Da ieri Giovanni Maria Bellu è il proprietario di Sardegna 24, il giornale che dirige dal giorno della sua prima uscita (1° luglio). La notizia (che circolava da tempo) l’ha data lui stesso nell’editoriale di oggi, e segna un nuovo, ulteriore passaggio nella vita travagliatissima di questo quotidiano.
È evidente che i tanti cambi in corsa che hanno contrassegnato il breve percorso della testata sono dimostrazione di un sostanziale fallimento del progetto. Sardegna 24 doveva mettere assieme un quotidiano ad un sito e ad una radio in maniera innovativa, e non è stato in grado di farlo. La dimensione regionale ipotizzata per sfidare l’Unione Sarda e la Nuova Sardegna si è rivelata controproducente e, complice la chiusura della tipografia di Macomer, è stata abbandonata e la foliazione è stata drammaticamente ridotta.
Ora un cambio più radicale, segno che, secondo Bellu, il problema stava nel manico, cioè nella compagine editoriale. E in effetti, è proprio così. Il piano è crollato in pochi mesi, a dimostrazione che chi ha finanziato la società non sapeva bene in che situazione si stava imbarcando.
Voglio dirlo subito e con grande chiarezza: non è serio mettere insieme una squadra di giornalisti, far nascere un giornale e poi tirarsi indietro dopo poco meno di cinque mesi. Questa si chiama irresponsabilità. Imprenditori seri sostengono un’iniziativa per almeno un anno, qui sono bastati pochi mesi di difficoltà per farli desistere.
La prima grande contraddizione che ha segnato Sardegna 24 è stata l’ambigua presenza di Renato Soru. L’ex presidente della Regione è stato l’ispiratore del giornale, ma non il finanziatore (come lo stesso Bellu oggi chiaramente scrive). A “metterci i soldi” sono stati alcuni imprenditori vicini a Soru. Ma è evidente che la linea del giornale è stata smaccatamente a favore dell’ex presidente, quasi stucchevole nel ricordarci cosa succedeva “quando c’era lui”.
Bellu ha subìto questa linea o l’ha sposata? E nel nuovo Sardegna 24 troveranno dunque ancora spazio i Dadea, i Mannoni, le Mongiu e tutta la nobilissima pattuglia di ex (compreso Marcello Fois che, sia detto per inciso, a tratti è sembrato essere il vero direttore del giornale, l’interprete più autentico del suo spirito)? Queste firme hanno reso del giornale più un foglio illeggibile di nostalgici che uno strumento di comprensione della realtà isolana. E il risultato in edicola è stato chiarissimo.
Mi chiedo dunque che giornale sarà senza l’imprinting soriano, che linea politica avrà. Se sarà più equilibrata, più raziocinante e meno urlata, con meno slogan e più ragionamenti (la trovata delle “Domande e Risposte” di Marcello Fois alla pubblicità della Regione sul Ppr è stata fulminante; ma aver ripetuto l’escamotage è stato perdente, la prosa di Fois quasi uguagliava in inconsistenza quella dell’anonimo pubblicitario regionale).
L’altra contraddizione è più giornalistica. Ho spesso avuto l’impressione che Bellu volesse fare un giornale senza notizie, dove a orientare i lettori fossero essenzialmente i commenti. Questa linea a mio avviso si è rivelata assolutamente perdente. Si sono viste aperture strampalate, laddove era molto più semplice raccontare ciò che tutti raccontavano ma con un linguaggio e con argomenti diversi. Il giorno che aprono le scuole non si può proporre un’inchiesta su (che ne so) l’ennesimo caso di abusivismo edilizio, e rimandare l’inchiesta sulle scuole il giorno che magari la notizia era quella del maltempo.
I lettori vanno anche assecondati, bisogna trovare un equilibrio tra ciò che l’agenda setting impone (scusate il tecnicismo) e le idee della redazione. Sardegna24 hainvece fatto un gioco pericoloso e, consentitemi la critica, assai presuntuoso. Questa presunzione è stata punita severamente, e basta parlare in giro con la gente, con le persone normali, per capire che la gente da un giornale vuole notizie, non sermoni. E infatti oggi Sardegna 24 vende meno di duemila copie.
Nel nuovo Sardegna 24 ci saranno più notizie e meno commenti? Più cronaca e meno editoriali? Più giornalisti e meno scrittori? Staremo a vedere.
Infine una questione che rischia di diventare “la” questione. Oggi Bellu titola il suo editoriale “Il giornale dei giornalisti”, ma mi permetto di obiettare che la notizia non è questa. Di giornali di giornalisti è pieno il mondo (ce n’è perfino già uno a Cagliari e si chiama Sardegna Quotidiano, edito da una cooperativa). La notizia è un’altra, perché di giornali il cui direttore diventa anche editore io non ne conosco molti.
Temo che il mio amico Bellu, diventando editore, si sia infilato in un ginepraio, in una palude vietnamita da cui sarà difficile uscire. E lo dico a ragion veduta perché per anni sono stato tra i proprietari di Radio Press, nata nel 1995 proprio come “radio dei giornalisti”, e quindi so di cosa parlo.
La radio si è salvata quando nel 2005/2006 è stata ceduta un gruppo privato, e da quel momento è esplosa. Certo, anche per noi la situazione è critica, ma come lo è per tutte le imprese editoriali. Bellu invece sta facendo un percorso al contrario. Aveva degli imprenditori che sostenevano il progetto, ora invece è sostanzialmente da solo e si sta facendo carico lui in prima persona dell’impresa. Scusatemi l’immagine cruda, ma per me è come voler imboccare l’autostrada in contromano.
E visto che lui ora è l’editore, se fossi un suo giornalista molto pragmaticamente gli chiederei: qual è il piano editoriale? Con quali soldi si va avanti? Se per il primo anno siamo in perdita, chi ci mette quanto serve di tasca?
Non solo: da editore, Bellu dovrà fare i conti con la sua redazione in maniera più complessa. Un piccolo giornale può avere un direttore-editore, con un quotidiano come Sardegna 24 i pericoli mi sembrano superiori ai vantaggi. Un giornalista deve sentirsi libero di criticare e,se serve, anche di contestare il suo direttore; ma se questo è anche il suo datore di lavoro, è evidente che la dialettica interna è mortificata.
Bellu sarà percepito più come editore che come direttore, e in questa sua nuova veste dovrà anche affrontare le possibili vertenze sindacali. Ad esempio, da qualche settimana un collaboratore del giornale denuncia pubblicamente di non essere mai stato pagato. Il ragazzo ha ragione ma se la prende (a torto) con Bellu. Dico a torto perché un direttore non è responsabile del mancato pagamento dei dipendenti e dei collaboratori, quelle sono responsabilità degli editori. È chiaro che da oggi però Bellu dovrà anche accollarsi questa responsabilità, spinosissima.
Insomma, la situazione è più chiara ma resta complessa. Certo, Bellu ha ragione quando dice che la Regione sostiene alcuni gruppi editoriali in maniera smaccata. Piuttosto sorprende che con questa disparità di trattamento nessuno degli editori di Sardegna 24 avesse pragmaticamente fatto i conti. L’analisi del mercato è il primo passo da compiere, ma qualcuno ha pensato bene di far nascere un giornale in quattro e quattr’otto, e ora si vedono i risultati.
Ora Sardegna 24 va con le sue gambe. Riuscirà Sardegna24 avincere la sfida dell’edicola? Riuscirà il direttore-editore a risolvere i problemi, a fare un giornale migliore di quando era solamente direttore? Spero di sì, perché la libertà di informazione vive nel pluralismo.
Al mio amico Giomaria e ai colleghi di Sardegna 24 auguro, di cuore, tanti tanti auguri per questa nuova avventura.
Purtroppo in Sardegna la parola concorrenti equivale ad avversari…il vocabolario non è di casa nostra mi spiace ma è così , In più I folli o meglio i furbi che hanno scusate concesso la possibilità in un periodo molto difficile sotto tanti aspetti di far nascere ben tre testate differenti tra loro, non so, necessarie…no, forse i finanziamenti sono la parte più interessante anche per loro… certo il lavoro dei giornalisti…è importante visto il passato e neanche tanto remoto… ma è sempre lo stesso film…prendi i soldi e scappa…e firmato da chi ? I soliti noti o anche qualche ignoto?..Non sò i compromessi, i soldi , sono troppo troppo interessanti perchè sono tanti, che vanno a finanziare progetti che prima ancora che venissero fuori sarebbero stati fallimentari… sapendo che lo sarebbero stati , non esiste propio ….dove vogliamo andare ? I soldi sono pubblici finanziare situazioni fallimentari equivale a rubare soldi pubblici. E qui non si discute.
Onestamente, gentile Biolchini, io penso che Il sorismo dei molti “realisti più reali del re” sia altrettanto deleterio dell’antisorismo ad oltranza che lei (e il suo SardegnaQuotidiano insieme a troppi altri) continuate a perseguire.
Per i soriani e gli antisoriani, il problema in Sardegna pare essere sempre e soltanto Renato Soru. Apparite ormai entrambi del tutto fuori dalla realtà.
E seppure si possa concordare, in linea di massima, con la speranza di aria nuova e maggior libertà d’opinione garantite da un giornalista direttore che diventi anche editore del proprio giornale non è proprio detto che sia così.
Senza nulla togliere all’integrità etica e professionale di uno come Bellu.
Detto fra noi, la situazione a breve potrebbe addirittura peggiorare. Come ci sembra di intuire dall’agitarsi preoccupato del CdR di Sardegna24.
Comunque trovo ben poco elegante che lei spari ad alzo zero sulle vicende di un quotidiano avversario rispetto il giornale su cui scrive.
Anche perchè, quanto ad incisività e indipendenza trovo il vs. foglietto disarmante.
Poche pagine, di notizie trite e ritrite con largo spazio agli holy-pippe-show vari dei nuovi intellettuali che per pudore mi evito di citare, Il vs. giornale, al pari di questo blog, mi sembra un luogo nato solo per dar spazio a personaggi “nuovi quanto inutili” di ben poca credibilità giornalistica, culturale o politica..
Non mi sembra quindi un belissimo esempio di quotidiano da osannare o seguire.
E probabilmente, un destino analogo e baro vi attende entrambi, voi quotidiani “Sardegna” (Non è che quel nome porti sfiga?). come siete nati insieme probabilmente morirete.
Mi aspetto la fine delle vs. pubblicazioni entro un anno.
Giusto in tempo per lasciare il terreno libero al solito sconquasso fatto dai fogli elettorali dell’Unione/La Nuova..
Per la gioia di Zuncheddu & C, che vi ricordo, sarebbero quelli i vs. veri avversari. Belle personcine delle quali invece avete sempre più paura di parlare.
Ci stia bene, lei e il suo foglietto arancione.
Sardegna Quotidiano e Sardegna 24 non sono avversari, sono concorrenti. C’è differenza.
La verità è qualcosa di davvero strano, comunque. Si ammanta di pudori, ma è sboccata.
NeoAnderthal, leggendola su questo blog ho imparato (le sembrerà strano) anche ad apprezzare molti dei suoi interventi. Al pari di molti interventi di Biolchini. Anche quando non mi trovi d’accordo con entrambi voi come capita spesso. Altrimenti non frequenterei certo questo spazio.
Per questo cerco di rispondere seriamente, argomentando molto più di quanto non abbia fatto lei, alle sue critiche sbrigative.
1)
Sarebbe auspicabile per tutti (sopratutto per i lettori) che Sardegna24 e SardegnaQuotidiano fossero giornali concorrenti in senso alto e giornalistico.
Li leggo e compro entrambi fin dall’inizio e con questa vana speranza.
Ma purtroppo mi sembrano sempre più spesso squallide caricature di avversari miopi e stolti, posti su fronti politici opposti. La csa che lascia esterreffati, sopratutto sotto il profilo etico/professionale, è vedere come il loro rivolgersi verso la parte politica che governa oggi la sardegna o verso quella che la governava ieri, sia diventato spesso timido o irriverente a fasi alterne. Secondo le comodità del momento che sono probabilmente anche quelle personali di chi vi scrive.
Sicuramente la voce dei due quotidiani non è mai critica in un senso e nell’altro come ci si aspetterebbe da stampa che vuole definirsi indipendente.
Sarà forse che molti fra i loro collaboratori, redattori e giornalisti (spesso malpagati o non pagati per niente) si preparano, ognuno a proprio modo, ad arrivare vivi alle prossime regionali o al prossimo giro di boa nel mare agitato che li circonda.
Verrebbe da dire che questa è la stampa bellezze! Quella che purtroppo ci si ritrova nel mercato in crisi e in questa povera sardegna. Ma lascia l’amaro in bocca.
2)
Mi stupisce che lei sembri scandalizzarsi definendo sboccato un mio innocente gioco di parole con il termine holy-pippe-show. Ma sono sicuro che se avessi utilizzato show di nuovi intellettuali “figli di Troja” sono certo si sarebbe incazzato parecchio di più il proprietario di questo blog che ci ospita entrambi.
O forse mi sbaglio e lei si riferiva all’uso improprio della parola Zuncheddu?.
In tal caso concordo. La ritengo anche io molto più scurrile e oscena. Sopratutto per noi sardi. E’ anche fallico-centrica dato che in alcuni nostri luoghi con lo stesso termine si definisce la testa del pene o meglio il glande scoperto.
Se ho quindi turbato qualcuno mi scuso.
Nel caso intervenissi di nuovo su questo spazio, sarò certamente più professionale e farò come fanno ormai molti giornalisti sardi. Anche quelli che non lavorano oggi per il citizenkane di Burcei, che mi sembra siano sempre meno.
Anche quelli, per pudore o forse temendo che egli resti l’unico datore di lavoro sulla piazza in futuro, non osano più nemmeno pronunciare quel nome invano.
Cari saluti
Non posso seguirla sul piano dei calembour(d).
Lei è spassoso, e imbattibile, almeno per le mie misere capacità.
Lei però, in quanto Verità innocente, dolente e dolorifera e presumo nuda, prosegua pure nella produzione di raffinatezze lessicali e linguistiche, la leggerò con la deferenza che si deve a chi ha la visone del vero.
NeoAnderthal, non si buti giù così. Lei è in grado di seguirmi eccome!
Il suo “calembourd” è una piccola chicca nel genere. 🙂 Mi ricorda un “Calli Formia” sentito da qualche parte riferito all’insegna di un estetista di quella città.
Vorrei però precisare una cosa.
Non ho mai detto o preteso d’avere grandi verità in mano. E nemmeno verità innocenti o dolorose come stigmate.
Le prime le lascerei ai politici o ai predicatori, perchè sono entrambi usi accompagnarle seriamente alle grandi menzogne. Entrambe quindi sono molto pericolose.
Le seconde invece sono appannaggio solo di bambini e santi.
Gli unici con cui non si scherza, anche perchè non sono in grado di scherzare.
Tra i comuni mortali e adulti, come me e lei (quindi anche tra i fanti, i generali o i giornalisti) non esistono verità grandi o verità innocenti.
Esistono piccole bugie ipocrite, scherzose e sorridenti, che spesso vengono anche considerate innocenti e innocue.
Mentre le nostre piccole verità sembrano sempre colpevoli sopratutto quando ci rivelano le ipocrisie tra gli uomini.
Le cose che cercavo di suggerire erano quindi soltanto piccole verità colpevoli.
Mai considerate innocenti perchè non è mai innocente chi le rivela. E ritenute colpevoli anche perchè colpiscono sapendo di fare un pochino male.
Piccole verità colpevoli e necessarie perchè noi si spera di poter essere tutti, per fortuna, ancora in grado di scherzarci sopra.
Chiuderei qui. Salutandola con immutata simpatia.
Ho sempre avuto la sensazione che Sardegna24 abbia più un taglio da approfondimento che non da quotidiano. In questo senso secondo me avrebbe più possibilità se focalizzasse le (poche) energie per riciclarsi come periodico, magari settimanale, magari con un’impaginazione ovviamente riformata, stile L’Espresso o Panorama per intenderci.
Periodici di questo tipo che si occupino esclusivamente della Sardegna, d’altra parte, non ne esistono. Perché non cogliere l’occasione?
Il problema è che ci sono giornale fatti bene e giornali fatti male.
Trova le differenze… 🙂
http://www.sardegna24.net/
http://www.unita.it/
http://www.sardegnademocratica.it/
http://www.tiscali.it/
se questi sono i link, non è poi così difficile trovare le differenze…
la Mongiu parla della violazione del PPR su SardegnaDem
S24 apre con violenze su una minore
Tiscali sulla morte dell’euro
L’Unità: Bersani «Non esiste un tavolo di maggioranza»
😉
Sarà pure come dici su ordine e associazione, Biolchini, ma pare proprio che finalmente qualcosa cominci a muoversi. http://www.liberiasinistra.it/art/2011/11/24/bellu-editore-direttore-finisce-nel-mirino-della-fnsi_525. Manca solo l’ordine dei giornalisti di Peretti (La nuova Sardegna) ad occuparsi dei giornalisti di S24 dell’amico Bellu (ex La nuova Sardegna) e possiamo dirci a cavallo, anche se sarebbe un miracolo 🙂 La vedo difficile.
Ho letto assiduamente Sardegna24 per due mesi, e l’ho sempre trovato interessante. L’ho lasciato quando ha omesso del tutto di dare notizia sull’accertamento fiscale su Soru e sul sequestro delle sue somme. Non è serio non dare questa notizia.
L’ho riletto qualche volta, ho visto che è stampato molto meglio ma che ha ridotto notevolmente la foliazione e me ne sono dispiaciuto. Spero che Bellu, grande giornalista, riesca a dargli una nuova veste e una nuova linea. Ho apprezzato diverse cose realizzate da Soru ma non si puo, come dice Vito, fare un giornale così schiacciato sulla sua linea.
Condivido molte delle cose dette da Vito (soprattutto l’analisi sui troppi commenti e le
Poche notizie, oltre ad una linea editoriale troppo nostalgica e un po’ presuntuosa) , non condivido l’astio che traspare da ogni parola, anche dagli auguri di buona fortuna.
Pensavo fosse per spirito concorrenziale (visto che Biolchini scrive su SardegnaQuotidiano) ma, considerato che non ho letto più suoi editoriali su questo giornale, penso che il problema sia un altro.
In ogni caso, spero che Bellu possa continuare a lavorare in Sardegna e riesca (con tutte le difficoltà riportate da Vito sul doppio ruolo direttore/editore) a rimettere in carreggiata il progetto.
sono auguri sinceri? mah!
Tutto condivisibile, ma….nella tua analisi manca una riflessione, o se vogliamo un richiamo. All’Ordine dei giornalisti, alla FNSI e all’associazione della Stampa Sarda. Peretti, Siddi e Birocchi: dove stavano e dove stanno? Hanno qualcosa da dire?
Scusa Massimo, ma l’Ordine cosa c’entra? Sono stato consigliere nell’Ordine regionale e conosco le norme. L’Ordine non ha nessun titolo a entrare in questa situazione, perché l’Ordine si occupa di deontologia e accesso alla professione. Per quanto riguarda il sindacato, si muove su richiesta di qualcuno, non in via preventiva. Certo, temo che saranno chiamati a breve a dire la loro, ma sinceramente non mi sembra che possano avere delle responsabilità sulla situazione che si è venuta a creare a Sardegna 24.
Sì Vito, appena avrò un attimo di tempo – e di gana – ti risponderò in modo più esauriente. Nel mentre, più velocemente, ti dico che nel mio precedente intervento non ho detto che la “triplice” abbia delle “responsabilità sulla situazione che si è venuta a creare a Sardegna 24”, più semplicemente mi chiedevo se l’Ordine, la FNSI e l’associazione Stampa Sarda avessero qualcosa da dire in proposito, senza che necessariamente qualcuno li debba interpellare (che non vivono in camere stagne) . Ognuno per i propri compiti e missioni. E mi riferivo ad una parte ben precisa del tuo pezzo, quella sulla figura dell’editore/direttore venutasi a creare al giornale, sul fatto che non “è serio mettere insieme una squadra di giornalisti, far nascere un giornale e poi tirarsi indietro dopo poco meno di cinque mesi”, sul “piano editoriale” di cui non si ha notizia e sul fatto che “un giornalista deve sentirsi libero di criticare e,se serve, anche di contestare il suo direttore; ma se questo è anche il suo datore di lavoro, è evidente che la dialettica interna è mortificata”. Sono parole tue. Ma soprattutto per le vicende interne al giornale denunciate da Colomo (l’ultima considerazione si trova qui: http://lacognizione.blogspot.com/2011/11/il-problema-etico.html) e su altre che sono giunte alle mie orecchie, come presumo alle tue. Perchè l’Ordine – e non solo – cosi almeno credo e mi pare, la professione dovrebbe difendere, sempre. E non solo perchè è firmatario di un bel po’ di Carte e bei documenti d’intenti. Ecco, su questi punti io resto convinto che tutti i tre soggetti abbiano titolo per dire qualcosa. O meglio, che avrebbero il dovere di intervenire, che siamo ben oltre a quella che tu chiami fase “preventiva”. A meno che non si voglia fare intendere che è molto più facile e comodo, nel rispetto dei ruoli e funzioni, limitarsi a fare comunicati di plauso quando nasce un giornale e mettere la sordina quando lo stesso comincia a prendere una brutta piega. O “Extra Ecclesiam nulla salus” ?
Esatto caro Vito, da lettore posso dire che da un giornale voglio notizie. I sermoni e gli editoriali lasciano il tempo che trovano e sono un’arma a doppio taglio; secondo me possono anche allontanare e/o confondere i lettori, che sono per la maggior parte in grado di farsi un’opinione senza l’assistenza degli opinionisti.
Sardegna24 era chiaramente funzionale a un progetto: il rilancio della proposta di Renato Soru quale supercandidato unico del centrosinistra alla guida della Regione, nella convinzione che la caduta di Cappellacci fosse imminente.
Oggi il quadro è drasticamente cambiato: sulle attività di Soru incombe la magistratura, Cappellacci bene o (soprattutto) male resiste, le sue “truppe” nel PD, peraltro perlopiù generali senza esercito più attivi sui blog o su Facebook piuttosto che come presenza nella società civile e nel territorio, spesso persone a cui nel vecchio PCI non si sarebbe dato manco l’incarico di tenere aperta la sezione per gli anziani militanti che si facevano le partite a scopone scientifico, stanno brutalmente tornando in minoranza.
Sardegna24, con la sua impostazione stile Pravda, ha esaurito il suo scopo, e proprio per questa sua caratteristica non è stato in grado di aggregare opinione pubblica.
Cosa ne farà ora Bellu? E’ evidente che perché non funga solo da curatore fallimentare il giornale dovrà avere un nuovo progetto … ma quale?
La situazione non è critica per le imprese editoriali. E’ critica per le imprese in generale. Ciascuna azienda nel suo settore e nel suo piccolo è in una situazione critica e non solo qui in Sardegna. Per il discorso Sardegna 24 invece, purtroppo non siamo in periodo di fare concorrenza ai “colossi” più o meno grandi che già esistono. Annaspano anche loro di fronte alle nuove tecnologie, le notizie che viaggiano gratis sul web e tutto il resto. La globalizzazione è un’opportunità per chi ha capito come sfruttarla, una disfatta per chi invece è ancorato al tradizionale o se non si hanno le idee chiare. Il progetto iniziale di Sardegna 24 non era fallimentare, è stato fallimentare il modo in cui il piano è stato attuato, con i risultati che abbiamo sotto gli occhi. Il grande problema è che quando si vuol fare un progetto come questo bisogna tener presente il caso “Amazon”, anche se non è un’azienda editrice. Amazon è un’azienda che vende su internet, nata per vendere libri, ora si trovano libri e tecnologia ma prima di decollare è andata avanti per anni in perdita. Il fondatore aveva i fondi per mantenerla in vita e rischiare finchè i tempi non fossero stati maturi. Ora Amazon da progetto fallimentare e troppo innovativo per l’epoca in cui è nato è una realtà che funziona. Quando si vuol tentare una strada innovativa bisogna mettere in conto che non si può fare il botto nel giro di pochi mesi. Per un giornale poi occorrono anni per guadagnarsi la fiducia dei lettori trovando la formula giusta. Ma ci vogliono anche i fondi alle spalle per permettere alla struttura di camminare in perdita per il tempo necessario, per sperimentare gli aggiustamenti di tiro (linea editoriale). Qui molto spesso invece si fanno le nozze con i fichi secchi sulle spalle di chi ci lavora, di chi ci ha creduto e di chi nel crederci ha lasciato un’altra redazione dove bene o male guadagnava per ritrovarsi poi col rischio di andare a spasso entro poco tempo. Non faccio gli auguri a Sardegna 24 perchè ho una mia teoria negativa sugli auguri, un buona fortuna credo sia più appropriato.
Gentile Biolchini, non me la sono presa (a torto) con Bellu come dice, a lui ho chiesto risposte che non sono mai arrivate e l’ho fatto da quando era chiaro che sarebbe diventato lui l’editore del giornale. Ho chiesto lumi sulla linea editoriale, ho dato voce a una redazione sotto ricatto.
Gli editori hanno bruciato 150 mila euro a testa in quattro mesi forse anche perché chi faceva il giornale ha sbagliato qualcosa nella sua impostazione.
Tutti hanno sbagliato, nessuno paga. Auguri a chi è rimasto.