Breve premessa: la vicenda Sardegna 24 non mi appassiona. Certamente mi dispiace per i colleghi che attendono da tempo gli stipendi arretrati e a cui va tutta la mia solidarietà, ma sulla repentina apertura e chiusura di questo quotidiano non ho più niente da dire. “Perché allora ne parli adesso?”, direte voi. Perché mi sono ricordato di quanti insulti mi sono preso in questo blog (e non solo) quando dicevo apertamente che il giornale era politicamente legato a Renato Soru.
Ieri sul sito dell’associazione Asibiri il direttore-editore di Sardegna 24, Giovanni Maria Bellu, ha scritto un post dal titolo “Sul fallimento di Sardegna 24 l’ultima parola a Soru e Scano”. Secondo Bellu
“La sorte economica dei dipendenti e dei fornitori di Sardegna24 è subordinata alla scelte che saranno fatte nei prossimi giorni da uno dei soci fondatori, l’immobiliarista Carlo Luigi Scano, e dall’ex presidente della Regione sarda e amministratore delegato di Tiscali Spa Renato Soru. E’ questo, in estrema sintesi, quanto è emerso martedì mattina nel corso dell’assemblea dei soci, presente il liquidatore dell’azienda Luigi Zucca”.
Io non so se Soru sia mai stato formalmente coinvolto in Sardegna 24 (ho una mia idea e la tengo per me). Era però da subito evidente che lo fosse dal punto di vista politico. Per averlo scritto con estrema chiarezza mi sono attirato molti fastidi. Salvo poi prendere atto che ieri Bellu ha ammesso che, insieme ai soci fondatori, c’era anche l’ex presidente della Regione, che del giornale “ha per tutta la fase iniziale coordinato l’attività”. E dire che io con le mie “rivelazioni” mi ero fermato molto molto prima…
In questo blog ho commentato diverse volte la crisi di Sardegna 24. Mi sono beccato tanti insulti e offese. Soprattutto da un tal Gavino Ricci, che mal sopportava che io avessi scritto che politicamente dietro Sardegna 24 ci fosse Soru.
Ecco come commentava l’amico Ricci, a margine del post “Il naufragio di Sardegna 24, ora parlano i protagonisti! Di chi è la colpa della chiusura del giornale?” dello scorso 31 gennaio:
“Vi siete sciacquati ben bene la boccuccia? Bene! Intanto nessuno di voi ha prodotto nemmeno uno straccio di prova che Soru sia o fosse stato il finanziatore, editore e “aguzzino” di Sardegna 24, ma solo ed ancora una volta riporti, vulgate e dicerie in salsa beota, chiedete a Gio Maria Bellu chi dirigeva il giornale, e poi chiedete a quei ragazzi sulle quali disavventure state costruendo castelli di merda, o mi tirerete fuori qualche altro anonimo “redazionista” che ha visto Soru frustarli, umiliarli e licenziarli? Innanzitutto, al posto loro, mi sentirei pesantemente offeso perchè con le vostre sciacquetterie li state disegnando come cani al guinzaglio di Soru, e questo spero che, nel loro stesso interesse, lo smentiscano quanto prima, e poi, invece di andare o mandare gli Atzori vari a scrivere tavanate sulla pagina F.B. del (ex) giornale, leggetevi se da quel fronte qualcuno ha risposto alla mia precisa domanda, postata ieri sera, che vi riporto in calce: “Scusate, perchè nessuno dichiara apertamente che Soru dettava la linea editoriale, assumeva e licenziava i giornalisti, finanziava il giornale e poi ha smesso e lo ha fatto chiudere, cosa che in tanti (troppi) sottintendono? Forse semplicemente perchè tutto questo è falso??? Ditecelo! ” Io non ho problemi ad andare e tornare da Marte, schillelleddi cari, siete voi che avete un cervello limitato da Sa Illetta da una parte, Viale monastir e il Poetto dall’altra, ma davvero vi credete cosi informati? Chiedetevi perchè nessuno, e tantomeno meno voi, dichiara di essere certo e fuori da ogni ragionevole dubbio di poter confermare le cazzate che dice… Ci si biri si, ma questo venerdi… Cosi anche Venere non è geloso…”.
“Le ripeto la domanda Biolchini, documenti con prove e non con copie di contratti che non certificano un bel niente, la veridicità di quanto afferma anche nell’articolo su Tuvixeddu, dove ripete sino alla nausea “il giornale di soru” riferendosi al sardegna 24, invece di girarci intorno. E stia tranquillo (per quanto la sua coscienza le permette) che avrà modo di sapere chi sono al T.Massimo venerdi”.
“Io sono sicuro, anzi issimo di quanto affermo, e sarò certamente al Massimo per sentire cosa ci racconteranno Bellu e Concita, lei invece Biolchini, non è nemmeno commovente, ma patetico con questa sua saccente sicumera, un giornalista serio alza il telefono e chiama tutti, nessuno escluso, gli interessati, lei lo ha fatto? No, perchè lo so per certo dalle stesse persone che continua a tirare in ballo a questo punto non in malafede ma con vera propensione alla calunnia e alla diffamazione, io ho le prove, fra l’altro non difficili da dimostrare, di quello che dico, se lo chieda lei, se è cosi sicuro sicuro sicuro che quel giornale, come afferma a titoloni cubitali, fu “voluto da Soru e da Bellu”, davvero terrificante, patetico appunto. Ci vediamo al teatro Massimo, dove sperò avrà il coraggio di ribadire quanto afferma lei qua e di assumersene la responsabilità, a si biri…”.
“Devo riconoscere la sua abilità, Biolchini, nel nascondersi dietro ad un dito, ma devo sottolineare la sua incapacità di leggere e comprendere le parole di Giorgio Melis, che si riferisce, evidentemente per chi conosce l’esatta circostanzialità dei fatti, alla richiesta che gli editori (quelli veri e non presunti fra quali Soru non è elencato perchè semplicemente non ne ha mai fatto parte) fecero al Presidente di Tiscali di proporre a G.M. Bellu la direzione del giornale, e questo fece, Bellu accettò e da quel momento non si sono più ne’ visti e ne’ sentiti, il coinvolgimento di Soru in questa vicenda finisce lì, non ha mai messo ne un centesimo nell’iniziativa, non ha mai assunto o licenziato nessuno dei giornalisti e collaboratori che ne hanno fatto parte, ma ancora più importante, e lo può tranquillamente verificare chiedendo proprio a questi ultimi, non ha mai messo piede in quella redazione e non ha mai chiesto a nessuno di essi, direttore compreso, particolari tipi di articoli o di pubblicità. Questo con la speranza che la si smetta di tirare in ballo, insinuosamente o in malafede perchè di buonafede non si può certo parlare, persone che nulla hanno a vedere con i fatti descritti. Grazie”.
“Spero proprio di non venire censurato e trovarmi costretto a ricorrere ad altri mezzi, ma sarei curioso di sapere da quali fonti il tale Gabriele Ainis prenda le sue info-diffamazioni e con quale cura ne verifichi la veridicità, pregandolo di quantificare e documentare in quanto e in cosa consistesse la sua asserita partecipazione del tanto citato Renato Soru nel quotidiano Sardegna 24, la stessa domanda la giro poi al tanto bene disinformato Biolchini e a quanti si sciacquano la bocca tramite tastiera anche su questo blog. Su, che voglio proprio ridere…”.
Ora, chi glielo dice al signor Ricci che secondo Bellu (secondo lui, perché io mi sono fatto un’altra idea ma la tengo per me) dietro, davanti, sopra e sotto Sardegna 24 c’era Renato Soru? Perché a me, che sono un giornalista “non in malafede ma con vera propensione alla calunnia e alla diffamazione”, un giornalista “disinformato”, uno che dice “cazzate”, un giornalista “patetico con questa sua saccente sicumera“, uno che costruisce “castelli di merda”, a me il signor Ricci non ha creduto. E dire che stavo solamente affermando che c’era un rapporto politico tra Soru e il giornale, mica anche economico, come asserisce ora Bellu (ma lo dice lui, perché io mi sono fatto un’altra idea ma la tengo per me).
Post scriptum
E comunque il 2 febbraio su questo blog anonimo scriveva.
“Vito, pacatamente, sommessamente, in punta di piedi: ma se Bellu e tutti gli alfieri del buon giornalismo hanno avuto a che fare con un “editore occulto” perché non l’hanno denunciato da subito? Perché hanno, per tutta la breve vita del giornale, preso per i fondelli i propri lettori facendo credere che l’editore fosse qualcun altro? Perché non si sono opposti a questo miserabile inganno e denunciato la protervia e arroganza (sic) dell’uomo di Sanluri? Non sarà per caso che il civraxiu di Sanluri, fintanto che c’era, comunque piaceva?”.
la surreale vicenda di un giornale chiuso in sei mesi conferma quanto siano fondate le riserve che la maggioranza dei sardi nutre nei confronti dell’editore di Tiscali, un aspetto di cui il direttore-editore avrebbe dovuto tenere conto se avesse davvero voluto imprimere un cambio di rotta. (…) E invece le pagine di Sardegna24 sono rimaste vetrina per i soliti noti. Carlo Mannoni, Massimo Dadea, Maria Antonietta Mongiu, Gianvalerio Sanna e Sandro Broccia sono tecnici ed intellettuali di sicuro valore, ma la loro presenza sistematica ha offerto l’immagine di un giornale ridotto ad house organ della giunta Soru. E certe posizioni radicali, quando non tirate per i capelli, hanno nuociuto parecchio alla credibilità del prodotto.
Potrebbe essere anche che a Soru avessero comprato un giornale a sua insaputa, ultimamente si usa un casino…
Ma non diciamo fesserie! Ci sono gli atti (soprattutto quelli notarili!) dai quali si evince chiaramente chi sono i proprietari del giornale. Il nome di Soru non figura da nessuna parte per il momento. Nemmeno nell’elenco dei 63 consiglieri regionali che l’altra notte hanno votato la “porcata sarda”!
Ma è possibile che Bellu ignorasse la reale situazione finanziaria del giornale? Era Sardegna 24, due stanzette del cavolo in via Maddalena, mica il Corriere della Sera, e neanche la Nuova Sardegna.
È certo l’amico Zorro che gli atti notarili registrino anche patti e accordi “sulla fiducia”?
E siamo sicuri che se non sono registrati dal notaio gli accordi non esistono -non parlo della loro validità legale, ovviamente-?
Io non sono così sicuro, dato il fatto che “Renato Soru ….. ne ha per tutta la fase iniziale coordinato l’attività” di Sardegna 24, e che questo fatto è affermato da Giovanni Maria Bellu, che non è un passante o un avventore del bar di fronte ma è stato dalla fondazione il Direttore della testata. Devo credere a G.M. Bellu o a Gavino Ricci e a Zorro?
Il Dottor Soru “coordinava l’attività” in veste di consulente volontario?
Può certamente averlo fatto ma, direi quasi a maggior ragione, nel ricoprire quel ruolo si è assunto una responsabilità politica e/o morale, anche verso i dipendenti dell’impresa, da cui non si può svincolare facendo come se nulla fosse stato.
Non conosco i termini legali della faccenda, e mi interessano fino a un certo punto, ma per una valutazione politica ci sono fatti già abbastanza chiari.
Tu Neo credi a chi vuoi! Io credo a Renato Soru e per le valutazioni Politiche aspetta ciò che ne pensa il Popolo Sardo. Ho letto qui di denunce e querele per diffamazione, (si vede poco che c’è gente abituata a farle) Renato ne ha più ricevute che fatte. Tranquilli! Ce ne fossero come lui che abbiano lo stesso concetto di libertà di stampa, informazione e soprattutto espressione!
Zorro, mi sa che abbiamo visto film diversi, e che abbiamo notizie diverse.
In ogni caso, Soru ha o no “coordinato l’attività per tutta la fase iniziale”, come affermato non solo da Bellu ma da altre testimonianze interne alla redazione, rese pubbliche e note, oltre che da diverse altre fonti, di cui sono certo e che mi hanno dato personale conferma?
Se la risposta è sì -e da quanto mi risulta è certamente sì- l’ex Presidente non può estraniarsi come se la questione non lo riguardasse.
Ma si consoli, è sempre possibile vedere le cose da un altro punto di vista. È possibile pensare, che so, che il giornale andava bene quando Lui se ne interessava, ed è crollato quando ha lasciato che la barca navigasse con le sue proprie forze. Non le pare?
Concordo. E poi, a guardarlo bene mi senbra un altro di quei casi di lutto per abbandono. Soru gli andava bene quando c’era, o c’era di straforo, o era lo sponsor morale-politico, o l’editore occulto, e non va più bene quando se ne va. In più, Bellu dice: “pacificamente” il suo acquisto non è valido. Pacificamente per chi? Considerando Soru editore occulto prima dell’acquisto Bellu, a me interesserebbe sapere se e quando ha forzato la mano del direttore e dei giornalisti, se ha imposto la linea, se ha obbligato o minacciato. Se ha fatto tutte quelle cose che spesso accadono nei giornali ma che non si dicono. Per il resto era evidente che la cosa fosse partorita male dall’inizio. Ma sarei curioso di soddisfare le mie curiosità.
Ci ha provato Bellu, gli è andata male. Ma con quei dati di vendita catastrofici poteva ben immaginarselo che i conti sarebbero risultati pesantemente in rosso, con una redazione che, pur non essendo quella della Nuova e neppure quella del vecchio “Giornale di Sardegna”, non era neppure quella di Casteddu Online o di Liberi A Sinistra, e comunque con la carta da pagare, tutte le spese di gestione tipiche di un quotidiano etc. etc.. Quella relativa a Soru, tirata fuori assai tardivamente, assume ora il sapore di una rosicata, al pari di quella contro la Regione per i mancati finanziamenti pubblici. Sarebbe leggermente ora di finirla con questa storia, i giornali o vendono o chiudono, non esiste tenerli in vita contro le leggi di mercato coi denari pubblici.
Per il resto, Bellu dovrebbe chiarire, sempre che quanto afferma corrisponda al vero, cosa significa che Soru ha “coordinato le attività iniziali”. Questa è una sfumatura molto importante sul piano strettamente giuridico. Per il resto, su Sardegna 24 si può dire per certo che ci scrivevano molti di Sardegna Democratica, ma Repubblica non è diventato un giornale dell’Opus Dei per il fatto che ci scrive ogni tanto Joaquim Navarro Valls.
Anche perché quelli di Sardegna Democratica presumo scrivessero gratis, mentre sui giornalisti a contratto immagino che Bellu abbia espresso delle preferenze o fatto delle scelte.
Venga a contarli, e venga pure con borsette e pappine se vuole, i miei neuroni, Ainis, “nomen homen” azzeccatissimi…
Che alcuni imprenditori possano fare da prestanome ad un loro collega, fino a rischiare di essere coinvolti in un fallimento, la ritengo un’eventualità inverosimile.
Niente di starno che non ci sia anche una “parte civile” che mi riguarda, in questa storia…
Lasci perdere le starne. Il risarcimento se lo faccia dare in fagiani.
“Diffamazione a Mezzo Srtampa”. La denuncia sta partendo dagli avvocati di Renato Soru… Chi lo dirà, adesso, a Bellu e a Biolchini? (io ve l’avevo detto che ride bene chi ride ultimo…)
Riassumo il post di Vito:
“O Gavino, ha detto Bellu che eri in malafede. O che eri scemo”.
Su, od Gavino, palesati.
Mi scuso per la ” l ” rimasta nella tastiera.
Il grande Faber scriveva :
“Intelettuali di oggi, idioti di domani” , “profeti molto acrobati della rivoluzione”.
“Il bombarolo” dall’album Storie di un impiegato.
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
Però sulla saccente sicumera un pò ha ragione 😀
Secondo me il Sig. gavino Ricci era assolutamente in buona fede. Lui non lo sapeva che Soru centra qualcosa.
(Di Legno non copiare)
Lui era assolutamente certo di quello che ti ha scritto. E poi ha letto l’articolo di Bellu.
Voi non l’avete sentito ieri notte un NOOOOOOOOOOOOOO che riecheggiava nell’aria ? E possibile che fosse il Sin. Ricci ? Con i pugni chiusi rivolti al cielo ?
Gentile Biolchini,
sinceramente il commento di Gavino Ricci non l’avevo visto (ma poi l’ha incontrato alla mitica serata, al Massimo? Vi siete presi a pappine? A schiaffi? A colpi di borsetta?). Secondo me, le mie info-diffamazioni non le ha lette, perché io di S24 ho criticato soprattutto l’atteggiamento di Bellu e di altri giornalisti (e intellettuali) che si sono scagliati contro il «perfido editore» quando ha chiuso i rubinetti (e il giornale non si vendeva). (Leggere per credere: http://exxworks.wordpress.com/2012/02/01/perche-sardegna24-si-e-arenato-al-poetto/ : continuo a ritenere la vicenda di S24 un fallimento degli intellettuali isolani, incapaci anche solo di commentare l’accaduto).
Dal che si deduce quanti neuroni possieda l’esimio Gav. Ricci!
Cordialmente,