Da cosa nasce cosa, e dalla polemica sul video del Brotzu sui trapianti ora si è passati a questioni ben più spinose: come l’influenza della Massoneria nella sanità cagliaritana.
La vicenda è nota ma la riassumiamo per facilità.
Il video sui trapianti voluto dall’ospedale Brotzu scatena diverse reazioni. A un certo punto interviene anche la consigliera regionale del Pd (e vice segretario regionale del partito) Francesca Barracciu, che chiede le dimissioni del direttore generale dell’ospedale, Antonio Garau, nominato dal centrodestra.
Dopo qualche ora, l’autorevole esponente del Pd Emanuele Sanna interviene sui giornali per prendere a sorpresa le distanze dalla Barracciu e difendere apertamente Garau. A questo punto la consigliera del Pd reagisce male e in un comunicato stampa scrive:
“Grottesche e disarmanti sono le sortite del Sanna compagno di partito di lungo corso a cui non voglio prestare il fianco perché capisco essere indotte da un’affinata pratica, comune anche a Garau, a misurare le questioni con un compasso discrezionale e un solo occhio”.
Un’allusione chiarissima. Ieri Emanuele Sanna risponde:
“Per quanto riguarda le squallide insinuazioni su mie presunte contiguità con organizzazioni, alle quali non appartengo e alle quali non desidero in alcun modo essere accostato, la compagna Barracciu sarà chiamata a fornire i necessari chiarimenti nelle sedi politiche più idonee e, se necessario, nelle sedi istituzionali competenti per garantire l’onorabilità di ogni cittadino”.
Posto che non capisco perché Emanuele Sanna abbia voluto sostenere così platealmente Garau (che per difendersi non aveva certo bisogno del Sanna) e contestualmente attaccare una sua compagna di partito, è evidente che qui non stiamo più parlando di trapianti né di Brotzu, ma di sanità e Massoneria. Questo è il tema. Anche se i giornali non se ne accorgono o derubricano la questione a semplice querelle politica. Evidentemente non è così.
Non ho nessun pregiudizio contro la Massoneria. La mia formazione umana e culturale è stata fortemente influenzata dal più importante storico della Massoneria in Sardegna, Gianfranco Murtas. Da Gianfranco ho imparato tante cose, soprattutto che la Massoneria è solo uno dei tanti poteri che si trovano in circolazione. “In Consiglio regionale i massoni sono pochissimi” mi ha detto tempo fa, “le dita di una mano sono troppe per contarli”, e non ho motivo di dubitare.
Così come ho imparato (anche a mie spese) che le appartenenze partitiche e o professionali sono forti e omertose almeno quanto quelle (se non di più) che vengono imputate a coloro che una volta alla settimana si trovano dalle parti di piazza Indipendenza.
Ho imparato anche a vedere prima le persone, poi le appartenenze. Ho amici massoni con i quali ho portato avanti belle iniziative culturali e di cui ho apprezzato l’impegno civile e la rettitudine morale; allo stesso modo mi sono scontrato con persone che predicavano molto bene ideali di sinistra e poi razzolavano malissimo.
Tra i banchi del Consiglio regionale i massoni saranno pure pochissimi, ma nella sanità il discorso è diverso. La percentuale di dirigenti sanitari, nonché di primari iscritti ad una delle tante logge cagliaritane è impressionante. E prendendo in analisi gli ultimi vent’anni, è impressionante anche vedere il numero di direttori generali delle Asl o del Brotzu legati alla massoneria.
“Legati”, e non “iscritti”: e secondo me qua sta il punto. Non sempre chi fa favori alla Massoneria è un massone (anche perché nel tempo potrebbe anche essere uscito dall’organizzazione). I poteri parlano tra di loro, si riconoscono e si accreditano. Ci sono ambiti culturali contigui alla Massoneria (Rotary e Lions ad esempio, quasi un’anticamera dell’affiliazione). Va da sé poi che “la” Massoneria non esiste, perché ne esistono molte, sua in senso stretto (con diverse osservanze) che in senso culturale.
Ora però, la presenza massonica nella sanità cagliaritana è indubitabile e incontestabile. La domanda è: posto che essere massoni grazie a dio non è un reato, che valutazione diamo di questa concentrazione di grembiulini tra i primari e i dirigenti sanitari cagliaritani? La neghiamo? La riteniamo ininfluente? O fisiologica? Oppure dannosa e pericolosa? E perché ci sono tutti questi massoni in sanità e non, ad esempio, in altri settori professionali?
Breve amarcord: il primo a denunciare la situazione fu alla fine degli anni 80 l’allora sindaco di Cagliari Paolo De Magistris con una intervista alla Nuova Sardegna (su altri giornali il tema è evidente off limits, come le evidenti influenze di area massonica).
Altra questione. La sortita della Barracciu mi ha riportato indietro nel tempo, fino al 1993, quando si scatenò in Consiglio regionale una guerra sotterranea proprio all’interno dei Ds in merito al peso della Massoneria nella politica e nella burocrazia di via Roma. Il culmine della battaglia lo si ebbe ad ottobre, quando sulla Nuova Sardegna (di cui io ero giovane collaboratore) uscirono gli elenchi degli iscritti alla Massoneria a Cagliari. Fu un vero e proprio terremoto. Forse i nomi che tutti aspettavamo non c’erano (“sono iscritti a legge continentali”, ci dissero), ma qualcuno sì ed era legato politicamente alla sinistra.
Anche stavolta dunque lo scontro sul peso della Massoneria a Cagliari nasce tutto a sinistra, negli ex Ds. Mi rendo conto che chiedere al Pd oggi una posizione sul peso della Massoneria in città è ridicolo, visto in quale marasma ora il partito si trova. Però sarebbe interessante chiedere un parere agli elettori e ai simpatizzanti del centrosinistra su questa questione che sta tornando alla ribalta.
Io non ho niente contro la Massoneria, mi verrebbe da dire che anzi la rispetto. Ne contesto però la riservatezza, ormai antistorica. E che rischia di essere un coperchio per troppe pentole.
“Coloro che una volta alla settimana si trovano dalle parti di piazza Indipendenza”? Non associamo, per favore, il luogo ai massoni. I quali, peraltro, ci s’incontrano circa sei volte alla settimana, anche se non posso dire che siano sempre le stesse persone.
Ma come si chiama la loro sede? Non si può più dire “Palazzo Sanjust” perché l’omonima famiglia vendendo il palazzo ha messo il veto all’uso del vecchio nome …
Semplicemente Casa Massonica.
Non è più come prima. Sono cattolico e dunque per natura antimassone, però rispetto le scelte di ognuno e le persone che ne fanno parte. Una tempo erano indubbiamente professionisti affermati, ora possiamo dire che il 90% sono personaggi dubbi e di scarso valore intellettuale. Non mi preoccuperei più di tanto..
Infatti è il restante 10% che desta preoccupazione…
La massoneria pesa “TANTISSIMO” sulla sanità Cagliaritana e non, pesa “E NON POCO” anche su tutta L’Isola.
non riesco ha capire la censura che mi hai fatto ieri, avevo scritto se non ricordo male che la massoneria nella sanita’ cagliaritana ci sono personaggi di destra e di sistra
Lo so che ti é piaciuto il mio commento…:-)
E’ vero, ma non lo posso pubblicare! :-))
A proposito di massoneria, incarichi e lavori vari, proprio oggi sulla Repubblica:
http://www.repubblica.it/cronaca/2011/10/13/news/massoni_network-23163635/
Gli scontri di fine estate preludono ad un caldissimo autunno nella assolata e misera prateria della politica sarda. Pare evidente che, non essendo prettamente un problema di massoneria medico-espedaliera, sia stata pizzicata male qualche corda che ha infastidito qualcuno/a a cui evidentemente non sono state fornite adeguate risposte a richieste più o meno definite. Il botta e risposta tra compagni e compagne, sapientemente allargato ad altri soggetti comprimari per depistare i veri obiettivi, evidenzia qual’è il vero terreno di scontro, ovvero la conquista di un posto di rilievo nella fustigazione del malcostume per assurgere al ruolo di dominus della gestione sociale.
quali sono i “vincoli” da accettare per essere massoni? e se un massone è un pubblico ufficiale a chi risponde prima, alla loggia o alla costituzione? personalmente ho molto contro la massoneria (tutta, deviata o meno), solo una volta ho incontrato una persona che ha ammesso candidamente di essere massone, sicuramente ne avrò incontrato decine. a mio avviso le associazioni con vincoli di segretezza andrebbero messe fuori legge e perseguite. stavolta non siamo d’accordo vito e che qualcosa non vada bene mi sembra chiaro dal fatto che in pochi, e tu sei tra questi, ne parlano. a si biri.
Gentile Vito Biolchini, non so nulla di appartenenze alla massoneria da parte del dottor Sanna o del dottor Ibba o del dottor Garau. I tre, inoltre, mi sembrano immiscibili come l’olio l’acqua, però fanno parte della stessa emulsione. Il primo possiede anche titoli veri, primo fra tutti una bella attività politica durante gli anni da Assessore alla Sanità, quando, tra vari altri meriti, riuscì ad aprire, contro mille resistenze, comprese quelle massoniche, l’Ospedale Brotzu. Poi, lentamente ma non tanto, è avvenuta una trasformazione, ed è stato risucchiato verso una politica routinaria, sempre in un’area di malinconica mediazione e sempre dalla parte del potere costituito (costituito, in questo caso, nel partito). E’ diventato da energico innovatore un incrollabile conservatore e ha subito, per capirci, una bassolinizzazione seguendo un noto e trito copione. Peccato, viene da dire per il dottor Sanna. Il dottor Ibba è diventato Presidente dell’Ordine dei Medici con un colpo di reni, che non gli è più riuscito, da quasi trent’anni e ha sostituito, presentandosi come “il nuovo”, il vecchio dottor Fadda il quale era lì da un tempo immemorabile. Lo ha sostituito e lì rimane come un papa, secondo un’idea monarchica prodotta da un Ordine professionale bolso e di riflessi tanto lenti da essere vicino alla paralisi. Un Ordine nel quale non si dibatte, non si discute, si celebrano anniversari, si danno targhe al merito e si assomiglia sempre di più al Rotary Club o al Lyon. Del dottor Garau non so nulla se non quello che si dice a proposito di cene a Suelli con Carboni Flavio (ma perché se ne devono andare a Suelli per cenare?) oppure degli 800.000 euro l’anno per interinali (ossia marchette e clientela) oppure. L’ho solo visto danzare felice e spensierato nel video del Brotzu, quello che è piaciuto tanto al dottor Sanna.
Insomma, i tre hanno tre storie differenti e tre diverse stature, ma non mi sembrano appartenere, in questo momento, a tre specie molto differenti.
Insomma, è evidente a tutti che nella nostra città (e non solo) il Pd e i suoi uomini, dai vescovi ai diaconi, siano stati e siano affiancati, ossia vicini, ad espressioni di potere che dovrebbero essere agli antipodi. Insomma, gli interessi (in edilizia, nelle nomine, nei concorsi ecc.) hanno preso una direzione che porta sempre verso un gruppo di persone e famiglie che sono eternamente le stesse. E tanto sono le stesse che non hanno neppure bisogno di appartenere tutte allo stesso gruppo con la stessa targa. Anzi. Quelle persone si sono sparse dappertutto e però conflusicono sempre. Insomma, al contrario delle altre società, definite “liquide”, la nostra è collosa.
Sarebbe interessante capire se davvero esiste, staccata da questo mondo immobile, una vera società civile progressista.
Saluti cordiali
Il problema PD-Massoneria è puramente e semplicemente un problema di ipocrisia. Tutti, anche i bambini, sanno che il PD è zeppo di massoni, come non ne era certo privo lo stesso vecchio PCI. Ma il comportamento del partito risulta schizofrenico: chi ammette apertamente di essere massone viene sanzionato (come un assessore di Ancona costretto a dimettersi), chi massone lo è ugualmente ma resta nel vago, magari facendo ogni tanto qualche annoiata smentita, può continuare a frequentare tranquillamente le logge.
Sarebbe ora che il PD facesse chiarezza … l’adesione dei massoni al partito dovrebbe essere o del tutto inammissibile (come accadeva nel vecchio PCI, ma anche nella DC e nel MSI) o del tutto ammissibile.
Personalmente non sono contrario all’iscrizione dei massoni al PD, come a qualsiasi altro partito democratico, sono contrario a che i massoni si adunino per le loro segrete cose all’ombra delle logge e, magari dietro lo schermo di militanze opposte, usino i partiti democratici, le cariche e le rendite di posizione negli stessi come terminali.
Questo discorso non riguarderebbe invero la sola massoneria, ma anche svariate associazioni dallo scopo sociale ambiguo che non sono esclusivo appannaggio dell’area politico-culturale di destra. Quel che fa la differenza è che la massoneria è “riservata” (o forse dovrebbe dirsi segreta) e se tale riservatezza aveva un senso negli anni bui in cui l’adesione alle logge era motivo di persecuzione, non ha alcun senso oggi, specie se veramente gli scopi che persegue la massoneria sono del tutto leciti e cristallini.
Se la massoneria non farà essa stessa chiarezza su questo nodo, sarà ben difficile che un sincero democratico non possa sospettare dei massoni ogni qual volta assumano incarichi politici o istituzionali.
Modesta proposta: non sarebbe una cosa giusta e buona che chi, soprattutto se decisore politico, è chiamato a scegliere e incaricare in nome e per conto del pubblico interesse facesse pubblica dichiarazione di tutti i legami associativi in corso, pena la decadenza immediata da incarichi e cariche?
Tutti i legami associativi, fosse anche con il Club di Topolino.
Se pure questa regola potrebbe presentare qualche profilo dubbio, stanti le tagliole predisposte a tutela della “privacy”, non credo che sarebbe sbagliata. Il cittadino/elettore ha il pieno diritto di conoscere che legami intrattiene un suo rappresentante e se un cittadino non vuole sottostare a una regola di trasparenza e chiarezza non ha che da scegliere di non candidarsi a nulla. Essere impegnati in ruoli politici elettivi non è indispensabile, e anche considerato qualche svantaggio credo che la chiarezza meriti qualche sacrificio.
Quanto alla “riservatezza” dei massoni, è chiaro che ha fatto il suo tempo, ma è anche chiaro che rappresenta una parte del fascino che esercita su aderenti e “profani”. Per chi è ammesso dà l’idea di essere reclutato in una schiera di eletti, per gli altri contribuisce all’atmosfera di mistero e di esoterismo che circonda i compiaciuti bicchieranti in nome del G:A:D:U:
Vito, come descriveresti la massoneria di Cagliari a un bambino? Perché una persona dovrebbe voler diventare massone? Quali sono i benefici? Ti faccio queste domande perché vorrei leggere certe cose chiaramente, senza farmi delle idee provenienti da dicerie, mezze verità o peggio filmetti di bassa lega, o dover leggere dei comunicati stampa che somigliano più a delle sciarade della Settimana Enigmistica. E per concludere: quando la smetterà certa gente di parlare in pubblico e al pubblico pensando di avere un uditorio di fessi ignoranti che non meritano parole chiare e responsabili?
In effetti caro Vito questo è un tema spinoso…un tempo i comunisti non erano ammessi alla massoneria perché dati per atei ed i massoni sono comunque credenti in un’entità superiore. Ma io non credo che il problema stia nella massoneria in sé, che dovrebbe essere un percorso di crescita spirituale – con una galleria piena di illustrissimi antenati, da Mozart a Garibaldi – ma nei massoni e nell’interpretazione che si dà alla fratellanza che li lega.
A Cagliari, che oltre alle ormai conosciutissime tre M conta anche la F di famiglia, entrare nella massoneria probabilmente era il modo più rapido per schivare l’albero genealogico e entrare nella cerchia del potere cittadino. In fondo chi era Armandino Corona? Un medico condotto. Da questo punto di vista l’appartenenza alla massoneria può essere vista come una sorta di catalizzatore sociale che accelera l’ingresso verso salotti buoni generalmente preclusi ai parvenu. Si entra nel problema quando questa appartenenza scardina il principio di uguaglianza all’interno degli uffici pubblici: se il primario è scelto perché è il più bravo è un conto, se è scelto per l’appartenenza ad una loggia, è un’altro. Per altro, questo aspetto non è neppure paragonabile ai peggiori esempi di lotizzazionr, perché i partiti sono organizzazioni previste dalla Costituzione e non certo segrete negli elenchi dei propri iscritti.
Secondo me, qualsiasi tipo di influenza indebita sui meccanismi di selezione pubblica, che dovrebbero garantire imparzialità, uguaglianza e trasparenza, sono da condannare, a prescindere dall’appartenenza politica, perché contrari alla Costituzione e alla corretta convivenza. Ma in questo caso non è certo solo la massoneria che entra in gioco, ma anche poteri più o meno forti, partiti, la Chiesa (vogliamo provare a misurarne l’influenza?), la Famiglia, oltre che la classe sociale, che resta spesso un passe-partout capace di aprire molte porte.