In questi giorni di buio e pioggia, siamo tutti lì a capire se, politicamente parlando, muore prima l’Italia o Berlusconi. È una bella lotta, una “agonia a due” di cui non si sentiva il bisogno; ma lo spettacolo è gratis e allora godiamocelo.
Nella fine penosa di Berlusconi c’è qualcosa di grandioso. L’uomo che non si arrende al suo destino suscita sempre ammirazione. Del presidente del Consiglio mi ha sempre colpito moltissimo questa sua incrollabile convinzione che l’Italia non possa fare a meno di lui. Invece prima o poi succederà, e di colpo capiremo che sarà tutto più facile, anche sbagliare senza doversi trovare ogni volta sull’orlo del precipizio.
Che dire poi della tenerezza che provocano dichiarazioni usurate dal tempo di figure politiche da operetta? “Se si allarga la maggioranza è un colpo di stato”, dice il ministro Calderoli: che ovviamente non ha il senso dello stato ma che non rischia neanche colpi perché la nostra resta sempre una democrazia sorridente. Perché le nostre mamme ci hanno educato così bene?
Berlusconi muore ma non si arrende: è un suo diritto. D’altronde, anche monsieur de La Palisse un quarto d’ora prima di morire era ancora vivo.
I suoi fedelissimi invece reagiscono in maniera scomposta. C’è chi fa finta di niente e dimentica di essere al suo fianco da quasi vent’anni; chi si agita; chi tenta improbabili conversioni politiche.
Il presidente della Regione Ugo Cappellacci va tenuto d’occhio: la sua fuga dalla realtà ha qualcosa di epico. Vistosi ormai abbandonato al suo destino, da mesi cerca di costruirsene uno. Ormai è in campagna elettorale. “Perché, pensa pure di ricandidarsi?”, mi ha detto un mio amico, digiuno di politica. “E perché no?”, gli ho risposto io. Ma solo perché non vedo l’ora che arrivino le prossime elezioni regionali. Ma anche le prossime politiche. Insomma, io vorrei votare, e anche in fretta. E se Berlusconi e Cappellacci si ricandidano, tanto meglio.
“E la sinistra chi candida?”, ribattono sarcasticamente . Come se fosse un problema loro, e come se loro non avessero un problema simile. Ma è solo una domanda retorica da parte di una destra che evidentemente la lezione delle ultime elezioni comunali a Cagliari non l’ha ancora capita.
Incredibile ma vero! Ugo e Silvio,novelli Sansone dalla folta chioma,puntano i piedi lasciando liberi i talloni (d’ Achille) perdendo l’invulnerabilità….e, al grido:”muoia Sansone con tutti i filistei”,abbattono, (con) le colonne dei quotidiani di famiglia ,la credibilità e l’economia sarda e italiana per entrare nella leggenda!E il popolo che fa?Aspetta con incredibile pazienza la conclusione di una storia, già vista e rivista, per ripartire da zero.Speriamo che non sia troppo tardi !
Ma l’opzione indipendentista come la vedete per le regionali?
Nel senso, come giudichereste se un partito italiano, come ad esempio PD, IDV o PDL, condividesse alcuni punti di un partito o di una coalizione di partiti indipendentisti?
Questa possibilità non è fanta politica e non è neppure da scartare perchè ormai tutti parlano di più sovranità, identità sarda, popolo sardo e via dicendo, un esempio sono gli interventi di Massimo Dadea oppure del governatore Cappellacci.
Se gli indipendentisti volessero fare politica -ovvero si indirizzassero a una prospettiva realistica, indipendentista in prospettiva ma federalista nell’immediato- e non testimonianza, si potrebbe fare.
Io temo le elezioni immediate: per l’attuale legge elettorale e perchè prima bisognerebbe approvare almeno qualche riforma che inietti fiducia, sia a livello nazionale che europeo. Per le elezioni ci vuole la campagna elettorale, che senza un governo tecnico nel frattempo è solo un buco temporale, in un momento invece nel quale serve urgentemente agire concretamente. Un governo di unità nazionale unito intorno a pochi punti chiave, mentre la campagna elettorale può impazzare, mi sembra la soluzione più positiva e concreta per il paese. Cambiare la legge elettorale, tagliare i numeri ed i costi della politica, approvare alcuni dei punti meno controversi della “letterina” a Bruxelles, come per esempio le politiche per incentivare il lavoro part-time, l’occupazione di giovani e donne. Io vedo una sinistra nuova, proprio coi “rottamatori”, perchè il ricambio generazionale dentro e fuori la politica E’ uno dei gravi problemi del paese – non giovani anagraficamente, ma giovani nel senso di diversi da chi ha occupato una poltrona per 20 anni senza saper vincere nè governare. Mi piacciono gli amministratori nella sinistra, da Chiamparino ad Emiliano. Mi piacciono Renzi e Civati, mi danno speranza, sento un entusiasmo crescente intorno a questo approccio. ma bisogna agire in fretta: c’è chi dice che lo spread oltre 485 sia il punto di non ritrono… e buon lunedì a tutti…
Il ragionamento sulle possibili controindicazioni di elezioni immediate è in astratto condivisibile, ma si scontra con una considerazione:
questo fantomatico “governo di unità nazionale” dovrebbe essere formato e sostenuto da chi?
Dall’UDC di Gabriella Carlucci?
Dalla Lega di Calderoli?
Da qualche pezzo del PDL di …? (non fatemi fare nomi)
O dai Responsabili di Scilipoti?
E potremmo davvero credere che sarebbero in grado realizzare una qualsiasi cosa nell’interesse del popolo italiano?
Permettetemi di dubitarne fortissimissimamente …
No, meglio elezioni subito:
la legge elettorale ce la stravolgiamo noi da soli facendo primarie vere, presentando candidati veri e credibili (e non un Renzi di plastica qualsiasi, berluschino in sedicesimo), portando programmi, idee e valori per un’Italia nuova e migliore.
Con le primarie per la scelta dei candidati, di tutti i candidati (primo ministro, deputati, senatori) si scanserebbe in parte la limitazione della legge elettorale per le preferenze.
Nel programma di governo, auspico un contenuto che regolamenti in maniera blindata il conflitto d’interessi.
Un pò si sano cinismo e nessun governo tecnico/di larghe intese pagliacciate simili. I risultati d’una tale scelta sarebbero nefasti, temo (ma possibile che nel centro sinistra non s’avvedano di ciò? Cui prodest?).
Ops “Cui prodest” 😀
Credo che candidando un ragazzo alla regione (o, al più, Tore Cherchi) e Renzi il centrosinistra riuscirebbe a non perdere, pur impegnandosi come sempre ha fatto per raggiungere quell’obbiettivo.
Se uno schieramento di centrosinistra candidasse uno come Renzi, potrebbe addirittura raggiungere l’obbiettivo di perdere vincendo.
Un salto carpiato che neanche la Cagnotto, ma il tuffo -meglio se nella piscina vuota- preferirei che lo facesse Berlusconi. Sarebbe ora.
Meglio un ragazzo (Deliperi ?) o una ragazza (qualche giovane sindaco o ex sindaco ?) per la Regione. Per Tore Cherchi è ora di pensione. Invece per quanto riguarda Renzi è ancora troppo presto. Vediamolo all’opera a Firenze per un quinquennio, poi ne riparliamo.
A dire il vero credo che questa “eccezionalità” che Berlusconi dimostra abbia un nome preciso: disturbo narcisistico di personalità, come diverso tempo fa diagnosticò lo psichiatra Luigi Cancrini (http://iltafano.typepad.com/il_tafano/2010/11/berlusconi-e-la-diagnosi-psichiatrica-di-luigi-cancrini-disturbo-narcisistico-della-personalità-.html).
Quindi Berlusconi ha un elemento di grandezza in se stesso e nella sua vicenda (come grandezza possiamo trovare in altri personaggi del passato, di cui avremmo fatto volentieri a meno, ma che comunque un loro individuale e oscuro valore lo avevano: gli Stalin, i Mussolini, gli Hitler non erano comunque persone comuni…) ormai nella parabola discendente. Un sospiro di sollievo lo si può tirare perché non è riuscito a fare tutti i danni che avrebbe potuto, segno che l’Italia qualche anticorpo lo ha ancora, perché il rischio di una deriva autoritaria e simil-peronista c’era, se fossero passate le modifiche alla Costituzione. Dei suoi accoliti nessuno ha la sua megalomane autostima, nessuno pensa di essere un “unto dal Signore” e soprattutto, nessuno ha la sua potenza economica e mediatica, che lo rende effettivamente una sorta di semidio nell’arena politica nazionale.
Per quanto riguarda la nostra amata isola, mentre Soru fu “L’uomo che volle farsi re”, per usare il titolo di un film, in quanto di fatto impose di forza la sua candidatura a presidente della regione in virtù della sua forza personale (forza che, nonostante le vicende varie, ancora affascina non pochi elettori del centrosinistra), Cappellacci è semplicemente un “Eroe per caso”. È diventato presidente perché scelto da Berlusconi proprio proprio perché una figura di secondo piano: assessore al bilancio del comune di Cagliari, assessore al bilancio in regione senza che nessuno se ne sia accorto, se non per un certo numero di delibere approvate a fine mandato. Io credo che la mossa di Berlusconi nel candidare Ugo Cappellacci (neppure il suo commercialista, ma il figlio del suo commercialista!) sia stata una mossa geniale: se metti contro un personaggio dal forte carisma un spettro trasparente l’elettore vede solo quello che c’è dietro lo spettro…nel nostro caso Silvio Berlusconi. Io credo che nelle passate elezioni Cappellacci abbia preso solo il suo voto e forse quello della moglie, gli altri erano voti a Berlusconi come presidente della regione e contro Soru.
Per questo credo che per lui non ci sia alcun futuro fuori dall’ala protettiva di Berlusconi, non ha le qualità per fare il presidente di una regione, non ha la tempra, l’intelligenza politica, la capacità di mediazione. È fatto per un altro mestiere. Addirittura, ha minor talento politico di Mauro Pili (il che e tutto dire!).
Per quanto riguarda il centrosinistra, a mio avviso dovrebbe partire con le primarie, riprendendo il modello che a Cagliari ha portato ad una vittoria inaspettata (anche se in regione, negli ultimi vent’anni c’è stata alternanza perfetta e questa è una delle legislature più deludenti che ci sia capitato di vedere…ora tocca a noi!): candidati credibili e proposta di programmi coerenti coi candidati: in questo modo si inizia la campagna elettorale con mesi di anticipo su quella per le elezioni e si aumenta la popolarità del candidato che uscirà vittorioso dalle primarie, che a quel punto sarà conosciuto da gran parte dell’elettorato. Se poi si riuscisse a fare le primarie anche per la costruzione del listino e delle liste dei singoli partiti, tanto meglio. SEL su questo aspetto sta ragionandoci seriamente.
Comunque, Italia e Sardegna ne hanno visto tante e sopravviveranno a Berlusconi, a Cappellacci e a qualsiasi altro!
Anche io ne ho viste tante, Soviet. Ma dal momento che temo di averne già viste più di quante ne dovrò ancora vedere, preferirei avere una prospettiva di miglioramento che non si basi solo sulla auspicata e probabilissima fine politica del fantasma Cappellacci.
Quindi primarie, ma prima ancora regole certe e rinnovamento.
Purtroppo c’è voluta una crisi economica di proporzioni inusitate per riportare le persona alla realtà quotidiana e per fare in modo che qualcuno si sia finalmente reso conto che non tutti siamo ed abbiamo l’opportunità di essere “imprenditori di grande e UNICO successo” e che non tutti hanno la possibilità di contare sulla “fabbrichetta di papà”, ma ormai ci siamo dentro fino al collo, dobbiamo ballare e comunque qualcosa fare.
L’impressione è che, in ogni caso, qualcosa si sia mossa e che sia finita l’orgia del “vota antonio”.
Anche perchè almeno Totò era un vero artista, era estremamente simpatico e non ha mai creato danni irreversibili alla Nazione.
Se proprio qualcuno non può farne a meno, perché non prendere seriamente in esame almeno l’ipotesi di votare l’originale?
Quello vero insomma.
http://www.youtube.com/watch?v=Up7wkXld83A
Sono situazioni ben diverse: Berlusconi sa di essere al canto del cigno, probabilmente cerca di capire quale sarà il suo futuro prossimo, anche se intanto il suo ufficio marketing ha già selezionato il nuovo prodotto da offrire al popolino qualunquista: Matteo Renzi.
Cappellacci cerca disperatamente di riciclarsi, magari punta su una decomposizione del quadro politico che comprenda, date le continue liti nel PD regionale, l’aggregazione di qualcuno in fuga anche da lì per rilanciarsi come improbabile leader di una coalizione più centrista e più sardista; tutte le mosse demagogiche e populiste dell’ultimo Cappellacci sembrano indicare tale obiettivo, magari alla fine togliendosi lo sfizio di lasciare al palo i suoi arcinemici interni Nizzi e Lombardo.
Ma non rischierà lui invece, insieme a Mauro Pili e ad altri, come ha scritto Sardegna24, di fare la fine di altri ex “numi” di Forza Italia come Gianni Pilo (forse nel frattempo addirittura passato a centrosinistra) e Gabriella Pinto? Speriamo scompaiano tutti, ma qui il centrosinistra deve fare chiarezza in tempi ormai urgentissimi sulle alleanze (ristabilire il rapporto col PSdAZ?) e sul candidato a Governatore, dato che Soru al momento è leggermente bruciato dalle inchieste giudiziarie, Massimo Zedda difficilmente lascerà Cagliari (come ha mandato a dire anche a Renzi), Silvio Lai per quanto segretario regionale del PD è semplicemente improponibile data l’assoluta mancanza di doti di leadership, altri come Graziano Milia sembra che abbiano altri obiettivi. Dicono che un nome che potrebbe farsi strada è quello di Francesco Sanna, e non mi dispiacerebbe neanche, anzi … però decidiamoci presto cavolo!
Queste persone non sono nè utili e neppure indispensabili.
La sinistra già a Cagliari, sta lavorando bene. Sul territorio nazionale è penoso tutto a cominciare da Renzi.
Ma è di sinistra?
No.
Mi sembra evidente che, almeno in Italia, la politica segua la regola del Prima, Dopo e Durante.
Il Fascismo è durato vent’anni (anche se sembrano più lunghi del Sacro Romano Impero).
In realtà, solo Mussolini è durato vent’anni, non il Fascismo. Il Fascismo, come il Marxismo, il Trasformismo, il Qualunquismo, il Gollismo, il Poujadismo etc. etc. è ormai assurto (a braccetto con il più cazzuto Nazismo), al ruolo di categoria del pensiero politico.
Come facilmente riscontrabile, queste categorie di pensiero sono state (sono, saranno) parte della realtà storica dell’Umanità, del “reale” (vedi Socialismo Reale), derivandone spesso una colorazione sinistra (non “di sinistra”).
Tutti questi “ismi” – soprattutto quelli che “hanno governato” – hanno – in un modo o in un altro – definito una specie di alterazione dello spazio/tempo (mi perdoni Einstein), nella quale finiscono per ricadere il pensiero, il dibattito, l’informazione etc. di un contesto sociale e storico, attratti dall’effetto gravitazionale dell’ “ismo” di turno: più questo pesa, più attrae. Una curva di Gauss rivolta verso il basso, a contenere la realtà, come la pagina dell’Unione di una volta, quando veniva usata dal pescivendolo o dal fruttarolo (no, non per quello che state pensando, per contenere “unu Kilu, abbondanti”).
Tutta questa gravitazione, svuota il campo dal resto, lo rende meno percettibile, se non per la regola del PDD (prima, dopo e durante).
Ora, il Berlusconismo, quello Italico, Sardo e Cagliaritano, che hanno polarizzato lo spazio tempo politico (salvo il Prodismo e il Sorismo), che forma temporale avrà? Le due spalle della curva, dove finiranno, esattamente? Il Socialismo Craxiano, era già nel paniere? Ci sarà un Badoglio? Etc.Etc.
Quando c’era Lui, caro Lei…
Si, quando?
Di Papi sapevamo già tutto e si poteva scommettere sul fatto che avrebbe fatto come Gheddafi, che si è reso conto di essere finito solo quando non c’era più scampo.
Ugo, col suo tentativo di rifarsi una verginità, fa quasi tenerezza e quasi quasi ispira le coccole.
Quello che guasta è constatare il fatto che in entrambi i casi la cattiveria umana, in certi frangenti, è senza limiti e confini in quanto è veramente triste vedere un “Papi che cammina” e un Ugo che si trascina e che…. “cerca di camminare”.
E’ un’agonia senza fine, implacabile, costante e continua.
Possibile che non si sia presentata all’orizzonte un’anima buona che abbia staccato per tempo la spina e messo fine ad un accanimento terapeutico di dimensioni disumane, che ha veramente dell’incredibile e che ha procurato e sta procurando una sofferenza pazzesca ai due poveri malati terminali?
C’è da dire comunque che, per quanto riguarda Ugo, una logica esiste: punta a battere il record di imboscate da franchi tiratori finora saldamente in mano a Pili e a Masala.
Sembravano record a prova di bomba e praticamente imbattibili ma non è detto e non tutto è ancora perduto specie dopo l’imboscata cementifera e cementificatoria del Piano casa.
Se lo hanno messo in minoranza proprio sul cavallo di battaglia delle 3 M, cardine della mitica, incommensurabile e champagnosa campagna elettorale con cui ha vinto le elezioni (chi l’avrebbe detto che sarebbe stato “infrecciato” proprio su quello?), rimane da verificare semplicemente non quante volte verrà impallinato ma piuttosto quante volte riuscirà a farsi approvare qualcosa dalla sua maggioranza po mod’e nai.
In certi casi rimane comunque la constatazione che la cattiveria umana fa veramente paura…. sarebbe bastata una persona di animo sensibile e di sani principi che avesse avuto la bontà di staccare qualche tubicino senza tirarla tanto per le lunghe magari anche alla coatta!!!!!
Che senso ha prolungare all’infinito una vita ormai solo vegetativa?
Non è neanche giusto un simile accanimento che grida vendetta e che se ne sbatte altamente delle sorti dell’Italia e della Sardegna.
Perché poi il problema principale è proprio quest’ultimo.
Rimane solo un’ultima “considerazione a sa sarda” però….. chi saranno i prossimi candidati?
Casini e Silvio Lai?
Ci saranno o no primarie vere e non farlocche?
Non per altro ma semplicemente per il fatto che il PD, appena vede avvicinarsi il traguardo e quando ci si mette per davvero, riesce a fare delle respirazioni bocca a bocca micidiali, precisissime e che hanno dell’incredibile, riuscendo spesso nell’impresa di far resuscitare anche i morti stecchiti………..
Insomma, tanti po si cumprendi, al sottoscritto va bene se Papi e Ugo levano il disturbo ma, se l’alternativa è il ritorno al pentapartito, al quadripartito o alle convergenze parallele, mica fa tanti salti di gioia.