Protestare senza delegittimare le istituzioni. Criticare duramente la politica senza sconfinare nel qualunquismo. È ciò che le persone responsabili in Italia dovrebbero fare. Sotto il Consiglio regionale di via Roma a Cagliari, oggi invece abbiamo visto tutt’altro. Un manipolo di gente qualunque, attirata da una parola d’ordine qualunque, pronta a fare cose qualunque. Cioè sbagliate.
Se la democrazia tanto invocata da coloro che dicono di voler riformare la politica italiana si risolve nel fischiare il deputato Federico Palomba (senza motivo, perché al di là delle spaccature interne l’Italia dei Valori sul tema delle indennità ha sempre avuto una linea coerente) o addirittura impedire alla consigliera indipendentista Claudia Zuncheddu di parlare (vergogna, perché la Zuncheddu l’altra notte si è addirittura astenuta e ha ben spiegato in una nota i motivi tecnici di questa scelta), io non ci sto.
Non si alimenta in maniera così maldestra il malcontento, non si fomenta la piazza. Prima di indignarsi bisogna innanzitutto capire. Di quanto si sono ridotti lo stipendio i consiglieri regionali l’altra sera? La norma è talmente pasticciata che secondo la Nuova Sardegna di oggi affianco all’interpretazione prevalente che ha fatto indignare molti, ce n’è un’altra secondo la quale il taglio mensile sarebbe addirittura di 2779 euro lordi!
Ma la prudenza e i buoni argomenti ormai non servono a niente, la gente vuole protestare e basta, entrare nel merito delle questioni sembra solo una perdita di tempo. La gente vuole incazzarsi senza aver ragionato prima: questa è l’antipolitica. E chi la cavalca è un’irresponsabile perché ottiene (così come è avvenuto stamattina) dei risultati sgradevoli e forse nemmeno messi in conto, come i fischi vergognosi a Palomba e Zuncheddu.
Non si va in piazza a demolire le istituzioni, non si alimenta il qualunquismo, non si scherza col fuoco della democrazia e della protesta. La lotta politica è un’altra cosa. C’è un aria di criptofascismo nascente in Italia. E leggere in pubblico i nomi dei 63 consiglieri regionali come è stato fatto stamattina è sbagliato, stupido e pericolossissimo. e speriamo di non doverne pagare un giorno le amare conseguenze.
http://www.liberiasinistra.it/art/2012/06/21/stipendi-consiglieri-ecco-i-conti-che-nessuno-vuole-rendere-pubblici_1808
(Posto in testa perché non vengono accettate repliche)
Gentile Ale Sestu,
non utilizzo i feed (altrimenti passerei il mio tempo a cancellare i messaggi dalla mia casella) quindi mi capita spesso di non vedere commenti come il suo (che ho notato per puro caso).
«Gentile Ainis, riguardo i vari punti di riflessione proposti mi interessa in particolare il primo: vorrei chiederle, se ha la pazienza di accontentarmi, un chiarimento. Ho dato uno sguardo veloce al bilancio Saras (2011) e mi pare di aver capito che c’è stato un utile di 11.039 milioni di euro. Come ha scritto lei, soldi veri ! Ho pensato però che la gran parte di questi soldi non sta in Sardegna, ma vola velocemente a Milano. Qui rimangono quelli necessari per pagare gli stipendi ai dipendenti, e basta. Non sto dicendo che sono rinunciabili, anzi: sono fondamentali. Volevo solo capire se quella cifra (11 miliardi) è per la Sardegna solo un miraggio, oppure vengono reinvestiti, almeno in parte, nell’isola. Cordialmente.»
Non se la prenda con me per la risposta, ma credo che lei dovrebbe studiarsi un pochettino come funziona un’azienda. Detto in altri termini, la sua domanda è priva di senso (almeno per me) incluso il fatto che SARAS «pagherebbe solo gli stipendi» (cosa dovrebbe fare con i dipendenti, adottarli assieme alle famiglie?).
Comunque davvero non capisco cosa intenda (non si offenda, ma per colloquiare è necessario condividere un lessico): SARAS ha investito (ed investe correntemente) cifre ingenti per l’aggiornamento degli impianti, lo sviluppo di nuove tecnologie (ad esempio la generazione di energia) e i servizi. Ovviamente gli investimenti sono vincolati strettamente ai fini aziendali (cioè generazione di utili, mica le aziende fanno beneficenza, nascono e lavorano per fare quattrini, altrimenti chiudono, oppure dobbiamo sostenerle con i nostri soldi come avviene per ALCOA!).
Se invece vuole capire quale sia il beneficio territoriale dell’ospitare un’azienda (magari è questo che intende dire) allora ci sono gli stipendi, le tasse, i contributi e l’indotto (cioè la determinazione di condizioni per lo sviluppo di altre aziende). Cos’altro vorrebbe da un’industria, il panettone di Natale?
Poi ciascuno di noi decide se la presenza di un’industria (che necessariamente «usa» un territorio) sia positiva o meno, ma si entra nello spazio delle opinioni e la mia vale quanto quella di chiunque altro (che poi sarebbe un’ovvietà, ma è meglio sottolinearlo).
Cordialmente,
In via Roma sono andati a protestare cittadini esasperati e stufi di essere presi per i fondelli. Considerarli fascisti e qualunquisti è un errore di valutazione grave e superficiale quanto sminuire i grillini. Ancora peggio cercare di difendere la masnada di mestieranti della politica che indegnamente stanno in consiglio regionale.
non sapevo che contestare i super stipendi dei pseudo politici sardi e guarda caso i piu’ pagati d’italia c’e’ il rischio di poter passare per fascista , dalle mie parti si dice curruru e apaliau, un ex custode
Gentile Gianluca Floris,
effettivamente il suo discorso non fa una grinza. Traduciamo: datemi i soldi pubblici (naturalmente stanziati a questo scopo) che così il Lirico diventa autonomo! Bello, e senza soldi pubblici? Diventa autonomo lo stesso o no?
No! Quindi ha bisogno dei soldi pubblici… o no?
E se per caso il suo BP non funziona e il Lirico non diventa autonomo (e perde una barca di soldi)? I soldi ce i mette lei oppure il rischio ricade sui cittadini?
Ma lo sa che lei è un gran fenomeno? Però devo dire che le metafore le sceglie bene:
«francamente inizio a essere un po’ stanchino, come disse Forrest Gump.»
Sì direi che l’esempio di Forrest Gump le si addice (e l’ha scelto lei)!
Cordialmente,
(@Biolchini, il sistema non accetta altre repliche)
Punto su punto.
1 – I soldi del FUS per il lirico di Cagliari non sono disponibili. Voglio dire che non possono essere impiegati per altro se non per il Lirico di Cagliari.
2 – I soldi della RAS per il Lirico di Cagliari non sono fondi disponibili. Nel senso che non possono essere destinati ad altro, ma utilizzati per quello.
3 – l’ammontare dei fondi del Lirico è di 22 milioni quest’anno e utilizzandoli bene, si c rea autonomia per quando si “taglieranno i fondi” come lei auspica.
Lo so che sono punti difficile da comprendere, ma se vuole glielo rispiego. Come Forrest Gump (come ho già detto) sono abbastanza testardo. A differenza sua, le voglio rispondere con la mia identità e non le dirò che lei è un imbecille a non aver capito quel che ho detto. Perché sicuramente è colpa mia. Comunque se vuole le faccio un disegnino. La cosa bella è che tutti in democrazia hanno il diritto di voto.
Riassumo Ainis
– Sono sicuro di aver capito e di aver colto la stupidaggine di Gianluca Floris
Riassumo Gianluca Floris
– Mischino di lui…
Gentile Floris,
ma lei parla di soldi pubblici o no?
Sì!
E allora non potrebbe piantarla di dire frescacce sull'”autonomia”?
Su, da bravo, vada a pescare i gamberetti con Bubba e lasci stare il LIrico, poverino, che si meriterebbe di meglio!
Cordialmente,
Dai smettila. Non hai fatto uno studio sui costi di allestimento, non hai fatto uno studio sulle possibilità di incasso, non conosci quanto costa una serata di cast (compresi gli oneri sociali), non hai un’idea di quanto costino gli stipendi dei dipendenti, non hai idea di quanto costino le attrezzerie, i trucchi e le comparse, non hai idea del mercato internazionale del noleggio delle produzioni, ma sono io a dire “frescacce sull’autonomia”.
Non capisco niente di comunicazione e torno a pescare i gamberetti.
Ma tu mi puoi dare anche una soluzione per la disposizione tattica dell’Italia ai quarti di finale e mi diresti, per favore, in che maniera intenderesti incrementare il traffico Ro-Ro nel nostro terminal container?
Da mo’ che lascio stare il Lirico… Da un anno più o meno, e da quando non me ne sono occupato e ho lasciato fare a chi ne sa più di me, il Lirico sta molto meglio, vero?. Ma forse un’idea su chi sei me la sto facendo…
Gentile Floris,
brutta roba non saper cosa dire, vero?
Eppure si parlava di una cosa semplice semplice: ma la cultura è un diritto che si deve pagare (con le tasse) o un’azienda che deve sopravvivere con la logica di mercato e senza l’apporto di denaro pubblico (e quindi chiude se non è capace di sopravvivere)?
Quelli come lei sono una vera iattura proprio perché si ostinano a dire che no, che la cultura può essere “autonoma” e può generare posti di lavoro. Ciò è una clamorosa fesseria e proprio per questo i personaggi come lei alla cultura fanno malissimo, ahimé e a proposito di intellettuali!
Per il resto le rispondo seriamente: sì, sono il suo nemico più acerrimo, quello che vorrebbe pugnalarla alla schiena e briga nell’ombra. Ho lavorato per la STASI, la SPECTRE, il MOSSAD, e per la Banda Bassotti. Non ha ancora indovinato? Pensi al suo incubo più atroce e mi troverà.
Contento?
Se non le piacciono i gamberetti provi con i granchi.
Cordialmente,
Smetto perché non ho argomenti, come hai astutamente scoperto.
Questa volta sono un po’ in imbarazzo: stima e amicizia per Gianluca Floris, stima e una evidente simpatia per Ainis.
Credo però che abbiano incrociato le lame le persone sbagliate.
Ainis dice una cosa sacrosanta: attenzione perché se salta il sistema produttivo ci saranno sempre meno denari per la cultura perché si ridurrà il contributo pubblico (è inutile negarlo, molte produzioni non si pagano da sole); col portafogli leggero le prime spese a saltare saranno quelle per la cultura (e quindi anche l’apporto dei denari privati si ridurranno).
Gianluca Floris dice invece che i soldi pubblici che ci sono vanno usati meglio e propone un progetto per utilizzarli al meglio sfruttando il fatto che un profondo conoscitore del settore cultura e spettacolo, oltre che apprezzato cantante professionista. Per altro, è uno dei pochi che ha presentato un progetto concreto per la cultura in città e un progetto di intervento per il teatro lirico e ha organizzato, con Laboratorio 5, una discussione fra gli operatori culturali della città mai vista prima.
Non capisco quindi quale sia il motivo del contendere, trattando i due di aspetti diversi del problema.
Spero di non essere stato troppo paraculo! 😀
Gentile Sovjet,
a differenza di Floris lei coglie il tema: la cultura non si autosostiene ma è un diritto che ha un costo! Lei coglie anche il fatto che a me la cultura (e anche lo spettacolo) interessa quanto (se non di più) che a Floris.
Infine sì, lei è un paraculo perchè non dice che Floris, con la sua risposta, dimostra di non capire un acca di comunicazione, perché chi volesse fargli male gli chiederebbe: ma i soldi di cui parli, sono pubblici o no?
Sì? E allora che cazzo dici?
Come dire che il suo (di Floris) è il modo migliore per creare qualunquismo e disinformazione e naturalmente per portare acqua al mulino di coloro che dicono: visto? sempre soldi dalle nostre tasche! Perché è ovvio che il Lirico senza quattrini pubblici non può funzionare (come una ASL, porca miseria!).
La perla, naturalmente, è quella che il mio nome è un nick!
Ma possibile che chi non sa cosa rispondere non si possa inventare nient’altro? Un po’ di fantasia, perdiana…
Cordialmente,
Gentile Ainis,
non mi faccia dire cose che non penso e non dico. Gianluca Floris ha presentato un proposta di gestione del Lirico di massima, ma precise nelle sue linee strategiche e quindi e su quella proposta che si dovrebbero esercitare le critiche.
Può un teatro lirico essere autonomo? Può anche essere di sì, in un paese sviluppato dove le persone possono spendere in cultura. A questo punto però il discorso assume un taglio prevalentemente imprenditoriale: costi, ricavi, offerta, maestranze, produzioni ecc.
Certo che in Darfur teatri lirici credo non ce ne siano: più si è poveri e maggiore è la percentuale di reddito che va a soddisfare i bisogni primari che, per quanto mi diaspiaccia, non comprendono la cultura.
Detto questo ci sono esempi in cui imprese che producono spettacolo si sono creati spazi interessanti senza intervento pubblico anche in settori maturi e in crisi: penso per esempio al Cirque du Soleil che ha reinventato lo spettacolo circense.
Quindi continuo a pensare che stiate parlando di cose diverse e che siate passati dalla discussione del punto: è possibile una ottimizzazione delle risorse dedicate alla cultura e allo spettacolo fino a una virtuale “autonomia” da parte di alcuni soggetti? A quello che sembra più che altro un confronto fra maschi alfa.
Sono stato meno paraculo stavolta?
Con grande stima. Per entrambi!
Gentile Sovjet,
guardi la mia risposta a Floris, prego.
Cordialmente,
PS – No, al mondo non c’è una sola istituzione culturale che sopravviva senza apporti indipendenti dalla propria attività. Sempre soldi statali (salvo pochissime eccezioni, e anche in USA, in cui le donazioni si detraggono dalle tasse, quindi anche il quel caso soldi dello stato). Le eccezioni riguardano le sponsorizzazioni private, che però, di fatto, sono un investimento pubblicitario che si ripaga sul costo dei prodotti corrispondenti: provi a indovinare chi paga il surplus di prezzo necessario per sostenerle. La cultura che dà da mangiare è un falso, e soprattutto è una buona arma per andarle contro, perché poi, siccome ha comuqnue bisogno di sostegno, la si coomprime!
Piccolo esempio: la Poca Colla sovvenziona Barumini con 100 euro; per farlo incassa 100 euro più i costi di struttura, diciamo 140 euro, aumentando il prezzo della lattina. I consumatori, per avere i 100 euro di Barumini, ne spendono 140! Converrebbe introdurre una tassa per incassare direttamente 100 euro ma tutti siamo più contenti perché il “privato” ha regalato soldi a barumini.
PPS – la paraculaggine era una battuta, ovviamente. Stiamo discutendo pacatamente tra parac… buoni conoscenti.
Non lo so se questa risposta mi convince. Lei crede che – mettiamo uno spettacolo – qualsiasi spettacolo al mondo – tra biglietti, eventuali DVD, diritti televisivi (su paytv, così lasciamo perdere il denaro pubblico) non sia mai in grado di andare in pareggio?
Il fatto è che la cultura – credo che alla fine la grande lezione di Adriano Olivetti stia soprattutto qua – è humus di cui anche la produzione beneficia e che un investimento nella prima avrà un ritorno sulla seconda. D’altra parte il mondo non ha mai fatto un passo avanti per merito degli ignoranti, forse si potrebbe contabilizzare anche questo…
PS. Paraculo perché tento di dar ragione ad entrambi e il problema è che secondo entrambi abbiate ragione!
Io credo che la cultura sia valore primario e diritto dei cittadino, quindi che dovrebbe essere pagata con le nostre tasse. Al contempo, le risorse, quando sono scarse, devono essere utilizzate nel miglior modo possibile e quindi almeno il “tendere” verso una qualche forma di autonomia (o riduzione della dipendenza) per chi è in grado non lo vedo poi così male. Ma parlo da ignorante. Come una che non ha competenze specifiche e può metterci solo il buon senso. Ma il solo buon senso non coglie i tanti aspetti controintuitivi che spesso sono presenti nelle questioni reali.
Non esaurite tutti gli argomenti a vostra disposizione che presto il tenutario vi delizierà con un post sulla cultura a Cagliari nell’era Zedda. Grazie.
Gentile Biolchini,
ma se non riusciamo neppure a metterci d’accordo su “un” argomento!
Cordialmente,
Gentile Sovjet,
non intorbidi le acque, prego, e soprattutto non mi faccia fare la figura del talebano. Si parlava di un problema (importante) di principio. Quello per il quale la “A” di ASL non dovrebbe significare “Azienda”.
Il resto attiene alla buona conduzione della cosa pubblica (nella quale Floris potrebbe esprimersi benissimo, forse) ed al fatto che si devono esplorare tutte le possibilità per armonizzare la spesa per la cultura con le possibilità della comunità che ne usufruisce (per questo il teatro alla Scala sta a Milano e non a Buddusò). Se a Barumini vendono la Poca Colla e ci guadagnano, va benissimo, ma non si dica che sono le lattine a sovvenzionare la cultura, perché non è solo sbagliato, è anche pericoloso (per i motivi che ho esposto)!
Se poi vuole parlare delle capacità di Floris di amministrare la cosa pubblica, faccia, ma non era il tema di cui stavo parlando io (e il fatto che proprio Floris non l’abbia capito, o abbia fatto finta, cercando immediatamente il sicario incaricato di farlo fuori, dovrebbe farci riflettere sul casino che è lo spettacolo e la difficoltà di gestirlo, altro che “autonomia” del LIrico!).
Cordialmente,
Piccola riflessione
In questi due o tre giorni ho letto molti commenti duri, contro le persone che, radunate sotto il consiglio regionale, hanno letto i nomi degli onorevoli (onorevoli ma non troppo) coinvolti nel voto notturno. I commenti duri si riassumono nell’idea che sono fascisti, criptofascisti, protofascisti, qualcosaltrofascisti.
Mi sembra esagerato ed estremizzo per semplificare l’idea.
A scuola c’è un bambino (A) che ha fatto una monelleria. Un altro bambino (B) si alza, va alla cattedra e dice a tutti che il bambino (A) ha fatto la monelleria. I bambini della classe guardano male il bambino A.
Cosa facciamo ? Diamo del fascista al bambino B ?
Allora: i manifestanti si sono comportati in modo poco maturo ? E’ vero.
Vi piacciono le manifestazioni di protesta con radunati 500 Immanuel Kant, una decina di Wittgenstein e qualche Hegel ? Piacerebbero anche a me, ma sono tutti morti.
Comunque in consiglio regionale, secondo me, si sono comportati peggio.
Se si continua a dare del fascista alle persone così, come il grano ai piccioni in piazza san marco, si finisce per inflazionarne il significato e si perde il senso della realtà. Come è successo per il termine “comunista”, che grazie a Silvio Superstar, adesso è sinonimo di “interista” o “romanista” eccetera.
Tralasciando il merito, l’esempio non calza.
Qualsiasi modello educativo e pedagogico, minimamente avanzato, censurerebbe la condotta del bambino B. Perché il bambino A non va stigmatizzato ma convinto, con metodo assertivo; perché il bambino B non ha l’autorità, e non deve averla, per stigmatizzare A e per ergersi a giudice e censore pubblico; perché i bambini della classe che sono educati a guardare male gli altri bambini lo faranno anche quando il bambino A si sarà comportato bene o quando il bambino B avrà visto male.
Ho capito. Quindi secondo te come si applica il metodo educativo che hai proposto, alla situazione in questione ? (tenendo conto che in consiglio non ci sono bambini)
Nella scuola dove andavo io, il bambino che faceva la spia veniva punito a calci nel culo
La sua scuola assomigliava molto alla mafia. Ha studiato a Corleone?
Non ho proposto un metodo. Dicevo solo che l’esempio non sembrava appropriato. Il voto potrebbe essere un buon modello educativo, poi la corretta informazione e, infine, la capacità di prendere le distanze anche da chi alimenta il fuoco per sedere sulla cadrega e da chi fischia e contesta anche l’unico che ha avuto le palle di espellere dal partito chi fa il furbo. Non perdere la capacità di informarsi e distinguere, insomma.
No allora mi sa che non ci stiamo capendo. Riformulo.
Le persone che si sono radunate sotto il consiglio, sono state definite fasciste perché non hanno fatto parlare Palomba, Zuncheddu e non so chi altri. Stessa definizione anche perché hanno letto i nomi dei votanti in consiglio, con bregungia affianco.
Io non sono d’accordo, e lo metto per iscritto perché penso che sia grave dare del fascista a quelle persone, in riferimento a quella circostanza. Mi spiego meglio.
Quello sotto il consiglio era un momento di denuncia. Voleva solo essere un momento di denuncia. Non un momento di confronto. E’ legittimo che esistano momenti di sola denuncia ? Pare che sia legittimo. Zuncheddu e Palomba possono esprimere la loro opinione in qualsiasi momento, come e quando vogliono possono convocare pure una conferenza stampa, e dire tutto quello che vogliono. Possono scrivere un articolo e mandarlo agli organi di stampa e vederlo pubblicato.
Il manifestante sotto il consiglio (non parlo degli organizzatori, parlo di un manifestante qualsiasi; il “manifestante medio”) queste cose non le può fare. Se convoca una conferenza stampa i giornalisti non ci vanno, e l’articolo non glielo pubblicano.
Quello che pensa di poter fare, è gridare che non vuole essere preso in giro.
I manifestanti sotto il consiglio volevano semplicemente gridare “basta con le prese in giro”. Non erano previsti dialoghi costruttivi con le controparti, e non è un crimine.
Ma se tu demolisci, criminalizzandola, anche la sola intenzione di gridare “basta”. Cosa rimane al manifestante ?
La verità è che gli italiani sono geneticamente e culturalmente inferiori agli altri popoli europei. Nonostante siamo stati l’unica nazione del dopoguerra a costruirsi da soli una costituzione ( e non a farcela dettare dagli americani come Germania e Giappone). Sono stati gli italiani con il loro voto a aver accettato il principio che la scuola e la sanità pubbliche andavano smantellate a favore del privato, sono stati gli italiani con il loro voto a premiare e a giustificare chi pompava il debito pubblico a mille al grido “Non pagare le tasse è giusto”, sono stati gli italiani a votare in massa chi gli faceva credere che andava tutto bene e che “la crisi era passata”. Adesso che sono arrivati i conti da pagare del salumiere e del panettiere, tutti a dire “i debiti non li ho fatti io”.
Gli italiani non sono attrezzati per essere cittadini, sono solo nella stragrande maggioranza sudditi. Quello che sta accadendo adesso con il sacco della grande finanza internazionale, è giusto e precede di poco altri disastri benedetti dalle urne dei forconi degli schiavi in rivolta.
Ogni popolo ha il governo che si merita e gli inferiori italiani hanno quello che si meritano.
Si sono conquistati la democrazia ma non la proteggono, pensano che i disastri del malgoverno siano disastri della democrazia, confondono i costi della malapolitica con i costi della democrazia.
Differenziazioni troppo sottili per un popolo inferiore che ancora oggi legge solo i quotidiani sportivi, non si informa, non ha proposte e soluzioni, ma solo voglia di dire “Arrogu tottu e basta”.
Un popolo di merda, che avrà quello che si merita
Bravo, allora torniamo alla monarchia assoluta? Ma ti rendi conto dei discorsi che fai? TU che credi di essere “democratico” sei antidemocratico nel profondo. IL POPOLO HA SEMPRE RAGIONE, e pazienza se non sempre vota come ci aggrada. Qualche volta vuol dire che non ha capito, ma qualche volta vuol pure dire che “non ci si è spiegati”, o no? Forse i signori che hanno promosso il blitz notturno si sono spiegati fin troppo. Peccato per quella che con questi triviali interventi sostieni, che non è la democrazia ma la partitocrazia.
Rimanendo al di qua del merito della legge approvata in Consiglio, trovo che la nota di Vito sia molto seria e responsabile. In questi giorni ho visto pochissimi tentativi seri di chiarire i termini effettivi della vicenda, a fronte di un vero e proprio rodeo del qualunquismo e dell’opportunismo, messo in campo non solo da chi è sceso in piazza ma anche da rappresentanti politici e da qualche consigliere regionale che, anziché rispondere del proprio operato (o della propria inattività), hanno colto al volo l’occasione per cavalcare i mal di pancia e i mugugni. Per questo trovo apprezzabile la nota di Vito che dice cose serie senza preoccuparsi di andare contro la corrente dominante.
Io invece trovo che Biolchini avrebbe fatto miglior figura astenendosi dallo scriverla questa “nota”, specie rivendicando poi, rispetto a qualche attacco eccessivo, la propria condizione di “giornalista iscritto alle liste di disoccupazione”. Escluso che ci siano sotto interessi personali, emerge che purtroppo anche il nostro Biolchini, spesso lungimirante per la sua capacità di leggere quel che accade con assoluta indipendenza di giudizio e senza preclusioni, è però irrimediabilmente legato a un’impostazione novecentesca, da vecchio PCI che non c’è più. O meglio da vecchio PCI che ha scordato del tutto Enrico Berlinguer, perché la “questione morale” e il mai interamente compreso discorso sull'”austerità” (che molti confondono col rigore economico stile Monti) sono stati tra i più importanti contributi per una politica migliore, ovviamente mai perseguiti con coerenza. Ovviamente, egregio Biolchini, la critica può essere estesa a tanti altri, a cominciare dagli amici di Sel le cui prese di posizione mi lasciano sbalordito. E’ inutile fare le commemorazioni di Berlinguer se poi ci parla come oratore chi non ha mai rinunciato a nessun privilegio, leggasi Andrea Raggio. Enrico è stato sommessamente deriso dal suo stesso partito quando ha tirato fuori l'”austerità”, forse perché il discorso non andava a genio a chi cominciava ad affacciarsi all’area del governo e sentiva profumo di privilegi, di ben altre prebende che avrebbero compensato la decurtazione dell’indennità che i parlamentari del PCI da sempre si imponevano a favore del Partito. E di questo atteggiamento le tracce sono evidenti, purtroppo. E’ ora che si torni a Berlinguer e che si colga il succo della sua lezione, mandiamo in soffitta la “cultura di governo” deteriore assimilata dai democristiani e dai socialisti, e teniamone solo ciò che è buono per gli interessi del Paese. I qualunquisti, caro Biolchini, nella loro sconclusionatezza dovuta al fatto che questa classe politica attuale non è in grado di impartire se non esempi contraddittori e smentire continuamente sè stessa, hanno ragione. E i fascisti ci sono solo nella sua fantasia, a meno che secondo lei il tremendo “pericolo fascista” non sia Simone Spiga … aiuto che paura mi fa!!!!
la gente che poi dice “siamo il popolo e non abbiamo bisogno dei politici” o è in grado di sviluppare una insurrezione e successivamente di organizzare l’autogestione popolare del paese, quindi con un capacità analitica, politica ed organizzativa avanzatissima (eja, di ghisa), oppure, molto semplicemente, darà piena fiducia al nuovo duce che arriverà e dirà: abolisco i politici, metto i “tecnici”, basta con i privilegi. Guardiamo in faccia la realtà.
Nel dubbio voi preferite lasciare tutto così com’è perché vi fa comodo. Guardate che non attacca!!!!
ma voi chi? guarda io sono per l’autogestione popolare. peccato che tutti gli altri siano per la delega al 100%… ma tutto così com’è cosa? come se la questione degli stipendi fosse la cosa centrale in Sardegna
Altro splendido esempio di benaltrismo veltroniano.
chi ha organizzato questa cosa sotto la regione, ed ha potuto parlare senza essere fischiato dalla claque: Simone Spiga (noto neofascista cagliaritano), Antonello Gregorini (dei riformatori),Giorgio Angius (riformatori http://www.giorgioangius.it/ ), Efisio Arbau (quello che si è candidato due anni a presidente della provincia di NU, ha perso le elezioni ed ora chiede l’abolizione della provincia). Che si facciano nomi e cognomi, una buona volta. Questi personaggi credono di cavalcare cosa? Che cosa propongono? Spiga propone inni al duce, i riformatori semplicemente di governare loro. Bella rivoluzione…
Noto che la tecnica di far intervenire “influencer” per attribuire una parvenza di serietà alle semplici fesserie non è certo un’esclusiva del Movimento 5 Stelle. Non potete sostenere seriamente queste cose, sulla falsariga dell’esponente di Sel che col solito anonimato sgamabile in 2 battute è intervenuto un po’ di commenti fa. Liquidare Simone Spiga come un semplice “fascio” significa non sapere nulla della sua attività e del suo percorso, per la cronaca è stato cacciato da Fli perché per primo sostenne che il suo partito doveva finirla di appoggiare Cappellacci. Gregorini stava più simpatico a qualcuno quando su Tuvixeddu diceva cose pienamente compatibili con una certa linea che pareva aver fatto breccia anche presso l’amministrazione Zedda, e che se non fosse stato per gli odiati “ambientalisti soriani” e per i dubbi che hanno fatto breccia anche in buona parte del PD sarebbe passata. Arbau, già soriano, conduce da tempo una coerente lotta contro le Province, avendo fondato un suo movimento senza fare il giochino ipocrita del “partito di lotta e di governo” caro ai soriani Barracciu, Bruno e altri. Prima di cercare la pagliuzza nell’occhio altrui, guardare la trave nel proprio, grazie.
nessuna trave nel mio.
liquido Spiga come un fascio, e dimentico fascio confidente, perchè da sempre presnete a tutte le manifestazioni fasciste con tanto di croce celtica e tutto l’armamentario fascista, c’era come sempre anche il 25 aprile scorso a fare i saluti al duce in via Sonnino. Già ha avuto dei problemi con AN una decina di anni fa per i contenuti altamente razzisti e nostalgici sul suo blog. Famoso negli ambienti antifascisti cagliaritani per essere un delatore e spia della pula. Ha depositato in questura denunce con nomi e cognomi di tutti i compagni millantando violenze che non son mai esistite nei suoi confronti. Si sta riciclando in chiave ambientalista da un paio di anni, gli dan retta quel teatrante che non mi ricordo il nome e qualcuno di SNI.
degli altri ho già detto tutto, Gregorini non mi stava mai simpatico e Ardau so tutto di lui e delle sue recenti attività, ma non cancella il fatto che si è candidato due anni a presidente della provincia di NU, ha perso le elezioni ed ora chiede l’abolizione della provincia
Nel tuo forse no, in quelli di coloro che di fatto difendi mi sa tanti. Quanto a metodi fascisti poi, il discorso sarebbe lungo, e ferirebbe soprattutto a sinistra.
sicuramente non sono criptofascista, ma non mi si puo’ negare di contestare con una leggina notturna ,e sopratutto negare cio’ che ha detto il referendum,i politici sardi sono solo capaci di rimpiazarsi gli stipendi la ZUNCHEDDU si lava la coscienza non votando, tanto i soldi li prendera a prescindere dal suo non voto, caro VITO, W SEMPRE LA CONTESTAZIONE DI PIAZZA PURCHE’ SIA SEMPRE CIVILE, P.S. ALLE PROSSIME ELEZIONI LI MANDIAMO TUTTI A C….E E A CASA TANTO SI SANNO I LORO NOMI E COGNOMI, UN EX CUSTODE
io vorrei capire se siamo arrivati a un punto di non ritorno (e quindi nel giro qualche tempo crollerà tutto, e ci faremo tutti molto male), o se c’è ancora qualche speranza di uscirne da questo casino. Perché nel primo caso dovremmo prepararci al peggio e cominciare a foderarci il didietro con qualcosa di soffice, nel secondo caso sarebbe ora che si formulasse una strategia per invertire la tendenza. Qua mi fermo perché sinceramente non saprei chi, come e quando. Provo a capirlo, nel mio piccolo, cercando di sentire più campane possibili e informandomi quando non conosco gli argomenti. Mi rivolgo a voi che frequentate questo blog: possiamo salvarci o no? E se sì, come? chi ci deve indicare la strada? come facciamo a capirlo?
Io, caro alecani, faccio mie le tue domande ma ho l’impressione che la Risposta non esista.Possiamo provare a costruirla. Assodato che la classe politica regionale abbia espresso livelli di cialtronaggine difficilmente emendabili, non è detto che la prossima che eleggeremo sia molto migliore e/o capace di indicarci la strada se noi non abbiamo idea di dove ci piacerebbe andare.
E se è vero che stabilire il compenso dei consiglieri regionali e il rispetto dell’esito referendario è importante, pure mi pare che stiamo sprecando energie, aggrappandoci al cespuglio di fronte al baratro.
In questo blog interviene spesso il signor Ainis che provoca e incalza e col quale nessuno, a parte Sovjet, interloquisce: ci frena la sua supponenza o davvero non abbiamo neuroni svegli?Nel suo blog il signor Ainis ha da poco pubblicato un post “Falcoa?Quella di Termini sulcitana” che rimane DESOLATAMENTE senza commenti eppure mi sembra tocchi un argomento ben più impellente e importante degli emolumenti ai consiglieri regionali (per la cronaca: io c’ero, sabato, in via Roma); mi piacerebbe che lo inviassimo a tutti i politici che conosciamo e che provassimo a ragionarci noi su argomenti quali Industria, Servitù militari, Agricoltura, Cultura; DOPO di ché (se e quando avremo messo in moto un percorso politico economico), se ci serve (?) l’indipendenza potremo pure discutere di essa avendo chiaro che è uno strumento politico e non la parola magica di Alì Babà.
Se avessimo uno straccio di Programma (non idee, ma percorsi concreti) potremmo pure occupare il consiglio regionale e costringere tutti gli attuali “onorevoli” alle dimissioni.
Lo so che ho scritto solo parole ma nella mia pochezza intellettiva e economica sono cosciente che non se ne esce aspettando l’illuminazione o l’illuminato; invertire la strada che ci sta portando alla povertà – quella vera – richiede l’uso della Ragione e lo sforzo di TUTTI.
E se la risposta fosse che democraticamente ci meritiamo di finire nella merda? Temo che il fatto che una “minore ignoranza” rispetto alla media non solo non ci consente di tirarci fuori, ma ci fa assaporare ogni istante di questa caduta verso il baratro. Comincio a foderare, va’…
Chi ha letto “Collasso” di Jared Diamond sa che le società possono sparire, collassare appunto. Non c’è scritto da nessuna parte che si eviti “di finire nella merda”. D’altra parte, se sono crollati miseramente, e a volte con soluzione di continuità, tutte le grandi civiltà del passato, non si capisce perché questa dovrebbe fare eccezione.
Viviamo, almeno la maggioranza, nell’illusione di sorti magnifiche e progressive. Ancora non abbiamo ben chiaro di essere ad un punto di svolta e che il domani potrebbe essere oscuro, molto oscuro.
I segnalii che ci arrivano dall’esterno non sono rassicuranti: le elezioni in Grecia ci raccontano di un’Europa dove il voto non è libero, ma dipende dal gradimento di banchieri e mercati. Questa è la fine della democrazia come l’abbiamo immaginata e conosciuta.
A leggere la crisi economica con un po’ di attenzione – all’interno della quale la Sardegna conta nulla – si capisce che siamo in una trappola da cui si può uscire solo attraverso un cambio di sistema. Come si può pensare che si possa avere una ripresa dell’economia reale se non c’è impiego che può garantire al denaro la remunerazione minima al 15% pretesa dalla shareholder value? Per questo motivo il denaro viene reinvestito sempre su stesso, in operazioni finanziarie sempre più rischiose.
Dovremmo davvero studiare di più e applicarci di più, come mi viene raccomandato, e non per le idiozie che propone il mio anonimo critico, ma per salvarci la vita.
Non sono per niente d’accordo. Mi sembrano i pensieri di un reazionario. Il popolo è sempre “qualunque” quando protesta. E che cosa dovrebbe fare dopo aver raccolto le firme, fatto votare un referendum, quando i signori di notte, se ne fregano delle scelte democratiche?
O non sono democratiche perchè non piacciono?
Cosa deve ancora subire il popolo sardo secondo te, prima che arrivi la vera violenza, quella si da temere e rifiutare.
Biolchini scusi ma come si fa a parlare con chi passa da uno scranno all’altro, (prima fa votare l’ignominia, poi si dissocia?); con chi ha come compagno di partito uno che parla bene e razzola male? Parlare poi? Con Cappellacci che sembra sempre cascare dal pero e dice tutto e il contrario di tutto… ma mi faccia il piacere… diceva Totò..
Perfettamente d’accordo con Lei Sig. ra Lella, per molti è difficile capire che molte persone in Sardegna non percepiscono 15.000 euro in un anno intero. Però i soliti perbenisti che dipendono dai partiti italiani parlano bene e razzolano male di democrazia, diritti, uguaglianza, antifascismo, solidarietà ecc. L’altro gg. a Nuoro il Sig. Bianchi ed il Sig. Deriu da bravi piromani, volevano bruciare i libri in piazza ricalcando le imprese dei nazisti, a loro dire in difesa della Biblioteca Satta. Ma dov’erano in tutti questi anni? Imboscati a percepire stipendi pubblici? A spendere e spandere per costruire una caserma a Prato Sardo? Ovviamente la piazza è insorta, e tutti subito a parlare di violenza.. violenza per un gavettone estivo, è già molto che non glielo hanno fatto di urina. La violenza è ben altra cosa. Per ora è un ricordo degli anni ’70. La violenza è quella di uno stato che per garantire lo status-quo usurpa i diritti dei propri “sudditi” e li riduce alla fame mentre garantisce ai propri funzionari stipendi da vergogna. La Sardegna è tra le regioni più povere, vedasi il reddito pro-capite mentre i ns. rappresentanti son tra i più pagati, fossero produttivi l’avrei capito, ma purtroppo là in Via Trento è una bolgia di fannulloni improduttivi e ladroni.
AD UN AMICO: Gino ci torniamo in Via Roma o in altre Piazze, certamente perche’ non se ne puo’ piu’. Non voglio sentir parlare di antipolitica: NOI VOGLIAMO FAR POLITICA. Si ai partiti costituzionali e democratici. Come ci dicevamo in tutto c’e’ un vulnus troppi “politici” in carriera presenti ed in abbondanza un Partito che pare sia Di lotta e di governo? Il popolo, i cittadini ormai hanno un tale scorramento che non credono a nessuno. Non vorrei ci ritrovassimo nel buio notte o al sorgere del sole all’alba con tale ribellione da non poter tornare indietro. L’indignazione è tanta che ha fatica a venir fuori tale è la rabbia. Non sempre consona ma la rabbia monta. Non conto piu’ gli amici che, seppur generalmente riservati, ammettono di non stare piu’ dietro alle incombenze di tutti i giorni, ai pagamenti di tutti i generi. Dunque. Che fare? mi pare che sia una domanda ovvia Perche’ anche nel loro piccolo le formiche si incazzano. Incominciamo mettendo limiti alla carriera degli eletti 5 10 anni poi basta, stop, si torna al privato ad assaporare (eufemismo bislacco) la Vita che formichine ogni giorno vivono. p.s. domani scade IMU non c’e’ dinai.
Ma la cosa peggiore è che stiamo perdendo la voglia di sognare.
Ciaoo
Gentile Sovjet,
«Ha ragione Gabriele Ainis quando dice che nessuno dei due, in quel contesto (poi Ainis credo lo allarghi a qualsiasi contesto, io non sono così cattivo), avrebbe avuto nulla di sensato da dire, se non peggiorare la situazione perché ogni cosa detta al meglio sarebbe stata interpretata come accondiscendente e strumentale.»
È vero che reputo entrambi dei mediocri politici, ma intendevo riferirmi al contesto (poi non so cosa intenda per «qualsiasi» contesto). E di seguito al ruolo dell’informazione che, nella migliore delle ipotesi (ad esempio Biolchini) rimastica verità inutili (certo che non far parlare Zuncheddu è un comportamento intollerante e fascista: e poi? Ci dimao di nuovo le pacche sulle spalle perché siamo bravi?).
Gli intellettuali, soprattutto in un posto come la Sardegna (e a maggior ragione a Cagliari, la cui situazione mi pare sfugga a molti, visto che si continua a parlare spesso di faccende di poca importanza per la collettività) dovrebbero assumersi la responsabilità di dare una lettura della realtà che oramai (mi pare palese) ai politici sfugge. Se anche i Biolchini, che non hanno interessi nella politica (lo si legga nel dovuto modo, prego) si intestardiscono a scrivere post come questo che commentiamo, a segnalarne di simili (come quello di Pintore, altrettanto inutile) o si illudono di leggere la politica come ha fatto Biolchini parlando delle alleanze per le prossime elezioni (o come Pintore che afferma come il PSd’Az quando corre da solo vince perché ha preso il 20% a Bolotana, cioè 350 voti!!, una roba da neurodeliri) allora non ne usciamo.
Sarà verissimo che la realtà si cambia con i voti, però bisognerebbe prenderli. Con i discorsi “alla Biolchini” si perdono!
Cordialmente,
PS Tanto per dare un esempio della distanza tra politica e collettività, suggerirei di leggere il pezzo di Zuncheddu su mediterranews.org, per la serie: “non bisogna fare di tutta l’erba un fascio”. Fa rabbrividire. Sfortunatamente, a mio avviso, anche Biolchini si sforza di ottenere lo stesso risultato (come alcuni commenti cercano di dirgli e il nostro si impone di non ascoltare).
Si esce dall’aula ma meglio si vota contro l’emendamento. Mi pare si possa o no?
Intendo che sono irrimediabilmente dannati… 🙂
Vito, è esattamente lo stesso qualunquismo di chi ha ritenuto “anticasta” un referendum nel quale si chiedeva l’abrogazione del tetto massimo delle indennità percepibili (80%) senza capire che appunto non si stavano abrogando le indennità stesse…come la massa, disinformata, è stata indotta a credere…e oggi tutti a piangere
Sull’argomento interviene sul suo blog anche Gianfranco Pintore con un post dal titolo “Scusi, doc’è che si lincia il politico?”.
http://gianfrancopintore.blogspot.it/2012/06/scusi-dove-che-si-lincia-il-politico.html
E ita manera mì un atru … tre o quattro cretini fischiano e gridano e pare che ci fosse un’intera piazza a praticare il linciaggio …. hanno visto un’altra manifestazione, quella che sta nella loro testolina affollata da paranoie di privilegiati della casta che temono di dover tornare a lavorare, o quanto meno di ricevere quale indennità il giusto, né più né meno. Questi politicanti vivono decisamente fuori dalla realtà.
una nota su “affianco”, che si scrive separato.
Non posso fare altro che scusarmi dal Giudice Federico Palomba e da Claudia Zuncheddu per gli insulti ricevuti gratuitamente, daltronde questi grillini non sono altro che i nuovi girotondisti dell’era moderna?:
Il Girotondista
Guardarti girare
con aria convinta, tracotante e felice
rattrista,
mio caro “girotondista”.
Da piccino, prefigurando il Destino,
pensavi tu, forse, giocando,
che il Cielo fosse così cretino
tanto che un girotondo
bastasse a salvare
la vita del mondo? Eri bambino;
ma oggi cresciuto,
sussiegoso e pasciuto,
ancora ti piace – tenuto per mano –
girar senza tregua;
alla stregua
della triste fatica d’un asino cieco
legato alla stanga
di una macina antica.
Amico pisentip, qui i “girotondini”, quelli che hanno fatto, per esempio, la catena umana intorno al Palazzo di Giustizia di Milano quando il Caimano Berlusconi minacciava di brandire l’arma della rivolta di piazza contro i “giudici politicizzati”, non c’entrano proprio nulla.
Il movimento “dei girotondi”, per quello che è stato e per quello che ne resta magari sotta la forma del “popolo viola” o altro, è meglio rappresentato da persone come Francesco “Pancho” Pardi, deputato IDV, o dal Professor Paul Ginsborg o da Paolo Flores D’Arcais e Micromega, certo non dalla -piccola- folla agitata che ieri mattina fischiava chiunque.
Quella di ieri mattina non è un seguito della manifestazione del 14 settembre 2002, si tratta di un’altra cosa, di un altro evento, di un seguito più o meno azzeccato e/o maldestro dello scomposto “Vaffa Day”, e per giunta non è neppure opera del fantasma del Movimento 5 stelle, che a Cagliari appare incapace di iniziativa.
Che casino!
Intanto un chapeau a Ugo Cappellacci per essere riuscito – non so quanto volontariamente o fortunosamente – a spostare l’attenzione dal peggior esecutivo mai visto in Sardegna al Consiglio regionale rispetto ad un tema in fin dei conti marginale come quello delle indennità dei consiglieri regionali.
Certo votare come norma intrusa, nel cuore della notte, il ripristino (legittimo in quanto previsto da legge, forse qualcuno lo dimentica) delle indennità è mossa da imbecilli e questo consiglio regionale nella sua media è pessimo. Ha dimostrato di non avere nessuna capacità di capire quale sia il sentire comune in questi tempi nei confronti della classe politica tutta ed è altrettanto incapace di elaborare la minima risposta per disinnescare questa pericolosa deriva anti-politica: l’unica alternativa ai partiti è il partito unico. Chi lo preferisce alzi la mano.
Dal momento che credo si sia, chi più chi meno, democratici e che si preferisca vivere in un regime “partitocratico” piuttosto che in uno totalitario, iniziamo a ragionare su come mantenere una democrazia vera, riducendone però le perversioni. Alla democrazia non c’è alternativa, questo però non vuol dire che dobbiamo per forza tenerci la sua versione peggiore.
Rispetto agli emolumenti. Io sono d’accordo che il ruolo di consigliere regionale abbia dei privilegi e sia ben retribuito. I 3mila euro proposti da Efisio Arbau mi sembrano una imbecillità assoluta: in Sardegna oggi ci sono 80 consiglieri regionali, hanno la funzione di legiferare, ovvero di decidere della vita di un milione e 600mila persone. Leggi buone o leggi cattive fanno la differenza nella vita quotidiana di ciascuno di noi, di chi intraprende, di chi si occupa di cultura, di chi si occupa di assistenza, di tutti. A questa responsabilità va riconosciuto quanto dovuto. Quindi a mio avviso la funzione di Consigliere regionale merita alte indennità e merita di avere un supporto che la metta nelle condizioni di operare al meglio delle possibilità di chi la occupa. Questo non significa che con i denari dei gruppi consiliari si aggiustino le auto di mogli o mariti e neppure che si porti ogni sera a cena l’amante, ma questo comportamenti non sono posto in essere dalla “funzione”, ma dalla persona che quella funzione ricopre.
E qui veniamo al primo punto dolente: preso atto che il ruolo di consigliere regionale è posizione di importanza assoluta e di grande prestigio, chi permette che un cialtrone lo ricopra? Il popolo. Quel popolo di cui adesso molti presunti campioni della virtù si riempiono la bocca.
La psicologia sociale ci dice che la massa (il “popolo” è anche “massa”) è capace solo di pensieri semplici – chiunque abbia assistito ad una partita di calcio lo sa – parla per slogan, è agitata da emozioni base, fa emergere lo spirito gregario. Alla massa non può essere chiesto di ragionare pacatamente, di argomentare, di valutare le sfumature. Ragion per cui Palomba e la Zuncheddu, non avrebbero potuto dire alcunché di rilievo in quel contesto, perché in ogni caso avrebbero dovuto introdurre sfumature laddove c’è spazio solo per il bianco o per il nero. Non so se sia stato giusto o meno non farli parlare, ma erano di sicuro fuori posto. Ha ragione Gabriele Ainis quando dice che nessuno dei due, in quel contesto (poi Ainis credo lo allarghi a qualsiasi contesto, io non sono così cattivo), avrebbe avuto nulla di sensato da dire, se non peggiorare la situazione perche ogni cosa detta al meglio sarebbe stata interpretata come accondiscendente e strumentale.
La mia considerazione finale è che siamo in una emergenza democratica nel pieno di una ristrutturazione economica che spinge verso la compressione dei diritti. In questo contesto si agitano pulsioni semplificatrici, forcaiole e protofasciste (l’idea che qualcosa o qualcuno arrivi è risolva tutto solo volendolo), dove si confonde l’istituzione e la sua importanza per la vita di tutti con chi – spesso senza averne nessuna capacità e alcun spessore – la ricopre, che destabilizzano l’architettura stessa della nostra democrazia. A questa spinta si aggiunge una classe politica sempre più autoreferenziale e incapace non solo di agire, ma addirittura di una lettura minima della realtà.
I cittadini e le cittadine oerò non hanno bisogno di forconi. In democrazia c’è il modo semplice per evitare spargimento di sangue, danni, lutti e lacrime: il voto. Io sono convinto che ogni paese abbia la classe politica che si merita. Il problema non è che il consigliere regionale guiadagni 10mila euro al mese, anzi meglio! I migliori cittadini devono ambire a poter svolgere quella funzione e guadagnare a sufficienza per potersi garantire di dedicarvisi anima e corpo a tempo pieno. Siamo noi, al momento del voto a doverci domandare: quella persona, chiamata ad in compito così importante, difficile, ma al contempo prestigioso e ben retribuito, se lo merita? È in grado di ricoprirlo? E io sono pronto a scommettere su di lui e prendermi le responsabilità? Perché qualcuno Cappellacci l’ha votato. Qualcuno ha votato ognuno di quegli ottanta consiglieri regionali. E chi non ha votato non può neppur dire di aver fatto quanto loro possibile per evitare che i peggiori entrassero in consiglio.
Io, per quanto mi riguarda, del mio voto non sono pentito.
Solo un appunto, Soviet. Col tuo ragionamento sul fatto che i consiglieri regionali devono essere “ben retribuiti” con riferimento alla loro funzione, porti quasi ad affermare che allora le stesse mansioni potremmo farle tranquillamente disbrigare a degli avvocati, che – a parte i somari che popolano anche gli ordini forensi – se scelti adeguatamente saprebbero quanto meno garantire una prestazione pienamente “professionale” in quello che è sostanzialmente un compito di creazione del diritto. La conferma è il modo pedestre in cui è stato scritto il subemendamento proposto dai signori questori del consiglio regionale. Potremmo parlare anche dell’inapplicabilità, tanto sono astruse, di diverse leggi regionali, ma il discorso si allungherebbe troppo. Anche senza cercare professionisti esterni, ci sono comunque a libro paga del consiglio regionale funzionari che, per quanto talora lottizzati, sono ben retribuiti e anche piuttosto competenti. Insomma, mi pare che il tuo ragionamento, più che la bontà di “questa” democrazia da contrapporre ai vari fascismi immaginari dimostri quella della tecnocrazia, si proprio quella tecnocrazia che sotto forma di governo Monti in genere non ami affatto. Questa si, per certi aspetti, una forma di fascismo morbido, quindi come vedi il rimedio che proponi, che poi è conservare l’esistente, non è migliore del male (immaginario) che pretendi di combattere. E ci sarebbe anche da parlare del discorso meritocrazia: vogliamo dare la stessa cifra ai consiglieri produttivi e agli assenteisti cronici? Scusandomi per l’espressione la mia risposta è “unu cazzu”, non so quale sia la tua.
Le indennità sono nate per consentire a chi “fa politica”, o meglio, si impegna nelle istituzioni, di potervi dedicare il massimo impegno possibile senza mancare di fonti di sostentamento a causa dell’impossibilità di continuare a lavorare. Non a caso, quando l’Italia divenne unita nel 1861, i parlamentari non ricevevano alcun compenso, e dovevano oltretutto sobbarcarsi senza alcun rimborso spese, anche dalla remota Sicilia, il viaggio a Torino. L’introduzione e successivamente il graduale incremento delle indennità si dovette all’estensione del suffragio e all’ingresso nella scena politica di soggetti non abbientissimi che prima erano esclusi dallo stesso suffragio, che originariamente era strettamente censitario. Su su fino al suffragio universale maschile e poi al fascismo. Disbrigare un incarico pubblico è un servizio per la collettività, NON E’ UN LAVORO, e non trovi proprio nella Costituzione alcun appiglio che consenta un’interpretazione diversa. Questa è invalsa solo a causa degli abusi della partitocrazia, che mica sono venuti a galla da quando c’è Beppe Grillo: un tale Marco Pannella li denuncia da quarant’anni se non più.
Venendo al “quantum”, non so se quello giusto sia 3000 euro come indicato da Arbau o una misura leggermente superiore, come quella indicata da Soru e Gregorini; in ogni caso la pagina nera scritta il 12 giugno 2012 va rimossa nel metodo, perché i Sardi hanno diritto di conoscere, in base a un ampio dibattito pubblicizzato e regolarmente calendarizzato senza agguati carbonari, le ragioni per cui i propri (ormai poco legittimati) rappresentati ritengono di attribuirsi 2 anziché 3 o viceversa.
Come titolo di coda aggiungerei che la Zuncheddu un po’ se l’è cercata. La manifestazione era rigorosamente apartitica, c’erano persone di ogni colore e tendenza, c’erano quelli del presidio anti Equitalia incazzati neri. E lei in questo contesto va a strepitare “dimissioni della giunta” …. ma cosa c’entra? A parte il fatto che quelli che urlavano e fischiavano erano due o tre esagitati.
Caro Zunk,
la funzione deve essere “ben retribuita” perché dovrebbe implicare il tempo pieno. Ragion per cui forse una delle categorie da escludere potrebbe essere proprio quella degli avvocati, perché non si capisce per quale motivo un semplice impiegato non possa oggettivamente svolgere il mandato e al contempo lavorare mentre un avvocato sì. Spesso avvantaggiandosi della posizione politica anche sul versante professionale. Questo, naturalmente vale anche per le altre tipologie di libera professione. E dal momento che io per cinque anni non sarò in grado di fare nient’altro (anzi, è auspicabile che non faccia nient’altro!) questo deve essere monetizzato. Altrimenti potrà candidarsi solo chi è già ricco di famiglia, il dipendente pubblico che può andare in aspettativa senza assegni oppure l’eroe del popolo pronto ad ogni sacrificio personale per il bene collettivo. Ma ne nasce uno ogni generazione…
Ma in verità io ho detto altro: ho detto che quella funzione merita di essere riconosciuta per l’importanza che ha. Il fatto che “non sia un mestiere” non vuol dire nulla: se tu lo svolgi a tempo pieno deve garantirti il reddito, che deve essere coerente con l’importanza della funzione. Tu la pensi diversamente. Non c’è problema.
Se il tema è democrazia, fascismo e tecnocrazia, cerchiamo di definire cosa si intende. Intanto io scrivo di “protofascismo” ovvero di un insieme di idee, comportamenti, pulsioni che potrebbero benissimo sfociare in un regime autoritario, gerarchico, fondato sul culto del capo, su valori tradizionali ma stabili – la triade classica “dio, patria e famiglia” può andar bene, ma io ci aggiungerei “proprietà e consumo” – sull’ordine, ecc.
La tecnocrazia è altro. Significa ritenere che tutti i problemi abbiano un’unica soluzione, quella “tecnicamente” ineccepibile, da qui il governo dei “tecnici”, gli unici capaci di trovare la soluzione buona per tutti. L’ “one best way”, direbbero gli esperti di storia delle organizzazioni. Diciamo che ho letto troppo per avere una visione così semplicistica e banale della realtà.
Per cui, niente tecnocrazia, ma politica! Il politico sceglie gli indirizzi generali, il tecnico aiuta a tradurre in realtà questa scelta, sia essa di politica industriale, di politica economica, culturale e qualsiasi campo possa essere oggetto di intervento legislativo. C’è poi una competenza tecnica specifica, relativa alla redazione dei testi normativi. Ma anche questo, a ben vedere, è frutto di una precisa scelta politica: perché avere norme chiare, comprensibili, facilmente interpretabili e addirittura valutabili è un conto, averle ambigue, interpretabili alla bisogna, è un’altro. Ma ripeto sono scelte e quindi politica. Scelte di cui forse sarebbe opportuno chiedere conto. E lo dico da funzionario pubblico che si è trovato e si trova ad interpretare norme di cui a volte è impossibile comprendere la ratio, che si contraddicono con altre norme e fanno sì che qualsiasi cosa tu faccia, sbagli.
Quindi mi attribuisci pensieri che non ho, ragiono in modo un pochino più complesso.
Propongo di conservare l’esistente? Senz’altro. Propongo di conservare quanto previsto dalla nostra Costituzione!
Non ho capito però quale modello alternativo proponga tu, a meno che non si ritenga un modello alternativo il non retribuire i consiglieri regionali.
Distinguere tra consiglieri che lavorano e consiglieri che non lavorano? Non credo proprio. Ed io infatti non l’ho detto. Ma il consigliere incapace non è entrato per accozzo: nella situazione attuale, o è stato votato dai cittadini oppure è stato inserito nel listino di una coalizione che ha vinto (e quindi l’elettore ha reputato che anche chi faceva parte del listino fosse degno). Ho detto: la responsabilità è nostra. Ciascuno si faccia un esame di coscienza sul voto dato e cerchi di fare meglio la volta dopo. Ho anche detto anche che io non mi pento del voto dato.
Sono d’accordo sul fatto che sempre, tanto più in un momento come questo dove pericolosamente la fiducia dei cittadini verso i partiti è al minimo storico e si rischia di buttare con l’acqua sporca di alcune patologie della partitocrazia anche il bambino della democrazia, le azioni di chi ha responsabilità pubbliche di questo rilievo debbano essere prese alla luce del sole, con un dibattito pubblico e “calendarizzato”. Infatti ho definito “imbecille” l’approccio utilizzato. Per altro, ai è proceduto in modo da produrre il massimo effetto negativo dal punto di vista simbolico: di notte, con una norma intrusa all’interno di un intervento a favore di poveracci, utilizzando come vettore un dispositivo sul precariato. Non è neppure da imbecilli, è da coglioni.
Rispetto all’opportunità o meno di dare parola alla Zuncheddu o a Palomba, ho scritto e mi pare che su questo punto si sia più o meno d’accordo.
Resta il fatto che il nemico pubblico numero uno è diventato il Consiglio, mentre secondo me la situazione attuale deriva dall’inadeguatezza assoluta dell’esecutivo. Rispetto al quale invece tutto tace. Per questa ragione chapeau a Ugo Cappellacci: se tutto è merda lui non è peggio degli altri, al massimo è uguale. Se la bestia è il consiglio, può anche essere che la giunta e il suo presidente ne siano le vittime.
Peccato che non sia stata del consiglio la proposta di nominare il “ragazzo di valore” Lorefice amministratore della Carbosulcis…
Continuo a non essere d’accordo: l’indennità dev’essere una garanzia di sostentamento dignitoso, non una remunerazione. Servire la collettività non è un lavoro, è una MISSIONE che mette anche alla prova ciascuno che pensa di candidarsi costringendolo a misurarlo col suo effettivo anelito ad agire per il bene comune. Se non ti conviene rispetto a quello che guadagni e rinunci, vuol dire che alla collettività non ci tieni poi molto. Altrimenti non ci sarebbero i Massimo Zedda che scelgono di percepire un’indennità molto inferiore per svolgere un ruolo impegnativo anziché prendere un sacco di soldi e il vitalizio in condizioni di maggior relax. Quanto ai professionisti, così come i pubblici dipendenti sono obbligati all’aspettativa, anche per loro dovrebbe esserci la sospensione dagli albi professionali durante il mandato. 3000 euro forse sono pochi, diciamo 4000 ma non di più oltre rimborsi spesi non forfettari ma a piè di lista entro un certo tetto, con assistenti alle dipendenze del Consiglio Regionale – e non scelti a cazzo dai politici e magari remunerati in nero molto meno di quanto viene loro dato per “il portaborse” – e agli assenteisti riduzioni fino alla totale decurtazione in proporzione alle assenze oltre un “bonus” base. Così si risponde anche alle obiezioni demagogiche relative all’assenteismo di Renato Soru. Poi se il problema è che, con provvedimenti decisi in una direzione simile, verrà a scomparire quell'”indotto” della politica di portaborse e scagnozzi vari, che nessuno rimpiangerebbe se non chi ne è beneficato e gli stessi politici per le loro esigenze clientelari, lo si dica chiaramente con onestà intellettuale. Ovviamente, è il pensiero di un fascistone quale sono 😉
No, non è il pensiero di un fascistone, ma di chi forse ha una formazione fortemente giuridica, dove a volte si confonte quel che dovrebbe essere con quel che è. Una visione esageratamente etica della politica, della “missione”, senza una valutazione attenta degli effetti generali, porterebbe semplicemente ad un restringimento della partecipazione. L’ideale sarebbe che la politica si facesse per hobby, come volontariato. Sappiamo bene però quali sarebbero gli effetti sistemici dell’eliminazione di qualsiasi emolumento (poi chiamiamolo come vogliamo). Con la storia del “non gli conviene” noi perderemmo molti politici anche molto bravi, ma che non si potrebbero permettere di fare politica.
Massimo Zedda ha fatto una scelta a perdere dal punto di vista prettamente finanziario ma: a) fare il sindaco di Cagliari era il suo sogno, perché può cambiare realmente il mondo che lui stesso abita; b) dal punto di vista politico, siamo sicuri che il sindaco di Cagliari, sia pur guadagnando meno, conti meno di un consigliere regionale? Semmai, prende poco per essere sindaco della più grande città della Sardegna e prende poco perché prima di lui chi reggeva il ruolo era ricco e sembrava impossibile rovesciare a Cagliari il governo dei notabili!
“Con la storia del “non gli conviene” noi perderemmo molti politici anche molto bravi, ma che non si potrebbero permettere di fare politica.”. Soviet sei contraddittorio. Dì casomai che non sarebbero incentivati a fare politica, ma sinceramente non intendo fornire “incentivi” col denaro pubblico a personaggi la cui propensione a servire la collettività cambia a seconda di quanto si guadagna. Dove sta scritto che al politico devo mantenergli lo stesso tenore di vita – ovviamente entro il tetto dell’indennità – che avrebbe esercitando il suo abituale mestiere? Stai confondendo i pro e i contro che uno deve considerare quando fa una scelta con le tipiche disposizioni patrimoniali di una separazione tra coniugi. Hai idea di che salti di gioia farebbe una famiglia media sarda potendo disporre di 4000 euro netti al mese, e solo per l’attività di uno dei coniugi? Lo so, sembra demagogia, ma non deviamo il tiro. La “par condicio” sull’accessibilità alla politica la si garantisce a quelli che sono davvero meno abbienti, agli operai, ai disoccupati, perché no a chi ancora studia, volendo anche a chi ha fatto la scelta di sacrificare più alti traguardi di istruzione e professionali all’impegno politico a tempo pieno, ma a prescindersi da prebende – come capitava spesso nella vecchia FGCI, ricordi che si laureavano tutti intorno ai 30 anni no? E non percependo una lira o contributi assolutamente modesti dall’organizzazione – non a chi magari si è acceso un mutuo per la seconda o la terza casa o non può fare a meno di girare in BMW. 4000 euro, o anche 5000 come dice Gregorini, sono più che sufficienti alle esigenze di vita dignitosa di qualsiasi famiglia media, se qualcuno ha fatto il passo più grande della gamba non pretenda che siano le istituzioni a consentirgli di fare politica senza accorciare il passo. E anche quando parli di Massimo Zedda non fai che darmi ragione: in pratica affermi che ha sacrificato un ben maggior introito, oltre al vitalizio, a una legittima ambizione, all’orgoglio di essere il sindaco di Cagliari e di poter direttamente agire per cambiarla come ha sempre sognato. Questi sono i politici che mi vanno a genio: Zedda conosceva i pro e i contro, ha ritenuto di servire la collettività sacrificandosi, magari anche per coltivare un’ambizione del tutto legittima. Potrei citarti altri due esempi, anche se le persone magari non ti staranno simpatiche: Corrado Passera e Vittorio Grilli, entrambi passati a fare i ministri per un emolumento quasi da fame rispetto a quelli che percepivano quali banchieri. E anche nella vituperata “Prima Repubblica”, non mancarono esempi come quello di Piero Barucci, che dicono ebbe non poche difficoltà ad adeguarsi al modesto emolumento da ministro (allora pari a circa 2.300 euro di oggi) rispetto a quelli da presidente MPS. Poi non so, se per te 5000 euro, a parte i rimborsi spese e quelli dell’assistenza – non dell’assistente scelto dal politico, preferibilmente di quello messo a disposizione e direttamente retribuito dal consiglio – restano una cifra insufficiente, forse stai misurandoti col costo della vita di Beverly Hills, non con quello di Cagliari o Sassari. E non credere che abbia mai pensato che devono lavorare gratis: questa è una minchiata solenne che non ho mai sostenuto né ritenuto sostenibile (poi magari la Zuncheddu ci spiegherà invece come fa a sostenerlo).
Nessuna contraddizione. Ma vediamo un po’: siamo d’accordo sul fatto che un emolumento debba essere corrisposto. Il problema sta nel quantum. Io sostengo che ad una funzione di quella importanza debba corrispondere un emolumento adeguato. Tu reputi che un emolumento troppo alto incentivi anche chi non sente il sacro fuoco dlla politica.
Converrai con me che ogni emolumento è arbitrario e che bisogna in qualche modo fissare dei parametri. Per me 5 mila euro sono molti, tre volte circa il mio stipendio. Ma io faccio l’impiegato regionale e non credo che il consigliere regionale sia equiparabile al mio lavoro. Anzi, dando ragione a te, non è neppure un mestiere fare il consigliere. Quindi l’equiparazione dovrebbe essere fatta con attività simile. L’attività più vicina è quella svolta dai parlamentari, perché i consiglieri sardi legiferano su alcune materie in maniera esclusiva. Certo, il 100% di quanto prende un parlamentare nazionale forse è troppo. Facciamo l’80%? Ma l’80% è il limite massimo già fissato in precedenza, abolito in un inutile referendum. Quindi quant’è troppo e quant’è poco per un consigliere regionale?
Quando eravamo in Fgci è vero che si faceva (almeno io) tutto dq volontari. Quello con cui lavoravo più spesso io, Francesco Marras, allora segretario regionale della Fgci-Lega per il lavoro, credo ci rimettesse parecchio di tasca, visto che era sempre in auto in giro per la Sardegna ed era spessissimo a Cagliari, ma viveva a Guspini e lavorava a San Gavino. Ma alla nostra festa regionale invitammo i Litfiba, quindi risorse ce n’erano…
Certo, se io ho in banca qualche centinaia di migliaia di euro, se non milioni, mi posso permettere anche fare gratis il ministro (che poi recuperano, che non è dalle indennità che i peggiori traggono i guadagni maggiori e questo vale anche in consiglio regionale).
Beh i Litfiba non erano ancora il fenomeno commerciale che poi sarebbero divenuti … in quartiere le ragazzette guardavano stupefatte me e pochi altri amici che già li seguivamo. Magari più cari dei CCCP, non so. Per il resto, non ho capito se vuoi andare a parare nel senso che è meglio ignorare il referendum e lasciare tutto così com’è, anzi facciamo una norma chiara per dirlo espressamente, preferibilmente non di notte, ma affettuosamente e ironicamente mi tocca constatare che il “fondo” del tuo discorso assomiglia molto a quello con cui diversi anni fa Giuliano Ferrara giustificava l’abuso di auto blu, aerei di stato e compagnia cantante. “Lo Stato deve avere RAN-GO”, scandiva, e citava l’esempio della grandeur francese. Peccato che oggi sia arrivato François Hollande con la sua Citroen ibrida che rispetta perfino i semafori e soprattutto con l’autotaglio di stipendio del 30%, annunciato pubblicamente e di giorno. A bello c’è la crisiiiiiiiiiiiiii … io posso comprendere il tuo discorso (anche se non lo condivido appieno) ma vallo a spiegare a chi domani se paga la prima rata dell’IMU non sa se riuscirà a finire il mese.
Caro Zunk, evitiamo almeno fra noi i richiami alla “O zappatore” di Merola di coloro che non sono nelle condizioni di pagare l’IMU, perché poco c’entrano col discorso, molto col divagare.
I refendum vanno rispettati perché la legge dice che superato il quorum posto ad un terzo degli aventi diritto, il risultato produce effetti. Però evitiamo “il popolo sardo ha detto…” perché noi persone di intelligenza media sappiamo distinguere tra la parte e il tutto e pensiamo che per poter parlare a nome di tutto il popolo almeno il 50% + 1 sia necessario.
I Litfiba, forse non avevano ancora la notirietà che avrebbero raggiunto in seguito, ma erano piuttosto conosciuti, tant’è che la Fiera registrò il pienone. Te lo dico perché ero sotto il palco a fare servizio d’ordine e poi a servire birre alla spina allo stand con il grande Cipputi (se ricordi il nome dimmelo che non me lo ricordo più, ma era un bravissimo compagno!).
Tra l’uso e l’abuso c’è uno scarto che va riempito. Le auto “blu” possono essere anche utili, se usate per poter svolgere il proprio lavoro. Quando qualsiasi uso è ritenuto abuso non ci siamo più. Nessuno nega la necessità di una riduzione delle retribuzioni dei politici. Ma chi, sempre con l’intelligenza media, come me un pochino lo sa dove va a morire la volpe, sa xhe i soldi veri i politici non li fanno lì e gli sprechi veri non sono lì. Che è giusto che nella crisi si inizi a dare l’esempio da chi più ha. Ma in una società dove il 10% della popolazione ha il 90% delle risorse, metterei molta più energia a far pagare a quel 10% anche il 90% di tasse. Così anche il poveraccio che non ce la fa a pagare l’Imu avrebbe soddisfazione, non solo psicologica.
La prossima volta che mi paragoni a Ferrara ti frastimmo! 🙂
Mi tocca farti sapere, con sommo dispiacere, che “Cipputi” non è più tanto “compagno”, nel senso che per votare a sinistra continua a farlo, ma è ampiamente disilluso come tanti. E se si è disilluso lui … per il resto vabbeh, vedo che continui a cadere nel “benaltrismo” veltroniano – e meno male che sei di Sel – qui il punto è che in tempi di crisi la classe dirigente deve essere la prima a “dare l’esempio”, e se non ci sono le condizioni di farlo, almeno spieghi perché. Che poi se ci sono per il compagno Hollande, dubito non ci siano per D’Alema, dato che la Francia sta anche un po’ meglio dell’Italia. Per il resto, c’è un’ampia zona grigia tra chi difende l’indifendibile, cioè il mantenimento integrale dell’attuale sistema di privilegi e sprechi legati all’attività politica e parlamentare, e chi crede che semplicemente le istituzioni democratiche siano annichilite perché “costano troppo”, e chi chiede semplicemente che si dia “una bella moderata”, specialmente laddove cessa il limite di ciò che è doveroso ed equo dare alla politica perché funzioni e di ciò che invece diviene mero privilegio ad personam per chi svolge una funzione politica, e non solo parlamentari o consiglieri regionali, se permetti, non accetta di essere confuso all’ammasso con chi dei parlamenti e parlamentini vorrebbe semplicemente l’abolizione. Questo è il vero qualunquismo, alla rovescia. E oltre tutto, dato che non tutti abbiamo una preparazione e conoscenze adeguate per comprendere queste sottili differenze, questo tipo di reazioni, che sono molto frequenti in voi di Sel – tue no, ma qualche tuo compagno di partito è di una rozzezza quasi bossiana al riguardo – hanno buona probabilità di far passare chi è ben lontano da certe intenzioni dalla parte dei qualunquisti veri, che si chiamino grillini o che siano i quattro coglioni che hanno fischiato “a prescindere”. Mi spiace compagno, possiamo stare qui a discutere per altri giorni, per altre settimane, ma sbagli.
Amico Sovjet, l’ottanta per cento di Troppo è ancora troppo.
Io credo che -anche vista la famosa media europea, che vede l’Italia strapagare i suoi deputati- una discrepanza così rilevante tra la gente comune e i rappresentanti allarghi sia la forbice della sfiducia tra cittadini e istituzioni che quella della distanza degli eletti dai rappresentati.
Si fa molto in fretta, nel caso, ad accomodarsi su una retribuzione/indennità di carica, chiamiamola come vogliamo, che rende un peone qualsiasi una specie di baronetto, con tanto di titolo “onorevole”, e a dimenticarsi della fatica che fanno le persone comuni a far quadrare i conti con uno stipendio -e si fatica anche con due, spesso- per non parlare di chi stipendi non ne ha e campa -malissimo- di lavoretti.
Per rimanere al tema del giorno, e vituperati i fischiatori antitasse e sospetti, e censurata la lista di proscrizione, penso che in Consiglio Regionale abbiano fatto una cappellata notevole, nel metodo -soprattutto- e anche un bel po’ nel merito.
Il sistema dei benefici per i rappresentanti politici va radicalmente ristrutturato, snellito, privato di opacità discrezionali, e la spesa va anche diminuita in modo trasparente, evidente e pubblico, senza fare delle inverosimili cazzate come l’inserimento di norme intruse in provvedimenti di altra natura. Non basta e non può bastare una semplice riduzione percentuale, serve sottrarre ad usi impropri, possibili ora e censurati solo in casi di eclatante abuso, tutti i fondi amministrati in un modo o nell’altro dai gruppi in consiglio e dai singoli consiglieri.
Non so che cosa sia effettivamente successo e perché mai anche consiglieri regionali che conosco come persone corrette si siano infilati in un simile ginepraio, ma ora è urgente che chiariscano tutto e procedano in un altro modo, affrontando il pubblico dibattito, pena la perdita di credibilità non solo loro ma, quel che è peggio, delle stesse Istituzioni.
Neo, adesso son cavoli tuoi. Uras ti farà espellere 😀
Caro Neo, ma un parametro lo vogliamo individuare o no? Cosa vuol dire troppo o troppo poco? Rispetto a cosa? È un ruolo importante? Non è importante? In genere il primario di un ospedale guadagna un po’ di più di un infermiere, per quale ragione? Perché ha più responsabilità, perché svolge un lavoro che necessita di più competenza e conoscenze. Perché gli effetti di un errore sono più gravi. Poi ci sono primari cani, incompenti, che sono lì solo per ragioni di appartenenza politica.
Io dico che il problema non sta nel troppo o nel poco, ma nella qualità delle persone che eleggiamo. Il problema del quantum si pone perché ormai chi ci rappresenta non ha alcun prestigio e nessuna credibilità. Ragion per cui credo che sia necessario andare immediatamente ad elezioni, come giustamente ha dichiarato Luciano Uras.
Zunk, io sarò un benaltrista, ma a te come “menarilcanperlaialtrista” non ti batte nessuno!
Salutami il Cipputi, il suo scherzo a Piero Pelù resterà nella storia!
Adesso quando non si sa rispondere si dice che l’altro mena il can per l’aia? O Soviet e po prexeri … ammettetelo che avete concorso a fare una cazzata, forse si sarebbe più disponibili a comprendere il perché e a capire come se ne può uscire tutti insieme.
Caro Zunk,
abbiamo esaurito la possibilità di commento. Ripeto, io sono “benaltrista” quanto tu meni il can per l’aia. Non mi pare di aver spostato su altri e ben più importanti problemi. Ho semplicemente chiesto – inutilmente – che mi si desse un parametro per definire l’emolumento di un consiglio regionale perché per me molto o poco non ha senso se non lo si rapporta a qualcosa. Quindi, per quanto voglia bene al mio amico Neo, “l’80% di troppo è sempre troppo” non significa nulla.
Ribadisco: 1) il ruolo di consigliere regionale è importante e quindi l’emolumento deve essere adeguato; 2) in una situazione di crisi è legittimo che l’esempio parta dall’alto, ma senza ipocrisie e demagogia: riduciamo i redditi dei manager pubblici e riprendiamo con una tassazione progressiva sulle grandi ricchezze (è intollerabile che la gran parte della ricchezza sia in mano ad una percentuale risibile di persone); 3) Se l’obiettivo è la lotta agli sprechi, si faccia lotta agli sprechi dove ci sono. Individuare il politico come unico capo espiatorio è una scorciatoia facile, inutile e pericolosa.
Concludo sposando appieno la posizione di Luciano Uras, che riporto in un ampio stralcio, così invece di riportar a cazzo le sue posizioni, magari si legge direttamente quello che dice lui:
“Va finalmente detta la verità: in questa e nella precedente legislatura le indennità dei Consiglieri regionali hanno subito riduzioni progressive ed importanti. Sono state ridotte in modo significativo, di diverse decine di milioni, le risorse di bilancio del Consiglio. Cancellati tutti i “bonus”, agevolazioni di viaggio comprese.
Nelle precedenti legislature, dove erano presenti alcuni dei consiglieri che oggi gridano allo scandalo, invece le indennità sono state progressivamente e sistematicamente aumentate, introdotte diverse agevolazioni. Senza che nessuno si lamentasse.
In ogni caso ritengo, oggi più che mai, venuto il tempo dello scioglimento del Consiglio regionale.
Nessuna assemblea legittimamente eletta può reggere ad una violenta aggressione come quella che subisce, oggi, il Consiglio regionale. Non vi sono più le condizioni politiche e umane per operare con serenità nell’interesse generale. Soprattutto quando questa aggressione è incomprensibilmente promossa da autorevoli componenti della maggioranza politica a sostegno del Presidente della Regione.
Si definiscano gli interventi più urgenti per il lavoro e l’economia, la legge elettorale per l’abolizione dei listini di nominati e si vada al voto.
Diversamente è tutto un pretesto per conservare il potere di gestire e spendere le risorse pubbliche, nella confusione politica totale, a favore di interessi particolari.”
Luciano Uras – Sinistra Ecologia e Libertà
@ Sovjet. Replico qui. Troppo vuol dire semplicemente quanto ho già scritto: le retribuzioni dei parlamentari italiani sono le più alte d’Europa, molto al di sopra di quanto assegnato ai corrispettivi tedeschi o inglesi e così via, e questo eccesso si traduce un percentuale nelle retribuzioni dei Consiglieri Regionali -che dopo la revisione andrebbero pareggiate, anche per parità di dignità istituzionale-.
È forse sbagliato chiedere che in tempi di crisi ci si adegui a questa media, sfrondando i costi generali da privilegi immotivati e retribuzioni fuori controllo (per esempio, ma un peone del Consiglio Regionale -sempre il solito- ha davvero responsabilità maggiori e compiti più complicati di quelli di un chirurgo, che se sbaglia ammazza il paziente e si trova in tribunale? Io non credo proprio, e allora perché deve guadagnare il doppio?) e si riporti tutto a dimensioni che non facciano di un incarico Onorevole -l’incarico, non l’eletto- “la svolta” economica della vita?
Ma se davvero il Presidente della Provincia di Bolzano riceve molto di più del Presidente degli USA, non ci sarà da rivedere qualcosa?
Se poi uno, per caso, “ci va a rimettere” allora meglio, vorrà dire che lo farà solo chi è davvero disponibile al servizio o anche che chi rappresenta la classe abbiente o abbientissima avrà motivi per non sentirsi rappresentativo di tutti e nel caso, rinunciare.
Un validissimo esempio lo ha fornito Massimo Zedda, come tu stesso hai ricordato.
Ed è un esempio da seguire, da tenere come modello, e rappresenta bene lo spirito di servizio che animava tradizionalmente i rappresentanti della Sinistra nelle istituzioni, spirito che si è in parte smarrito, a quanto pare -e non mi riferisco a Luciano Uras, che mi risulta versi una parte notevole dei suoi emolumenti a SEL, proprio come ai vecchi e, almeno per questo, bei tempi.
Gentile Sovjet,
aggiungo un dettaglio: Zedda non ha mai detto che i politici debbano guadagnare poco. Ha sempre sostentuo il contrario, tuttavia ha anche dichiarato come nell’attuale situazione siano proprio i politici a dover dare un esempio.
Questo è uno dei motivi per i quali apprezzo il sindaco: perchè legge spesso correttamente la realtà e dimostra altrettanto spesso un notevole pragmatismo (con buona pace di quel gran mattacchine di Campus, anche lui capace di leggere con notevole coerenza e logica ciò che capita, che lo ritiene ancora un ragazzino).
Peraltro, bisognerebbe anche smetterla (almeno un poco) di continuare a triturargli le palle (a Zedda!) sulle vicende dello spettacolo (idea fissa di Biolchini, tanto che lo chiama “cultura”).
Ci sarebbe anche altro (e mi permetto di dire, sommessamente, assai più importante degli spettacoli).
Cordialmente,
Ecco la prova provata che a Zedda della parola “cultura” nulla gli cale. “C’è roba più importante” scrive il voxpopuli Ainis. Ed è così che la pensa la giunta Zedda: la cultura e lo spettacolo sono la stessa cosa… Tanto che si trovano subito trecentomila euro per dare agli imprenditori privati uno spazio per i concerti privati e non si trova un euro per salvare il teatro dell’arco… Hai ragione Ainis. La cultura è l’ultimo dei problemi… già….
Beh, prendere lo scorbutico Gabriele Ainis come portavoce di Zedda e dargli del “vox populi”, quando in genere è un bastian contrario dei peggiori, francamente mi pare una stupidaggine. Ainis la pensa solo come Ainis…
Adesso l’ha provocato e minimo ci toccherà un commento dove disquisce sulle 27 differenze tra cultura e spettacolo! Se va bene (perché io sono curioso di conoscerle queste 27 differenze). Altrimenti, potrebbe come succede a volte, semplicemente mandarla affanculo. E questo Massimo non lo farebbe mai. Quindi non c’è prova provata, né pistola fumante.
Ps. Sulla cultura io non la penso come Gabriele Ainis, per me è argomento di grande importanza oltre che punto prioritario nella campagna elettorale di Massimo Zedda. Il Lirico per esempio, è una delle maggiori imprese cagliaritane e dà lavoro a molte persone. Così tutto il sistema. Quindi per me la cultura è uno dei problemi principali.
Gentile Sovjet,
per le 2700 differenze dovrà attendere (mi spiace, ma non si faccia prendere da manie suicide, mi raccomando, non me lo perdonerei).
Che la cultura sia importante (anche lo spettacolo) l’ho sempre detto anch’io (mi spingo a dire quanto, se non più di lei, per quel che conta).
Sfortunatamente la cultura (tutta, ma soprattutto lo spettacolo) non si fa senza soldi (e la pretesa di «far soldi con la cultura», numeretti alla mano, è una sciocchezza evidente).
Attualmente Cagliari vive di pubblico e terziario; quest’ultimo rimastica essenzialmente soldi pubblici (industria saltami addosso), situazione che andrà a complicarsi in vista della necessaria compressione delle risorse pubbliche (dovute alla deindustrializzazione galoppante e alla modifica impressionante e rapida della distribuzione demografica dei cittadini).
Morale: è vero che il Lirico è una realtà che dà lavoro a molte persone, ma lo fa ridistribuendo soldi pubblici (tasse). Che faremo quando i soldi pubblici non ci saranno più o saranno talmente pochi che il Lirico chiuderà per mancanza di soldi?
Risultato: la cultura (tutta, a partire dalla scuola, rispetto alla quale lo spettacolo resta in secondo piano, tanto per dirne una) andrà a puttane! Da cui deriva che il meccanismo di generazione dei soldi di cui la cultura necessita per sopravvivere è più importante della cultura, per il semplice motivo che via quello (meccanismo) via questa!
Adesso le propongo un paio di spunti di riflessione (perché sono buono e a lei tengo in modo particolare, così non viene preso da manie suicide – perché non le enumero le 2700 differenze – e siamo tutti più felici: come potremmo rinunciare ai suoi commenti?).
1) SARAS è l’unica industria che esporta (cioè l’unica che genera i soldi veri); come tutte le raffinerie di questo mondo chiuderà (anche se non si sa quando; attualmente ha problemi di approvvigionamento; speriamo che entri a far parte di un cartello più ampio che includa un produttore di materia prima). Chiusa SARAS, senza altre alternative, Cagliari va a puttane e vive di sole elemosine statali (se gliele danno, da discutere).
2) Grillo o no, saremo costretti a rivedere l’ampiezza dell’apparato pubblico (Cagliari vive di soldi pubblici, quindi meno soldi pubblici, meno tasse, meno soldi per il teatro lirico);
3) Siccome la distribuzione demografica si sposta rapidamente verso l’alto, è previsto un incremento deciso delle spese per la sanità da destinare alla cura (e soprattutto assistenza) di noi vecchietti; ciò inciderà in modo particolare sulla distribuzione delle risorse disponibili (a danno, anche, della cultura);
Le ho dato qualche buon motivo che le faccia ritenere come non sarebbe male mettersi a litigare anche su qualche altro tema e non solo sul Lirico o i soldi da dare alla cooperativa che organizza la millesima versione del Macbeth??
Tutto ciò detto proprio perché alla cultura terrei parecchio anche io.
Cordialmente,
PS – Grazie per i complimenti: ho apprezzato molto, soprattutto il «bastian contrario dei peggiori»: sacrosanto.
Infatti il progetto di rinascita del Lirico che si sta chiedendo inascoltati da più di un anno, è proprio quello di rendere autonomo il Lirico dal punto di vista finanziario utilizzando i soldi pubblici esattamente in questa prospettiva. In tre anni il Lirico potrebbe essere autonomo. Ma non so più come dirlo, scriverlo, parlarne, dipingerlo, cantarlo, ribadirlo… francamente inizio a essere un po’ stanchino, come disse Forrest Gump.
Ma ancora non mi fermo, e ribadisco anche a lei che continua con la solita banalità del “Lirico che non ha più soldi”.
A questo link può notare che non è la prima volta che mi esprimo.
http://costruiresumacerie.org/2012/05/22/i-luoghi-comuni-che-sento-sul-lirico-di-cagliari-smontati/
Ma non si preoccupi, ogni volta che sentirò parlare con inesattezze e qualunquismi da osteria, non esiterò a ribattere. Punto per punto.
Gentile Ainis,
riguardo i vari punti di riflessione proposti mi interessa in particolare il primo: vorrei chiederle, se ha la pazienza di accontentarmi, un chiarimento.
Ho dato uno sguardo veloce al bilancio Saras (2011) e mi pare di aver capito che c’è stato un utile di 11.039 milioni di euro. Come ha scritto lei, soldi veri !
Ho pensato però che la gran parte di questi soldi non sta in Sardegna, ma vola velocemente a Milano. Qui rimangono quelli necessari per pagare gli stipendi ai dipendenti, e basta. Non sto dicendo che sono rinunciabili, anzi: sono fondamentali.
Volevo solo capire se quella cifra (11 miliardi) è per la Sardegna solo un miraggio, oppure vengono reinvestiti, almeno in parte, nell’isola.
Cordialmente.
L’inamovibile Pannella, è proprio l’esempio -negativo- di un Partitocrate -di nicchia ma pur sempre tale- che vive di “alterità” proclamata, Leader indiscutibile benché più volte discusso da radicali di volta in volta messi alla porta o costretti alla fuga e titolare di due o tre opzioni da vendere sul mercato del voto volatile, vivendo a propria volta di prebende -per esempio il vitalizio da parlamentare-.
Per il resto sarei abbastanza d’accordo con Zunk, e venendo al “quantum”, mi dico che un emolumento ben più modesto tocca al Sindaco della principale città isolana, anche per sua scelta -e grande merito, si intenda-.
Ora, se un contributo non misero ma neanche particolarmente ricco è adeguato per chi ha la responsabilità quotidiana -e vorrei anche dire diuturna, perché aspettavo il momento da mesi!- di farsi carico dei migliaia di problemi di una città complessa come Cagliari, perché un peone qualsiasi, magari forte del voto plebiscitario di preferenza assegnatogli dagli elettori/cugini del comune di Nuragheddu e rappresentativo soprattutto delle istanze centrali dei coltivatori di indivia in campo polveroso, dovrebbe avere molto di più?
Concordo inoltre per criteri che leghino strettamente le indennità alla presenza e/o alla attività concreta sul territorio. E inoltre vincolerei ogni e qualunque benefit aggiuntivo “per spese di segreteria e contatto col territorio”, con plafond insfondabili, a rimborsi su base non forfettaria e presuntiva ma solo e soltanto sulla scorta del rendiconto minuto.
-p.s. nel fronte anti Equitalia, presente in forze ieri e a quanto pare caratterizzante l’atmosfera del momento, intravedo una qualche specie di forconismo alla siciliana che ben poco mi piace. D’accordo per non essere strozzati, va bene un limite a penali e interessi, ma alla fine della fiera le tasse andrebbero pagate-
E infatti il modo di gestire il partito da parte di Pannella non mi è mai piaciuto, e credo gli abbia negato l’accesso a un elettorato ben più vasto, salvo lo sporadico exploit del 9% della Lista Bonino in recenti elezioni europee. Sicuramente gli ha negato la mia adesione giovanile, insieme allo scarso gradimento per l’eccessivo liberismo e per una linea di politica estera troppo filoisraeliana. E penso quelle di tanti altri. Staremo a vedere se anche i nodi di Grillo verranno al pettine, perché è inutile prendersi per i fondelli, il rapporto diretto “cittadini” o “iscritti” e capo significa che comanda solo un capo, e di questo presto in molti si accorgeranno. Per il semplice motivo che i comuni “cittadini” hanno pure da lavorare e spesso possono dedicare alla politica solo i ritagli di tempo, e che è impossibile pensare di gestire in maniera non solo democratica ma anche efficiente un movimento che non sia un minimo strutturato, come sosteneva l’eretico Tavolazzi.
Tornando a Pannella brevemente resta il fatto che gli sarò sempre grato per le sue battaglie sui diritti civili, e che ha sempre denunciato, magari esagerando, un problema reale, e incancrenitosi soprattutto dopo la fine del “compromesso storico”. Morte di Moro, morte di Berlinguer qualche anno dopo, fine dei grandi progetti e dei grandi ideali, predominio della gestione del presente involutasi in magna-magna spesso generale, che non sempre ha risparmiato la sinistra.
Sugli anti-Equitalia: sono quasi tutti berlusconiani, spesso neanche pentiti, e non tutti in buona fede, perché spesso chi oggi non ha i soldi per la perfida Equitalia è perché invece di accantonarli per le tasse ci si comprava il SUV. E’ una zavorra di cui farei volentieri a meno: tenere conto degli eccessi segnalati, che sono reali, si, però anche loro non possono prendere per i fondelli oltre una certa misura.
Che analisi soviet! Concordo parola per parola. Meno sulla soddisfazione sul voto. Non sono pentita ma mi aspettavo di più… sembra tutta una marmellata, dove non si capisce chi vota che cosa e chi…
Complimenti comunque
Oh Vito….
Appu cumprendiu …….. boh, boh ….
In sa Casta ci sesi intrau tui puru!!!!
e la storia si ripete…. prima in piazza a tirare le monetine a Craxi, poi alle urne a votare suo figlioccio Silvio, così i mafiosi smettono di pagare i politici e vanno a sedersi direttamente in parlamento…
Perché l’Italiano non vuol perdere tempo a pensare, a fare un’analisi critica, si incazza e basta contro tutti e tutto e poi vota il primo politico farabutto che gli promette un posto di lavoro…..
Se questo è un popolo che ha capito cos’è la democrazia?
No, occhialonero, nel 1788-89 a guidare la rivoluzione furono gli omologhi degli attuali consiglieri regionali. E se ci sono analogie da fare servirebbero a iscrivere Palomba nel partito tra Robespierre e Danton (facendo sempre salva la fondazione dell’Idv, ricchissima, che gestisce i fondi dei rimborsi elettorali ai partiti). Sono i ricchi che fanno le rivoluzioni borghesi, ricordatevelo. Non a caso la rivoluzione del 1968 divenne solo una rivoluzione sessuale, consumistica e psichedelica: capirai! L’unico paragone vero l’ha fatto Biolchini, 1919-20: una minoranza pompata conquista il potere e non lo molla più……. A proposito di prebende: quando pubblichiamo gli stipendi, pagati col canone, dei redattori della Rai che prendono migliaia di euro per un tg di un quarto d’ora replicato? Quando pubblichiamo gli stipendi della Nuova, sostenuti dalla pubblicità istituzionale di Cappellacci sul Piano Paesaggistico (mai modificato). Quando pubblichiamo i favori edilizi concessi al gruppo La Nuova a Sassari e al Gruppo Zuncheddu a Cagliari, perché ogni sindaco ha paura del giornale della sua città? Quando pubblichiamo i nomi degli avvocati di fiducia dei tribunali che lavorano in esclusiva, a Cagliari e a Sassari, su perizie, fallimenti e quant’altro? Come fa un autorevole esponente del Pd a schierarsi contro i fondi ai gruppi e a non fare chiarezza su come i fondi dei gruppi sono stati usati dal Gruppo di Progetto Sardegna (l’on. Porcu ha ammesso sul giornale che anche loro avevano la carta di credito come Silvestro Ladu) e dal Gruppo del Pd? Perché non pubblicano gli estratti conti? Io conosco molti degli indignati……. lasciamo perdere! Apprezzo di più chi difende la norma approvata e la fa applicare.
Si….. è stato qualunquismo e populismo anche l’atteggiamento del popolo francese tra il 1788 e 1789………
In effetti, a leggere la cronaca di Sassari Notizie, siamo in una fase pre-rivoluzionaria… “Folla inferocita”, “Rabbia incontenibile”…
http://www.sassarinotizie.com/articolo-11434-indennita_dei_consiglieri_regionali_folla_inferocita_stamane_a_cagliari.aspx?fb_ref=ArticleBottom&fb_source=home_multiline
Perchè il popolo ha fame!! Ha fame di lavoro, di onestà nei rapporti sociali, di bene comune, di scelte giuste per migliorare il benessere collettivo, di enormi e concreti sacrifici dell’elite politica, ha fame vera…….!!! Ricordiamo che in Francia fino agli eventi dell’estate 1789, Luigi XIV e la monarchia non erano certo in discussione.!!
vi prego, tappatemi la bocca
vi supplico, censuratemi
vi prego, non costringetemi a parlare, ad esprimermi, a pensare
vi prego, vi prego, VIPREGO!
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grazie!
Il qualunquismo due punto zero alla Grillo ed emuli nostrani sta portando a piccole rivolte di sapore protonazista come quella giustamente stigmatizzata da Biolchini nel post.
Tutti questi umarel pronti a linciare coi forconi chiunque, senza distinzione, sono la maggioranza dei povericristi, sono le persone che non valgono nulla, Sono quelli che non hanno nessuna intenzione di costruire nulla. Sono quelli che, adesso, sentono il profumo del potere vicino alla loro porta di casa e pensano che ora possa anche toccare finalmente a loro. Adesso con Grillo possono anche loro aspirare a contare qualcosa, loro che non valgono a nulla, che non servono a nessuno, che non sono capaci a far niente, pensano che potrà capitare a loro domani di essere scelti per fare politica partecipando a una raccolta di nominativi via email.
Sono gli ignoranti beceri pronti ai linciaggi, al processo sommario basato solo sul “si dice” e tanto basta.
È gente orrenda, che non ha mai contato nulla se non nei momenti di rivoluzione dove vengono usati da chi muove i fili per altri scopi. Sono persone pericolose perché ignoranti, gentaglia in cerca di un padrone perché loro non sono capaci di fare i cittadini responsabili: è solo gente atta a essere serva. Serva di qualcuno.
Adesso i loro signori e padroni stanno scomparendo e hanno aperto le tanche, non c’è nessuno neanche che si occupi di portar via lo stallattico. Questa gente orribile è in libera uscita, pronta a dare l’assalto al palazzo.
Almeno fino a che non avranno un nuovo padrone. Bestie.
Più’ che Simplicius lei dovrebbe farsi chiamare Simplicisticus. In ogni caso dovrebbe misurare le parole perche’ al consiglio regionale non c’era solo la “sordida plebe” ma tante persone oneste e anche competenti che, moralmente e professionalmente, valgono infinitamente di più’ della casta per cui lei s’infervora tanto, non so quanto disinteressatamente. Si rilegga i deliri di Craxi e compagnia rubante in prossimita’ della caduta in disgrazia e si accorgera’ quanto somigliano ai suoi. Poco cordialmente e con scarsa stima. P.S.: bestia lo dice a sua zia!
Movimenti come questi hanno sempre portato a disastri come il nazismo e il fascismo. Bestie sono, e basta.
Chi vuole cambiare (come me e come lei) deve agire democraticamente con il voto. Quelle bestie che tiravano le monetine al pessimo Craxi erano gli stessi che il giorno prima lo votavano e quelli che oltraggiavano il cadavere di Mussolini erano gli stessi che lo osannavano alle adunate oceaniche. Bestie sono, solo bestie. E se c’era mia zia, era bestia pure lei.
Chi tirava le monete a Craxi erano i fascisti, questo è storicamente accertato. Magari quelli che baldanzosamente negli anni ’80 scaricarono Almirante attratti dall'”uomo forte” Craxi. Quindi sempre lì intorno si gira. Quello che mi fa incazzare è che si generalizzi. Chi fischiava e urlava sabato mattina erano tre-quattro esaltati, non di più. Semplicemente facevano molto rumore, e questo è l’aspetto che ha colto certa stampa, sempre portata a semplificare sul sensazionalismo. Ed è grave che esponenti politici che si suppone preparati in modo non superficiale si attacchino a queste semplificazioni pecorecce.
Gentile Biolchini,
ciascuno di noi si illude di essere un Metternich (o un commissario tecnico della nazionale).
Solo che poi arrivano i voti (le partite si giocano)…
… e facciamo finta di dimenticare ciò che si è detto il giorno prima.
Posso ricordarle i suoi ragionamenti riguardo il fatto che i sardi vorrebbero partiti politici che difendano la sovranità? Ha visto i risultati delle elezioni? Il nostro Maninchedda (beato lui) gioisce perché ha preso 350 voti a Bolotana: come mai non ne ha parlato? Si è dimenticato? Non è più importante? Ha paura di dover dire che ha detto un cumulo di puttanate (non lo penso davvero, non ancora)?
Adesso se la prende con l’antipolitica e il qualunquismo che porta un pugno di cittadini a far casino di fronte al consiglio! Ma davvero le pare questo la luna (o il dito)?
Vogliamo renderci conto, tutti, che sarebbe il caso di piantarla con i giochetti? Certo, Zuncheddu avrebbero dovuto farla parlare, ci sarebbe dovuto essere un dibattito pacato, politicamente corretto…
…solo che non è successo e non saranno le sue lamentele a far sì che accada!
Desidera che le si dia ragione? Ce l’ha, formalmente il suo ragionamento non fa una grinza, e poi?
Per favore, si renda conto, almeno lei, indipendente e non legato mani e piedi ai circuiti dell’informazione isolana, che la notizia – vera – è che i cittadini si possono spostare con estrema facilità da una parte all’altra, che votano al 15% per un non-partito che in Sardegna neppure si sa da dove esca, che non saranno i bei ragionamenti a spostare di un millimetro l’incazzatura sacrosanta delle persone!
Sa quali sono i due enormi problemi? Il primo che a Zuncheddu e Palomba non è stato data la possibilità di esprimersi (una cosa terribile, non sa quanto mi impressioni), ma il secondo, altrettanto rilevante, che nessuno dei due avrebbe avuto niente di sensato da dire!
Possibile che non si renda conto che il problema «vero» è la mancanza di rappresentanza del consiglio? Che la Sardegna ha bisogno di buona politica dopo decenni di latitanza cronica (e Soru ha avuto la possibilità di far bene dandosi la zappa sui piedi per evidente distanza con i cittadini)?
Ma per favore, voi intellettuali, non potreste provare a mettervi, per una volta, dalla parte di noi poveri e ignoranti cittadini?
Cordialmente,
PS – Sono incazzatissimo con lei perché mi ha censurato!!!! Allora sa che faccio? Scendo e cammino a piedi!
Sig. Neo Anderthal, non se la prenda per il mio post. Capisco le sue opinioni siano ben differenti dalle mie, probabilmente lei crede che chi lavora nel privato debba svenarsi per i ladroni che prendono immeritati stipendi pubblici. Vede, 150 anni di Italia hanno rovinato la società Sarda e la Sardegna relegandola ad una colonia sottosviluppata, nascondendole la propria storia, cultura, lingua e dividendo il suo popolo per i soliti interessi delle classi dominanti. Probabilmente questa crisi economica non tocca ancora tutti nel profondo ma se ci fa caso la fuori c’è un isola pronta a scoppiare, stufa dei soliti soprusi dei potenti di turno che mangiano alle spalle di chi lavora sodo e questo è un dato di fatto inconfutabile. Vuole per caso paragonare i circa 15.000 immeritati euro mensili di un consigliere agli 800, 1000, 1200 di un operaio? Nel mio post precedente ho parlato per metafore, riferite a periodi storici passati. Lungi da me richiamare la gogna, l’impiccagione per il giornalista Biolchini, ma bensì era riferito a questa classe politica di “Serbidores Isfruttadores”. Per quanto riguarda la stampa libera in Italia è un dato di fatto che i giornalisti veramente indipendenti si contino sulle dita di una mano, certo ognuno ha le proprie opinioni politiche ed è libero di pensarla come vuole ma secondo lei i maggiori quotidiani son liberi? Rispondono solo ai propri lettori o son ramificazioni di partito sovvenzionate e finanziate con soldi pubblici. Lungi da me aver messo sotto lo stesso piano Pittalis, la Zuncheddu e compagnia cantante, non mi sembra neanche di averli nominati nel mio post. Putroppo i ns. rappresenti che stanno in regione non hanno il minimo pudore sopratutto in tempi di crisi come questa che è paragonabile a quella del 1929, dia uno sguardo fuori per vedere quanti giovani disoccupati ci sono a spasso, quanti son costretti ad emigrare, quanti pensionati debbano mantenere famiglia con magari figli grandi e disoccupati a carico, molti dei quali laureati, quanti cassa-integrati e quanti hanno perso il lavoro e non hanno nè disoccupazione nè alcun sostentamento. Sulla sanità l’accesso alle cure è parzialmente gratuito, vedasi ticket e chi può si cura nelle strutture migliori private, chi non può capita che non possa manco curarsi un dente.. Sull’istruzione non tutti possono mandare i propri figli all’università, la maggior parte dei meritevoli espatriano o non trovano posto di lavoro stabile per via di tanti accozzati che hanno la precedenza e vengono assunti nei vari stipendifici sardi che sono in mano alla politica, noti per essere degli enti inutili che servono solo ad avere un voto di scambio. Conti pure quelli che nelle statiche compaiono come occupati ma in realtà magari lavorano part-time sfruttati con varie forme di contratti atipici e paghe da fame. Dia pure un’occhiata al benessere reale delle famiglie residenti nelle province minori per rendersi conto di come stanno le cose, sicuramente non sia al livello di Haiti ma non navighiamo certamente nel benessere diffuso. In due parole “A chie troppu e a chie nudda!”. Bisognerebbe iniziare a redistribuire seriamente la ricchezza e a creare sviluppo, impresa, turismo, green economy, hi-tech con sovvenzioni sopratutto per i giovani e non solo assistenzialismo e posti pubblici il cui costo è a carico maggiormente delle classi più disperate. Di sicuro con la tassazione elevata che c’è in Italia non si va da nessuna parte e queste politiche di austerity ci porteranno soltanto ad avvitarci in una recessione minimo sino a giugno del 2013 e tenga presente che è dal 2008 con la crisi dei subprime in America che l’economia non cresce. Continueremo a pagare interessi passivi sul debito, a salvare banche privatizzando i profitti e socializzando le perdite. Si ricordi che i politici son i camerieri dei banchieri e la società in cui viviamo è organizzata in modo piramidale. Ormai comanda la finanza in un sistema dove gli Stati hanno perso la sovranità monetaria e la BCE non è tuttora prestatore di ultima istanza. Non c’è bisogno che le spieghi quali classi risentono maggiormente di queste becere teorie neo-liberiste. Finchè pagheranno stipendietti pubblici e pensioni la rivoluzione non scoppierà e fino a che non verranno imposti limiti di prelievo sui c/c, ma è un dato di fatto che il paese è in default e che non sia sostenibile pagare interessi sul debito al 7%. Haiti è lontana ma la Grecia è a due passi, nel caso domenica con le votazioni i greci decidano di uscire dall’Euro tocca a Spagna e poi a noi. 🙂 I mercati non aspettano altro che massacrarci e speculare, i ns. consiglieri continuino ad alzarsi lo stipendio, le indennità e a fare gli ingordi, vedrà lei stesso a breve che le brioches son finite e che un popolo affamato è un popolo incazzato. Saluti
La risposta al suo post precedente è stata fin troppo morbida. Dopo aver letto le prime tre righe mi sono vergognato per lei. Poi ripensandoci un attimo ho pensato che in effetti è lei quello che dovrebbe vergognarsi di se stesso. Volevo solo farglielo sapere.
L’unica cosa che c’è da vergognarsi è di mantenere parassiti prezzolati come i ns. cari consiglieri regionali, provinciali, comunali e buona parte dei commentatori di questo forum, buoni solo a mantenere i propri privilegi e che rispondono solo ai loro padroni ed alle loro vecchie logiche di partito e che pensano il Popolo Sardo sia un limone da spremere. Alle prossime elezioni sarete spazzati via e forse sarà la volta buona che verrete mandati a lavorare in vita Vs. A leggere il tenore dei commenti ci son tante persone che temono di perdere i propri santi in paradiso e di dover sudare per guadagnarsi lo stipendio. E mi riferisco ai vari PDLini, PDini, SELini, riformatori compresi. Non son un grillino ma se Grillo e M5S arriverà ad essere il primo partito è proprio grazie alle Vs. politiche. 63 parassiti hanno votato di notte, “a fura” come i ladri per mantenere i propri privilegi. Un buon giornalista dovrebbe informare su come son andate realmente le cose e non parlare a vanvera di criptofascismo, qualunquismo ed intolleranza. Il popolino è più sveglio di quanto la casta, l’intellighentzia o se preferite i cosidetti intellettuali credano. Volevo farglielo sapere! Pensi a vergognarsi per lei.
Privilegi? Casta? Andare a lavorare? O Andrea, ma guarda che io sono un giornalista iscritto nelle liste di disoccupazione, ma di cosa stai parlando? Almeno potessi andare a lavorare! Buona domenica.
Biolchini, lei sa bene che mi riferisco ai vari esponenti della società sarda presenti in regione che rispondono ai loro padroni romani e che ci hanno portato a questo degrado sociale, culturale ed economico. Il mio post era in risposta ad Ale Sestu. Forse molti non si rendono ancora conto della fame che c’è in Sardegna mentre c’è chi si alza lo stipendio senza il minimo pudore. Se questa è democrazia.. Buona domenica anche a lei.
caro VITO, ANDREA non ti conosce e non ti segue alla radio ecco perche spara cavolate , asibiri .
Lei non è un grillino ! Sia ringraziato il cielo !
Io invece si. Nel senso che sono iscritto al m5s da più di un anno.
(il termine grillino non mi piace ma lasciamo perdere le finezze ché non mi sembra il caso)
E dico che lei parla a vanvera. Come la mettiamo ?
Questo blog è frequentato da menti brillanti che al m5s servirebbero come l’aria. Se invece, il m5s, fosse pieno di persone come lei, allora si che sarebbe una catastrofe.
Vede io non ho mai votato il M5S, non ho tessere di partito, posso condividere alcuni punti del programma del suo movimento ma non mi faccio abbindolare dal primo guru che passa il convento. A parole son bravi tutti.. Vedremo a Parma Pizzarotti come governa e poi giudicheremo. Libero di pensare che io parli a vanvera, ognuno ha le sue opinioni e modi di vedere le cose 🙂
Grazie per la condivisione. Comunicare con chi ragiona e non cerca spazio è davvero riposante. Potrei sottoscrivere parola per parola ciò che hai scritto qui sopra.. ma non chimarmi sig.ra che mi viene il magone
Bè Sig.na allora.. o Lella se preferisci, comunque ci siamo capiti. Una cosa è vera non cerco spazio e sopratutto in politica. La mia è solo un opinione da cittadino sardo né più né meno.
Mi sembri della tendenza Tavolazzi, attento che non lo venga a sapere Casaleggio eh …
Sono tanto d’accordo con quanto scrive ora -non del tutto, ma non poco-, ora che ha aggiustato la mira.
L’incazzatura politico/sociale non può essere quella del cacciatore che non ha ancora preso nulla e al crepuscolo spara a tutto ciò che si muove, beccando il cognato (e lasciamo perdere il fatto che a volte, per certi cognati, una fucilata è poco 🙂 ).
Per esempio, con chi devono incazzare gli operai -tantissimi- che hanno votato per Cappellacci perché Berlusconi ha detto loro dal palco “chiamo l’amico Putin”?
Io penso che non si andrà lontano e non si attuerà nessun vero cambiamento se non la smetteremo di fare finta che la democrazia -imperfetta e manchevole, incrostata e anche sporca, in parte- non sia qualcosa che riguarda e rende responsabili anche gli elettori, e tutti i cittadini sempre, e non solo su battaglie che se pure hanno un forte impatto simbolico contano -in cifre, in soldi- piuttosto poco.
Potrebbero iniziare ad incazzarsi con se stessi visto che per un operaio è un paradosso votare una destra che appoggia le becere teorie industriali del Sig. Marchionne (tutto finanza e zero impresa..) e della Sig. ra Marceglia. Idem quelli che hanno votato per il PD, potrebbero iniziare ad incazzarsi contro la troika del partito che più incollata alle poltrone non si può e magari iniziare a fare pulizia dall’interno. Ma se la mette su questo piano ce n’è pure per i sindacati confederali che da quando esiste la concertazione hanno rovinato i lavoratori vendendoli per quattro lenticchie. Guardi i segretari quelli che tanto parlano di diritti, lavoro ecc. e poi scioperano 3 ore, magari di sabato, ora fanno finta di essere pure uniti ma intanto il governo Monti ha demolito i più basilari diritti conquistati in 50 anni di lotte operaie e loro manco pagano l’IMU sugli immobili alla pari delle banche e del Vaticano. In compenso spendiamo miliardi in spese militari per “esportare democrazia” a suon di bombe per favorire le solite multinazionali, mentre i tagli sul sociale ormai non si contano più. Idem per le PMI, che fanno parte del tessuto produttivo del paese, ormai stanno portando piccoli e medi imprenditori alla fame ed ai suicidi di massa o a delocalizzare all’estero. Lorsignori, quelli del Governo Monti pensano a difendere le banche, la grande industria ed i propri privilegi. E zitti zitti PD, PDL e l’immancabile Casini li appoggiano.
Egregio Biolchini, noto che sta censurando alla grande i miei commenti perché evidentemente non fanno comodo alla sua tesi. Io sono testardo e insisto. Secondo me, coerentemente a tanti amici di Sel, lei si sta appiattendo sulle posizioni partitocratiche e da castosauro al cubo di Luciano Uras, e si sta regolando di conseguenza. E’ legittimo, per carità, ma allora non pretenda mai più di essere la voce di chissà quale verità. La verità è che ci sono tanti Sardi onesti che, a prescindersi dalle differenze di impostazione, destra o sinistra, sono determinati ad abbattere questa casta putrida e a non concederle appello. Il loro impegno civile è l’ultima spiaggia rispetto alla resa al Movimento 5 Stelle. Così è, ovviamente è la mia umile opinione. Poi se ha problemi a riconoscerlo, penso che sia in grado di confutarmi senza censurare come ha sempre fatto. A meno che … ma io non faccio mai processi alle intenzioni, forse li ha fatti più lei, Biolchini, a proposito di Soru e dintorni. Le auguro buona fortuna, sperando che non faccia la parte del Comandante Schettino con la Costa Concordia della partitocrazia di merda che affonda e cerca di portare a fondo l’intera Sardegna con se’.
No, li ho censurati perché erano volgari e maleducati. E non si permetta di dire che li ho censurati perché non facevano comodo alla mia tesi.
Con tutto il rispetto non lo erano, e mi spiace di non aver fatto lo snapshot. Ovviamente rispetto la sua diversa opinione: lei è il padrone di casa qui. Resta il fatto che lei insiste nell’indicare il dito anziché la luna addirittura attingendo alle tesi di Michele Cossa, riprovato dagli stessi Riformatori. Forse non ha ancora capito che le accuse di fascismo e grillismo non portano a niente, anzi sono controproducenti e ci regaleranno il Presidente del Consiglio On. Giuseppe Piero Grillo, o magari il Dott. Marco Travaglio quale suo delegato, nel 2013. Poi faccia come crede, tanto sono abituato al ruolo di Cassandra …
se è per questo ha censurato anche me. Addirittura me. Non mi capacito.
Nessun credito a chi ha già incassato!
“Il consigliere di valore”, come su facebook amava (1) farsi chiamare
ama la ribalta e non disdegna la ricerca del facile consenso,
pur non lavorandoci di suo ma l’altrui pensiero (2) lasciando lavorare.
Altrettanto non dicasi quando è il suo (3) cervello ad operare,
nell’oscuro delle tenebre, onde l’indennità ripristinare.
Lamenta incomprensioni, attacca il suo partito
“non ci avete consultato, non ci avete capito”.
“Vedrete che col tempo tutto si chiarirà,
la nostra non è prebenda (4), ma pura liberalità”.
“Noi siam nelle istituzioni i giustamente eletti,
che mai ne sapete, voi poveri, voi reietti”.
“Il nostro non è lavoro ma pura missione,
fatta di alti e bassi (5), di poca comprensione”
“Solo chi sta con noi potrebbe poi capire,
vi sono tante spese (6) a cui dover sopperire”.
Oh povero di Consiglio, ti offro una notizia,
a breve pur qualcuno ti renderà Giustizia (7).
1-(profilo poi sparito al pari del valore)
2-(vedasi per tutti il link seguente : http://skywalkerboh.blogspot.it/2012/02/il-copia-incolla-dei-consiglieri.html)
3-(e di altri 62)
4-Definizione: guadagno conseguito senza troppa fatica, che premia più la posizione detenuta che il lavoro svolto
5-Ogni riferimento ad ex compagni di ventura è puramente casuale
6-Da un verbale qualsiasi d’interrogatorio : “[….] viaggiare per tutto il territorio dell’Isola, con forti spese per il carburante e addirittura incorrendo nel guasto dell’autovettura, che letteralmente avevo fuso”
7-http://skywalkerboh.blogspot.it/2012/02/regione-sardegna-20-rinvii-giudizio-per.html
e poi ci son le spese per la campagna elettorale…
Gentile Biolchini, capisco il senso del suo pezzo ma le sembra normale che si possa approvare una legge in 5 minuti (e senza discussione) e nelle successive 72 ore nessuno dei legislatori sappia fornire una tabella una sull’effettiva portata della legge approvata? che servano interpretazioni di non so quale ufficio per dare soluzione al fatto se la legge approvata sia o meno riduttiva di un’indennità riportata al 93? Ma queste discussioni di solito non si fanno prima dell’approvazione e nei luoghi deputati a legiferare?
Dipende dalla legge…
Questo è un argomento sensato. Ma come si fa a essere così maldestri (per non dire scarsi) da fare una tale somma di sbagli? Ma davvero non c’era un modo trasparente e più serio per riconsiderare tutto, senza far fare a gente come Oppi -e Cossa e i vari trombati in agguato “antipolitico”- la figura delle verginelle?
Mi scusi Murgia, ma invece a lei sembra normale il fatto che i sardi siano andati a votare per un referendum che voleva ridurre le indennità dei consiglieri e invece gliele ha tolte del tutto? Che voleva cancellare le province e invece ha solo provocato un caos tale che le province oggi sono ancora vive e vegete? Queste discussioni non si fanno prima? No. E questo è il livello della politica sarda.
normale come il Presidente (tale è fino alle dimissioni!) che cavalca i referendum ed un ex-assessore sciupone..etc etc No sinceramente non mi sembra normale. Forse è più normale la gente normale che impreca normalmente e normalmente s’indigna.
Non parliamo poi dell’ipocrisia di Soru. Se c’è uno che non merita l’indennità è lui. Va pochissimo in Commissione e per un lungo periodo è andato poco anche in Consiglio al punto che non c’era neanche questa volta. E adesso fa la morale ai suoi che si sono presi la responsabilità, per la prima volta nella storia autonomistica, di fare un taglio consistente. …… Che pena.
Mi sembrava strano che mancasse qualche riga contro Soru… firmarsi almeno col proprio nome no eh?
Bel modo di prendersi la responsabilità!
Premetto: tutta la melma qualunquista scaturita da quella nottata mi infastidisce. Ma questi mediocri rappresentanti delle istituzioni quasi se la meritano.
I referendum, per come erano scritti, sembravano la ricetta di un lassativo, ma non dare dignità di discussione pubblica in Aula al tema indennità ed evitare che maturasse na qualche idea anche nel dibattito interno ai partiti e ai gruppi è stata una cazzata!
In quanto a Soru: peraltro plecaro (direbbe Scalfari) il fatto che non brilli per presenza, e quindi sia comunque criticabile in generale,,forse sarebbe il caso di discutere soprattutto la correttezza di chi c’era e aveva il dovere di informare chi non c’era. Intanto le mani nel sacco Soru non le aveva. Ma lei è di quelli che quando subisce un furto in casa e vede i responsabili arrestati in flagranza, reagisce parlando male di suo cognato.
No è di quelli che negli ultimi tempi hanno serio motivo di rosicare contro Soru. Almeno credo.
Più passano le ore e più sembra che il taglio sia tra i più rilevanti mai fatti. Come la metterà Sergio Rizzo ad avere creduto più al web che al testo della legge, che sarà anche scritto un po’ male ma che a me sembra comunque chiaro e di taglio si tratta? Cosa farà la Nuova? Ve lo dico io, dirà che è stata lei a guidare la giusta interpretazione. Quindi la Nuova e il web hanno creato il caso sul nulla e lo chiudono in modo da non fare vedere quanto sono stronzi, ma sempre dando la colpa agli altri. Nell’Italia cattolica si confessano sempre i peccati degli altri. Inoltre; piccolina la passata di trombati alle elezioni che oggi c’era sotto il consiglio regionale. gregorini? Trombato a Cagliari. Arbau? Trombato a Nuoro….. Non è indignazione, è rivalsa contro l’elettorato.
Non condivido minimamente l’articolo del Signor Biolchini…oggigiorno pullulano in rete molti sacerdoti della sinistra…figli e vittime delle vecchie scuole di politica del defunto P.C.I.
Questa sinistra 2.0 che da anni vive dentro palazzi che il popolo lucida per loro…ha sempre bisogno di avere un nemico da odiare…in principio furono i democristiani…poi i berlusconiani e oggi il M5S. E’ ora di dire basta al servilismo dei mass media…è ora di dire basta ai giochetti politici da prima repubblica di questa classe politica…che come ha scritto andrea tengono la Sardegna in uno stato di sudditanza e di fame…di sottosviluppo…da sempre…asservendo i signorotti industriali…incrementando il lavoro nero…e costringendo generazioni a varcare il mare per vivere dignitosamente. Carissimi consiglieri…affacciatevi alle finestre più alte del vostro palazzo…e guardate bene…guardate bene dov’è la maggioranza…spero che da ora in poi la maggioranza…(il popolo) capisca che noi per vivere non abbiamo bisogno di voi…ma voi avete bisogno di noi per usurparvi le poltrone tra di voi…spero che non ci siano più persone che vogliano condurre una vita grama accontentandosi delle briciole che voi avete il cattivo gusto di lasciarci…ben vengano le liste dei bravi…e dei cattivi…perchè nella vita…e ancor di più in politica bisogna prendersi le proprie responsabilità…bisogna sempre metterci la faccia…per una questione morale…astenersi significa lavarsene le mani come fece ponzio pilato…guadagnarsi il vostro lauto stipendio significa votare a viso aperto…con un SI…o con un NO… La politica si è potuta prendere gioco dei nostri padri…ma non dei loro figli…infatti è giusto ricordare che già dalla nascita della repubblica esisteva una questione morale nei partiti visto che la DC veniva foraggiata dagli USA e invece il P.C.I. dal Partito Comunista Sovietico.
E della Questione Morale legata all’abuso dei puntini di sospensione… ne… vogliamo… parlare…?
Ma certo che no, è tutta… una… casta… puntinocratica… che… invade… il web… grazie alla… Bildebergdellesciechimichechecoicerchidelgranoelaveritàsull’area51egliufi!
Indennità dei consiglieri, il coordinatore regionale dei Riformatori Michele Cossa: “Non servono le liste di proscrizione”
“Serve attuare il referendum, non i processi di piazza e le liste di proscrizione. Per questo non ritengo accettabile il fatto che, questa mattina durante la pacifica manifestazione contro la norma sulle indennità consiglieri regionali, siano stati letti nomi di consiglieri regionali che in coscienza hanno fatto ciò che hanno ritenuto giusto”. Lo dice il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa.
“Siamo convinti – sottolinea Cossa – che tanti consiglieri abbiano votato non conoscendo esattamente le ricadute effettive dell’emendamento. Sono certo che nei prossimi giorni si farà chiarezza sulla questione e si adotteranno misure davvero idonee per rispondere alla domanda di sobrietà che i sardi pongono alla politica”.
Profondamente ignoranti e privi di voglia di documentarsi… Complimenti!!
Antonello, e la gogna per i consiglieri regionali come me la giustifichi? Anche i Riformatori hanno dovuto prendere le distanze.
Quanto al resto (cioè all’effettività dei tagli): Soru, Cappellacci e Palomba dicono che non ci sono, Diana Uras e Maninchedda invece affermano che ci sono. Secondo me bisogna aspettare l’interpretazione dell’Ufficio di Presidenza prima si sbraitare, o no?
Ma non sanno nemmeno cosa hanno votato per aver bisogno di una interpretazione ?
La giustifico con il fatto che ognuno si assume la responsabilità delle sue azioni.
Durante la lettura di quei nomi, che secondo me dovrebbero essere comunque a disposizione di tutti visto che è un atto pubblico, sempre che non ci sia qualcosa da nascondere, le persone presenti ridevano e scherzavano, è stata una goliardata. Trovo sia molto più grave ed equivoco che quell’ emendamento sia stato inserito in una delibera che proroga il lavoro, precario, dei dipendenti del parco di Molentargius e discusso nel cuore della notte. Cosa c’ entrava e perchè la presidente Lombardo l’ ha permesso? La difesa dei consiglieri da parte di Cossa lascia il tempo che trova è quasi un atto obbligato se non vuol essere isolato ed osteggiato dal resto dei politici Sardi. Io comunque non ne faccio una questione di cifre, per me i consiglieri regionali potrebbero guadagnare qualsiasi cifra, basta che se la meritino e non mi sembra che questo succeda. Se poi qualcuno fosse in grado di spiegarmi per quale motivo i consiglieri Sardi guadagnino più dei parlamentari di molti stati Europei gliene sarei grato.
Caro Antonello, e ci mancherebbe pure che non ci sia una responsabilità personale! Ma ce n’è anche un’altra, ed è quella politica, propria di chi organizza una manifestazione politica e di chi ci partecipa. La goliardata di cui tu parli è stata una pessima trovata, e bene ha fatto Cossa a prenderne le distanze. Non perché, come dici tu, è stato osteggiato dagli altri politici, ma perché si è reso conto che la manifestazione era pericolosamente uscita dai binari di una protesta decorosa. I Riformatori hanno sconfessato gli organizzatori della manifestazione di oggi, questa è la verità. Perché non si fa politica con le goliardate.
Per chi questa mattina non era presente:
Non è stato Palomba a chiedere di Intervenire, gli è stato chiesto da uno degli organizzatori del sit in che sapeva benissimo cosa sarebbe successo. Palomba ha sbagliato ad accettare, non era la giornata giusta, le contestazioni nei suoi confronti son partite dai partecipanti al presidio di Viale Trento che evidentemente dopo mesi di mobilitazione inascoltata sono, secondo me giustamente, esasperati visto che son li per difendere le loro case e non perchè vogliono incazzarsi per il gusto di farlo. Palomba era presente al sit in da almeno un ora e nessuno ha avuto niente da ridire finchè non è intervenuto.
La consigliera Zuncheddu è intervenuta nonostante gran parte dei presenti avesse chiesto che nessun politico parlasse, dopo qualche minuto ha pensato bene di dare dell’ ignorante ad una donna che contestava il suo intervento e da lì è stata coperta di fischi. A chi come me le ha chiesto perchè si fosse astenuta ha risposto che non era possibile e che lei era contraria a qualsiasi indennità per i consiglieri. Sarà anche così ma per quanto ne so non mi sembra che in questi anni abbia mai rinunciato ad un solo euro.
Vito io penso che per chiarezza avresti dovuto scrivere anche cosa è successo in consiglio durante la votazione dell’ emendamento, se l’ ho saputo io che giornalista non sono, immagino che anche tu sia al corrente delle contestazioni e delle pressioni subite da chi voleva astenersi e saprai anche che Giorgio Oppi era piuttosto incazzato con i suoi perchè sapeva benissimo che stavano combinando una cazzata. Tutti erano ben al corrente di cosa stavano votando non c’ è stato nessun errore o malinteso, tant’ è che è stata chiesta l’ interruzione della seduta per poter quantificare le nuove indennità. Questo è quello che mi è stato riferito e da qualche post letto su FB a quanto pare non sono l’ unico ad aver avuto le informazioni che sono arrivate da consiglieri di gruppi diversi. Date uno sguardo alle foto su FB, non mancano, vedrete che oggi sotto i portici non c’ erano terroristi e tantomeno fascisti.
“Per chi questa mattina non era presente………”
si caro Antonello credo proprio che Lei questa mattina non fosse presente al sit-in sotto il palazzo del Consiglio Regionale e che abbia scritto per sentito dire, insomma forse era distratto.
A Lei è sfuggito evidentemente che proprio i rappresentanti del Presidio invitati a parlare sull’improvvisato palco, hanno subito contestazioni da parte del pubblico, che non aveva nessun interesse a sentire altre voci su qualsivoglia altro argomento, seppur pertinente con l’oggetto della manifestazione, che non fosse letteralmente quello della reintroduzione delle indennità ai consiglieri regionali.
Federico Palomba, Claudia Zuncheddu e il rappresentante del Presidio, per varie ragioni, sono stati oggetto della stessa intolleranza.
Quindi, come vede, il Presidio è stato vittima di tali atteggiamenti di chiusura, non l’autore o l’ispiratore degli stessi.
Sarebbe positivo e forse utile se Lei, caro Antonello, riflettesse almeno un pò sulla realtà dei fatti.
Cagliari, 17/06/2012 Per il Presido Piazzale Trento
Marco Mameli
Chi mi conosce sa quanto detesti l’antipolitica e il qualunquismo (oltre al complottismo), ma questa volta il consiglio ha offerto un assist formidabile a chi fa di questi due elementi una ragione di vita. Essendo poi profondamente ignoranti e senza nessuna voglia di documentarsi, finisce che se la prendono pure con le persone sbagliate. Che senso ha fare una norma ingarbugliata su un argomento del genere? Che senso ha vodarla di notte come comma nascosto di una legge sui precari? Fare queste cose equivale a giocare con il fuoco. I consiglieri regionali sono peggio dei bambini, perché non imparano mai.
Non sono d’accordo Biolchini. Vede è facile parlare e fare demagogia da parte sua quando si ha la pancia piena e si fa parte del sistema piramidale imperante corrotto e dedito al lo sfruttamento e ladrocinio alle spalle del popolino che lavora. Le persone in Sardegna son disperate ed affamate ed i partiti che lei tanto difende non sono altro che dei feudi di spartizione di cariche e privilegi, una cozzaglia di luridi e marci individui che tengono la Sardegna in uno stato di sudditanza e di fame, di sottosviluppo sia nel passato, presente e futuro. La storia insegna che quando un popolo ha fame e i suoi rappresentanti grassi porci parassiti lasciano che le briciole sotto al tavolo assieme alle brioches che nella ns. isola ormai son finite ai poveri sudditi, questi ultimi si ribellano gligliottinando e scacciano gli oppressori tiranni i loro “tzeraccos”. Forse ai giorni ns. in chiave moderna prima o poi li vedremo appesi ai lampioni. Mi stupisce che lei che tanto si vanta di essere antifascista, tiri fuori l’antipolitica che non c’entra nulla, l’antipolitica la fanno i consiglieri regionali in primis. Si renda conto che i fascisti del III millennio son proprio quelli che lei difende e hanno tanto a cuore lo status quo per non perdere i propri privilegi. Giornalisti servi del sistema compresi. Saluti
Andrea, senta, è facile parlare quando non si sa davvero nulla e si ha tanta voglia di sfogarsi.
E la demagogia è proprio questo, e la verve forcaiola fa scambiare non solo fischi per fiaschi, e neppure aglio per cipolla ma davvero fa prendere abbagli per cui si scambia un giornalista -noto perché è apprezzato e parimenti osteggiato da tanti- per un servo.
Conta quello che dice, che scrive Vito Biolchini? Ma certo che no, perché chi obietta e mostra perplessità è un “servo” e “in chiave moderna” lo vedremo penzolare dai lampioni -immagine lugubre, caro Andrea, in Italia lo fecero i fascisti con i Partigiani, e al collo la scritta “RIBELLE”.
Lei allinea una serie di improperi e contumelie, anche e incongruamente verso il nostro ospite, che dovrebbe meglio esaminare.
Quindi: non è ammessa perplessità, siamo in guerra, vero?
Però: 1) Biolchini -e con lui tanti altri, sia chiaro- fa parte del Sistema Piramidale Imperante Corrotto? Io so invece che per un giornalista col suo seguito e suoi meriti -anche e soprattutto professionali- ma con la sua indipendenza, anche dalla piazza, non c’è proprio nessun tipo di pancia piena, lei non sa di cosa o di chi parla.
2)La demagogia si fa inveendo contro il “sistema piramidale imperante corrotto e dedito al lo sfruttamento e ladrocinio alle spalle del popolino che lavora”,”i partiti… feudi di spartizione di cariche e privilegi, una cozzaglia di luridi e marci individui” “i suoi rappresentanti grassi porci parassiti” senza distinzione né idea di quello che sono le istituzioni democratiche e neanche una idea per sostituirle. Una “cozzaglia” -si direbbe accozzaglia, comunque- in cui sono insieme Oppi e la Zuncheddu, Pittalis e Palomba, Tutti uguali. Ma lei sa di che parla?
3) I partiti sono feudi di spartizione? Vero, in parte. Ma sono anche le strutture della partecipazione, sono luoghi di discussione e anche volontariato sociale e culturale, e se è vero che ci sono fenomeni di degenerazione è vero che c’è chi li combatte da sempre, come c’è chi invece ci costruisce sopra carriere e patrimoni. O ci ricordiamo degli amministratori locali quando -come per il sindaco anticamorra di Pollica, Angelo Vassallo- vengono assassinati?
Se anche per il segretario di una sezione di paese scatta l’accusa e l’infamia chi sarà più disposto a perdere tempo e reputazione per una sua idea di bene pubblico?
4) Se questi sono “i marci rappresentanti” qualcuno li avrà votati, o no? Il “popolo” è immune da colpe e da responsabilità?
5) La Sardegna “è in uno stato di sudditanza e fame e sottosviluppo”. Io non sottovaluto certo la crisi che stiamo attraversando e la povertà -relativa- di cui soffre la nostra regione, e la disoccupazione e la sottoccupazione ma la fame, quella vera, quella di chi non mangia lei la ha incontrata in Sardegna o anche solo in Italia? No, se non per qualche homeless straniero. Anche nella peggiore delle ipotesi in Italia non si muore di fame -e ci mancherebbe altro-, e anzi ci sono percentuali crescenti di obesi la cui incidenza è paradossalmente più alta nelle fasce di minor reddito.
La sudditanza è poi interamente e solo subita? Non c’è un regime di scambio in cui il baratto voto-prebenda è bene accetto e cercato? Non c’è -anche- una bella porzione di sudditi volenterosi o semivolontariamente ben disponibili a scambiare qualche diritto in cambio di pochi favori, e sempre in cerca della figura paterna a cui delegare e da cui ricevere “regali”, meglio se immeritati? Quanto al sottosviluppo (che c’è, in relazione a parti più avanzate del continente europeo), le vorrei far notare che anche in Sardegna tutti i cittadini ricevono cure mediche anche gratuite, che abbiamo un sistema di istruzione pubblica che, pur con tutte le falle possibili, arriva ai gradi alti e altissimi delle specializzazioni.
L’antipolitica è scambiare la Sardegna con Haiti, per esempio. Ed è affermare che cercare o ricevere un consenso -che sia per un giornalista o anche per un rappresentante politico- è una colpa che deve essere lavata col sangue. L’antipolitica è scrivere confusi proclami rivoluzionari, basati su premesse fasulle e motivate male.
E come se fosse Antani anche in due come per esempio di antifurto? Dilla più semplice Neo: LUCIANO URAS HA SEMPRE RAGIONE!!! L’abbiamo visto come i distinguo accennati da qualche tuo compagno di Sel sono cessati di botto come Uras ha divulgato la sua verità rivelata. Guardate che con questi schemi ottocenteschi leninisti o che diavolo credete non prendete più per culo nessuno, e ve ne accorgerete alle prossime prove elettorali o delle Primarie…
Zunk, ma se fosse la casta di popolo a prequare la pillolanza della rivolta contro la miritafondiaria?
Ma davvero pensi che io mi sintonizzi con Uras -che ho intravisto un paio di volte in qualche corteo, forse- per intervenire qui? Ma non so neppure cosa ha detto, Uras.
Il mio commento riguarda il post, e se permetti ho opinioni mie, non teleguidate.
Ci posso credere per te ma non per tutta sel … Ma lasciamo perdere le beghe di partito, caro Neo, che sono l’ultimo a poterci sguazzare dato che il mio esti semplicemente de ci ddu fuliai a s’aliga su questa questione. Io dico una cosa molto semplice: chi ha la coscienza pulita non ha da temere l’antipolitica, i grillini, i fasci o gli amichetti di Giorgio Oppi riciclati come riformatori. Dalle rosicate, cazzate e supercazzole che leggo ho fondato motivo di ritenere che abbiano la coda di paglia come se Emanuele Sanna parlasse di rinnovamento della politica. Ovviamente spero sempre che i signori consiglieri regionali mi stupiscano smentendomi coi fatti, ma se permetti di cazzate ne hanno fatto fin troppe, per cui l’onere della prova spetta a loro, e non con certi comunicati in puro stile brezneviano, che evidentemente stavolta ha fatto comodo anche al destrorso Diana e al falso-nuovo Salis, non solo a Sua Maesta’ Luciano I Re di Sel …
Concordo alla grande con Zunk! A Lucianone il potere ha dato alla testa e quando c’è da votare per “poltrona & pensione” anche lui e Sel non si tirano indietro. Salvo poi criticare e pugnalare alle spalle il Pd ed uno a caso, Renato Soru! Lo schema è sempre lo stesso collaudato da Bertinotti durante il governo Prodi. Oggi a livello Nazionale c’è Vendola che chiede a gran voce le primarie al Pd, le ottiene, intanto Sel e compagni, martellano ai fianchi Bersani indebolendone Immagine e forza. Vendola dice che potrebbe non candidarsi alle primarie, intanto con i suoi ha già pronto il suo “Programma per l’Italia”! Ed in Sardegna? Idem con patate! Fanno ciò che vogliono e votano persino col centrodestra, ma il problema a sentir loro, è sempre del Partito Democratico. L’ultima campagna è quella contro Soru. Posso capire quando questa viene orchestrata dalla destra. Mi viene difficile da digerire quando schizzi di fango (ora insopportabili) arrivano da sinistra (parte del Pd compresa!). Tra il Popolo Sardo, viene guardata con nostalgia (sembra che siano passati anni luce) quella stagione di riforme targata Renato Soru. Quell’idea di Sardegna oggi è più forte addirittura più di quanto lo stesso Soru potesse immaginare. Ed i nostri politici, che scemi non sono, hanno capito perfettamente tutto questo. Da qui ogni tentativo posto in essere pur di fermarlo. Ma si può fermare un uomo? L’uomo si, ma le idee e soprattutto il progetto restano in piedi. Ed ecco il doppiogioco, entra in scena lo “schema cagliari”. Fuori gioco Soru, incoraggiamo o induciamo il Pd a puntare sul 100% usato affidabile od al meno peggio, per poi Sel calare l’asso nella manica in zona cesarini. Ma questa volta il giochetto/sporchetto sarà difficile portarlo avanti. In primo luogo perchè il Pd, con tutti i suoi limiti, di fatto è un partito strutturato ed organizzato ai vari livelli. Ha un suo Segretario candidabile per Statuto ed al suo interno tante persone valide in grado di portare avanti un buon programma per la Sardegna. Dall’inizio dell’anno ad oggi in tutti i circoli del Partito Democratico si son tenute assemblee e riunioni. E soprattutto non c’è circolo che non abbia messo in campo una iniziativa aperta alla società civile. Così come i grillini, abbiamo preso nota dei problemi della gente. Ed abbiamo persino capito (forse in pochi) che vinciamo pure quando ci ricordiamo che qualche anno fa, i grillini ante literam eravamo proprio noi. Vinciamo quando ci ricordiamo anche che oltre a denunciarli i problemi, proponiamo le soluzioni per risolverli. Guardiamo oltre compagni!
Ok Zorro però il segretario si è un po’ ammaccato con le posizioni sul golpe notturno, farebbe meglio a fare le valigie. E pure la Barracciu ha votato a favore di quella cagata purtroppo. Ci vuole chiarezza assoluta, se non ci pensa la dirigenza dobbiamo pensarci noi, iscritti militanti e simpatizzanti. Gente come Gianpaolo Diana, Chicco Porcu e compagnia cantante non si può più sentire.
E’ un bel casino Zunk! Ecco perchè insisto sul fatto che tutti gli onorevoli o aspiranti tali, facciano il voto della Trasparenza (dichiarazione dei redditti di parenti, affini ed amici). Accantu paridi inai e kadirasa praxinti a tottusu!
Può darsi che lei abbia ragione, però ha solo detto cosa non si deve fare. Ci spieghi cosa è rimasto a noi cittadini per far sentire la nostra parola. Io dico solo una cosa, se si è votato di notte all’interno di altre norme che nulla c’entravano, posso sospettare che ci sia malafede?? Perché nessuno si è ancora degnato di spiegare in modo semplice cosa è successo?
La gente farebbe volentieri a meno di incazzarsi e prima di dare del fascista a qualcuno dovresti pensarci bene. La Zuncheddu e Palomba son stati fischiati, e allora? La vera antipolitica dovete cercarla dentro i palazzi, oggi sotto il consiglio regionale c’ era chi piangeva e non certo per la gioia.
Glielo dico affettuosamente, lei a volte ha una capacità formidabile di “non stare sul pezzo”, egregio Biolchini. La contestazione alla Zuncheddu, e soprattutto quella a Palomba (un galantuomo che non voleva la candidatura di Graziano Milia, per vederlo poi condannato per abuso d’ufficio e decaduto ex lege) sono state pagine di inciviltà, ma prima ancora che di inciviltà, un martellarsi sui coglioni alla Tafazzi e fare il gioco della casta. Ciò non cancella l’abominio notturno consumata da quest’ultima, di cui Cappellacci come al solito finge di non far parte dissociandosi ex post. Ma le pare che se davvero avessero voluto ridursi sostanziosamente lo stipendio l’avrebbero fatto di notte come i ladri? L’avrebbero fatto in pubblico con ampio preavviso, sarebbero stati acclamati a scena aperta e probabilmente avrebbero stroncato le velleità grilline in Sardegna per un bel pezzo. In realtà l’emendamento è scritto talmente male che ognuno può interpretarlo a modo suo, ma visto che il controllato coincide col controllore, col cavolo che questi vogliono ridursi sostanziosamente lo stipendio. Le modalità non depongono a loro favore (qualunque giudice sospetterebbe meno un accusato di furto su base indiziaria che agisse in pieno giorno, piuttosto che uno che agisca nottetempo, appunto “furtivamente”), e le reazioni del centrosinistra – a parte Renato Soru, e a parte sparsi militanti di base del PD, di Sel un po’ meno perché quel che dice e fa Luciano Uras come sempre non si discute – sono uno sberleffo al proprio elettorato, molto più grave dei fischi (su questo concordo con lei, male indirizzati) a Palomba e alla Zuncheddu. Che fa, anche lei indica il dito anziché la luna? I partiti politici tradizionali hanno ancora forze valide e non contaminate al proprio interno, che sapranno fare quel che devono fare, e salveranno la democrazia senza Beppe Grillo. Loro, e non la casta che non rappresenta più nessuno.
amen
Non sono assolutamente d’accordo con te. Intanto perchè non deve essere necessario sfogliare favorevoli, contrari o astenuti e fare protesta ad personam. Una protesta simile nasce dopo le ennesime azioni politiche, di chi politica la fa per mestiere, che ignorano totalmente la situazione civile del popolo sardo (o forse lo fanno volutamente).
Anche non prevedendo un dolo da parte loro, vi è una responsabilità sostanziale nel governare ignorando le necessità sia reali ed urgenti, sia le meno urgenti ma importanti dal punto di vista etico.
Da parte tua, ed hai la mia stima per il tuo lavoro ed interesse per la politica, trovo eccessivo aspettarsi che chiunque faccia protesta politica debba essere istruito in merito al punto da discernere col bilancino chi fa cosa. Siamo tutti saturi dell’ipocrisia di chi ci governa e, benchè sicuramente ci siano eccezioni nel caso specifico, le voci di coloro che hanno un profilo più accettabile, non sono mai state sufficientemente forti per impedire che i furbi passassero inosservati, il tutto per il loro calcolo politico.
Possiamo noi in questo ambiente politico pensare che davvero, semplicemente perchè non han votato per il ripristino dell’indennità, questi politici non abbiano comunque contribuito a mantenere lo status quo dei furbi?
Mauro
Se nessuno può più parlare chi parlerà?
Oramai chiunque fa politica è destinato a prendersi le uova e lo sberleffo. I capi popolo di oggi non si salveranno, non si salvano. Questa ondata anticasta non è rivoluzionaria, perché non ha alcun progetto di cambiamento, non c’è un’idea dietro, non c’è la volontà di organizzarsi. Con la complicità di politici opportunisti (vedi Fantola e i pseudo-riformatori) fate a brandelli la democrazia e le istituzioni. Ma l’alternativa NON siete voi. L’alternativa la prepareranno altri. E sarà uno stato autoritario e populista e antiparlamentare. Cosa fare? siamo tra la Scilla di una classe politica imbelle e imbecille e la Cariddi di una massa di apprendisti stregoni dilettanti e assetati di vendetta sociale. Siamo fottuti insomma.
SE fossimo su FB avrei cliccato su “Mi piace””. Anche per il post di Vito e quello di alecani
L’invasione degli ultragrilli. Brutta cosa l’ignoranza, eppure spesso basterebbe (parlo in generale) fare una ricerca su google per sapere come stanno effettivamente le cose, o perlomeno sentire tutte le campane. Dalla crisi ci salveremo, dall’ignoranza no.