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Stefano Deliperi avanza più di una riserva sulla proposta di legge per il parco, Paolo Maninchedda rilancia il dibattito sull’abitrato in corso, Andrea Scano ironizza sullo scrittore apocalittico e ribadisce la volontà dell’amministrazione cagliaritana di preservare il colle dal cemento. Mi sembra che per gli amanti di Tuvixeddu questa domenica offra più di uno spunto di riflessione.
Partiamo dal Gruppo di Intervento Giuridico. In un comunicato stampa inviato stamattina, Deliperi dice la sua sulla proposta di legge presentata nei giorni scorsi da alcuni consiglieri regionali di centrosinistra.
“Ad un esame rapido, la finalità è comunque positiva (realizzare il parco), ma appaiono elementi di grande, per non dire enorme, perplessità. Che bisogno c’è di istituire un “ente parco”, un “comitato direttivo” e un “comitato scientifico”, prevedere la figura di un “direttore” con i connessi compiti di pianificazione, gestione, vigilanza? E il coinvolgimento della Provincia di Cagliari? A che titolo, visto che l’intera area è compresa nel territorio comunale cagliaritano?”.
Per Deliperi
“Le funzioni previste sono quelle che deve svolgere ordinariamente il Comune di Cagliari – che non può che essere il proprietario e il gestore del parco – e la Soprintendenza per i beni archeologici di Cagliari, deputata per legge alla difesa del patrimonio archeologico. Si vogliono creare doppioni per trovar posto a qualcuno? Non sono proprio i tempi giusti e non è aria”.
Ma per il leader ambientalista le riserve sono anche di natura economica. Per il parco la proposta di legge prevede uno stanziamento triennale di 90 milioni di euro in tre anni. Una cifra ingente perché
“i trasferimenti statali per tutti i 23 parchi nazionali ammontano a soli 25 milioni di euro all’anno (2011)”.
Eppoi, perché tutti questi soldi per acquisire i terreni dalle imprese immobiliari titolari? Perché
“con il completamento della definizione dell’area tutelata dal Ppr mediante l’intesa Regione-Comune-Ministero già prevista e il successivo adeguamento del Piano Urbanistico Comunale al Ppr quelle aree avranno un valore economico molto inferiore a quello precedente. Se sarà seguita una procedura corretta, gli importi saranno molto più contenuti di quanto si possa pensare”.
Chiaro no?
***
“Due parole su Tuvixeddu” dice il consigliere regionale sardista Paolo Maninchedda oggi sul suo blog. In realtà ne dice qualcune di più. Intanto torna sulla contestatissima vicenda delle intercettazioni telefoniche con Cualbu:
“Lo dico io per primo: molti hanno fatto molti errori; io ne ho fatto di verbali (i famosi e enfatizzati cani da sciogliere) (…) Non è un errore che io sia amico di Cualbu, perché non è né un bandito, né un latitante, né un inquisito né io ho la sua posizione su Tuvixeddu”.
Nel merito Maninchedda, mette in guardia dall’entità dei danni arrecati all’impresa (è in corso un arbitrato) e su chi dovrà pagarli:
“Tutti tacciono su un problema: il rischio dei danni. Questa vicenda non si avvia a conclusione senza un accordo generale che inibisca qualsiasi azione politica sui danni. (…) Il primo patto da fare è prevedere che, qualora anche ci fossero danni da pagare, li si copre con legge del Consiglio regionale. Non si fanno grandi cose facendo vittime e questa vicenda rischia di farne troppe, sia sul versante pubblico che su quello privato”.
E ancora:
“Nessuna legge, nessun negoziato sembra essere praticabile prima che si concluda l’attività del collegio arbitrale. E allora occorre fare un patto politico su un obiettivo alto: fare il grande parco. Ci si siede, ci si parla; se serve una legge, la si fa, e si mette la parola fine su questa vicenda senza che vi siano strascichi per nessuno. L’unico problema, oggi, è dato dalla crisi finanziaria. Bisognerà sforzarsi per trovare soluzioni sostenibili, ma se prevale una logica positiva, ce la si può fare”.
Conclusione:
“Bisogna fermarsi e capirsi. Io mi fermo; non voglio stare in posizione di attacco, ma di soluzione. Altri facciano un po’ quello che vogliono”.
***
Andrea Scano è il presidente della commissione Urbanistica del Comune di Cagliari. Oggi l’esponente del Pd trova spazio su La Nuova Sardegna che nella pagina dei commenti pubblica il suo intervento dal titolo “Non siamo cementificatori ma per difendere la necropoli è necessaria una mediazione”. Il mite consigliere del Pd ironizza sulla posizione dello scrittore Giorgio Todde (senza però mai citarlo) e sul suo recente intervento. Dice Scano:
“Questi personaggi sono vittime di un’ossessione: spararla grossa per produrre effetti sensazionali. Perdono così il contatto con la realtà. (…) Forse qualcuno degli Apostoli della Luce si sarebbe aspettato soluzioni pronte in tempi rapidissimi su tutti i “grandi temi” che riguardano la città (…) La Luce che si impone con forza e immediatamente sulle tenebre… Mi dispiace deluderli: ci stiamo lavorando, ma occorreranno tempo, pazienza e disponibilità a qualche compromesso”.
Scrive ancora Scano:
“Si parla tanto di adeguamento del Puc al Ppr. È necessario e doveroso farlo. Ma con questo adeguamento non sarà possibile ottenere per magia “zero metri cubi di cemento e un parco gratis subito”. Piacerebbe tanto anche a noi ma la realtà è diversa. Nella realtà ci dovrà essere un accordo tra Comune, Regione, Soprintendenza”.
Infine, la stoccata all’Apocalittico Todde:
“Mettere insieme tutte queste istanze per produrre un risultato (e non chiacchiere) comporta la disponibilità a porsi da un altro punto di vista. È necessario rinunciare a tutte quelle “lettere maiuscole” per riuscire a leggere una realtà fatta di luci e ombre”.
***
Sempre su La Nuova Sardegna vi segnalo l’intervento di Enrico Pau. In realtà il regista spazia su tutto il fronte della politica urbanistica della Giunta Zedda e si chiede: “Esiste cemento e cemento, ma quello di sinistra è buono?”. Si tratta di un intervento che Pau ha postato anche su questo blog e che potete trovare tra i commenti del 12 febbraio al post “Todde su Tuvixeddu l’ha sparata grossa”.
Tutto è bene quel che finisce bene, forse. La delibera sul piano casa sicuramente dimostra che Massimo Zedda e Paolo Frau non sono cementificatori, è anzi un atto molto coraggioso e, avuto riguardo alle spiegazioni che come sempre con una certa puntualità fornisce Matteo Lecis, fortificato da grande competenza e grande conoscenza della città. Tanto di cappello. Ciò non toglie che la 1/2012 necessiti quanto meno di essere scritta meglio, il testo attuale è scritto coi piedi, e queste cose sono rischiose specie all’eventuale cospetto del giudice amministrativo. Vi è per il resto un grande dibattito su “come” debba essere il parco, di cui capisco poco, a parte che se ci sono abusi chi ne è a conoscenza dovrebbe segnalarli tempestivamente alla magistratura, anziché parlarne e basta. Ma c’è una cosa che stona: come mai le castronerie di una testata online arruffona e pettegola sono state riprese per oro colato da qualche dirigente di SEL e anche del PD (per fortuna minoritario)? Nessuno ha mai pensato che dietro Zedda e Frau ci fosse Cualbu, almeno concedete che la buona fede possa essere bilaterale e non state ad insinuare che dietro Enrico Pau (o addirittura Francesca Ghirra che pare sia stata presente alla manifestazione di piazzetta Maxia) ci possa essere Cappellacci. Come dire che dietro a uno che ha fatto anche gli spot per Massimo Zedda c’è Attila.
http://www.castedduonline.it/editoriale/zedda-ora-deve-difendersi-dagli-ecologisti-intellettuali/9880
A questo il buon Biolchini pur nell’asprezza nei confronti di Todde non è mai arrivato.
Tra l’altro l’articolaccio contiene una palese inesattezza. Né Zedda né altri hanno annunciato di aver ritirato la delibera. E’ vero che si è parlato di modifiche fin dal 1° febbraio, di ritiro proprio non risulta. Tanto è vero che Broz tenta anche oggi di difenderla punto per punto su Sardegna Democratica, e lo stesso ha fatto, anche se in modo probabilistico e dubitativo, Matteo Lecis.
Sì che la difendo, non punto per punto ma “contro punto”. Non la ritengo immodificabile, per quel che può valere, ma non dice ciò che qualcuno cerca di attribuire.
Ad essere certi al 100% qui si sarebbe terribilmente presuntuosi, e varrebbe anche per i giuristi più sperimentati. Di sicuro, la delibera non è scritta benissimo. Matteo Lecis, contro il quale taluno ha esagerato negli attacchi – sarà che a me comunque non dispiace il suo stile, posso ritenerlo forse parzialmente disinformato, ma non in malafede – è stato al riguardo molto prudente. Non lontanissimo da Deliperi direi. Fermo che comunque io a manifestare in piazza contro Massimo Zedda non ci andrò mai.
Io sì, se fosse concreto il pericolo che il colle di Tuvixeddu possa essere deturpato dal cemento per volere della Giunta sarei tra i primi a incatenarmi ai cancelli dei cantieri. E quindi mai.
E quindi considerato che sulla buona fede del sindaco siamo d’accordo tutti, non capisco perché stiamo qui a scannarci. Io penso che qualche errore lo abbia commesso, tu no; poi, chi gli da del “cementificatore” ne risponde.
Gentile Zunkbuster, ma davvero lei crede che ci fosse una manifestazione di piazza contro il sindaco Zedda? Crede che i civilissimi cittadini del Social Forum abbiano messo in piedi una clamorosa manifestazione di piazza contro il sindaco? Su, su, ritorniamo a parlare della delibera e dei progetti, esattamente come avviene in tutte le città del pianeta. Questa roba dei sovversivi fa davvero ridere. Ho letto che c’era anche Francesca Ghirra. E’ anche lei contro il sindaco? Non credo proprio.
Quando non si vuole parlare di un problema, allora se ne agita uno inesistente.
Le ripeto, peccato non continuare la discussione su aspetti interessanti.
Beh gentile Addetto, la preghierina “Santa Democrazia” non esprimeva esattamente la massima fiducia nei confronti del sindaco. Non faccio questioni personali in politica, ma dal momento che quando vedo il sindaco, anche se capita di rado, lui si comporta sempre con gentilezza e amichevolmente nei miei confronti, sul piano dei rapporti personali non mi sarebbe parso il massimo. Quello che scrivo qui rispecchia, magari in modo talora più crudo e talora troppo “legalese”, quello che cerco di dirgli quando lo incontro.
Sì infatti, non capisco perché si facciano manifestazioni di protesta per rinnegarle il giorno dopo: sembra un braccio di ferro infinito.. Un “guardate che ne siamo capaci, ma potete ancora recuperarci..”..boh!
Order, order, come direbbe lo speaker della House of Commons britannica. Allora, Casteddu On Line. Mi dicono da Google e Twitter che il titolare del sito, Maurizio Bistrusso, è addetto all’ufficio stampa della Soprintendenza ai Beni Ambientali, Paesaggistici etc.. Un dettaglio su cui soffermarsi un attimino: non è lo stesso posto dove regnava il soprintendente Santoni, quello che è a processo insieme al dirigente comunale Zoccheddu e altri per la vicenda delle fioriere di Tuvixeddu? Questo non sembra incidere sulla completezza informativa: hanno intervistato anche la Morittu e Gianfranco Carboni. Tuttavia, oggi troviamo un editoriale (non firmato, quindi espressione del sito) di una rozzezza che altroché Andrea Scano. Complimenti a chi ha preso la storiella di Oppi e Floris per oro colato … e mi sono pure beccato gli insulti di qualcuno di Sardegna Democratica solo per aver divulgato la notizia da quelle parti. Qui, il clima si sta incattivendo troppo.
Zedda, te la sei proprio cercata a lanternino
http://www.castedduonline.it/cronaca/zedda-contestato-dagli-ambientalisti-in-piazza-arrivano-cappellacci-e-oppi/9816.
Bella figura davvero!
Caro Zunkbuster, non corrisponde al vero che Cappellacci e Oppi si siano avvicinati alla manifestazione che, oltretutto, non era contro il Sindaco benché critica. Una bugia di uno strumentino locale di comunicazione che fa male a tutti. Uno schifo. La notizia è firmata dalle sole iniziali, M.B., ed è una totale, completa bugia.
Bene, chi c’era forse è meglio che chiarisca ufficialmente, perché in rete già gira l’ennesima diffamazione, del tipo “Italia Nostra ha organizzato la manifestazione d’accordo con Cappellacci”. Per completezza, “Casteddu On Line” evidenzia anche che Gianfranco Carboni avrebbe approcciato in modo ironico Cappellacci mentre SI TROVAVA IN AUTO … sembra di capire che il Governatore era di passaggio. E’ così?
Casteddu online ha scritto cose palesemente false. Tutto qua.
Questo dimostra semplicemente come queste manifestazioni siano facilmente strumentalizzabili. Che Oppi e Cappellacci ci fossero o meno conta poco. Quello che risulta è che Massimo Zedda è stato contestato dagli ambientalisti in generale. Non da Italia Nostra e il Cagliari Social Forum (l’unico social forum in Italia composto in gran parte di fuori quota piuttosto che da giovani, ma tant’è…), ma da tutto il mondo ambientalista. Mentre così pare non sia.
Resta per me incomprensibile, senza far appello alla malizia, la necessita di una manifestazione del genere, proprio ad un giorno dalla messa a dimora di 500 piantine realizzata da Lega Ambiente in collaborazione col Comune di Cagliari e alcune scuole elementari e medie cittadine. Quindi gira online sia la protesta di parte degli ambientalisti cagliaritani e al contempo le foto del sindaco che pianta gli alberi applaudito dai bambini. Per altro, io che c’ero pure, è incredibile che bambini piccoli conoscano Massimo Zedda, lo chiamino per nome e gli chiedano pure l’autografo. Non so se essere contento o preoccuparmi…
Non ho capito bene quale fosse lo scopo della manifestazione: dichiarare la propria delusione sugli otto mesi di amministrazione oppure promettere che non ci saranno sconti nella valutazione del suo operato? Per la seconda, non c’è bisogno di grandi esibizioni: l’elettorato di sinistra è notorio che non perdoni! Se è la prima, francamente non riesco a prenderli sul serio.
Massimo Zedda piantava alberi tutto intabarrato.
Un tempo, queste manifestazioni di agricola operosità, c’era chi le faceva a torso nudo!
Ma era giugno. Ora siamo a febbraio.
Infatti l’elettorato di sinistra non perdona, ma non si mette per partito preso contro un sindaco deludente a costo di fare combriccola con Cappellacci. Casomai, se ne sta a casa. Se fa ancora “chiassate” forse vuol dire che l’interlocutore è ancora considerato il sindaco, non certo Oppi. Io non sarei sceso in piazza col Social Forum né comunque in manifestazioni di aperta sfida al sindaco (se non altro perché lo conosco da tanti anni e ci diamo del tu, e potrebbe ben dire “dimmele in faccia queste cose invece di fare gazzarra in piazza”), però, caro Soviet, io mi preoccuperei più del rassegnato silenzio delle parti più “turbolente”, o più sensibili, dell’elettorato di sinistra piuttosto che delle manifestazioni di dissenso. E’ trattare sommariamente chi non è yesman come “talebano”, “tafazziano” o “manicheo” che allontana gli elettori. La città, su tutte queste cose, si sta interrogando molto più di quanto non trapeli dall’informazione, da quella di regime dell’Unione Sarda a quella talora un po’ arruffona di Casteddu Online e di Sardegna Quotidiano.
E trattare gli altri come “yesman” invece non è sommario, scommetto.
Lo dici solo con questo nick o anche con gli altri, Matteo?
Uso solo questo, o in alternativa il mio nome. Piacere, tu chi sei? Se vuoi presentarti la mia mail è nota, è nel mio profilo Facebook, sono sicuro che qualcuno te la può passare. Non sono cattivo come mi descrivono 😀
Se poi vuoi anche specificarmi se per caso per te è sommario solo usare “tafaziano” ma non “yesman” proseguiamo il discorso.
P.S. Farmi capire con questa domanda che sai chi sono è di una simpatia quasi mafiosa. Complimenti per lo stile.
Guarda che me l’ero solo “fragata”, mica sono un hacker. Relax compagno. Ah … ti saluta Bernardo Provenzano 😉 🙂 🙂 🙂
Ti invito solo a rifletterci: non è stato carino. Già sono rilassato, per fortuna e per etica il nome è la cosa perché la cosa peggiore che si possa dire di me (spero..).
Ti invito solo a rifletterci: non è stato carino. Già sono rilassato, per fortuna e per etica il nome è la cosa peggiore che si possa dire di me (spero..). A presto, e comunque un piacere.
Ero presente sabato alla manifestazione a monte urpinu ( ben venga) perchè solamente Lega Ambiente le altre Associazioni che si occupano di ambiente non erano gradite?…all’ingresso di di via Raffa Garzia era appeso un Cartello Ordinanza 47 viabilità del 19.01.2012 guandando il sito del Comune quall’ordinanza parla di ZTL perchè?….era falso un errore….!?!? domenica mattina ero presente in piazza Maxia anche se per poco tempo Manifestazione goliardica può darsi ma i temi rappresentati anche se in modo “metaforico ” erono tutti veri, impegni presi in campagna elletorale, ne cito alcuni vuoti urbani ; tuvixeddu; orti urbani; acqua pubblica ; mobilità; ex Servitù militari; ecc….
Onestamente a me dispiace molto perchè la giunta, che continua a parlare di compromessi necessari come unica soluzione possibile, dovrebbe dire cosa intende esattamente per “compromessi”.
Capisco la situazione estremamente ingarbugliata a livello legale, continuo a non capire però la famosa delibera che non mi pare sia stata ancora ritirata definitivamente.
In un momento come questo, in cui si è capito che nelle grandi città si deve invertire completamente l’impostazione dello sviluppo urbanistico, quandoanche una metropoli come Milano, nonostante le difficoltà, ha scelto di abbandonare la sua storica vocazione industriale per diventare addirittura una città a vocazione agricola, forse a maggior ragione anche Cagliari dovrebbe davvero in maniera coraggiosa svoltare pagina.
Purtroppo sino ad oggi abbiamo visto cos’ hanno significato i “compromessi” e a cosa sia stata ridotta una città dalle grandi potenzialità come Cagliari, e come questi “compromessi” l’hanno impoverita facendo arricchire giusto i soliti pochi imprenditori.
Sembra così estremo, da “mistici” o da persone che non hanno il senso della realtà chiedere di cambiare definitivamente l’andazzo per il bene di tutti e fare di Cagliari la città che si merita di essere, magari anche diventando un esempio per tutta l’Italia e non ripercorrendo i soliti errori e i soliti “compromessi”?
“la giunta continua a parlare di compromessi necessari come unica soluzione possibile”? Dove, quando, chi?
Ti posso consigliare di seguire o partecipare alla discussione nel blog di Andrea Scano, commissario dell’ufficio urbanistico del comune http://andreascano.blog.tiscali.it/2012/02/19/tuvixeddu-non-servono-le-lettere-maiuscole-la-nuova-sardegna-19022012/
Per tua informazione, Andrea Scano NON fa parte della giunta e non esiste una carica di “commissario dell’ufficio urbanistico del Comune”. E’ presidente della commissione Urbanistica, che è un’altra cosa. E in ogni caso il suo intervento è di più di una settimana fa.
Grazie dell’informazione, intendevo quello che dicevi tu, scusa se non sono stato preciso, Comunque il suo intervento è più di una settimana fa ma nel suo blog sto continuando a parlarci per capire esattamente cosa si intende per “compromesso” e “mediazione” che sono i concetti più ricorrenti. Anche se non fa parte della giunta immagino che il suo parere e le cose che dice abbiano un certo valore o no? Altrimenti a chi mi devo agganciare per capire cosa vogliono esattamente farci a Tuv?
Al Sindaco che ha dichiarato di non voler cementificare.
Ma il mio problema è capire cosa si intende per “compromesso” e perchè non è ancora stata butta al cestino della carta straccia la delibera che ha scatenato tutta questa polemica. Inoltre voglio capire che genere di parco vorrebbero farci, perchè anche con tutte le buone intenzioni Tuvixeddu può essere comunque deturpato facendoci un tipo di “parco” che non c’entra nulla in quel contesto. Poi se segui da un pò la vicenda di Tuvixeddu, ti risulta mai che qualcuno avesse dichiarato esplicitamente di volerlo cementificare? Tuvixeddu era da “valorizzare” secondo il piano di riqualificazione urbana, quando mai lo si voleva “cementificare”. Lo sappiamo tutti che Zedda e la giunta non vogliono cementificare, ci mancherebbe altro…che inizino a buttar giù quelle fioriere di Cualbu allora invece di abbassarle solo un pò.
cappellacci e oppi con Italia Nostra… bel colpo per Italia Nostra, la loro credibilità è definitivamente distrutta… sempre che la notizia di questo “casteddu on line” sia reale… mi resta qualche dubbio…
anche perchè dopo tutto quello che ha fatto la giunta in questo mese per correre ai ripari dopo le “urla” di Todde… se Italia Nostra ha davvero fatto una manifestazione anti cemento e anti Zedda, sarebbero proprio in malafede…
Accidenti, signor Tato, se lo dice lei per me è come se lo dicesse l’Ansa.
gentile signor Giò… il senso del mio intervento era questo:
1. non credo che ci fossero davvero Cappellacci era Oppi con Italia Nostra, perchè sarebbe per Italia Nostra un clamoroso autogol… infatto ho dubitato della credibilità di “casteddu on line”…
2. non riesco davvero a capire il motivo di tutto sto casino che sta facendo italia nostra per tuvixeddu, nonostante le continue smentite che arrivano dal Comune… io capisco sensibilizzare per il problema di tuvixeddu, ma a me questa sembra una crociata basata sul nulla… quando si capiranno davvero le intenzioni del comune, allora se queste dovessero essere “cemento” ci sarò anche io a incatenarmi ai pali di via is maglias, ma ora non capisco perchè si stia facendo questo casino… così, a sentimento, mi sembra “strumentale”…
Saluti
Tato Ansa
C’erano i cartelli con su scritto “Assessorato o muerte”?
Non mi pare di aver letto che ci fossero Cugusi e Marcialis alla manifestazione 🙂
Mischini! Io facevo ironia su Oppi..
ma bella figura CHI? Non mi pare proprio che a Tuvixeddu si sia ancora aggiunto un solo grammo di cemento per autorizzazione della giunta Zedda.
E neppure mi sembra che si vada in quella direzione.
Poi ognuno scelga la compagnia che meglio gli aggrada, se qualcuno gradisce la solidarietà e la consulenza di Oppi & Cappellacci faccia pure, e vedremo chi raccoglierà più consenso, migliori risultati e farà la “bella figura”.
Caro Neo Anderthal, non raccolga e propaghi falsità. Non fa bene né a lei e neppure al blog nel quale travasa i suoi pensieri.
Le chiedo perdono, caro/a Giovy, prima di raccogliere o propagare alcunché -o anche, come nel caso di intervenire avventatamente a chiosa del puntuale commento di ZunkBuster- io d’ora innanzi mi accerterò che le notizie siano vidimate dalla Sua Illustre supervisione.
Già mi sento male, al solo pensiero di aver travasato su un travisamento -o ho travisato su un travaso? Non mi tenga sulle spine, mi indichi Lei la Via, la Verità e la Luce!-
P.S. se lo scoop minimo -meno di una scuppettata, un petardo- di Casteddu on line si rivela una fesseria sono più che contento.
Ma poi se si fossero avvicinati significherebbe pure che facevano parte della compagnia? Non so se avete presente il Cagliari Social Forum e Italia Nostra. Mi risulta che siano stati tra quelli più agguerriti contro la politica di capellacci. La giunta ci farebbe sicuramente una figura migliore innanzitutto stralciando definitivamente quella famosa delibera, perchè appunto mi risulta non l’abbia ancora fatto, e siccome parla tanto di “compromessi” come unica soluzione, allora spieghi esattamente se questi compromessi che intende siano differenti da quelli che contestava alla giunta precedente su certe politiche urbanistiche.
Cagliari non è Las Vegas.
Può capitare di stare nello stesso posto con persone dalle quali si è distanti anni luce.
http://www.castedduonline.it/cronaca/maria-paola-morittuappoggeremo-ogni-decisione-della-giunta-che-rispetti-il-programma-elettorale/9854
“Il sit in, organizzato dai “delusi del voto”, un nuovo comitato spontaneo che ora promette di seguire passo dopo passo l’attività della giunta e del Consiglio comunale.”
Io lo faccio da inizio consiliatura, bella rivoluzione!
Poi mi incuriosisce la modalità della mobilitazione. Nessun tentativo di coinvolgere la città, un manifestino, un sms agli amici, un eventino facebook, un comunicato stampa? E la partecipazione?
Oggi sulla nuova è uscito un bell’articolo di Giorgio Todde che voglio proporvi perchè mi sembra molto stimolante per continuare questa discussione:
La Giunta insonorizzata che governa Cagliari commenta con parole frugali e prudenti la propria azione. Non sappiamo quindi – speriamo di no – se abbia affidato un messaggio in bottiglia al Consigliere Andrea Scano sulla Nuova del 20 febbraio e neppure a chi quest’ultimo si rivolgesse con il suo elaborato. Mancava il destinatario.
Ne abbiamo, comunque, apprezzato la forma. Non abbiamo potuto apprezzare i contenuti perché, per quanto li abbiamo cercati, non ne abbiamo trovato.
Nel sermone contro “mistici” e “manichei” il Consigliere dimentica il proprio periodo mistico quando se la prendeva “col sindaco Emilio Floris per essersi schierato coi costruttori”. Reclama il solito “lasciate lavorare il centravanti”. E le altre sparate le affidiamo alla misericordia del lettore.
C’è un’unica parola che non fa sorridere nella sua omelia: la parola “compromesso”. L’abbiamo sentita troppe volte e mette paura.
Ma il Consigliere trascura ogni cenno al merito delle questioni sollevate da questo giornale. E al merito noi ci atteniamo.
Il Consigliere non ha potuto trovare nello scritto del 6 febbraio sulla Nuova una parola che non fosse sostenuta da un solido argomentare, anche giuridico. Provi a smentire. E non nell’etere, ma sulla carta stampata.
Cosa racconta, il Consigliere, del parcheggio sotto le mura? Del progetto del Campus? Nessuno è contro un Campus, ma quel progetto è un mostro. E cosa argomenta sulla delibera Tuvixeddu, attesa in Consiglio da un’opposizione entusiasta? E’ la delibera ad aver destato preoccupazione e non l’intervento apparso sulla Nuova.
Nella delibera è detto chiaro che l’area di tutela integrale può consistere nel solo francobollo della necropoli e del catino, già tutelati dal ’96. Che si possa ridurre il raggio della tutela a meno di cento metri dalla necropoli. Che si deve ottemperare al Piano urbanistico comunale il quale prevedeva 270.000 metri cubi per l’impresa e 120.000 di servizi. E cosa significa questo, se non che si può costruire a ridosso della necropoli?.
Che sulla questione Tuvixeddu occorra una mediazione appare ovvio anche a un bimbo e tutti prendiamo atto delle dichiarazioni confortanti del Sindaco sull’inedificabilità dei due colli. Tanto più che i Tribunali hanno ormai chiarito quasi tutto, salvo certi aspetti penali. Ora si deve agire, sì, ma nella direzione indicata dalle sentenze e sarà necessaria una sapiente mediazione, forti delle “posizioni” conquistate.
Siamo contenti di avere un piano di utilizzo del Poetto non più terra (nera) di nessuno, contenti che non si faccia il parcheggio rovinoso in via Roma, che si rimuovano i tavolacci dall’anfiteatro. Assai contenti dell’annunciato adeguamento del nostro Piano urbanistico al Piano paesaggistico. E vedremo come si dipanerà.
Ma – tralasciando delibera, parcheggi, vuoti urbani, successi e intenzioni – oggi vediamo Tuvixeddu malconcio. Il bianco dei colli contaminato, il fascino dei luoghi sfumato, sepolture intercettate da fioriere faraoniche, un avvilente snaturamento del sito che fa rimpiangere quello che avremmo dovuto conservare e che continuiamo a cancellare. A Tuvixeddu si deve vedere Tuvixeddu e non lo smisurato progetto del Parco. Ci aspettavamo una “mano” diversa, un’altra attenzione e la modifica di quel progetto. E’ ipocrita piangere Lilliu – anche lui “mistico-manicheo” della tutela integrale – e ignorare la sua lezione trasformando una necropoli in giardinetto.
L’esercizio della critica non è un agguato. Noi sosteniamo la Giunta anche con la critica e non predicando il funesto compromesso universale. Quanto alle idee del Consigliere Scano continueremo a cercarle nei suoi scritti. Prima o poi le troveremo. Per ora sentiamo nelle sue parole le stesse intonazioni, ma più scortesi, di chi lo ha preceduto al governo cittadino. Sarà questa la continuità.
Todde ha abbassato il tiro, ma mi lascia sempre perplesso… il campus universitario è stato un grande successo di questa giunta, se a qualcuno non piace il progetto non significa che sia “mostruoso” e poi se si deve scegliere tra una cosa che serve “brutta” e niente (niente condito dalla perdita di 30 milioni di euro) preferisco salvare i 30 milioni e tenermi la cosa “brutta” che serve, dando un servizio alla città anziché fossilizzarmi sulle mie opinioni personali.
Continua a parlare della famosa delibera, continuando a dire che prevedeva cemento e ignorando che è stata ritirata e che deve essere modificata (se ben o capito), senza considerare il fatto che “il cemento” previsto dalla delibera l’ha visto soltanto lui e pochi altri (dato che anche il questo blog si sono viste numerose interpretazioni diverse della delibera).
Todde se la prende con Scano che forse è il consigliere che ha dato la risposta più scomposta; ma non parla delle risposte del Sindaco, di Cocco Ortu, di Deliperi e di tutti gli altri che si sono schierati in modo diverso da lui.
Infine dice che è necessaria una “mediazione” ma non mi è chiaro il suo concetto di mediazione, dato che a leggere l’articolo sembrerebbe contrario anche all’idea di “parco”:
non esageriamo. Tuvixeddu non sono solo tombe… Ok, che l’area delle tombe deve essere
pulita e lasciata “vergine” ma il resto DEVE essere un parco…
mi pare che l’idea di Todde di “mediazione” sia: “dovete fare come dico io”.
Tuvixeddu sono tombe + area verde, non è una religione o la terra santa… a me pare che molta gente ne voglia fare questioni “di principio”…
Scusi Tato, quando mai Giorgio Todde ha affermato che l’Ing. Cualbu, un imprenditore che ha come tutti i diritti che la legge può riconoscergli, deve essere semplicemente espropriato e magari cacciato dalla città? Mi sembra che non Vito Biolchini che si è soffermato su aspetti un po’ diversi della vicenda (direi molto attinenti alla correttezza della “cronaca”, e su qualche aspetto forse aveva pure ragione), e neppure Deliperi che sia pure a più riprese ha esaminato il caso col rigore che gli è consueto, ma molti altri protagonisti della vicenda, e tra questi principalmente Andrea Scano (un politico ragionevole dal quale onestamente non si attendevano simili “uscite”) e qualche troppo zelante sostenitore del sindaco (magari anche qualche suo strettissimo collaboratore in incognito, che in un “Paese normale” dopo queste male parate perderebbe il posto), abbiano arbitrariamente qualificato Todde, Sardegna Democratica, e oggi magari anche il FAI – nota organizzazione sovversiva la cui presidente nazionale era la signora Giulia Maria Crespi, che tutti sanno essere un’irriducibile black bloc – alla stregua di cantori del “trionfi la giustizia proletaria”. Non ho mai pensato che Massimo Zedda sia un “becero cementificatore”, come estremizza il segretario regionale di SEL, ma non mi si può neppure convincere a dare credito a questa panzana che implicitamente aleggia negli argomenti di Scano e soci.
“Scusi Tato, quando mai Giorgio Todde ha affermato che l’Ing. Cualbu, un imprenditore che ha come tutti i diritti che la legge può riconoscergli, deve essere semplicemente espropriato e magari cacciato dalla città?”
Ho riletto il mio intervento più volte, e non mi sembra di avere mai scritto una frase simile.
Comunque felice di rileggerla caro Zunk, ho avuto paura che abbandonasse davvero il blog, cosa che non avrei condiviso 🙂
Nel mio intervento volevo solo sottolineare che continuo a non capire certe critiche;
Todde, Sardegna Democratica, la FAI, Italia Nostra fanno bene a chiedere spiegazioni al comune se hanno dei sospetti di possibili aperture al cemento; ben diverso è sparare su tutti i giornali accuse alla giunta dicendo che sia una giunta cementificatrice senza che ci sia alcun riscontro oggettivo e poi scegliere di commentare solo quello che gli fa comodo per avvalorare la loro tesi… Che Todde dica quasi a voce basse “ben venga l’adeguamento del ppr al puc” mi piace ma non mi basta… perchè non ha titolato “finalmente il comune adegua il ppr al puc”? non è quello che chiedevano?…ora che l’hanno avuto la notizia passa in sordina, perchè? perchè non vedo sulla nuova o sull’unità lo stesso risalto alla notizia che è stata data alle grida anti cemento… questo non capisco: la notizia falsa passa, la notizia vera no.
Lei Zunkbuster non ha gridato a Zedda cementificatore, ma Todde si, Sardegna Democratica pure, così come Italia Nostra… e trovo assurde le proporzioni che hanno assunto queste critiche in relazione alla realtà di quello che ha fatto il comune… sono arrivati a dire che c’è stata continuità con Floris… ajò… ci vuole davvero coraggio a dire una balla così grande!!!
Poi ripeto, sono in parte soddisfatto nel leggere che Todde in parte ritratti o abbassi i toni della sua critica.. .ma il suo pezzo mi trova in forte disaccordo per i motivi scritti nell’intervento precedente…
sono d’accordo sul fatto che tuvixeddu sia una questione complessa sulla quale bisogna discutere e mediare nel rispetto delle leggi e delle sentenze, ma non deve essere un pretesto per screditare gratuitamente la giunta e tutto il suo operato…
giusto per chiarire non sono un amico di Zedda, ne una persona vicino alla giunta; sono un cittadino che crede in “Massimeddu” e crede nella sua buona fede, forse sono troppo ingenuo ma spero fortemente di non essere deluso…
Saluti e Cordialità
Tato
Egregio Tato, non le ho attribuito cose che lei non ha detto, semplicemente mi ha dato l’impressione che tra i filoni di critica a Todde vi fosse, non da parte di tutti, un retropensiero di questo genere. Sicuramente da parte di Scano che parla di “compromesso” in un modo che evoca un passato non edificante (chi conosce bene le vicende cagliaritane avrà già intuito quale). Poi vabbeh, a volte si scrive senza limare bene gli aggettivi, e può capitare a Todde come a chiunque. Per quanto mi riguarda, anche se chiunque legga affrettatamente i miei sgangherati interventi potrebbe facilmente pensare il contrario, ho una simpatia sconfinata per Massimo Zedda, mi spiace solo che dia l’impressione di essere stretto tra una burocrazia borbonica e le sirene di “mediatori” che muovono da logiche rivelatesi devastanti e fallimentari già nel passato.
Quanto alla presenza nel blog, semplicemente questo argomento mi stava appassionando decisamente troppo sottraendo anche tempo al lavoro. Ma nessuna “campagna”, su altre cose la penso in maniera opposta agli ambientalisti.
http://andreascano.blog.tiscali.it/2012/02/19/tuvixeddu-non-servono-le-lettere-maiuscole-la-nuova-sardegna-19022012/?doing_wp_cron
Cari amici vi propongo di seguire l’interessante discussione nel blog di Andrea Scano, Ho l’impressione che ancora non si sia capito o più sicuramente non si ha la volontà di capire essendo una questione intricata e difficile, che Tuvixeddu è un’occasione unica ed irripetibile per fare qualcosa di totalmente nuovo e grandioso, mai visto prima d’ora in nessuna città europea, che possa essere un esempio “rivoluzionario” nella concezione di “parco” all’interno di una città. Invece purtroppo temo che le scelte conformiste della “mediazione” possano prendere il sopravvento e trasformare un luogo dalle potenzialità enormi, in un ibrido di “giardino pubblico con area archeologica”.
ecco… io forse mi sto perdendo (o forse mi sono perso da molto) 😀
non capisco (non è polemica. è proprio non capire) la differenza tra giardino pubblico con area archeologica e parco.
Non capisco se dietro la voce “parco” ci sia la volontà di tenere tuvixeddu accessibile ma esattamente così come è senza nessun intervento “estetico”.
Perchè io per parco intendo “monte claro” se stiamo a Cagliari, o i grandi parchi di Roma… giusto per fare un esempio… io mi immagino che Tuvixeddu possa diventare un parco in quel senso, con una area archeologica interna ben delimitata, controllata e tutelata… ma mi aspetto che fuori dall’area archeologica ci possano passeggiare le mamme con i bambini, gli studenti vadano a studiare, i ragazzini giochino a pallone…
non capisco se per lei questo è “parco” o “giardino pubblico” e nel caso fosse “giardino pubblico”, vorrei capire cosa è “parco”… perché sono stra-aperto a qualsiasi idea alla quale non ho ancora pensato 🙂
grazie mille…
Io penso che a Tuvixeddu ci debbano essere più pecore e meno panchine. Un tempo a Tuvixeddu ci pascolavano le pecore che scendevano dalla zona della villa Mulas in cui si trovava il loro ovile, sino alla necropoli, dove andavano a brucare l’erbetta fresca. Io immagino che per un turista sia più interessante e sorprendente trovarsi in un luogo riportato alla sua “genuinità” e integrità, piuttosto che ritrovarsi dentro uno schema di parco simile ad altri, presenti in tante altre città italiane od europee come quelli che lei citava. Credo che la forza di quel luogo e quindi anche la sua resa economica nei confronti di Cagliari, possa risultare veramente importante se verrà lasciato stare il più possibile integro, rispettando al massimo le sue caratteristiche di campagna mediterranea aspra, anche per certi versi antipatica e poco ospitale. Tuvixeddu è un luogo straordinario e bisognerebbe rafforzare la sua “estrameità” nei confronti della città e non trasformarlo appunto in un luogo dove possono andarci le mamme con le carrozzelle o gli studenti per studiare. Per queste cose a cagliari ci sono tanti altri spazi interessanti. Credo che questo parco vada studiato bene in questo senso, potrebbe rappresentare l’occasione unica e irripetibile di avere qualcosa di assolutamente originale che nessuna altra città possiede.
grazie signor Nurcis, apprezzo la sua immagine romantica e poetica di un tuvixeddu con “più pecore e meno panchine”… non avevo mai pensato a questa ipotesi e devo essere sincero, mi serve del tempo per rifletterci perché mi coglie piacevolmente impreparato…
ritengo che questo sia uno stimolante terreno di dibattito ma non di scontro,
nel senso che se prevalessero “le panchine” sulle pecore non mi aspetto dei muro contro muro o delle grida allo scandalo da parte dei sostenitori delle “pecore”…
grazie comunque per il chiarimento
Saluti
Massimo Zedda & C. hanno un’occasione che non gli si ripresenterà mai più nella loro vita. Non si rendono conto forse dell’enorme fortuna che hanno avuto nell’ essere diventatii, proprio in questo difficile momento storico, amministratori di una città come Cagliari e soprattutto di poter gestire il problema di Tuvixeddu, così delicato, ma a mio parere, fondamentale per il futuro di Cagliari e della Sardegna. Sempre in questo blog ho già espresso il mio pensiero sull’ importanza di considerare Tuvixeddu un possibile punto di riferimento per i popoli del nordafrica che stanno ridisegnando la conformazione geopolitica del mediterraneo. Per cui è possibile prevedere che da qui ai prossimi anni, il mediterraneo ridiventerà uno dei centri più importanti dell’intero pianeta, in cui si svilupperanno nuovi mercati, nuove culture nuovi rapporti tra i popoli. Cagliari e la Sardegna si trovano in un punto strategico, come un ideale ponte tra il nordafrica e l’Europa. Tuvixeddu è un monumento di almeno 4000 anni che testimonia i rapporti che la Sardegna ha avuto con le popolazioni nordafricane. Tuvixeddu può essere la base per preparare la Sardegna al futuro.
Allora secondo me, in questo senso, bisogna avere anche una visione ambiziosa , valorizzando il senso storico più profondo della collina cagliaritana che anticamente fu scelta come luogo sacro.
Tuvixeddui potrebbe diventare non solo un luogo importante per la ricerca e gli studi archeologici, per la salvaguardia e la ricerca della biodiversità botanica e faunistica, ma anche un luogo di spiritualità, incontro e fratellanza dei popoli del mediterraneo che sono nostri fratelli. Io credo che si debba riflettere su questo tipo di basi per pensare ad una rinascita di Tuvixeddu. Gli amministratori di Cagliari possono diventare gli artefici di qualcosa di molto importante per la storia di Cagliari e della Sardegna. Ma sino ad oggi il dibattito mi è sembrato troppo povero, anche un pò mortificante, concentrato ancora verso la politica del “compromesso” e della “mediazione”, e, da quello che mi risulta, proseguendo in buona parte l’impostazione dell’organizzazione di quell’area, secondo uno schema di “parco cittadino” troppo simile a quello previsto dalla coimpresa.
Mi scuso se posso sembrare ripetitivo e un grazie a questo blog che mi permette di poter comunicare il mio pensiero
Bell’articolo? De gustibus…
Anche io trovo inutilmente aspro il tono adoperato contro Andrea Scano, che risponde alle critiche esprimendo un suo parere e soprattutto evidenziando la necessità di agire con cautela, abbastanza giustificata dalla complessità dell’argomento.
Tra “sermoni” e “misericordia” e “sparate” l’armamentario retorico dell’Intellettuale -lui sì, Vito, lui sì che lo è- frana nell’evitare il confronto di merito, eccede nel censurare sprezzante un caricaturale “funesto compromesso universale” mai invocato da Scano, fino a scivolare vicino al ridicolo, attraverso l’accusa di continuità con il passato dei Floris mossa al consigliere comunale democratico, non solo “continuista”, ma anche più scortese della stessa amministrazione di centro destra.
Probabilmente interlocutori del calibro di Edoardo Tocco -impagabile caratterista, difensore della Cristianità contro ogni Moschea o luogo di culto di “religioni opposte alla nostra”, dixit- del Prode Anselmo Piras -benemerito sponsor civico di corsi di Total Look e di genetliaci di bambolotti- sono molto più cortesi ed adatti.
In ogni caso la maggioranza e la giunta di centrosinistra possono rimanere tranquille: “Noi sosteniamo la Giunta anche con la critica”.
Con amici così chi ha bisogno di nemici? Come dice il noto adagio popolare: dagli amici ci salvi Iddio…
Ajò che Scano l’ha fatta fuori dal vaso, almeno Sebastiano ha tirato in ballo solo Tafazzi. Decisamente meglio Matteo Lecis se guardiamo alle voci dal PD. Che poi, se l’amministrazione Zedda è così nel giusto (Ma in cosa? Onestamente non l’ho ancora capito. Gli ultimi atti della Giunta e la ferma convinzione che il sindaco sia in buona fede lasciano propendere per un moderato ottimismo, ma sarebbe bene se comprendessimo in modo più chiaro le intenzioni del sindaco anziché doverle indovinare), mi attenderei quanto meno un comunicato congiunto dei gruppi di maggioranza a sostegno della Giunta, non voci varie di qua e di là o degli svogliati “mi piace” su Facebook, magari messi da chi all’interno del PD (e non certo soriano) aveva sollevato il problema. Evidente che per questo non ci sono le condizioni politiche, considerati i “distinguo” che in modo informato ed equilibrato ha già fatto lDV (almeno Giovanni Dore), che nei gruppi di maggioranza alcune mine vaganti ci sono, e che il silenzio di alcuni rischia di valere più di mille parole. In ogni caso Scano non rappresenta il PD, se dev’esserci una posizione ufficiale che sia dell’intero gruppo o della direzione cittadina. Poi magari non piacerà a tutti, ma almeno sapremo se dobbiamo cambiare partito.
Ma si dice manichei o maninchei?
forse si dice Giovy
ANCHE IL FAI (FONDO PER L’AMBIENTE ITALIANO):
Al Sindaco del Comune di Cagliari, Sig. Massimo Zedda; p.c. Al Presidente della Giunta della Regione Autonoma della Sardegna, On. Dott. Ugo Cappellacci; p.c. Alla Direzione Regionale dei Beni Culturali e Paesaggistici; Dott.ssa Maria Assunta Lorrai; p.c. Al Sovrintendente ai Beni Architettonici, Paesaggistici, Artistici, Storici ed Etnoantropologici di Cagliari e Oristano Dott. Ing. Gabriele Tola.
Oggetto: delibera della Giunta n. 1 dell’ 11 gennaio 2012 disponenti le linee di indirizzo previste dall’articolo 49, II comma, delle norme tecniche di attuazione del Piano Paesaggistico Regionale.
Il FAI, considerata la sentenza del Consiglio di Stato n. 1366 del 3 marzo 2011 che ha stabilito criteri precisi ed univoci per la tutela e la definitiva salvaguardia del sito di Tuvixeddu; ricordata la posizione del Sindaco Zedda che ha ampiamente riaffermato in più occasioni l’imprescindibile necessità della tutela integrale dell’area di Tuvixeddu; osservato che dalla lettura della delibera in oggetto tuttavia sorgono molte perplessità che alimentano le preoccupazioni del FAI e di tutte le associazioni ambientaliste e dei cittadini in generale sul pericolo che riemergano impostazioni urbanistiche incoerenti e contrastanti con la attuale normativa nonché con i criteri di salvaguardia paesaggistica, ambientale, storica e culturale che la ispirano; chiede a codesta Amministrazione di rimuovere ogni dubbio interpretativo procedendo con urgenza ad una riscrittura del provvedimento che ne renda più chiara l’interpretazione e rimuova ogni pericolosa ambiguità.
Distinti saluti
Maria Grazia Piras
Presidente Regionale FAI Sardegna
Sassari, 10 febbraio 2012
Dal sito “nemico” Sardegna Democratica a firma Francis Drake, su Andrea Scano e i manichei/mistici. E’ simpatico:
Non lo sapevamo, ma “la realtà molto più frequentemente è fatta di sfumature, possibilità, gradazioni di luce e colore”. Parole del presidente della commissione urbanistica del comune di Cagliari Andrea Scanu. Intervenendo nella complessa vicenda su Tuvixeddu egli se la prende con i “mistici” – ovvero i “manichei” in una visione più laica – con coloro, cioè, che a difesa del Colle di Tuvixeddu e dei suoi valori paesaggistici riconosciuti dal Ppr hanno auspicato la riscrittura (in copianificazione tra Comune, Regione e Ministero dei beni culturali) del Puc di Cagliari, per adeguarlo ai principi di tutela e valorizzazione del sito contenuti nello stesso Ppr.
Le parole del consigliere comunale mi ricordano quelle di un (allora) noto giornalista sportivo di un quotidiano locale che negli anni settanta ebbe a scrivere (sulla penalizzazione del Cagliari dopo una partita di serie A nel corso della quale un giocatore della squadra avversaria era dovuto uscire colpito in pieno da un’arancia scagliata in campo da uno spettatore) che ”l’arancia anche se lanciata sotto forma di proiettile è pur sempre un agrume elastico che si sfascia e polverizza senza lasciare traccia”. Parole sacrosante che mi sono rimaste impresse per tutti questi anni. Sarà così senz’altro anche per quelle del consigliere comunale di Cagliari.Come avremmo fatto e come faremmo, perdinci, senza le loro tormentate riflessioni?
Mi spiace per quei poveri mistici così manichei e così daltonici, ed anche un poco miopi, che si battono per salvare Tuvixeddu così come, con successo, altri pregevoli e pregiati siti, e che piacciono assai poco ad Andrea Scanu. Essi vedono solo in bianco e nero e se la fanno senza scalo, come tutti sanno, tra “la Luce e le Tenebre” e tra “la Verità e la Menzogna”.A loro è infatti negata la via di mezzo, quella sensibilità alle sfumature che invece è nella natura del consigliere comunale Scanu e che gli consente di affermare con le parole di Dante, quando non saprebbe che dire:”Un color bruno che non è nero ancora e ‘l bianco more”. O più semplicemente “mollu carena”, alla cagliaritana.
Ma è con tale sensibilità che lui riesce a leggere per Tuvixeddu “una realtà fatta di luci e ombre, luci e ombre che spesso si mischiano e confondono”. Parole di buon senso, non c’è che dire, come quelle relative all’“agrume elastico” che c’è e non c’è. Chi oserebbe infatti contraddirle? Come quest’altro pensiero: ”Per risolvere i problemi concreti servono volontà, capacità e coraggio”. Compreso bene cari “ambientalisti” mistici, manichei, daltonici ed un poco miopi? Avete tutti bisogno di una cura ricostituente a base di volontà e coraggio, che notoriamente vi mancano. Ma soprattutto di un’accurata visita oculistica da parte di Giorgio Todde (quisque de populo!) per tornare a vedere il mondo in technicolor e, soprattutto, per non perdervi neanche una delle parole dell’Illuminato di via Roma a Cagliari.
PS. Tutto ciò per dire che Massimo Zedda non avrebbe bisogno, per spiegare politicamente ciò che fa e farà per Tuvixeddu, di difese d’ufficio così approssimative ed inutilmente aggressive.
Caro Vito, copio anche io da qualche parte. Funziona, anche se è la cronaca di qualche anno fa, tre. Ci sono anche le dichiarazioni di Andrea Scano. Notevoli. E’ salutare rinfrescare la memoria corta.
Tuvixeddu, la protesta dei mille la folla traccia il confine del parco: un abbraccio lungo un chilometro di Cinzia Isola (da Altravoce.net”).
Mentre mille o forse più persone delineavano pacificamente il confine di un ipotetico cantiere per il parco archeologico di Tuvixeddu, qualcuno dall’alto cercava di escogitare il modo migliore per relegare la notizia in secondo piano. Come? Molto semplice per il principale e indipendente quotidiano sardo: dire una volta per tutte la verità sul colle della discordia, dal vangelo secondo Gualtiero Cualbu. A breve, si annunciava sulle pagine di ieri , tutta la verità sarà pubblicata su internet. Per mettere fine, una volta per tutte, alle accuse strumentali di politici e ambientalisti. Per l’occasione l’imprenditore risulta “spalleggiato”, anche nella grafica, dall’ambientalista moderato, nonché portavoce dei verdi cagliaritani, Antonello Gregorini. Che per non sfigurare sulla bella pagina imbastita dall’Unione Sarda scomoda l’Antigone di Sofocle per illustrare il suo punto di vista. Il titolo riassume bene la posizione dell’ambientalista: “Non si può giudicare senza conoscere i fatti”. Chi lo sa: forse quel migliaio di persone che domenica ha abbracciato simbolicamente, ma anche con un chilometro di nastro cantiere rosso e bianco, deve solo attendere di conoscere i fatti. Il verbo di Cualbu: “Su internet tutta la verità su Tuvixddu”, come non mancano di evidenziare e avvallare a Terrapieno nel titolo principale che racconta la giornata di protesta. Che, manco a dirlo, solo ad essere faziosi è la vera notizia: centinaia di persone sfilano ordinatamente, con palloncini colorati e cartelli -slogan, con grande sorpresa degli stessi organizzatori che in più di un’occasione ammetteranno: «Non ci aspettavamo una simile partecipazione». La domenica delle palme, aveva già regalato un corteo al quartiere di primo mattino. Poche decine di persone avevano appena liberato il campo quando dalla cima del colle centinaia di persone si riversavano su via Is Maglias: sfilano Legambiente, Italia Nostra, Cagliari Social Forum, Wwf e gli Studenti universitari di Cagliari. Al loro fianco politici e tanti cittadini comuni che raccolto l’appello promosso su Facebook. Molti arrivano da altri comuni, da altre province. Perché, non mancheranno di ricordare, “Tuvixeddu è patrimonio di tutta la Sardegna”. «Esiste una parte della città che non si arrende a un destino segnato dalla serie di ricorsi amministrativi per il colle e il sito archeologico racchiuso in esso – scriveranno i promotori in una nota – ed è convinta di dover ancora affermare un futuro di tutela per la più grande necropoli punico-romana del Mediterraneo basato sul riconoscimento dei suoi valori culturali e paesaggistici». Da via Bainsizza, per via dei Punici, lungo via Is Maglias. Davanti all’ingresso del cantiere una piccola sosta. Utile, cartelli in mano, per le foto ricordo: “Costruire sulle tombe porta sfiga”, recita uno slogan, solleticando la superstizione dei futuri acquirenti. Un altro cartello recita il classico “Giù le mani da Tuvixeddu”. Fuori dai cancelli, una pausa. Ma tutto fila e sfila liscio: il serpentone, come stabilito dal tragitto, si dirige in via Monte Grappa, via Codroipo, via Asiago, via Montello, via S. Donà, via Monte Melaghetto, fino a viale S.Avendrace. In prossimità della Grotta della Vipera. Dove, all’ora del pranzo, si è conclusa la manifestazione. «La giunta regionale e il presidente Ugo Cappellacci non possono ignorare questa partecipazione», commenta Vincenzo Tiana, leader regionale di Legambiente. «La tutela del parco, i valori culturali e paesaggistici dell’area non possono essere risolti in tribunale». Al suo fianco anche il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, che ha voluto ricordare l’interessamento in Parlamento anche del Pdl Fabio Granara. Mentre l’ex assessore alla cultura Maria Antonietta Mongiu ha sottolineato l’importanza di proseguire il lavoro del governo Soru: «La Giunta deve chiudere la trattativa con Coimpresa». Un obiettivo sul quale ha garantito il suo impegno il consigliere regionale Massimo Zedda, vicepresidente della commissione Cultura: «È necessario individuare aree alternative per l’edificazione. Così, invece di passeggiare intorno al perimetro del parco potranno accedere le famiglie, con i figli e i nipoti». Per Claudia Zuncheddu, consigliera regionale Rossomori, basterebbe il buonsenso per tutelare «l’unica necropoli fenicio punica del Mediterraneo scampata alla distruzione: non si può distruggere la storia in nome di un progetto di sviluppo edilizio». Tra i manifestanti anche il consigliere comunale del Pd Andrea Scano: «Riteniamo che il compendio di Tuvixeddu sia un patrimonio straordinario che rischia di essere compromesso da interessi prevalentemente privati. Il sindaco Floris, in questa vicenda, ha tenuto un atteggiamento di parte a favore degli interessi dei privati. È incredibile che in questa vicenda sia mancata dall’inizio la necessaria autorizzazione paesaggistica da parte della Soprintendenza». Andrea Olla del Social Forum di Cagliari ha proposto ai partecipanti un’iniziativa più incisiva: «Entrare dentro, oltrepassare la recinzione: mettere i piedi dentro per vedere lo scempio che si sta consumando dentro». Per la Provincia, interviene la consigliera Rita Corda del Pd: «È necessario riprendere il dialogo con la Regione, ripartire dalle iniziative che stava portando avanti Renato Soru e la precedente giunta». Nel piccolo comizio finale ha preso la parola anche Pietro Lallai, militante di Irs ed ex operaio di un’impresa, fallita, socia di Coimpresa: a lui l’onore di ripercorre le varie tappe che disegnano un quadro a tinte fosche della vicenda: speculazioni che hanno visto coinvolte le banche, i politici, gli imprenditori che, insieme, sentenzia in conclusione:«possono produrre solo la nostra rovina».
forse,….. finalmente http://www.radiopress.it/2012/02/tuvixeddu-via-libera-della-giunta-zedda-alladeguamento-del-puc-al-piano-paesaggistico/ si sta inboccando la giusta direzione le Associazioni e i cittadini saranno viglili….
E’ tutto merito di Giorgio Todde.
sono curioso di vedere lo spazio che La Nuova e l’Unità daranno alla notizia…
Caro Realista, il laghetto artificiale nel canyon era previsto nel progetto del parco di cualbu eccome, http://www.tuvixeddu.com/il-parco.html. Pensavo che fosse una cosa risaputa invece mi sto rendendo conto che tante persone qui che fanno gli espertoni, in realtà conoscono ben poco di Tuvixeddu e forse nemmeno ci sono mai state.
Io a Tuvixeddu ci sono nato e cresciuto e lo conosco come le mie tasche. Nel mio piccolo ho lavorato per far conoscere la sua importanza in Italia e nel mondo e mi è capitato di portarci personalità del mondo della cultura italiana, per far “toccare con mano” questo luogo così particolare ed unico e cercare di farlo uscire dalle beghe provinciali in cui si è sempre trovato.
A proposito di strade e automobili, guardi che tempo fa, durante l’ultima mostra che la soprintendenza archeologica dedicò a Tuvixeddu, mi capitò di contestare a una persona della soprintendenza che descriveva il progetto di parco, i cui lavori erano stati già già incominciati, tutta una serie di stradine e stradoni che avevano già spianato delle zone intorno alle tombe.
La persona della sovrintendenza stupita della mia contestazione mi chiese come potevo pretendere che gli eventuali turisti potevano raggiungere le tombe in macchina, senza le strade. Certo mi diede una risposta molto “realista” in effetti…la gente magari deve andarci in macchina a visitare le tombe su tuvixeddu, e quindi ci devono essere le strade comodamente asfaltate, che incorniciano nuclei di tombe. Anche perchè camminare sulle rocce si può facilmente scivolare.
Comunque questo è un dettaglio appunto da storia di Topolino, ma non l’ho inventata io, è uscita addirittura da una rappresentante della soprintendenza archeologica di Cagliari
Lei da realista comunque può ben capire che “imbellettare” Tuvixeddu, per renderlo conformisticamente fruibile ad un consumo cittadino e turistico, significa anche sconvolgerne completamente il suo significato storico ed ambientale in maniera definitiva, tanto quanto avrebbe fatto cualbu e la giunta precedente.
Il mio discorso non è un discorso da visionario, e non è a sostengo di nessun dogma integralista (a parte che di tutela integrale era anche massimo zedda che ne parlava durante la campagna elettorale).
La mia è una concreta consapevolezza che se quell’area di Cagliari la si vuole anche economicamente e culturalmente rendere importante ed unica, non la si può trasformare come se fosse un’area verde come un’altra, da adattare alle esigenze dell’urbanizzazione cittadina.
Una delle caratteristiche di più fascino della collina è quella di essere uno spazio di campagna mediterranea, ruvida, aspra e anche poco accogliente, proprio nel cuore di una grande città.
Anche solo incominciare ad “attrezzare” un contesto ambientale simile, con il solito “arredo urbano”, bello o brutto che sia, di panchine, lampioncini e quant’altro, significherebbe semplicemente non valorizzare quel luogo, ma impoverirlo e ridicolizzarlo, privare per sempre Cagliari di una ricchezza unica, che non si troverebbe in nessun’altra città europea.
Questa giunta ha un compito molto delicato che non consiste semplicemente nel risolvere le questioni legali che incombono da decenni su questa vicenda e trovare il “male minore” con le giuste mediazioni per fare al più presto un parco. Il “male minore” potrebbe rappresentare quello che nemmeno l’abbandono e il degrado di tanti anni sono riusciti a compiere. Perchè nonostante tutto, Tuvixeddu è riuscito a conservare un suo fascino e una sua magia. Ma questa “magia” non so se resisterà con ulteriori lavori di “confezionamento”, magari per per farci dei bei prati carini, con le aiuole, con quei famosi muraglioni fioriera che pare non vengano abbattuti ma solo abbassati , con i vialetti, le strade ecc…Io non so come volete fare questo parco, lo sto chiedendo da giorni ma nessuno esattamente me l’ha voluto spiegare. Dovrebbe essere il comune a spiegare ai cittadini cosa deve fare, perchè ogni cittadino ha il diritto di conoscere nei dettagli quali sono i lavori che si è progettato di fare a Tuvixeddu e in base di quali studi, questi lavori sono stati pensati.
Non vorrei che anche per questa giunta, valorizzazione non significhi far crescere una comunità donandole un bene integro nel suo significato identitario e ambientale, ma accontentare quel giusto piccolo borghese del “giardinetto” con l’erba del prato ben rasata.
Sull’importanza della tutela di un patrimonio inestimabile Lei dice bene, concordo e non aggiungo altro. Non so però se sarà possibile riuscire a mantenere il bene integro, spazialmente, nella sua configurazione e nel suo stato di natura, e poterlo fruire (almeno visitare, no?) con ciò che questo comporta.
Il laghetto di cui Lei ricorda sarebbe stato nel catino (non nel canyon) ed era una soluzione (risibile, ne convengo) già abbandonata da almeno due anni (c’era ancora l’ing. Zoccheddu in servizio…).
L’asfalto non è previsto, neanche per un centimetro quadrato, in tutti i 230.000 metri quadrati del parco, non so perchè Lei parli di asfalto in mezzo alle tombe: solo un pazzo potrebbe presentare un progetto del genere, solo uno stolto potrebbe credere che al mondo ci siano persone così idiote da avvallare un’ipotesi del genere (mi creda, neanche i palazzinari più famelici nè i funzionari comunali più distratti, farebbero comunque un autogol!). Forse Lei ha avuto notizia dfi qalche percorso attrezzato tra le tombe (per visitarle, grandi e piccini, abili e meno abili, non possono fare i climber tra una tomba a pozzo e l’altra) che sarà stato ipotizzato in materiali naturali. Ripeto, in auto non si entra in tutto il parco, figuriamoci nella necropoli! Lo dica, a chi Le ha raccontato una tale scempiaggine.
Si ricordi una cosa Andrea: ci sono molte più persone, innamorate di quel sito, di quante Lei sia disposto a credere. Non tutti quelli che ammetterebbero un qualche compromesso, pur di vivere questo fantastico dono della storia, sono dei gretti cementificatori. Capita spesso di incontrare qualcuno che ha uno buona idea, peccato mortale non ascoltarlo..!
Gentile Realista, il progetto che prevedeva un “parco giocabile” con le mamme che scarrozzavano i bebé sino al cimitero punico e quelli che facevano jogging tra i sepolcri è stato in effetti modificato. Niente laghetto, niente animali a dondolo, le fiorere abbassate, le strade ridotte. Però chi conosce l’attuale progetto concorderà che tra il mantenimento del paesaggio richiesto da Nurcis e il parco che oggi stanno realizzando ci si è nettamente orientati verso la seconda ipotesi. E questo perché nella sua sostanza il parco progettato dallo studio Masoero & De Carlo è rimasto sostanzialmente invariato perché ritenuto non modificabile oltre un certo limite.
Che funzione hanno le fiorere? Nessuna. Almeno quelle ce le potrebbero risparmiare e personalmente confido in un abbattimento. Qualche buon motivo che sostanzia questo augurio c’è. Tutte le geometrie stabilite arbitrariamente dagli architetti forniscono un’impressione di artificiale e iperurbano che si doveva risparmiare alla necropoli e a quel paesaggio complessivo.
Vede, caro Realista, l’idea di sentirsi possessori dell’unica verità possibile proviene proprio dai “coltivatori delle vie di mezzo”, come lei che è sostenuto dal convincimento che nulla possa essere coservato.
Ovvio che le cose cambino, ovvio che il mondo cambi. Ma altrettanto ovvio è il fatto che i responsabili della tutela e della conservazione debbano, appunto, tutelare e conservare. Poi, lei farà quello che preferisce dove le è consentito, ma non in una necropoli.
Lei immagina turisti. Bene. Il turismo culturale èp una delle poche economie turistiche in costante sviluppo.
Ma immagina un turista esigente che vedrà quelle fioriere e quelle strade e inorridirà al pensiero che, evidentemente, sepolture e tombe ce n’è ancora da scoprire, che l’area archeoloigca è molto più grande di quella conosciuta, tanto che lo stesso Comune consiglia nel Puc accertamenti e studi ulteriori.
Insomma chi crede di tenere in mano la fiaccola della verità sono quelli come lei e non quelli, come me, che dubitano sempre.
Per mia fortuna, qualche dubbio lo nutro anch’io.
Intanto per alcuni dei contenuti che Lei esprime e che mi indirizza, ma su ciò non è il caso di attardarsi.
Una certa disciplina di studi mi ha insegnato che nei problemi complessi bisogna trovare, tra le numerose soluzioni possibili di un problema, quelle più equilibrate. In tale disciplina c’è un processo che si chiama di ricerca della soluzione di “miglior compromesso” che altro non vuole essere che il modo più democratico di scegliere razionalmente una soluzione ad un problema con una logica “partecipata”, cioè dopo aver esaminato tutti gli aspetti di pregio, criticità e quant’altro riguardi il problema in studio e le sue implicazioni. Le variabili però sono gli interessi della gente, le aspettative, le passioni, i bisogni, e tutto quanto faccia parte di ciò che non è solo deterministico ma anche solo comportamentale. Chi amministra, al contrario di chi fa l’opinion maker con licenza di uccidere dalla sua poltrona di casa, deve applicare metodi di supporto alle decisioni e, mi creda, le posizioni dogmatiche ed integraliste non aiutano a trovare una soluzione possibile. Al sistema però, si possono applicare i vincoli (rappresentazione razionale di quelli che si incontrano in “natura”, come nel caso di Tuvixeddu…), di modo che la soluzione che si cerca tenga conto di questi limiti invalicabili.
Quando si tratta della cosa pubblica, è questa una delle modalità che auspico sia seguita, e cioè quella che tenga conto, il più possibile, del parere di tutti, della volontà di tutti, delle idee di tutti.
Quando decido in casa mia, tutto è più semplice.
Tuvixeddu non è nè casa mia, nè casa Sua
Mi scusi Andrea, dimenticavo una precisazione: nel link che Lei propone, effettivamente si vedono due macchie azzurre oltre a quella del catino dove si trova il “vero” laghetto) nella parte bassa del canyon, cosa che potrebbe far pensare ai famigerati laghetti: se era così stia tranquillo, non è come sembra, quelli rappresentano due cisterne (ipogeiche…) di accumulo per un’acqua di falda che sgorga da un pozzo naturale lì vicino, e che sarebbero dovuti servire per l’irrigazione del verde pubblico (parco di Tuvixeddu e piccolo parco di Tuvumannu), per l’accumulo antincendio di tutta la zona Tuvixeddu-Tuvumannu, per l’irrigazione del verde privato. Il tutto per non gravare sui costi con importanti prelievi di acqua di acquedotto (clorata) e reimpiegare quest’acqua autocnona nel suo stesso sito. Anche in questo caso, incredibilmente, offriva da bere Cualbu…
Caro Realista, certo è vero sono molto diffidente ma su Tuvixeddu ne ho sentite di tutti i colori specialmente da fonti istituzionali. Le avevo fatto l’esempio delle parole della rappresentante della soprintendenza archeologica che mi parlava di quelle strade, vabbè diciamo che stava scherzando.
Poi la stessa sovrintendenza aveva accettato la costruzione di quei muraglioni fioriera mitici , che addirittura pare coprissero delle tombe, mi risulta che per quei motivi c’è stata un’indagine della magistratura nei confronti dei “vertici” della soprintendenza archeologica, sono anche storie vecchie, magari le ho capite malissimo.
Ho visto sul viale Sant’ Avendrace quello che la soprintendenza archeologica di Cagliari aveva lasciato fare e quale è stato il livello di sensibilità dei palazzinari ignoranti e famelici, altro che…
E la gente del quartiere era pure contenta di avere i suoi bei palazzotti coi portici…
Ora credo che il comune debba render conto ai suoi cittadini di ogni pietra che decide di smuovere su Tuvixeddu e motivare ogni sua scelta e ogni intervento. E’ una cosa strana operare in totale trasparenza?
Anche per essere coerenti con le stesse dichiarazioni che sino a qualche tempo fa arrivavano da questa giunta in maniera molto chiara:
“(…) l’ambiente è uno dei punti fermi del programma di Zedda. All’interno del piano del settore rientra anche «la riscoperta e riorganizzazione del canyon presso Tuvixeddu». Ma per questo settore occorrerà una conferenza cittadina specifica. (…)Occorre adeguare il Puc al Ppr(…)”
Purtroppo vivo lontano da cagliari, magari certe cose mi sfuggono, ma una “conferenza cittadina specifica” che abbia illustrato esattamente nei dettagli il progetto di questo parco non mi risulta ci sia stata.
Gentile signor Ainis, parli, se le riesce di Tuvixeddu, ma prima, la prego studi un po’, si informi.
Lei è un anonimo, e passi. Ma l’anonimato in un blog esige un requisito elementare, ossia, un poco di gentilezza e buona educazione.
Lei, mi perdoni, è portatore, neppure tanto sano, di un male chiamato Invidia che trasuda da ogni sua parola, un’invidia antropologicamente riconoscibile come sarda.
Il Signore Iddio mi scuserà se sono costretto a “difendere” l’Onorevole Maninchedda del quale non condivido in genere una parola, ma che si presenta con cortesia e con il suo nome.
Io sono anonimo, però mi sforzo di utilizzare modi urbani e di restare in argomento (Tuvixeddu).
Con orribile espressione oggi si dice che bisogna “metterci la faccia”, senza mai chiarire bene dove. Ecco, se deve essere aggressivo e poco urbano, ci “metta la faccia”.
Gentile Addetto,
leggo uno dei post più curiosi del blog: uno che si firma “Addetto” dice a me, che mi firmo con nome e cognome, che non ci metterei la faccia!
Lei è un genio!
Credo che tutti abbiano notato due cose: la prima, che Maninchedda esordisce offendendomi (la solita tattica della destra): lei non esiste perché non trovo né una foto né la presenza ad un convegno! Come dire che un cittadino qualunque (ebbene sì, capita) non deve avere l’ardire di parlare ad uno come Maninchedda. CI ha provato anche un amico di Maninchedda, tal Pintore: non sapendo cosa rispondere, ha detto che non esisto.
La seconda: che Maninchedda non ha parlato di indirizzo industriale né del perché roviniamo il paesaggio (e sarebbe anche semplice, sa basterebbe studiare). Il punto è che a parte le offese, altro non ha da dire.
Ce n’è un’altra: anche lei non dice nulla, e si capisce perché difende Maninchedda.
Cordialmente,
Per Ainis:
vedo in rete che Lei (introvabile in una biblioteca, in un’immagine, in un convegno, però capace di utilizzare la mailing list dell’Università di Cagliari. Un collega? Si spiegherebbero tante cose….) si cimenta molto su di me, ma con poche informazioni. Rispondo sul merito politico, giacché le sue facilonerie sugli intellettuali lasciano il tempo che trovano. Cito alcuni casi.
Lei mi contesta l’assenza di una politica di sviluppo. Bene. Io sono colui che ha scritto le norme sull’Accordo di Programma di Tossilo, considerato (ufficialmente, non per verba) dall’UE tra le migliori pratiche europee dell’anno scorso. Quale la filosofia? Tutte le somme disponibili vengono destinate alla media e piccola impresa locale, si destinano molte risorse alla formazione, con una copertura totale di quella necessaria alle produzioni ad alto contenuto tecnologico, si localizzano i bandi ; si garantisce una forte assistenza alle piccole imprese locali e un forte sostegno all’autoimpiego. Risultato: 56 piccole imprese finanziate e 100 posti di lavoro (escluse le imprese più grandi). Il Veneto ha chiesto di stipulare con la Sardegna un protocollo d’Intesa per copiare il modello. Questo non vuol dire che sia perfetto (anzi, per me è troppo burocratizzato). Ma esiste.
Il primo e unico provvedimento a favore dei comuni con popolazione pari o inferiore a 1000 abitanti, con un programma di sostanziale fiscalità di vantaggio e di incentivo alla residenza, porta la mia firma.
Il primo e unico provvedimento di fiscalità di vantaggio per i comuni montani, porta la mia firma.
Io sono il padre di tutte le norme di sostegno ai disoccupati e ai cassintegrati, dismessi nella scorsa legislatura, e invece riattivati in questa.
Il Psd’az ha votato contro tutti i provvedimenti portati in Aula che prevedessero la violazione della fascia di tutela integrale del paesaggio.
Detto questo, sono d’accordo con Lei quando rileva che non è per niente chiara la direzioen strategica della politica economica di questa legislatura. Ma mi creda, non è solo assente nella politica del governo regionale; è assente nel dibattito politico, nel quale le piccole forze con qualche idea fanno fatica a farsi sentire.
Perché Cualbu trovi comunque conveniente costruire lo chieda a lui.
Gentile Maninchedda,
non dubitavo del fatto che, in tutta evidenza, lei non sa cosa sia una politica di indirizzo industriale. Infatti:
“Io sono colui che ha scritto le norme sull’Accordo di Programma di Tossilo”
Ciò non ha niente a che fare con gli indirizzi industriali né della Sardegna né di Tossilo. Nei posti normali (in cui i politici sanno ciò che devono fare) il “colui che scrive le norme”, come dice lei, è un funzionario, mentre i politici, per l’appunto, si occupano di indirizzo industriale (e di darsi regole per la scelta di buoni funzionari). Va da sé che tutto il resto di cui parla (con molta faciloneria) con l’indirizzo industriale non ha nulla a che fare (se lei decide per uno sgravio fiscale e non lo fa seguendo un indirizzo preciso, individuando la tipologia di industria/iniziativa adatta, sta regalando soldi a tutti, non indirizzando l’industria). Tralascio la formazione perché chiunque abbia visto cosa vuol dire “formazione” in Sardegna sa bene di cosa si tratti.
Infine la perla rara del suo post:
“Perché Cualbu trovi comunque conveniente costruire lo chieda a lui.”
Qua non ha neppure capito ciò di cui si parlava e naturalmente non ha idea di cosa sia la difesa del paesaggio e della differenza tra paesaggio, territorio e ambiente.
In definitiva, lei di indirizzo industriale non parla (non sa neppure cosa sia) mentre da intellettuale non ha neppure capito per quale motivo la politica dovrebbe interrogarsi sul perché i costruttori realizzano immobili che restano inutilizzati, distruggendo il paesaggio e convogliando il risparmio nel mattone come investimento principe. Complimenti.
La ringrazio della risposta perché dimostra molto meglio dei miei discorsi il basso livello della politica isolana e quello ancora più basso degli intellettuali.
Cordialmente,
PS – Mi perdonerà se su questa roba “vedo in rete che Lei (introvabile in una biblioteca, in un’immagine, in un convegno, però capace di utilizzare la mailing list dell’Università di Cagliari. Un collega? Si spiegherebbero tante cose….)” non le rispondo: ho di meglio da fare che occuparmi delle sue fisime. Lei, piuttosto, potrebbe studiare la bibliografia prima di ipotizzare la necessità di un articolo (sul BSS) sulle assurdità riguardanti la “scrittura nuragica”, basata sulla pretesa lettura di un manufatto altomedievale da tempo pubblicato. Un’altra perla di cui andare fiero.
La saluto.
Comparso il post relativo alla proposta di legge per il Parco, avrei voluto scrivere le stesse cose dette da Deliperi, però non ne ho l’autorevolezza (e ultimamente sono stato accusato di essere dietrologo e di avere un concetto distorto del ruolo degli intellettuali isolani nella società).
Però adesso posso permettermi di dire di essere completamente d’accordo con il GRIG (parere personale espresso in un blog: non conta nulla e finisce nel mazzo, però nessuno mi dirà che sono un dietrologo). Detto per inciso, quando ho visto la proposta ho pensato alle leonesse che saltano addosso al bufalo impantanato nel fango (l’assalto alla diligenza è una figura retorica meno ambientalista!).
Infine mi domando (ma potrebbe essere una mia ignoranza) se la proposta sia del tipo “ad minchiam” o derivi da uno studio preliminare di sostenibilità finanziaria del creando nuovo ente. Mi piacerebbe capire come si intenda raggiungere il pareggio di bilancio previsto dalla proposta.
Sull’intervento di Manichedda, lo trovo tardivo e del tutto inutile. Tanto per tradurlo “alla adbuster” una cosa che suona come “guardate che ci sono anch’io”.
Tuttavia, visto che ci sono, vorrei sottolineare come Maninchedda faccia parte di quella politica che ignora il piccolo problema della connessione tra struttura produttiva isolana e tutela del paesaggio (che è altra cosa dal territorio e dall’ambiente, tanto per rendere chiaro il concetto).
Sto ancora aspettando (e mica solo io!) che gli amministratori della cosa pubblica facciano almeno finta di pensare ad uno straccio di linea programmatica per lo sviluppo industriale (possibile che ci sia solo il mattone? CI conviene o stiamo andando incontro ad un disastro neppure tanto lontano?). Nello stesso modo aspetto qualche intellettuale che cominci a domandarsi (e a spiegare a noi poveri cittadini) perché Cualbu (imprenditore) costruisce in una città che apparentemente non ne ha bisogno (!). Possibile che sia così scemo? Da dove arrivano i soldi?
Il conduttore di “Ho perso il trend” una trasmissione radiofonica molto carina (che infatti è stata chiusa per manifesta rottura di palle) avrebbe detto: “Intellettuali? Non pervenuto!”.
PS – Non saprei come si consideri Maninchedda, se intellettuale o politico o entrambe le cose, tuttavia, in questo caso (come giudizio personale su ciò che fa) mi pare non pervenuto per entrambe.
Mi risulta che a Tuvixeddu nei giorni scorsi c’è stato il sopralluogo della commissione urbanistica del comune. Qualcuno mi sa fare un resoconto della visita? Sa dirmi quante panchine, lampioncini, aiuole, vialetti, prati, chioschetti, gli esperti del comune hanno deciso di mettere su Tuvixeddu per farlo diventare un bel giardinetto da regalare ai cagliaritani che hanno dato il loro voto alla giunta Zedda , la quale durante la campagna elettorale parlava di “TUTELA INTEGRALE” della collina? Siccome so che questo blog è letto anche da molti rappresentanti del comune, qualcuno di loro, per cortesia, potrebbe spiegarmi quale è la differenza tra il concetto di tutela integrale e di parco, che aveva la precedente giunta Floris e quello che ha questa giunta Zedda?
L’integralismo… É una forma degenerativa, in questo caso, dell’ambientalismo astratto. É un pericolo strisciante, rende pericoloso tutto ciò che non si può trovare in una foresta vergine, soprattutto panchine, lampioncini, aiuole, vialetti, prati, chioschetti. Per salvarsi da tutto ciò, come disse la mamma a Pierino, bisogna sempre rispondere di no a chi ci rivolga qualsivoglia domanda. Speriamo che tra coloro nche hanno effettuato il sopralluogo (esperti del Comune di Cagliari) ce ne fossero di quelli avvisati in tal senso!
Non ho ben capito la risposta, cioè quello che ho capito è che risposte simili me le dava anche chi voleva fare il laghetto artificiale di cualbu nel canyon o la strada asfaltata per permettere che i visitatori potessero ammirare le antiche tombe direttamente dalla loro automobile. La degenerazione e l’astrazione poi penso che appartenga a chi, per limiti culturali o interessi amministrativi, non capisce il valore di quello che si ritrova a gestire facendo delle scelte che rischiano di appiattire un luogo dalle caratteristiche uniche, secondo degli schemi conformistici simili a qualsiasi giardinetto urbano. Ma vorrei appunto capire meglio i dettagli di questo possibile giardino con le tombe, Ad essere sincero non ho nemmeno capito perchè su internet bisogna dialogare con dei nickname e non con persone che si qualificano col loro nome e cognome, comunque lo accetto anche se non riuscirò mai ad abituarmici e mi scuso per questa osservazione.
Nurcis, si chiama libertà. Ercole Ercoli (Palmiro Togliatti), Maurizio (Ferruccio Parri) e altri erano tutti “nickname” o nomi di battaglia se preferisce.
Ma perchè, siamo forse in guerra ZunkBuster, dove sarebbero i partigiani qui? L’esempio mi fa sorridere, non credo che ci sia il rischio di essere manganellati se si esprimono idee che non vanno bene a qualcuno. Poi ovviamente ognuno è libero di fare come gli pare. Ad ogni modo nessuno ha ancora risposto alla mia domanda. Credo che tutti abbiano il diritto di capire esattamente nei minimi dettagli che tipo di lavori si devono fare a Tuvixeddu.
Caro Nurcis, a qualcuno la Polizia Postale consiglia di fare esattamente il contrario in rete, per evitare rogne. Tra Mark Zuckenberg e la Polizia, mi fido più di quest’ultima.Circa i lavori di Tuvixeddu mi sembra che lei paventi ancora il rischio che l’idea sia sempre quello di farne il giardino archeologico degli inquilini di Cualbu, o sbaglio? Effettivamente, la delibera 1/2012 su questo terreno non da alcuna garanzia.
Massimo deciditi, fai una stracazzo di dichiarazione: “La delibera sarà ritirata”. Costa poco. Non vi cacciate in un vicolo cieco.
Gentile Andrea, credo che in questo luogo l’importante siano i concetti e le idee, al limite i fatti, ma molto meno le persone. In tal senso, credo che il nostro eventuale dialogare possa non essere inficiato dal mio pseudonimo.
Essere realista significa per Realista rifiutare i dogmi, quelli che partono da posizioni estreme e portano al nulla di fatto, in quanto inadatti al dibattito, alla mediazione.
Il Suo sottolineare che la tutela è INTEGRALE (nella netiquette il maiuscolo ha un significato ben preciso) mi fa pensare che questo sia dogma, e che alcuni aspetti della realtà delle cose e del buon senso, utilizzabili anche quando si parla di ambiente e paesaggio, vengano così aprioristicamente evitati per lasciare spazio all’intransigenza. Dopo l’istanza di integralismo poi, dice alcune cose che non hanno nessuna attinenza con la realtà (e il dogma si avvalora…): dubito che qualcuno Le abbia parlato di laghetti nel canyon, a meno che non fosse un fine serata di carnevale; Le assicuro che nessuno ha mai ipotizzato una cosa del genere, nè dalla parte Cualbu (che non c’entra niente con quella parte di aree, ndr) nè dalla parte pubblica. In merito all’asfalto a fianco delle tombe, così in vista dall’automobile, consiglierei lo spunto per il prossimo numero di topolino, fumetto adatto ad una denuncia seria ma condotta con argomentazioni farsesche.
Come chiunque potrebbe confermarLe tra i ricognitori del Comune che sono passati venerdì, non c’è nessun giardino tra le tombe, nè potrebbe esserci (mi chiedo se Lei abbia mai visto la necropoli o se parli per fatto tramandato) vista la conformazione e la natura della stessa. Quello che Lei chiama giardino forse è il tentativo di chi sta realizzando il parco di ingentilire gli spazi dove l’attività estrattiva di un tempo ha lasciato ferite di oltre 20 m sui fianchi del colle e dove, probabilmente, un tempo c’erano altre tombe. Può darsi che questo tentativo non piaccia, o che si possa fare meglio, ma una volta di più, chi è preoccupato di uno scempio imminente, usa argomentazioni improprie. Per chi come Lei ipotizza gli altrui limiti culturali ma descrive ipotesi astruse (i giardinetti con i lampioncini e le panchine, dove li ha visti? Ed il drive in in mezzo alle tombe? Mah…) ci sarebbe un’unica soluzione, per essere messo davanti al fatto compiuto: descriva il cosa, il quando ed il come, giustificando il raggingimento degli obiettivi culturali, paesaggistico ambientali, individuando la risorsa da mettere in campo ed il beneficio per la collettività, la redditività dell’utilizzo della risorsa pubblica in termini di recupero e sviluppo di una zona degradata. Dire solo cosa non si deve fare è molto più facile che dire cosa si deve fare, anche quando chi lo dice, si firma con nome e cognome
Gentile Realista, se lei ambisce a lampioncini, panchine, faretti e ai vari soliti arredi urbani vada al Parco della Musica. Lì troverà piena soddisfazione. In una panchina potà anche annotarsi le definizioni che preferisce e discuterle con altri urbanisti.
Il signor Nurcis ricordava che Tuvixeddu è una necropoli unica, con una sua vegetazione e, le sembrerà strano perfino qualche animaletto che là se ne sta in pace.
Quindi non è il caso, ma su questo, per fortuna, siamo d’accordo in tanti, gli arredi che lei ama tanto devono starne fuori oppure non essere visibili. Per chi ragiona come lei Tuvixeddu e Tuvumannu sono due luoghi edificabili.
So che esiste chi pensa così. Ma le leggi non sono d’accordo con lei. Né le leggi, né le sentenze, né gli archeologi, né, spero, “gli esperti del Comune di Cagliari”.
Purtroppo, però, nutro dei ragionevoli dubbi su questi ultimi perché fosse stato per loro le fioriere gigantesche costruite sopra le tombe e i sentieri trasformati in strade li dobbiamo ad alcuni “esperti del Comune”.
Immagino che Lei sia il portavoce di Andrea Nurcis, che ritengo avrebbe potuto scegliere meglio… In tutti i casi, sia sereno: nessuno vuole “arredare” Tuvixeddu, non io, nonostante Lei si dica così sicuro di avermi capito. Conosco la necropoli e la sua zona circostante, palmo a palmo, so della vegetazione, degli animaletti, così come degli abusivi e delle discariche a cielo aperto. Inoltre mi sono studiato il Piano così tanto vituperato, ne ho imparato la multidisciplinarietà, la natura di vero tentativo di riequilibrio del territorio, inclusa una soddisfacente tutela per quello che fu. Ed anche una sua valorizzazione, secondo una logica di parco urbano, all’interno del quale si trova una sito archeologico unico come quello di Tuvixeddu.
Sarebbe bellissimo poter pensare di lasciare intatto questo luogo, ma sa anche Lei che ciò è utopistico, essendo l’area inclusa nella città. Si consentirebbe, in questo modo, che si continui ad utilizzarla impropriamente ed abusivamente, per fini molto diversi da quelli che sia Lei che io potremmo avere a cuore.
Sia meno livoroso, ed apra la mente al complesso delle difficoltà che bisogna tener presente per affrontare il problema: credo che sia il percorso iniziato anche dal nostro Sindaco. Stia tranquillo, nessuno vuole arredare niente a Tuvixeddu, casomai, molti vorrebbero trovare le soluzioni adatte, perchè se sarà un sito visitabile lo dovrà essere per tutti, grandie piccini, abili e meno abili… Le dispiacerà, ma qualche lume ci dovrà essere, magari lo si farà scegliere a qualcuno esperto, ma diversamente non si potrà sorvegliare l’area, la notte, per preservarla dai tombaroli. Anche qualche camminamento dovrà essere realizzato, perchè diversamente, vicino alle tombe, non ci arriverà nessuno: come le mostriamo ai nostri figli, come le esponiamo a chi ci viene a visitare, se non sono accessibili?
Può stare tranquillo, se i dubbi che La assalivano erano quelli che io fossi l’ennesimo nemico di Tuvixeddu (immagino che Lei ne conosca tanti), sappia che non è così.
Più che altro sono nemico (giusto in fase di dialettica…) di tutti coloro i quali, con affermazioni sommarie e talvolta offensive, si ergono a portatori della verità e del giusto, anche quando Addetti
No, no, sono solamente d’accordo con Andrea Nurcis. Vorrei, come Nurcis, un parco che rispetti il colle che lei conosce palmo a palmo. Seguo il consiglio e apro la mente. Incomincio subito.
Nei più bei parchi che ho visitato in Europa (non molti, non posso viaggiare spesso) ho potuto anche sedermi e rinfrescarmi, e la sera l’illuminazione (e quindi la sicurezza) era garantita. Spero ci possano essere pezzi di Colle vergine, magari intorno alla zona archeologica, e pezzi coi servizi per i bambini, gli sportivi, i gruppi di amici.
A leggere tutte le discussioni, gli scambi, anche quelli più pacati cosa dovrebbe capire il cittadino, quello che fa opinione pubblica? Poco o nulla.
Io stesso inizio ad avere problemi grossi a racapezzarmi in mezzo a sentenze, arbitrati, soluzioni negoziali, soluzioni non negoziali e via.
D’altra parte, partecipano alla discussione autorevoli esponenti dell’ambientalismo isolano, autorevoli consiglieri regionali, autorevoli consiglieri comunali e lasciatemelo dire, autorevoli frequentatori di questo blog – alcuni dei quali conosciuti solo per nick – che però questa “autorevolezza” se la sono costruita sul campo.
Per conto mio alcuni punti fermi li ho:
– reputo la soluzione negoziale quella capace i produrre maggiori risultati nei tempi più brevi. Naturalmente un negoziato deve essere portato a termine “negoziando”, intanto definendo qual è l’obiettivo che si intende raggiungere…Quando ci si prepara adu negoziato – almeno così faccio io nella preparazione di un contrattazione sindacale – prima di tutto mi chiarisco quale potrebbe essere per me un buon risultato: tre semplici domandine, cosa spero di ottenere, quale sarebbe il miglior risultato e quale risultato non mi andrebbe bene.
Le giro a chi, su questo tema, ne sa molto più di me.
Dal momento che sono uno curioso, uso (forse maldestramente lo ammetto) tecniche negoziali mutuate dalle scuole americane, per questa ragione ragiono sulla cosiddetta BATNA, che altro non è che un acronimo inglese per dire la migliore alternativa ad un accordo negoziato: qual è la migliore alternativa ad un accordo negoziato? Come può essere migliorata? Per esempio, la sentenza del Consiglio di Stato sicuramente migliora la BATNA dell’Amministrazione. E qual è la BATNA della controparte?
Non sto qui a dilungarmi, ci siamo capiti. Un negoziato va preparato come deve essere preparato, senza sconti e valutando ogni cosa, dal “prezzo di riserva” (cioè quanto si è disposti a pagare per l’accordo e qual è la soglia di uscita) alla presenza si portatori d’interesse (nel nostro caso, le associazioni ambientaliste).
– Reputo che la volontà dell’attuale amministrazione cittadina sia quella di tutelare Tuvixeddu al massimo delle sue possibilità e per la massima estensione possibile. Qui mi soffermo per una breve riflessione: credo che questa Amministrazione sia l’espressione più avvanzata ipotizzabile a Cagliari in termini di sensibilità in tema di ambiente e tutela paessaggistica. Sempre in termini di BATNA così come sopra descritta, un’amministrazione diversa da quella attuale peggiorerebbe sensibilmente ogni soluzione non negoziale e peggiorerebbe anche quella negoziale, vista l’attenzione che generalmente la classe politica cagliaritana riserva al mattone. Aldià del fatto che è mio compagno di partito e amico, non c’è alternativa a Massimo Zedda. Ogni altra soluzione realistica immaginabile è peggiorativa. Se poi qualcuno può contestare questa affermazione, lo faccia pure e ne discutiamo. Detto questo, attacchi forsennati che ne indeboliscano la posizione credo siano inutili, se non dannosi. Questo non significa che non si debbano contestare decisioni, delibere, comportamenti, ma occhio alla deligittimazione: quando si dice che non c’è differenza fra l’attuale e la passata amministrazione, si afferma il falso e si fa un gioco pericoloso. Pensiamo che con Massimo Fantola sindaco staremo discutendo di queste cose? Perchè oggi stiamo comunque discutendo di “come” si potrebbe realizzare un parco archeologico paesaggistico, non “se” farlo e la volontà espressa dell’amministrazione quella di realizzarlo.
La delibera è una cagata? Io non ho la tecnicalità per valutarlo. Mi posso fidare di Zunkbuster, diciamo che è una cagata e va cambiata.
– Ho letto su qualche sito d’informazione che gli ambientalisti sarebbero contro la proposta di legge per il parco archeologico – paesaggistico presentato dal centrosinsitra. L’articolo andava più sullo specifico nel titolo affermando che gli ambientalisti sono “contro il PD”. A parte che il primo firmatario è Luciano Uras, poi la proposta di legge riprende una raccolta di firma di Lega Ambiente per l’istituzione del parco. Quindi al limite sarebbero ambientalisti contro ambientalisti… Spettacolo già noto, rispetto al quale io – da uomo di sinistra e iscritto ad un partito – nulla dico perché il bue è meglio che si taccia sulle corna dell’asino. I 90 milioni (in tre anni) sono molti o pochi? Farebbero lavorare giovani esperti oppure sarebbero usati per una qualche forma di atterraggio morbido per aspiranti starlette della politica o vecchi in via di rottamazione, sono tutti per Cualbu o no? Anche su questo qualche considerazione: se con le passate amministrazioni ci fosse stata questa attenzione a fare le pulci ad ogni passaggio, probabilmente oggi si starebbe tutti meglio. Le pulci fatte dal proprio elettorato intendo, da quello che decide la tua rielezione. Dal momento che questa amministrazione è costantemente sotto fuoco amico, io credo che esercitera molta più prudenza nelle sue azioni. Io non credo che il comune di Cagliari, per latro sottoposto a blocco delle assunzioni, sia nelle condizioni di gestire in prima persona la più grande necropoli punica del Mediterraneo (e quindi, come diveca spesso Massimo in campagna elettorale, dal momento che non risultano necropoli puniche da altre parti, del Mondo). Se si fa una trattativa come deve essere fatta, non è detto che tutti i 90 milioni di euro debbano finire nelle tasche di Coimpresa, si stabilirà un prezzo “equo”, che non sollevi l’attenzione della corte dei conti, per esempio. Però o quello è un bene su cui è necessario fare un investimento anche considerevole perché ha valenza anche strategica oppure non lo è…decidiamoci! Io penso che un bene di quel tipo 90 milioni li meriti.
Sta poi ad una pubblica opinione attenta come quella che segue questo blog vegliare perché se ne faccia buon uso. Le capacità di “intercettare” le notizie, di analizzarle e valutarle ci sono.
Caro Soviet, ma tu credi veramente che qualcuno voglia far cadere Massimo Zedda? Oddio, che nel PD (ahi ahi sempre il PD) ci sia qualcuno che non lo ama affatto non è certo un mistero, ma se la direzione fosse quella dimostreremo di essere degli emeriti coglioni. Quello che tu chiami “fuoco amico” può anche ritenersi una volontà magari mal espressa di aiutare in realtà l’amministrazione, poi in ogni battaglia in buona fede, per carità, può insinuarsi gente in malafede. Ma, e non mi riferisco a te che hai sempre dimostrato un equilibrio e una ponderazione di giudizio che va molto al di la di quello che ci si attenderebbe da un semplice “amico” del Sindaco (poi magari queste cose gliele dirai anche in privato, lo farei anch’io se lo vedessi più spesso), non so se aiutino di più quelli che sono perplessi per la linea non del tutto chiara di un Sindaco che stimano o quelli che, pur detestandolo cordialmente, insorgono per proteggere il prezioso cadreghino comunale che in caso di elezioni anticipate probabilmente perderebbero.
Sulla questione dei 90 milioni ti do ragione, però converrai che specie in questi tempi di crisi si tratta di una cifra che va molto al di là delle povere forze sia del Comune sia della Regione in perenne “vertenza entrate” con lo Stato (e dato che chi tratta è Cappellacci siamo in buone mani …). Lo Stato non può rimanere insensibile a queste problematiche, il ministro Clini, pur con qualche svarione, sembra una persona rigorosa. Idem l’UNESCO. Ha interesse a Tuvixeddu quanto al parco geominerario? Si chieda che faccia la sua parte, probabilmente anche loro hanno qualche problema finanziario dato il noto ritiro degli aiuti da parte degli USA e di altri Paesi per via del riconoscimento dello Stato Palestinese (W Arafat), ma verifichiamo se sono disposti a investire in questo progetto.
E Cualbu? Mi sa che qui il guaio l’ha creato soprattutto la contrapposizione con Soru, dato che l’ingegnere in altre occasioni ha dimostrato di avere ben altra intelligenza “politica” rispetto all’edificatore delle torri di Santa Gilla. Io non demonizzo i privati: può forse verificarsi se l’ingegner Cualbu possa essere coinvolto nel progetto? Ricordiamoci che a Della Valle in cambio dei 25 miliardi per la ristrutturazione del Colosseo non hanno concesso alcun diritto di sfruttamento del prezioso monumento, bensì il diritto d’uso per 15 anni di un marchio correlato al Colosseo in relazione all’impegno nella ristrutturazione. Non sono esperto in cose strettamente economiche, ma forse anche Cualbu potrebbe prefigurarsi l’impatto di un’operazione simile, almeno nell’ambito sardo, ma non necessariamente solo nell’ambito sardo.
Insomma, le soluzioni sono aperte, ragioniamoci. Massimo, il vero amico a volte è chi quando sbagli te lo dice, e solo perché non ti vedo da un po’ non te lo dico in faccia …
Caro Sovjet, i 90 milioni NON sono tutti per Cualbu, in questa faccenda ci sono anche altri proprietari che NON HANNO MIRE EDIFICATORIE ma che tendono SOLO alla copertura di danni subito in 30 anni, (dall’esproprio di via castelli che macina ancora interessi per la parte transata in virtù dell’accordo) all’accordo stesso che essendo superato, ma regolarmente firmato a suo tempo, si porta dietro comunque dei problemi legali da risolvere.
Cualbu percepirà in base alla sua quota e gli altri privati in base alle loro quote, ovviamente la cifra “dovrebbe” chiudere ogni problematica esistente e preesistente all’accordo.
@Zunk. Non credo che si voglia far cadere Massimo Zedda, ma piuttosto – e sono d’accordo con Biolchini – forzargli un po’ la mano o “tirargli la giacchetta, come si usa dire. Ma il punto è un altro: siamo d’accordo che Massimo (e questa amministrazione) rappresenta il livello più elevato di attenzione che la Cagliari politica può riservare alla tutela ambientale e paesaggistica e che ogni altro soluzione immaginabile non è immaginabile? Il fatto però che non lo si voglia far cadere non significa che un approccio da “sparo ad alzo zero” sia quello più utile. Io ho fiducia nelle buone intenzioni, sono più per l’ottimismo della volontà, ma la saggezza popolare insegna che le buone intenzioni lastricano la via dell’inferno. Se questo è vero, forse anche il modo di relazionarsi con un’amministrazione che è comunque disponibile (è in ogni caso più disponibile di qualsiasi altra immaginabile) necessità di una qualche ponderazione. Naturalmente se si mira al risultato finale e non al posizionamento momentaneo, utile per ogni evenienza… : di duri e puri che alla fine peggiorano la situazione di chi vorrebbero aiutare è pieno il mondo!
Anch’io, pur non conoscendolo personalmente, so di Cuoabu che è persona intelligente oltre la media. Purtroppo, l’intelligenza può anche fallire, la Storia è piena di esempi. Ha la possibilità di far buon viso a cattivo gioco e uscirne anche come il privato, che col sindaco, è riuscito a salvare la necropoli. Sarebbe un buon biglietto da visita.
Rispetto agli altri partner, sono d’accordo, serve un coinvolgimento. Da questo punto di vista – scusa se mi ripeto – la visibilità che Massimo sta acquisendo a livello nazionale, sconosciuta ai suoi predecessori, potrebbe tornare utile. Potrebbe anche chiedere il sostegno del Presidente della Repubblica, visto che in queste ore si trova in città.
Infine, credo che una delle differenze tra Massimo Zedda e Renato Soru sia proprio nella gestione della critica: Massimo per fortuna non ha bisogno di chi gli dica sempre di sì (da questo punto di vista ha la fortuna di avere attorno persone che gli vogliono bene, ma che non si fanno certo impressionare dal ruolo…) e non reagisce mai in maniera scoposta, alimentando il conflitto. Non l’ha fatto neppure con Todde.
E’ uno che ha grandissima intelligenza politica operativa, ovvero sa dove andare a parare. Cade praticamente sempre bene. Per quelli più abituati a misurare il mondo in rapporti causa – effetto immediati e forse un pochino meccanicistici, a volte sembra magia. O culo. Invece è un formidabile istinto per la politica. bisogna tenerne conto. Io ho imparato a farlo sul campo. Ripeto, basta leggere i posto dalla candidatura alle primarie all’elezione a sindaco per verificare che ha sempre fatto come ha voluto lui e ha sempre avuto la meglio su tutti i suoi critici, me compreso, quando pensavo temporeggiasse un po’ troppo. Temporeggiare (che poi era un lavoro di relazione intensissimo, ma poco appariscente) l’ha portato a stracciare l’avversario. Massimo non ha il talento visionario di Soru, ma riesce a conficcare i suoi paletti molto più in fondo ed io credo che dopo questa amministrazione sarà più difficile tornare “a su connottu”.
@Antonio Dettori. Forse mi sono espresso male. Quello che volevo dire è che i 90 milioni sono un cifra coerente col valore del bene che si vuole tutelare col parco e che in ogni caso devono essere spesi oculatamente, spendendo comunque il giusto, risarcendo chi dev’essere risarcito con cifre congrue. Tutto qui. Una valutazione in merito all’ammontare ha poco senso. Certo, rispetto al mio stipendio è cifra ingentissima, rispetto ad altre iniziative magari non è granché. Per uno come me, che ritiene la cultura il vero “petrolio” italiano, sono soldi ben investiti. Si spera siano anche ben spesi!
Chiedo scusa al professor Mongili, qui sì che c’è una contraddizione… “che la Cagliari politica può riservare alla tutela ambientale e paesaggistica e che ogni altro soluzione immaginabile non è immaginabile?” Per il principio aristotelico di non contraddizione, una cosa o è o non è, per cui o è immaginabile o non è immaginabile! Il significato è che non ci sono ipotesi immaginabili e realistiche alternative a Massimo Zedda…
Chiedo scusa
Ok Soviet, posso essere d’accordo sui tempi di reazione apparentemente un po’ “a scoppio ritardato” con cui Massimo Zedda ci ha sovente riservato sorprese, però la strategia di comunicazione è da rivedere. Non so se il problema sia qualcuno che mal consiglia il sindaco o l’inadeguatezza di qualche suo collaboratore, ma gli equivoci è meglio prevenirli che evitarli. Non so se mi spiego, è come con Facebook che per problemi tecnici a volte fa sparire e riapparire qualche commento, e subito si grida alla censura.
Che Massimo Zedda non si lasci tirare per la giacchetta lo so per averlo constatato assistendo a qualche assemblea popolare (dove comunque chi parlava era in buona fede, non andava con domande preparate apposta per mettere il sindaco sulle spine come hanno fatto taluni esponenti del PD); quello che mi auguro è che, se non parla, quanto meno ascolti.
Mi sembra che tu sia d’accordo anche sul fatto che questa amministrazione e questo sindaco sono di quanto più avanzato si possa realisticamente prevedere per Cagliari. Molti sono alla prima esperienza di giunta, il sindaco stesso è al duo primo mandato: ha un’esperienza che va da giugno a febbraio nel fare il sindaco…in qualsiasi altra attività o professione sarebbe considerato in fenomeno.
Per quanto riguarda la comunicazione, sei sicuro che questo approccio sia inadeguato? Io approfondirei l’analisi…
Se l’egregio Biolchini permette (dopo lo scambio che abbiamo avuto, quanto meno busso …):
Non si capisce, veramente, l’utilità della nota di Andrea Scano. Probabilmente, ha esagerato nella lettura dell’arguto autore massone Paulo Coelho, probabilmente la supposta vicinanza di Todde a Soru (notoriamente poco amato dal suo ex amico Chicco Porcu, che senza Soru sarebbe rimasto un anonimo pubblicitario) incide, comunque contenuti concreti zero a parte affermare praticamente “abbiamo sempre ragione e tu Todde che lo metti in dubbio sei un talebano”, intolleranza verso chi non la pensa come “loro” tantissima e palpabile.
Il fatto che Scano sia tra i migliori del gruppo consiliare PD rattrista: figuriamoci i peggiori. Possibile che nel PD e in SEL, a parte l’onesto Matteo Lecis il cui contributo in realtà non dice molto, non ci sia un solo consigliere che sappia prendere posizione su questa “vexata quaestio” senza indulgere in attacchi stalinisti nei confronti di chi ha osato porre in dubbio la santità della giunta comunale e l’ineccepibilità della delibera della discordia?
Poi lei, egregio Biolchini, afferma che prima dell’articolo di Todde si è parlato della prossima modifica della delibera, e questo è vero, solo che per ritrovare in termini abbastanza chiari una linea programmatica coerente con questo intendimento dobbiamo rimetterci alle sole informate argomentazioni del consigliere IDV Giovanni Dore (non lo chiamo avvocato dato che ha affermato giustamente di agire in questa sede come “politico”). Zedda non lo ha detto espressamente, caro Biolchini. E’ vero che non sembra aver difeso con energia la delibera (probabilmente si è accorto che è una solenne cagata, ma da buon politico non può dirlo espressamente, o non può sconfessare apertamente chi gli ha fatto fare questo casino di cui anche il buon Deliperi, aldilà delle differenze d’approccio con Todde, sta rilevando qualche criticità), ma non ha neanche espressamente detto che sarà modificata. Ha affermato “ben venga la proposta di legge regionale …” … caro Zedda, ben venga a toglierti le castagne dal fuoco visto che non sai che pesci pigliare, e per comprendere veramente il tuo pensiero, presupponendo la tua assoluta buona fede, occorre avere confidenza coi Misteri Eleusini? Tra l’altro le castagne costano 90 milioni, sono un po’ care, sembra che l’alternativa debba essere giocoforza tra dare una barca di soldi a Cualbu o consentirgli di costruire con poche varianti rispetto al progetto originario (magari solo eliminando la cosa scandalosa della necropoli da considerarsi il cortile di casa dei fortunati inquilini del “nuovo quartiere nel cuore di Cagliari”), e il bello è che la proposta viene da gruppi consiliari che, a parte SEL, avevano bacchettato fieramente Cappellacci per talune manovre clientelari, vedasi stabilizzazione dei precari. Deliperi ha evidenziato con cognizione di causa le criticità del disegno di legge, ed altresì come il percorso che sembra adombrarsi (una barca di soldi a Cualbu per chiudere) diversamente da quanto afferma l’onorevole Maninchedda, non sia così scontato, come da settimane in tanti cerchiamo di far capire al testardo giovane sindaco e al pavido assessore all’urbanistica che forse non padroneggia molto bene i problemi complessivi della città al di fuori di San Benedetto.
Il sindaco, in ogni caso, dovrebbe capire che è suo preciso dovere ascoltare tutti i portatori di interessi legittimi, anche quando a volte portano avanti le loro istanze con modalità che possono apparire un tantino fastidiose, come Italia Nostra. Forse non ci si interroga sul fatto che se Italia Nostra interviene in modo così energico ora, nella fase endoprocedimentale, e peraltro come è previsto dalla legge 241/90, lo fa proprio per venire incontro al sindaco, ed evitare di dover “parlare” in una fase successiva con gli avvocati, al cospetto del giudice amministrativo. Pensate che figuraccia se il TAR annulla gli atti dell’amministrazione Zedda su ricorso di un’associazione ambientalista, e non è escluso che ciò avvenga a prescindere da considerazioni di “simpatia politica” da cui il buon giudice prescinde, vedasi il caso Tuerredda dove il PD teuladino stava dalla parte della SITAS (poi qualcuno si stupisce del fatto che si sia perso un Comune dove si avevano percentuali emiliane) e il segretario provinciale del PD Thomas Castangia (Bersani dovrebbe fare qualcosa, che so mandare un commissario …) ha preso posizioni a dir poco non condivisibili.
Mi sorge davvero un dubbio sull’imperscrutabile atteggiamento del sindaco: Massimo, non è che stai prestando troppa attenzione a Matteo Renzi? “Deus t’indi càmpidi” come avrebbe detto mia nonna. Dato che ami rapportarti coi tuoi colleghi sindaci, ascolta piuttosto il coraggioso Luigi De Magistris, anche se il tuo carattere forse non ti consente di fare il Masaniello come fa lui, che dice tranquillamente senza peli sulla lingua ciò che va detto anche all’esimio presidente Napolitano.
Per Giovanni Dore: dove ho scritto ciò che Lei mi attribuisce? Forse questa frase: “2) quella dell’ottimizzazione del complicato quadro normativo emerso dalle sentenze emesse, per produrre un contenzioso infinito che comunque blocchi tutto (anche gli interventi pubblici necessari)”. Le dispiacerebbe ricordare che nel mio testo questa è la sintesi di una tesi non mia? Grazie.
Testuale dal suo blog: “Questa vicenda non si avvia a conclusione senza un accordo generale che inibisca qualsiasi azione politica sui danni” e ancora ” NESSUNA LEGGE, nessun negoziato sembra essere praticabile prima che si concluda l’attività del collegio arbitrale.”.
E ancora:
“Il primo patto da fare è prevedere che, qualora anche ci fossero danni da pagare, li si copre con legge del Consiglio regionale. Non si fanno grandi cose facendo vittime e questa vicenda rischia di farne troppe, sia sul versante pubblico che su quello privato. D’altra parte, è chiaro che il Presidente della Regione è inibito dal fare qualsiasi cosa, anche dare attuazione all’Ordine del Giorno del Consiglio, perché ha una paura molecolare della magistratura cagliaritana”.
Più chiaro di così … niente parco finchè non si raggiunge un accordo sul risarcimento per cui è in corso l’arbitrato.
Mi sbaglierò, ma ho l’impressione, che proprio la soluzione da lei proposta (far pagare ai contribuenti “i danni” scaturenti da eventuali atti amministrativi illegittimi nella vicenda Tuvixeddu) presti il fianco a qualche strascico giudiziario.
Per Stefano 2:
ho capito, continui a ripetere che faccio errori ma non li dimostri. Non capisco: da una parte citi le sentenze a favore, ma attenui la portata di quelle contrarie. Citi la prima sentenza arbitrale che evidentemente parla di danni (e che non si riesce a leggere da quanto è segretata), ma ti premuri di dire che è appellata e quindi, per te, è come se non esistesse; sull’esproprio, quando vuoi, ti mando gli atti. Ammetti che tutto parte da un esproprio ‘sanato’ con un Accordo, ma rifiuti di considerare che far saltare quell’accordo comporta costi. Io cerco una via d’uscita e difendo la mia tesi da sempre: trattare per il grande parco e schierare il Consiglio regionale su questo obiettivo. Tu pensi che Cualbu abbia un ruolo oppure no nel percorso per raggiungere questo obiettivo? Io ritengo che abbia ragione Deliperi quando scrive che Regione, Comune e MiBac devono trovare una sintesi della parte pubblica, ma non su posizioni arbitrarie e non unilaterali, ma appunto negoziali. In un negoziato, difficilmente si arriva a un risultato presupponendo la resa dell’interlocutore. Non credi? Sulle tue generalità: sul piano privato non mi interessano: chi scrive deve rendersi visibile a chi legge. E’ un fatto di cultura e di umiltà. Si risponde di ciò che si dice.
Secondo me 90 milioni di euro li troviamo subito.
L’On.le Maninchedda sostiene che sia irrealizzabile la strada della istituzione del Parco di Tuvixeddu, senza che sia definita la questione del risarcimento danni Coimpresa / Comune per la quale è in corso un arbitrato.
Anche in questo caso credo sia utile ai lettori del blog fornire qualche elemento di valutazione.
La richiesta risarcitoria prende le mosse da alcune sentenze del Consiglio di Stato del 2008 a seguito delle quali erano stati annullati tutti gli atti della Commisisone Regionale per il Paesaggio contenenti una serie di vincoli per il progetto Coimpresa e la pianificazione della realizzazione del Parco in parti importanti dell’area (Catino, Canyon, ecc.) nella quale – sulla base dell’accordo di programma del 2000 – sarebbero dovute sorgere le costruzioni.
Il Consiglio di Stato nella sostanza annullò tutti i citati atti regionali di tutela e perfino la Commissione per il Paesaggio in quanto quest’ultima era stata istituita con una delibera di giunta e non in base ad una specifica legge regionale.
Pertanto la Coimpresa (il cui progetto era rimasto bloccato per diverso tempo a seguito dei predetti atti dichiarati illegittimi), promosse un arbitrato “milionario” conteggiando tutti i danni subiti per effetto dell ‘ “illegittimo” fermo del cantiere.
Dopo tali sentenze, il cantiere riaprì (tra l’altro vennero ultimate 2 palazzine in Via Is Maglias), fino a che non sono giunte le ulteriori sentenze del Consiglio di Stato del 2010 e del 2011. Le quali – come noto – hanno stabilito che su tutta l’area oggetto dell’accordo di programma (compresa quella delle palazzine, già costruite, di Via Is Maglias …), in quanto coperta da vincolo paesaggistico, nessuna attività edilizia (fatta salva la manutenzione ordinaria) può (e poteva) essere svolta sino all’adeguamento del PUC di Cagliari al PPR.
Pongo a questo punto una domanda: alla luce di queste ultime sentenze quel cantiere poteva mai essere aperto ? lascio agli arbitri (ed ai lettori) la risposta.
Però ritengo che questa controversia (che ritengo del tutto marginale, rispetto ai valori in gioco), non possa bloccare l’iter di approvazione della legge di istituzione del parco e sta al Consiglio Regionale procedere in tal senso, apportando le opportune modifiche al testo (condivido alcune delle osservazioni di Deliperi) che, comunque, costituisce una buona base di partenza.
Concludo con una domanda: chi mi sa dire se è stata poi (correttamente) istituita dal Consiglio Regionale la Commissione Regionale per il Paesaggio ai sensi dell’art. 137 del Codice Urbani ?
Per Stefano
Sono molto curioso di conoscere in che cosa sbaglierei, nel merito, però, non per definizione. Mi pare di leggere, in questi giorni, in diversi blog, una cosa che dissi a suo tempo in quasi totale solitudine: l’Accordo di Programma è valido. Come pure leggo che recedere in modo unilaterale da quell’accordo sarebbe molto oneroso. Anche questo detto a suo tempo. Il ragionamento più approfondito è stato fatto da Deliperi che ha delineato, però, un percorso di revisione dell’Accordo che è pur sempre un percorso pattizio, sebbene egli lo veda condotto in un accordo forte tra Regione e MiBac. Anche su questo percorso inevitabilmente pattizio mi sono pronunciato in passato. Quando poi vuoi confrontarti con me sulle sentenze del Tar passate in giudicato che hanno ben evidenziato il comportamneto della Amministrazione regionale in quei mesi, sono pronto.
Per tua informazione sono anche amico di altri imprenditori; i miei conti sono stati abbondantemente scandagliati dall’autorità giudiziaria; i miei telefoni ascoltati e l’unico magistrato che mi ha ascoltato con cortesia (un altro mi ha chiesto pubblicamente di dire quello che aveva detto un altro, come si fa con i delinquenti chiusi in carcere nella stessa cella e l’ho cortesemente mandato al diavolo) mi ha detto, privatamente, che era già al corrente della mia correttezza. Per cui, sono amico di tante persone, ma non sono inutilmente insinuante come te. Non appartengo alla razza feroce che per avere ragione deve avere una vittima da scannare. Ma mi difenderò dalle insinuazioni. Ti invito, peraltro, a rompere uno squilibrio: io sono un personaggio pubblico ed è giusto che di me si sappia tutto ciò che ha rilevanza pubblica e di te, invece, non si sappia niente e niente si possa giudicare delle tue motivazioni se non a partire da ciò che dici tu. Fai outing: firmati, dì chi sei, cosa fai, come e dove ti sei impegnato e a fare che cosa. Il senso delle tue parole ne guadagnerebbe in chiarezza.
Dal tuo post “Due parole su Tuvixeddu”:
1 – “Tutti dimenticano che il caso nasce da un esproprio in perfetta salsa di Destra sociale, fatto dal sindaco Delogu”
2 – “Tutti tacciono, però, su un problema: il rischio dei danni.”
3 – “Inoltre, nessuna legge, nessun negoziato sembra essere praticabile prima che si concluda l’attività del collegio arbitrale.”
1 – Giustamente tutti dimenticano che l’esproprio lo fece il Sindaco Delogu.
L’esproprio avvenne tra la fine degli anni ’70 ed i primi anni ’80 e in quel periodo Delogu non era Sindaco di Cagliari ma Presidente del Cagliari.
2 – Risarcimento di quali danni per quali fatti illeciti? L’adozione e approvazione del PPR in base alla legge statale? L’apposizione del vincolo paesaggistico confermata con la sentenza del CDS?
3 – E dove sta scritto? In quale norma? Intanto la Regione si sta opponendo anche al primo parziale accordo raggiunto in seno al collegio (http://www.ufficiostampacagliari.it/rassegnastampa.php?pagina=21071).
Nel tuo post, fra errori marchiani e assunti privi di riferimenti o quantomeno discutibili, l’unico fatto su cui non posso dire che tu sbagli è il tuo dichiarato rapporto amicale con Cualbu. Non ci sono leggi o sentenze a cui appigliarmi, sennò avrei detto che sbagliavi pure su quello.Il senso delle mie parole è contenuto nel loro senso stesso. La minore o maggiore chiarezza, nel senso che intendi tu, sta nella traduzione che ne fa chi le riceve. Se l’espediente di far risaltare gli errori con un dato non confutabile può essere confuso con una “inutile insinuazione” me ne dispiace. Sono una persona abbastanza mite e non cerco “vittime da scannare”.
Per quanto riguarda “lo squilibrio”, quello è nei fatti. E non vedo il motivo per cui, in generale, si debba giudicare sulle motivazioni del dire anziché su quanto detto.
Vito Biolchini ha le mie generalità complete e, se dovessero esserti utili, lo autorizzo a fornirtele senza ulteriori e inutili giri. A meno che non servano solo a soddisfare una tua curiosità.
90 milioni. Ma ci rendiamo conto?
Non penso che la città possa permettersi il grende parco. Però se la “cosa” passa condivido totalmente il parere di Deliperi: nuova burocrazia di cui non si sente assolutamente la necessità.
Io non capisco proprio il discorso di Deliperi. Come si puo’ immaginare di far gestire un parco di 50 ettari direttamente ed unicamente al Comune?Mandiamo i nonni verdi a fare giardinaggio,gli usceri di via Roma ad aprire i cancelli e l’Assessore al turismo a fare da guida?!E’ normale costituire un Ente Parco per un progetto del genere e io non la vedo assolutamente come una manovra del PD per assegnare poltrone (a parte che non leggo nella proposta di legge che sara’ il PD a nominare i lavoratori dell’ente parco). Sulla cifra dei 90 milioni immagino sia una stima e magari su quello si puo’ discutere, ma io vedo come una cosa positiva che puo’ creare anche posti di lavoro per giovani archeologi, agrari, ingegneri, etc.
“No ti nci ghettis a mari po sidi!”.
Questo ammonimento, che mi sono spesso sentito ripetere, evidentemente non è conosciuto dagli estensori della proposta di legge.
Va bene volere aprire finalmente il parco (attenzione che ci sono anche gli “assetati di parco” che pur di aprirlo non si farebbero scrupoli a far costruire tutto quanto previsto nell’Accordo al grido di “C’è l’articolo 15 punto e bo’!!!”) , ma 65.000.000 di euro per acquistare le aree dai privati sono un’esagerazione. Sono 130 € a mq per delle aree che, a seconda di come andrà a finire l’intesa con Regione e MiBAC sulla regolamentazione definitiva dell’area di Tuvixeddu-Tuvumannu, potrebbero valere anche meno del terreno agricolo. Nel senso che, in quell’intesa, l’area potrebbe essere interdetta anche alla coltivazione del prezzemolo. Quindi perché regalare ai privati soldi pubblici, cioè nostri, senza motivo? Mi pare che se lo chiedano anche Giovanni Dore su questo blog e, oggi, Stefano Deliperi sul sito del GrIG (http://gruppodinterventogiuridicoweb.wordpress.com/2012/02/19/proposta-di-legge-regionale-per-il-parco-di-tuvixeddu-luci-poche-e-ombre-tante/#more-3050).
Quella delibera era una schifezza e non una semplice “griglia per preparare il terreno al futuro accordo” come tu, Vito, l’hai definita. Non nel senso che non fosse preparatoria del futuro accordo, ma nel senso che le maglie della griglia erano troppo larghe e ulteriormente allargabili. Tanto che, ipotizzando la situazione peggiore, attraverso quelle maglie sarebbero potute passare tranquillamente quasi tutte, se non proprio tutte, le costruzioni in progetto. E allora sì, che non sarebbero bastati neanche 65 milioni per acquisire i terreni.
Dell’intervento di Maninchedda si può salvare, come dato certo, che è amico di Cualbu. Lo dice lui. Non ho motivo di dubitarne. Sul resto ci sono tali errori sui fatti, che perde di senso anche la proposta politica.
Continuo insistentemente a leggere di “valori agricoli”…ce la caviamo con poco”…..90 milioni sono un’esagerazione”….ma a qualcuno è venuto in mente di capire realmente il perchè? di quella cifra?
Dunque, c’è una transazione che pone un VANTAGGIOSISSIMO SCONTO al comune inserita nell’accordo di programma, uno sconto che in caso di caduta dell’accordo il comune può scordarsi (almeno da parte di noi Sotgiu), c’è poi la questione del valore del terreno, in accordo di programma era edificabile, ora non più…e dunque, scontiamo l’accordo di programma siglato da comune e regione facendo finta che non sia mai stato firmato? o qui qualcuno pensa che a Cagliari le violazioni di contratti tra il pubblico ed il privato non hanno valore?
Senza scendere in ulteriore polemica, poi ognuno trae le sue conclusioni, comune e regione devono.
1) Coprire la sentenza del consiglio di stato del 1992 sull’esproprio irregolare di via castelli, cifra transata SOLO in caso di integrale e corretto svolgimento dell’accordo siglato nel 2000 (a cui si aggiungono gli interessi sulla parte transata fino ad oggi)
2) trovare una soluzione risarcitoria per aver siglato un accordo che poi è stato modificato (e ci sono tutti gli elementi per indagare sulle effettive motivazioni che portarono a quella firma)
3) Acquisire le aree (in accordo edificabili VISTO CHE L’ICI CHE CI E’ ARRIVATA E CALCOLATA SU AREA EDIFICABILE…..ulteriore spazio al nostro legale e al tribunale)
Dunque 90 milioni tutti a Cualbu?…e no….ci sono anche sorelle Sotgiu, Mulas, Edil
strutture Mulas……insomma……..c’è ancora molto da dire e chissà se veramente qualcuno chiuderà la porta (francamente ne dubito)
@ A. Dettori
Lei è uno dei pochi veramente informati e ha colpito nel segno con precisione disarmante. Chapeau. Tuvixeddu non è una questione ambientale, culturale, archeologica, identitaria e balle varie. La questione di Tuvixeddu è solo una questione di soldi, tutto gira intorno al vil denaro, con buona pace di tutto il resto.
Caro Callaghan, ho 33 anni e ho vissuto tutto in prima persona, dall’esproprio di via Castelli ed i ricorsi al TAR e al CDS con la relativa sentenza del 1992, alla cessione di quote da una parte della mia famiglia a Cualbu, ai vari progetti presentati da coimpresa pre accordo del 2000, alla stipula dell’accordo stesso (avvenuto in notturna al comune dopo ore di trattative), alle vicende pre 2006 e post 2006 (con i relativi appelli e organi di vigilanza per trovare una soluzione mai trovata) ed è ovvio che ormai sia una questione economica.
Il comune e la regione devono trovare una soluzione concreta per venire fuori da anni di tribunali,sentenze,ritardi, inadempienze,spese legali, violazioni contrattuali ecc
Il problema è che più si va avanti, più la situazione peggiora, i 90 milioni infatti tengono conto non solo del valore dell’area (e qui c’è da discutere parecchio) ma sopratutto dell’interminabile sequenza di atti e di tempo trascorso…..capirà benissimo quanto salgano spese legali ed interessi su progetti e situazioni simili, se poi il brodo viene allungato da una politica che non dialoga e non trova soluzione con le parti interessate si rimane in stallo….ma uno stallo costoso.
Francamente resto ampiamente dubbioso su una rapida soluzione e sulla possibilità di acquisizione delle aree private, nulla è stato comunicato al nostro legale (sentito ieri sera) e anche la riunione dell’organo di vigilanza per dialogare sulla situazione,richiesta da coimpresa al sindaco, è attualmente priva di risposta ed inesistente….dunque, ancora tempi lunghi che possono dar spazio a nuove azioni legali a breve.