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Tassisti, avvocati, farmacie e licenziamenti facili: non ce n’è per nessuno! Sì, ma la colpa della crisi non era delle banche?

Boh, io non ci sto capendo più nulla. Ma la colpa della crisi non era delle banche, della loro ingordigia? Del mercato dei derivati, di prodotti finanziari tossici e, alla lunga, assassini? E allora perché stiamo parlando dei tassisti? Quanti italiani prendono un taxi ogni anno? La questione riguarda solo poche grandi città, invece sembra che dalla liberalizzazione delle licenze dipenda la sorte dell’Italia.

E le farmacie? E gli avvocati? Riguardo a questi ultimi, vi segnalo una riflessione apparsa su Democrazia Oggi dal titolo “Monti: non molto più del Cavaliere senza escort”.

In ogni caso, le misure adottate dal Governo Monti sembrano contraddittorie e, nel migliore dei casi, scarsamente determinanti.

Poi, ovviamente, c’è il famoso l’articolo 18. Per quale motivo si dovrebbe incentivare l’occupazione abrogando la norma che tutela i lavoratori dai licenziamenti senza giusta causa? Ieri ho letto in prima pagina l’editoriale degli economisti Alberto Alesina e Francesco Giavazzi, “Giovani e lavoro, verità scomode” e non ho capito nulla. Sentite questo passaggio:

Si obietta che oggi, nel mezzo di una recessione, eliminare l’articolo 18 significherebbe consentire alle imprese licenziamenti indiscriminati. È vero il contrario. In un momento di grande incertezza, come quello che stiamo attraversando, gli imprenditori sono restii ad assumere con l’inflessibilità dell’articolo 18 proprio perché sono insicuri sul futuro della loro azienda. Quindi è proprio in un momento difficile che l’articolo 18 preoccupa gli imprenditori. Quando tutto va bene e si è ottimisti, assumere per la vita è facile per tutti.

Avete capito? Gli imprenditori italiani oggi non assumono nessuno a tempo indeterminato perché poi non sanno come cazzo licenziarlo quando gli pare! È chiaro che se uno può licenziare a piacimento, il contratto a tempo indeterminato te lo fa domani! Geniali questi economisti!

Peccato poi che le imprese in Sardegna che abbiano più di 15 dipendenti siano relativamente molto poche. Insomma, nulla si regge nel ragionamento dei geniali economisti. Però, nel frattempo, licenziamo.

Insomma, il Governo Monti si sta occupando di tutto tranne che dei veri motivi della crisi. Questi sono palliativi che non ci salveranno dalle prossime scosse che arriveranno dai mercati finanziari. Ma nel frattempo c’è chi approfitta della situazione per regolare antichi conti.

Ecco perché sull’articolo 18 il Partito Democratico dovrebbe opporre un no intransigente. Anche a costo di far cadere questo governo. Com’è che dice il Papa? “Valori non negoziabili”? Ecco, appunto.

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7 Comments

  1. Maria Cristina says:

    Sono una farmacista laureata e abilitata a Bologna.
    Ho inviato tanti curricula, però nessuna farmacia mi ha assunta.
    Sono disperata, non so più a chi rivolgermi.
    Maria Cristina

  2. efisio erriu says:

    Staremo a vedere se questi provvedimenti sono solo dei palliativi.
    E’ vero che non ci permetteranno di uscire dalla crisi, sicuramente però potrebbero contribuire a rendere la nostra società più aperta e più giusta.
    Certo non si può negare che rispetto agli annunci, quanto presentato in concreto sembri un po’ pochino, con tanti rinvii ai tempi in cui saremo sotto elezioni e poco il governo potrà fare (vecchia DC docet); però non si può negare che ci sia bisogno di rendere più facile l’accesso al lavoro e che non sia necessario eliminare una serie di sovraccosti che i cittadini pagano alle varie lobby o corporazioni.
    Certo che questo non ci porterà fuori dalla crisi, ma contribuirà.
    Certo che stanziare 500 mln per l’edilizia scolastica (anziché darle alle scuole private come aveva fatto la gelmini) non ci porterà fuori dalla crisi, ma contribuirà.
    Serve altro è vero. Ma non sembra che nel globo terracqueo circolino persone con la soluzione in mano (a parte Giavazzi ovviamente).
    Certo che inserire un contratto unico con tutele progressive che permette di reintrodurre un po’ di progettualità (questa sconosciuta) nella vita di chi lavora, non ci porterà fuori dalla crisi, ma contribuirà.
    Intanto è bene riammodernare la società, democratizzare le opportunità per i cittadini, per i giovani, perchè sarà vero che la crisi l’hanno provocata le banche, ma prima del 2008 non è che ce la passassimo così bene.

    Facciamo un discorso di società e non di corporazioni come il PD sta facendo

  3. riccardo says:

    le liberalizzazioni avvantaggiano i grandi capitalisti a discapito delle persone comuni, non portano alcuna ricchezza nel territorio, anzi….e il presunto risparmio dei consumatori è una balla…e sinceramente sentirsi chiamati consumatori a me fa girare le p…non siamo più cittadini? dobbiamo vivere solo in funzione dei mercati?

  4. Marius says:

    Ma in un paese che si dice liberal-democratico ma organizzato ancora come in età Comunale in mestieri e corporazioni come si fa a sostenere che le liberalizzazzioni non sono importanti?
    Marius

  5. riccardo says:

    infatti se il lavoro non c’è perchè non c’è alcun piano di sviluppo, le manovre di Monti contribuiranno alla crisi!!! i mercati regolamentati come quello del farmaco, dei taxi, dei tabaccai etc… da tempo fanno gola alle multinazionali, ai grandi capitali (emblematiche sono le ultime conferenze della Marcegaglia)i quali nel giro di pochi anni andrebbero a prendere possesso di queste attività a discapito dei piccoli che oggi chiaramente reinvestono il proprio guadagno nel territorio!
    es: in inghilterra le farmacie oggi sono di proprietà di multinazionali:la cugina di mia moglie lavora come farmacista in una farmacia della lloyd, è l’unica laureata, chi ha principalmente il contatto con il pubblico sono dei commessi sottopagati non-laureati….non conosce inglesi laureati in farmacia che lavorino nel settore privato!

    un’altro dato che non si racconta nei mezzi di informazione è che in italia negli ultimi due anni il prezzo dei farmaci di fascia A prescritti su ricetta rosa (mutuabili) è calato per effetto dei generici del 40% così da recare alle farmacie un calo considerevole del proprio fatturato, un’apertura di nuove farmacie senza una valutazione delle reali esigenze del territorio e qundi senza valutare gli effetti per chi ci lavora, per me è assurdo a meno che non si voglia aumentare il mercato dei farmaci…..cosa per me assurda.

  6. silvia says:

    Si vede che parlano pensando che la gente non abbia cognizione di causa. Quando un’azienda è in crisi di licenzia e la “giusta causa” consiste proprio nel fatto che non c’è lavoro! E’ capitato nell’azienda dove lavoravo: appalto scaduto, lavoratori a casa, anche col contratto a TI, purtroppo.

    • Anche a me 10 anni fa è capitata la stessa cosa: mandato a casa perchè non c’era lavoro. Anche se il mio contratto era a tempo indeterminato. La tutela dell’art. 18 è una buffonata, è una questione ideologica che serve ai sindacati per tutelare in eterno il loro ruolo, la loro nicchia di potere. Non hanno ancora capito che sono finiti.

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