Non lo so, forse il direttore di Sardegna 24 Giovanni Maria Bellu ha informazioni riservate che gli consentono di affermare che la direttrice del Man, Cristiana Collu, ha lasciato la guida del museo nuorese di arte contemporanea perché sconfitta dai “veleni del Gennargentu”. Vista dall’esterno, la decisione sembra in realtà maturata solo per la semplice volontà di una professionista di crescere e di proporsi grazie alle sue capacità in un ambito più grande e più prestigioso.
La nomina della Collu alla direzione del Mart di Rovereto (uno dei più importanti musei di arte contemporanea in Italia, sicuramente all’oscuro delle recentissime polemiche sullo stipendio della Collu) è, per la nostra isola, più un motivo di orgoglio che non una sconfitta. Dopo 14 anni in Sardegna, penso che Cristiana Collu avesse tutto il diritto di pensare il suo futuro professionale altrove. Se avesse voluto lasciare Nuoro in polemica con l’ambiente, in questi 14 anni non le sarebbero mancate né le occasioni né i pretesti. Ma non è avvenuto.
Certo è che poi i veleni ci sono sempre stati. Ricordo dei primi tempi della Collu al Man, la violenza e la cattiveria con la quale le élite accademiche trattavano questa under trenta, evidentemente mal sopportando il fatto che una giovane fuori da tutti i giochi e forte solo della sua preparazione fosse stata chiamata ad un ruolo così importante.
I principali nemici della Collu sono sempre stati nelle università di Cagliari e di Sassari. Perché gli atenei sardi si credono i più importanti produttori di cultura quando in realtà non sanno cogliere i veri fermenti che stanno fuori dalle aule e che fanno della Sardegna un ambiente culturalmente vivo.
Cristiana Collu ha spezzato l’egemonia degli atenei nel settore delle arti figurative e ha fatto di Nuoro un polo importante a livello nazionale. Questo risultato è indubbio e andrà preservato. Come?
Intanto dando fiducia ai giovani. Quando Cristiana Collu fu nominata alla guida del Man aveva appena 27 anni ed era praticamente una perfetta sconosciuta. La Provincia di Nuoro agisca con lo stesso coraggio non si faccia influenzare né dalla politica né dalla Fondazione Banco di Sardegna. Abbia il coraggio di guardare a questo punto fuori dai confini isolani. Chiami qualcuno anche dall’estero. Il Man deve mettere la Sardegna in contatto col mondo, non soddisfare i mediocri potentati locali.
Poi c’è Nuoro. Penso che la città continui ad essere danneggiata dal suo sentirsi “Atene sarda”. In realtà, è stato proprio il Man a dare una dignità culturale alla vita cittadina, per il resto abbastanza povera di opportunità (ma non di operatori, scarsamente sostenuti dalla politica e dal tessuto sociale). I veleni nel capoluogo barbaricino non mancano. In un commento lasciato sul sito della Nuova Sardegna, un tale Kastia scrive:
Nuoro si è finalmente liberato di un tumore maligno, la direttrice di un museo auto eletta reginetta della città, cosi succhiando un grosso malloppo dalle casse provinciali. Una Performanse Art, la sua, pagata coi soldi usurpati ai lavoratori sardi e nuoresi in particolare e sotto l’occhio di incompetenti politici,.. si spera che gli assessori alla provincia siano questa volta più responsabili e realistici nell’assumere un successore !!! Un indagine sullo sperpero dei fondi fatto al MAN sarebbe più che giustificata.Grazie Rovereto per il generoso gesto, ora e’ il tuo turno ad essere preso per il…..
Il Man ha dato un’identità culturale moderna alla città di Nuoro. Ora sta ai nuoresi decidere se continuare sulla strada tracciata dalla Collu o baloccarsi ancora con il fantasma di Grazia Deledda.
Tanti auguri a Cristiana Collu, molti più al suo successore.
Gli uomini non conoscono la propria felicità, ma quella degli altri non gli sfugge mai. Se dopo 14 anni di grande generosità uno deve sentirsi certi commenti, allora la fuga (non fuga) ha ancor più ragion d`essere, Cristiana Collu ha realizzato qualcosa che forse neppure per lei agli inizi era immaginabile. Un grande museo e una simbiosi di identità con una città impensabile persino ai suoi stessi abitanti. Per questo si merita uno speciale BRAVA!! Altri potranno far meglio? Forse, intanto partono dall`esistere e non dal nulla come lei. In Sardegna tutto è difficile, e i sardi sono la cosa più difficile fra tutte. Non riescono mai a contribuire a nessun autentico miglioramento. La graticola è lo strumento più usato. Il Mart sarà un museo più aperto? Riuscirà nell`impresa di rinfrescarlo? Io peso di si, poi però nulla è scontato. Torno per concludere all`invidia, i soldi che lei guadagnava sono frutto del mercato. Ieri Benigni (anche se pagato da sponsor, non meno immorale per me) ha preso 400000 mila euro per appena 15 minuti di ripezioni tragiche. Vorrete per caso comparare un anno di durissimo lavoro con uno sketsch di pochi minuti!?? E poi i denari da lei percepiti erano molti meno di quelli gonfiati dalla stampa. Auguri a lei.
Quando ho conosciuto Cristiana, curiosamente nello stesso contesto in cui ho conosciuto Antonio Marras, ho avuto istantaneamente la percezione di avere a che fare con due talenti “assoluti”, in grado di confrontarsi col mondo al massimo livello.
Bene, non mi sbagliavo: è esattamente quello che fanno.
Cosa deve fare la Sardegna per averli? Essere al loro livello, naturalmente.
In quest’isola, in fondo, tutto è possibile: di scudetti – almeno individualmente – non abbiamo vinto solo quello del Cagliari…
scusate non è apparso il “baloccarsi ancora dietro il fantasma di Grazia Deledda”
Ancora una volta l’amata Nuoro scopre le sue carte peggiori, quelle che le fanno perdere il gioco. Si può non essere sostenitori di Cristiana Collu come persona (nessuno deve piacere a tutti per forza), ma non si può negare il suo operato, al di là dei dati anagrafici è assolutamente innegabile che ha cercato di fare del suo meglio. Magari non ha soddisfatto le ambizioni di tutti ma di molti, e quindi? Forse ha fatto storcere il naso a più persone magari con qualche mostra un po’ troppo sperimentale (anche a me, se vi interessa) ma non mi pare si sia crogiolata negli allori della fama. D’accordissimo con VIto sul malcelato invito ai nuoresi a smettere di <>, volgere uno sguardo all’arte senza calpestare la letteratura è cosa buona e giusta. Essere e/o sentirsi l’ “Atene sarda” dovrebbe essere un pregio non un difetto, ma perchè sia un pregio bisogna avere le idee chiare su che ruolo avere al mondo, ovvero che ruolo avere su quest’isola da cui prima o poi molti dei cervelli illuminati salpano. Il commento di Kastia su La Nuova è abbastanza eloquente, prima di tutto sul substrato su cui è maturata la scelta della Collu e poi sul substrato su cui “maturano” alcuni (solo alcuni,voglio essere ottimista) nuoresi che non sanno manco come si scrive “performance”, vocabolo di derivazione francese prima ancora che inglese decisamente di uso comune ovunque e da diverso tempo. (O Vito… spero non sia un tuo errore di trascrizione, eventualmente porgo le mie scuse a entrambi). Insomma un po’ di veleno barbaricino e un po’ di sana ambizione e pure Cristiana Collu se ne va’. Buon per lei. Una chiave di lettura positiva del fatto: stare a Nuoro l’ha fatta crescere e ora è pronta per altre esperienze ancora più importanti. DOVE STA IL PROBLEMA IN TUTTO CIO’? Anche i figli prima o poi “lasciano i genitori”, quel che resta è l’amore incondizionato per loro, anche se hanno un carattere diverso dal nostro o ci “hanno succhiato” soldi per anni. Niente è invano se lo si guarda con gli occhi della ragione.
Ciao Compagni! Beh anche noi rurales qui nel New Mexico, dopo la Rivolucion de Ottobre, abbiamo intenzione di metter su un Museo. Lo chiameremo “Museo de le Civiltà Sarde”! Eh si perchè di civiltà in Sardinia ce ne sono state molte e continuano ad essercene tuttora parecchie. Non bastavano le centu konkas e le centu berrittas! Ora si fa a fatica anche a distinguere una umana ambizione professionale (perchè quella della Collu tale è!) da una sconfitta per la nostra Isola. Se G.M.Bellu fosse rimasto a fare lo scriba qui in Sardegna senza l’esperienza continentale, credo che di carriera ne avrebbe fatta quanto il sottoscritto che, per arrotondare, mi vidi costretto a cercarmi de pressi un dignitoso impiego. Poi tottus torranta a domu! Vedrete che sarà così anche per la ex direttrice del Man. Altrimenti non era vero amore, ma altro!
Hasta la vista, e dai Monti alle pianure, buena rivolucion a todos!
Sarebbe bello, come dici tu, che ora pescassero un altro nome nuovo, giovanissimo, magari anche non sardo, o meglio neanche italiano, perché no: il MAN non è l’Etnografico e non deve certo consolidare tradizioni locali vere o presunte.
Ho però i miei dubbi che ciò possa avvenire.
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