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Altri meglio di me sapranno raccontarvi chi era Gianfranco Pintore e che importanza ha avuto per la coscienza indipendentista e nella lotta per la cultura e la lingua sarda negli ultimi quarant’anni. Io però posso raccontarvi chi era per me: un giornalista fuori dall’ordinario, capace di una scrittura chiara e raffinata come pochi; un uomo colto, un intellettuale vero che non aveva paura delle opinioni altrui, che non cercava né l’applauso né il consenso, ma costruiva ogni giorno le condizioni perché le idee potessero confrontarsi. Senza ipocrisie.
Gianfranco aveva un’apertura mentale che soltanto chi viene escluso ingiustamente dalle platee che contano mostra generalmente di avere. La sua intelligenza e la sua scrittura avrebbero meritato la massima visibilità possibile, come quando da giovane aveva trovato spazio in testate come l’Unità e l’Espresso. Ma oggi le sue idee forse venivano considerate realmente troppo urticanti, per cui da tempo sui giornali non lo si leggeva più. E forse anche voi probabilmente non l’avete mai sentito nominare: eppure è stato uno dei più grandi giornalisti sardi da cinquant’anni a questa parte.
Quando ho iniziato a fare questo mestiere, Pintore veniva indicato a noi giovani cronisti come una voce da ascoltare se si voleva capire veramente la Sardegna. Io l’ho conosciuto tardi, attraverso il suo blog che è stato per me e per tanti un punto di riferimento quotidiano. E nel suo ultimo post, solo tre giorni fa, Gianfranco aveva festeggiato un milione di pagine lette: “No isco pro ite, ma so cuntentu”, aveva scritto.
Questo blog è debitore di tante cose a Gianfranco Pintore. Non solo di spunti e opinioni, ma anche di visibilità (mi aveva selezionato tra i siti che consigliava ai suoi lettori, e questo mi ha aiutato tantissimo) e soprattutto di incoraggiamenti. Caro Gianfranco, sapere che tu mi consideravi un tuo collega è stato e resterà per sempre per me, un grande onore.
Ma Gianfranco a me si è mostrato anche come una persona di straordinaria sensibilità. “Caro Vito, è da quattro giorni che non ti leggo. E’ successo qualcosa?”, mi aveva scritto l’estate scorsa. Non era successo nulla, ma lui si era preoccupato per me, per un collega che non aveva mai visto né conosciuto di persona.
Caro Gianfranco, grazie per avermi insegnato a guardare alla Sardegna con occhi diversi. Io da oggi senza di te mi sento veramente più povero. Perché, anche se non te l’ho mai detto, eri per me un maestro e un modello. E per tutte le cose che mi hai insegnato, io oggi ti ringrazio.
Gianfranco Pintore, giornalista, scrittore e intellettuale, è scomparso ieri all’età di 73 anni. Condoglianze alla famiglia e agli amici.
Questo era il suo straordinario blog: http://gianfrancopintore.blogspot.it/.
Leggetelo: vi sorprenderà.
Eravamo compagni di classe al Liceo Galileo di Firenze. Studiavamo spesso assieme, specialmente filosofia. Avevano anche uno scambio politico, lui allora giovane comunista tutto Fgci ed io allora socialdemocratico, ma più che altro ammiratore di Saragat. Potrà sembrare strano, ma questo scambio politico fu proficuo, eravamo ambedue critici delle nostre posizioni. Già fin da allora si distinguevano le tracce di un sardo militante.
Diversi anni dopo c’incontrammo a Roma, lui giornalista ed io vicesegretario nazionale dei giovani socialisti. Poi ci siamo persi: io ho smesso di occuparmi di politica in prima persona, lui per tutte le esperienze che lo hanno portato ad essere un protagonista culturale della società sarda.
Lo abbiamo ricordato di recente, a Firenze, in un ritrovo di compagni della vecchia III^ C.
Grazie amici del ricordo di mio fratello.Sono attaccata al computer e leggo tutti quelli che scrivono su di lui,è un modo per non staccarmi da lui.Grazie,grazie
Ia connotu a Zuanne F. Pintore una pariga de annus a oi in Pabillonis, in “s’arvure birdi” in ocasioni de sa presentada de s’ùrtimu bellu libbru cosa sua “sa losa de osana”. Libbru chi agoa eus fintzas presentau in Sàrdara cumenti de Pro Loco.Tèngiu bellu arregodu de cussu merii de basca de istadiali passau impari a fueddai e arrexonai no sceti de su libbru. Sa presentada fut andada beni meda, fata a sa presèntzia de unu bellu pùbblicu. Presentis fintzas s’editori Cheratzu e prof. Gigi Sanna. Iau registrau in àudio-vìdeo sa presentada e posta nci dda iaus in youtube/situ de sa bibblioteca comunali de Santu ‘Engiu. Sa presentada dda iaus fata totu in sardu, ellus! A prus de su vìdeu postu in custu blog, podeis ascurtai fintzas custu.
http://www.bibliotecadisangavino.net/index.php?option=com_hwdvideoshare&Itemid=88&limitstart=75
http://www.bibliotecadisangavino.net/index.php?option=com_hwdvideoshare&Itemid=88&limitstart=60
Chi is ideas suas sigant a bivi in sa conca e in su coru de is chi abarrant!
Giampàulu Pisu
L’apo connotu cando sa Condaghes m’at imbiadu su manoscritu de “sa losa de Osama” pro chi l’aere dadu un’isperiada. Non lu connoschia in persone, ma aia lèghidu meda de su chi aiat iscritu fintzas dae sos annos setanta. Est istada s’ocasione pro nos connòschere, e mi so agatadu bene cussas pagas bias chi l’apo àpidu a faeddu, e isse puru creo. Como isse puru no nch’est prus. Andadu isse puru. Apo pensadu, apena l’apo ischidu, chi a tzertas edades sa sorte nos nche leat dae acurtzu sas persones chi amamus e istimamus de prus, cuddas chi galu nos podent dare meda solu cun sa presèntzia issoro. Nos imbarat su chi dae isse amus imparadu, e no est paga cosa.
Caro Vito, non mi considero una persona con una grande cultura ma dopo aver letto la biografia che hai pubblicato mi sono chiesto: come è possibile che per me Gianfranco Pintore sia un nome che mi suona familiare, un giornalista di cui dovrei aver letto qualcosa, ignorando completamente la sua persona e la sua opera? con l’aggravante di esser uno di quelli che si interessa ai temi trattati da questa grande persona? Sarebbe troppo semplice rispondermi che sono un ignorante, come magari molti di quelli che leggeranno questo mio commento penseranno, sarebbe un piccolissimo problema. Ma credo che siano tanti i miei coetanei che ignorano la figura di Pintore. Cercherò di rimediare a questa mia grave mancanza perché per fortuna, le grandi persone, possono insegnarti qualcosa anche dopo la loro morte.
Caro Supresidenti non sei un caso isolato. Allora forse c’è da domandarsi perché nei luoghi del dibattito culturale in Sardegna, come in altre regioni d’Europa, non si riesca a trovare spazio per tutti quelli che lo meriterebbero, non perché per forza la si debba pensare come loro, ma perché hanno qualcosa da dire di interessante, qualcosa che accende una discussione vera. E perché invece ritornano sempre gli stessi nomi e le stesse facce (anche se, a volte, autorevoli e gradite, pur sempre le stesse) che molto spesso non producono alcun dibattito?
nel caso in questione credo che la tua domanda abbia una risposta.. fai vergognare il colonizzato delle sue origini, della sua lingua, della sua storia e l’occupazione della sua casa sarà molto più semplice. sto leggendo la biografia di Fela Kuti, politico e musicista nigeriano. nelle sue canzoni ci sono tante risposte.. a si biri..
Era veramente un grande Sardo ed un uomo e continuerà a vivere nei cuori e negli atti dei tanti ai quali ha saputo trasferire il grande amore per la Sardegna e per la sua cultura. Io gli devo tanto. Piergiorgio Massidda
Conoscevo da molti anni Gianfranco Pintore, mi spiace davvero che la sua voce da oggi non ci sia piu’. E insieme alla sua intelligenza ci mancano anche le idee e le posizioni scomode di Ugo Dessy, Cicito Masala, Giovanni Lilliu, Michele Columbu e di qualche altro sardo vero. (c.c.)
Caro Vito amato e stimato, lo so che non c’entra nulla o, come dicono i veramente fighi, sono off topic ma … che fine ha fatto sardegnaquotidiano?
unu blog mannu mannu de aberus su suu e una persona de importu mannu issu .
Adiosu a si mellus biri ZuanneFrantziscu
Adiosu fradi stimau! De imoi nantis t’eus a biri in s’arregordu!!
Questa è la biografia di Gianfranco Pintore scritta da Francesco Casula.
Gianfranco Pintore nasce ad Irgoli (Nuoro) il 31 agosto 1939. Nel 1951 lascia la Sardegna. A Firenze frequenta il ginnasio, il liceo classico e si iscrive all’Università. Ha in testa un’idea: la laurea non serve per il mestiere di giornalista che vuol fare e fa gli esami che gli interessano: in Architettura con Ludovico Quaroni, in Scienze politiche con Giovanni Spadolini, di Giurisprudenza. Intanto, a partire dal 1962 fa il “volontario di cronaca” nella redazione fiorentina di “L’Unità” e nel 1965 è chiamato alla redazione centrale a Roma, per la quale lavora prima nella sezione cronaca e quindi in quella degli esteri. È inviato speciale e per un certo periodo corrispondente da Varsavia. Dopo le sue dimissioni da ”L’Unità” in seguito all’invasione della Cecoslovacchia, lavora nel settimanale “Mondo Nuovo” e quindi, a Milano, nel settimanale “Abc” come inviato e infine come redattore capo.
Nel 1973 stipula con la casa editrice Mazzotta di Milano un contratto per la redazione di un saggio che l’anno successivo è pubblicato con il titolo “Sardegna: regione o colonia?”. È lo studio del rapporto conflittuale fra la comunità di Orgosolo e lo Stato, giocato fra storia, tradizione orale, testimonianze, ed è anche la ricerca di quanto Orgosolo rappresentasse lo spirito dell’intera Sardegna, di quanto in altre parole la Sardegna potesse sentirsi rappresentata dal sentimento comunitario del paese, altrimenti e altrove descritto come “il paese dei banditi”.
All’uscita del libro decide di restare in Sardegna, come corrispondente di “L’Espresso” di Eugenio Scalfari prima e successivamente di “Tempo illustrato” di Lino Jannuzzi. Lavora anche per “La Nuova Sardegna” di cui fa l’inviato e conduce una serie di campagne di stampa. Quella per il bilinguismo e quella per la Zona franca gli costerà il licenziamento in tronco per richiesta esplicita di un dirigente di partito decisamente contrario e all’uno e all’altra. Dirige a Nuoro la prima, e per ora unica, radio libera bilingue, “Radiu Supramonte” e fonda a San Sperate il mensile “Sa Sardigna”, anch’esso bilingue.
Nel 1981 esce il suo romanzo in italiano “Sardigna ruja”, storia della contrastata industrializzazione forzata delle Terre interne della Sardegna che ha come effetto il sorgere di una banda guerrigliera che dà il nome al romanzo. A questo fa seguito, nel 1984, Manzela, romanzo in italiano sugli effetti che il conflitto fra codice italiano e legge consuetudinaria ha sulla vita di un giovane intellettuale e della sua compagna, Manzela (Mariangela).
Dalla seconda metà degli anni Ottanta alla prima metà del decennio successivo a Cagliari dirige il periodico del Partito sardo d’azione “Il Solco”. Nel frattempo, nel 1986, pubblica con Rizzoli “Sardegna sconosciuta”, un viaggio in cento tappe all’interno della civiltà dei sardi per raccontare a turisti curiosi l’altra faccia, quella più intima e insolita, di un’isola prevalentemente visitata per le sue spiagge (una seconda edizione, riveduta e corretta, è pubblicata, sempre da Rizzoli, nel 2001).
Nel 1989 il suo romanzo “Su Zogu” ottiene il premio Casteddu de sa Fae di letteratura in lingua sarda: in un futuro non molto lontano, in una Sardegna divisa tra Coste e Terre interne, un gruppo di giovani si ribella alla dittatura paternalistica imposta al centro dell’isola. Nel 2000, con il titolo “La caccia”, ne esce la traduzione in italiano.
Nel 1996, pubblica il saggio sul federalismo “La sovrana e la cameriera”, titolo evocativo del rapporto esistente fra l’autogoverno pieno che avrebbe dovuto realizzare i diritti storici della Sardegna in quanto nazione e l’autonomia storicamente realizzatasi in Sardegna.Tornato a Nuoro, dirige l’emittente bilingue “TeleSardegna”, per la quale cura anche il primo telegiornale in sardo, Telediariu, e fa l’editorialista per il quotidiano “L’Unione Sarda”.
Nel 2002, pubblica il romanzo in sardo “Nurai”. Nel 2006, insieme a Natalino Piras e a Giulio Angioni, pubblica il volume “Lula”. Nel 2007 scrive un altro romanzo in lingua sarda “Morte de unu Presidente”, un noir che prende le mosse dall’assassinio del Presidente della Regione sarda. Sembra un omicidio a sfondo sentimentale ed è ben altro. Nel 2009 pubblica un altro romanzo in lingua sarda “Sa losa de Osana” (“La stele di Osana”).
Muore, dopo una lunga malattia, il 24 settembre 2012.
Grazie Vito per questo ricordo
Una giornata triste oggi perchè la Sardegna ha perso un baluardo della sua coscienza e della sua identità: Gianfranco Pintore.
Se ne va un mente libera e tenace che avrebbe potuto fare ancora molto per la sua terra.
la sensazione e che ogni giorno che passa ……….. rimaniamo sempre piu soli………..
…da qualche parte ci sono, in una di quelle due o tre scatole che mi seguono di trasloco in trasloco da trent’anni, le lettere di Gianfranco Pintore. Assieme alle altre lettere e cartoline di quando si comunicava così, e stando chiusi in una cella c’era il tempo e la necessità di scrivere e leggere. Traccia a metà di uno scambio di idee, opinioni, scazzi, l’altra metà (le lettere che scrivevo io) persa o magari solo dispersa in altre scatole assieme ad altre mezze tracce.
Per un lungo periodo, dopo esserci conosciuti alla fine degli anni ’70, ci siamo scambiati opinioni epistolari, sognando una Sardigna libera dalle presenze pesanti che l’avevano segnata, e finalmente “laboratorio” di esperienze e sperimentazioni autoctone, ma con respiro internazionale, nel campo della cultura edell’economia, delle aggregazioni sociali, delle allora poco conosciute energie alternative.
Poi, dopo il carcere, solo un brevissimo e fugace incontro, poi più niente. La lettura saltuaria del suo blog, e la convinzione ci sarebbe stata l’occasione di riprendere quei discorsi, l’inconsapevolezza del trascorrere del tempo, tempo che si fa giustamente beffe dell’arte malinconica del rimandare.
Mi toccherà andare a cercare quelle lettere…
Ciao Gianfra’.
Benigno Moi
Leggevo spesso il blog. Ciao Gianfranco.
Adiosu Juanne Vranziscu, omine vonu e de gabale.