“È a intzertai s’ora!”, dicono i nostri avi. Ed esattamente alle 19.39 di ieri sera, con straordinario tempismo, sicuramente all’oscuro delle polemiche scatenate dal caso dello sfratto intimato a venti associazioni che occupano l’ex Liceo Artistico, che la presidente della Commissione Cultura del Comune di Cagliari Francesca Ghirra, ha inviato a un sciaccomanno di associazioni il tanto atteso Piano comunale per le politiche culturali, “redatto dall’assessore Enrica Puggioni”. Si tratta di un documento che in parte era già stato reso noto, ma eccolo in tutta la sua integra bellezza. Se cliccate sopra lo trovate in pdf, se siete mandroni ve lo leggete qui sotto.
La mossa mediatica è notevole, ma la sostanza resta: in attesa di dare una sede a tante associazioni culturali, il Comune ha iniziato a toglierla a quelle che ce l’avevano già. Sono le “regole”, quelle a cui ci si appiglia quando non si hanno le idee troppo chiare sul come fare ciò che si è deciso di fare.
Comunque bando alla ciance e leggiamoci ‘sto Piano. Il primo che lo commenta vince la fotocopia dell’ordinanza di sgombero dall’ex Liceo Artistico.
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PIANO COMUNALE PER LE POLITICHE CULTURALI
1 Premessa Teorica
La premessa teorica delle nostre politiche culturali risiede nella definizione stessa del concetto di politica culturale. Come amministrazione crediamo che fare politica voglia dire assumersi l’onore, l’onere e la responsabilità di immaginarsi e progettare il futuro a partire dallo studio, dall’ascolto e dall’analisi del territorio, degli operatori coinvolti e del tessuto urbano. La politica culturale deve essere quindi una politica in grado di immaginare, progettare e attualizzare il futuro riuscendo a valorizzare e incanalare le grandi energie creative presenti coniugandole con il sistema imprenditoriale e inserendole in una cornice coerente con le esigenze del territorio. Più in concreto, è necessario ricucire il frammentato tessuto urbano rendendolo un sistema di relazioni orizzontali che sovvertano l’idea di una città dicotomica fatta di centro e periferie e la rovescino in quella di città policentrica, fatta quindi non più di porzioni di territorio slegate tra loro e con dislivelli in termini di investimento culturale ma al contrario costituita da veri e propri “centri” in dialogo tra loro e ognuno caratterizzato da una vocazione identitaria e da un’eccellenza culturale. Per rilanciare Cagliari e renderla un riferimento nel panorama culturale superando la marginalità geografica che spesso l’ha caratterizzata a dispetto delle eccellenze in campo, è necessario capire qual è deve essere la chiave di lettura e quindi di scrittura/riscrittura delle potenzialità in ambito artistico-culturale. In altre parole, è necessario, da una parte, capire quali siano i modelli gestionali e organizzativi più idonei ed efficaci al fine di valorizzare il patrimonio (materiale e immateriale) esistente e, dall’altra, individuare la cifra culturale vincente di una città che, per le sue caratteristiche geografiche, sociali e storiche, deve trovare il “suo” un percorso per collocarsi a pieno titolo nel panorama culturale contemporaneo. Una simile operazione non può essere portata avanti dalla singola istituzione, qualunque essa sia, ma ha bisogno di forti sinergie interistituzionali e anche di un dialogo sempre aperto con chi concretamente “fa” e caratterizza il mondo della cultura in città.
La nostra politica quindi si basa sui seguenti presupposti teorici e valori:
– il rovesciamento dell’impermeabilità dei luoghi, delle singole istituzioni e dei diversi mondi (mondo culturale, mondo della scuola e della formazione, organizzazioni sociali e tessuto imprenditoriale, per esempio) in un sistema di relazioni orizzontali che a partire dal tessuto cittadino – ricomposto – sia in grado di allargare progressivamente i propri confini per abbracciare tutta l’area vasta che, grazie a una programmazione culturale integrata e alla riproposizione di schemi di sinergie orizzontali, diventerebbe una realtà culturale forte capace di affermarsi come distretto culturale;
– la convinzione che l’innalzamento costante della qualità culturale dei luoghi sia soprattutto innalzamento della qualità generale della vita, perché premessa indispensabile per l’affermazione del concetto di cittadinanza culturale, concetto che, slegato dal territorio di residenza, permette di ampliare la capacità attrattiva dei luoghi e la loro valorizzazione anche e non solo da un punto di vista turistico;
– la convinzione che la messa in rete del patrimonio di beni culturali così come delle esperienze legate alla varie forme artistiche e proveniente da un territorio “allargato” significhi porre le basi per lo sviluppo di un indotto di servizi e attività che costituiscono anche una risposta tutta moderna alla crisi dell’economia. Il caso della Ruhr in Germania o più semplicemente della città di Torino, unica a registrare un incremento dei flussi turistici, dimostrano come la valorizzazione del patrimonio museale e/o archeologico e il potenziamento dell’offerta culturale costituiscano non solo l’attrattore principale del turismo ma anche una risposta alla drammatica crisi delle aree industriali;
la convinzione che la riqualificazione dei territori considerati a disagio e rischio sociali, territori caratterizzati da inquietanti percentuali di dispersione scolastica, debba partire proprio da un investimento nel settore cultura;
l’idea che, per portare avanti le politiche culturali, sia necessario un costante confronto con il territorio e un ascolto delle esigenze e potenzialità nella direzione dell’istituzionalizzazione di un dialogo costruttivo tra pubblico e privato. La innovazione del rapporto tra Pubblico e Privato nella gestione dei beni e delle attività culturali, sulla scorta delle esperienze più evolute in campo nazionale ed internazionale. Il nuovo partenariato pubblico e privato (PPP) dove poter coniugare un interesse pubblico (utilità sociale) con un interesse privato, sia esso profit o non profit. Il settore privato deve essere posto nelle condizioni di fornire le proprie capacità progettuali, manageriali, commerciali ed innovative nella progettazione, gestione e finanziamento dei beni e delle attività culturali. Il settore pubblico, seguendo una logica di equa attribuzione dei rischi, dovrà efficacemente presidiare i rischi relativi all’attività di tutela e di conservazione, di controllo e di eventuale perimento dei beni;
da ultimo l’idea che lo sviluppo culturale di una città come Cagliari di medie dimensioni, caratterizzata da una posizione invidiabile, da paesaggi unici e da una millenaria storia di incontri e contaminazioni, debba necessariamente passare da un lato attraverso la valorizzazione del patrimonio esistente e dall’altro attraverso una serie di innesti “contemporanei”.
Gli obiettivi generali della nostra politica sono fondati sui presupposti teorici sopra enunciati:
– Mettere in rete: il patrimonio culturale, le biblioteche, le esperienze artistiche, i luoghi anche extra-urbani, gli operatori culturali e quelli economici, il pubblico e il privato. Valorizzando ogni territorio con particolare attenzione per quelli finora marginali vogliamo fare della cultura a Cagliari un volano economico coinvolgendo le diverse imprenditorialità e ponendo le basi per la realizzazione di un distretto culturale che stimoli contemporaneamente la creazione di un tessuto imprenditoriale integrato a livello orizzontale su una comune base culturale, con significativi incrementi del capitale umano, sociale e relazionale nonché del turismo culturale, esperienziale e creativo.
– Reinventare la città su base culturale: fare di Cagliari un grande laboratorio urbano di sperimentazione e di ibridazione di linguaggi, un punto di snodo per itinerari culturali abitati e vivi capaci di sostituire alla mera fruizione il concetto di partecipazione e coinvolgimento attivo della cittadinanza; interpretare cioè la cultura nel suo senso più profondo ovvero come relazione e scambio continuo con l’altrove e con l’altro.
– Innalzare e incentivare costantemente la qualità artistica e gestionale partendo dalla valorizzazione delle grandi risorse umane presenti e promuovendo un’offerta diversificata, plurale e sinergica.
Mettere in rete.
2.1. Sistema museale e archeologico integrato
Obiettivo generale
Il progetto mira alla realizzazione di un sistema museale e archeologico che colleghi, nel quadro di una gestione integrata, alcuni dei beni che costituiscono il patrimonio storico-culturale e paesaggistico della città di Cagliari. I musei, i parchi e i siti previsti in tale sistema gestionale integrato, rientrano in un itinerario guidato che, attraversando una porzione di alto interesse storico del tessuto urbano, permetterebbe una significativa valorizzazione del patrimonio della città di Cagliari di forte impatto anche dal punto di vista turistico. L’attivazione di una rete tra i differenti soggetti pubblici e privati coinvolti nella gestione del patrimonio faciliterebbe inoltre l’individuazione di obiettivi comuni, l’attuazione di strategie condivise e non ultimo genererebbe economie di scala significative.
Descrizione dell’itinerario
Il progetto del sistema museale archeologico integrato parte dall’individuazione di un nucleo di musei e siti di forte interesse culturale e paesaggistico, che per la loro prossimità e la loro specificità tematica danno forma a un ipotetico percorso di visita lungo il tessuto urbano di Cagliari, con particolare riferimento all’area di Castello e alle zone limitrofe. Si tratta di un semplice esempio dei molteplici itinerari possibili all’interno del tessuto urbano.
Tale percorso, tenendo conto degli accessi alla città (stazione, porto, linee di autobus, SS131-554- 195), invita il turista o il visitatore a raggiungere “per tappe” il cuore storico e culturale di Cagliari: la Rocca del Castello. Il Museo Archeologico Nazionale Storico di piazza Indipendenza, oltre che fungere da importante elemento di un sistema territoriale che ha i suoi ulteriori nodi nei comuni di Cabras e Sassari, può anche svolgere un ruolo determinante all’interno del sistema cittadino. Il progetto di riqualificazione prevede, infatti, insieme ad un allestimento che valorizzi l’importante rinvenimento delle sculture nuragiche di Mont’e Prama, la realizzazione di un moderno sistema di servizi aggiuntivi (dalla biglietteria alla ristorazione) che offra al visitatore la giusta accoglienza. Il MIBAC ha già impegnato le somme per l’adeguamento strutturale e impiantistico delle sale espositive del Regio Museo Archeologico di Cagliari che ospiteranno la sezione dedicata all’evoluzione della rappresentazione della figura umana in Sardegna, mentre resta da finanziare il progetto museografico e allestitivo, oltre alla trasformazione dell’attuale Laboratorio di restauro della Soprintendenza nel locale caffetteria e ristoro del Museo, con terrazza panoramica sul bastione medievale e vista sul settore occidentale della città.
Il Museo Archeologico Nazionale Storico funge, metaforicamente, da porta di accesso alla città che può aprirsi a percorsi diversi, tutti egualmente attraenti. Se ne propongono di sotto almeno due che possono costituire un primo esempio di visione sistemica in termini di interventi di valorizzazione e di gestione.
Partendo da piazza Indipendenza il visitatore può seguire a ritroso le orme dell’insediamento romano, e quindi punico, visitando l’Anfiteatro romano che, con opportuni interventi, potrà essere utilizzato anche come suggestivo scenario di eventi di spettacolo. Oltre al recupero del monumento, si prevede la riconnessione e la messa in luce dell’intero sito archeologico posto al suo intorno, con il ripristino, tra l’altro, dell’originario collegamento, oggi obliterato, con l’Orto botanico. Qui potrebbero essere recuperate le tracce dell’antico insediamento, ma questa piccola e preziosa oasi di verde pubblico potrebbe anche fungere da luogo di sosta e pausa, arricchendola di una serie di servizi informativi e ricreativi, oggi inesistenti.
L’itinerario potrebbe avere una maggiore estensione ed articolazione a seguito delle decisioni annunciate dall’Università degli Studi di Cagliari, che intende trasferire tutte le attività sanitarie dal S. Giovanni di Dio al Policlinico di Monserrato e destinare il complesso monumentale del Cima ad altre attività museali e culturali aperte alla città. In particolare l’Ateneo intende raccogliere e riorganizzare le varie collezioni scientifiche, oggi disseminate tra la città e il complesso di Monserrato, e costituire un organico Museo della Scienza.
La naturale prosecuzione del percorso porta alla Villa di Tigellio sito che dovrebbe essere sottoposto ad un complessivo intervento conservativo, a causa dell’incipiente degrado in cui versa. Da qui, attraverso il viale Trento è possibile raggiungere la Grotta della Vipera e la Necropoli di Tuvixeddu la cui prima tappa è costituita dalla “Tomba dei pesci” nell’ex area Cocco, per il cui intervento di restauro la Soprintendenza per i Beni Archeologici ha in corso la stesura del progetto di restauro, finanziato a valere sui fondi ARCUS a.f. 2011, e successivamente il complesso della Tomba di Rubellio, di cui è in via di attivazione l’intervento di conservazione.
Sempre partendo da piazza Indipendenza, un altro itinerario offre un percorso che, attraverso Porta Cristina, invita ad una passeggiata lungo viale Buoncammino potenzialmente destinato a diventare un luogo cruciale per lo snodo dei percorsi e degli itinerari turistici della città, se riprogettato per fungere da “terrazza” attrezzata con servizi di accoglienza adeguati (infopoint, servizi igienici, bar e ristorazione con architetture anche temporanee ma coerenti con l’intorno, sistema di parcheggi per autobus e razionalizzazione dei parcheggi per i residenti e i lavoratori pendolari) ed eventualmente arricchita da adeguati punti di sosta per ammirare le vedute verso Capoterra da un lato e verso il Campidano dall’altra. Superata la chiesetta di San Lorenzo, ci si potrà immettere nella strada che conduce alla Galleria comunale e ai “Grottoni”. Da qui è naturale il rientro in senso circolare lungo il perimetro murario e nei passaggi sotterranei, verso la Cittadella dei musei dove diventa indispensabile, insieme all’Università e alla Regione, metter mano a un sistema di fruizione condiviso. Museo archeologico e Pinacoteca a gestione MiBAC; Museo etnografico regionale, Museo comunale Cardu; dipartimento di archeologia, infatti, non devono semplicemente convivere rispettosamente, ma condividere un progetto culturale comune. Tale percorso si farà più complesso e interessante rendendo agibile al pubblico il passaggio tra la torre di San Pancrazio e l’Arsenale superando la Porta S’Avanzada attraverso le antiche carceri.
Il percorso delineato costituisce solo la prima tappa di un progetto che, progressivamente e dopo le dovute verifiche di fattibilità economica, includerà l’intero patrimonio museale e archeologico della città di Cagliari.
Azioni previste
• Studio di fattibilità per la realizzazione di un sistema museale archeologico integrato. • Interventi strutturali di messa in sicurezza e restauro dei beni culturali e siti archeologici inseriti nel sistema.
• Interventi infrastrutturali che permettano i collegamenti tra i diversi punti espositivi, migliorino l’accessibilità dei siti sia dal punto di vista dei trasporti che delle barriere architettoniche, potenzino l’illuminazione e le reti informatiche.
• Predisposizione di servizi al visitatore che vadano dai servizi didattici ed informativi ( punto informazioni, centro prenotazioni anche via web, visite guidate, dipartimento educativo, strumenti tecnologici innovativi per la visita al sito) ai servizi accessori (punti ristoro, bookshop, guardaroba, servizi igienici e altro).
• Interventi legati alla comunicazione al fine di promuovere un’immagine unica, una cartellonistica unica, un sito internet del sistema museale e archeologico.
• Interventi legati alla gestione integrata dei siti sia sotto il profilo del rapporto con il visitatore (biglietteria integrata, centro prenotazioni e informazioni unico) che della gestione interna (accorpamento di servizi, creazione di un ufficio di coordinamento).
Azioni già intraprese:
– Il progetto è stato candidato per il Programma Jessica che utilizza fondi BEI – Banca Europea Investimenti.
– E’ stato affidato uno studio di fattibilità per la realizzazione di un sistema museale archeologico integrato, che è in fase di realizzazione.
– Sono state sperimentate azioni di sistema in occasione della Mostra Le Stive e gli Abissi.
2.2. Sistema bibliotecario urbano Obiettivo generale
Il progetto mira alla creazione di un sistema bibliotecario urbano che metta in rete, nell’ottica di una gestione integrata e coordinata, le diverse biblioteche presenti nel territorio urbano e afferenti alle competenze di diversi enti. Attraverso la creazione del sistema, si intende perseguire la razionalizzazione e la diversificazione dell’offerta, l’ottimizzazione e la condivisione delle risorse, l’ottenimento di economie di scala e la dislocazione efficace dei servizi nel territorio urbano.
Descrizione del progetto
Anche nel settore delle biblioteche, si ritiene che l’organizzazione dei servizi da mettere in campo per la Città debba avere una prospettiva interistituzionale, che si articoli e si differenzi in rapporto ai bisogni e alle esigenze a cui dare risposta. Nell’ottica di mettere in atto il sistema bibliotecario urbano, si considera necessaria una prima tappa di consolidamento e rafforzamento della rete comunale delle biblioteche per realizzare più strette e organiche connessioni tra le diverse strutture e i punti di servizio, una migliore offerta documentaria e di servizi, una più armonica distribuzione territoriale e una più fluida circolazione dei documenti e delle informazioni all’interno della rete. Si intende inoltre puntare ad una progressiva integrazione delle biblioteche appartenenti alla rete urbana, nella quale rientrano la Mediateca del Mediterraneo, la Biblioteca Regionale, la Biblioteca Provinciale e il Centro Servizi Bibliotecari della Provincia, per raggiungere elevati livelli di integrazione in riferimento al coordinamento dell’offerta documentaria e informativa, di programmazione e di gestione dei servizi affinché esse diventino un punto di riferimento per tutto il sistema urbano.
L’organizzazione sistemica e di cooperazione ipotizzata dallo Studio di fattibilità, commissionato dalla Regione Sardegna a importanti esperti del settore, e oggi ulteriormente arricchito e specificato dal Progetto biblioteconomico per la MEM, elaborato su incarico dell’Amministrazione comunale dal prof Giovanni Solimine, prevede in prospettiva tre livelli:
1. la rete comunale:
– Biblioteca centrale costituita dalla Mediateca del Mediterraneo – Biblioteche tematiche: Biblioteca di Pirri per la narrativa, la Biblioteca di Studi Sardi, la
Biblioteca della Galleria Comunale d’Arte. All’interno di questa rete si inserisce l’Archivio
Storico con una sua specifica identità e funzione. – Biblioteche di base rappresentate dalle Biblioteche di quartiere – Biblioteche per bambini e ragazzi costituite dal Giardino da leggere e dalle sezioni per bambini e ragazzi della MEM e delle altre strutture.
La rete comunale, così concepita, dovrà costituire il primo punto di accesso, quello più vicino ai cittadini, con il ruolo strategico di introdurre e orientare i cittadini verso gli altri livelli del sistema in relazione ai bisogni e alle esigenze da soddisfare.
2. la rete urbana
– la Mediateca del Mediterraneo
– la Biblioteca regionale
– la Biblioteca provinciale e il Centro servizi bibliotecari della Provincia.
La rete urbana dovrà assumere un ruolo strategico nello sviluppo delle politiche di cooperazione bibliotecaria in grado di fornire servizi comuni alla rete comunale e a quella urbana e di diventare un punto di riferimento per tutto il sistema urbano nel suo complesso.
Questo livello dovrebbe essere caratterizzato da:
– una bibliocard, tessera unica gratuita per garantire l’accesso a tutte le strutture della rete e ai loro servizi
– un portale unico
– e in prospettiva la costituzione di un Centro Servizi Biblioteche che insista sull’area urbana con funzioni di gestione e di trattamento delle risorse documentarie, di coordinamento per la gestione di tutte le attività di organizzazione del back office e del front office e la progettazione delle linee di sviluppo dei servizi al pubblico.
E’ in atto un percorso di cooperazione per la realizzazione di un rapporto stabile di collaborazione tra i servizi bibliotecari del Comune di Cagliari e quelli della Provincia A questo livello è di importanza nodale la collaborazione e la cooperazione tra Comune e Provincia che nell’ambito dei servizi bibliotecari svolgono ruoli complementari pur nell’ambito delle rispettive specificità derivanti dalla loro storia e dalle loro caratteristiche.
Inoltre anche la Provincia avrà, a breve, la nuova sede della Biblioteca, che unitamente alla Mediateca del Mediterraneo, rappresenterà un’ulteriore eccellenza dei servizi bibliotecari per i cittadini di Cagliari
3. la rete federata
dovrebbe soddisfare esigenze documentarie e di servizio connesse allo studio universitario e post- universitario, alla ricerca e alle professioni e dovrebbe mettere in relazione le strutture territoriali con le biblioteche dell’Università, la Biblioteca universitaria statale e con le biblioteche appartenenti ad altri enti, quali scuole, Camera di Commercio, Facoltà teologica, Archivio di Stato.
Azioni previste:
• sottoscrizione di un Protocollo di intesa con la Provincia di Cagliari quale primo passo per l’avvio del futuro Sistema bibliotecario urbano
• rafforzamento delle biblioteche di base, quali strutture di ingresso del sistema bibliotecario comunale attraverso la programmazione di un incremento del loro numero, l’ampliamento dell’offerta multimediale e di lettura di primo livello, il potenziamento dei servizi informativi di comunità
• potenziamento e ampliamento dell’offerta di servizi tecnologicamente avanzati in riferimento ad un pubblico di giovani nativi digitali
• attivazione di programmi tesi a diminuire il digital divide e a semplificare il rapporto fra cittadini e biblioteche e fra cittadini e istituzioni
• sviluppo di interventi capaci di soddisfare i nuovi compiti della biblioteca pubblica come luogo privilegiato della conoscenza e la formazione continua (life long learning) al fine di promuovere la coesione sociale, la cittadinanza attiva, l’integrazione e la multiculturalità
Azioni già intraprese:
– Dopo l’accordo tra le parti, è in fase di redazione il testo del protocollo d’intesa con la Provincia di Cagliari
2.3. Circuito teatrale OFF Obiettivo Generale Sostenere lo studio, la ricerca e la produzione di nuove opere nel settore delle arti performative.
Descrizione del progetto
Il progetto parte dalla convinzione che, accanto alla circuitazione e distribuzione degli spettacoli nei teatri principali della città, vada promossa e incentivata la ricerca, lo studio e la produzione artistica dei gruppi e delle compagnie che lavorano a nuove creazioni teatrali e performative. Considerato che per gli operatori delle arti performative lo spazio rappresenta un elemento fondante non solo per presentare al pubblico i risultati del loro lavoro, ma anche e soprattutto per la preparazione degli spettacoli e per lo studio, si intende far fronte a questa importante esigenza attraverso una politica degli spazi rivolta alle organizzazioni che non possono contare su una sede e uno spazio scenico a loro disposizione.
La ricerca mirata di ulteriori spazi per le compagnie locali, da fare all’interno della ricognizione già avviata dall’Assessorato al Patrimonio, sarà finalizzata alla realizzazione di un circuito teatrale nel tessuto urbano di Cagliari finalizzato prevalentemente alla ricerca, sperimentazione e produzione contemporanea nell’ambito delle arti performative e per questo motivo non necessariamente legato a una struttura teatrale convenzionale.
L’assegnazione di tali spazi sarà fatta su presentazione di un progetto artistico che preveda produzioni, residenze e coproduzioni e abbia anche una valenza didattica e formativa non solo per il coinvolgimento di giovani attori nelle produzioni e la realizzazione di laboratori di avvicinamento ai linguaggi performativi contemporanei, ma anche attraverso l’apertura al pubblico di alcune fasi dell’attività di prova e studio e di tutto il processo creativo che porta alla realizzazione dello spettacolo.
Per ciò che riguarda la circuitazione delle produzioni, e dunque la presentazione finale degli spettacoli al pubblico, questa potrà avvenire presso il Ridotto del Teatro Massimo e, ove le condizioni di agibilità e apertura al pubblico lo consentano, negli stessi spazi dove è stato prodotto. Per la promozione delle produzioni realizzate si punta inoltre alla realizzazione di un festival multidisciplinare diffuso di interesse internazionale, dislocato nel tessuto urbano, sia all’interno degli spazi teatrali, sia negli spazi espositivi, ma anche all’aperto, in zone di interesse paesaggistico, culturale ed ambientale.
Azioni previste:
• ricerca e individuazione di spazi idonei all’interno del patrimonio immobiliare comunale
• affidamento in gestione a compagnie o gruppi di compagnie sulla base di un programma di produzioni, coproduzioni e residenze annuale
• promozione del circuito
• collegamento con i teatri civici
• Realizzazione di un festival multidisciplinare diffuso
Azioni già intraprese:
– E’ stata avanzata richiesta di spazi all’Assessorato al Patrimonio. Si è in attesa della ricognizione
– E’ stato inserito il festival multidisciplinare diffuso nella proposta di finanziamento POR sul bando relativo ai Progetti di Qualità in ambito turistico
2.4. Portale Tematico e Applicazione per i phone e android
Obiettivo generale
Promuovere in modo coordinato l’offerta culturale di Cagliari e dell’area vasta integrando l’offerta relativa al patrimonio culturale, archeologico e museale con quella relativa agli eventi e alla vitalità della produzione artistica.
Descrizione del progetto
Al fine di avere un canale di comunicazione in rete dell’offerta culturale dell’area vasta di Cagliari che sia al contempo uno strumento utile per la programmazione coordinata del calendario degli eventi culturali, si intende realizzare un portale culturale di Cagliari, che includa l’offerta culturale dell’intera area vasta. All’interno del sito, dovrà essere possibile visualizzare le pagine web di ogni singolo centro culturale di Cagliari con la programmazione aggiornata, nonchè il calendario aggiornato di tutte le manifestazioni culturali che si svolgono in città e nei comuni dell’area vasta di Cagliari, con collegamenti ai social network e possibilità di interazione con il visitatore del sito (forum, bacheca, livello di gradimento degli eventi). Dovrà inoltre essere possibile poter direttamente acquistare – tramite un servizio di boxoffice online- i biglietti degli spettacoli e degli eventi che si promuovono nel territorio, nonché poter prenotare e acquistare dei veri e propri pacchetti turistici che associno la visita di luoghi di interesse paesaggistico e ambientale alla fruizione di eventi e manifestazioni culturali. Il sito è previsto in due lingue (italiano-inglese) con pagine info, contatti, news, area download, area video dove si potranno visualizzare prove di spettacoli in atto o spezzoni di spettacoli e manifestazioni culturali del territorio, archivio, servizio newsletter e collegamento con i principali social network.
Al fine di limitare l’utilizzo di strumenti promozionali cartacei, si intende utilizzare prevalentemente strumenti di comunicazione maggiormente flessibili, aggiornabili e attuali che si avvalgono della rete e delle nuove tecnologie. Per questo motivo si intende collegare il portale tematico a un”applicazione per I phone, I pad, Android e Tablet, che andrebbe a integrare un’altra applicazione di cui il Comune di Cagliari – Assessorato al Turismo si sta dotando in questo momento, contenente le mappe e i luoghi di interesse turistico della città.
Attraverso la realizzazione dell’applicazione prevista le informazioni sui luoghi d’interesse verranno integrate e completate dalle informazioni sulle opportunità di partecipazione a eventi e manifestazioni culturali. L’applicativo dovrà prevedere anche il servizio di prenotazione online dei biglietti degli spettacoli.
Entrambi gli strumenti di comunicazione e informazione citati verranno promossi adeguatamente e con delle pubblicità mirate affinché ne sia diffuso l’utilizzo tra i cittadini, ma anche tra i turisti al fine di arricchire l’offerta turistica della nostra città e identificarla come luogo fertile e vitale dal punto di vista culturale, destinazione per i flussi del turismo culturale, creativo ed esperienziale.
Azioni previste:
• realizzazione portale tematico acquisto applicazione aggiornamento continuo promozione degli strumenti di comunicazione attivati
Azioni già intraprese:
– L’Assessorato al Turismo ha acquistato l’Applicazione relativa ai luoghi di interesse. – E’ stato predisposto il progetto “Itinerari Abitati”, che è stato inserito nella proposta di finanziamento POR a valere sul bando relativo ai Progetti di Qualità in ambito turistico. In attesa della pubblicazione dei beneficiari del finanziamento. Il progetto prevede tra le azioni anche l’acquisto dell’Applicazione relativa agli eventi e la realizzazione del portale tematico culturale.
Reinventare la città su base culturale.
3.1. Progetto “Mondi possibili – inventing the city”
Obiettivo generale
La messa in rete delle istituzioni culturali a livello gestionale, perseguita dai progetti di sistemi integrati, va affiancata da una messa in rete delle attività culturali. Questo obiettivo si declina innanzitutto nella creazione di un progetto culturale di ampio respiro dove ogni centro possa acquisire una vocazione identitaria specifica. Passando per la scoperta o riscoperta di una identità del singolo centro culturale comunale e di un suo preciso ruolo all’interno della comunità, si intende ottenere un maggiore livello di approfondimento delle aree tematiche trattate e al contempo creare le condizioni per un maggiore dialogo e scambio tra centri aventi missioni diverse e tra i centri e la città nel suo complesso.
Descrizione del progetto
Il progetto “MONDI POSSIBILI- inventing the city” intende affiancarsi ai progetti di gestione integrata e sistemica necessari per la sostenibilità economica delle attività culturali con la proposta di un progetto culturale per la città di Cagliari. Il progetto che l’Amministrazione intende portare avanti nel corso di questa consiliatura nasce dalla profonda convinzione che la vera arte sia universale, capace di sopravvivere al tempo, di abitare innumerevoli con-testi, di svelare le trame e i tessuti invisibili della realtà, di generare entropia e di portare l’ignoto nel noto logoro dei soliti percorsi. Ecco il perché di un titolo mai troppo abusato come i mondi possibili, categoria che dalla matematica arriva alla letteratura per significare la capacità visionaria di immaginarsi nuovi e infiniti mondi generati dalle nuove e infinite modalità combinatorie dei segni che fecondano il reale. Da qui siamo partiti, dalla soglia tra un reale spesso disgregato, disabitato e frammentario e l’immaginario poliedrico che costituisce l’orizzonte delle innumerevoli possibilità ancora da attualizzare. Siamo partiti da qui per chiedere a tutte le arti, da quelle visive a quelle performative, dall’architettura al design e senza trascurare la letteratura, di riprendersi il loro compito quasi etico di continua immaginazione e costruzione di mondi possibili. E chiediamo di farlo partendo dalla contaminazione urbana, dal rapporto con i territori al fine di indicare nuove figure, nuovi modelli di convivenza, nuove immagini e nuove prospettive. Al fine di immaginare insieme alle comunità una nuova città su base culturale. Particolare attenzione sarà data ai quartieri periferici e marginalizzati perché la città che vogliamo non è dicotomica, divisa tra centro e periferia, ma policentrica, fatta di tanti centri che dialogano tra loro e che contengono una loro specificità. Ecco perché ogni centro culturale diventerà il centro di irradiazione/attrazione di progetti artistici di natura differente per ogni centro. Tali progetti, lungi dal rinchiudersi nel perimetro murario dello spazio, partiranno da quello stesso spazio per dialogare sia con il territorio urbano sia con le altre istituzioni culturali locali, nazionali e internazionali. L’obiettivo è quello di fare di Cagliari un laboratorio di sperimentazione capace di attrarre le migliori modalità artistiche perché abitino realmente il territorio generando collaborazioni e sinergie anche oltre la dimensione locale e facendo della contaminazione tra linguaggi e sistemi di segni la cifra distintiva di un processo di lettura/riscrittura delle trame urbane.
“Mondi Possibili – inventing the city” individua le direttrici sulle quali gli spazi culturali comunali dovranno lavorare in questi anni. Partendo da una mappatura degli spazi culturali comunali e da una diversificazione dell’attività portata avanti all’interno di ogni spazio (dal teatro contemporaneo alla danza, dalle arti visive all’architettura, dalla musica sperimentale alla letteratura), si intende integrare l’aspetto della circuitazione di mostre e spettacoli con l’aspetto della produzione artistica e culturale all’interno dei centri culturali comunali facendo di Cagliari un grande laboratorio urbano. Contemporaneamente, attraverso un approccio trasversale all’arte e alla cultura, si incentiverà l’estensione dell’attività di ogni centro culturale al di fuori delle mura che delimitano lo spazio, lungo tutto il tessuto urbano, considerato nei suoi aspetti geografici, architettonici, antropologici, sociali e comunitari.
La cultura si apre alla città e fornisce stimoli, chiavi di lettura, suggestioni e occasioni per ripensare la città da un punto di vista umano, sociale e personale, per conoscere il nostro passato e al contempo immaginare un futuro, e per arrivare alla formazione di una cittadinanza culturale attiva, con il supporto di tutti i linguaggi artistici possibili.
N.B. Il progetto “Mondi Possibili- inventing the city” si declina in 14 azioni tra loro connesse. Alcune di queste sono vincolate a uno spazio specifico (Vetreria, Ghetto, Teatro Massimo, Galleria Comunale, Palazzo di Città, Scuola Civica di Musica). Tutte le altre sono frutto di una simulazione che l’Assessorato propone, ma che dovrà essere sottoposta a verifica con il coinvolgimento dei privati interessati tramite presentazione di un progetto dettagliato e uno studio di fattibilità che individui il luogo più adatto per realizzare quelle attività (per approfondimento vedi 4.1.).
Azioni previste:
Azione 1: GALLERIA COMUNALE D’ARTE – Il Museo nel Tessuto Urbano
Obiettivo Generale
Promuovere la diffusione dell’arte e la cultura nel tessuto urbano con una visione policentrica della città e con una particolare attenzione all’agevolazione di un rapporto dialogico tra arte, territorio e comunità.
Obiettivi specifici
– estendere le attività della Galleria Comunale e delle sue collezioni negli spazi esterni dei Giardini e nel tessuto urbano
– ampliare la collezione permanente di arte contemporanea della Galleria Comunale d’Arte prevedendo l’acquisto di opere da esporre nel museo, opere da installare nei Giardini e commissione di progetti site specific e context specific nello spazio pubblico dei diversi quartieri della città;
– promuovere il ruolo propulsivo e produttivo della Galleria Comunale d’Arte in città
– creare un ponte di collegamento tra la collezione di taglio storico della Galleria con le produzioni artistiche attuali
– promuovere la collaborazione tra la Galleria Comunale e gli altri spazi espositivi cittadini
– creare un momento di confronto e dialogo di visibilità nazionale ed internazionale tra arte, territorio e comunità
– contribuire a rendere Cagliari luogo di attrazione di artisti e creativi di provenienza regionale, nazionale ed internazionale
– creare occasioni formative e di confronto per operatori dell’arte regionali, nazionali ed internazionali
Descrizione del progetto
Nell’ambito della politica culturale che verrà portata avanti in tutti i centri d’arte del Comune di Cagliari, la Galleria Comunale di Cagliari ha un ruolo centrale che la vede come punto di riferimento istituzionale da cui far partire progetti e nuove pratiche da estendere in un momento successivo anche negli altri spazi che il Comune affiderà alla gestione esterna.
Nell’ambito del progetto Mondi Possibili – inventing the city, la Galleria Comunale vedrà lo spazio urbano come un prolungamento ideale dell’attività del Museo e delle sue collezioni. La prima fase riguarderà lo spazio circostante, i Giardini Pubblici, estensione naturale delle sale della Galleria Comunale. Grazie all’acquisto di una scultura, realizzata da un maestro storicizzato dell’arte contemporanea, i Giardini diventeranno il trait d’union tra le collezioni esposte nell’edificio della Galleria, la Collezione Contemporanea e il pubblico, costituito da cittadini e turisti che popolano i giardini in tutti i periodi dell’anno.
La seconda fase riguarderà il tessuto urbano limitrofo. Una selezione internazionale mirata all’individuazione di artisti che, durante un soggiorno in città e attraverso il confronto con le comunità locali e la condivisione di ragionamenti con curatori, critici, artisti, architetti, paesaggisti, sociologi, antropologi e musicisti locali, possano sviluppare dei progetti artistici in città, usando i linguaggi propri delle nuove forme di arte pubblica, social arts ed estetica relazionale.
Le opere realizzate e i materiali di ricerca e studio prodotti durante il soggiorno e nel periodo successivo, potranno essere poi esposti in una mostra finale da realizzarsi a cura della Galleria Comunale presso l’Exmà. La terza fase del progetto, prevede l’acquisizione della gestione diretta del Palazzo di Città (vedi Azione 2) al fine di dedicare lo spazio ad attività espositive temporanee legate alla storia dell’arte occidentale e orientale, partendo dalle collezioni civiche.
Questo tipo di azioni consentirà di avere non solo un ritorno di immagine forte in ambito nazionale, ma anche di attivare delle dinamiche trasversali in cui l’arte e la cultura possano incidere ed essere presenti nella vita quotidiana della città.
Attività previste
• acquisizione di opere per l’ampliamento della collezione della Galleria per installazione nei Giardini Pubblici;
• organizzazione di incontri di presentazione e lectures pubbliche con gli autori delle opere o i critici di riferimento;
• organizzazione periodica di residenze finalizzate ad offrire occasioni di studio, ricerca e produzione ad artisti di provenienza regionale, nazionale ed internazionale selezionati tramite concorso;
• sostegno concettuale, logistico ed economico alla realizzazione di progetti artistici incentrati sulle realtà dei territori e delle comunità dei quartieri della città;
• organizzazione di incontri aperti al pubblico durante il periodo di soggiorno degli artisti, per l’illustrazione alla collettività dei progetti in corso da parte degli artisti e per l’attivazione di dialoghi e dibattiti con curatori, critici, artisti, architetti, musicisti etc. locali;
• documentazione del progetto e condivisione con la cittadinanza attraverso un evento espositivo di presentazione del processo creativo che ha portato alla realizzazione;
• realizzazione di una pubblicazione periodica.
Azioni già intraprese:
– E’ stata acquisita l’opera di Mimmo Paladino “Le Dormienti”, da installare nei Giardini Pubblici
– Sono state aggiudicate le gare relative alla realizzazione del sito internet e dell’ufficio stampa per il concorso internazionale per artisti
Azione 2: PALAZZO DI CITTA’ – centro espositivo per la storia dell’arte
Obiettivo generale:
Promozione di uno spazio dedicato all’approfondimento e alla valorizzazione della storia dell’arte tramite l’organizzazione di mostre temporanee di interesse locale, nazionale e internazionale anche connesse alle collezioni della Galleria Comunale d’Arte e del Museo d’Arte Siamese Cardu nonchè l’accoglimento di altre iniziative espositive e di discussione che possano ampliare la conoscenza della storia dell’arte occidentale e orientale.
Descrizione del progetto:
L’obiettivo a cui tende l’Assessorato alla Cultura è di valorizzare l’attività della Galleria Comunale e favorirne un incremento al fine di sostenere il ruolo primario e propulsore che può avere all’interno dell’offerta culturale cittadina, partendo dalla valorizzazione delle prestigiose collezioni custodite al suo interno per aprirsi a scambi e confronti con l’esterno.
Parte delle collezioni sono attualmente custodite nei depositi in quanto la Galleria soffre da tempo di una mancanza di spazi per l’organizzazione di mostre temporanee, in attesa dell’ampliamento dei locali. Il progetto per il Palazzo di Città ha obiettivo da una parte quello di promuovere una continua riscoperta delle opere delle collezioni civiche già esposte, in modo da farle osservare da differenti prospettive e punti di vista attraverso approfondimenti tematici, inquadramenti storici, ricerca di connessioni e confronti con altre opere presenti in altre collezioni pubbliche o private su scala nazionale ed internazionale o con documenti storici anche audiovisivi, oltre che individuazione di ulteriori criteri espositivi che rispondano a specifici percorsi artistico-culturali o a specifiche ricerche e mettano in luce nuovi risvolti e punti di vista sulle opere. Dall’altra, il progetto ha come obiettivo quello di dotare la Galleria Comunale di uno spazio per esposizioni temporanee per far conoscere alla cittadinanza le collezioni attualmente non esposte e non visibili, attraverso la realizzazione di mostre ed incontri tematici.
L’attività espositiva corrisponderà ai due filoni di ricerca delle gallerie civiche:
1) la storia dell’arte dell’800 e del ‘900. Percorrendo questo filone, la Galleria può porsi all’interno dell’offerta culturale cittadina come punto di riferimento per la conoscenza della storia dell’arte del Novecento grazie alle competenze scientifiche e museologiche di cui è portatrice, affiancando e completando l’offerta culturale del Centro Sperimentale per l’Arte Contemporanea (vedi attività 6), che si ipotizza di dedicare all’arte dei giorni nostri e alle nuove sperimentazioni ancora in fieri e non storicizzate;
2) la storia dell’arte orientale (a partire dalla collezione del Museo d’Arte Siamese Cardu per aprirsi alla conoscenza della cultura e della storia orientale attraverso scambi e prestiti con altri musei similari). Lungo questo filone, la Galleria può acquisire un’unicità all’interno dell’offerta culturale cittadina in quanto unico museo in grado di promuovere la conoscenza delle culture orientali, sempre più vicine a noi e di maggiore e diffuso interesse.
Attività previste:
• esposizione permanente dei fondi Fondo Etnografico Manconi Passino, nonché del Fondo Ceramico e del Fondo d’Arte Sacra della Collezione Ingrao
• Realizzazione di esposizioni temporanee di storia dell’arte
• realizzazione di visite guidate al palazzo di città e alle sue collezioni.
• realizzazione di laboratori di avvicinamento alla storia dell’arte
Azioni già intraprese:
– Il Palazzo di Città è stato acquisito in gestione diretta
– E’ stata progettata parte della programmazione espositiva 2012 che prevede:
– Mostra “I Territori dell’arte. Dipinti, sculture, gioielli e tessuti delle collezioni civiche” (INAUGURAZIONE: 5 APRILE);
– Mostra “Gli spazi dell’arte. Dal Concettuale alla Pop Art.” (inaugurazione: 10 maggio); – Serie di conferenze “Alfabeto dell’Arte”; – Colazione a Km zero.
Azione 3: TEATRO CIVICO – Centro per la Musica Sperimentale (ipotesi)
Obiettivo generale
Promuovere la ricerca, la produzione e la diffusione della musica moderna, contemporanea e sperimentale, anche in interazione con altri linguaggi artistici (dalle arti visive alla sound art, dalla danza alla letteratura).
Descrizione del progetto
Nell’ottica del laboratorio urbano multidisciplinare che abbia in ogni centro una propria missione specifica e considerata la mancanza di un centro stabile dedicato a queste discipline artistiche, gli spazi del Teatro Civico di Castello potrebbero essere dedicati alla musica moderna, contemporanea e sperimentale, anche in interazione con altri linguaggi artistici (dalle arti visive alla sound art, dalla danza alla letteratura).
Questa missione andrebbe in stretta relazione con le politiche di valorizzazione e rivitalizzazione del quartiere di Castello, in cui l’attività culturale può avere un ruolo essenziale. Il Teatro potrebbe offrire una programmazione musicale stabile e diversificata di interesse regionale, nazionale ed internazionale, volta a offrire opportunità di fruizione musicale non tradizionale al pubblico cittadino e sardo, ma anche ad attrarre nuove fasce di pubblico dal territorio nazionale ed internazionale.
Si potrebbero prevedere attività formative rivolte a giovani musicisti di provenienza locale, nazionale ed internazionale al fine di offrire loro occasioni di scambio, formazione, approfondimento, confronto e collaborazione con artisti di consolidata esperienza. Le attività proposte dovranno ricercare costantemente l’interazione con il territorio attraverso l’organizzazione di iniziative musicali diffuse nel quartiere di Castello e la cura di attività laboratoriali volte al coinvolgimento attivo della cittadinanza e all’avvicinamento ai linguaggi musicali contemporanei.
Tipologie di attività culturali previste:
• programmazione stabile di concerti e performance nel teatro
• programmazione diffusa di concerti e performance nelle piazze e nelle strade del quartiere di Castello, anche in collaborazione con le attività produttive della zona
• realizzazione di laboratori per l’avvicinamento ai linguaggi musicali contemporanei
• workshop per musicisti e operatori del settore
• conferenze e incontri per la cittadinanza
Tipologie di attività commerciali previste:
• bar
• music bookshop
Azioni già intraprese:
– E’ stato predisposto il testo del bando per l’affidamento in gestione del Teatro Civico. Si è in attesa dell’agibilità da parte dell’Assessorato Lavori Pubblici.
Azione 4: VILLA MUSCAS – centro per la cultura enogastronomica (simulazione)
Obiettivo generale
Promuovere la cultura enogastronomica della Sardegna tramite attività culturali di tipo letterario e musicale.
Descrizione del progetto
Considerata la collocazione fortemente centrale, la prossimità a istituzioni musicali come il Conservatorio di Musica, il Teatro Lirico e la contiguità con il Parco della Musica, il Museo della Cultura Contadina e con la zona del Mercato Civico di San Benedetto, i locali di Villa Muscas sono stati pensati come luogo di promozione della cultura enogastronomica e, al contempo, dell’ascolto musicale e della lettura, con una programmazione culturale finalizzata a promuovere l’interazione tra questi mondi e la loro valorizzazione reciproca.
Il centro potrà prevedere una programmazione di attività di promozione della lettura e dell’ascolto musicale tra cui incontri letterari, presentazioni di nuove uscite editoriali, gruppi di lettura, corsi tematici, seminari di scrittura, concerti e ascolti musicali guidati e diversificati (dalla musica classica alle band emergenti e alla musica sperimentale) e/o altre attività che perseguano l’obiettivo in modo originale e innovativo. In particolare le attività relative alla lettura e i momenti di ascolto musicale potranno essere coniugati con degustazioni e approfondimenti sulle produzioni agroalimentari ed enologiche d’eccellenza della Sardegna e di altri luoghi del mondo nonché laboratori del gusto e incontri su tematiche afferenti il gusto e l’alimentazione.
Considerata la posizione nel centro commerciale della città, potrebbero essere attivate all’interno della Villa attività relative alla vendita di prodotti editoriali ed enogastronomici e alla ristorazione, anche in collaborazione con le attività produttive del settore. Tali attività, lungi dal procedere in maniera indipendente e separata dal resto della struttura, potranno invece essere gestite in stretta relazione e complementarietà con la programmazione culturale in quanto contribuendo direttamente alla sostenibilità economica del progetto culturale.
Tipologie di attività culturali previste
• incontri letterari
• seminari di scrittura
• corsi tematici e laboratori legati alla letteratura ed alla musica
• gruppi di lettura
• concerti
• ascolti musicali guidati
• museo della cultura contadina
• laboratori del gusto
• presentazione di prodotti enogastronomici
Tipologie di attività commerciali previste • Libreria: fortemente incentrata sulle novità editoriali con una sezione sulle collane
culinarie e musicali e una sezione discografica. La Libreria dovrà essere provvista di sale di lettura dove sia possibile sfogliare e leggere i libri in vendita e ascoltare i prodotti discografici
• Enoteca: punto vendita vini e prodotti enogastronomici
• Bar: luogo d’incontro per colazioni, pranzi rapidi, merende, the ed aperitivi anche a tema letterario e musicale
• Ristorante: il ristorante dovrà offrire un menù con specialità della produzione agroalimentare ed enologica, della tradizione culinaria sarda e delle sue reinterpretazioni e prevederà l’organizzazione di cene tematiche volte a ritrovare connessioni con la letteratura e la musica.
Azioni già intraprese:
– E’ stata avviata la procedura a evidenza pubblica per l’affidamento del Centro. In attesa di approvazione da parte dell’Ufficio Appalti.
Azione 5: EX VETRERIA – polo teatrale
Obiettivo generale
Promozione del teatro contemporaneo attraverso la creazione di un luogo stabile di ricerca, produzione, didattica e circuitazione che dialoghi con il territorio e al contempo si apra ad un contesto internazionale.
Descrizione del progetto
L’azione riguardante l’Ex Vetreria si inserisce nella cornice generale della politica culturale comunale, volta a sostituire progressivamente il modello di città dicotomica costituita da centro e periferia con un modello di città policentrica, in cui zone della città tradizionalmente marginali come quella della Municipalità di Pirri possono diventare luoghi di attrazione e irradiazione per alcune attività.
Considerata l’idoneità degli spazi e la forte necessità di un luogo da dedicare al teatro contemporaneo innovativo e di avanguardia, da affiancare all’attività storicizzata portata avanti dal Teatro Massimo, gli spazi dell’Ex Vetreria potranno essere dedicati al teatro contemporaneo prevedendo attività di ricerca, produzione, didattica e circuitazione e assicurando una fruizione del Centro quanto più ampia possibile, un valore aggiunto per il territorio e un’apertura internazionale. Il centro potrebbe offrire alla cittadinanza una programmazione teatrale annuale con un’apertura verso le nuove produzioni teatrali di interesse regionale, nazionale ed internazionale.
Potrà essere prevista un’attività di produzione e coproduzione di spettacoli inediti, realizzati anche tramite programmi di residenza ed esperienze di scambio e formazione artistica che coinvolgano compagnie e autori di eccellenza in ambito nazionale ed internazionale e dove vengano forniti gli spazi e le risorse per sostenere l’intero processo creativo, nonché workshop tematici sulle attività complementari alla produzione teatrale.
Il centro potrà prevedere inoltre la promozione di attività laboratoriali rivolte alla cittadinanza e finalizzate alla didattica teatrale e all’avvicinamento ai linguaggi del teatro contemporaneo, nonché la promozione di attività finalizzate all’interazione con il territorio e con le scuole che prevedano iniziative diffuse nel quartiere e nuove pratiche per il coinvolgimento attivo della cittadinanza nelle attività portate avanti dal Centro.
E’ auspicabile la realizzazione da parte del soggetto gestore di un centro di documentazione teatrale aperto al pubblico per consultazione e dotato di materiali bibliografici e audiovisivi in materia.
Tipologie di attività culturali previste
• programmazione di spettacoli di teatro contemporaneo
• programmazione di attività promozionali diffuse nel territorio e nel quartiere di riferimento
• attività di produzione teatrale attraverso esperienze di studio, scambi e collaborazioni, residenze, workshop
• attività didattica, laboratoriale e promozionale da realizzarsi sia negli spazi dell’Ex Vetreria che nelle scuole e nel quartiere
• servizio di consultazione e prestito di materiali bibliografici in materie teatrali e affini
• proiezione e prestito di materiali audiovisivi in materie teatrali e affini.
Tipologie di attività commerciali previste
• Bar
• Ristorante-pizzeria
• bookshop (vendita libri, dvd, e altro materiale teatrale)
Azioni già intraprese:
– E’ stato predisposto il testo del bando per l’affidamento in gestione dell’Ex Vetreria di Pirri. Si è in attesa dell’approvazione dell’Ufficio Appalti.
Azione 6: EXMA’ – centro sperimentale per l’arte contemporanea (simulazione)
Obiettivo generale
Promuovere la ricerca, la produzione e l’esposizione dell’arte contemporanea, fornendo al contempo servizi di formazione, didattica, scambio e mediazione culturale all’interno di un centro con una programmazione stabile, qualificata e di livello internazionale.
Descrizione del progetto
La città di Cagliari, nonostante il suo ruolo di capoluogo di Regione, a oggi risulta una realtà marginale rispetto al circuito dell’arte contemporanea non solo isolano, ma soprattutto nazionale e internazionale. Analizzando infatti lo stato dell’arte contemporanea nel territorio regionale, si può osservare come l’unica Accademia di Belle Arti della Regione è situata nella città di Sassari mentre l’unico museo d’arte contemporanea di livello nazionale e internazionale si trova nel Comune di Nuoro. Ciò ha fatto sì che, tradizionalmente, il polo dedicato al contemporaneo fosse concentrato nella parte centro-settentrionale dell’isola, con forti carenze nella parte meridionale dove ha sede Cagliari. A questo si aggiunge lo svantaggio della posizione insulare della Sardegna, nonché la scarsa attenzione verso l’arte contemporanea da parte dei programmi scolastici nazionali. Nonostante questo, si registra, nel capoluogo sardo, un interesse crescente verso le espressioni artistiche del XXI secolo, oltre ad una presenza numerosa di artisti attivi a vario titolo sul territorio cittadino, l’esistenza e la nascita di vari spazi espositivi e l’organizzazione di diversi eventi artistici da parte di associazioni e collettivi di artisti.
Manca a Cagliari una finestra sul panorama dei linguaggi attuali dell’arte contemporanea internazionale, che svolga al contempo un ruolo formativo per il grande pubblico nonché propulsivo e di supporto per la ricerca artistica e per gli addetti ai lavori, costituendo al contempo un prezioso punto di attrazione turistica e un luogo di contaminazione proficua tra arte, società e territorio. Manca in Sardegna un punto di raccordo per gli artisti che, sempre più frequentemente, decidono di lavorare su questo territorio sviluppando dei progetti nelle varie parti del territorio regionale, con la necessità di un sostegno logistico e organizzativo, e di un supporto alla conoscenza dei luoghi. Il capoluogo di Regione può svolgere questa funzione se dotato di una struttura stabile e focalizzata sui linguaggi contemporanei.
Considerata la presenza di spazi adeguati alle esigenze espositive nonché la collocazione in una parte del centro cittadino ricca di attività produttive e servizi, i locali dell’Exmà potrebbero essere adeguati per la realizzazione di un Centro Sperimentale per l’Arte contemporanea, che sia complementare all’attività della Galleria Comunale e del Palazzo di Città, che invece sarà maggiormente focalizzata sull’arte storicizzata e riconosciuta. L’Exmà potrebbe accogliere le tendenze in corso di sperimentazione dell’arte contemporanea, sia dal punto di vista degli eventi espositivi che dal punto di vista dell’incentivazione alla mobilità e alla produzione artistica, integrando la città di Cagliari in un circuito di scambi culturali di ambito internazionale e creando un’offerta culturale di interesse non solo per il territorio ma anche per i turisti e gli addetti ai lavori di provenienza internazionale.
Al contempo, il progetto si pone l’obiettivo di offrire agli addetti ai lavori e al grande pubblico opportunità di formazione e approfondimento dei linguaggi artistici contemporanei, di supportare la ricerca e la produzione artistica contemporanea e di incentivare e sostenere la mobilità degli operatori dell’arte e la circolazione delle opere e dei prodotti artistici contemporanei.
Il centro potrebbe diventare un punto di riferimento per incentivare gli scambi proficui tra artisti e comunità locale in un’ottica di distretto culturale evoluto.
Tipologie di attività previste
• programma di residenze per artisti e curatori: programmi di residenza che permettono ad artisti e curatori di provenienza internazionale di trascorrere un periodo in città e utilizzare gli spazi dell’ Exmà come studio e base di appoggio per la realizzazione di ricerche e lo sviluppo di nuovi progetti artistici, dando particolare priorità alle pratiche artistiche che si rivolgono al territorio e alla comunità abitante (es. social practices, nuove forme di public art, estetica relazionale). Tali programmi vengono inseriti all’interno delle reti e dei circuiti internazionali di residenze per artisti e di organizzazioni che favoriscono la mobilità degli artisti e degli operatori dell’arte.
• Mostre e open studio: una programmazione espositiva annuale o biennale che includa eventi espositivi aventi a oggetto l’arte contemporanea internazionale e realizzati in collaborazione con altre realtà pubbliche e private del circuito internazionale dell’arte. La programmazione espositiva comprende inoltre gli open studio degli artisti in residenza nonché una project room dedicata alla presentazione di progetti inediti di artisti locali
• conferenze, workshop e seminari: attività collaterali che incentivino il dibattito culturale sulle tematiche e i linguaggi artistici contemporanei attraverso l’organizzazione di conferenze con il coinvolgimento di artisti, curatori, critici e operatori dell’arte contemporanea internazionale nonché la realizzazione di workshop e seminari specialistici per gli addetti ai lavori e tutti gli interessati
• Visite guidate e laboratori: utilizzo di strumenti e metodologie innovative volte alla mediazione culturale e alla divulgazione dell’arte contemporanea anche tra i non addetti ai lavori
• Archivio: creazione di un archivio consultabile di materiali d’artista (opere video, documentazione editoriale e video di eventi artistici e portfolio d’artista)
• Punto informativo e di consulenza per artisti e curatori: un punto dove è possibile ricevere informazioni e consulenza rispetto alle opportunità presenti nel panorama nazionale ed internazionale per giovani artisti e curatori, quali borse di studio, scambi, residenze, premi, concorsi e altre organizzazioni d’interesse per artisti e curatori
• Punto di supporto alla produzione: per gli artisti che arrivano in Sardegna spinti dall’interesse allo sviluppo di un loro lavoro in questo territorio, il Centro Sperimentale per l’Arte Contemporanea potrebbe fornire un supporto logistico, organizzativo e di sostegno alla conoscenza dei luoghi, oltre che punto di diffusione e documentazione dei progetti realizzati.
Tipologie di attività commerciali previste:
• bar • ristorante • bookshop • artshop
Azioni già intraprese:
– Sono state avviate in via sperimentale alcune delle simulazioni del progetto Mondi Possibili. Tra queste l’utilizzo dell’Exmà come Centro sperimentale per l’arte contemporanea, destinando a questo centro tutte le proposte relative alle arti visive contmeporanee.
Azione 7: IL GHETTO Laboratorio Urbano Aperto // Laboratorio di Idee sulla Città
Obiettivo generale
Promuovere la ricerca, la documentazione, l’esposizione e la divulgazione dei temi riguardanti l’architettura contemporanea e il suo rapporto con lo spazio pubblico e il tessuto storico, attraverso un dibattito urbano aperto e dinamico, in grado di stimolare un dialogo costante sulle tematiche riguardanti il patrimonio architettonico cittadino e la sua evoluzione.
Descrizione del progetto
La struttura urbanistica della città di Cagliari è complessa e si stratifica sull’antica città – prima punica, poi romana, poi medievale- che costituisce il cuore storico al quale nel tempo si sono aggiunti nuovi quartieri e zone periferiche sia verso l’interno che verso la costa. Se il patrimonio architettonico storico, dotato di notevole pregio, è in grado di suscitare un continuo interesse e stimolare la conoscenza della storia della città di Cagliari, gli interventi di nuova costruzione all’interno del tessuto urbano sono invece spesso oggetto di pubbliche discussioni e giudizi contrastanti: responsabili di più o meno importanti modifiche del tessuto urbano, sono spesso il risultato di scelte complesse, frutto di differenti visioni dello spazio pubblico e della realtà contemporanea, che influiscono sulle modalità di fruizione della città, sul suo sviluppo futuro e sulla vita della società cagliaritana.
Le stesse dinamiche di riflessione e azione riguardano poi i sempre più frequenti casi di conversione e riuso di strutture dismesse, gli interventi per la rigenerazione urbana e l’utilizzo degli spazi vuoti. Proprio a causa della complessità degli interrogativi a cui le scelte architettoniche e urbanistiche devono dare risposta oltre che degli innumerevoli fattori coinvolti, è stata richiamata più volte l’importanza della cultura architettonica e della qualità progettuale, nonché il necessario coinvolgimento della popolazione nei processi di ricerca e decisione, in quanto coinvolta direttamente negli effetti che le scelte progettuali generano sul tessuto abitato e sugli spazi del quotidiano. Si rende quindi necessario allargare sempre di più il dibattito sulla qualità architettonica e trovare le adeguate modalità di comunicazione e coinvolgimento anche dei ‘non addetti ai lavori’ nelle dinamiche di trasformazione della città.
Manca a Cagliari uno spazio dedicato a queste riflessioni, che non si rivolga solo agli studenti, ai ricercatori ed ai professionisti, ma all’intera cittadinanza, e, nello stesso tempo, si rileva in città un interesse crescente verso queste tematiche, dimostrato sia dalla grande affluenza di pubblico avvenuta in occasione delle due edizioni della manifestazione internazionale Festarch, svoltasi presso la Ex Manifattura Tabacchi, ché dalla nascita di giovani associazioni impegnate nella riflessione sulle buone pratiche del ‘fare architettura’.
Il progetto intende realizzare un Laboratorio Urbano Aperto, ovvero uno spazio dedicato all’architettura, all’urbanistica e allo studio dei temi della città, affinché queste tematiche e le discipline ad esse legate possano costituire un interessante punto di partenza (oltre che un punto di vista privilegiato) per riflettere sui cambiamenti in corso nella nostra città partendo dalla conoscenza del passato e da un attenta analisi del presente.
Considerata la vicinanza con la Facoltà di Architettura dell’Università di Cagliari e la collocazione nel cuore del centro storico, lo spazio adatto a contenere queste istanze potrebbe essere il Ghetto. Il Laboratorio potrà essere un centro di irradiazione di iniziative culturali inizialmente focalizzate sugli spazi aperti e sul tessuto abitato di Castello, nell’ambito della politica di rivitalizzazione e valorizzazione del quartiere che il Comune di Cagliari sta portando avanti e nell’ottica di una valorizzazione dei beni architettonici e artistici presenti nel centro storico cittadino.
Attraverso diverse tipologie di attività previste si intende stimolare l’interesse e la riflessione attorno ai temi relativi alla città, all’architettura e alla qualità urbana, promuovendo un approccio multidisciplinare al tema che tenga conto dei risvolti ambientali, paesaggistici, sociali e antropologici, e delle necessarie connessioni con le altre discipline artistiche, progettuali e culturali quali il design, l’arte, il cinema, la politica, la letteratura. Il Ghetto diventerebbe così centro propulsore di nuove idee per far ri-vivere il tessuto urbano laddove degradato e far conoscere al grande pubblico i risvolti più attuali dell’architettura contemporanea a scala nazionale ed internazionale, oltre che la sua evoluzione storica. Al contempo potrà configurarsi come il luogo all’interno del quale l’Amministrazione potrà incontrare la popolazione per confrontarsi e dialogare insieme sulle politiche di trasformazione urbana e territoriale del Comune di Cagliari, in un’ottica di trasparenza, divulgazione e partecipazione che favoriscano il coinvolgimento attivo della cittadinanza nelle scelte strategiche di trasformazione della città.
Tipologie di attività culturali previste
• Mostre ed eventi sull’architettura e sui temi della città: eventi espositivi su tematiche relative all’architettura, l’urbanistica, la qualità e la sostenibilità urbana aventi la finalità di far conoscere al pubblico ricerche, studi, proposte, progetti ed esperienze sperimentali e innovative così come materiali storici ed artistici in ambito architettonico ed urbanistico e negli ambiti collegati
• Incontri di presentazione dei progetti del Comune di Cagliari: incontri finalizzati alla presentazione e condivisione con la cittadinanza dei progetti in via di realizzazione per la città di Cagliari, al fine di instaurare un rapporto tra l’amministrazione, i progettisti e la cittadinanza all’insegna della trasparenza, del dialogo e della partecipazione. Tali incontri hanno il duplice obiettivo di illustrare i progetti e conoscere i punti di vista dei differenti attori coinvolti direttamente o indirettamente nei processi di trasformazione della città;
• Laboratori di progettazione partecipata: forum, dibattiti, tavoli di lavoro finalizzati a far emergere le esigenze e le problematiche dei differenti portatori d’interesse territoriali coinvolti nei progetti urbani. Questi laboratori verranno condotti da professionisti nella progettazione e nei processi partecipativi, attraverso l’utilizzo di metodologie specifiche consolidate e riconosciute.
• Workshop e seminari: organizzazione periodica di workshop e seminari di approfondimento su temi specifici riguardanti l’architettura, la qualità urbana, l’abitare sostenibile, il rapporto con il paesaggio e altri temi correlati, che coinvolgano attivamente sia gli addetti ai lavori che il grande pubblico
• Realizzazione di itinerari guidati: considerata la posizione centrale degli edifici dell’Ex Ghetto, è possibile che questi ultimi costituiscano il punto di partenza per degli itinerari guidati alla scoperta del patrimonio storico, artistico e architettonico cittadino. Questi itinerari potranno essere rivolti ai turisti, ma potranno anche essere creati ad hoc per particolari esigenze di studio per le scuole primarie e secondarie nonché per le Università
• Organizzazione di eventi culturali nelle aree di interesse architettonico, storico e artistico: al fine di valorizzare il patrimonio architettonico, storico ed artistico della città di Cagliari, è possibile prevedere l’organizzazione di eventi artistici quali concerti, conferenze, spettacoli e mostre, all’interno dei monumenti della città di Cagliari
• Realizzazione di progetti artistici site specific: realizzazione di progetti artistici realizzati ad hoc per il territorio urbano da artisti nazionali ed internazionali, anche in collaborazione con il centro sperimentale d’arte contemporanea e con gli artisti ospitati in residenza, in grado di stimolare la partecipazione attiva della cittadinanza nei processi di analisi del tessuto urbano e delle sue trasformazioni.
Azioni già intraprese:
– Sono state avviate in via sperimentale alcune delle simulazioni del progetto Mondi Possibili. Tra queste l’utilizzo del Ghetto come Casa della Città attraverso una programmazione incentrata sui temi della città e dell’architettura.
Azione 8: CASTELLO DI SAN MICHELE Osservatorio del Paesaggio // Laboratorio Aperto sul Paesaggio
Obiettivo Generale
Promuovere la conoscenza e l’esperienza diretta del Paesaggio sia alla scala territoriale che nel suo legame con la città, attraverso un dibattito multidisciplinare, aperto e dinamico, in grado di stimolare il dialogo tra amministrazioni, enti e popolazione locale, e di rafforzarne le relazioni nell’ambito dei processi progettuali di trasformazione territoriale, al fine di favorire la valorizzazione e l’evoluzione del patrimonio paesaggistico in maniera partecipata e condivisa.
Descrizione del progetto
La stipula della Convenzione Europea sul Paesaggio ha assegnato al Paesaggio la specificità di soggetto giuridico autonomo, elemento chiave per il benessere individuale e sociale, nonché fonte di diritti e responsabilità per ciascun individuo. Da queste considerazioni è doveroso partire per affrontare i temi relativi alla tutela, alla salvaguardia e alla valorizzazione del Paesaggio inteso in modo complessivo: il concetto di Paesaggio infatti coincide sia con la forma che una comunità dà al proprio territorio sia con il modo che ha di percepirlo e di sentirsi parte di esso, come meglio descritto dall’art. 1 della Convezione: “Paesaggio designa una parte di territorio, così com’è percepita dalle persone, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni”.
Tale visione dinamica del Paesaggio contempla dunque l’interazione tra fattori naturali e fattori culturali (c.d. “paesaggi culturali”), e dunque fra aspetti materiali e immateriali. Con queste premesse si rende oggi necessario affrontare il tema del “diritto al paesaggio”, promuoverne la conoscenza e la consapevolezza da parte della comunità che lo abita, e lavorare affinché questa comunità abbia la possibilità di acquisire un ruolo attivo nella sua salvaguardia e nei processi progettuali che ne accompagnano le dinamiche di trasformazione e cambiamento.
Il Comune di Cagliari intende dedicare uno spazio all’approfondimento e allo studio di queste tematiche, alla loro diffusione e alla promozione di attività culturali e artistiche correlate. Per la sua collocazione all’interno di un parco inserito alla scala del Territorio ma estremamente vicino alla Città, gli spazi del Castello di San Michele potrebbero essere il luogo adatto per ospitare l’ Osservatorio del Paesaggio (o Laboratorio Aperto sul Paesaggio o ….)
L’Osservatorio (Il Laboratorio) dovrà essere un luogo dedicato allo studio e all’approfondimento dei temi inerenti il Paesaggio contemporaneo attraverso un approccio inclusivo e multidisciplinare, un luogo fisico in grado di ospitare diverse attività e figure professionali, aprirsi alla Città e offrire la possibilità di un’interazione continua con la popolazione e con le amministrazioni, al fine di condividere l’elaborazione delle idee per lo sviluppo del territorio: la cultura paesaggistica è per sua natura interdisciplinare, e coinvolge sempre di più figure come artisti, filosofi, curatori, filmaker, fotografi, oltre che architetti, designer, paesaggisti, sociologi, geografi, antropologi.
Le modalità operative e di ricerca saranno basate su attività site specific nell’ambito delle quali lo studio e la progettazione del paesaggio potranno svilupparsi attraverso la conoscenza e l’esperienza diretta del territorio. I temi trattati potranno essere quelli inerenti l’uso delle risorse ambientali e il consumo del territorio, l’ecologia e la sostenibilità, la funzione e la necessità delle superfici vegetali in ambito urbano, lo studio di un nuovo rapporto tra città e natura, il progetto del verde, il riuso, il giardinaggio collettivo, gli orti urbani e le economie rurali, il turismo eco-sostenibile e i luoghi per il tempo libero, la conservazione e la valorizzazione del territorio attraverso processi di progettazione partecipata, lo studio approfondito del rapporto tra la collettività e il paesaggio contemporaneo.
Le attività del centro saranno strettamente connesse a quelle del Laboratorio Urbano Aperto (vedi Azione 7), nell’ottica della promozione e del coordinamento delle pratiche basate sulla qualità etica ed estetica della progettazione architettonica e paesaggistica.
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Tipologie di attività culturali previste
• Residenze internazionali interdisciplinari dedicate allo studio del Paesaggio in situ e all’elaborazione di nuove pratiche progettuali e di intervento, in grado di coadiuvare l’azione delle amministrazioni locali nell’elaborazione degli strumenti per la pianificazione territoriale;
• Workshop per la realizzazione di progetti site specific sia all’interno del Parco che alla scala Territoriale e Urbana, anche attraverso le pratiche di land art, arte ambientale, arte pubblica e community based projects elaborate singolarmente o in team da artisti, architetti, paesaggisti, fotografi, film-makers etc;
• Laboratori di progettazione e autocostruzione partecipata per la realizzazione di micro architetture dedicate alla fruizione e alla valorizzazione del paesaggio;
• Progettazione di itinerari paesaggistici e di fruizione turistica del territorio in grado di connettere la Città al Territorio circostante e di incrementarne la percezione e la comprensione del Paesaggio attraverso una conoscenza diretta;
• Seminari e incontri pubblici in grado di focalizzare l’attenzione comune sulle tematiche del paesaggio e della sua tutela, e di avvicinare amministrazione e comunità attraverso un dibattito condiviso sulle tematiche legate all’ecologia, viste anche in termini di sviluppo economico sostenibile del proprio territorio;
• Laboratori dedicati alle scuole, agli anziani e ai diversamente abili finalizzati all’incremento della cura del territorio anche attraverso pratiche di giardinaggio e orticoltura; • Fruizione diversificata del parco anche in chiave culturale e turistica: cartellone di eventi
musicali, rassegne di performing arts, attività en plein air dedicate ai ragazzi e alle famiglie e
percorsi sportivi a bassa intensità di attrezzature;
• Ufficio di coordinamento degli orti urbani comunali.
Tipologie di attività commerciali previste
• Caffetteria – Ristorante con prodotti biologici e filiera corta; • Bookshop; • Spazio espositivo e shop dedicati al green design e all’arredo urbano sostenibile.
Azione 9: LAZZARETTO – la città dei bambini e dei ragazzi (simulazione)
Obiettivo generale
Sostenere la crescita del bambino promuovendo la sua partecipazione alla vita culturale e sociale della comunità e l’accoglienza e la valorizzazione delle sue potenzialità creative e intellettive nonchè sostenere la crescita dell’adolescente e fornirgli occasioni di svago, didattica, crescita e aggregazione sociale attiva.
Descrizione del progetto
Insieme all’attività basilare delle scuole pubbliche cittadine, che si considerano essere il primo presidio sociale e culturale di ogni territorio, si riscontra la necessità di realizzare a Cagliari uno spazio culturale permanente appositamente dedicato al mondo dell’infanzia e dell’adolescenza e si ritiene che questo debba essere collocato in un’area decentrata della città, dove l’esigenza di un ulteriore presidio sociale è più intensa e dove si persegue la finalità di qualificare la zona come uno dei punti di attrazione della città policentrica prospettata in premessa.
La città dei bambini e dei ragazzi, lungi dall’essere un ghetto o un luogo dove i piccoli ospiti si isolano dalla realtà, dal mondo circostante e dalle altre generazioni, intende essere uno spazio di raccordo tra tutti gli altri spazi e soggetti che in città si occupano di bambini e adolescenti oltre che di mediazione tra i bambini e il mondo dove sia fortemente presente la relazione intergenerazionale con ogni fascia d’età della società nonché l’apertura e l’orientamento verso l’esterno.
L’approccio utilizzato per la costruzione di questo centro dovrà contemplare due importanti finalità: una è far sì che i bambini e i giovani possano vivere in una città dotata di uno spazio che svolga un’attività permanente e fornisca un’offerta di eventi culturali, didattici e di svago su misura per loro, dove loro stessi siano protagonisti nella progettazione delle attività e delle regole interne. L’altra è che a sua volta la città possa contare di un apporto creativo, immaginativo e dinamico da parte di questa fascia di popolazione che presenta tante potenzialità e risorse che se adeguatamente accompagnate e valorizzate, possono essere donate alla comunità.
Per la loro collocazione nel quartiere a incidenza giovanile più alta, gli spazi del Lazzaretto potrebbero essere dedicati a tutte le attività didattiche, di partecipazione e divulgazione dedicate specificatamente al mondo dei bambini, in dialogo con le diverse forme d’arte, la creatività e la scienza. Utilizzando come strumento primario il gioco, l’azione e il movimento, ci si potrà focalizzare sul rapporto tra i bambini e la città e sul ruolo chiave dei bambini nell’immaginare e lavorare per costruire, animare e abitare una città secondo in armonia con le loro esigenze, desideri, capacità e possibilità creative.
Parallelamente, lo spazio potrebbe essere dedicato ad attività dedicate ai ragazzi – adolescenti, attraverso la proposta di eventi e manifestazioni culturali, musicali ed artistiche in genere rivolte a un target giovanile, oltre ad attività improntate all’esperienza della società, dell’arte e della cultura in tutti i suoi risvolti.
Le attività previste, in entrambi i casi, verranno realizzate dentro e fuori dalle mura del centro, con particolare attenzione verso i quartieri limitrofi di Sant’Elia, San Bartolomeo e La Palma. Il Centro verrà inoltre dotato di uno sportello di contatto tra il Comune e i cittadini del quartiere.
Tipologie di attività culturali previste: Area Scienza: laboratori di sperimentazione e avvicinamento al mondo della scienza produzione di esperimenti e invenzioni che coinvolgano i bambini e li rendano attivi e propositivi nel loro rapporto con la città e con il mondo; incontri con scienziati; programmazione di spettacoli a sfondo scientifico rivolti ai bambini
Area Letteratura: laboratori legati alla lettura e alla scrittura intese nel senso più ampio possibile incontri con scrittori programmazione di eventi dedicati alla letteratura d’infanzia
Area Teatro: laboratori di avvicinamento ai linguaggi del teatro produzione di spettacoli teatrali con il coinvolgimento dei bambini e con tematiche relative alla città produzione di spettacoli teatrali per bambini programmazione di spettacoli per bambini e famiglie
Area Arti di Strada: laboratori di avvicinamento al mondo del circo e delle arti di strada produzione di spettacoli che coinvolgano bambini e ragazzi programmazione di spettacoli e mostre sul mondo del circo
Azione 10: CHIESETTA ARAGONESE – Centro per la musica corale (simulazione)
Obiettivo generale
Creare un centro propulsore per la musica corale e la musica da camera.
Descrizione del progetto
Considerata l’idoneità degli spazi, verificata da una lunga tradizione della Chiesetta in questo senso, nonché la forte presenza sul territorio di associazioni che si occupano delle discipline artistiche in questione, la Chiesetta Aragonese potrebbe essere dedicata alla musica corale e alla musica da camera.
L’attività che verrà portata avanti all’interno della Chiesetta, potrebbe prevedere una programmazione stabile diversificata di spettacoli di musica corale e da camera di interesse locale, regionale, nazionale ed internazionale. Accanto alla programmazione di concerti e performance, il centro porterebbe avanti attività formative rivolte a diverse fasce d’età per l’avvicinamento, lo studio e l’approfondimento della musica corale con la massima partecipazione possibile da parte delle associazioni corali locali e con l’attivazione di esperienze di scambio e interculturalità con altri cori di rilevanza nazionale ed internazionale.
Le attività potranno inoltre realizzarsi sia dentro che fuori dalle mura della Chiesa, prevedendo l’organizzazione di iniziative diffuse in tutto il tessuto urbano, con particolare attenzione ai quartieri limitrofi.
Tipologie di attività previste
• programmazione stabile di concerti e performance di musica corale e da camera
• programmazione diffusa di concerti e performance nel parco circostante
• realizzazione di corsi e laboratori per l’avvicinamento alla musica corale e l’approfondimento
• workshop per musicisti e operatori del settore
• attività di ospitalità e scambio tra cori di differenti su scala nazionale ed internazionale
• conferenze ed incontri per la cittadinanza
Azione 11 TEATRO MASSIMO – Il teatro abitato
Obiettivo generale
Promuovere una programmazione teatrale stabile e un’attività di produzione, formazione e divulgazione teatrale permanente.
Descrizione del progetto
Il Teatro Massimo è il principale teatro di prosa della città: è dedicato alla circuitazione, alla produzione e alla formazione in ambito teatrale. E’ sede della compagnia di teatro stabile Teatro di Sardegna che lo gestisce. Il Teatro Stabile della Sardegna, in coerenza con le indicazioni del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e in relazione alle proprie finalità e linee artistiche, realizza con continuità attività di produzione, perseguendo la valorizzazione della compagnia stabile unitamente alla promozione delle giovani generazioni e alla formazione permanente. La compagnia progetta coerenti programmi di ospitalità e attività culturali, anche aperte all’incontro con diverse discipline e nuovi linguaggi artistici
La stagione di prosa proposta dal Teatro Massimo è orientata principalmente al recupero di testi e spettacoli di repertorio appartenenti alla tradizione del teatro Mediterraneo e del Novecento, ma negli ultimi anni ha intrapreso un percorso legato alla drammaturgia contemporanea. Nello spirito del progetto “Mondi Possibili – inventing the city” il Teatro Massimo si apre alla città e lavora nella direzione di creare un punto di riferimento e raccordo per le compagnie teatrali locali e al contempo di apertura e scambio verso le realtà di provenienza nazionale e internazionale.
Si intende intensificare l’aspetto dell’integrazione delle attività di circuitazione di spettacoli con le attività di produzione, formazione e divulgazione teatrale, attività che si arricchiscono a vicenda e fanno del teatro un luogo abitato, condiviso e partecipato da un numero sempre crescente di pubblico.
Le attività che maggiormente attengono al teatro contemporaneo saranno concentrate nella Sala del Ridotto del Teatro Massimo, che dovrà diventare la punta di diamante del circuito teatrale OFF (vedi punto 2.3.) e promuovere le produzioni locali di teatro contemporaneo insieme a quelle di provenienza nazionale e internazionale.
La sistemazione della sala-prove del Teatro (attualmente non attrezzata seppure utilizzata per prove) sarà inoltre l’anello mancante per fare del principale teatro di prosa di Cagliari un teatro di produzione a tutti gli effetti: si intende attrezzare la sala per renderla funzionale alla realizzazione di un ambiente di prova, produzione e formazione da realizzarsi con la forma della residenza artistica o dell’affitto a canone agevolato alle compagnie locali, oltre che un ulteriore spazio di circuitazione di tutti quelli spettacoli che richiedono un contatto ravvicinato con un pubblico molto ridotto.
Le varie fasi del processo creativo e delle attività di studio e prove saranno aperte al pubblico e visibili in diretta presso l’infopoint culturale della Mediateca del Mediterraneo, dove è in progetto l’allestimento di postazioni video collegate ai teatri nonché la realizzazione di tutti gli eventi di presentazione e approfondimento degli spettacoli teatrali.
Tipologie di attività previste:
• miglioramento dell’accessibilità ai disabili
• adeguamento della sala prove come ambiente attrezzato per la produzione teatrale
• programmazione di spettacoli teatrali, musicali e di danza
• attività di produzione della compagnia Teatro di Sardegna
• incontri e convegni su tematiche legate al teatro e alle arti performative
• proiezioni cinematografiche
• attività formative
• residenze teatrali
• infopoint culturale
Tipologie di attività commerciali previste:
• bar
• bookshop
Azioni già intraprese:
– E’ stato predisposto il progetto “Itinerari Abitati”, che è stato inserito nella proposta di finanziamento POR a valere sul bando relativo ai Progetti di Qualità in ambito turistico. In attesa della pubblicazione dei beneficiari del finanziamento. Il progetto prevede tra le azioni anche l’adeguamento funzionale della sala prove del Teatro Massimo e la realizzazione di residenze teatrali
Azione 12: AUDITORIUM COMUNALE – centro per la danza contemporanea (simulazione)
Obiettivo generale
Promuovere una programmazione stabile e un’attività di produzione, formazione e divulgazione permanente nell’ambito della danza contemporanea.
Descrizione del progetto
Rilevata la carenza di spazi in città dedicati alla danza, il Comune di Cagliari intende dedicare uno spazio alla promozione dei linguaggi della coreografia contemporanea. Tale spazio andrebbe a integrare le attività del Teatro Lirico, maggiormente dedicate al balletto classico. Una delle ipotesi per la realizzazione di tale centro, potrebbe essere l’Auditorium Comunale, dopo un necessario adeguamento funzionale.
La collocazione dell’Auditorium nel cuore del quartiere storico della Marina consentirebbe di portare avanti una ricerca sul movimento delle differenti comunità multietniche che vivono nel quartiere. Le attività di questo Centro, inoltre, potrebbero essere strettamente connesse a quelle del circuito OFF teatrale, a quelle del polo La Vetreria (azione 5) e a quelle del Teatro Massimo (azione 11) e del Centro sperimentale per l’Arte Contemporanea (azione 6), in una rete del contemporaneo che valorizza sempre di più l’interdisciplinarità e l’interazione fra i linguaggi artistici.
Il centro potrà garantire una programmazione stabile di spettacoli di danza, teatro danza e arti performative. L’attività di circuitazione sarà poi integrata e arricchita da un’attività di produzione svolta tramite la forma della residenza artistica, in collaborazione con altre organizzazioni nazionali e internazionali.
Le attività del centro, oltre che rivolgersi agli addetti ai lavori, potranno svolgersi sempre in interazione con il territorio circostante e con la cittadinanza attraverso la programmazione di spettacoli nel Teatro, ma anche attraverso la realizzazione periodica di performance di danza urbana, che interagiscano con le architetture e le comunità abitanti e diano una nuova vitalità al quartiere.
Il centro dovrà inoltre offrire in modo stabile occasioni di formazione, svago, espressione personale e relazione sociale tramite l’elemento aggregante della danza e del movimento.
Tipologie di attività previste
• adeguamento funzionale del palco
• programmazione stabile di spettacoli di danza contemporanea
• attività di formazione per danzatori
• scambi culturali tra compagnie di danza e tra danzatori
• residenze per compagnie di danza
• produzione di coreografie e performance
• attività didattica e di aggregazione per la cittadinanza
• programmazione di eventi e spettacoli di danza urbana, in particolar modo nel quartiere Marina
Azione 13: SCUOLA CIVICA DI MUSICA
Obiettivo generale
Diffusione nell’intera area urbana dell’istruzione e della cultura musicale come strumento importante per la crescita culturale, sociale, intellettuale e per l’interazione sociale.
Descrizione del progetto
La scuola civica di musica è un’opportunità formativa che coinvolge cittadini di ogni fascia d’età, consolida e approfondisce la passione per la musica, contribuisce allo sviluppo della vita culturale della città con particolare riferimento alle aree a rischio dispersione scolastica e devianza . Le attività della Scuola Civica di Musica potranno svolgersi, oltre che presso la sede dell’Istituzione, anche in plessi adeguatamente attrezzati dislocati nel territorio: scuole elementari e medie, ludoteche, mediateche, palestre al fine di raggiungere realtà che diversamente non avrebbero potuto fruire del servizio.
I docenti, nominati dopo un bando ad evidenza pubblica, dovranno redigere un piano educativo- didattico per ogni alunno, nel quale dovranno essere evidenziate le condizioni di partenza, gli obiettivi a breve medio e lungo termine e le metodologie atte a raggiungerli. La Scuola Civica di musica avrà la capacità di ridefinirsi e orientarsi anno per anno viste le cause, le condizioni e le aspettative della domanda manifestatesi nel territorio.
Attività previste:
• Attività didattica (dai corsi propedeutici di base, alla formazione musicale, ai corsi ordinari e speciali di strumentistica, nuove tecnologie, canto e coro polifonico)
• Attività concertistica aperta gratuitamente alla cittadinanza
• Elaborazione di progetti mirati a sviluppare la creatività e attenti al coinvolgimento delle fasce di cittadini economicamente e socialmente svantaggiati
• Effettuazione di manifestazioni collaterali e integrative aventi ad oggetto la diffusione e la pratica della cultura musicale, le interazioni della musica con altre discipline e la musicoterapia
• Organizzazione di stages e seminari di approfondimento e/o perfezionamento tenuti da docenti di chiara fama
• Assegnazione di borse di studio a favore degli allievi più meritevoli
Azioni già intraprese:
– Sono stati nominati i nuovi membri del Consiglio di Amministrazione della Scuola Civica di Musica.
Azione 14: ARENA CONCERTI
Obiettivo generale
Promozione dello spettacolo dal vivo in ogni periodo dell’anno con particolare riferimento ai concerti di musica di vari generi che richiedano palchi di grandi dimensioni e comportino alta affluenza di pubblico.
Descrizione del progetto
Rilevata la grave mancanza di uno spazio idoneo alla realizzazione di concerti e spettacoli con grande affluenza di pubblico, il Comune di Cagliari intende dotarsi di una struttura propria da mettere a disposizione degli operatori dello spettacolo in un’ottica di partenariato pubblico-privato che possa offrire alla cittadinanza cagliaritana, alla popolazione regionale e al target turistico nazionale e internazionale la possibilità di fruire di una programmazione ampia e diversificata di concerti e spettacoli dal vivo che si estenda durante tutto l’arco dell’anno.
L’area prescelta dovrà avere requisiti e caratteristiche tali da renderla idonea all’allestimento di strutture che possano ospitare manifestazioni di alto livello qualitativo. Tale area verrà gradualmente attrezzata con servizi di supporto che contribuiscano a innalzare la capacità operativa e gestionale degli operatori, la sostenibilità economica degli spettacoli e la diversificazione della programmazione.
L’arena verrà concessa tramite procedura ad evidenza pubblica senza alcun contributo ulteriore, incentivando la messa in rete degli operatori, la qualità artistica e gestionale e offrendo agli operatori stessi la possibilità di ricavi aggiuntivi attraverso il servizio ristoro.
Attività previste
– Individuazione area comunale idonea; – Progettazione e allestimento dell’arena concerti estiva; – Progettazione e allestimento della copertura per la stagione invernale; – Affidamento in gestione a soggetto privato; – Realizzazione di concerti di musica di vario genere con una sezione dedicata anche ai generi più sperimentali.
Azioni già intraprese:
– E’ stata individuata l’area comunale idonea nello sterrato adiacente al Parcheggio “Cuore” dello Stadio S. Elia, area dotata di tutti i requisiti sopraindicati nonché inserita all’interno di un progetto di valorizzazione ambientale, paesaggistica e turistica del lungomare S. Elia e del porticciolo;
– E’ stata fatta la progettazione preliminare di una struttura modulabile per concerti all’aperto adattabile per la stagione invernale con una copertura;
– Sono state stanziate le risorse per la realizzazione della struttura per concerti all’aperto; – Sono stati coinvolti gli operatori dello spettacolo locale per la definizione di un calendario per la stagione estiva e la definizione delle modalità di gestione della struttura che, per l’anno 2012, vista la ristrettezza di tempi, sarà gestita direttamente dal Comune.
Innalzare e incentivare costantemente la qualità artistica e gestionale.
4. Qualità nella progettazione e gestione degli spazi culturali comunali
Il Comune di Cagliari è dotato di molteplici spazi destinati ad attività culturali: il loro ruolo deve necessariamente acquisire primaria importanza all’interno della realtà e della comunità cittadina in quanto rappresentano importanti opportunità di dialogo e uso collettivo, in un’epoca in cui la forte privatizzazione dello spazio urbano ha portato a una riduzione dei luoghi di relazione insieme a un aumento costante dei luoghi residenziali, produttivi e commerciali.
La scelta della funzione di ogni singolo centro culturale si ripercuote sull’intero spazio cittadino e va accuratamente ragionata e studiata in relazione alla complessità e interezza del tessuto urbano. Considerata l’importanza economica dei beni e delle attività culturali, non limitata alla loro attrattività turistica, ma connessa ai valori immateriali della conoscenza e delle relazioni che sono in grado di attivare, le attività promosse da questi spazi possono costituire un importante risorsa anche per lo sviluppo socioeconomico della città.
Il ruolo di capoluogo regionale della città di Cagliari e la sua collocazione sul mar Mediterraneo, contribuiscono inoltre a far sì che l’attività dei centri culturali comunali – oltre che presidio culturale e sociale per la cittadinanza cagliaritana e dell’area vasta- possa essere un punto di riferimento anche a livello regionale, nazionale ed internazionale e, in base alla qualità e capacità attrattiva delle attività promosse al loro interno, tali centri possono e devono costituire un importante polo di attrazione turistica.
Affinchè i centri culturali comunali acquisiscano veramente questo ruolo complesso e rilevante nella nostra comunità, è necessario perseguire l’eccellenza nella programmazione e nella gestione, attraverso le vie della trasparenza e del buongoverno e della ricerca di strategie creative e innovative per il coinvolgimento di privati nel finanziamento delle attività.
4.1. Criteri e indirizzi per l’individuazione del soggetto gestore
Gli spazi di proprietà del Comune di Cagliari destinati ad attività culturali, qualora non sia possibile la gestione diretta, verranno assegnati tramite procedure a evidenza pubblica, per lo svolgimento delle quali si intende instaurare un dialogo con il soggetto privato sin dalle prime fasi di progettazione.
Al fine di promuovere tale dialogo, nel rispetto delle linee guida sulla finanza di progetto (approvate dallo Stato con Decreto Legislativo dell’11 Settembre 2008, N. 152), per un numero limitato di strutture verrà sperimentata una procedura a doppia gara che prevede due fasi principali: nella prima fase viene fatto un concorso di idee per uno studio di fattibilità economica e gestionale dello spazio che si intende mettere a bando. Nella seconda si mette a bando lo studio di fattibilità vincitore come progetto preliminare di gestione di quello spazio. Il soggetto vincitore del concorso di idee non sarà necessariamente il vincitore del bando di gara, seppure otterrà una premialità. Nello specifico, l’art. 278 del Regolamento prevede:
l’aggiudicazione della concessione di servizi attraverso una procedura di gara avviata in seguito a proposte di soggetti privati che contengano uno studio di fattibilità, una bozza di convenzione, un piano economico-finanziario asseverato, l’indicazione dei criteri di aggiudicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa, le garanzie offerte e le spese sostenute per l’elaborazione della stessa proposta.
le amministrazioni valutano la fattibilità delle proposte entro sei mesi dal ricevimento delle stesse, sotto il profilo della funzionalità, della fruibilità del servizio, della accessibilità al pubblico, del rendimento, del costo di gestione e manutenzione, della durata della concessione, delle tariffe da applicare, della metodologia di aggiornamento delle stesse, del valore economico del piano e del contenuto della bozza di convenzione. In caso di presentazione di più proposte queste vengono valutate comparativamente nel rispetto dei principi di trasparenza, adeguata pubblicità, non discriminazione, parità di trattamento, mutuo riconoscimento, proporzionalità, al fine di individuare un promotore.
ai fini della scelta del concessionario l’amministrazione indice una gara informale – secondo le previsioni dell’art. 30 del Codice- in cui viene invitato anche il promotore, ponendo a base di gara la proposta presentata dallo stesso. Il promotore ha il diritto di adeguare la propria offerta a quella giudicata più conveniente, risultando così affidatario della concessione.
Questa procedura in due fasi permette quindi di coinvolgere il territorio nella fase di progettazione e ideazione e non solo, quindi, in fase di gestione. A prescindere dalla procedura di gara utilizzata per l’affidamento delle gestioni, in fase di individuazione del soggetto gestore, si intendono valorizzare i seguenti elementi:
– la significatività culturale del progetto e delle azioni proposte, a partire dagli obiettivi strategici e le priorità perseguiti. Progetto culturale ed azioni proposte dovranno consolidare, migliorare, sviluppare e diversificare il sistema di offerta culturale, anche attraverso l’attivazione di scambi con artisti di provenienza nazionale ed internazionale, ed in coerenza con i bisogni riconosciuti
– la rilevanza territoriale del progetto e delle azioni proposte, a partire dal coinvolgimento, all’interno del partenariato, di soggetti locali radicati sul territorio e di organizzazioni culturali extraregionali di alto livello culturale ed artistico, con la finalità di consolidare i ponti di collegamento e le esperienze di collaborazione tra l’isola e la dimensione nazionale ed internazionale
– la ricaduta (impatti) territoriale del progetto, a partire dagli auspicati impatti economici e sociali (diretti indiretti e indotti) provenienti sia dagli investimenti, sia dalle attività sia dei servizi che verranno implementati negli spazi
– la pertinenza delle azioni proposte con la specializzazione tematica indicata dal bando: il carattere policentrico dell’offerta culturale cittadina diversificata descritta nel progetto “Mondi Possibili – inventing the city” mira a ottenere una specificità culturale marcata per ogni centro culturale comunale
– la sostenibilità delle progetto nel suo complesso, garantendo quindi: • la sua sostenibilità istituzionale, con documentazione a garanzia dell’effettività e continuità degli accordi di partenariato attivati coerentemente alla realizzazione e sviluppo del progetto di gestione.
• La sua sostenibilità organizzativa e professionale, con documentazione a garanzia sia della qualità della organizzazione aziendale dell’impresa, sia delle competenze tecnico- professionali dei singoli • la sua sostenibilità economico-finanziaria, con analisi e documentazione a supporto di un piano economico-finanziario congruo, certo e sostenibile (nel breve, medio e lungo periodo), anche supportato da un coerente sistema di partenariato tecnico e finanziario
4.2. Criteri e indirizzi per la concessione dei beni
Nell’esternalizzazione della gestione dei beni culturali si ha come obiettivo la concessione di tali beni a un canone ridotto rispetto a quello imposto dal mercato. Si parte dalla considerazione che i beni storici non hanno un valore di mercato in quanto non hanno mercato. Al fine di mettere i soggetti gestori nelle condizioni di garantire un’offerta culturale di alta qualità, perseguire il valore sociale della cultura (vedi art.6 del Codice dei Beni Culturali) e poter al contempo reggere le spese derivanti dalla gestione di questi spazi, si ritiene necessario chiarire il regime di tali beni demaniali, in particolare gli immobili storici o artistici, i centri culturali, i musei, le pinacoteche. Come recita il parere, già acquisito dai nostri uffici, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, “posto che non possono essere oggetto di locazione ma solo di concessione, detto regime dovrà essere svincolato dal concetto di redditività minima, dal momento che gli stessi, normati da lex specialis quale il Codice dei Beni Culturali ( D.lgs. n.42 del 22.01.2004) e in ragione dell’attività in essi svolta, priva di rilevanza economico-sociale, non possono essere assoggettati a una valutazione di mercato pari a quella di altri beni patrimoniali disponibili o indisponibili”.
Il canone reso dal soggetto gestore, inoltre, andrà in compensazione con i servizi resi.
Azioni già intraprese:
– Sono state avviate le procedure a evidenza pubblica dell’Ex Vetreria, del Teatro Civico e di Villa Muscas. – E’ stata ottenuta l’assistenza tecnica gratuita da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ufficio Finanza di Progetto ed è stato chiesto un primo incontro per predisporre i nuovi bandi con la procedura a doppia gara.
4.2. Criteri e indirizzi per il mantenimento della qualità gestionale
Perseguire la qualità progettuale e gestionale, non significa avanzare delle pretese unilaterali da parte dell’ente pubblico nei confronti del soggetto gestore. Significa piuttosto affiancarsi al soggetto gestore come partner interessato al miglioramento costante dell’attività. In linea con l’evoluzione del quadro normativo nazionale, anche a concessione avvenuta, il Comune di Cagliari intende proseguire un costante dialogo con gli enti appaltatori degli spazi comunali destinati alla cultura e attivare un sistema di monitoraggio e premialità finalizzato a incentivare determinati comportamenti e risultati:
– valenza formativa e culturale delle iniziative proposte (bilancio cognitivo)
– crescita costante della qualità dei servizi aggiuntivi percepita dai fruitori – crescita del numero di fruitori – aumento progressivo della autosostenibilità economica dell’attività
– impatto sociale delle attività promosse – visibilità nazionale e internazionale delle attività e del centro.
La valutazione verrà fatta non solo attraverso la realizzazione di rigorosi contratti di servizio che prevedano l’applicazione di indicatori di valutazione da parte dell’Amministrazione Comunale, ma anche introducendo delle forme di monitoraggio del gradimento del servizio da parte del fruitore. Si punta inoltre ad avviare un sistema di premialità attraverso accordi specifici con le banche che attuano politiche creditizie nel settore culturale, da collegare al raggiungimento dei risultati sopra citati.
4.3. Indirizzi per il partenariato pubblico-privato
Per portare avanti le politiche culturali sopra descritte, in un’epoca di fortissimi tagli dei bilanci pubblici, non sarà sufficiente il bilancio comunale, neanche con il supporto dei trasferimenti statali e regionali o attraverso l’accesso ai fondi dell’Unione Europea. Tali risorse sono senz’altro essenziali ed è intenzione dell’Amministrazione farne il maggior uso possibile. Ma a queste va aggiunta una strategia di lungo periodo che coinvolga le forze vive della società civile presenti nel territorio attraverso la promozione di partenariati pubblico-privati che garantiscano la sostenibilità economica delle attività culturali.
Per questo motivo, il Comune di Cagliari intende attivare un processo di sensibilizzazione di tutto il tessuto imprenditoriale e bancario al fine di incentivare la creazione di partenariati sia per la gestione degli spazi culturali comunali che per la realizzazione delle attività culturali in genere. La sperimentazione della finanza di progetto nell’affidamento degli spazi culturali (vedi 4.1.) si colloca all’interno di questa linea rafforzandola, in quanto incentiva il privato a partecipare sin dal momento della progettazione attraverso la presentazione di un piano di fattibilità, che – se ritenuto affidabile- rappresenta la condizione essenziale per il coinvolgimento di fondazioni bancarie, imprese e associazioni di categoria. Ma perchè la finanza di progetto possa funzionare, deve essere preceduta da un intenso lavoro di attivazione e promozione di relazioni, confronti, connessioni e reti orizzontali fra operatori culturali e tessuto imprenditoriale che il Comune deve e vuole avviare.
Azioni già intraprese:
– E’ stato ottenuto il parere del Ministero dei Beni e le Attività Culturali riguardante il canone di locazione dei beni storici. In attesa di risposte dall’Assessorato al Patrimonio sulla approvazione della proposta del canone agevolato.
4.4. Il valore delle competenze
Negli ultimi decenni, ci sono state delle vere e proprie rivoluzioni nell’ambito della gestione dei beni e delle attività culturali, che delineano un nuovo scenario dove accanto al valore del contenuto culturale proposto, acquisisce importanza anche la modalità di gestione, la qualità dei servizi erogati al fruitore, nonchè la capacità comunicativa e relazionale, l’impatto sociale e l’intersettorialità dei progetti culturali. Tali rivoluzioni sono state accompagnate, in tempi più recenti, dai cambiamenti in atto nell’economia mondiale e nazionale, che impongono un più limitato e oculato utilizzo dei fondi pubblici e una maggiore attenzione alla sostenibilità economica delle organizzazioni culturali.
Alla luce di queste trasformazioni e nuove esigenze, il Comune di Cagliari intende valorizzare le figure professionali specifiche del mondo della cultura, valorizzando le loro competenze affinchè acquisiscano un ruolo di primo piano nella crescita della città e nello sviluppo delle sue attività culturali.
In relazione alla tematica degli spazi comunali destinati alla cultura, anche alla luce delle linee programmatiche del Sindaco Massimo Zedda in materia culturale, si ritiene fondamentale che, insieme alle figure richieste per la gestione ordinaria dello spazio (che dovranno possedere competenze specifiche per lo svolgimento del proprio ruolo), siano presenti, all’interno dell’ente che si candida a soggetto gestore, le seguenti competenze professionali:
4.4.1. Competenze di direzione artistica-scientifica
Allo stato attuale, l’esternalizzazione della gestione degli spazi culturali ha portato a una geometria variabile di situazioni, nella maggior parte delle quali la convenzione stipulata con il soggetto gestore prevedeva che la programmazione culturale e artistica fosse affidata all’Assessore, il quale ha assunto formalmente e di fatto la funzione di direttore artistico degli spazi culturali comunali (centri d’arte e cultura). L’unico caso che si differenzia da questa modalità è stato quello del Teatro Massimo, la cui convenzione ha previsto una piena autonomia nella programmazione degli spettacoli e nelle altre attività culturali svolte, su cui l’Assessore non influisce minimamente.
Nei casi preponderanti in cui la programmazione è curata dall’Assessore, il soggetto gestore ha svolto il ruolo di attuatore della programmazione e l’operatore culturale, oltre che svilito nelle sue competenze e conoscenze, si è ritrovato totalmente privo di autonomia in quanto dipendente dalle decisioni dell’Assessore e dai ritmi della struttura burocratica impegnata in moltissime altre attività. E’ stato così vanificato in parte il vantaggio derivante dalla gestione affidata al privato, che si caratterizza anche per maggiore celerità e snellezza e per l’indipendenza da scelte politiche, e si è perso al contempo la specificità e diversità culturale dell’attività di ogni centro che costituisce un valore da promuovere in un’ottica pluralista e policentrica.
Per questi motivi, come già espresso nelle linee programmatiche del Sindaco Massimo Zedda, tra le prime priorità che verranno perseguite ci sarà l’autonomia del soggetto gestore nella programmazione culturale e artistica, attraverso la pubblicazione di bandi che mirino all’individuazione di un soggetto che abbia al suo interno anche le competenze necessarie per la direzione artistica di un centro culturale e cioè nello specifico la capacità di curare, coordinare, organizzare e indirizzare i contenuti della programmazione del centro secondo specifiche scelte, linee e percorsi artistico-culturali, indicando i soggetti da coinvolgere, le caratteristiche, il filo conduttore, le tematiche e le modalità di svolgimento senza l’influenza del potere politico.
Il soggetto gestore definisce la programmazione in ogni dettaglio e per questo motivo dovrà possedere al suo interno competenze tecniche e artistiche negli ambiti di riferimento, oltre che ottime conoscenze culturali.
Azioni già intraprese:
– E’ stata presentata alla Regione Sardegna la domanda di contributo per la realizzazione del convegno Lab for future- idee e strumenti per la sostenibilità culturale e lo sviluppo del territorio. Il convegno mette in luce tutti gli aspetti legali e fiscali relativi alle varie forme di partenariato pubblico-privato in ambito culturale, prevede il coinvolgimento dei massimi esperti nazionali in materia nonchè del tessuto imprenditoriale, delle fondazioni bancarie oltre che la pubblicazione di un manuale su queste tematiche.
– È stata ottenuta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri l’assistenza tecnica gratuita nella realizzazione dei bandi con procedura a doppia gara (finanza di progetto), attraverso i quali verranno affidati in gestione alcuni degli spazi culturali comunali (vedi 4.1.) – E’ stata ultimata la redazione del presente documento, che costituisce uno strumento importante per il coinvolgimento del tessuto imprenditoriale, delle fondazioni e delle Banche che sia fondato su una strategia di ampio respiro.
4.4.2. Competenze di management e fundraising culturale
In uno scenario di forte contrazione delle risorse e degli investimenti dove il reperimento di risorse economiche richiede sempre maggiori competenze specialistiche, al fine di progettare e realizzare le attività culturali è necessario che le organizzazioni abbiano al loro interno competenze specifiche di management e fundraising culturale.
Si considera dunque essenziale che, nell’esternalizzazione della gestione degli spazi culturali comunali, l’organizzazione che si candida a soggetto gestore debba avere al suo interno le competenze per la progettazione, la realizzazione l’organizzazione e monitoraggio delle attività e della struttura al fine di poter tradurre in un progetto concreto e in azioni il progetto artistico, curando la creazione di reti e contatti necessari all’attuazione del progetto. Il soggetto gestore individua gli esperti e i gruppi di lavoro necessari per portare avanti ogni attività, si occupa del reperimento delle risorse finanziarie pubbliche e private necessarie per attuare il progetto. Per questo motivo dovrà possedere al suo interno competenze specifiche di progettazione (anche europea) e management culturale, esperienze di gestione di organizzazioni artistiche e progetti culturali con particolare riferimento al settore di riferimento e di fundraising pubblico e privato.
4.4.3. Competenze di marketing culturale
Affinchè le attività culturali abbiano una diffusione capillare e costituiscano una pratica inclusiva e non esclusiva, coinvolgendo la massima quantità possibile di persone, è necessario prestare una particolare attenzione all’aspetto della comunicazione e della promozione. Nell’ottica dell’esternalizzazione della gestione dei centri culturali comunali, è importante assicurarsi già in sede di bando che il soggetto gestore abbia al suo interno competenze specifiche in comunicazione, marketing culturale e ufficio stampa, esperienze nella comunicazione di progetti culturali ed artistici.
Il soggetto deve essere in grado di redigere un piano di comunicazione e promozione del Centro e coordinarne l’attuazione, curare tutte le azioni finalizzate all’interazione con il territorio e al coinvolgimento attivo della cittadinanza nelle attività portate avanti dal Centro. Svolgere attività di studio dei diversi target della domanda culturale e definire le strategie di richiamo del pubblico e i mezzi di comunicazione più adeguati per l’attuazione delle stesse, anche individuando professionisti esterni (grafici, webmaster etc.). Elaborare e inviare i comunicati stampa e gestire i rapporti con i media (tv, radio, stampa, web).
4.5. Qualità nella gestione delle attività culturali – Regolamento per l’erogazione dei contributi Anche nel finanziamento delle attività culturali, si intende rendere trasparente ed equo il sistema di erogazione dei contributi alle iniziative culturali sulla base di requisiti specifici, trasparenti e misurabili, che premino la qualità culturale e artistica insieme alla qualità progettuale e alla
capacità gestionale, privilegiando la concentrazione delle risorse rispetto alla dispersione creata dal finanziamento a pioggia. Per questo motivo, è stata proposta alla Commissione Cultura una bozza di regolamento con una griglia di valutazione che riporti criteri con relativi indicatori di valutazione che costituiscano degli strumenti fondamentali per l’istruttoria dei progetti e siano in linea con il sistema di valutazione dell’Unione Europea. La scelta di tale meccanismo di funzionamento, come già detto in premessa, mira a perseguire la massima trasparenza ed equità possibili nell’erogazione dei contributi.
Azioni già intraprese:
– E’ stata predisposta la bozza di Regolamento per l’erogazione dei contributi per iniziative culturali sulla base degli indirizzi sopraindicati. La bozza è in fase di discussione e in attesa di approvazione da parte della Commissione Cultura del Consiglio Comunale.
Si parla spesso di come gestire il patrimonio della cultura, ma mai niente su chi ci lavora come dipendente… mah ! Lavoro part-time da dieci anni nel Centro d’Arte e Cultura Exmà di Cagliari; con i colleghi, almeno due o tre volte all’anno stiamo due , tre mesi senza stipendio perchè le fatture, dicono, sono bloccate in ragioneria al Comune. Eppure la voglia di portare avanti tutto non vacilla ma cresce ed almeno personalmente mi porta a pensare l’Exmà come la mia seconda casa. Siamo pluriformati ed annoveriamo perfino un corso regionale Parnaso di un’anno pagato dalla giunta regionale di Soru. E devo dire grazie alle gestione del centro che innumerevoli volte ha preso fidi e fidi in banca pur di pagare gli stipendi a noi dipendenti. Un anno è passato quasi dall’elezione del nuovo sindaco. Prima c’era la destra ora la sinistra. Per il momento sembra ancora di essere in uno stagno dove nulla capita ma anzi… sembra che comunque il deserto avanzi. Ed io non potrei neanche lamentarmi; ho uno stipendio part-time… molti non hanno invece neanche quello e vivono di cassa integrazione.
“Il progetto “MONDI POSSIBILI- inventing the city” intende affiancarsi ai progetti di gestione integrata e sistemica necessari per la sostenibilità economica delle attività culturali con la proposta di un progetto culturale per la città di Cagliari. Il progetto che l’Amministrazione intende portare avanti nel corso di questa consiliatura nasce dalla profonda convinzione che la vera arte sia universale, capace di sopravvivere al tempo, di abitare innumerevoli con-testi, di svelare le trame e i tessuti invisibili della realtà, di generare entropia e di portare l’ignoto nel noto logoro dei soliti percorsi”.
Ecco cosa è veramente desolante. Desolante è il testo del Piano, desolanti i contenuti, la forma e la vacuità. Offensivo il tono che neppure il peggior divulgatore di fininvest avrebbe il coraggio di usare. Offensivo e umiliante.
Io ho partecipato all’incontro di marzo. Nel documento si conferma e si entra nel dettaglio del discorso che si fece a Teatro Massimo. E ricordo bene che in quell’occasione l’Assessore parlò molto chiaramente di come non fosse possibile per motivi economici e di contingenza dare termini e cifre, e che il documento doveva servire a chi aveva voglia di fare cultura a Cagliari servendosi delle risorse comunali per cominciare a progettare entro i binari giusti.
Io quale rappresentante di una Associazione fotografica mi sono subito tirato fuori: il Comune chiede (giustamente) di vedere progetti che accomunino cultura e coinvolgimento sociale (vedi la città dei bambini). Ma per fare ciò le risorse umane delle Associazioni devono raddoppiarsi, o comunque si deve cambiare la mentalità verso una sorta di volontariato sociale che non tutti sono disposti a condividere, non per incapacità o menefreghismo, ma proprio per mancanza di risorse. L’unico atto intrapreso è stato quello di affidare a una ditta esterna il compito di censire gli spazi comunali (visto che non esiste un elenco aggiornato). Magari su questo l’Assessore potrebbe darci un aggiornamento, o perlomeno dirci quale termine è stato imposto a questa ditta per svolgere il lavoro. Perché solo dopo usciranno i bandi. E’ altresì vero che, in attesa di ciò, sarebbe opportuno prevedere una sorta di iter straordinario affinché chi abbia voglia di far qualcosa nell’immediato servendosi delle risorse comunali lo possa fare.
Non entro nel merito della vicenda dell’Ex Liceo perché non conosco a fondo la questione, ma credo che si sia voluto evitare di prestare il fianco a qualsiasi critica di accondiscendenza verso situazioni non chiare anche a costo (come sta succedendo) di esser dipinti come un Comitato di Salute Pubblica.
Sotto questa ipotesi io non ritengo sia la paura ma la prudenza a far compiere certe scelte, e se c’è bisogno di stare un anno a bocce ferme per far partire da zero i progetti per la città (e in questo ci metto anche Anfiteatro, Poetto e via dicendo), ben venga.
Ma torniamo al documento. A mio modo di vedere è un buon documento, attraverso il quale chi ha voglia di mettere il culo su una sedia e spremersi per tirar fuori un progetto valido (e realizzabile nel concreto, tenendo conto delle congiunture) potrà farlo senza problemi.
Io temo che in alcuni invece sia scattato questo meccanismo di pensiero: “ora tocca a noi succhiare un po’ di soldi facendo il solito compitino, perché se prima c’era 100 e se lo pappavano i 4 soliti amighisceddus, ora ci sarà magari solo 50 ma ci sarà qualcosina per 50.
Compito del Comune è quello di far sì che il cagliaritano medio esca di casa (magari a piedi) a vedere uno spettacolo, una mostra, a leggersi un libro in un ambiente attrezzato, e deve aver la possibilità di mangiarsi una pizza o bersi un caffè, perché così aumenta la socialità in ambiti diversi dalla tribuna di uno stadio, un decoder Sky o il bancone di un discobar. E durante il tragitto deve godersi la città.
Ma questo è un progetto che vedrà i suoi frutti nel medio-lungo periodo, non subito, e anche i progetti devono tener conto di queste tempistiche, perché una volta formato il pubblico fare cultura diventerà redditizio. O almeno lo spero.
ora a fare cultura ci pensa l’ex assessore PRATO ,uno che alla regione ha fatto solo del bene.
piano della cultura…Tradotto = Soldi buttati nel cesso.
Capacità di creare cultura e indotto legata ad essa …Tradotto = )))))) questi tra un anno non sapranno neanche cosa hanno causato alla città in termini di perdita di occasioni e rilancio del turismo anche sotto un profilo culturale. Ma andate a quel paese. Un assessore deve essere competente.
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
Un mio commento al Piano lo trovate a questo link:
http://vitobiolchini.wordpress.com/2012/04/14/e-questo-sarebbe-il-piano-per-la-cultura-a-cagliari-senza-lindicazione-di-tempi-e-risorse-e-senza-nemmeno-citare-il-teatro-lirico-e-monumenti-aperti/
Finalmente, dopo tanti annunci, l’hanno tirato fuori questo “Piano comunale per le politiche culturali”. Ché sembrava cosa segreta quanto il piano d’attacco per lo sbarco in Normandia.
Che sia venuto alla luce è una cosa positiva in sé. Perché dobbiamo cavillare sul fatto che sia stato reso noto, con tempismo perfetto, all’indomani (in verità la sera stessa) delle polemiche sullo sgombero ingiunto alle associazioni che occupano l’ex Liceo Artistico? Cavilliamo, piuttosto, sul fatto che, comunque, non risponde alla domanda “Perché far sgomberare su due piedi le associazioni dall’ex Artistico, se non esiste un documento operativo che illustri le procedure per l’assegnazione degli spazi e non si conoscono i tempi certi per la sua redazione?”.
Perché quello presentato è, appunto, un “piano”. Manca il progetto di dettaglio (a meno che, con effetti speciali e colori ultra vivaci, alle 19,39 di oggi non venga tirato fuori il bando per l’assegnazione).
Non ho letto nel Piano nessun riferimento agli spazi per le associazioni culturali che non si occupano di arti performative o che non sono nel novero di quelle in grado di gestire i Centri Comunali. Se li sono scordati? L’articolo non interessa?
Pingback: E questo sarebbe il “Piano per la cultura a Cagliari”? Senza l’indicazione di tempi e risorse? E senza nemmeno citare il Teatro Lirico e Monumenti Aperti? « vitobiolchini
Grande Adbuster……la Sintesi è proprio quella.(rido a lacrime).Ma siamo noi a non capire ….è un documento per POCHI ELETTI. Danke,Danke
I commenti a questo post sono a dir poco desolanti. Spero che chi li abbia scritti non sia un presunto “operatore culturale” altrimenti Cagliari è destinata a rimanere il paesone provincialotto che ben conosciamo e non un capoluogo di regione capace di far parlare delle sue produzioni culturali di eccellenza anche fuori dal proprio, ristretto e autoreferenziale, ambito locale.
Ero alla consulta per gli operatori quando questo documento è stato presentato, ed è, per ammissione della stessa Puggioni, aperto ad integrazioni e pensato come delle linee guida su cui costruire tutti assieme le nuove politiche culturali. Non è nè definitivo nè risolutorio, è un buon inizio sul quale riflettere tutti insieme, checchè ne dicano le persone palesemente in mala fede.
Alcune osservazioni:
È scritto in un “italiano complicato”? Beh, chi si occupa di gestione i sistemi culturali utilizza da 20 anni un linguaggio tecnico, esattamente come gli economisti, i medici o gli ingegneri. Nessuno di voi si sognerebbe di criticare un medico perchè utilizza un linguaggio tecnico, però vi sentite autorizzati a farlo perchè si tratta di “cultura”, confondendo la produzione culturale con la gestione dei sistemi culturali, che non è materia semplice esattamente come non lo è la gestione di un’impresa. Svegliatevi, in questo testo ci sono i termini base che si studiano anche in un corso di marketing online, non è roba dell’altro mondo e se non li conoscete il problema è della vostra formazione, non di chi li usa in maniere pertinente e appropriata al contesto, ovvero un documento programmatico!
Non capisco poi il malanimo verso la formazione estera della Puggioni, è un delitto essersi formati all’estero? lo rimproverate a tutti gli studenti che hanno fatto un master and back o è un trattamento riservato solo a lei? E poi mi chiedo, ma avete una pallida idea di come siano le politiche culturali tedesche o parlate per ignoranza e stereotipi da Bagaglino? Ripeto, svegliatevi, la Germania, non solo Berlino, è piena di centri culturali, teatri, spazi espositivi e musicali gestiti in maniera esemplare, trasparente e democratica, con innegabili risultati qualitativi, dai quali tutti in Italia abbiamo solo da imparare. Ma ci siete mai stati? Guardate anche cosa si fa, e bene, anche all’estero in vece di concentrarvi solo sul vostro ombelico e sputar sentenze.
Detto questo, per ora da parte dell’assessore Puggioni abbiamo visto solo buone intenzioni e ancora pochi fatti, e c’è da augurarsi che la situazione cambi presto, ma le vostre non sono critiche costruttive, tutt’al più sembrano dettate da palese malafede e rancori personali.
Gentile Serena,
guardi che è davvero scritto male, non è una questione di lessico specialistico. Citare medici, economisti e ingegneri, inoltre, è del tutto fuori luogo, perché altro è una comunicazione ad un congresso (di medicina, economia o qualunque branca dell’ingegneria) altro è esporre ai cittadini la propria idea di cultura. Per chi scrive Puggioni, per Serena (chiunque sia) o per i cittadini? Mai sentito parlare di consenso informato? Se lei finisce in ospedale e le devono asportare un rene, c’è qualcuno che si siede accanto a lei e le spiega per filo e per segno cosa le faranno e perché, in un linguaggio semplice ed accessibile (o almeno ciò accade nei luoghi normali, non so a Cagliari) non col lessico medico (e ci mancherebbe!).
Non confondiamo la spocchia (come la sua) con la cultura e la necessità di illustrare ai cittadini (che hanno votato) cosa si intenda fare.
Su una cosa, tuttavia, le dò ragione: se lei è un buon esempio di ciò che è «sa kultura kasteddaia» è bene che Puggioni scriva come sa (male), così vi parlate tra di voi e alla prossima tornata elettorale ci riprendiamo un Floris.
Tanto per dire quanto sia diffusa la sindrome di Tafazzi!
Cordialmente,
PS Per le biblioteche, lo può anche scrivere in nuragico e farlo tradurre da Gigi Sanna, però a parte il nome di Yahvé ripetito tre volte, una politica sensata non ce la trova, lessico specialistico o meno!
Gentile Gabriele,
Se ha due minuti di tempo per informarsi e cercare in rete i documenti programmatici per la cultura che producono tutte le amministrazioni comunali ad inizio mandato, potrà facilmente constatare che il linguaggio è questo, e la Germania o la spocchia della Puggioni c’entrano ben poco. Ma appunto, parliamo di cose che non si conoscono.
Poi mi sembra giusto utilizzare un linguaggio che degli operatori formati in maniera adeguata ai tempi sono costretti a conoscere, perchè è esattamente il tipo di linguaggio che si utilizza nei bandi nazionali, per non parlare di quelli europei… Ripeto, non è spocchia, è pura sopravvivenza e adeguarsi ad un sistema che funziona così. Può non piacerci ma è necessario agli operatori culturali per crescere e rivolgersi a fonti di finanziamento alternative agli spiccioli raccattai dal pubblico, ma forse il problema è proprio questo, meglio rimanere in un sistema dove si parla come si mangia e poter contare sugli amici che adeguarsi ad un sistema sicuramente complesso ma più meritocratico.
Gentile Serena,
«mi sembra giusto utilizzare un linguaggio che degli operatori formati in maniera adeguata ai tempi sono costretti a conoscere, perché è esattamente il tipo di linguaggio che si utilizza nei bandi nazionali,»
Quindi se un cittadino (io sono residente a Cagliari) volesse sapere cosa cappero vuol fare l’amministrazione in merito alle biblioteche deve prima farsi spiegare il «linguaggio che degli operatori formati in maniera adeguata ai tempi sono costretti a conoscere»?
Guardi, la ringrazio per la precisazione perché se avessi avuto dei dubbi su quanto ho scritto in precedenza lei ha contribuito a dissiparli.
Le è mai venuto in mente che esistono anche i cittadini oltre che gli «operatori»? I bandi (ovviamente) andranno scritti come tutti i bandi di questo mondo (siamo in ambiti in cui sostanza e forma sono la stessa roba) però l’informazione che i cittadini hanno il diritto di avere è ben altro (o dovrebbe esserlo).
Noto tuttavia che va perso un altro aspetto: per ciò che mi preme, linguaggio o meno, non c’è un fico!
Quanto alla spocchia, parlavo della sua e (a giudicare dal tenore del commento) lei ha di sicuro seguito un master per rafforzarla: mai pensato che esista la possibilità che io possa conoscere ciò che fanno al di fuori dell’Isola visto che passo in «Terramanna» gran parte del mio tempo? (Sì, anche a Berlino: la prossima volta che faccio un salto al Pergamonmuseum glielo saluto contenta?)
Freundlich,
E vorrei aggiungere, un documento programmatico, come quello di cui stamo parlando, è un documento per addetti ai lavori, (e peggio per quelle associazioni che non si sono adeguatamente formate per capirlo) i cittadini devono essere informati in maniera più accessibile a mezzo stampa, ciò che si può criticare è al massimo che questo non sia ancora avvenuto, non il documento in sè. Può essere difficile come una qualsiasi delibera, però criticarlo pretestuosamente come un’aberrazione partorita dall’esterofila Puggioni è alquanto ridicolo, oltre che disinformato. L’esempio che lei fa è perfettamente calzante, una cosa è il consenso informato una cosa il referto, diciamo che questo è un referto! 😀
Gentile Serena,
Un referto? Sa qual è il problema? Che tanti pretesi «operatori culturali» danno per scontato come «cultura» sia sinonimo di «quattrini da spendere per lo spettacolo» (da cui i «bandi»)!
Quindi, se ho capito bene, per sapere se le biblioteche faranno qualcosa di nuovo e decente (e soprattutto come) devo aspettare che il giornalista di turno me lo traduca?
Avanti, adesso posti un altro commento con un’enormità ancora più grossa perché vorrei davvero sapere se ne è capace!
Cordialmente,
Può anche calmare la sua astiosità, sbaglio o questo documento è stato presentato alla consulta per gli operatori e inviato alle associazioni? Immagino che a questo seguirà una informazione a mezzo stampa per tutti, esattamente come avviene per le delibere. Dopo di che lei può anche continuare a negare l’evidenza e contenti tutti.
Gentile Serena,
quindi, mi conferma che per sapere se le biblioteche faranno qualcosa di nuovo e decente (e soprattutto come) devo aspettare che il giornalista di turno me lo traduca!
Complimenti: è riuscita a dirla più grossa della precedente.
Cordialmente,
Gentile Serena, curioso che il sempre dialetticamente combattivo Ainis abbia chiaramente parlato, se ancora qualcuno sa leggere la lingua italiana (a proposito di tacciare di ignoranza gli altri), della “SUA” spocchia, ovvero di quella della commentatrice Serena, e lei parli invece di “spocchia della Puggioni”. I casi sono tre: o lei, ma non mi permetterei mai di pensarlo, non ha molta dimestichezza con l’italico idioma, o lei ha letto affrettatamente, o lei è Enrica Puggioni (tana!!!). Quanto al tema del linguaggio, ecco vede … Ainis argomenta sempre in modo studiato, non è consigliabile approcciarsi a un suo post quando si è un po’ stanchi o non si dispone di un briciolo di armamentario culturale, ma se uno ha la pazienza di leggere i suoi interventi, in fondo “parla come mangia”, anche se certo non a livello da bar sport. Lei, Serena (o Enrica), pensa che “esegesi delle fonti della normativa propedeutica alla sua corretta applicazione secondo le regole ermeneutiche di cui alla Preleggi” sia una cosa masticabile per il “popolo”? Quando uso i “ferri del mestiere” mi tocca spesso scrivere così, ma quando parlo a “quidam de populo” o semplicemente a chi ha la pazienza di annoiarsi leggendo i miei post in questo contesto preferisco parlare come mangio. Un programma ufficiale dell’Amministrazione Comunale si presume sia tendenzialmente destinato ad essere letto dalla generalità, e se non ricordo male alcune delle innumerevoli disposizioni per la semplificazione dell’attività amministrativa prevedevano espressamente che la Pubblica Amministrazione si astenesse dall’uso di termini desueti, troppo burocratici, eccessivamente tecnici. Quindi, cortesemente, non si trinceri dietro la pretesa ignoranza altrui, che si tratta di un argomento sballato ed offensivo. Buonanotte, e rifletta.
Siete ridicoli e incapaci di argomentare senza attacchi personali, insulti e risibili accuse di “trolleggiamento” (mi viene da ridere, la Puggioni la conosco a stento). Siete sempre i soliti a commentare su questo blog, spalleggiandovi l’uno con l’altro per inseguire non so quale interesse personale, ma davvero credete che i tanti che leggono senza commentare (io per prima fino a ieri) non se ne siano accorti? Buona prosecuzione, immagino che continuerete ad insultarmi per il resto della giornata, fate pure, se questo è il massimo della vostra dialettica.
serena, voi chi per cortesia? perchè a me è lei che mi sta insultando, come del resto a tutti i commentatori del blog, con un suo generico voi. poi ognuno ha il suo stile nel commentare. se si sente offesa dal commentatore zunkbuster può prendersela con lui ma starebbe comunque perdendo tempo. perche per dibattere con alcuni commentatori di questo blog serve una buona dose di ironia e lei, mi dispiace dirlo, ne è sprovvista.
in ogni caso le auguro una buona domenica, serena per l’appunto.
Intanto sul problema specifico, quello del linguaggio, dopo aver fatto affermazioni offensive lei non da una risposta, svicola e attacca. Mi sembra che quella poco dotata quanto all’arte della dialettica sia lei. Quanto al “trolleggiare”, la mia era solo una battuta buttata lì, ma il tenore di quest’ultima risposta mi sembra che lo confermi … spiace dirlo, ma lei si sta comportando da troll, e le ulteriori battute offensive nei confronti dei frequentatori del forum, che perlopiù manco si conoscono personalmente o se lo fanno hanno ben altro a cui pensare che concordare attacchi a questo o quello da postare sul blog di Biolchini (non si comprende se con o senza la complicità dello stesso Biolchini, che manco conosco e col quale non ho mancato di litigare quando dissentivo dalle sue posizioni), non fanno che confermarlo. Tenga fede al suo nome e sia Serena. Buona domenica.
Vi offendete tutti un po’ facilmente. Pareggio.
Gentile Serena,
ma chi la insulta? Al massimo si potrebbe dire che lei si insulta da sola cercando di difendere l’indifendibile. Da tempo le chiedo: un cittadino interessato alle biblioteche (ad esempio io) deve aspettare un giornalista che traduca il documento se vuole sapere qualcosa in merito?
Perché il problema non è l’incapacità di chi legge ma l’insipienza di chi scrive, che, a mio avviso, nasconde la mancanza di idee dietro un uso maldestro di un preteso linguaggio tecnico.
Piuttosto che reagire istericamente come fa lei, potrebbe argomentare sul merito, oppure riconoscere che non avendo argomenti cerca di deviare il discorso altrove.
Sull’interesse personale, ha perfettamente ragione: il mio è quello di avere biblioteche funzionanti e strutturate come primo interlocutore della richiesta di cultura da parte dei cittadini (prima del teatro, dello spettacolo, dei musei, dei concerti rock, della festa della birra e della sagra della lumaca ubriaca). Mi direbbe qual è il suo? Sa che davvero mi piacerebbe saperlo? Ne ha uno?
Cordialmente,
Serena ma credi di esserci stata solo tu in Germania? Io ci sono stato tante di quelle volte che Monaco di Baviera ho finito per trovarla noiosa, mi sembrava di passeggiare per via Garibaldi tanto avevo ormai preso conoscenza di ogni pietra. Nessuno contesta alla Puggioni, se non in modo ironico, di essersi formata nella Bundesrepublik Deutschland, ciò di cui si dubita è semplicemente che abbia preso adeguata conoscenza della realtà di CAGLIARI, la città su cui è chiamata ad amministrare, prima di intervenire così, con l’accetta. Ne dubito fortemente, e mi sembra anche che dalla scarsa sensibilità dimostrata per alcune vicende gravi per la cultura cittadina non si sia neanche impegnata molto. Il problema Teatro dell’Arco non è di competenza del Comune, ma Fraulein Puggioni ha saputo dire solo un generico “ci dispiace, ma non era di nostra competenza”. E’ così che chi amministra questo che sarà pure un buco provinciale ma è pur sempre la capitale della Sardegna crede di incidere sulla realtà? E andando a ritroso, la vicenda delle LucidoSottile all’Orto Botanico ce la siamo dimenticata? Anche lì generiche rassicurazioni, poi il niente, sembrava più impegnato l’assessore provinciale Siciliano, poi l’amministrazione Milia ha fatto patapunfete restando tra color che son sospesi causa Cassazione. Peccato. Se non sei un’amica personale della Puggioni che interviene per fatto personale, evidentemente non hai colto, al di là dell’ironia, il problema, o forse, come capita spesso ultimamente, stai un po’ trolleggiando.
Per chi magnifica la “legalità” … per piacere, la cultura della legalità lasciamola a Falcone e Borsellino, alle cose più serie, qui la si tira in ballo a sproposito e in modo anche piuttosto ridicolo trattandosi semplicemente dell’assegnazione di spazi. Che ci sia gente totalmente priva di requisiti può darsi, ma fare accertamenti caso per caso invece di sparare nel mucchio, costava troppo? Ecco, a proposito di “cultura della legalità”, in genere si fa così, e se sono vere le circostanze riferite da Vito Biolchini, e non ho motivo di dubitarne, mi sa che ci potrebbe essere altro lavoro per gli avvocati del Comune …
questo piano è il frutto della consulenza pagata cara dal Comune di Cagliari….ma non serve a niente…perchè non c’è un piano di fattibilità economica.,.per sostenere i centri culturali e poi inuaguriamo mostre come quella nel palazzo di città in Castello che non vede nessuno e che è costata decine di migliaia di euro….follie dell’assessorato alla Cultura..
Premessa: meglio leggere il PDF, in cui si percepisce meglio la struttura formale dell’intervento.
Effettivamente è scritto malissimo e si legge spesso con difficoltà, tuttavia non è un romanzo di Liala (o di Agus) quindi è necessario porre maggiore attenzione. Del resto il commento di Campus illustra benissimo il vezzo di adottare un lessico (o un linguaggio, se ne potrebbe discutere) poco adatto alle chiacchiere tra amici. Tanto per citare un esempio, le amministrazioni locali leghiste (pur con le dovute eccezioni) si fanno un vanto di scrivere e comunicare in modo comprensibile a tutti. Il risultato è quello che si vede talvolta alla TV, un eloquio raffinato come un rutto, però bisogna dar loro atto che ciò che dicono arriva immediatamente alla pancia delle persone: Salvini dirà un sacco di cazzate, ma le capiscono tutti (e in molti le bevono, anche perché capiscono le cazzate di Salvini e non quelle degli altri).
Ciò detto, visto che ciascuno di noi ha le proprie fissazioni, vorrei sottolineare una carenza (a mio avviso grave) nella parte dedicata alle biblioteche (punto 2.2, pag. 6 del PDF).
Il nodo centrale è questo: «Il progetto mira alla creazione di un sistema bibliotecario urbano che metta in rete, nell’ottica di una gestione integrata e coordinata, le diverse biblioteche presenti nel territorio urbano e afferenti alle competenze di diversi enti. Attraverso la creazione del sistema, si intende perseguire la razionalizzazione e la diversificazione dell’offerta, l’ottimizzazione e la condivisione delle risorse, l’ottenimento di economie di scala e la dislocazione efficace dei servizi nel territorio urbano.»
Di per sé parrebbe lodevole, peccato che non si specifichi quale debba essere il ruolo della biblioteca, infatti (pag. 7, in conclusione delle “Azioni previste”): «sviluppo di interventi capaci di soddisfare i nuovi compiti della biblioteca pubblica come luogo privilegiato della conoscenza e la formazione continua (life long learning) al fine di promuovere la coesione sociale, la cittadinanza attiva, l’integrazione e la multiculturalità»
Come dire: adesso vi dico, male, un sacco di cose che non vogliono dir nulla! Quali sarebbero i «nuovi compiti» (a parte la perla del « life long learning»)?
Da ciò che si legge non si vedono e la biblioteca pare ancora essere un distributore di libri&film maggiormente ordinata e accessibile (ma i cataloghi sono già tutti disponibili in rete http://opac.regione.sardegna.it/SebinaOpac/Opac).
La biblioteca deve essere ben altro e precisamente il centro propulsore quotidiano dell’attività culturale di quartiere. Attualmente si sforza di esserlo ma solamente su base volontaria: se il direttore è una persona valida, si vedono fiorire iniziative interessanti che favoriscono l’aggregazione e la diffusione culturale, ad esempio, la presentazione di libri e l’organizzazione di eventi (dalle letture collettive ai seminari, alle lezioni di base sull’uso del PC e l’accesso a internet) altrimenti la biblioteca diventa uno scaffate in cui si va a prendere qualcosa da leggere/guardare.
Cosa si intende fare per dare ordine e rigore a queste attività, ma soprattutto per renderle istituzionali? Continuiamo a presentare il libro dell’amico di mia cugina? Facciamo il seminario sulla tessitura del bisso perché mia moglie conosce una signora tanto brava che lo sa fare? Ascoltiamo una ricercatrice dell’Università di Parma (laureata in biologia e insegnante di fisica per i poveracci che studiano biologia) che ci parla dell’interpretazione degli scarabei sacri? E l’ultimo libro su Atlantide? La lettura dei tarocchi?
Il problema è simile (credo) a quello sollevato da Biolchini per le attività attinenti lo spettacolo: su quali basi si ordina la concessione di un bene pubblico (sia esso un contributo, un’area comune, un servizio) ad un operatore culturale? Mai sentito parlare di comitati scientifici?
Se devo essere sincero, per le biblioteche è un’occasione mancata e mi pare che la Puggioni non intenda fare nulla di nuovo in merito.
Secondo me le persone che hanno redatto questo documento hanno fatto copia-incolla da quello che hanno trovato in giro su google. Ma chi è che nella realtà usa certe parole? Ah… scusate, avete ragione! I pol(l)itici…
Guarda che non stai leggendo Topolino…a me non sembra scritto in aramaico. è semplicemente italiano.
Mi riferisco al fatto che secondo me è scopiazzato da vari altri documenti che sono stati ripescati in rete. Non al fatto che è scritto male!
No, io non penso che sia stato scopiazzato, non ci credo proprio. Ho letto tanti documenti come questo, e so che sono scritti con un linguaggio convenzionale. Da qui forse la sensazione di “già letto” che hai percepito.
Non ho cercato su google, ma sicuramente hai ragione tu!
ah si? e perchè scrivi così? “Ma chi è che nella realtà usa certe parole?”. ti rispondo io…chiunque abbia un minimo di dimestichezza con la lingua italiana…(manco troppa eh)
Eya o Claudio, infatti nella lingua di tutti i giorni non facciamo altro che parlare di circuitazione e di fundraising. Quando si è a corto di argomenti si dovrebbe evitare di spararla troppo grossa …
@ Zunkbuster: grazie! Almeno tu hai capito cosa volevo dire. Meno male! La verità è che c’è sempre e comunque chi vuole fraintendere e fare polemica, per sport o svago. E io non ne ho la minima voglia. Credo che il mio messaggio fosse chiaro, e infatti chi voleva capire ha capito.
niscunu riferimentu a sa scola, a sa limba e sa cultura sarda, prenu de fueddus in inglesu e cun una logica neoliberista chi sa sinistra era d’eppi ghettai a mari. difficili a du liggi si non sesi istudiau in litterasa e troppu longu po du fai liggi a unu cittadinu. s’urtima cosa, su chi mancada esti stetiu segnalau tempu fai ma is suggerimentus funti abarraus inascurtaus.
posta de aicci s’unica cosa chi pozzu fai esti is augurius a s’assessori puggioni ca in is prossimus mesis aressi travolgia de is murrungius de is casteddaius.
saludi e trigu
nessun riferimento alla scuola, alla lingua e la cultura sarda, pieno di anglicismi e con una logica neoliberista che dovrebbe essere estranea alla sinistra (ma ahinoi cosi non è). di difficile lettura per chi non ha una laurea in lettere e troppo lungo per essere rivolto ai cittadini. in ultimo, carenze segnalate da tempo e suggerimenti rimasti inascoltati. messa cosi l’unica cosa che posso fare sono gli auguri all’assessore Puggioni che nei prossimi mesi sara travolta dalle lamentele dei cagliaritani.
salute e grano.
Ba ba…è guerra a sx?
http://www.castedduonline.it/editoriale/ora-zedda-deve-difendersi-dalla-vendetta-per-gli-assessorati-mancati/18044
E Casteddu Online candu c’esti de scriri cazzarasa non rimane mai indietro a nessuno, neanche all’Ugnione … certe manovre non mi sono piaciute, vedasi condono sulle multe, però è troppo semplicistico dire che qualcuno ce l’ha con i gggggiovani, così si fa lo stesso discorso del manipolo di qualunquisti gregoriniani del SISMA appena appena più politicizzati neanche verso SEL e il PD ma verso alcuni esponenti di SEL e del PD più graditi di altri. Non può essere magari che, pur con la simpatia sconfinata e la fiducia non incondizionata, ma comunque paziente, che in generale si ha nei confronti di Massimo Zedda, che nessuno credo metta in discussione, si incomincia ad averne le scatole piene dell’astrattezza e della scarsa capacità dimostrata da certi componenti della squadra di governo cittadino? Per evitare di ritrovarci tra 4 anni quel che ne sarà allora del centrodestra è più utile lasciare nel silenzio che questi combinino cazzate od operare per correggere le cose, e magari anche sostituire le persone, che potrebbero essere sbagliate?
Credo che valga la pena di studiare a fondo le proposte e analizzarle con il Comune per valutare in concreto il ruolo dei corpi sociali, nelle diverse specie e condizioni, al fine di garantire una reale partecipazione. Senza questa, la cosa non funziona, credetemi.
Trovo molto stimolante la nozione di distretto, che rappresenta comunque il fulcro di qualunque discorso che investa i rapporti con l’area vasta; il problema è sempre costituito, quando si parli di policentricità, dalla qualità del sistema di trasporto complessivo. Con un tram-treno che porti sul tracciato ferroviario attuale sino a Iglesias entro mezzora (per esempio), il distretto potrebbe avere estensione ben diversa. A Tokyo, che ovviamente imploderebbe se non fosse una rete, alle sinapsi si assegnano ruoli complessi ma, comunque, specializzati e percettibili. I tempi sulle aste non sono brevi, ma certi; e – non di rado – i percorsi sono alternativi. Anche nei tempi di spostamento si potrebbe dare continuità all’informazione, anche in relazione ai vari contesti topologicamente investiti.
Mi pare (salvo rilettura), che non si percepisca facilmente il ruolo culturale del verde: suggerisco di integrare (io non ci sono riuscito) il Piano del verde con quello del tempo libero e della mobilità, dando continuità funzionale ed esistenziale ai diversi momenti del vivere individuale e associato. Ovviamente il discorso è complesso…
Non mi è chiaro il ruolo della Regione: ricordo che Betile nasceva come una delega (regionale) per un ruolo della Città all’interno di un piano dell’organizzazione museale isolana. Non mi è chiaro cosa succeda della Manifattura Tabacchi, che può essere un motore importante (Festarch) o una polpetta avvelenata nel cuore della città; non mi è chiaro cosa succeda (operativamente) del Parco della Musica, che ricordo essere un luogo di produzione e non di consumi (vedi QCS).
Credo – in sintesi, e per non allungare il brodo – che il quadro prospettato sia da ritenere flessibile e propositivo: una specie di bando di gara per idee.
Chi può, porti…
Troppa gazzosa, molte bollicine e poco contenuto.
Tanti booook shop (perchè non chiamarli con il loro nome italiano :librerie, vendida di libri) e bar, troppo lungo il testo, i dettagli lasciamoli ai tecnici (bandi, affidamenti), la divisione è
troppo settoriale.
Manca in Sardegna una sorta di Museo della Musica, con una fono-video-cine/teca capace di raccogliere tutto il materiale (ne abbiamo tanto, diversificato , vario e unico, pensiamo solo allo strumento delle launeddas, non presente in nessun altro posto del mondo).
E per citare Torino che sta affiancando la fiera del libro alla Dimensione Musica: Un’occasione straordinaria per “toccare con mano” quanto si produce, si sperimenta e si crea oggi in Italia nel variegato mondo della musica. Dai prestigiosi strumenti tradizionali (violini, pianoforti, sassofoni, clarinetti, accordeon, etc) alle tecnologie Audio dell’HiFi (amplificatori, diffusori, cavi etc. ), alle pubblicazioni editoriali (partiture, spartiti, libri, etc.) e discografiche (CD Audio, LP, DVD Musicali, etc.) alle produzioni più squisitamente artistiche (concerti, dimostrazioni, stages, etc.).
credo che un museo della musica sia di competenza Regione Sardegna più che di Comune di Cagliari. Che poi si possa fare a Cagliari, è un altro discorso, ma se si vuol fare una cosa fatta bene e non la solita collezione del prete, ci vuole un investimento di portata regionale.
O Biolchini, leggi cosa scrive l’ufficio stampa (ufficioso) di SEL (con qualche spruzzatina degli amiconi dei vendoliani Matteo Lecis Cocco Ortu) a proposito del piano per la cultura della Puggioni
http://www.castedduonline.it/cronaca/la-giunta-zedda-ridisegna-la-cultura-a-cagliari-un-piano-speciale-per-il-teatro-la-musica-e-larte/17910
Come puoi notare NEANCHE UNA PAROLA sui punti controversi che hai evidenziato e sui quali stiamo cercando di commentare, e, inutile dire, MENO DI NEANCHE UNA PAROLA sui fatti dell’ex artistico. Gi seus a frori. E il bello è che sostengono di essere l’unica alternativa al “Grande Formato” … mah mah mah …
A proposito, un po’ OT: sempre in questo meraviglioso “quotidiano online” che si contraddistingue spesso per faziosità e per qualche strafalcione (una volta hanno fatto pure tornare in vita Fabio Maria Crivelli …) ho letto di sfuggita – ora non riesco a trovarla – la notiziona che Radio Press riprende in grande stile le trasmissioni con 12 ore di diretta no-stop. Che ne dice? So che magari per questioni di stile non commenterà, ma mi “fraga” un po’ che di Buongiorno Chiagliari costoro si sono liberati con sollievo …
Eh ZunkBuster, che non è l’organo di stampa di SEL, non trarre conclusioni avventate! 🙂 (dico davvero..)
Sarà, ma allora diteglielo a Bistrusso (titolare della testata nonché dell’ufficio stampa della Soprintendenza ai B.A.A.C. etc. etc.) che lui non lo sa 😉
Purtroppo il linguaggio aziendale, che ha intossicato ogni recesso della nostra comunità, ha il potere, tra gli altri, di svuotare di reali significati ogni documento e, di conseguenza, ogni azione. “La cultura si apre alla città” è una delle decine di improprietà, inesattezze e approssimazioni dozzinali contenute in questo documento che sembra più un soufflè pieno d’aria che un progetto per spendere al meglio energie, capacità e fondi (scarsi) disponibili. Dovrebbe essere la città che si apre alla cultura e che la produce e non la cultura che si concede alla città.Così accade in natura. La cultura non esiste se non la si “fa”. E su questo equivoco cascano malamente tutte le vuote intenzioni del piano che immagina (sembra più un piano per il turismo) frotte di persone che attraversando lande meropolitane orribili arrivano a punti panoramici, entrano ed escono da una rete di musei che li avvolge, vanno a teatro e si immergono nella cultura messa nelle giuste quantità e nei giusti punti della città da questa Giunta.
Di nuovo emerge il deprimente vorrei ma non posso di Cagliari che è – per chi non avesse studiato geografia – al centro del Mediterraneo e che, per sua intrinseca natura richiama turisti.
Certo, il turismo culturale è quello a cui è giusto ambire. Non devasta e arricchisce in ogni senso.
Ma chi lavora in funzione del visitatore, dimenticando del tutto che prima è necessario diffondere la pratica e la familiarità dei libri, dei musei e dei teatri tra di noi, sta facendo il tour operator e non l’Assessore alla cultura.
Molto altro, quasi tutto negativo, ci sarebbe da dire su questo orribile documento che infonde una tristezza profonda e durevole. Ma personalmente mi consolo pensando che questa relazione aziendale sarà un grave inciampo per la Giunta che ho votato.
Quanto poi all’assenza della scuola (lo spaventoso numero di analfabeti a Cagliari: 10.000 nel 2001 e oggi di più) da questo piano fornisce una prova della leggerezza con la quale è stato concepito.
Sì, credo che insieme ad altre performance negative quest’ultima costituirà un ostacolo difficilmente aggirabile per il Sindaco e la Giunta che presiede.
Ma itta è custu lenzoru?
Bitte … “Was ist dieses Bettlachen”? Se no mica ti capisce la Puggioni, mica è una gaggiona come noi che parliamo l’itagliano misto al casteddaio e senza mai dire parole che fanno figo come “circuitazione” e “fundraising” 😉
‘Ta dannu mannu questa roba già dalle terminologie utilizzate (oh Biolchini pagu toga puru la Puggioni, tu l’avresti mai detto “circuitazione”?) sembra scritta per una platea di manager tardo-yuppie dei poco formidabili anni ’80 – ahimé ricordo che qualche infighettato tentava di introdurre simili parolacce anche nella FGCI – più che per quella degli operatori e dei fruitori della cultura. Il sistema dei “bandi”, ed è questo che balza all’occhio, sembra non avere presenti le sottili differenze tra la gestione del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani e quella di spazi culturali. Sarò un romantico, ma questa overdose di managerialità non mi sembra possa sempre andare d’accordo con la creatività … ma itta cazzu, piccioccusu … l’immaginazione al potere … o come dicevano nel Maggio francese: “La fantasia distruggerà il potere e una risata vi seppellirà”. Ah già, ma custa esti cosa frantzesa, la Puggioni viene dalla Repubblica Federale Crucca, i crucchi non hanno tutta sta fantasia, e itta pugnolada … senta Enrica Puggioni, non è che ogni tanto le venga una prorompente nostalgia di wurstel, crauti o della Augustiner? Tocca, torrarindi a Monaco de pressi, se questa estate passo in quel della Crucchia casomai ti offro wurstel e birra in riva al Chiemsee 😉
Nel maggio francese lo dicevano, ma non è mai successo e non succederà mai.
Mi aspetto che ci si rinunci, ma al limite da parte dei quasi cinquantenni come me, mica da parte dei gggggggggggggggggiovani … mah …
Traduzione:
– “Minca stampami il pdf che mi stanno attaccando tutti!!!””
– Alla Vetreria è vietato mettere in scena Goldoni o Shakespeare.
– Parlo di “teatro off” perché ne sentivo parlare sempre papà e mamma quendo ero piccolina
– Ci ho messo i “music bookshop” perché ne frequentavo uno a Muenchen e fa figo
– Ci ho messo un ristorante all’Exma, così li metto nella merda che non si può mettere cucina a norma
– Minca non mi sono accorta che “mettere in rete” l’ho messo fra gli obiettivi mentre è una strategia.
– O Massi, non ho potuto mettere la “Legalità” fra gli obiettivi.
E’ scritto in italiano “troppo difficile”: l progetto parte dalla convinzione che, accanto alla circuitazione e distribuzione degli spettacoli nei teatri principali della città, il rovesciamento dell’impermeabilità dei luoghi, delle singole istituzioni e dei diversi mondi. Il caso della Ruhr in “Germania” o più semplicemente della città di Torino, unica a registrare un incremento dei flussi turistici, dimostrano come la valorizzazione del patrimonio museale e/o archeologico e il potenziamento dell’offerta culturale costituiscano non solo l’attrattore principale del turismo ma anche una risposta alla drammatica crisi delle aree industriali; CARO VITO E’ ITALIANO TENICO O UNA FIABA SCIENTIFICO CULTURAL METAFISICA. A si biri.
Mandiamola tre anni nella RUR per studiare come si può fare turismo in un posto di merda. Il turismo li si e’ notevolmente sviluppato, prima ci andavano in 5 adesso ci vanno in 10 . Più 100%.
Eccerto, noi abbiamo fiumi putrefatti che al minimo vagito di pioggia causano inondazioni, i tedeschi sono davvero riusciti a trarre l’Oro dal Reno, principale attrattiva del Nordrhein-Westfalen (ma anche del Rheinland-Pfalz, appena più giù). Vedremo se la Puggioni avrà imparato a trarre profitto, dato che sulla carta saremmo messi meglio di Duisburg o di Wuppertal … ma piuttosto il turismo non è competenza dell’assesSORU Barbara Argiolas?