Nella sua lezione tenuta stamattina all’Università di Cagliari presso il corso di Scienze della Comunicazione, il professor Jesùs Timoteo Alvarez (dell’Università Complutense di Madrid) ha spiegato come il capitalismo di oggi, che lui definisce “Capitalismo reputazionale”, si basi su due elementi fondamentali.
Da una parte c’è la cosiddetta “ingegneria finanziaria”. L’attuale crisi ci ha insegnato a capire cosa sia. In pratica, si preferisce fare i soldi giocando in Borsa piuttosto che producendo qualcosa. In questo modo si creano delle bolle speculative spaventose che generano profitti mostruosi per pochi e che, quando esplodono, gettano nel lastrico milioni di persone.
L’altro elemento alla base del capitalismo reputazionale è invece l’”ingegneria dell’informazione”. Per fare soldi ogni impresa, ogni marchio ha bisogno di credibilità. Ma questa credibilità non gli deriva più da un sano rapporto con il mercato ma nasce attraverso operazioni di marketing. La credibilità e la reputazione di un’impresa, dunque, non scaturiscono più dall’onestà dell’impresa (e per onestà si intende la capacità di fare bene le cose che si fanno, rispettando le regole), ma dalla capacità dell’impresa stessa di essere ritenuta credibile dai mezzi di comunicazione. Oggi i giornali, le televisioni e i siti possono costruire artificiosamente la fiducia in un marchio. I casi Parmalat e Lehman Brothers lo insegnano.
Con l’ingegneria finanziaria si prendono in giro i mercati, con quella dell’informazione i lettori o i telespettatori. È il capitalismo reputazionale, appunto. E i risultati sono tutti sotto ai nostro occhi.
Ed è a questo punto della lezione che ho pensato all’intervista fatta oggi dall’Unione Sarda al presidente del Cagliari Calcio, Massimo Cellino. Con la quale il giornale regala a Cellino una reputazione che Cellino non ha. E come lo fa? Semplicemente, facendogli dire tutto quello che vuole, piegando la realtà alle sue esigenze. È chiaro che l’intervista è ineccepibile, per carità. Ma manca il contesto nel quale leggerla.
Perché Cellino improvvisamente non è più quel presidente che senza motivo ha portato la sua squadra a giocare a 1300 chilometri di distanza dalla sua sede; non è più quel presidente che deve un sacco di soldi al Comune di Cagliari, anzi si permette di dire “adesso cito il Comune per danni”; non è più quel presidente che ha disatteso in maniera clamorosa la convenzione (peraltro a lui molto favorevole) stipulata con il capoluogo; non è più quel presidente che vuole addirittura far giocare la sua squadra il prossimo campionato un po’ a Trieste e un po’ a Quartu, come se fosse una cosa normale; non è più quel presidente sotto inchiesta per estorsione, né quello che ora dovrà fronteggiare una class action dei suoi tifosi; e non è più nemmeno quell’imprenditore che ha reso la vita difficile prima agli amministratori di Cagliari, poi a quelli di Elmas e ora sta cercando di incasinare, appunto, anche quelli della terza città della Sardegna.
Dove, sia detto per inciso, il Comune sta pensando di concedere l’uso dell’impianto di Is Arenas s per la misera somma di 2500 euro al mese. Una vergogna, tenuto conto della crisi e che l’amministrazione dovrà sostenere delle spese molto alte per potersi permettere il Cagliari (pensate solo agli straordinari da corrispondere ai vigili urbani, ad esempio).
Insomma, per l’Unione Sarda (ma anche per tante altre testate, penso solamente a Sky) Massimo Cellino è solo un personaggio ogni tanto pittoresco ma la cui reputazione è altissima. In effetti, basta non raccontare quello che è successo in questi anni per farcelo credere.
ispirando Cellino:
http://marcobellinazzo.blog.ilsole24ore.com/calcio-business/2012/07/udinese-la-via-friulana-al-nuovo-stadio-investimenti-per-25-milioni.html
Siamo alle comiche finali….cellino per favore VATTINNEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE
E intanto Celix mo si da pigara cun elmas…arrazza de concali oh!
si e sepmlice il cagliari giocherebbe al flaminio quando ci sono all’olimpico la lazio o la roma , e questo non si puo’ fare.
vi siete chiesti come mai non abbia chiesto il Flaminio di Roma? ma ormai ci sono veramente pochi a Cagliari che credano a ciò che dice Cellino. E vorrebbe uscire dalla class action pagando un indennizzo pro quota per le partite di Trieste agli abbonati….. ingenuo o furbone?
No, è solo un artista, un ragazzo che come me amava i Deep Purple e i Motorhead…
E itta di circasa a unu a conch’e ghitarrista?
mancu mali chi ci ses stui !
No, deu non ci seu prusu, seu emigrau in Trieste, po biri su Cagliari.
Immoi mi pongu rossoblùalabardato…
Se davvero avesse amato i Deep Purple e i Motorhead, non li dileggerebbe con la sua Stratocaster dal palco delle sue feste neroniane.
È un amore diverso, a tipo Querelle de Brest, e ogni uomo uccide ciò che ama -aicci nanta-
http://www.youtube.com/watch?v=bETlX07rv_A
O signor Biolchini permette un commento: il Casteddu a Quartu???ma gandu mmmaiiiii!!!! ma non sprechi tempo a leggere sciocchezze!!! non ci crede nessuno, neanche i giornalisti che lo scrivono!!!!,ma lassausu perdi!!!! usiamo l’Ugnone per il vero scopo per cui è stato creato ossia di avvolgere carciofi, come al solito si parla solo per dare aria alla bocca, e di regolamenti, leggi, enti coinvolti…..ma lo sa cosa comporta uno stadio per la serie A? non è il campo rionale del calcetto!!! Piccolina la bufala
Ciò che si sta permettendo di fare a Massimo Cellino con le spoglie putrefatte di quella che un tempo era una Maglia ricca di dignità è scandaloso.
Siamo in una democrazia fondata sulle balle.
cio’ che si sta pemettendo a cellino ?? vorrai cio’ che si permette di fare l’informazione di questa regione fanno programmi televisivi per manipolare, e condizionare, l’opinione pubblica fanno di tutto perche il cagliari giochi a quartu, tutto questo grazie ai giornalisti quartesi del grande fomato naturalmente in primis il direttore del tg di videolina , sembrava emilio fede, quando intervistava il cavaliere ,piu’ passa il tempo e meno credibili.
In UK non leggono i media sardi altrimenti gli avrebbero “regalato” una squadra di calcio
Ieri mi sono “perso” Monitor proprio sull’argomento… un giornalista prometteva sconcertanti rivelazioni… mmmm
Complimenti per l’approfondimento, ancora una volta dritto alla questione: parte della stampa, sarda ma non solo, è (consciamente) vittima dell’ingegneria dell’informazione di varie imprese e società. E fa sorridere (in realtà, piangere…) che Cellino possa godere realmente di una reputazione simile.
incredibile cosa succede in questa regione il potere dell’informazione e di che c’e’ la in mano,oggi mentre ascoltavo e vedevo il pogramma monitor di videolina a spingere il cagliari verso quartu sono i giornalisti quartesi del grande formato ,per me sono penosi e senza vergogna , un ex custode
ma non è lo stesso che non vuole pagare i danni prodotti dai tifosi juventini allo stadio di trieste e quindi continua a migrare, prossima fermata: Livorno?
no. perche livorno e molto peggio del sant’elia.