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Prepararsi all’impatto! Arriva la crisi e la Regione taglia brutalmente la cultura e lo spettacolo. E la Giunta Zedda che fa? Ascoltare non basta più

Arriva la crisi e una vocina ci avverte che dobbiamo prepararci all’impatto. Le misure del governo Monti le conosceremo lunedì e saranno, sostanzialmente, a scatola chiusa. Ci sarà pure la necessità di fare in fretta ma è evidente che non c’è alcun contrappeso a questo esecutivo: né da parte dei partiti né tantomeno da parte dell’opinione pubblica, con il Corriere della Sera, Repubblica e il Sole 24 Ore pronti tacitare ogni cosa, a sterilizzare ogni critica.

Se c’è una anomalia democratica in questa stagione che stiamo vivendo non è solo nella scelta di Mario Monti quale capo dell’esecutivo (mai vista una improvvisa nomina a senatore a vita che prelude ad un incarico per la formazione del nuovo governo) ma soprattutto nell’assenza di contrappesi al potere di questo esecutivo, a cui tutto è e sarà concesso. E chi critica è un disfattista, oppure vox clamantis in deserto.

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In Sardegna la situazione è, se vogliamo, ancora più fosca. La Finanziaria 2012 non piace a nessuno. Cappellacci e La Spisa sono riusciti a compattare un fronte che va dai sindacati alle associazioni di categoria, fino a Confindustria. Perché la manovra salva la Sanità e i suoi sprechi ma ammazza tutti gli altri.

L’assessore La Spisa ha il coraggio di dare la colpa al governo e all’Europa, ma la verità è che se questa giunta non avesse affrontato in maniera servile la vertenza entrate, oggi forse non saremmo in questa situazione. E allo stesso modo, se la giunta di centrodestra avesse fatto la riforma sanitaria più volte annunciata, probabilmente si sarebbero potuti fare dei risparmi che poi si sarebbero trasformati in investimenti in altri settori.

Ora la situazione è disperata. E se la manovra non verrà cambiata radicalmente, il contraccolpo sarà durissimo.

Le lobbies si sono già messe in moto. Le più organizzate riusciranno a strappare qualcosa, chi non ha modo di finire sui giornali o fare pressioni, soccomberà.

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Per la cultura si prospettano tagli impressionanti, mostruosi. Lo ha capito bene la Provincia di Nuoro che per il Man è riuscita a compiere un blitz. Ma gli altri? Per le compagnie di spettacolo si vocifera di un taglio che porterebbe le risorse disponibili da undici a quattro milioni di euro. E’ evidente che in questo modo il settore praticamente muore.

La situazione è di reale emergenza. Oltre ad una azione per limitare questi tagli, ci vuole un progetto per aiutare quei pochi che riusciranno a sopravvivere.

A Cagliari più di un mese fa (era il 23 ottobre) si è tenuto Laboratorio 5, un momento di confronto fra tutti gli operatori culturali e di spettacolo. Anche la Commissione Cultura ha effettuato diverse audizioni. Il risultato però è che dalla amministrazione guidata dal sindaco Zedda non si ancora è visto nulla. Se in altri ambiti il Comune ha iniziato a muoversi con una evidente celerità e con un progetto, per la cultura e lo spettacolo non si è andati oltre le buone intenzioni. E’ vero, non è semplice. Ma c’è la crisi, e bisogna fare in fretta.
Il Comune deve battere un colpo, deve affrontare con spirito nuovo questa situazione perché i tagli regionali alla cultura colpiranno soprattutto la città di Cagliari. Il Comune ha l’obbligo di difendere questa sua ricchezza. Gli operatori che si sono recati a chiedere quali fossero gli intendimenti della nuova amministrazione, si sono sentiti rispondere “Non abbiamo soldi” e “Per noi siete tutti uguali”.
Non avere soldi non è un reato, non avere idee sì. Allora il Comune si impegni immediatamente a salvare il salvabile, attivando un confronto con gli operatori più importanti, quelli che producono e danno posti di lavoro. Ascoltando le loro esigenze, mettendosi al loro fianco.
I problemi ora vanno affrontati di petto, con determinazione e consapevolezza. Il Comune faccia finalmente le sue scelte, ormai ha tutti gli elementi per tracciare un progetto culturale che serve alla città e agli operatori. Scelga quali sono quelli che ritiene fondamentali e sui cui si può scommettere, che hanno idee e risorse per sopravvivere, e li aiuti in ogni modo possibile e immaginabile. La politica dei bandi è superata dai fatti, perché nessuno di fatto avrà le risorse per gestire gli spazi che il Comune vuole assegnare, non si sa bene ancora come e quando.
Bisogna fare in fretta, salvare il salvabile e mettersi dalla parte della cultura. Se non ora, quando?
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16 Comments

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  4. La povertà è spesso, spessissimo un motore potentissimo per la cosiddetta cultura.

  5. la regione taglia la cultura e lo spettacolo ? e fanno bene, dopo tutto abbiamo una spettacolosa giunta regionale ogni volta che si presentano in tv, o sui giornali fanno ridere, magari non fanno cultura pero’ ripeto fanno ridere

  6. holy deep says:

    Purtroppo il comune dovrà tagliare pure quella, se Monti non ci mette una pezza. Il patto di stabilità riduce la possibilità di spesa del comune di circa 30 milioni (includendo anche i minori trasferimenti). Si parla ovviamente di spese correnti.
    Cosa vuol dire?
    il totale delle spese correnti del comune fatte con fondi propri era di circa 200 milioni (su un bilancio totale di crc 500mln). Di questi 200 circa la metà sono spese fisse date dal personale e dall’appalto ancora in essere per la nettezza urbana. cento milioni che servono per i servizi tecnologici e per pagare gli oltre 1400 dipendenti del Comune (assunti a tempo indeterminato, il cui costo è immodificabile).

    Gli altri 100 finanziano praticamente tutto il resto: scuole, teatri, biblioteche, piscine. Pagano le bollette della luce dei lampioni e degli uffici, finanziano i servizi sociali, le politiche per il turismo, etc. Ecco, questi 100 sono diventati 70 a causa dei tagli agli enti locali delle due manovre 2011 e di quella 2010.

    Le scuole Zedda non le può chiudere, i servizi sociali nemmeno (semmai dovrà rimodulare la spesa e cancellare gli sprechi di Anselmo e co.), le luci non le può spegnere.
    Può ridurre gli sprechi, e sono certo che sta provvedendo in maniera ottimale. Ma 30 milioni sono difficili da trovare e rischiano di penalizzare proprio quei settori che, per esclusione, sono gli unici ad avere massa manovrabile.

    “Non abbiamo soldi”, dicono in Comune. Basta leggere un quotidiano a caso per capire che è davvero così. Iniziamo a preoccuparci.

    • Berger says:

      Tutto vero, ma io e tanti come me hanno votato Zedda perché crediamo che la cultura dovesse avere la stessa urgenza della scuola, dell’illuminazione stradale e dei servizi sociali. Se non sarà così faticheremo a cogliere differenze fra i governi Berlusconi che consideravano la cultura un orpello e la giunta oratoccaanoi.

      • Vincenzo A says:

        Il sindaco è stato eletto da Forza Italia proprio perché non ci fossero vere differenze con i governi Berlusconi. E’ naturale, direi.

      • 😀 :-D:-D 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀
        Questa mi mancava!!
        Zedda eletto da Forza Italia!
        (addirittura!!!! un partito che non esiste più da anni …)
        Vincenzo, ma chi sei?
        Dove vivi?
        QUANDO vivi?
        Non ti starai mica confondendo conil binomio Berlusconi-Monti?
        😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀

      • Neo Anderthal says:

        Felice, forse il nostro amico si riferisce al Sindaco di Catania, ha confuso rossoblù e sigla delle targhe…
        🙂

    • Per come me lo ricordo io (il bilancio), prima di parlare di decisioni possibili, forse bisogna riguardarsi il PLUS (Legge regionale 23 dicembre 2005, n. 23).
      Non dico “tagliarlo” (ammesso che fosse possibile), dico “rileggerselo”.
      “scusi, Lei, di cosa vive?”
      “Di PLUS”.
      Punto.

  7. Su Monti e sulle sue misure economiche mi pare che stiano un po’ tutti in attesa e temo che da lunedì si scatenerà l’inferno.
    Sarà tutto un prendere le distanze, puntualizzare, distinguere e poi alla fine far finta di essere costretti ad accettare “per il bene del paese” e “perché ci costringono i mercati”, “perché lo vuole l’Europa”, con un finto unanimismo per poter poi evitare di prendersi responsabilità politiche di fronte agli elettori.
    Senza che nessuno dei partiti in parlamento abbia un’idea, un progetto, il coraggio di affrontare le cose con forza e risolvere davvero i problemi con la necessaria equità sociale recuperando alla collettività tutto quello che le è stato rubato da questo orribile capitalismo bancario e finanziario che ci ha portati sin qua.
    Io sono preoccupato, non credo che il governo Monti riuscirà a dare all’Italia le prospettive di crescita e di risanamento economico, ma sopratutto sociale e culturale, di cui ha bisogno.
    Spero di sbagliarmi.

    • Piu’ che altro, a parte la manovra che sta per varare, Monti resta solo fino al 2013, se tutto va bene. Troppo poco per rimettere in piedi un paese che soffre di secolari mancanze. Ma nemmeno se fosse durato cinque anni sarebbe stato possibile rimettere in piedi l’Italia, troppa gente guadagna dal lasciare tutto com’e’.

      • Neo Anderthal says:

        Quindi meglio Monti -a scatola chiusa- fino al….?
        Mettete la data voi, che firmate un assegno in bianco.

  8. spigolo says:

    Poi magari scopriremo che con la pubblicità istituzionale vengono dati centinaia di migliaia di euro ad eventi estivi ridicoli se non vomitevoli. Allora meno pubblicità istituzionale data così, quei fondi ad alleviare il rigore dei tagli. Ma forse è tutto finito, amico mio. Testa tra le ginocchia, prepararsi all’impatto…

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