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“Bisognerebbe che il sardo venisse insegnato nelle scuole…”. Quante volte l’avete sentito dire? Tante, vero? E magari da persone che neanche lo sanno che il sardo nelle scuole si insegna già! E allora ve lo dico io: nelle scuole sarde di ogni ordine e grado (dalle materne alle superiori) si può insegnare qualunque materia usando la lingua sarda, comprese le cosiddette varietà alloglotte (Catalano di Alghero, Tabarchino, Turritano e Gallurese).
Il progetto, sostenuto dalla Regione, è arrivato alla sua quarta annualità. Si tratta di una sperimentazione iniziata dalla Giunta Soru e proseguita ora con quella Cappellacci. L’assessorato alla Pubblica Istruzione aiuta le scuole che presenteranno il loro progetto stanziando complessivamente centomila euro. Non è una grande cifra, è vero: basti pensare che il Friuli Venezia Giulia per una iniziativa analoga spende ogni anno un milione di euro!
Come spiega l’avviso, “le proposte di progetto dovranno prevedere l’utilizzo della lingua sarda esclusivamente in forma veicolare durante le lezioni, qualunque sia la materia insegnata. I corsi dovranno avere una durata minima di ore, ripartite in almeno due ore settimanali per tre mesi. Le lezioni potranno essere svolte o dall’insegnante titolare o in alternativa da un esperto esterno. In entrambi i casi il docente che terrà le lezioni dovrà essere di madrelingua sarda o possedere una competenza attiva e passiva della lingua sarda almeno di livello C13 secondo il Quadro Comune Europeo di Riferimento per la conoscenza delle lingue (QCER)”.
Ogni istituto potrà presentare un’unica proposta di progetto. Possono fare istanza gli istituti singoli o Comprensivi, a patto che l’istituto che presenta un progetto come singolo non sia all’interno di un istituto comprensivo che a sua volta presenti un altro progetto.
Una volta pervenute le proposte (la scadenza è il prossimo 29 ottobre) l’assessorato stilerà una graduatoria e assegnerà a ciascun progetto non oltre 2500 euro.
L’anno scorso gli istituti che hanno aderito all’iniziativa sono stati novanta (soprattutto scuole elementari e medie), in rappresentanza di tutte le parti dell’isola.
Ecco l’avviso, mentre qui potete scaricare i moduli per partecipare al bando.
Ajò amici insegnanti, non tiratevi indietro! Non avete letto dello studio condotto anche dall’Università di Cagliari che ha dimostrato come i bambini che i bambini bilingui riescono a svolgere i compiti previsti in modo più brillante rispetto ai colleghi monolingui? Partecipate e fate girare allora.
“E Ryanair cosa c’entra?”, direte voi. Niente. Però il video del comandante che atterra a Cagliari e saluta i passeggeri in sardo ci racconta di una possibilità realmente a portata di mano. Chissà se si tratta di una iniziativa estemporanea o di una precisa decisione aziendale. Sta di fatto che la Regione potrebbe istituzionalizzarla, chiedendo alla compagnia di utilizzare anche il sardo per comunicare con i passeggeri.
Per sapere a quali pericoli si andrà incontro sarà sufficiente leggere,per esempio,un biglietto in utilizzo a Nuoro per trasporto pubblico in città:uno scandalo:viene fatto scempio della nostra linguache rimane una cosa troppo importante per essere lasciata gestire da coloro che ne abusano per eccessi bottegai.
OT: Vito, questa l’hai letta?
http://www.castedduonline.it/index.php/cronaca/senegalese-pestato-nel-largo-dagli-agenti-della-municipale-un-ragazzo-filma-la-scena-eplode-la-polemica2/39343
dey fatzu una pregunta , nosu boleus( de aberus ca is nostrus fillus imparint su sardu a sa iscola o du boleus fai morri ? deu pensu ca si seus bogendi unu deretu a solus . bisongiat ca fadeus unu movimentu reali po sarbai sa limba nostra . du boleus de aberu utilitzai po donnya cosa normali comente una limba normali o da boleus serrai una borta po sempri.
si bieis sa situatzioni ca ddoi est in catalonnya aturais ispantaus , si fais una pregunta in ispannyolu t’arrespundinti in cadalanu .
a su finali deu pensu ca usai su dinai po sa limba si podet donai sa possibilidasi de pigai cussentzia de chini seus e aundi biveus .
Caro Biolchini,
mi pare che la notizia sui fondi regionali per la scuola vada un tantino approfondita.
Per es.
“L’assessorato alla Pubblica Istruzione aiuta le scuole che presenteranno il loro progetto stanziando complessivamente centomila euro. Non è una grande cifra, è vero: basti pensare che il Friuli Venezia Giulia per una iniziativa analoga spende ogni anno un milione di euro!”
Invito a guardare questo (cercare su google):
Allegato n. 2 alla Delib.G.R.n. 32/65 del 24.7.2012
I soldi ci sarebbero anche, ma dove vanno a finire?
E’ giusto che alla scuola vadano 100.000 euro e per una conferenza se ne prevedano 20.000 (ventimila)? E che per gli sportelli linguistici se ne prevedano 500.000? (servono di più, per la lingua sarda, gli sportelli o la scuola?) E che per la promozione dell’informazione e comunicazione in lingua sarda e nella varietà alloglotte se ne mettano 200.000?
Diciamolo con franchezza: la scuola è l’ultima ruota del carro… Perché? Perché i soldi è molto meglio usarli per produrre clientele.
Con 100.000 euro nella scuola non si fa una beneamata m…, siamo d’accordo: basterebbe mettere nella scuola la maggior parte dei soldi disponibili, anziché farne cattivo uso.
Ci ha scritto Tiziano Cocco, abbiamo integrato la sua dichiarazione nella pagina…
Comunque io sono un po offeso perché Cappellacci è andato a trovare l’emiro ma l’emiro… aveva altro da fare.
E non l’ha ricevuto.
Cappellacci si sarà offeso come me oppure no?
Giustamente l’emiro aveva di meglio da fare.
Vito una piccola chicca che forse porrebbe non interessare a nessuno. Fonte Piu che attendibile mi ha riferito che a fare l’annuncio non è dato
Il capitano ma bensì uno steward, ovviamente sardo, che sebbene viva all estero non si è dimenticato della sua terra. In ordine alla solita contrapposizione insegnare inglese e non sardo, io penso in tutta franchezza che si tratti di una grande cretinata. Provate a chiedere ad un catalano : ‘ scusa ma anziché il catalano non potevi imparare l’inglese?’ vi ride in faccia prendendovi per matti. Ma i catalani sono e si sentono una nazione, i sardi… Lasciamo perdere che è meglio
Il problema caro Amsicora è che il catalano studia *anche* l’inglese. Non solo il catalano che a differenza di noi è la lingua ufficiale.
Prova a dire invece al catalano, che sai parlare l’italiano, il sardo, ma non conosci altre lingue. Allora si, ti ride in faccia.
Non lo so , ogni anno da quando ero io alle medie ,ed è tutto dire,sento questa proposta ma sono sempre pochi gli istituti e gli insegnanti che aderiscono.Io per esempio lo capisco, almeno quello del campidano ,ma non lo so ne parlare ne scrivere però mi piace sentirlo nelle nuove leve ,anche nella musica ,certo quando è parlato correttamente e dall’accento il pilota mi sembra proprio di origini sarde.Mi è piaciuta in modo particolare l’iniziativa di un ragazzo di Quartù che ha inventato l’applicazione per il cellulare di ultima generazione con il dizionario in sardo io non lo posso usare perché non ho il cellulare di ultima generazione ma è comunque una bella iniziativa
Una respusta po su sennori liberati e po cristian76 , po liberati ,est cussa sa tollerantzia ca si podit imparai istudiendi sa religioni ? su modu de fustei de fai brullas e congetturas subra de su sardu est tipica de unu ca is deretus tzivilis no scint nemancu ita funt . no tenni sa possibilidadi de podi fueddai e biri ca si chistionas su sardu ses grezzu ,ses antigu . custa est sa tollerantzia ca t’ant insenniau ?
Po Cristian76 , s’inglesu du imparas e empreas in logus aundi si fuedda s’inglesu est una tonteria cussa de gasti dinai in progetus comenti Sardinia speak english…..ti du nau “con cognizione di causa “…bivu in irlanda !!!
Però chi si è specializzato nella didattica e nell’insegnamento del sardo è escluso dall’accesso all’insegnamento. Fa sorridere, no?
Si potrebbe, per esempio, sostituire l’ora di religione con l’ora di lingua sarda. Se avessi un figlio preferirei di gran lunga poter scegliere per la seconda possibilità!
Per orientarsi e confrontarsi con la complessità del mondo contemporaneo (ma anche il mondo antico) molto meglio lo studio delle religioni.
Essendo facoltativo preferisco farne a meno, per me e per i miei figli! Per orientarsi e confrontarsi basta sviluppare un senso critico, il che non è una prerogativa dell’ora di religione!
E, infatti, hai ragione… “basta sviluppare il senso civico”… che non può essere imposto per legge. Imporre l’uso della lingua, equivale a ucciderne le potenzialità culturali.
Bravu Vito, nousu ci provaus e sigheusu a du fai. si poi is professoris olinti fai ascurtai una bella canzonedda a is pippius podinti sempri scarrigai custu video..
saludi e trigu.
http://youtu.be/Hxlw_csrZro
Io ho studiato il sardo a scuola. Sin dalle scuole medie inferiori: poesie, tradizioni. Avevamo raccolto anche materiale e pubblicato un libro in sardo.
Utilità? zero.
Ora dico che avrei 1000 volte preferito imparare sin da piccolo la lingua inglese.
chiariamo nulla contro l’uso del sardo e contro il suo insegnamento. Ma in periodi di crisi come questo meglio destinare le risorse a qualcosa che possa portare vantaggi nel mondo di lavoro. Direi che conoscere l’inglese è un grande, grandissimo vantaggio.
Per quanto riguarda il sardo, basterebbe 1 ora alla settimana, dedicata però non solo allo studio della lingua in se, ma alla conoscenza in generale della Sardegna, delle sue origini e della sua storia.
non parlare l’inglese è una delle cose che mi rammaricano di più, però cristian io ti invidio per il fatto che hai studiato il sardo a scuola. non dobbiamo cadere nel tranello “utilitaristico” che l’inglese serve per il lavoro e il sardo non serve a nulla. il sardo è la nostra lingua e l’inglese è quella che potrebbe farci conoscere meglio il pianeta dove viviamo (ma anche il cinese, lo spagnolo, ecc..)
a si biri
candu mai is sadrus non scinti chistianai su sadru candu deu che seu inglese d’apu imparau!!!!!!!!!!!! bisogeddu de du imparai a scola……toccada a du chistionai in domu cun is fillusu!!!!
E tutto perchè negli anni 70 era “fuori moda” parlare in Sardo! (chi lo parlava veniva etichettato come “Biddunculu”)
non m’as cumprendiu.. chistionai du chistionu.. esti a du scriri beni chi ancora non seu bellu meda.. ma tra non scriri e du scriri mali esti mellusu a du scriri mali a cumenti seu fendi immoi.. poi deu biddunculu du seu de diaderusu:-).. saludi jj..
amarola che si scridi mali……….finzas in moi non s’agattada cosa de ligi in sadru……ma a origa s’imparada su propriu!!!!! onorata ad essere una ‘biduncula’ anche se di adozione!!! Long live the Sardinian ‘language’ Asibiri Supresidenti!
1 ora a settimana??? Ma io lo farei insegnare al posto dell’italiano!!
E noi l’abbiamo fatto solo alle medie, un corso di Limba del nostro paese. Ma troppo poco. Per me, il Sardo dovrebbe sostituire l’italiano in tutto e per tutto. Poi, ovviamente, questa è la mia idea che tu, sicuramente, non condividerai. Però io avrei fatto così.
Ciao Vito, come sempre copio e incollo e…
(…) Ajò amici insegnanti, non tiratevi indietro! Non avete letto dello studio condotto anche dall’Università di Cagliari che ha dimostrato come i bambini che i bambini bilingui riescono a svolgere i compiti previsti in modo più brillante rispetto ai colleghi monolingui? Partecipate e fate girare allora. (…)
Allora?
Allora caro Vito siamo a cavallo. Tutto a posto e nel migliore dei mondi possibili grazie al bilinguismo.
Ci avessero pensato prima, oltre che nel migliore dei mondi possibili, saremmo nel Paradiso Terrestre.
grazie od Vito, per interessarti del sardo…