Questo articolo è stato pubblicato oggi in prima pagina su Sardegna Quotidiano con il titolo “Quei marziani di via Roma che si tengono le poltrone”.
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La decisione del Consiglio regionale di demandare alla legge Statutaria la riduzione dei propri componenti è, tecnicamente, ineccepibile. Peccato che sia tragicamente sbagliata: perché è arrivata nel modo sbagliato e nel momento sbagliato.
La politica aveva l’obbligo di dare un segnale, uno qualunque. Perché da anni l’opinione pubblica sarda chiede con forza alla politica di ridurre consiglieri e indennità, e da anni non succede nulla. Improvvisamente, qualche settimana fa, costretti a limitare i danni del provvedimento nazionale che abbatte a trenta il numero dei consiglieri regionali sardi, i nostri politici hanno in fretta e furia approvato all’unanimità in commissione un progetto di legge che ne fissava il numero a cinquanta. Una volta arrivato in aula però, la legge è stata affossata. Una presa in giro la cui responsabilità ricade soprattutto sulla maggioranza di centrodestra, sempre più allo sbando; poi sull’opposizione, divisasi nel segreto dell’urna.
Certo, chi mastica di politica sa che i motivi di questa bocciatura possono essere anche ragionevoli, ma le buone ragioni di pochi mascherano le cattive intenzioni di molti. E in ogni caso, l’opinione pubblica chiedeva un provvedimento immediato. Perché la pazienza è finita, perché ci voleva un segnale di credibilità. E invece non è successo nulla. Anzi.
E non è giusto chiedere adesso ai cittadini di capire le complicate ragioni della bocciatura. Perché una politica che da vent’anni gioca con la demagogia non può pretendere, quando gli fa comodo, di avere la piena comprensione delle proprie dinamiche da parte dei cittadini, che in questa fase storica hanno ben altro a cui pensare che non agli equilibri di potere mascherati da pulsioni nazionali, indipendentiste, sovraniste e chi più ne ha più ne metta. Così facendo, questa politica alimenta l’antipolitica.
Nell’aula di via Roma siede una maggioranza di marziani che ha ignorato colpevolmente la richiesta che arriva forte da tutta la società sarda di un rinnovamento della politica. E questo mentre si consegnavano il milione e 200 mila firme per l’abrogazione della legge elettorale, quasi centomila delle quali (un numero impressionante) raccolte nell’isola.
Una legge che riduceva a 60 il numero dei consiglieri sarebbe stato un buon compromesso e un segnale concreto. L’ineccepibile rimando alla legge Statutaria è invece la pietosa scusa di chi non vuole correre i centro metri perché dice di volersi preparare per la maratona, ma in realtà non sa fare neanche un passo. La verità è che la legge Statutaria non si farà mai e la riduzione dei componenti del Consiglio regionale sardo verrà decisa a Roma. Peggio per noi che abbiamo creduto che questa classe politica sarebbe stata in grado di portare avanti una riforma piccola piccola. Evidentemente non abbiamo ancora capito da chi siamo governati.
l’idipendenza della sardegna ci puo anche stare anche perche noi esistiamo non so’ da quanti secoli e non mi sembra poco , mentre la padania e un ‘invenzione di un gruppo di persone razziste .
Anche se sono tendenzialmente indipendentista, ringrazio il cielo che la Sardegna non sia indipendente, perché se ciò significasse rimanere in balia di questa classe politica, dei Cappellacci e delle Lombardo, degli Oppi e dei Floris, ma anche dei grilli parlanti alla Soru che insistono sempre sul solito disco rotto e di certi ambigui consiglieri regionali comunisti di lungo corso che inciuciano col PDL (o quel che ne resta), la Sardegna sarebbe ancor più una repubblica delle banane di quanto già non sia. Ma ve li immaginate questi signori a occuparsi dell’assetto di una scuola sarda (litigando se insegnarvi il campidanese, il logudorese o l’artificiale LSC), di una polizia sarda, di una magistratura sarda etc. etc.? Roba da far tremare i polsi. No, finché questa classe politica non sarà spazzata via a son’e corru l’indipendenza della Sardegna è allo stesso livello utopistico di quello dell’inesistente cosiddetta Padania.
il fatto piu’ vergognoso e’ che a noi ci chiedono di fare dei sacrifici, questi non sono dei marziani, ma semplicemente dei piglia in culo ,le alternative sono poche, non andare piu’ a votare o andare in via roma e prenderli a calci ne sedere e rispedirli da dove son venuti. la classe politica in sardegna e veramente di pessima e bassissima qualita’
… sempre a parlare di ‘casta’ …
eppure non esistono molti termini più appropriati per definire l’attuale classe politica (oltre agli insulti ovviamente).
Personalmente penso che, più che ridurre il numero dei consiglieri (diminuirebbe anche la rappresentatività), ridurrei, e di molto, gli stipendi e i tanti privilegi.
Nessuno è obbligato a candidarsi, se non gli conviene lasci pure il posto ad altri più motivati. Si sostiene che ‘normali’ stipendi aumenterebbero il rischio corruzione. Maggiore trasparenza, dunque, più controlli e …
Ecco, un bel ragionamento riguardo alla “convenienza di candidarsi” per chi lascia il proprio lavoro per cinque anni e si dedica ad altro a tempo pieno è interessante. Io ci penserei su, utilizzando anche un po’ di quella che Martha Nussbaum chiama “immaginazione narrativa”, che lei così definisce: “la capacità di pensarsi nei panni di un’altra persona, di essere un lettore intelligente della sua storia, di comprenderne le emozioni, le aspettative e i desideri”.
Nessuna persona normale si candiderebbe, perché avrebbe seri problemi di reinserimento nel proprio ambito lavorativo dopo cinque anni di impegno a tempo pieno (e senza alcuna certezza di rielezione) e questi sarebbero i “buoni”, qualcuno – ricco di famiglia o ben avviato nelle professioni – potrebbe volerei togliere lo sfizio di rappresentare il popolo, e avremo così un ritorno al classismo pre-repubblicano. Infine, ci sarebbe chi sa bene come far fruttare una carica istituzionale e che il vero affare non sta nel percepire uno stipendio, per quanto possa essere alto, da consigliere regionale, ma prendendo decisioni che possono essere utili per qualcuno. Ma su 80 o 50 consiglieri forse 4 o 5 potrebbero anche essere rappresentanti onesti e interessati al benessere collettivo. Ma il sistema selezionerebbe più gli altri. C’è una ragione per cui il legislatore, anche quando esprimeva molta più qualità di quanto faccia ora, ha previsto che i rappresentanti nelle assemblee pubbliche importanti non fossero pagati a semi di melone. Il problema non è il numero, né lo stipendio. Il problema è la qualità di chi scegliamo noi per rappresentarci. E dal, momento che sono convinto che qualcuno di buono ci sia in ogni partito (Pdl compreso), la responsabilità del livello di chi ci amministra sta tutto in noi elettori.
Io mi auguro anche un rinnovamento della società, a dire il vero. Perché di marziani ce n’è dentro e fuori dal Consiglio regionale. Oppure non sono cittadini della cosiddetta “società civile” quelli che fanno la fila fuori dalle porte di politici più o meno “onorevoli” per avere qualche prebenda e qualche bricciola. E non parlo di disperati, di tutti quelli che non chiederebbero ma che lo fanno per sopravvivere, perché c’é anche di quelli, ma di persone a cui serve semplicemente una scorciatoia, che a volte potrebbero ottenere le stesse cose dalla porta principale, ma “io sono amico di…” Forse è il caso di far cadere ogni ipocrisia e pendere anche atto che l’opinione pubblica che tirava le monetine a Craxi e incitava Di Pietro giudice è la stessa che ha mantenuto al potere Berlusconi, è la stessa che non paga le tasse, è la stessa che quando può ne approfitta.
Se al consiglio ci sono dei marziani è perchè noi viviamo su Marte e in maggioranza, siamo marziani pure noi.
Questa volta sono quasi del tutto d’accordo con lei, Biolchini. Però io accomunerei, anche su questo tema, maggioranza e opposizione attuali, che si sono più volte scambiate di ruolo, solo a considerare il recente passato, senza dare alcun segnale di cambiamento, se non in senso contrario. E purtroppo anche la posizione di SNI, per quanto a mio avviso solo esclusivamente politica, non ha giovato al concretizzarsi di questo segnale tanto atteso da molti sardi.
Indipendentzia!!!!