La storia che state per leggere è assurda. Un senegalese è in carcere da quasi un mese ad Oristano. Il motivo? Mentre pregava a Ghilarza è stato avvicinato da un carabiniere. Il militare pensava che il ragazzo stesse male e gli ha chiesto se avesse bisogno di qualcosa. Abdou (questo è il suo nome) però stava solo pregando, con una modalità molto particolare, propria di di alcune zone del Senegal. La situazione però è degenerata. Abdou non solo è stato arrestato ma addirittura è stato poi giudicato incapace di intendere e di volere e dichiarato socialmente pericoloso, e per lui il giudice ha stabilito la reclusione nell’Ospedale Psichiatrico di Aversa!
A distanza di quasi un mese dall’accaduto, un amico di Abdou si è messo in contatto con l’associazione Stop Opg, che è subito intervenuta con un suo legale e ha mandato immediatamente un appello al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano.
Domani, lunedì 16, è prevista una conferenza stampa-dibattito a partite dalle 11 nella sede dell’Asarp, in via Romagna a Cagliari. E’ nato anche un gruppo Facebook che raccoglie le adesioni di chi chiede la liberazione del ragazzo. E’ necessaria la mobilitazione di tutti per riportare questa vicenda tra i confini della legalità e del buonsenso. Per cui, voi che siete su Facebook, fate girare il più possibile questo appello.
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Al Capo dello Stato
Giorgio Napolitano
ROMA
Cagliari 13 gennaio 2012
Oggetto: Appello per Abdou Lahat Diop
Gentile Presidente,
ci rivolgiamo a Lei affinchè intervenga sulla vicenda di Abdou Lahat Diop, un ragazzo senegalese di 30 anni che vive in Sardegna. Il giorno 16 dicembre 2011, Abdou, pregava di primo mattino in una strada fuori dal centro abitato, nella zona di Abbasanta/Ghilarza. E’ stato avvicinato da un maresciallo dei carabinieri preoccupato che non avesse bisogno di aiuto; alla risposta negativa di Abdou, che evidentemente voleva continuare a pregare, e alle insistenze del maresciallo, la situazione è degenerata, tanto da richiedere l’intervento delle forze dell’ordine. Questo fatto si è concluso con l’arresto di Abdou per resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale. La perizia psichiatrica richiesta dal tribunale, formulata da un perito che non conosceva l’imputato, si è conclusa con una dichiarazione di incapacità di intendere e di volere e la dichiarata pericolosità sociale (senza peraltro spiegarne le ragioni). Attualmente Abdou si trova ristretto nel Carcere di Oristano in attesa di essere trasferito all’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa. Il nostro Comitato si è mobilitato in questi giorni su richiesta di alcuni familiari di Abdu, nominando immediatamente un difensore di fiducia e un perito per una urgente contro perizia.
Precisiamo che Abdu non risulta essere mai stato in cura per patologie psichiatriche e non ci risulta che il servizio territoriale di salute mentale abbia assunto una presa in carico, né che sia stato in qualche modo attivato dal 118. Inoltre parrebbe che non gli sia stato garantito in tutte le fasi del fermo, del successivo processo, del trasferimento in carcere e durante la perizia, un interprete e un mediatore culturale. In questa vicenda ci sono ancora dei punti che devono essere chiariti, ma riteniamo che ad Abdou debba essere data la possibilità di difendersi dalle accuse che le vengono mosse e (nella eventualità che sia accertata la presenza di un disturbo mentale) la possibilità di essere curato adeguatamente e di effettuare un percorso di ripresa circondato dalle persone a lui care, nel suo territorio. Lei Signor Presidente ha assunto una posizione ben chiara definendo gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari luoghi di orrore, noi da tempo ci battiamo affinchè questi luoghi di orrore cessino di esistere e condividiamo il lavoro fatto dalla Commissione Parlamentare di inchiesta sugli O.P.G.
Ci rimettiamo alle iniziative che Ella vorrà assumere in difesa dei Principi Costituzionali che riteniamo siano stati violati.
Cordialmente.
Il Portavoce del Comitato Sardo Stop Opg
Roberto Loddo
Organizzazioni aderenti al Comitato Sardegna STOP OPG: Associazione Sarda per l’Attuazione della Riforma Psichiatrica, Associazione “5 Novembre”, Forum Sardo Salute Mentale, Cgil Sarda, SOS Sanità Sardegna, Assemblea Territoriale di Cittadinanza Attiva, Tribunale per i diritti del Malato Sede di Cagliari, Associazione Culturale “Art Meeting”, Cooperativa Sociale “I Girasoli”, Cooperativa Sociale “Asarp Uno”, Arci Sardegna, Rivista di cultura poetica “Coloris de Limbas”, SPI CGIL Sardegna, Cooperativa Sociale “Il Giardino di Clara”, Cooperativa Sociale “Giardino Aperto”, Comunità Casamatta, Associazione art.21, Conferenza Volontariato Giustizia della Sardegna, AUSER. Rivista “Sociale e Salute”, Comitato “A Casa mia”, ABC Associazione Bambini Cerebrolesi, Asociazione “Progrè”, Comitato Verità e Giustizia Giuseppe Casu, USB Unione Sindacale di Base, Asecon ONG, Cooperativa Sociale Sviluppo e Territorio, ASCE Associazione Sarda contro l’Emarginazione.
stopopgsardegna@gmail.com
http://stopopgsardegna.com/
cellulare: 3316164008
loro quando pregano non vogliono essere disturbati ,ma sempre loro nei loro paesi possono attacare le chiese cristiane e ammazzare centinaia di esseri umani, il carabiniere ha fatto solo il suo dovere
ABDOU E’ LIBERO! Il Tribunale lo ha scarcerato e ora sarà ospite di una comunità di Quartu.
Leggete la notizia completa su http://www.radiopress.it/2012/01/abdou-e-libero/
suvvia, chi di noi non è mai addivenuto a colluttazione con un carabiniere che ci chiedeva le generalità… mah, a me sembra una storia di razzismo al contrario
Il razzismo è palindromo, e al contrario è sempre razzismo.
(e mi chiedo dove sia mai il dritto)
Vito, La Nuova Sardegna di oggi espone un confronto di versioni un po’ diverse.
Pur non piacendomi per nulla i manicomi giudiziari, mi pare che la realtà dei fatti sia tutta da accertare. A meno che non si voglia prender per buona la singolare teoria che tutti i Carabinieri siano psicopatici, a priori 😉
Stefano Deliperi
da La Nuova Sardegna, 17 gennaio 2012
Cagliari. Mobilitazione per sostenere la liberazione di Abdou, dichiarato incapace di intendere e socialmente pericoloso.
La preghiera del senegalese: «No all’Opg».
Arrestato dai carabinieri dopo una colluttazione, rischia l’ospedale psichiatrico giudiziario.
CAGLIARI. Chissà se quella sera il senegalese Abdou Lahat Diop stava pregando con troppa enfasi in mezzo alla strada oppure, completamente fuori di sé, stava minacciando i passanti con lanci di pietre e sputi? Il fatto certo è che ora rischia di essere internato nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa, in seguito a una una perizia con la quale è stata accertata la sua incapacità di intendere e di volere e anche la pericolosità sociale.
La storia di Abdou Lahat Diop, 30 anni, è venuta alla luce in seguito alla mobilitazione del comitato sardo Stop Opg, della parlamentare del Pd Caterina Pes e dei consiglieri regionali Claudia Zuncheddu, Irma Ibba e Gianvalerio Sanna. Il comitato, attivo nella battaglia contro gli ospedali psichiatrici giudiziari, ha intrapreso una lotta per garantire il diritto di Abdou Lahat Diop, attualmente rinchiuso nel carcere di Oristano, a difendersi in un giusto processo ed evitargli così la detenzione in un Opg.
Secondo quanto spiegato dal Comitato, il 16 dicembre Abdou Lahat Diop era stato fermato da un maresciallo dei carabinieri in borghese preoccupato per il senegalese, suo vicino di casa, trovato mentre pregava in una strada comunale tra Abbasanta e Ghilarza. Il senegalese stava seguendo un rito proprio della della religione islamica Murid e Abdou, che voleva proseguire il suo rito, aveva reagito bruscamente. L’intervento delle forze dell’ordine aveva messo termine alle preghiere di Abdou, arrestato per resistenza, violenza, minaccia a pubblico ufficiale e rifiuto di dichiarare le generalità.
Una versione che contrasta con quella dei carabinieri di Ghilarza e anche di numerosi testimoni che quel giorno avevano assistito all’episodio. I carabinieri erano intervenuti in seguito al grave stato di alterazione psichica del senegalese. Abdou, fuori di sè, aveva minacciato anche con lanci di pietre, i passanti e alcuni li aveva anche sputati. La sua prestanza fisica, oltre due metri d’altezza, incuteva paura e per questo era stato richiesto l’intervento dei carabinieri. Il primo a tentare un approccio con lui era stato un maresciallo suo vicino di casa, ma il tentativo non era andato a buon fine. Erano arrivati i rinforzi e uno dei carabinieri era rimasto ferito nel tentativo di bloccare il senegalese, finendo all’ospedale con lesioni guaribili in 20 giorni. I militari con grande difficoltà ed evitando di procurargli lesioni erano infine riusciti a bloccare Abdou.
Nel processo svolto per direttissima il giorno dopo, la difesa (l’avvocato d’ufficio Enrico Meloni) aveva proposto il rito abbreviato dopo una perizia psichiatrica, che si era però conclusa con una dichiarazione di incapacità di intendere e pericolosità sociale. Un esito contestato dal legale di Abdou Lahat Diop, l’avvocato Dario Sarigu, subentrato subito dopo nella difesa del senegalese. «Il fermo rientra nella normalità, sarebbe opportuno, invece, che il perito ritornasse sui suoi passi. Siamo in attesa di una rivalutazione della perizia, per la quale si è mostrato disponibile».
«Le dinamiche dell’arresto, il processo per direttissima e la perizia psichiatrica risultano poco chiare», ha affermato Gisella Trincas, del comitato sardo Stop Opg. «Il problema è l’esito, stilato dopo tre incontri di brevissima durata e senza l’appoggio di un mediatore culturale o di un interprete», ha aggiunto Roberto Loddo, portavoce del comitato. Baye Lahat, come viene chiamato Abdou dalla sua comunità, è ora sedato e a breve potrebbe essere trasferito nell’ospedale psichiatrico di Aversa, fino all’udienza del 15 febbraio. Il comitato, al quale aderiscono la Cgil Sarda, il Tribunale per i diritti del malato, l’Asce e anche l’Unione culturale islamica in Sardegna e altre 29 associazioni, ha già inoltrato un appello al Presidente della Repubblica, che già aveva preso una posizione netta riguardo alla chiusura degli Opg.
Il deputato Caterina Pes è andata nel carcere di Oristano per incontrare Abdou. «L’ho trovato bene, adeguato, in termini psichiatrici, tenero, mite, vestito e pettinato in maniera sobria – ha spiegato la deputata del Pd -. Si è reso conto della reazione spropositata che ha avuto ed è pronto a scusarsi col maresciallo che ha colpito. Ma in un paese civile non dovrebbe sussistere nessun rapporto tra prigione e salute mentale. Forse Abdou ha bisogno di cure, ma in strutture adeguate e vicino alla sua comunità».
Caterina Pes ha quindi annunciato un’interrogazione parlamentare nel caso in cui la perizia non venga rivalutata. Il referente dell’ambasciata senegalese in provincia di Cagliari, Abdou Ndiaye, non mette in dubbio il lavoro svolto dai carabinieri ma ricorda che bisogna prestare attenzione al background culturale dei cittadini. «Abbiamo mediatori culturali pronti a collaborare – e aggiunge – Abdou Lahat Diop è una persona come tutti noi; il suo percorso spirituale l’ha visto reduce da una settimana di digiuno e coinvolto in uno stato di devozione molto forte. La situazione si sarebbe risolta con la presenza di un senegalese capace di appianare la situazione».
30 anni fa se parlavi in una lingua diversa o semplicemente avevi un disturbo neuro/linguistico (come il paraplegico)eri da internare.
Ancora oggi rischi la pazzia se preghi.
Mi rivolgo a Napolitano.
Basta con queste continue violenze psicologiche e di diritti.
Faccia chiudere subito gli O.p.g
non ci sono piu’ i carabinieri di una volta,e non e una battuta!
Ecco l’intervista a Roberto Loddo, dell’associazione StopOpg:
http://www.radiopress.it/wp-content/uploads/2012/01/LODDO_16_01_12.mp3
Se fosse possibile, questa dichiarazione chiarisce ancora meno quanto sia successo. Che però è abbastanza intuibile.
Premesso che la vicenda manca di un numero di particolari e di passaggi che meriterebbero un approfondimento, e che quindi sul caso specifico sia difficile avere un parere, se non per schemi -anche se credo altamente probabile, purtroppo, che in tutta la vicenda non si sia sviluppata secondo le migliori pratiche di mediazione culturale, quanto meno- io credo che in Italia ci sia effettivamente un serissimo problema di formazione e di training che riguarda tutti i corpi di polizia, nessuno escluso -vedi i Vigili Urbani della civile Parma che pestano un ragazzino perché a loro è “sembrato” fosse uno spacciatore, per non dire dei casi Cucchi, Uva, Aldrovandi, l’intera vicensa del G8 di Genova etc.etc.-
Mi pare anche troppo evidente, poi, che da parte delle istituzioni si preferisca rispondere da un lato con lo “spirito di corpo” da indurre e/o condizionare tra il personale, e dall’altro con riflessi “d’ordine” e con la sollecitazione delle paranoie collettive, invece di ricorrere alla formazione permanente di tutti i lavoratori della forza pubblica.
Chi ha in mano la sicurezza di cose e persone e -armato- governa situazioni in cui sono in discussione la libertà personale e anche l’integrità fisica dei cittadini, ha il diritto prima ancora che il dovere di essere messo in condizione di capire le situazioni, interpretarle e intervenire con rispetto nei confronti dei cittadini/utenti chiunque siano, compresi gli eventuali colpevoli di qualche reato, autoctoni o immigrati.
La selezione e la formazione dei corpi di polizia, per come attualmente si svolge, risponde alle necessità di una società civile moderna, complessa e multietnica?
A me sembra che si sia molto, troppo lontani da uno standard accettabile.
a parte la descrizione a dir poco incompleta del fatto, segnalo giusto un refuso nel testo della lettera.. le accuse che GLI vengono mosse, a meno che abdou non sia una donna (e tra l’altro, non nuocerebbe scrivere il suo nome in maniera coerente in tutto il testo: Abdou o Abdu?)
scusate ma ho beccato il virus del revisore di bozze…
Se non si sa il “che cosa”, non si può sapere il “perché”.
Almeno, sarebbe interessante essere informati sulla modalità di preghiera “un po’ particolare”: non va bene stuzzicare così la curiosità dei lettori e poi frustrarla senza raccontare nulla!
🙂
Intendevo il racconto dei fatti… manca qualcosa… la fonte ad esempio. fatteci sapere. grazie. Geneviève Makaping
Manca un passaggio. Anche nei racconti più assurdi, è impensabile che un carabiniere sia così “ignorante” da confondere un “mussulmano che prega” con un “mussulmano che sta male”. L’articolo deve essere riscritto, cosa dicono le fonti? Giuro che se non ci fosse la lettera al nostro Presidente della Repubblica, penserei al un pesce d’aprile. Geneviève Makaping
chiunque insulti e minacci un pubblico ufficiale viene fermato e denunciato…..bisognerebbe conoscere il fatto nei dettagli..
non penso niente, dico: è possibile che le cose semplici diventino assurde??
ma la professionalità delle forze dell’ordine dove è andata a finire?????????
con tutta probabilità il ragazzo si è (giustamente?) incazzato, e il carabiniere invece di chiuderla li non ha lasciato correre. Credo che non sia tanto importante il COSA sia successo, ma il PERCHE’ è successo
giustizia
mi manca un passaggio… cosa è successo da quando il carabiniere lo ha avvicinato pensando stesse male al momento in cui la situazione è degenerata? come ha fatto a degenerare?
In effetti…cosa è successo veramente?