Ancora poche ore e state sicuri che i giornali ci racconteranno vita, morte e miracoli di quella signora che si è fatta fotografare a fianco del leader dei Comunisti Italiani Oliviero Dilibero, con addosso una maglietta con su scritto “La Fornero al cimitero”.
La caccia nelle redazioni è già iniziata. Mi godo dunque queste poche ore di libertà dalla messe di informazioni che mi travolgerà mio malgrado, per poter dire serenamente che la signora in questione è una cretina. Forse anche una imbecille; ma una cretina sicuramente sì.
Approfitto ovviamente del ristretto spazio temporale a disposizione, perché non appena sapremo chi è la cretina in oggetto le sue argomentazioni la faranno diventare qualcos’altro. Ma io non voglio sapere né chi è, né cosa fa, né come spiega quello che ha fatto: quello che ho visto mi basta e mi avanza.
Solo una cretina può mettersi una maglietta del genere. E lei, signora, cretina lo è veramente. Niente di più, niente di meno.
Alla categoria dei cretini vorrei associare anche l’assessore regionale lombardo alla Sicurezza, Romano La Russa. Sì, è “il fratello di”. E dall’alto della sua carica, ha dichiarato durante un’intervista che “gli omosessuali nella maggior parte dei casi sono malati” e “nella maggior parte dei casi possono essere curati”.
La Russa si consoli: anche i cretini si possono curare (i casi disperati restano però tali).
Saliamo di livello, quello dei cretini assassini. La strage di Tolosa ci strazia. E ad estremo oltraggio alla nostra intelligenza, arriva la dichiarazione dell’anonimo che ha rivendicato gli omicidi, commessi per «vendicare i bambini palestinesi».
Oggi su La Repubblica Barbara Spinelli, in un commento molto bello dal titolo “Il male oscuro dell’Europa”, ricorda le esternazioni di qualche esponente leghista (“il senatore Piergiorgio Stiffoni, che menzionando un gruppo di clandestini sfrattati prorompe: “Peccato. Il forno crematorio di Santa Bona è chiuso”), afferma.
“Com’è potuto succedere che gli italiani divenissero indifferenti a esternazioni di questa natura? Com’è possibile che l’Europa stessa guardi a quel che accade in Ungheria alzando appena le sopracciglia? Eppure il premier Viktor Orbán, trionfalmente eletto nell’aprile 2010, non potrebbe esser più chiaro di così. Il suo sogno è di creare un’isola prospera separata dal turbinio del mondo: una specie di autarchia nordcoreana. A questo scopo ha pervertito la costituzione, le leggi elettorali, l’alternanza democratica, scagliandosi al contempo contro l’etnicamente diverso”.
E ancora.
“Il vero scandalo dei tempi presenti è la punizione inflitta alla democrazia greca, e la non-punizione dell’Ungheria di Orbán. I parametri economici violati e gli spread troppo alti pesano infinitamente più dell’odio razzista, della banalizzazione del male che s’estende in Europa, della democrazia distrutta”.
E non c’è altro da aggiungere.
volevo segnalarvi il post sulla pagina facebook di radiopress sui 500000 euro che comune e regione useranno per il campo rom… sono basito e scioccato dalla violenza dei commenti…
ho provato a intervenire in difesa, ma sono stato attaccato come se fossi un mostro…
allora mi chiedo… che cosa ha fatto l’umanità per progredire nel senso di sociale e civile del termine? perchè persone che dovrebbero avere una cultura sono così cattive e arrabbiate? ma se la ci sono così tante persone che la pensano in questo modo, siamo davvero al sicuro da un domani di altre guerre, altri stermini, altre discriminazioni…
scusate lo sconforto, ma pensavo che la mia generazione fosse migliore….
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p.s. credevo che il grassetto sulla q di squola si notasse di più. Sappiate che è un errore intenzionale.
Io spero -ma mi piacerebbe essere convinto al 100%- che Diliberto fosse realmente ignaro della scritta, e diciamo che mi fido e mi accontento della smentita.
Vero che questo è in parte il clima, e riflette l’esasperazione raggiunta nel momento in cui all’irresponsabilità verbale si è data la patente, fasulla e sommamente ipocrita, di “sincerità”, virtù minore in politica come nella comune vita civile, e specialità da lasciare appannaggio dei “pazzi da semaforo”, quelli che trovi spesso nelle grandi città intenti a bestemmiare contro l’universo mondo che non li accetta e in cui non si trovano.
Le persone che al mondo ci sanno stare, infatti, oltre e prima di dire quello che pensano, pensano a ciò che dicono -e scrivono-.
I pessimi esempi che sono venuti da una posizione che -perché rappresentativa delle istituzioni repubblicane- dovrebbe essere “alta”, tra il turpiloquio e le accuse scomposte, tra le lepidezze da bordello d’antan e i versacci e i gestacci, hanno fatto squola, e i risultati sono anche l’impoverimento del pubblico discorso, il suo portarsi alla sbrigatività che prima è nei concetti e poi arriva nelle parole e nei nei fatti.
E se è vero che con un click e un “mi piace” si possono sottoscrivere bestialità di ogni genere e che con un po’ di fantasia se ne possono scrivere a bizzeffe, tutto sta alla consapevolezza di chi usa il mezzo: internet è tanto democratica, perché consente anche ad ogni cretino di illustrare -potenzialmente al mondo intero- la profondità della propria invincibile cretinaggine.
Non credo proprio che la Signora Cretina intendesse davvero augurare la morte alla Ministra Fornero, lei è solo un malaccorto terminale di una progressiva caduta degli argini delle buone usanze -che sono un fattore di civiltà, e di incivilimento- che riguarda la scena pubblica nel suo complesso, e non riguarda solo i leghisti, ma per quanto mi riguarda anche il “No TAV” che provoca il carabiniere -sardo- chiamandolo “pecorella”.
Concordo totalmente con l’osservazione e l’invito di Gianluca Floris a proposito del paradossale ” Cretini di tutt’Europa, unitevi!”: nei fatti i cretini hanno fatto fronte comune da decenni, e non sarebbe male se ad unirsi fossero quelli che di rincretinire non hanno intenzione.
Condivido tutto quello che hai scritto, in particolare l’importanza della comunicazione verbale. Lo scadimento culturale del nostro paese passa in gran parte per le esagerazioni, sia quelle scritte sulle magliette (Calderoli docet), che quelle ostentate nei programmi pomeridiani o nelle affermazioni pubbliche. E’ triste constatare quanto l’omosessualità e i gay siano ultimamente motivo di autodifesa per i politici, che creano un clima insostenibile e passano idee retrograde.
E’ sconcertante veder crescere l’odio razzista, in ogni forma.
Ognuno di noi, nel suo piccolo e nel suo ambiente, provi a sensibilizzare… Forse è l’unico modo di cominciare ad arginare i danni.
Penso che molta parte del “merito” sia dovuta all’andazzo che si registra su Facebook e vari social network. Su Facebook, salvo i casi in cui qualcuno interviene energicamente (come quando fu fatto cambiare il nome alla pagina “Uccidiamo Berlusconi”) sembra esserci una zona franca per la commissione di ogni sorta di reato, dalla diffamazione alle minacce all’istigazione a delinquere, un po’ perché molti lasciano correre, un po’ perché nonostante la giurisprudenza dica tutt’altro impera ancora la falsa convinzione che Internet sia una prateria totalmente libera e i reati non siano reati. La signora “radical chic” probabilmente non si è resa neanche conto che la maglietta che indossava potrebbe configurare il reato di istigazione a delinquere e minaccia grave, è un po’ più grave che non se ne sia accordo Diliberto, da ex ministro della giustizia che la legge un pelino dovrebbe conoscerla. Del resto il “buon esempio” l’hanno dato anche tanti politici, soprattutto destrorsi e leghisti, che sotto la coperta dell’immunità parlamentare si sono sentiti affrancati dalle vecchie prudenze di stampo democristiano e legittimati a dirne di ogni colore, ben oltre le robacce da Bar Sport. Chi riveste un incarico istituzionale dovrebbe dare il “buon esempio”, magari anche evitando di rubare, ma chi “educa” gli “educatori”? Temo che i pistolotti di Napolitano servano a ben poco a fronte del generale imbarbarimento che stiamo vivendo.
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
Vito, l’Europa, l’Italia e la Sardegna sono pieni zeppi di cretini e di gente che gli dà credito, per convinzione e/o convenienza.
C’è l’ungherese Orban come c’è il leghista Borghezio, c’è l’ignota signora con la maglietta radical-chic (“La Fornero al cimitero”) e Oliviero Diliberto che non è passato di lì per caso, c’è il Romano La Russa di turno e il Giacomo Sanna che – pur di tentar di esser eletto – si candida nelle liste della Lega Nord.
La madre dei cretini (e degli imbecilli) è sempre incinta. Sta a noi non votarli e non sostenerli in alcun modo.
Stefano Deliperi
Twitter della Santanche’:
Killer Tolosa. Sarkozy lo vuole vivo.Peccato.
Di fronte ad un simile degrado, che si appaia alla maglietta della cretina e dell’onorevole cretino che si fa la foto con lei, l’indifferenza sarebbe l’unico rimedio possibile non fosse che oggi e’ più facile far chiasso e farsi sentire anche se non si ha niente (di sensato) da dire.
La Lega, Doddore e compagnia sono sottoprodotti del più becero sistema comunicativo messo in pratica dal berlusconismo che ha degradato il livello della dialettica e che per ben 3 volte e’ stato premiato dal popolo italiano.
Gentile Biolchini,
ma lei ci è o ci fa? Dov’era non più di un paio di giorni fa quando Bossi diceva a Monti che avrebbe rischiato la vita? Vorrebbe dire che quella poverina è una pericolosa terrorista mentre Bossi è solo un povero rincoglionito?
Certo che è una cretina ed è verissimo che le parole ammazzano come le pallottole, perché sono le parole che creano gli stereotipi e sono questi che accendono i forni crematori. Però è facile trattare da cretina una signora come quella (ma l’ha vista?) quando scoppia il rumore mediatico, molto più difficile combattere intolleranza e razzismo giorno per giorno andandoli a scovare nei dettagli che non vogliamo vedere perché sono scomodi.
Ne vuole un paio di casa nostra?
Mi dica chi ha mai ricordato a Maninchedda che stava al governo regionale con quelli che hanno fatto un patto di ferro con la Lega, movimento che del razzismo e dell’intolleranza “dichiarati” hanno fatto strumento di lotta politica. La lega, glielo ricordo, è quella che voleva sparare ai barconi diretti verso Lampedusa (tanto per dirne una!) e che accoglie volentieri tra le proprie fila un nazista come Borghezio. Secondo lei Maninchedda si è mai posto il problema? Si è mai posto il problema di ciò che dichiarano i leghisti nei confronti dei “terroni”?
Oppure mi dica chi si è sognato di chiedere a Sale e Cumpostu cosa ci facessero a Corti assieme si terroristi (veri) irlandesi e baschi. Ho rivisto di recente la sua intervista a Sale: perché non glielo ha chiesto?
Non sto cercando di dire che lei sia in malafede, tutt’altro, ma che questa volta abbia sbagliato l’analisi sì: noi stiamo andando verso una strada che sa di razzismo e intolleranza da molto tempo e quando si prova a farlo notare si viene accusati (al minimo ) di essere esagerati (quanto volte mi hanno detto che confondo “campanilismo” e “razzismo”!).
Poi si dà addosso alla scema di turno, o al cretino “fratello di”, certo, è facile, ma nel frattempo passano sotto silenzio i Borghezio e chi non si preoccupa di stare al governo con gli amici loro, o chi si reca tranquillamente a parlare con i terroristi avendo Gandhi in bella mostra sul proprio sito!
Mi dica che sta scherzando, per favore, e che il suo articolo è una provocazione: non potremmo evitare, per una volta, di inseguire la notiZZia a tutti i costi e riflettere sui comportamenti di ogni giorno, ben più importanti e difficili da gestire? Guardi che il razzismo e l’intolleranza non si combattono indignandosi per una maglietta ma pressando ogni santo giorno la classe dirigente e stigmatizzando i nostri comportamenti. DI tutti.
Cordialmente,
Cretina lei e cretino quello che ha accettato di fare la foto con lei. Posso anche non apprezzare la Fornero, ma il tutto si deve risolvere con la normale dialettica e eventualmente con la protesta popolare e con il voto. Su La Russa fradi non commento, ma vedendo anche gli altri membri della famiglia io in lui mi preoccuperei delle tare ereditarie che sicuramente non si possono guarire. Il cretino assassino è uno che confonde la giustizia con la vendetta: altri morti non resuscitano i primi e un torto non ne cancella un altro. Ma sentendo in giro frasi dette da personaggi pubblici in occasioni più o meno pubbliche, intrise di odio e di razzismo compiaciuto, mi stupisco che episodi come l’ultimo non siano più frequenti.
Però non sono del tutto convinto dell’ultima riflessione: “la radice di ogni violenza è sempre nelle parole”.
Le parole sono il termine di un percorso (interiore) di violenza, così come può esserlo un proiettile, o qualcos’altro… Sono prodotte da una pulsione violenta che esiste in una persona. Ma la violenza può esistere anche senza parole, in uno sguardo, in un gesto.
Forse la violenza si contagia più rapidamente con le parole.
Però la violenza esiste prima che le parole siano pronunciate.
Non perché io con le parole ci lavoro, ma sono veramente e sinceramente convinto che siano proprio le parole a tracciare il solco sul quale la violenza germoglia (scusate l’immagine agricola).
Lo sterminio degli ebrei è stato preceduto da secoli di parole scritte contro i leviti, è stato preceduto da falsi come “i protocolli dei savi di Sion” e da mille altri discorsi e teorizzazioni su come fosse giusto combatterli come razza.
Non parliamo poi dei genocidi in salsa cristiana contro i nativi sud e nord americani, preceduti da teorizzazioni più o meno dotte su come quei poveretti fossero a noi inferiori, o ricordiamo come fior di documenti hanno asserito che “i negri non avessero l’anima.
Non voglio ricordare le crociate contro gli infedeli in Terrasanta o finanche le varie esperienze colonialiste.
Sono le parole, eccome, ad essere il prodromo di ogni follia violenta.
Da noi in Italia sono alcuni decenni che personaggi ignobili parlano di “Bingo Bongo”, “Terroni”, “ributtiamoli in mare” e di quant’altro di violento si possa immaginare; anche in Francia il terreno preparato dall’estrema destra xenofoba con le loro dichiarazioni farneticanti è maturo per atti violenti di ogni provenienza.
Anche l’enorme problema israelo-palestinese è diventato inestricabile perché fiumi di parole violente condiscono e preparano violenze future sempre nuove: gli israeliani trattano ogni palestinese come carne da macello e non risparmiano uccisioni finanche di bambini, i violenti filopalestinesi si sentono autorizzati a rispondere colpo su colpo alle violenze israeliane e Israele, dal canto suo, non risparmia di ricordare che “ogni nostro morto sarà vendicato”. E così fiumi di sangue scorrono là dove le parole hanno preparato il terreno.
Le parole sono importanti, altroché.
Ha detto Oliviero che non si era accorto della frase sulla maglietta della manifestante con la quale parlava e io gli credo. Lo conosco come persona autenticamente democratica e del dibattito.
Il problema è infatti proprio quella signora. Il problema è che qualcuno ha fatto stampare quella frase nelle magliette (non a caso nere) e che qualcuno le indossi con orgoglio e senza vergogna.
Dopo questi venti anni di buio morale e democratico, sento il bisogno di nuova “ipocrisia”, di educazione, di ragionamenti confrontati, sento il bisogno di sentire parlare la gente argomentando e non lanciando slogan. Sento il bisogno di non vedere più le trasmissioni televisive orrende dove tutti si danno sulla voce con violenza (non le guardo più infatti)
“Cretini di tutta Europa unitevi!” dice Vito nel giusto titolo di questo post.
Ma i cretini di tutta Europa sono riuniti da almeno vent’anni se non da trenta (Reagan Thatcher) con le loro sparate violente contro tutti: contro i poveri, contro i neri, contro tutti gli “altri”.
Adesso è l’ora che si uniscano gli altri. I cretini hanno già dato.
Diliberto, distratto com’è, stia attento a farsi affiancare con tanta leggerezza: potrebbe essere un ministro che non conosce…
L’educazione civica è stata abolita nelle scuole dell’obbligo.
Intere generazioni sono “addestrate” ad imitare i modelli di “civismo” che dominano il mezzo televisivo.
Questo è il risultato.
E’ ancora nei programmi e c’è chi cerca di insegnarla. A volte leggendo in classe degli articoli di Vito
Qual’è l’antidoto ?
Chiedo.
La cultura può essere l’antidoto ? Quanto tempo ci vorrebbe ?
Questo mi sembra un virus che diffonde troppo rapidamente.