Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
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Caro Vito,
scrivo per segnalare le “proposte indecenti” che si possono trovare sul sito di Sardegna Tirocini – un sito ufficiale dell’Agenzia Regionale del Lavoro, fatto per far incontrare domanda e offerta di tirocini, finanziati tramite fondi regionali. Lo scandalo, secondo me, è che la Regione non controlla minimamente che le offerte di tirocinio siano dignitose. Sappiamo tutti quanto male funzioni il mercato del lavoro, ma almeno quando si stanno usando soldi pubblici, ci si aspetterebbe un minimo di decenza. Invece no.
Innanzitutto, pochissime aziende (meno di venti su circa sessanta totali) offrono un rimborso aggiuntivo rispetto al voucher regionale. E fin qui, tutto sommato era prevedibile. Però, scorrendo gli annunci (
http://www.sardegnatirocini.it/vetrina.html), si leggono offerte che tutto sono tranne che tirocini: “cercasi commesso/a”, “cercasi banconiere”, “cercasi personale” e così via. Poi sotto vengono messe le paroline magiche “per progetto formativo”, e allora sembra che tutto vada bene. Ancora, molti annunci violano apertamente le norme sulla parità di accesso: “cercasi impiegatA”, “cercasi ragazzA”, “cercasi commessA”, “cercasi segretariA”.In molti non si sono neppure curati di far sembrare plausibile l’idea di un tirocinio: a prima vista, si intuisce subito che quello che cercano è manodopera gratis, punto e basta. Non si capisce in cosa sia consistito il ruolo dell’Agenzia Regionale del Lavoro in tutto questo. Sarebbe bastato eliminare gli annunci palesemente incongrui con l’obiettivo di formare dei lavoratori. Certo, dirà qualcuno, così si corre il rischio di assegnare tirocinanti solo alle aziende che sanno scrivere degli annunci formalmente ineccepibili, ma che poi di fatto sfruttano ugualmente la manodopera. È vero, il rischio esiste, ma almeno verrebbero premiati quelli che fanno un minimo sforzo mentale. Se non altro, eviteremmo di vedere obbrobri di questo tipo (e non è l’unico):
Impresa di pulizie “caria carmela” cerca operaio
il tirocinio è finalizzato all’apprendimento di base per quanto riguarda le varie procedure di intervento del servizio di pulizia, mediante l’illustrazione dei seguenti argomenti: principi della detergenza; uso dei detergenti; metodi di lavaggio (sistemi manuali e meccanizzati); pulizia e sanitizzazione dei servizi igienici; titolo di studio: diploma sede: Cineworld Cagliari.
http://www.sardegnatirocini.it/dettagli-annuncio.html?annuncio=1036&fb_source=message
Insomma, per imparare a passare lo straccio al cineworld e ricordarsi di usare il detergente adatto per ogni superficie (mi raccomando: quello col beccuccio a forma d’anatra è per il gabinetto!), servono un diploma e un tirocinio di alcuni mesi! E l’azienda ovviamente è tra quelle che non aggiungono un centesimo al voucher erogato da mamma regione.
Credo sia importante parlarne
Saluti,
Annalisa
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CHE TRISTE AVER STUDIATO E NON TROVARE LAVORO NEANCHE COME LAVAPIATTI VOI POLITICI SARDI DISONORATE LA NOSTRA CARA E BELLA SARDEGNA
Sono la ragazza che ha postato un commento l’11 gennaio scorso…sto avendo grosse difficoltà anche ad essere presa in considerazione per questi benedetti tirocini…spesso le aziende esigono dei requisiti pazzeschi anche se visto che si tratta di un tirocinio non dovrebbe essere obbligatorio avere esperienza in quel determinato settore…altrimenti che tirocinio è? E dire che sono disposta a spostarmi (rimettendoci di mio vista la miseria erogata dalla Regione) e ad imparare qualcosa di nuovo…che cosa devo fare???
E’ senza dubbio una delle tante cose pensate per dare il contentino a chi non riesce a trovare lavoro e vive in condizioni precarie ormai da anni…
Sono anche io un tirocinante e per mia fortuna ho trovato un’azienda che utilizza questo strumento in modo del tutto onesto ed efficiente a differenza di altre che cercano soltanto manovalanza a costo zero.
Ritengo che la colpa non sia soltanto di chi ha pensato il progetto ma di chi ne fa uso, come al solito c’è sempre chi tira fuori il meglio del “carattere italiano” ovvero l’essere furbi in modo disonesto.
Il vero problema è che non si trovano aziende che hanno interesse nel formare i giovani, non si trovano datori di lavoro capaci di spendere del tempo nella formazione, non lo fanno per motivi di tempo, per disinteresse e forse anche per eliminare un’ipotetica concorrenza.
Personalmente avrei impiegato questi soldi in modo diverso, dovrebbero nascere degli organi incaricati alla formazione ma mancherebbero comunque i controlli come al solito e cosi ognuno fa come gli pare, fotte a destra e a sinistra.
All’italiano medio piace fottere il prossimo, pensa al momento e non al futuro e soprattutto pensa a se stesso e non al bene comune.
Chi usa lo strumento Sardegna tirocini in modo inappropriato non si merita di lavorare, si merita la galera!
francu ahahahah bellissimo il tuo commento
io sono una delle sfortunate tirocinanti
presa come commessa in supermercato
da un mese non faccio altro che pulire scaffali e lavare pavimenti
e le mansioni come cassa salumeria etc? quelle se le fanno loro
sono veramente stanca
Ciao Claudia, posso chiederti in quale catena di supermercati?
Ciao a tutti, sono una ragazza laureata da diversi anni, regolarmente masterizzata e già con diverse esperienze lavorative ma…tutte a termine. Tanto per non rimanere ferma stavo prendendo in considerazione l’idea di un tirocinio ma…ne vale la pena? Esiste qualcuno che poi alla fine è stato assunto o si tratta di qualcosa fine a se stesso?
Grazie a tutti coloro che vorranno rispondermi…
ragazzi nn è da oggi ke esiste stà cazzata dei tirocini cmq!!!! ho finit qualke mese fà un tirocinio in 1 catena di supermercati e dopo 6 mesi il risultato è stato un bel calcio in culo!!! x non palare d un tirocinio fatto nel 2009 in 1 centro commerciale di elettronica ed elettrodomestici dv sapev già dall’inizio ke nn ci sarebbe stata assunzione……. mah……..
perché, perché tanto odio?
mi associo allo sconforto.
Cari ragazzi,
mi aggiungo alla vostra indignazione con una chicca: anche le strutture del SSN (sistema sanitario nazionale) potevano utilizzare i voucher e reclutare tirocinanti. La ASL 8 di Cagliari ha circa 6000 dipendenti. Ciò vuol dire che poteva “assumere” sui 600 tirocinanti. Allora, se l’obbiettico del TFO era avvicinare il tirocinante all’azienda per un eventuale (seppur improbabile) assunzione, mi sento di dire che un ente pubblico che assume per concorsi ha il solo scopo di sfruttare i tirocinanti per sopperire alla nullafacenza di una buona percentuale di impiegati. Non sono luoghi comuni, ma dati di fatto visti e vissuti da chi ha già svolto in passato un tirocinio presso un ente pubblico. C’è chi lavora e lavora bene, ma ragazzi, ci son persone che non fanno proprio niente e pensano che tutto gli sia dovuto!!!
VERGOGNA!
Aggiungo, come ha già detto l’altro anonimo, che i Tirocini schiavizzanti non sono una Novità: si tratta di puro ASSISTENZIALISMO..
grazie Annalisa! purtroppo la tua lettera evidenzia ancora una volta come l’Agenzia Regionale per il Lavoro l’unico lavoro che garantisce è quello dei propri dipendenti che sicuramente sono dei professionisti ma che non vengono messi nelle condizioni di essere utili per risolvere il problema dell’occupazione in Sardegna
Le linee guida per lo svolgimento di tirocini formativi veramente utili sia per l’azienda il (lo scambio ci dev’essere, perchè l’azienda non fa un’opera pia) che per il tirocinante ci sono, sulla carta…. il problema è che nessuno vigila sul fatto che vengano rispettate realmente. Probabilmente, visto che ormai l’andazzo è noto, anche le aziende serie che vi ricorrono stanno sempre più scarseggiando (la nostra azienda dopo un’esperienza totalmente negativa e surreale, non vi ricorrerà mai più).
Proposte simili a quelle riportate da Annalisa assomigliano più ad una barzelletta, e se realmente appaiono sulla bacheca dell’agenzia del lavoro, credo che si possa decretare senza mezzi termini il fallimento dell’esperimento.
Fatte come ho fatto io…Andate via! cosa ci fatte ancora in Italia? Lasciateli bollire nel loro brodo. Purtroppo non esiste futuro per la nostra generazione, ne in Sardegna ne in Italia. Ci hanno cancellato, per loro siamo un problema e basta.
Companeros! Come cambiano i tempi… Prima quando qualche politico come Ughetto sbagliava manovra o proponeva cazzate come questa del tirocinio formativo, lo liquidavamo così: “a su scallattoiu”!!! Ora invece tocca a nai: “A sa Bonifica”!!!!
Ebbene sì, permettetemi una battutaccia politically uncorrect: in fondo la flessibilità che si chiede ai lavoratori non è così estesa, così illimitata, può andare bene anche solo fino ai 90 gradi.
ne parlano anche su l’espresso online
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/sardegna-tirocini-da-schiavi/2168681
Questi sono davvero più bravi di me! Mi arrendo!
ahah, e io che pensavo di aver già visto il peggio quando ho letto un annuncio per fare lo stage come benzinaio! (che poi pensavo, ma poi mentre tu sei lì e impari a mettere la benzina o – quando sei già esperto – il diesel, le macchinette del self-service ti prendono in giro?)
Leggo la lettera di Annalisa e resto, per l’ennesima volta, senza parole: consiglio di girare questa lettera alla cara Marcegaglia e a tutti coloro che continuano a propinarci (ormai da anni) che per risollevare l’economia, bisogna continuare a regalare soldi pubblici alle imprese (grandi e piccole). Ma và là!
Caro Giorgio,
credo che tu non abbia capito il senso della lettera. Mi pare che non si dica da nessuna parte che fare le pulizie degradi l’essere umano e che sia un lavoro poco dignitoso. Piuttosto si segnala che non c’è bisogno di un tirocinio formativo per farlo. Il lavoro è lavoro fino ad un certo punto, perché credo che qualche limite te lo sarei messo anche tu. Che si riesca a passare dal lavaggio delle cloache alla direzione di un ufficio è storia meravigliosa, sul modello delle commedie di Frank Capra, ma resta un’anomalia più che un’eccezione.
Quello che mi pare Annalisa voglia dire è che si maschera con una forma, il tirocinio, che non costituisce un rapporto di lavoro, una funzione che ha bisogno pochissima o nessuna formazione e che in realtà è un lavoro vero e proprio. Quindi, se non c’è formazione né orientamento, forse sarebbe il caso di chiamare il tirocinio per quello che è (quando usato in questo modo) un tirocinio di affidabilità e mansuetudine…non TFO, ma TAM!
Ovviamente nella migliore delle ipotesi, altrimenti e soprattutto un imbroglio ai danni del lavoratore.
Che la Regione spenda male i ns. soldi lo sapevamo già, l’abbiamo visto in più di una occasione. Io ho partecipato al bando senza nessuna speranza e nessun aggancio previamente concordato. Le aziende che avrebbero voluto partecipare o non avevano i requsiti o non erano interessate a questo genere di collaborazione.
Ma mi piace sottolineare anche il fatto che, nonostante fosse previsto un colloquio conoscitivo nel caso in cui non ci fosse stato uno sponsor, nessuna delle aziende con le quali mi sono messa in contatto nella vetrina si è mai degnato di scrivermi o telefonarmi. Così anche solo per pantomima.
Credo in fondo che questa sia l’ennesima prova dell’insufficienza della politica regionale. Inoltre colgo l’occasione per ricordare a Giorgio che saper fare e affrontare qualsiasi lavoro (ne so giusto qualcosa) è un conto; sfruttare la gente e le istituzioni cavalcando l’onda della disperazione generale, dovuta alla crisi in atto è una cosa da vili, oltre che da delinquenti.
Indecente non è l’offerta di lavoro in quanto ogni lavoro è dignitoso, indecente e criminale è che le aziende sfruttino le persone con il beneplacito della Regione che ne paga totalmente le spese.
Ma il nostro Ugo pensa al pecorino da grattugia….
@Giorgio, i cessi li ho puliti anche io, per pagarmi gli studi. La differenza è che avevo regolare contratto di lavoro, ed ero pagata dall’azienda che mi aveva assunta, non dalla Regione! E per insegnare questo tipo di mansioni non serve un tirocinio, basta il periodo di prova previsto da ogni contratto di lavoro: se al termine di quel periodo la persona dimostra di non aver imparato nulla, il contratto termina lì.
Quello che io trovo più disgustoso è che dalla opportunità di svolgere un lavoro pur umile siano tagliati fuori i ragazzi che come titolo di studio hanno la terza media. A mio parere l’Agenzia Regionale avrebbe dovuto imporre una disciplina e una gradualità nelle opportunità di lavoro offerte.
Non è vergognoso lavare i cessi. Lo è invece, che la Regione debba pagare per un tirocinio del genere.
eia tottusu su meri bolinti fai!!!
Prego leggere il rapporto dell U. S. Bureau of Labor Statistics (la nostra ISTAT) ripreso da Rampini sul sito di Repubblica http://www.repubblica.it/economia/2011/02/14/news/rampini_lavoro-12432901/.
Call Center, Badante, Giardiniere.
La laurea poniridda a conche lettu e nei biglietti da visita che fa figo, ma sei vuoi traballare e guadagnare fare il manorba.
Cito dal rapporto
Per gli uffici delle risorse umane, chiedere titoli di studio superiori semplifica la selezione, eliminando automaticamente una parte dei candidati. Inoltre la laurea dà un’infarinatura di cultura generale che sarà obbligatoria anche nei lavori più umili”.
Mi spiace, anche pulire il “cesso” è un lavoro dignitoso e formativo. Chi scrive (laureato) ha pulito i cessi comprese le cloache, poi sono passato ad altre funzioni: ora lavoro in ufficio con posizioni di responsabilità, potendo affermare di conoscere tutto il ciclo produttivo partendo per l’appunto dalle cloache. Basti con i piagnistei il lavoro è lavoro
L’idea che un
INDECENTE!
L’annuncio è vergognoso. Chissà come abbiamo fatto a casa mia per tutto questo tempo dato che la scienza della pulizia dei cessi mi è stata tramandata per passaparola da mia madre. E chissà cosa abbiamo rischiato nel fare le cose senza avere un pezzo di carta che dimostrasse la nostra capacità teorica e pratica, con attenzione alla 626. Ma si funti pighendi pò culu, è uno scherzo, adesso esce la scritta “siete su scherzi a parte”, vero?