuto sottomano l’ho sempre letto. Dal punto di vista letterario, mi piace molto Hemingway, così come i racconti di Kipling. Poi ho una passione per gli storici dell’antichità. Erodoto e Senofonte aiutano a capire molto dell’evoluzione della società. Romanzi invece ne leggo pochi”.
Perché?
“Un poliziotto come me la prima cosa che si chiede è se una storia quadra o no, se i particolari che sono raccontati sono credibili o no. E nei romanzi spesso ci sono persone con una pallottola calibro 9 nello stomaco che fanno cose inverosomili!”.
Progetti per il futuro?
“Ho ripreso a scrivere, ma con molta sofferenza. Nell’ultimo libro, Radici e sangue, ho raccontato come sono morte 32 persone che lottavano contro la mafia. Per la prima volta ho fatto nomi e cognomi veri, e non è stato facile”.
Teme l’arrivo di altre telefonate particolari?
“L’ultima mi è arrivata due giorni fa. Mi chiamano da un noto studio legale cagliaritano, la segretaria mi dice “Resti in attesa”. Pensavo che mi volessero preannunciare una querela e sono stato molto brusco. E invece era solo un notissimo avvocato che aveva letto i miei libri e mi voleva fare i complimenti. Mi ha anche detto che venerdì verrà alla presentazione”.
E voi, ci sarete?
Venerdì 16 novembre appuntamento con Gianni Pesce e i suoi romanzi alla libreria Miele Amaro, in via Manno a Cagliari! Si inizia alle 18.
Oh Vito, ma il libro “Mesineddu e altri racconti”? non lo pubblicizza neanche l’autore? XD o è “il meglio di gianni pesce? grazie
E’ appena uscito! Sono tutti racconti nuovi, a parte un paio.
Il fatto che qualcuno dia del fascista a Gianni Pesce mi fa sorridere perchè lo conosco. E’ umano, con i suoi pregi e i suoi difetti, ma molto onesto e con un altissimo senso della giustizia e del rispetto per gli altri. Mai votato a destra che io sappia (e lo so!). Mai sparato addosso a nessuno. Ha vissuto in una specie di bronx (primi tra tutti alcuni di quelli che occupavano le poltrone di pelle della nostra pubblica amministrazione e che avrebbero dovuto sostenerlo) dove ha saputo avere il rispetto dei suoi uomini, ma anche di molti dei suoi avversari semplicemente agendo con onestà. E’ stato talmente scomodo da pagare con continui attacchi professionali culminati con un vergognoso trasferimento. Ma non si è mai scomposto e ha continuato a servire lo stato con la stessa passione. Sul fatto che nei libri a volte sembra un pò Tex ci sta pure…ma fascista no. Proprio no. E’ un falso storico. E andava detto…
GLI ANNI 70/80/ DOVE PER PASSARE IN SAN.MICHELE CI VOLEVA IL PERMESSO DEI LOCALI (VIA SERUCI,IS MIRRIONIS,SAINT TROPEZ,)ERA GUERRA TUTTI I GIORNI,IO C’ERO NON ERA FACILE GESTIRE DOVE LA DELINQUENZA CERCAVA DI FARE DA PADRONA,LE RISSE PER STRADA E IN FAMIGLIA PESCE ERA SEMPRE PRESENTE,
FORSE PER VOI ERA FASCISTA CONTRARIO PERCHE’FACEVATE PARTE DELLE PERSONE CHE SCAPPAVANO AL SUO PASSARE,MA COME NOI CHE SIAMO CRESCIUTI IN UN QUARTIERE MISTO,PRIMI ARRIVI ANNI 1962 DALLE ZONE(PALABANDA,SANT’ELIA,AUSONIA,TUTTE ZONE DEL DOPO GUERRA ANNO REGALATO AD UNA ZONA IN NASCITA IL PEGGIO DEL PEGGIO) GRAZIE COMMISSARIO
DI AVERCI AIUTATO A CRESCERE ONESTI ANCHE CON I SUOI METODI.NELL’ASSASSINIO
DI WULSON SPIGA IO C’ERO SPARATO DA UN POLIZIOTTO NON FASCISTA MA POCO RIFFLESSIVO,GIULIANO MARRAS IO C’ERO UNA RAFFICA DI MITRA DI UN AGENTE NON FASCISTA,PESCE NON SPARAVA MAGARI TI MOLLAVA UN CEFFONE UN RIMPROVERO
MA CERCAVA DI METTERE PACE ANCHE NELLE FAMIGLIE DOVE I MARITI SI UBRIACAVANO E MALTRATTAVANO MOGLIE E FIGLI,UN LIBRO SCRITTO SENZA CONOSCENZA REALE DELLE PERSONE NON PUO’ESSERE REALE.
ho conosciuto pesce nel periodo piu’difficile vivere in san michele non era facile ma col pugno di ferro si viveva meglio pesce,peppone il nuorese e compani grazie del vostro lavoro.
Ringrazio Vito Biolchini ancora una volta per tutto quello che ha fatto; ci tengo poi ad esprimere la mia stima, oltre che la gratitudine mia e di mio padre, nei confronti dei ragazzi dell’associazione Don Chisciotte per il loro impegno e la loro disponibilita’. Grazie anche a Patrizio Zurru per la preziosa collaborazione, a Pino Cabras per il suo intervento, e complimenti ad Elio Arthemalle per la lettura dei brani: un contributo alla serata che ha fatto la differenza. Spero ci possano essere altre occasioni di confronto interessanti come quella di ieri. Infine grazie a tutti gli amici che hanno partecipato e si sono impegnati per la divulgazione dell’evento.
Carlo Pesce
Salve a tutti! Vorrei far presente a tutti che i libri di Gianni Pesce sono disponibili anche presso la libreria Miele Amaro di via Manno 88!
E anche alla libreria Tiziano e al Bastione! 🙂
caro vito e inutile e anche abbastanza fuori luogo censurare la mia opinione sul commissario pesce.
in via San Giacomo 117 c’è la sede dell’associazione culturale Don Chisciotte; con le spalle alla chiesa di San Domenico, nell’omonima piazza, rimane una stradina in salita sulla destra. Ci si puo’ arrivare anche da via San Giovanni, prendendo la traversa di fronte alla chiesa dove stanno effettuando dei lavori: credo si chiami San Cesello.
Ma in Via San Giacomo 117 c’è la serranda di un garage!!! Cos’è, la sede del Gruppo T.N.T.?…
po mai si andasa a mari non agattasa s’acqua…
Cioè? Tieni conto che ci sono persone poco pratiche di certe zone della città.
dico che il garage è dal lontano 2004 che si è trasformato nella sede don chisciotte. le serrande (che sono rotte) non vengono chiuse da diversi mesi. in compenso ci sono due ampie vetrate con diversi volantini appesi dove si evince chiaramente (ma se ti avvicini al vetro puoi anche vederlo con i tuoi occhi) che è la sede di una associazione culturale. se guardi bene ti accorgerai anche che i muri sono ancora anneriti dall’incendio di due anni fa. per finire, non ho capito il senso e il tono del tuo post. se verrai stasera non troverai automobili parcheggiate dentro, stanne certo.
Boh? Io manco da Cagliari, la mia città da anni. Solo da pochissimo sono tornato e da anni non passo in via San Giacomo. Ricordavo un garage, una volta e su Google Earth l’ho visto ancora lì. Tutto qui. La citazione del Gruppo T.N.T. era solo una cosa simpatica: una delle invenzioni più belle degli ultimi 40 anni.
Per favore basta dietrologie e sarcasmo del tubo: io vorrei solamente andare a sentire la presentazione, per chi cavolo mi hai preso???
scusami il medievista, ma permettimi di dirti che ci siamo fatti un tale mazzo a trasformare un deposito di rottami in un centro culturale che il suo primo commento mi ha un pò indispettito.. ma come avrà potuto notare, se è venuto all’incontro, non siamo poi così male:-).. del resto, la mia risposta era solo una battuta che mi ripeteva sempre mio padre quando mi diceva di portargli qualcosa ed io non la trovavo, si andasa a mari non agattasa mancu s’acqua.. a si biri..
Si, ho immaginato che fosse un semplice disguido. Ricordo che una quindicina di ani fa ci eravamo fatti un mazzo così per risistemare il Circolo “Chaplin”, alla Sezione Lenin di Piazza Galilei. Avevamo pulito, chiamato un imbianchino, organizzato un’inaugurazione con ciclo sui film di Pasolini. Ricordo i cosiddetti “rifundadori” (una generazione che mi pare ben diversa da quella attiva che c’è ora) che ci stavano a guardare senza dare una mano e continuando a giocare a carte. Ebbene, dopo pochi giorni dalla rimessa a nuovo, ecco il posto nuovamente sporco e ingombro di cicche. Non so bene cosa è successo dopo: io sono partito per lungo tempo ma conosco bene queste “fatiche di Sisifo”, ma spero che per voi sia andata molto meglio e anche al vecchio circolo che frequentavo allora.
Quindi mille auguri per l’associazione, io ieri non sono potuto venire in quanto precettato dalla famiglia…
grazie degli auguri, se sei in città passa a trovarci.. saludi e trigu..
Purtroppo non potrò esserci per motivi di viaggio. Se fosse possibile organizzare un secondo incontro fra qualche settimana…
nel mio quartiere il signor pesce,non era ben visto, usava dei metodi fascisti, e quindi non capisco tutta questa pubblicita’ per un’uomo considerato negli anni 70 un fascista, c’e una contraddizione tremenda in questo blog. un ex custode.
Era considerato un fascista, o lo era.La differenza è degna di nota.Lo scoprirò leggendo i sui romanzi?
Io li ho letti tutti, cosa era considerato non lo so, io oggi lo considero come un funzionario dello stato che ha fatto il suo dovere come vorrebbero tutti i cittadini.
Non è pubblicità anonimo: a Cagliari ci sono una marea di eventi in contemporanea, e poi succede che per una due settimane magari non c’è nulla. Questo è un esempio Nello stesso giorno in via San Giacomo vengono presentati questi bellissimi libri (meno male che è alle 18) poi alle 19e30 nei dintorni di piazzetta Savoia, un gruppo di appassionati di lettura si riunisce per parlare delle proprie letture estive. Ma siccome entrambi meritano andremo ad entrambi.
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Non lascio, raddoppio (lo spam). Che sagome questi vendolini …. 😀
Zunkbuster non ti conosco personalmente ma ti condivido quasi sempre! Forte!
la presentazione inizia alle ore 18.00. i libri si trovano da Patrizio Zurru.
Io sarò a Roma per la manifestazione del pubblico impiego, altrimenti avrei partecipato volentieri. In ogni caso sto leggendo i libri: ho finito “Giusto e Ingiusto” e mi manca qualcosa per Thai Connection e altri racconti”.
Sono molto interessanti dal punto di vista della cronaca e offrono uno spaccato della visione “sbirresca” della società, anche se di “sbirro” onesto. Forse un po’ troppo Tex Willer in alcuni passaggi (ma a volte la vita presenta storie e personaggi).
Io non ho vissuto gli anni ’70 a Cagliari, ma i passaggi dove i fascisti sono sempre vittime e l’ultrasinistra sempre carnefice mi sembra un pochino semplificatoria, almeno a sentire qualche racconto di chi invece quei tempi li ha vissuti (poi, io stesso sono stato testimone non partecipante degli scontri tra autonomi e servizio d’ordine del PCI durante la Festa dell’Unità d’apertura nazionale che fu organizzata a Cagliari bel 1974, mi pare. Zunk, tu che hai memoria storica puoi essere preciso.
Detto questo, a prescindere dal valore letterario delle opere (che comunque finirò di leggere acquistando anche l’ultimo, che mi manca, “Radici e Sangue”) devo dire che ce ne fossero “sbirri” così, magari con un visione del mondo un po’ manichea e “di destra”, ma con senso dello stato, attenzione alla cosa pubblica e riguardo per i cittadini, da qualsiasi parte stiano.
Compagno Sovjet, hai toppato la data di circa dieci anni, comunque io ero nel servizio d’ordine allora e ricordo un tafferuglio con alcuni fascisti, probabilmente del Fronte della Gioventù, poi un altro coi pattinatori di Ormus, anch’essi alquanto destrorsi, che in segno di sfida avevano lanciato i pattini oltre le mura della Fiera. Non fu niente di drammatico, sapevamo difenderci bene, mi incazzai soprattutto perché era un momento di fiacca ed ero impegnatissimo a suonare e cantare “Relax” dei Frankie Goes To Hollywood 🙂 .
esimi compagni, vi riferite a episodi distinti… una prima festa nazionale (di apertura) dell’ Unità si svolse a Cagliari nel lontano 77, sempre alla Fiera,,, in quella occasione il buon servizio d’ordine “picciano” non se la prese con pattinatori (fascisti o meno che fossero)bensì con poveri freackettoni nonchè frichilloni, hippios genovesiani, pischellini e pischelline della cosidetta (sic) ultrasinistra, rockettari, jazzofili e tutta la varia umanità antistaliniana che in quei tempi gioiosi andava calcando i prati dell’Utopia… calumet docet
Ah ecco … pensavo alla gigantesca Festa di Apertura degli anni ’80, quella con la gente appollaiata sui tetti dei capannoni per il concerto del compianto Lucio Dalla.
Forse era il ’77 e io avevo 13anni… Ma ricordo anch’io che lo scontro fu con la sinistra extraparlamentare più che coi fascisti.
No Zunk, sei tu ad essere giovane…il Festival d’apertura del 1984 lo ricordo perché era il mio primo anno di università e vidi i concerti di Dalla, Guccini e Nina Hagen. Ce ne fu uno precedente mi pare. In ogni caso, io avevo 11 anni (e sì ho iniziato presto!) e venni a curare uno stand con la sezione di Sanluri dove di arrostiva pesce. Ricordo le squadre del servizio d’ordine che partivano di corsa…
Ho letto i libri, i fascisti in effetti sono sempre delle povere vittime e gli apprtenenti ai gruppi di sinistra sempre dei disturbatori da reprimere con modi da sceriffo…in verte parti di giusto ed ingiusto sembra più di assistere alla trascrizione di un episodio di Walker texas ranger. Rispecchia appieno il modo di fare della stragrande maggioranza dei funzionari di polizia.
Fascisti sempre povere vittime? Ma abbiamo letto gli stessi libri?
Si…ma i fatti al Liceo o gli scontri con gli autonomi in “Giusto ed ingiusto” li hai letti o dici solo di averli letti questi libri? Mah…sceriffi picchiatori…ne abbiamo conosciuto tanti poliziotti così in questi anni…quelli che se la son presa con Aldrovandi,Roccardo Raman, Giulio Comuzzi, Manuel Eliantonio,Marcello Lonzi,Stefano Cucchi, Aldo Bianzino, Stefano Consiglio, ma che te li nomino a fare? …si potrebbe andare avanti per ore…fino a che si incentiveranno questi comportamenti fuori dalla legge di questi sceriffi questo paese non cambierà.
Scusa ma in “Giusto ed ingiusto” hai capito bene perchè è stato trasferito quando si è opposto ai metodi da cecchini per bloccare i rapinatori ?
Scusami Marco. Capisco che nei libri ci siano passaggi o alcune opinioni, che puoi non apprezzare. Si può dire che il personaggio sia a tratti “un po’ troppo tex willer” come scrive lo stesso soviet (ma ci sta come punto di vista mai nascosto da chi racconta). Ma mi sembra una reazione esagerata la tua. A parte qualche episodio isolato un po’ più ruvido, non c’è alcun elogio della violenza nei libri, l’ispettore mari investiga con intelligenza, caparbietà, rispetto della legge e umanità, tanto che queste qualità diventano uno degli aspetti interessanti del personaggio. Io so da questo blog che le vicende raccontate sono più che verosimili, non posso sapere quanto il personaggio Mari corrisponda all’autore Pesce perché non lo conosco di persona, ma credo per aver letto i libri che nei testi non viene rappresentato alcuno sceriffo picchiatore. Anzi si pone l’esempio di un modello diverso di poliziotto, che – mi piace pensare – forse avrebbe evitato alcune delle tragedie che citi e che molti di noi hanno seguito in attesa che sia fatta giustizia.
Dal libro citato, dove sono riportati alcuni episodi di scontri con la sinistra studentesca extraparlamentare (si fa riferimento più volte a Lotta Continua) sembra effettivamente che i giovani di destra fossero sempre vittime e quelli di sinistra sempre violenti e provocatori. Cosa che ci sta in un uomo che pone l’ordine e l disciplina tra i valori principali. Per essere fascista serve quel qualcosa in più di razzismo, etnico o culturale che sia, che lui no dimostra mai. È uno “sbirro” e gli sbirri sono quasi antropologicamente di destra. Lo è meno il funzionario della Digos che lui ad un certo punto sostituisce, più portato alla mediazione. Se proprio vogliamo approfondire la riflessione, possiamo ragionare su come la gestione “rude” del problema, che sul momento risolveva il sintomo (la scuola occupata, le manifestazioni non autorizzate ecc.) poi abbiamo avuto com effetto l’esplodere del fenomeno terroristico vero e proprio proprio perché quella rivolta non trovava spazi di sfogo istituzionale. il Mari-Pesce che emerge dai romanzi è senz’altro un ottimo poliziotto e un uomo onesto, ma ovviamente la sua valutazione dei fenomeni sociali risente – come per tutti – del suo apparato ideologico. Però, sempre dai libri, non era un picchiatore, né ricorreva alla violenza a cuor leggero. Mettiamola così, con Mari a capo del contingente, in Piazza Gramsci non sarebbe successo nulla e probabilmente avrebbe anche fatto sgombrare in qualche modo i nostalgici repubblichini nel momento stesso in cui mostravano simboli proibiti dalla Costituzione…
Non è certo un compagno, ma ce ne fossero!
Se è per questo negli anni ’80, a parte un personaggio decisamente di destra che non nomino, avevamo spesso la ventura di rapportarci con funzionari della Digos che, se non erano apertamente “compagni”, lo lasciavano intendere abbondantemente. Certo, l’apparato di formazione del poliziotto-tipo, ben più di quello del magistrato, si presta ad essere forse maggiormente conciliabile con un’impostazione “di destra”, ma destra o sinistra quello che conta è sempre il buon senso. In ogni caso, nell’arco degli anni ’80, manifestazioni pacifiste, contro il famigerato “Decreto Craxi” sulla scala mobile, movimento studentesco, casini vari, non rammento rapporti “ruvidi” con la Polizia, e neanche grosse provocazioni fasciste, a parte in occasione di un corteo per la pace conclusosi davanti alla prefettura, quando un gruppetto di fascio-fighetti infiltrati cercarono di contrastare il grido “Pa-ce, pa-ce” con quello “Du-ce, Du-ce”. La vera spina nel fianco, non a Cagliari ma regolarmente nelle manifestazioni romane, erano gli autonomi, che di regola, nei cortei che avevano termine a piazza del Popolo, si piazzavano nella parte terminale di via del Babuino a lanciare oggetti contundenti di ogni sorta.
Ahimè (o per fortuna visti o tempi che corrono) sono a lavoro. Mi confermate che i romanzi sono disponibili da Patrizio Zurru in piazza repubblica?
si tutti e quattro..
a che ora?
Sarò a Roma per l’ANCI tra due giorni, altrimenti avrei partecipato sicuramente. Buona presentazione!
Non mancherò per nulla al mondo
ho conosciuto pesce grazie a vito e a questo blog. è stata una lettura incredibile, che mi ha dato veramente tanto e che porterrò sempre con me come esortazione a trovare ogni volta il coraggio delle proprie idee e della verità. i romanzi di pesce hanno la loro principale forza nella sostanza dei contenuti ma tra tutte le storie raccontate ce n’è una, forse marginale, che mi ha colpito fino alle lacrime per la sua bellezza e umanità: è il capitolo una storia breve in giusto ed ingiusto. ancora complimenti.
Vorrei avere il dono dell’ ubiquità per poter partecipare all’evento, ma essendo membro dell’ associazione Karalettura il dovere mi chiama nei pressi del Caffè Savoia . Ma comunque se ci riesco passo “poco poco per sentire ” l’atmosfera intrigante…
Pubblicità all’associazione?