Non di solo Tuvixeddu vive il cagliaritano, ma anche di aliga, trasporti, servizi sociali e cultura. Per questo che, al grido di “Ma Zedda cosa sta facendo?”, continua la meritoria opera del consigliere e presidente della commissione Affari Generali Filippo Petrucci, che nel suo blog sta pubblicando le schede fornitegli dagli assessorati sull’attività svolta nei primi sei mesi di attività della nuova giunta di centrosinistra.
Dopo la scheda fornita dall’assessorato ai Lavori Pubblici, da oggi sul sito meglioprimanoncibasta trovate il bilancio sintetico presentato dell’assessore ai Servizi Tecnologici, Pierluigi Leo, esponente dell’Italia dei Valori.
Quelle proposte da Petrucci sono schede riassuntive che servono a noi comuni mortali a farci un’idea dell’attività dell’amministrazione cagliaritana. Ma c’è chi si è portato avanti col lavoro e ha iniziato a criticare la Giunta anche senza aspettare la fatidica scheda.
È il cantante lirico Gianluca Floris, che nel suo blog “Costruire sulle macerie” non usa giri di parole e scrive un post dal titolo “Giunta Zedda: una mia delusione personale sulla cultura”.
Gianluca Floris, per chi non lo sapesse, è l’animatore di Laboratorio 5, l’interessante iniziativa che da mesi mette a confronto gli operatori culturali e gli artisti cagliaritani con l’obiettivo di delineare una strategia comune da proporre alla nuova amministrazione.
Cosa dice Floris?
“Credo che questi primi sette mesi possano dare già il senso e l’idea della direzione intrapresa e delle volontà politiche espresse. In particolare, visto che la seguo da vicino, la politica culturale della nuova giunta sembra segnare pesantemente il passo, marciando in direzione per certi versi decisamente opposta rispetto a quelle che erano le premesse, e le promesse”.
Parole forti, non c’è che dire. Così come sono forti gli argomenti portati da Floris: sulle linee di indirizzo culturale (“Nessuno di noi artisti e operatori, sentiva l’esigenza di un Assessore-direttore-artistico che valutasse progetti e proposte in base al suo gusto o alla sua formazione culturale”); sui bandi di gestione degli spazi culturali (“Scritti senza la necessaria condivisione e la consulenza degli operatori professionali operanti in città, sembrano scritti negli anni 30, anziché nel dodicesimo anno del terzo millennio”); sulla Fondazione Teatro Lirico (“L’amministrazione Comunale, nel ruolo del Sindaco presidente del CDA della Fondazione, ha di fatto deciso, con la sua ostinata inerzia, di non fare nulla per un cambio di gestione virtuoso di rotta nella gestione del Teatro”); sull’alibi del “non ci sono soldi” per non agire una politica culturale nuova (“Ci sono tanti soldi disponibili con mille nuovi strumenti e pensare che l’azione di un assessorato alla cultura possa esaurirsi nel distribuire i pochi soldi a disposizione in bilancio è fuorviante”).
Gianluca Floris non viene preso molto sul serio dalle parti di via Roma, e questo perché ha avuto l’ardire di essersi espressamente proposto quale nuovo sovrintedendente del Teatro Lirico. Capisco che si debba fare la tara a tutto, ma le considerazioni di Floris rappresentano comunque delle critiche argomentate di cui non sarebbe male tenere conto, magari anche solo per dire che sono campate per aria.
Io, da parte mia, non posso che riporporre le considerazioni espresse in un post di qualche mese fa: dal titolo “Arriva la crisi e la Regione taglia brutalmente la cultura e lo spettacolo. E la Giunta Zedda che fa? Ascoltare non basta più”.
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Ecco cosa succede in una città dove il sindaco scende in campo a difesa della Fondazione Lirico sinfonica della sua città. Michele Emiliano si scaglia contro il Ministero che vuole commissariare la Fondazione, anche se con i conti in ordine, pur di evitare la stabilizzazione dei lavoratori e di difendere l’elevato livello qualitativo raggiunto.
Emiliano in questa conferenza stampa spiega tutto quello che c’è di marcio nelle Fondazioni Liriche. L’interessante ascolto permette di capire tutto.
Il sovrintendente uscente del quale il ministero chiede la testa si chiama Vaccari.
http://dl.dropbox.com/u/1366998/audio/Conf-stampa-petruzzelli-23-02-12.mp3
Oddio mi perdoni mister Zunkbuster io scherzavo la prego non vada via ho piacere di parlare con lei molte delle cose che lei ha detto le trovo estremamente stimolanti, ma non vorrei che sospettasse che io fossi come Lei afferma simile a Manichedda in amicizia col Mister Zunk che credo in questo momento veda noi del Teatro come il diavolo vede l’acqua santa…..
Dai ragioniamo sul futuro della Sardegna e su una nuova Cagliari che provi affetto per la sua cultura ,dato che come è noto i Cagliaritani sono estremamente curiosi per tutte le forme di spettacolo. Impariamo a conoscere le nostre diversità e divergenze per crescere assieme senza parlare di idrovore…..
.Chiudo con un messaggio di positività sperando che anche la voce di Gianluca ( come auspico avvenga per la mia ) se pur critica venga ascoltata.
Io dico sempre che preferisco una persona che mi critichi onestamente guardandomi negli occhi ad una che mi fa ” gli impacchi” e poi magari mi tradisce.
La ringrazio e ringrazio Sovjet per voler comunque discutere di argomenti come quello del Teatro Lirico spero scevri da pregiudizi e da luoghi comuni.
Auspico che Zedda e l’assessore Puggioni non vedano in noi dei nemici ma solo persone che vogliono disperatamente essere ascoltate e aiutate a cambiare le cose che non vanno .
Comunque caro Zunkbuster buon lavoro….e sopratutto speriamo di tenercelo a lungo!!!!!!!!!! di questi tempi non si sa mai 🙂
Carissimo Sovjet ( anche tu anonimo ) il mio nome e cognome lo trovi su FB nel gruppo in cui è postato il link di questo blog ma se vuoi lo scrivo qua per esteso :”Annalisa Pittiu “.Apprezzo moltissimo il tuo ultimo post e credimi che non volevo dare adito a nessuna polemica…..credo però che tu abbia centrato in pieno il problema, noi dentro il Teatro cerchiamo disperatamente qualcuno che ci raffronti ad altre realtà come la nostra e spesso, Cagliari che purtroppo conosce poco la realtà delle Fondazioni Lirico sinfoniche, ci propone ricette che nulla hanno a che fare con noi.
Forse pochi sanno che il Lirico di Cagliari ha per il lavoro che svolge gli organici più piccoli d’Italia L’opera di Roma ad esempio ha 600 lavoratori contro i 227 di Cagliari eppure facciamo lo stesso lavoro…..I finanziamenti ( anche se a voi potrà sembrare strano ) sono i più bassi d’Italia .Il Ministero da a Cagliari il 4,66 del Fus complessivo per le Fondazioni , meno di quello che da a S.Cecilia che non produce opera.
Questo ha però comportato che noi dovessimo ingegnarci e informarci per cui risentiamo della stessa sindrome di cui soffre Gianluca, senza presunzione, sappiamo come si dovrebbe gestire un Teatro ma pochi ci ascoltano e ci troviamo ogni volta a fare gli uccellacci di sventura o le Cassandre.
Quando Meli gestiva il Teatro io andai da tutti i politici di destra, di sinistra, di centro e anche presso nuovi partiti neo-costituiti a dire che eravamo preoccupati per i bilanci.Tutti risposero che Meli stava facendo una grande operazione pubblicitaria portando Il Teatro sotto la luce dei proiettori internazionali.Quando Meli se ne andò ci accusarono di connivenza…non dimentico l’assessore alla cultura della Regione del governo Soru che ci disse proprio queste parole.
Oggi che abbiamo imparato la lezione e siamo fortemente prevenuti e cerchiamo di prevenire anziché curare ci tacciate di essere :” capricciosi “Che sia ben chiaro noi siamo solo molto attenti e vigili e venderemo cara la pelle!!!!!!!
Quindi capisco Gianluca che come Cassandra ha presagi di sventura e vedere che pochi lo ascoltano e continuano a commettere errori lo rende irascibile.
Ha ragione Gianluca il problema del Teatro non è un problema di soldi ma di gestione il pesce come si suole dire puzza sempre dalla testa.
Ma dato che io sin dal primo voto ho votato a sinistra reputo che la critica, il dialogo, e la necessità di ragionare siano prerogative di un partito che vuole costruire assieme al popolo il futuro di una città sonnolenta e pigra come Cagliari.
Quello che ancora non vedo sono le operazioni di sinistra, tagliare gli stipendi a chi lavora e tenere un Dirigente che percepisce 135000 € all’anno per creare solo incidenti istituzionali e frenare un’azienda anziché farla correre non mi sembra una cosa di sinistra.Continuare a tenere un affido “temporaneo” che dura da 18 mesi con una società esterna e lasciare fuori dei lavoratori precari che hanno 15 anni di anzianità di servizio non mi sembra una scelta di sinistra. e ne potrei citare tante altre…… Caro Sovjet forse tutti si aspettavano delle scelte radicalmente diverse da quelle del governo Comunale precedente , delle scelte controcorrente ed ancora arriva poco e la delusione può essere cocente.
Capisco che l’ambientamento sia estremamente difficile e che ” i nemici” intorno boicottino e frenino. Reputo che il tempo per recuperare ci sia ma mi raccomando ascoltare studiare e dare risposte .Nessuno di noi ama essere portato a spasso o sentir raccontare barzellette. Il gioco del rimando lo conosciamo bene ora vogliamo i fatti .
Con tutta la costruttività , la volontà di confrontarsi e di partecipare che posso.
Annalisa
Mi è rimasto solo un dubbio ma Zunk sta per Zuncheddu?????? ;))))))))))))))))))))))
Signora Annalisa, se GhostBuster è l’acchiappafantasmi, ZunkBuster è l’acchiappazuncheddu :). L’onorevole Maninchedda, che notoriamente adora quell’uomo, è incorso nel medesimo equivoco. Divertente. Scusate il disturbo, torno a lavurà.
Posso solo commentare che non la pensiamo poi diversamente…
Per quanto riguarda l’anonimato, io non sono esattamente “anonimo”, si figuri che proprio Gianluca Floris mi chiama Soviet anche nella vita quotidiana! Rilevavo solo che da un lato di faceva una specifica richiesta e dall’altro ci si firmava col solo nome. Mi sembrava contraddittorio, tutto qui.
Comunque anche per me basta digitare “Sovjet” (con la j, alla slovena) su Facebook e trovato l’uomo. Quindi chi avesse curiosità può anche farlo.
Come direbbe Ainis, cordialmente! 🙂
Mì o’ Sovjet…cassau!!!!
Di “cordialmente” detengo il copirait, quindi mi deve un caffè, possibilmente buono.
Cordialmente,
Quando vuoi e con piacere! Anzi, te ne devo due per il suggerimento di lettura su “Nati per credere”… 🙂
Il tema della cultura, e del modo in cui alla cultura si rapporta la politica e l’amministrazione, son argomenti di grande interesse. Il tema è per me piuttosto delicato dal punto di vista personale perché sono buon amico di Gianluca Floris e conosco l’assessore Puggioni fin da quand’era bambina, in quanto studente e poi amico del padre. Enrica è sempre stata molto brillante e pur alla sua prima esperienza da amministratrice riceve anche buoni giudizi, Gianluca è un artista poliedrico e di robusta fama, oltre ad essere persona dotata di grande intelligenza e preparazione.
Gianluca rimprovera anche a questa gestione di aver mantenuto un’idea antiquata di assessorato alla cultura, visto più come bancomat che come “alleato” degli artisti e supporto alla loro produzione.
Io credo che ci sia una differenza sostanziale tra chi svolge una funzione di tipo tecnico e quindi può proporre la migliore soluzione possibile, con l’unico vincolo della propria capacità e fantasia, e chi invece svolge una funzione politica, che invece deve tener conto della combinazione di interessi differenti e mediarli (non so se tutti gli operatori culturali cittadini condividano ogni passaggio delle proposte di Gianluca) e ha per limite le risorse di cui dispone, comprese quelle umane. Chi ha avuto esperienza amministrativa lo sa per esperienza e spesso ha toccato per mano la fondatezza del detto che la velocità di un esercito è data dal passo del suo soldato più lento. Ci sta anche che Gianluca, impegnato nel settore culturale ormai da decenni, abbia una visione più chiara e “attrezzata” rispetto ad Enrica, che però ha responsabilità diretta della gestione e quindi ha bisogno di farsi un’esperienza sua, dal momento che sarà lei e non altri a rispondere della sua gestione. Ci sta anche che qualcosa la sbagli e ci sta che non si sia col fucile in mano pronti a spararle addosso. Francamente, otto mesi di amministrazione su cinque anni di mandato mi paiono pochi per esprimere un giudizio così categorico. Diamo tempo al tempo…
È vero anche che Gianluca Floris è una voce autorevole all’interno del mondo culturale cittadino, prima di farsi promotore di un’iniziativa importante come Laboratorio 5, ha formulato idee interessanti e articolate su come impostare la politica culturale in città e come riorganizzare il teatro lirico. Credo avrebbe meritato maggior attenzione e una discussione seria sulla effettiva validità delle sue proposte. Tanto più in quanto comunque è uomo che non ha mai fatto mistero delle proprie idee, anche in politica e animato di sincero interesse al miglioramento della politica culturale in città. Insomma, per come lo conosco, e lo conosco, non c’e strumentalità nei suoi interventi, ma forse – giudizio mio – un po’ troppa premura per un cambiamento nella visione della cultura in città che sarebbe un importante punto d’arrivo per qualsiasi amministrazione più che un punto di partenza.
Rispetto al tema del Teatro Lirico, io sono uno di quelli che ne conosce i problemi “per averlo visto da fuori”, come si dice in un intervento. Mi sento però di dire una cosa, in disaccordo con Zunkbuster: il paragone con Alcoa è improponibile perché Alcoa risponde di logiche economiche multinazionali e scelte che non riguardano solo la chiusura in pareggio del bilancio, ma il profitto per gli azionisti (per i quali Sardegna o Melanesia pari è, se c’è da guadagnare). Il Teatro Lirico è gestito interamente a Cagliari e quindi l’efficienza gestionale dipende in modo esclusivo da noi, non da qualche azionista americano.
Anche qui, Gianluca ha formulato da tempo una proposta che sarebbe forse stato opportuno discutere per verificarne l’effettiva realizzabilità.
Per esperienza personale posso dire che ogni cambio di governo porta ad un rallentamento perché c’è il bisogno fisiologico di capire dove ci si trova, cosa si fa e cosa non si fa, cosa si può fare e cosa no. E lo impari solo da dentro. Come per ogni mestiere.
D’altra parte lo stesso Gianluca Floris e in grado di riconoscere, senza sentirlo cantare, un tenore alle prime armi da uno già esperto.
Quello che gli chiedo io è di avere per l’assessore la stessa pazienza che avrebbe col giovane tenore..
Tranquilli, come avevo già annunciato in precedenza abbandono questo blog e così smetto anche di dare fastidio con l'”anonimato” (splendido argomento spesso tirato in ballo da chi non ha argomenti). Niente di personale col buon Biolchini, ma forse avete ragione, è davvero meglio combattere le proprie “battaglie” allo scoperto e dire le cose in faccia. Cosa che non mi spaventa di certo. Lascio il campo a chi se ne intende della complessa materia “Lirico” e chiedo scusa se ho sparato delle fesserie (sicuramente l’avrò fatto) o se sono apparso insensibile. Buon proseguimento 🙂
Caro Zunkbuster, per quello che può valere, ti chiedo di continuare a scrivere.
Questa storia dell’anonimato non tiene. Questo è un blog moderato e quindi se gli interventi sono troppo off topic oppure offensivi ci penserà il “tenutario” a censurarli. Qui conta come argomenti e non chi risulti all’anagrafe.
Se Vito Biolchini non chiede le generalità di chi scrive, tanto meno può farlo chi lo frequenta come ospite, magari saltuariamente.
Intanto, gentile Annalisa, lei non può rimproverare Zunk per l’utilizzo del solo nick e poi firmarsi solo col nome…
Caro Soviet, non è per la questione dell’anonimato, sono davvero stanco e mi sono anche portato un po’ indietro col lavoro, quello che mi fa guadagnare il pane e non quello di “polemista anonimo” su Internet. Prossimamente ad altre polemiche, questa sul Lirico la lascio volentieri a persone che padroneggiano la materia molto meglio di me. Oggi la giunta Zedda ha dato un segnale importante su Tuvixeddu e mi dichiaro (quasi) soddisfatto. A buon rendere.
Cosa sta facendo la Giunta Zedda sulla cultura? Poco si sa, perché il sindaco poco ha comunicato, finora. Per alcuni è un difetto, per altri una virtù, comunque la si pensi è innegabile che finora sia andata così.
Cosa potrebbe fare (e magari lo sta facendo)? C’é bisogno di programmazione, ma anche di soluzioni immediate, pratiche ed emergenziali. Gli operatori culturali sono stremati dalla crisi e sanno che il Comune può al massimo lenirne le conseguenze, ma non può risolvere i problemi strutturali che riguardano il comparto (uno su tutti? I tempi in cui la Regione liquida i contributi concessi: una indecenza assoluta!). Serve a tutti una boccata d’ossigeno, e forse il Comune la sta dando. Accanto a questo occorre progettare regole nuove, condivise e trasparenti, per il futuro. Bisogna iniziare subito (e iniziative come Laboratorio 5 sono un regalo per la Giunta, che meriterebbero non solo tempo e presenza ma anche ascolto vero), con la serena consapevolezza che questo processo, per riuscire, ha bisogno di tempo.
Il problema del Teatro Lirico è una bomba col timer innescato, però trovo un po’ ingeneroso che ora tutti – anche i suoi lavoratori, che rischiano il posto, mi dispiace, ma chi non lo rischia, oggi? – stiano col cronometro in mano a vedere quanto ci mette Zedda a risolvere i problemi dell’istituzione, lasciati marcire oltre ogni decenza da chi l’ha preceduto. Così come non si può rimuovere in mezza giornata la Costa Concordia, non si può richiudere in un batter d’occhio neanche la voragine chiamata Teatro Lirico.
Caro Spigolo, come si potrebbe non lodare iniziative come laboratorio 5? per la prima volta un argomento complesso come la cultura viene tenuto nella giusta considerazione, analizzato in modo specifico e da persone competenti e preparate…manca solo che chi gestisce e distribuisce la risorse ne tenga conto.
Quanto al Teatro Lirico, dove lavoro da quasi vent’anni, lasciami fare alcune considerazioni.
Hai ragione che sia una bomba innescata, e io che sono dentro lo sento quotidianamente, ma è così perchè la politica non fa niente perchè questa bomba sia disinnescata.
Stiamo qui…vero, con il cronometro in mano perchè il tempo passa e da un’anno niente è cambiato, avevamo un sovrintendente che era poco più di una nullità (e che si vocifera potrebbe finire al Petruzzelli a Bari!!!) e dopo mesi siamo riusciti a liberarcene per vederne arrivare un’altro mandato dalla stessa politica.Abbiamo chiesto al Presidente del Teatro che ce ne liberasse in nome in nome dell’interesse della città a riappropriarsi di un teatro lirico dignitoso e gestito bene.
Ora, per dirne una, siamo oltre metà febbraio e dovrebbe già essere in vendita la stagione lirica con nomi, date e artisti, che teoricamente dovrebbe partire ad aprile, ma di cui ancora non si sa niente.
Vede, il teatro percepisce da F.U.S. i finanziamenti in percentuale agli spettacoli prodotti (questo per la legge Bondi) ma ancora noi siamo per così dire “ai box”
Ci sono dei finanziamenti a disposizione che necessitano però di progetti come garanzia…ma tutto tace.
E poi non è da ieri che il sindaco ha ricevuto la richeista di sostituzione del sovrintendente, è da agosto che poteva farlo e a costo zero.
Ecco una parte dei motivi per la quale chiediamo urgentemente che ci sia un cambio, e in questo momento il cambio si chiama Gianluca Floris, perchè è l’unico che in questo momento ha un’idea concreta di quello che si deve e si può fare per far uscire il teatro dalle sabbie mobili.
citando il sig:ZunkBuster “Poi se la colpa della situazione del Lirico è di responsabili ben individuati, che si aspetta a fare le pulci ai conti e a sottoporli ai controllori (Corte dei Conti e, se del caso, Magistratura ordinaria)” già perchè bella domanda! vediamo se qualcuno risponde!
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
Carissimo ZunckBuster mi permetta una critica rilevo con estremo piacere che mentre gli altri ci mettono la faccia ovvero il nome ed il cognome lei si nasconde sotto un nick , sarebbe carino da parte sua manifestarsi nel pieno delle sue credenzialità per poter giocare in tal maniera ad armi pari.
Lei esprime una sua prima critica al Lirico raffrontandolo ad Abbanoa che mi risulta abbia un debito di soli 250 milioni di euro con i fornitori contro i sei milioni di euro di debito con i fornitori del Lirico , non esageri la prego…..
Non la posso però del resto biasimare dato che sulla vicenda del Lirico se ne sono dette tante ed in maniera estremamente strumentale si è sempre parlato di : voragine , valanga di debiti…etc. ma allo stato attuale si è riusciti a far capire che in realtà il debito a breve termine ammonta a 11 milioni di euro dovuti a cattiva amministrazione e a passivi bancari causati da anticipazioni bancarie richieste a causa degli annosi ritardi nei pagamenti da parte delle istituzioni.
A questo ovviamente ha contribuito in maniera sostanziale il taglio a volte deciso a fine anno (quindi retroattivo) del Fus come avvenuto nel 2010 che il governo tagliò al Lirico di Cagliari due milioni e seicentomila euro nel mese di Luglio.
Quando Gianluca insiste sul fatto che il Teatro andrebbe gestito in maniera diversa lo dice a ragion veduta perché il passato parla chiaro.
Ai tempi di Franco Fiori infatti ( premetto che non avevo affezione politica per lui ) il Lirico pur avendo sempre scarsissime risorse, a paragone delle altre realtà analoghe, arrivò a produrre 325 pezzi di produzione e vinse il premio nazionale per la produzione più alta di tutti gli allora Enti Lirici.
Ciò che lo caratterizzava era il decentramento e la produzione all’Anfiteatro, tutti Gli enti lirici guardavano a Cagliari come un modello da imitare.
Tutt’ora pur avendo gravi problemi il lirico di Cagliari vanta 145.000 presenze di pubblico e potrebbe essere a mio parere se ben gestito veramente un polo di crescita per il territorio.
Dico questo perché il Teatro non è solo l’orchestra ed il coro (di cui io faccio parte) ma contiene al suo interno un settore tecnico in grado di offrire innumerevoli servizi alla regione dato che esistono al suo interno tanto per fare un esempio, sarte di altissima professionalità capaci di creare persino abiti da sposa.
Ciò che bisogna guardare è l’indotto lavorativo, qualcuno “di sinistra”disse:” un euro investito in cultura ne porta tre” le faccio un esempio per farmi capire…l’Arena di Verona costa 40 milioni di euro allo stato , ma l’indotto è stato stimato in 250 milioni di euro.
Ora veniamo al fulcro del problema che io reputo sia la poca conoscenza che ha la città di che cosa sia un Teatro lirico e spesso ci si accomuna a realtà culturali che niente hanno a che vedere con noi.
Il Teatro Lirico ha un Sovrintendente di chiara nomina politica che come un amministratore delegato gestisce e dovrebbe essere ( sopratutto in tempi di magra ) un manager .Ultimamente abbiamo avuto dei Sovrintendenti che mi creda ben poco capiscono di managerialità.
Lei cita inoltre Gualtiero Cualbu erroneamente perché il consigliere d’amministrazione Cuabu non ha mai proposto ne investimenti e ne collaborazioni all’interno del Teatro, oltretutto io diffido di chi porta esempi d’oltralpe conosciuti ad orecchio….diffido di quelli che dicono:” io so come funziona in Germania..” e lui è uno di questi.
E’ oltremodo disinformato perché non sa che all’interno del Teatro più e più volte si sono segnalati progetti di formazione e progetti finanziabili dall’Europa che avrebbero aiutato non solo il Teatro ma tutta la città. Ci siamo anche sperticati in proposte di progetti eco-sostenibili ( pannelli foto-voltaici, utilizzo di combustibili bio-compatibili operazioni di riciclo…)tutti progetti che potevano essere finanziati dai contributi per l’innovazione tecnologica dall’ ARCUS SPA ( mostro legato ai beni culturali ) .Al momento attuale abbiamo tre progetti fermi negli uffici del comune , che rischiamo di perdere per lungaggini burocratiche.
Concludo dicendo che ogni critica mossa a Massimo Zedda vuole sempre essere costruttiva e stimolante con tutta la volontà di collaborare , ciò che vogliono i lavoratori del lirico è che lui faccia ciò che ha detto pubblicamente di voler fare e per farmi capire le faccio l’esempio della biglietteria ancora esternalizzata con un affido “temporaneo” di 18 mesi .Ma sopratutto i lavoratori vogliono che mantenga la parola data sostituendo questo sovrintendente che nel suo piano industriale ( dovrebbe per legge essere un manager ) scrive che dovremmo produrre di più ma produrre costa…e allora che cosa facciamo stiamo fermi…???
Siamo tutti consapevoli che per Zedda sia difficilissimo capire i meccanismi di un Teatro e che abbia un mare di vertenze complicatissime da risolvere , ma il tutto è troppo lento e come si dice in gergo la nostra paura è che nel frattempo i buoi scappino…..
Sarà, ma leggendo le schede non ravvedo nulla di particolarmente nuovo rispetto alla normale – già da tempo programmata ed avviata, ante Zedda – attività degli uffici comunali. Forse due o tre cose nuove, non di più. Siamo all’ordinaria gestione. Non il compitino degli uffici mi sarei aspettato, ma una relazione dettagliata di quello che ha prodotto ogni singolo assessore.
Continuo a leggere commenti e sentenze sparate da persone che danno l’impressione di conoscere benissimo la realtà del teatro lirico solo per averlo visto passandoci davanti.Dopo esserci dentro da vent’anni, forse sto cominciando a capirci qualcosa di recente e solo con grande impegno e analizzando attentamente ogni aspetto.La complessità della macchina Teatro Lirico, abbiate pazienza se mi ripeto, sembra averla capita solo Gianluca, che per ora è l’unico che ha messo nero su bianco un progetto credibile e concretizzabile nella realtà.Questa è naturalmente una mia semplice opinione, ma da lavoratore del Lirico, condivisa da molti miei colleghi che la pensano esattamente come me e che come me vorrebbero vedere il teatro produrre per la città e non per un pubblico di elite come erroneamente si crede, quello che meglio sapppiamo fare.
Ottavia Esu
Signor Zunkbuster, sono commossa dalla sua “non sensibilità”, forse non raggiungerò mai la sua preparazione culturale ma, una cosa gliela voglio dire! Certo che sono importanti anche gli interventi sulla povertà, ma cosi come lei scrive, non si creano altre realtà di disoccupazione?Disoccupazione=Povertà!!! Tutti noi abbiamo diritto sacrosanto di difendere il posto di lavoro, qualunque esso sia…..e smettetela con la storia che gli artisti sono stapagati e non lavorano….Ci avete stufato………………
Signora Esu, che gli artisti sono “stapagati e non lavorano” lo sta dicendo lei, purtroppo anche l’arte deve fare i conti col mercato. Poi se la colpa della situazione del Lirico è di responsabili ben individuati, che si aspetta a fare le pulci ai conti e a sottoporli ai controllori (Corte dei Conti e, se del caso, Magistratura ordinaria)? Ci teniamo tutti a che una realtà prestigiosa non venga smantellata, ma il Lirico non può diventare Abbanoa in salsa cagliaritana. Poi se come afferma Gianluca Floris i soldi “ci sarebbero” con una gestione più oculata, tiriamo fuori un business plan serio e vediamo.
Egregio Gianluca Floris, forse prima di “chiedere la luna” bisognerebbe considerare che dopo le “promesse elettorali” dell’odierno sindaco Massimo Zedda vi sono state tre o quattro manovrine economiche non da poco da parte del morente governo Berlusconi e del neo governo Monti. Manovre economiche che hanno ulteriormente, pesantemente sottratto risorse a un’amministrazione che, cosetta da poco conto, si trova a far fronte anche a risarcimenti danni per espropri illegittimi dei primi anni ’80 (una cosa da niente, poco più della metà degli stipendi assorbiti dal Lirico). Per il resto, onestamente i suoi argomenti sanno parecchio di difesa corporativa di una categoria, ciò che oggi gli italiani vedono come fumo negli occhi. Vedansi, per ricorrere a un esempio relativo al mio “ambiente”, le reazioni alle liberalizzazioni tariffarie promosse dal governo Monti dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura. La cultura è importante, ma sono importanti anche gli interventi contro la povertà e tante, tantissime altre “cosette” che un’amministrazione comunale ha da fare, e c’è poco da girarci intorno, in tempi di crisi occorre operare delle scelte. Casomai le incertezze del sindaco Zedda certificano, sempre a mio modesto avviso e come su altre questioni (vedasi Tuvixeddu) il dilemma dinanzi al quale si trova un sindaco che, se proprio agisse nella direzione di chiudere la Fondazione senza sé e senza ma con tanto di ricca liquidazione all’odiato sovrintendente, non esiterebbe a telefonare immediatamente a Cualbu (sarà antipatico e di destra dirlo, ma forse in base alle sue vedute il Lirico offrirebbe una programmazione migliore ai Cagliaritani). Lei afferma che i dipendenti del Lirico chiederebbero solo di lavorare, anche di lavorare di più, ma forse che alla stessa cosa non sarebbero disponibili gli operai dell’Alcoa, o della Keller, o della Vynils? Con la sensibilità per il mondo del lavoro che sicuramente gli è propria, se fosse così semplice il sindaco Zedda non avrebbe esitato a procedere in questa direzione; evidentemente così semplice non è, o non l’avete del tutto convinto. Quanto alle critiche nei confronti dell’assessore Puggioni, sembrano abbastanza ingenerose: per un verso non tutti “si nasce imparati” quanto a diretta sensibilità per il settore come l’ottimo ormai ex assessore alla Cultura della provincia Siciliano, per altro verso, se conosce un minimo l’ordinamento degli enti locali, saprà quanto sia esorbitante il potere della dirigenza rispetto agli assessori (non a caso nel processo Tuvixeddu l’imputato è Zoccheddu, non Gianni Campus). E’ vero che l’assessore deve comunque imprimere una “direzione politica”, ma non sarà per caso il contrario di come la vede lei, ossia che l’assessore Puggioni intendesse adottare decisioni condivise e concertate, ma gli avete, tutti gli operatori, fatto venire una gran confusione in testa? Si parla tanto di idee, ma alla fine il dente batte sempre dove la lingua duole: su dinai. Si da il caso che l’Amministrazione Comunale, per i festeggiamenti di Capodanno, abbia fatto sua una valida proposta di “Capodanno diffuso” col coinvolgimento di numerose band cittadine a costi contenuti (tra i capifila della proposta ricordo Michele Atzori, alias Dr. Drer), che evidentemente “faceva i conti col mercato” (e con la situazione non rosea delle finanze cittadine) più di altre proposte su cui, secondo lei, l’assessore è poco attenta e titubante. Certamente questi ragionamenti, che a lei potranno legittimamente apparire semplici sparate alla Celentano, potranno suonare antipatici al cospetto di persone che rischiano il posto di lavoro, ma allo stesso modo dei ragionamenti del management Alcoa che ha portato allo stato alla decisione di chiudere la fabbrica di Portoscuso. E purtroppo questi problemi un amministratore comunale deve porseli.
Sto incominciando a invidiare Massimo Zedda per la sua pazienza, al suo posto, forse, sarei decisamente più autoritario, stile Gentilini, oppure darei le dimissioni per sfinimento.
Mi ero accorto di “tre o quattro manovrine economiche” del governo Monti. Tuttavia il FUS è rimasto invariato quindi il problema del Lirico non è un problema di soldi. Ripeto.
Mah … e sottolineo mah … ultimamente sembra essere il nuovo sport cittadino criticare il sindaco, e mi assumo la mia bella fetta di responsabilità. Ma se ci riferiamo specificamente al Lirico, che può fare Zedda sentz’e unu soddu e con un’azienda che si rivela un’idrovora? Quanto ai bandi per l’assegnazione degli spazi, l’opinione prevalente è che Enrica Puggioni sia un ottimo assessore, ma i bandi li fanno i burocrati, sempre i famigerati burocrati dai quali il sindaco per primo sa che deve guardarsi. Non è comunque compito da assessore, e temo che la giunta non abbia margini per assumere dirigenti esterni più idonei a perseguire la propria politica, se non esponendosi alle stesse critiche che ricevette la Moratti a Milano, oltre che all’occhiuto sguardo della Corte dei Conti.
Dice giusto Biolchini: tenere conto delle critiche. Magari che valga per la cultura come per Tuvixeddu. Ma l’esperienza ci insegna pure che il settore cultura è uno di quelli in cui maggiormente è facile scontentare tutti, vedasi la gestione di M. Antonietta Mongiu in epoca soriana. Per assurdo un ardito assessore potrebbe semplicemente mettere in liquidazione la Fondazione del Lirico e dare spazi e soldi a rockettari e metallari vari, ma poi chi li sente i melomani?
Sempre a proposito del Lirico: Gualtiero Cualbu, a cui in questi giorni saranno fischiate più volte le orecchie, sembrava avere, all’epoca in cui i suoi rapporti con Soru non erano tanto tesi, idee interessanti, per progetti magari da cofinanziare. Discorso definitivamente chiuso?
Giusto un paio (alla cagliaritana) di chiarimenti doverosi:
1 – Un’azienda come il lirico non è un’idrovora: prende 21milioni di soldi pubblici (il prossimo esercizio di più perché c’è un POR da 4milioni e sette) e paga 15 milioni di stipendi. Rimarrebbero i soldi per produrre tutto l’anno anche con collaborazioni con altre realtà regionali e si potrebbe alzare il sipario tutte le settimane dell’anno.
2 – Liquidando il Lirico il Comune non potrebbe disporre di tutti i soldi a lui destinati semplicemente perché i nove milioni del FUS e gli altrettanti della regione (che per legge deve pareggiare i fondi ministeriali) vanno proprio al Lirico e non al Comune.
3 – In una chiacchierata del marzo 2011 al Thotel con Gualtiero Cualbu e DiBenedetto, Cualbu mi disse a chiare lettere che “il problema del Lirico è che deve pagare gli stipendi. Sarebbe stato meglio avere un teatro e un parco della Musica con personale da pagare quando fanno concerto”. Cualbu ha certo progetti interessanti ma dubito che siano rivolti al mantenimento di un presidio culturale come è un Teatro Stabile, con le sue professionalità artistiche e tecniche presenti all’interno.
4 – Su cosa avrebbe potuto fare Zedda sul Lirico ho scritto già sul mio post che Biolchini ha linkato sopra. Magari è sfuggito.
5 – Siccome in comunicazione vale quello che si dice e non quello che è vero (sonotuttiladri, ètuttounmagnamagna, tantonon cambianulla, ecc), il mantra “il Lirico è un’idrovora mangiasoldi” è ormai senso comune. E non credo ci sia più nulla da fare se anche l’attento Zunk-buster ha ormai adottato il detto. Poco importa ormai che non sia vero: Il Lirico è stato gestito (ad esser buoni) da gestori inadatti al ruolo. Ma va bene così: chiudiamolo pure. Finché la cittadinanza lo continua a considerare di proprietà dei melomani anziché una casa comune è meglio così
6 – Il problema degli assessori alla cultura (anche questo l’ho scritto sul pezzo) è che continuano a ragionare come trenta anni fa: pensano che il loro ruolo sia distribuire soldini, anziché fornire strumenti finanziari di rete per accedere ai fondi che oggi ci sono eccome. È un problema di preparazione ma anche e soprattutto di atteggiamento culturale. Ma anche qui forse è meglio seguire l’ottimo Zunk: i menestrelli e i guitti non sono mai contenti perché chiedono sempre i soldi. Va bene così Zunk.
Avevo pensato di allegare al mio post un questionario con risposte possibili predefinite da parte di chi avrebbe potuto rispondere alle mie critiche. Scegliete voi quelle che vi piacciono di più. Anche tutte:
* Sul Lirico cosa posso fare? È un’idrovora mangiasoldi.
* L’assessore cosa può fare? Sono i dirigenti ad essere malvagi.
*Gli operatori della Cultura non sono mai contenti e chiedono sempre soldi.
* Con i problemi che abbiamo, possiamo permetterci di continuare a spendere per questi pseudo operatori culturali dei miei stivali.
Chiedo scusa per la prolissità. Torno a rubare soldi.