Politica / Sardegna

Renato Soru indagato per evasione fiscale: e ora scoppia il casino! Perché non si può essere imprenditori e politici allo stesso tempo (soprattutto se di centrosinistra)

Renato Soru è indagato per evasione fiscale, in merito ad alcune operazioni finanziarie legate alla società Tiscali. La notizia, data stamattina da La Nuova Sardegna (“Evasione fiscale, la Finanza indaga su Soru”), stasera è stata confermata dalla agenzie di stampa e domani sarà su molti giornali, anche nazionali.

Personalmente concedo a Soru più di quella che viene definita”presunzione d’innocenza”. O meglio, a differenza di altre situazioni, non cedo alla “presunzione di colpevolezza”: aspetterò serenamente lo sviluppo della vicenda, sapendo bene che essere indagati non significa essere colpevoli, ci mancherebbe altro: molte indagini finiscono nel nulla e anche molti processi si concludono con delle assoluzioni (lo stesso Soru, con il caso Saatchi & Saatchi, lo ha sperimentato). Peraltro, molti capitani d’impresa devono affrontare disavventure del genere, per effetto di situazioni societarie complesse e normative non sempre chiare: ma non è questo il punto.

Il punto è che Soru non è solo un imprenditore (e che imprenditore!) ma soprattutto un politico di spicco del centrosinistra sardo e nazionale. Il nodo è tutto qui. La notizia è soprattutto questa: “Imprenditore-politico di centrosinistra indagato per evasione fiscale”.

Viene dunque al pettine la “doppia natura” di Soru: imprenditore di livello internazionale e politico di statura nazionale. Ebbene, queste due cose non sono compatibili. Non da oggi, è ovvio. Ma adesso la contraddizione esplode, perché ora questa vicenda entrerà giocoforza nel dibattito politico e verrà utilizzata (a torto o a ragione, a proposito e a sproposito) dalle parti in campo.

E’ per questo motivo che, secondo me, nel centrosinistra (così smanioso di uscire dal berlusconismo) non ci dovrebbero essere imprenditori-politici. Per evitare imbarazzi, strumentalizzazioni, equivoci. E perché chi detiene un grande potere economico, non può detenere contemporaneamente un grande potere politico.

Soru purtroppo l’equivoco “politico e/o imprenditore” non lo ha mai voluto chiarire. Quando scoppiò lo scandalo delle sue poche presenze in Consiglio regionale, l’esponente del Pd cercò di salvarsi in corner dicendo che non andava in aula ma faceva politica cercando di salvare la sua azienda… No, così non si può.

Ripeto, per un imprenditore può anche essere ammissibile essere indagato per evasione fiscale (peraltro la questione qui è molto complessa), ma per un politico no: un politico dovrebbe trarre altre conseguenze. Soru invece resterà in mezzo al guado, mettendo il centrosinistra in grande imbarazzo.

E infatti, per assurdo, ora Soru rischia di subire da questa vicenda un contraccolpo mediatico spropositato, quando invece Berlusconi ed altri esponenti del centrodestra nazionale e locale stanno senza vergogna al loro posto, con tutto quello che hanno fatto e continuano a fare. Ma la responsabilità di tutto questo non è certamente dei giornali.

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124 Comments

  1. Andrea alias "chimbantamizza" says:

    Anzitutto leviamoci dalla testa che Soru sia di sinistra; è semplicemente un imprenditore che si è candidato ed è stato eletto nelle liste del centrosinistra. Avendo come alternativa i Berlusconiani sarebbe andato bene chiunque. E poi…siamo seri…ammettiamo che se ad essere indagato fosse stato un qualsiasi esponente del centrodestra si sarebbe scatenata una campagna mediatica di delegittimazione senza precedenti. Ho sempre votato a sinistra anche se Soru non mi è mai piaciuto però ragiono con la mia testa e sono convinto che non serve a niente girarsi dall’altra parte per non vedere; il centrosinistra non doveva candidare Soru. La demagogia e la disinformazione sono il vero partito trasversale.

  2. E dire che dopo 100 commenti nessuno ha scritto che un imprenditore difficilmente andrà contro i suoi interessi e farà quelli dei suoi salariati, o che con il suo potere economico ha i mezzi per influenzare l’opinione pubblica.
    L’hanno capito 100mila sardi, che in 5 anni l’hanno prima votato e poi abbandonato, per scegliere l’inutile Capellacci.
    A meno che non si pensi che il proprietario de Il Giornale sia sempre stato nel giusto…

  3. spigolo says:

    A giudicare dal numero dei commenti, Renato Soru scalda ancora i cuori di tifosi e critici. E’ un peccato che tanta passione non si traduca in qualcosa di positivo…

    Io ripeto la mia domanda di molti post fa: senza nulla di personale (l’ho votato la prima e pure la seconda volta), pur essendo sicuramente lecito, chiedo: può un leader di sinistra .- dopo tutto quello che abbiamo detto e subito in Italia in questi anni – controllare i suoi affari quaggiù da una società con sede a Londra? E’ vera questa cosa? E perché lo fa? Risiede forse lì?

    • Scalda i cuori perchè ancora incombe. Speravamo (e lo speravano i politici di centrosinistra)di essercene liberati per sempre.
      In merito alla domanda che riproponi: secondo me chi risiede all’estero e non paga le tasse in Italia non ha diritto a metter becco nelle questioni nazionali. Naturalmente ciò vale anche per i vari Valentino Rossi, Briatore….che se fosse per me chiederebbero l’elemosina agli angoli delle strade.
      Peace and love

  4. ma cantu si praxiri mandare in galera renato soru, vi meritate di essere governati dai sardisti e dai riformatori sardi e dai derivati di cappellacci

  5. ZunkBuster says:

    Se Soru fosse colto in flagrante, a mezzogiorno, in una piazza affollata e davanti a due carabinieri nel commettere un qualsiasi reato, i soriani osservanti direbbero comunque che è colpa di Cappellacci, o magari di Massimo Zedda, o chissà della Massoneria, o dell’arcivescovo Mani, o di tutti costoro in concorso tra loro.
    Questa mancanza di obiettività incomincia veramente a stufare …

    • accasioneri says:

      sul merito del post: aspettate la conclusione della vicenda e, nel caso, i tre gradi di giudizio: siate prudenti, che poi ci rimanete male e dovete fare mia culpa come l’altra volta…

      sul profilo politico: i commenti a quest’articolo dimostrano, ancora una volta, che soru è l’unico politico sardo capace di scaldare gli animi. e questo perchè, volenti o nolenti, al netto dei benealtristi e degli scavezzacollo, dei crastuli e degli ghettaus a pari, cinque anni di legislatura soriana hanno cambiato la politica della nostra isola per sempre.
      si potrebbe fare un lungo elenco, a cominciare dallo sdoganamento dell’opzione indipendentista a sinistra, ma lo conoscete a memoria. certo, soru deve decidere se diventare grande o continuare a incasinarsi la vita, temendo ogni giorno di aprire l’unione (che pare andarci a nozze..). personalmente, credo che la vendita di tiscali potrebbe essere interpretata come un atto politico definitivo, anche perchè oltre lui – a destra e a manca – c’è vuoto, pochezza e miseria infinite.

      • Neo Anderthal says:

        “oltre lui – a destra e a manca – c’è vuoto, pochezza e miseria infinite”.
        Amico Accasioneri, non discuto sui altri punti di vista che proponi, anche se non sono completamente d’accordo, ma questa tua chiusura mi pare che sia davvero fuori bersaglio.
        Non posso e non voglio sottovalutare l’importanza delle “personalità” nella politica, incluso ovviamente il Presidente Soru, ma ti vorrei far rilevare che la via d’uscita non è solo quella delle “personalità guida” cui affidarsi.
        E questo modo di vedere non è solo mio, ma appare largamente condiviso dagli elettori.
        La controprova è nella elezione a Sindaco, nella capitale dei Sardi, di un “politico” che non risponde a nessuna delle caratteristiche che hanno costituito la fama e la alterna fortuna del benemerito Soru.
        Massimo Zedda non si è presentato come “il Leader” ma come un rappresentante di un movimento collettivo che intende cambiare ora -“ora tocca a NOI”- sia la gestione e l’indirizzo che guida Cagliari sia il modo stesso di fare politica e amministrazione. Trasparenza, rifiuto delle posizioni di privilegio e un qualche understatement hanno caratterizzato -per me molto positivamente- l’inizio di questa esperienza, e il consenso cresce di pari passo alle concrete azioni del governo cittadino.
        Quindi: a destra non so, ma a sinistra non c’è e non ci può essere vuoto. È infatti ben possibile, oltre che reperire un leader, che per ora può essere anche sconosciuto ai più come non troppo conosciuto era lo stesso Zedda, trovare il modo e il programma sul quale costruire programmi e prospettive. Si tratta proprio di non lasciare prevalere pochezza e miseria, e di andare avanti a cambiare e migliorare. Tocca ancora e sempre a noi.

      • Neo Anderthal says:

        correggo: “trovare il modo e le idee guida sulle quali costruire…”

      • accasioneri says:

        amico, sono d’accordo: pochezza e miserie non riguardano massimo, grande speranza di noi tutti, nè i “tocca a noi”, sperando che i noi non siano sempre o soltanto loro (scherzo).

      • ZunkBuster says:

        Vendita di Tiscali? Mi risulta che Soru stia andando in direzione del tutto opposta. Le indiscrezioni sull’interessamento di Tiscali all’acquisto di Eutelia, la stessa compagnia cannibalizzata da Antonangelo Liori & Partners (alcuni, dicono, occulti … ma non troppo!) hanno movimentato parecchio l’ambiente nel giro degli analisti finanziari. Per il resto purtroppo mi tocca dare ragione ad Andrea Pubusa, che non amo alla follia: Soru non esprime una cultura di sinistra e democratica, e anche quelli che vengono considerati i punti forti della sua visione politica non sono patrimonio esclusivo della sinistra. Sensibilità ambientaliste non sono storicamente mancate a destra (forse in pochi ricordano “Fare Verde”, l’organizzazione ambientalista dei giovani del MSI, per non parlare delle stesse propensioni verso l’ecologismo di Benedetto XVI, pontefice certo non progressista) e quanto alla linea del rigore sui conti pubblici, senza evocare lo screditato Tremonti, potremmo cominciare dalla destra storica ottocentesca, da Quintino Sella e da Silvio Spaventa. Solo con una profonda carenza di cultura storico-politica si può considerare Soru un personaggio lunare: è un uomo come tanti, anche più furbo della media, anche se non tanto da giungere ai livelli siderali di Silvio Berlusconi.
        Cinque anni di legislatura soriana hanno cambiato l’isola per sempre? No, ma per un certo periodo si, perché Soru fa a gara con Mauro Pili e con Federico Palomba quanto a disastri lasciati dalle rispettive amministrazioni e a tempo necessario per rimediare, e la tragedia per la Sardegna è che abbiamo attualmente un “rimedio” di gran lunga peggiore del male (Cappellacci and company) e un PD inesistente e diviso da guerre per bande che non può esercitare il suo naturale ruolo di leadership. Così siamo tra color che son sospesi, a chiederci se Massimo Zedda ci farà il miracolo e lascerà il Comune per candidarsi a Governatore oppure, se addirittura ci troveremo al cospetto di un abile riciclaggio di sé stesso da parte del commercialista iglesiente applicando su scala regionale il “metodo Giovannelli” che ha avuto successo a Olbia. Poveri noi …

      • accasioneri says:

        quintino sella? ma itta ses narendi? guardi, le passo le carenze storico-politiche soltanto perchè lei pare avere le idee un po’ confuse. le rinfresco la memoria: intanto, all’amministrazione palomba – che certo non ha lasciato in tutti noi un ricordo memorabile – va riconosciuto il merito di aver introdotto alcune innovazione legislative che resistono ancora oggi (sul punto, nel caso desiderasse conforto, può consultare il suo amico pubusa).
        poi potrebbe leggersi quel che dice bachis bandinu (bachis bandinu, capisce?) a proposito della politica ambientale soriana: troverà, se magari riesce a staccarsi dal compendio di storia dell’ottocento, l’espressione “rivoluzione totale”. ma tant’è!

      • ZunkBuster says:

        Rivoluzione totale? Certo … per far prendere a un candidato di centrodestra, di una coalizione che in Sardegna è tendenzialmente minoritaria o se vince prende a malapena la maggioranza (magari “noleggiando” parlamentari eletti in altri schieramenti, come accadde con la formazione della seconda giunta Floris) una maggioranza come quella ottenuta da Cappellacci, ci voleva proprio Soru!!! Bisogna dare atto a Palomba che almeno dopo la sua poco esaltante amministrazione, i risultati elettorali della coalizione di centrosinistra non furono così disastrosi, anzi, non fosse stato per gli stop and go dell’ondivago Grauso forse avrebbero portato a una risicata riconferma.
        Se vogliamo esprimere un giudizio su Soru, non possiamo prescindere dai risultati elettorali, non siamo mica nel PCI di era staliniana dove Togliatti prendeva scoppole elettorali ma restava sempre al suo posto perché era “il migliore”. E facciamo meno accademia, magari chiamando in causa intellettuali buoni per tutte le stagioni, e parliamo di più con la gente per capire che disastro è stata sotto molti punti di vista (sanità, cultura, premesse di una recessione economica senza precedenti) l’amministrazione del grande Soru.

      • Neo Anderthal says:

        E sono “del tutto in parte d’accordo” -è una delle mie frasi calcistiche preferite, lo confesso- con te, caro Buster.
        Ma ti sbagli. Togliatti, discutibile quanto vuoi, non ha mai preso una sola “scoppola elettorale”. Negli anni della sua segreteria in cui si sono svolte elezioni è passato dal 18,9% della Costituente al 25,3% del 1963.
        Nel frattempo le elezioni in molte città e centri importanti furono vinte dalla sinistra, col PCI costantemente primo nella coalizione.
        Questo per la verità.

      • ZunkBuster says:

        Dimentichi la batosta del Fronte Popolare nel 1948 …. Natta e Occhetto si dovettero dimettere per molto meno. E vabbeh erano uomini mediocri, Togliatti era Togliatti. Ma neanche Soru è Togliatti, e forse neppure Berlinguer …

      • Neo Anderthal says:

        Non dimentico nulla.
        Controlla e confronta meglio i risultati elettorali della Costituente -1946- e quelli del 18 aprile ’48 -Fronte Popolare- e gli altri e vedrai che di batoste -del PCI- non c’è l’ombra.

        Il Fronte Democratico Popolare aveva riunito nel “patto di unità d’azione” -nov. 1946- il PCI e il PSI, che avevano ottenuto, se sommati, un 40% alla Costituente.
        Il Fronte Popolare prese nel 1948 poco più del 30%, soprattutto per effetto della scissione socialista di “Palazzo Barberini” del XXV congresso socialista -allora PSIUP, 13 genn 1947- tra i socialisti di Nenni, che potremmo definire “frontisti”, e quelli di Saragat, “autonomisti e socialdemocratici”.
        Questi ultimi ( Partito Socialista dei Lavoratori Italiani PSLI e Unione dei Socialisti) persero oltre il 7%.
        La “batosta” della prospettiva frontista fu quindi dell’intero schieramento e non del solo Togliatti, che figurava comunque come seconda personalità in evidenza -il possibile Presidente del Consiglio sarebbe stato il socialista Pietro Nenni- anche se fu il più bersagliato, con toni da crociata, dalla propaganda di parte avversa.
        Se vogliamo, fu precisamente la sconfitta di una illusione e di una aspettativa comune a tutta la sinistra che era infondata, perché basata su una percezione della “superficie evidente” della società, che trascurava i radicamenti profondi, primo tra tutti quello della chiesa cattolica, che trascinò al voto conservatore (http://it.wikipedia.org/wiki/Comitati_civici) larghe masse di esclusi e disinteressati, ma sensibili ai temi tradizionali, come fu nel caso del voto degli anziani e di grande parte del voto femminile.
        L’arretramento fu in particolare quello dei socialisti che da allora in poi restarono, anche sommando le due organizzazioni (ma furono di più, in altri periodi) sempre dietro ai comunisti sia nel quadro generale nazionale, sia tranne rare eccezioni nelle elezioni locali. http://it.wikipedia.org/wiki/Calendario_delle_elezioni_in_Italia

      • Neo Anderthal says:

        E comunque chissà se Togliatti stesso era davvero quel “Togliatti”, il Migliore.
        E chissà se il vero Soru è davvero quel Soru -che è meglio!- sognato e invocato da tantissimi.
        Proiezioni e desideri fanno annebbiare la vista, temo.

      • Neo Anderthal says:

        Pili con la sinistra? MAI.

  6. Francesco Sechi says:

    Meno male, per Soru, che quando è stata autorizzata la costruzione di Tiscali nella zona umida di Sa Illetta non c’era Soru a governare e il PPR a vincolare, meno male, per Soru, che quando è stata realizzata la villetta sul mare di Villasimius di Soru non c’era Soru a governare e il PPR a vincolare,meno male, per Soru, che quando è stata autorizzata la ristrutturazione della casa di fianco a Bonaria non c’era Soru a governare e il PPR a vincolare……….poi c’è la vicenda dello sviluppo di Scivu, con tanto di viaggio in elicottero del governatore, che magari un giorno qualche giornalista ci racconterà.

    • Andrea says:

      Non per difendere Soru ma, giusto per puntualizzare, hai ragione quando dici che non c’era il PPR quando e’ stata realizzata la villetta sul mare essendo stata edificata negli anni ’60, quando ancora non esistevano criteri di salvaguardia delle coste. Soru l’ha acquistata qualche anno fa e ha presentato, come un comune cittadino, un progetto di ristrutturazione utilizzando gli strumenti urbanisitici vigenti all’epoca della richiesta. La giunta comunale di allora, per la cronaca guidata da un sindaco di centrodestra, ha giustamente approvato la richiesta in quanto non violava alcuna norma.
      Purtroppo pero’, anche se il discorso PPR e’ un po’ off-topic in questo post sui guai giudiziari di Soru, e’ sotto gli occhi di tutti la devastazione selvaggia delle coste che negli anni e’ stata compiuta nel nome dello sviluppo e del benessere (che ancora stiamo aspettando) e prima o poi uno strumento urbanistico limitativo qualcuno doveva pur farlo.

      • Realista says:

        PPr a parte, è il fervore ambientalista che viene messo in discussione.
        Continuando su quanto Francesco ha voluto indicare con discrezione, io immagino Soru da sempre infervorato “ambientalmente”, ma mi colgono seri dubbi che questo fervore fosse tale se penso a dove (in piena zona umida, ricca di biospecie uniche e rare, come direbbe meglio di me qualcuno…) ha progettato e realizzato la sua web farm. E lo immagino ancora poco sostenibile quando progetta e realizza una villa minimalista in freddo biancone di Orosei davanti alla Basilica di Bonaria, in calcare di Cagliari. Quanto alla villa al mare è vero, già esisteva e non la ha nè progettata, nè costruita (la ha ristrutturata però, chissà se aveva l’autorizzazione paesaggistica…), però era pur sempre un fruitore di uno dei tanti sfregi alle nostre coste: se permetti, quando fai il paladino di un’idea, per essere credibile non dovresti poi godere di ciò che dici ingiusto!
        Tutto ciò a risposta anche alle tante voci che del nostro ex-governatore decantano la mirabile coerenza ed integrità.

      • Dice Sechi, in soldoni: “alcune cose fatte dallo stesso Soru non si possono più fare, a causa del PPR (e quindi di Soru)”, e lascia intendere: “come mai Soru, che quelle cose ha fatto, ha poi disposto perchè non potessero più essere fatte”?
        La questione è interessante, ma forse deve essere smembrata.
        A me, della coerenza di Soru come cittadino (lui, non io) poco interessa: se rispetta (rectius: se ha rispettato) le leggi bene, se no, ci penseranno gli addetti ai lavori. Quello che ha fatto era legittimo, a quei tempi? Era consentito a tutti, in quelle condizioni? Bene, chiusa la partita.
        Per quanto riguarda la coeranza di Soru come politico, la cosa diviene più complicata, ma non troppo diversa: Soru politico è stato coerente con i suoi atti politici? Ha – per esempio – detto che i provvedimenti da lui stesso assunti erano sbagliati? o invece li ha difesi coerentemente, in ogni sede? ha abusato del proprio ruolo traendone vantaggio? ha fatto cose in contrasto con la legge (fatta o meno da lui)? Non lo so; se qualcuno lo sa, lo dica.
        E si dica – soprattutto – se la coerenza deve arrivare, dopo la conversione sulla via di Damasco – fino a liberarsi con urgenza del malfatto, magari con atti eclatanti, tipo 11 settembre o spogliandosi per finalità animalistiche, in base al principio del “fuori mi chiamo”.
        Per quanto riguarda il giudizio su quanto fatto architettonicamente, nel merito, vorrei dire che, prima di parlare di sfregio – assumendo in pieno i termini di giudizio più integralisti – forse si dovrebbe un pochino riflettere su cosa sia stato manomesso, e come.
        Il principio del “dona a pappai a sa martinicca e non tocchis nudda”, non è – almeno a mio modesto giudizio – un toccasana culturale. In particolare però, nel caso di Sa Illetta, mi chiedo se – Soru o non Soru – fosse così indispensabile un’architettura che – per quanto griffata – ben poco si relaziona con un contesto che avrebbe forse preteso una percezione più sfumata dei caratteri locali. In altri termini, una cosa più integrata, indipendentemente, almeno per un attimo, dal “quanto”, o – anzi – proprio perchè il quanto era “tanto”.
        Ma tutto questo è stato risolto a suo tempo. Forse, se chiedessimo a Soru se lo rifarebbe, potrebbe anche dirci di no; ma questa stessa risposta potremmo aspettarcela anche da parte di altri imprenditori, fra quelli che hanno fatto accordi di programma, e non solo.

  7. ittasinanta says:

    Purtroppo le acque si intorpidiscono.
    Voci ancora da verificare dicono che oggi Tiscali dichiara lo stato di crisi e la richiesta di cassa integrazione per i lavoratori.

    • Stefano reloaded says:

      Acque chete?

    • Neo Anderthal says:

      Acque pigre o estenuate?

      • Anonimo says:

        Acque reflue, mai state ..limpide

      • Neo Anderthal says:

        Nelle acque intorpidite si pesca con la sonno-lenza? Eppure si diceva che chi dorme non piglia pesci.
        Dovrò rivedere qualche nozione ittiologica.

    • Massimo says:

      Ma no, ti sbagli….si tratta solo di “un piano di razionalizzazione dei costi operativi tra i quali anche una riduzione temporanea del costo del lavoro per circa 7 milioni di euro”. Sic. Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Quello di fare del sofismo e di giocare con le parole per nascondere la dura realtà delle cose. Ridicolo.

  8. Realista says:

    Tanti pareri contrastanti per quella che mi sembra una verità indiscutibile. Riduciamo all’osso il problema.
    Un imprenditore fa i suoi business seguendo una logica di profitto, navigando tra programmi progettuali/operativi generati dalla sua organizzazione nel rispetto del complesso delle leggi e regolamenti dell’ambito in cui opera, oltre che nella direzione dei piani di sviluppo definiti da chi governa.
    Un politico, un membro di esecutivo e, massimamente, un capo di esecutivo, legifera ex novo o applica le leggi ed i regolamenti vigenti, attuando così il sistema di governo che dovrebbe cogliere i frutti della propria azione; nel suo ruolo operativo di politico appartenente ad un esecutivo quindi, pianifica la politica economica, sociale e dei servizi al cittadino, individuando le aree di meta da cogliere.
    Un politico imprenditore, rischia di scrivere e leggere se stesso, correndo il rischio che qualcosa da lui scritto possa in qualche modo (incidentalmente…) favorire il suo alter ego imprenditore. Direi che questo è un rischio che sarebbe bene non correre mai, in un’organizzazione civile.
    Se accettiamo questa posizione quale essenziale, potremmo accettare di discuterne i dettagli di completamento, ma non la radice.
    Sarei quindi drastico nel separare le due posizioni. Per l’imprenditore che vuole determinare qualcosa delle decisioni da prendere a livello governativo rimangono le associazioni di categoria, all’interno delle quali può trovare voce ed arrivare sino agli organi di governo, autorevolmente ma lecitamente. Per il politico che vuole intraprendere l’iniziativa privata non vedo soluzioni se non in quei casi in cui è oggettivamente distinto lo scopo dei suoi buisiness e l’ambito nel quale può incidere come politico e decisore delle azioni di governo.
    Mi rendo conto di aver banalizzato parecchio, però potrebbe essere un punto di partenza per decidere se come società civile vogliamo essere chiari o ambigui nei confronti del problema…
    Ad majora!

    • Gentile Realista, abbia fiducia. Come per Tuvixeddu lei dovrà rassegnarsi all’idea che ci sono giudici. Per fortuna i processi non li fa lei. Nell’attesa basterà un cucchiaino di bicarbonato sciolto in un po’ d’acqua e il bruciore passa. Saluti cordiali.

  9. cilios says:

    Che strazio! Ancora si parla di caratteraccio e simili idiozie.Io nutro grande stima per Soru come persona e come politico e di lui apprezzo la totale mancanza di ipocrisia.Lo reputo onesto e sono convinta che sarà assolto da questa accusa.Certamente mi dispiace che si trovi ad affrontare queste situazioni spiacevoli e immagino che ne soffra alquanto,ma quando uno riveste una posizione come la sua questo, si sa, può capitare.

    • Scusa ma il problema non è il suo caratteraccio in astratto. E’ la sua incapacità di relazionarsi in maniera proficua e produttiva con le altre persone. E ciò è grave perché quella del politico è attività di relazioni.
      Comunque alle ultime elezioni regionali i sardi si sono espressi in maniera chiara sul suo destino: a casetta !!!

      • Pasquino says:

        Già, si sono espressi. Ma non solo sul suo destino, purtroppo. Sul nostro molto di più. E ci siamo trovati come compagni di viaggio, ma noi in terza classe e loro in business, Carboni, Dell’Utri e Verdini. Già, si sono espressi.

      • Anonimo says:

        mi scappa una risata sul si sono espressi, una risata amara.

  10. Numero 27 di Holywell Row, strada breve e stretta, a mezzo miglio dalla City di Londra nei pressi di Old Street. Paesaggio urbano decadente ma alla moda, vecchi magazzini e palazzi commerciali trasformati in abitazioni, uffici, «studios» per designer e artisti, a pochi passi dai club della movida londinese di Shoreditch. La sede della Restform, uno dei due fondi di investimento che controllano Omega, impresa che ha acquisito il ramo information technology di **Eutelia** è all’angolo, in un modesto palazzo a tre piani. All’entrata una porticina blu e quattro nomi sul citofono. Non esattamente quello che ci si attende dalla sede legale di un fondo finanziario che controlla imprese con migliaia di lavoratori e beni ingenti.
    Il manifesto è andato a fare visita alla Restform, fondo di investimento inglese che insieme ad Anglo Corporate, controlla Omega. Ma non l’ha trovata. In compenso allo stesso indirizzo ha scovato la Ashcroft Cameron, piccola impresa specializzata nella registrazione di compagnie, che offre il servizio di nominee. Ovvero messa a disposizione di prestanome, direttori d’azienda e azionisti fittizi, quelli che nel gergo finanziario chiamano gli straw men: gli «uomini di paglia»…
    (Da: http://www.ilmanifesto.it/archivi/fuoripagina/anno/2009/mese/11/articolo/1826/)

  11. L’imprenditore più importante di un piccolo paese può fare il sindaco di quel paese? Ovviamente no. Può fare il consigliere provinciale, regionale, il deputato, l’europarlamentare? Ovviamente sì. L’imprenditore Soru può fare politica? Ovviamente sì: ma in una giusta dimensione nella quale il suo potere economico non sia in conflitto con il potere politico che vuole esercitare.
    Ai tempi che furono, la Dc sarda impedì a Mario Floris su Becciu (il padre di Emilio) di fare il sindaco di Cagliari: si dovette accontentare di fare il vicesindaco.
    Sono situazioni che si regolano con il buonsenso, non servono leggi specifiche.

    • ittasinanta says:

      E’ corretto.
      Lo dicono in tanti dal 1994 che un imprenditore che possiede giornali, televisioni, assicurazioni e banche non può governare l’Italia. E allora perchè un imprenditore (diamo pure per scontato che sia virtuoso) che possiede una delle più importanti aziende della regione può governare la regione stessa?
      Poniamo il caso che debba decidere sui fondi per la cassa integrazione da assegnare alla sua azienda in crisi, magari trascurandone un’altra, oppure debba decidere su importanti investimenti infrastrutturali che incidono sulle sorti della propria azienda e dei concorrenti; siamo sicuri che, pur virtuoso, riuscirà a operare una scelta serena e giusta?

    • Banana says:

      caro vito, come la fiumana di commenti a questo post dimostra, sembra davvero impossibile discutere della figura di Soru senza scatenare insensate guerre di religione. I pasdaran soriani replicano a pera a qualsiasi osservazione anche vagamente critica, gli antisoriani eccedono nel livore. ma, tralasciando il caso specifico che verrà accertato (e Soru stesso non sta gridando al complotto), non siamo/siete capaci di parlare e analizzare un’esperienza politica che forse si è conclusa o forse no senza usare toni da curva nord? a me spaventa molto questo approccio messianico alla figura di un qualsiasi uomo politico

      • senzasenso says:

        A supporto di quanto dice Banana vorrei sottolineare che paragonare un doppio incarico politico o il lavoro presso una pubblica amministrazione e l’incarico politico con il conflitto di interessi è fuorviante, un errore logico (o una furbata, fatta spesso da gente tipo Bondi o Belpietro).
        La finalità dell’impresa è il profitto, le finalità dell’incarico pubblico è il bene comune.
        Da questo contrasto nasce il conflitto d’interessi, che è oggettivo, benchè l’imprenditore possa avere le migliori intenzioni del mondo.

        L’incompatibilità tra incarichi pubblici è un’altra cosa (non vi è conflitto tra i due fini), di cui si deve discutere certamente, ma distinguendola dal conflitto d’interesse in senso stretto.

      • Montisalv says:

        Scusami, ma ti sfugge che, nel caso, alle elezioni non si candida un incarico pubblico, ma un esserre umano che ricopre incarichi pubblici; il quale, dentro l’organizzazione in cui lavora, può trarre enormi vantaggi personali dal punto di vista professionale se detiene un potere politico, e viceversa mentre amministra può essere fuorviato a scambiare il bene del suo partito col bene comune. E se pensi che queste cose siano fantasie, allora non hai mai frequentato da vicino un’amministrazione pubblica…

      • senzasenso says:

        Oddiosanto….non dico che non esista e che siano fantasie, dico che si tratta di fenomeni diversi.
        In una vi è un conflitto oggettivo, che prescinde dall’onestà o dalla disonestà della persona, le finalità dell’impresa sono in conflitto con le finalità della politica (e questo anche se l’imprenditore è persona onesta, e io credo che Soru sia persona onesta)
        Nei casi da te descritti dipende tutto dalla onestà/disonestà della persona, ma non vi è un conflitto oggettivo (dipende dall’essere umano che ricopre gli incarichi pubblici, come tu stesso dici).
        In questo modo, affermando che tutto è conflitto d’interesse si svuota di senso il concetto stesso di conflitto d’interesse (e purtroppo ricorda molto il “ma tutti vanno a prostitute” o ma “tutti rubano”, argomento della peggiore destra filoberlusconiana).
        P.S. Un po’ meno di manicheismo farebbe bene a tutti noi.

      • senzasenso says:

        Sul Manicheismo non ce l’avevo con te Montisalv, parlavo in generale, dal ragionare sull’opportunità o meno per un imprenditore di fare politica si è passato al solito scontro tra soriani e antisoriani (anche chi non si sente ne’ l’uno ne’ l’altro viene inserito forzatamente in una di queste categorie).

    • Anonimo says:

      e meno male che si é accontentato …

  12. Soru sarà o non sarà colpevole di evasione fiscale, avrà licenziato dei sui collaboratori a Tiscali, probabilmente per “salvarne” altri con un piano industriale che rimettesse in carreggiata Tiscali (ma ricordo anche che ha riassunto i dipendenti del call center che erano stati esternalizzati), ma non si può dimenticare che nei suoi quattro anni di GOVERNO ha fatto moltissimo:
    rientro del “profondo rosso” della sanità, vertenza entrate (distrutta da dal governo nazionale nel più totale silenzio e sudditanza di quello regionale), riforma e rafforzamento del trasporto pubblico (più di 500 pulman nuovi) con la gara per l’acquisto del pendolino per la tratta CA-SS da coprire in 2.5 ore(di cui questo governo, a quanto si può sapere, non ha proseguito l’iter) , finanziamenti (spariti?) per il completamento della metropolitana di superficie a Cagliari e la ristrutturazione della tratta Sinnai Cagliari (con possibilità di proseguire fino a Senorbi), finanziamento della SS Olbia del quale l’attuale governo nazionale-regionale ha fatto scempio, l’eliminazione delle comunità montane specie quelle “marine” (!!!), la riforma degli enti con l’eliminazione di 1000 posti di sotto governo, l’eliminazione della maggior parte delle famigerate auto blu della regione, i progetti di assistenza per le famigli con disagio sociale e sanitario (progetto “torniamo a casa”), la raccolta differenziata che è passata da pochi punti percentuale a più del 40% a livello regionale, il master and back, l’assegno di merito da 500 €/mese per gli studenti universitari meritevoli, il progetto sardinia speak english ……….
    Gentile Biolchini non è corretto dire (vedi altro tuo articolo) “…l’unico vero grande risultato ottenuto dal centrosinistra guidato da Renato Soru: il Piano Paesaggistico Regionale..”, l’attuale governo regionale cosa ha fatto, non possiamo continuare a fare come Tafazzi: il centro sinistra deve essere perfetto senza macchia e senza peccato mentre il centro destra che governa l’Italia da 20 anni (con rare parentesi certamente più costruttive del centro sinistra) e ha governato la Sardegna per 7 anni negli ultimi 11 ha portato il paese al punto dove siamo e per diffondere le posizioni di privilegio di pochi ha distrutto la vita di moltissime famiglie. Non è possibile continuare a sparare “alzo zero” a 360 gradi. Soru avrà i suoi difetti caratteriali e sarà pure antipatico (non lo conosco personalmente quindi non posso giudicare), forse avrà fatto di tutto per pagare, legalmente, meno tasse e, se dimostrato sarà incappato in qualche guaio, ma non si può fare di tutta l’erba un fascio, Soru và giudicato politicamente per quel che ha fatto al governo regionale per la Sardegna e non perché è un imprenditore di qualsivoglia successo. Non mi sembra che con il suo operato politico abbia avvantaggiato Tiscali o altre sue società (Tiscali ha perso una marea di valore in questi anni). Penso che il conflitto di interessi che ha Soru sia inferiore a quello che hanno la gran parte dei nostri amministratori (vogliamo ricordare la sanità privata in mano di chi è, e non solo a destra).
    Per finire ricordiamoci che se il centro destra ha governato tanto a lungo l’Italia negli ultimi 20 anni lo dobbiamo all’integralismo di Bertinotti e compagnia.
    Cordialmente
    Roberto Lonis

    • franco.c says:

      Ribadisco, per il PD è meglio che SORU abbia deciso di prendere altre vie politiche. Come non ricordare a) il fallimento della tassa sui velieri e natanti b) il fallimento delle ulteriori tasse sul lusso c) l’incapacità di gestire e coordinarsi con la giunta che comunque ha consentito di eleggerlo d) il crollo degli enti di formazione e) l’abbandono delle aziende in crisi rassegnando le sue dimissioni prima della scadenza del mandato f) il piglio ideologico per tuvumannu g) il piglio padronale nella gestione della giunta (fate come dico oppure dimettetevi). SENZA COESIONE con i partiti che l’hanno sostenuto (PD in primis) non si va avanti.

      • deltap2 says:

        L’errore più madornale è stato quello di aver promosso, con l’accordo unanime di tutti i partiti che la dice lunga sulle effettive forze di governo regionali, un ente fallimentare come l’EAF ad Ente delle Acque per la Sardegna. Un ente che ha fallito nel suo programma istituzionale, accreditato ad esercitare funzioni multisettoriali in tutta l’isola, aggiungendo danno allo sfascio e per di più in conflitto d’interessi con l’Ass, LL.PP:
        In buona sostanza anche un imprenditore di grande talento, non può modificare le scelte delle cricche. C’è cascato anche Soru e pertanto ha potuto fare il forte con i deboli ed il debole con i forti.

      • Pasquino says:

        Franco, a me quelli elencati sembrano successi senza precedenti. E, purtroppo, senza successori.

      • Anonimo says:

        franco.c quanto qualunquismo nelle tuo scritto, tassa sui velieri sul lusso formazione. Tutte cose lette sulla stampa senza un minimo di approfondimento, solo reclame senza neanche sapere non dico il numero della legge ma almeno il suo contenuto.

      • Pasquino says:

        Bravo Anonimo. Infatti franco c. non sa che la tassa era esclusa per le barche a vela, quindi i velieri. Ma lui fa come molti gestori di porti che abbaiavano ma non avevano comunque mai avuto all’ormeggio barche più lunghe di 14 metri. Abbaiavano, e magari l’imboccatura del porto era insabbiata. Che pena…

      • franco.c says:

        Già, vela, velieri, barchette, barconi, cambia la forma e non la sostanza: ha fallito come politico cosi come hanno fallito le sue idee visionarie di improbabili entrate nelle casse regionali.

    • ittasinanta says:

      (ma ricordo anche che ha riassunto i dipendenti del call center che erano stati esternalizzati)
      Questo è un falso colossale.
      Soru ha giocato con 500 lavoratori per tanti anni. Contratti interinali, a progetto, a tempo determinato, etc etc. Ad oggi la maggioranza è a casa o in cassa integrazione grazie ad altre piccole aziende che di Soru si sono fidate, sbattendoci poi la faccia.
      Ne ha riassunto un centinaio e proprio in questi giorni si discute se riesternalizzarli.
      Soru imprenditore ha poche e brillanti luci e molte grandi e piccole ombre, proprio come il Soru politico.
      Forse il Soru politico e basta potrebbe ancora dare qualcosa alla Sardegna, ma per colpe non solo sue ha già perso il treno.
      Io credo sia ora di cercare altrove i nostri leader.

    • Realista says:

      Gentile Roberto, in merito all’assalto alla diligenza Soru, per economia di parole, citerei l’articolo di Banana (14 settembre) su questo stesso post: apprezzo e condivido nella sostanza.
      Per quanto attiene ai suoi esempi sulle operazioni sviluppate dal nostro ex Governatore, direi che mi sfugge la tratta Cagliari – Sinnai e, soprattutto, la possibilità di prolungarla sino a Senorbì!
      Per i treni veloci (gli spagnoli Talgo, contattati direttamente dal Governatore prima della pubblicazione del bando di gara…) Le ricordo che quella gara è stata insabbiata e non ha più visto la luce. A corollario di tutto va detto che stupisce alquanto, vista la propensione del Dott. Soru per la sostenibilità ambientale, la predilezione per una trazione diesel. Inoltre è serio il dubbio che la linea ferrata sarda, nelle sue condizioni attuali, possa sostenere, in sicurezza, l’alta velocità. Era meglio spendere sulla linea (per adattarla ed elettrificarla) per poi parlare di locomotive. Elettriche e sicure: forse però, ci voleva troppo tempo…
      Due esempi, tra quelli da Lei citati, commentati in contrapposizione al senso che Lei ha voluto dare, giusto per sostenere un argomento: è oramai storia che con l’uscita di scena di Soru dal governo regionale, abbiamo perso l’occasione di avere finalmente un governatore con gli attributi e dotato di grande intelligenza (connubio raro e mirabile!), oltre che di amore per la sua terra. Però ci siamo anche tranquillizzati rispetto alle ansie che le sue modalità di gestione del potere trasmettevano, dato il suo atteggiamento accentratore ed autarchico.
      Avanti il prossimo (l’attuale non è mai pervenuto, ahinoi…), un Soru ravveduto potrebbe essere perfetto, quello del passato non ha ragione d’essere.

      • La linea Cagliari Sinnai (o meglio Monserrato Settimo, le vecchie complementari) (http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_124_20080523203630.pdf) e già in parte elettrificata, per quel che riguarda Senorbì era previsto (in progetto) (http://www.ferroviesardegna.it/Metro%20cagliari/alto.htm) che venisse usato un treno che utilizza un motore diesel nelle parti non elettrificate e un motore elettrico nelle altre. Per quel che riguarda la CA-SS e stato fisicamente provato un treno pendolino della spagnola Talgo che ha percorso l’intera tratta in circa 2.15 ore (http://www.youtube.com/watch?v=LHXrYEk_OJc) con velocità di punta di 180 km/h. Chiaramente i treni devono essere diesel visto che la nostra ferrovia non è elettrificata e per poterlo fare ci vorrebbero decine d’anni (se basta, siamo in Italia). Sul fatto che la gara sia stata insabbiata, ricordo che pur essendo stato pubblicato il bando poi per problemi amministrativi (?) è stata ritirata, il governatore Soru si è dimesso e nessuno ha pensato che forse poteva essere importante riproporla. Proprio questo è il problema di chi ci sta amministrando ora: distruggere tutto ciò che si è fatto a prescindere dal suo vero valore; come si dice “buttare l’acqua sporca con il bambino”. Per quel che riguarda il fatto di essere un pasdaran soriano come dice “Banana” (spero che si riferisca allo stesso post) la mia non è un schierarmi a prescindere con Soru ma una presa d’atto di quel che è stato fatto dal lui con la collaborazione di tanti altri. Tante cose in qui 4 anni sono state sbagliate, fatte male o non capite vedi la tassa sul lusso che adesso in tante regioni o città hanno già o stanno proponendo. Nella Valtellina è previsto che si debba pagare una certa cifra a macchina (a prescindere dalla lunghezza e dal valore) per entrare nelle valli laterali più visitate; già nel 1996 per andare a vedere le Tre Cime di Lavaredo in macchina si dovevano pagare 25.000 lire (quasi 13 euro) a macchina sempre a prescindere dal valore
        Saluti.
        Roberto Lonis

      • Realista says:

        É vero ciò che Lei afferma ed anche più, solo, mi soffermavo a dire che la chance Soru è andata persa non certo perchè l’ex Governatore difettasse di idee o di personalità: è andata persa perchè il Dott. Soru non ha attitudine alla concertazione ed al confronto. Ma uno statista deve evere queste caratteristiche, oltre alle altre.
        Inoltre , sulla continuità che lo sviluppo del territorio e dei servizi dovrebbe avere, a prescindere dagli avvicendamenti di chi sale al potere governativo, Lei sfonda con me una porta aperta. Non saremo mai un popolo civile, sino a quando sulle grandi opere, sui grandi obiettivi, continueremo ad avere l’autonomia limitata dall’alternarsi degli esiti elettorali. Infatti, da tempo, qui da noi (intendo in tutta la nazione, non solo Sardegna) non si fanno più le grandi opere, nè si riesce ad imboiccare una via di rifome serie. Il fiato è troppo corto, la litigiosità e la voglia di rivalsa è grande.
        Saluti

      • Massimo says:

        No, ma un minimo d’informazione no? La gara è stata poi aggiudicata (dopo uno scivolone che rischiava di mettersi molto male per l’ex governatore…http://www.rassegnanuoro.it/rassegna_leggi.asp?ID=38577)…ed a breve consegnano le locomotive

  13. A. Mongili says:

    Posso dire che questo post biolchiniano è stucchevole e strumentale? Beh, lo dico. Una cosa è infatti il conflitto di interessi fra, ad esempio, chi controlla settori di pubblica amministrazione ed è consigliere regionale, magari vendoliano, oppure ha una concessione pubblica e magari è presidente del consiglio, per cui esistono o dovrebbero esistere regole ragionevoli sul conflitto di interesse, un’altra è questo divieto per gli imprenditori di fare politica. Posso sapere per quali ragioni questo divieto? Se politica è tutto, come credo, tutto è politica, come è visibile.

    • senzasenzo says:

      Perchè con le scelte politiche potrebbe favorire se stesso, aggirando le regole della concorrenza, ad esempio. Per questi motivi esistono le leggi sul conflitto di interesse in tutti i paesi civili (tranne nel nostro).

    • Soviet says:

      Bell’esempio Alessandro. Poi magari ci spieghi chi è il vendoliano che controlla settori di pubblica amministrazione e come li controlla e magari potresti anche farci una disquisizione dotta sulle tecniche che utilizza.
      Oltre alla superficialità dell’affermazione, anche se fosse, due torti non farebbero comunque una ragione. Resta la questione posta da Vito: è opportuno che a un grande potere economico corrisponda un altrettanto grande potere politico? Nel caso di Soru, il potere è esclusivamente politico amministrativo, derivante da posizioni di governo, perché come leader politico dell’opposizione la massima valutazione che si può dare mi pare sia n.c.

      • Pasquino says:

        Il conflitto di interessi va valutato in concreto. Hanno avuto o avrebbero Soru imprenditore e Tiscali benefici solo per il fatto di fare politica e amministrare? Forse il quesito andrebbe posto così. Esistono o possono esistere dei meccanismi che regolino i conflitti di interesse potenziali senza impedire di fare politica? Venendo all’esperienza Soru: ha beneficiato la sua azienda del suo ruolo di Presidente? Passando al ruolo di oppositore: come è classificabile quella di chi inciucia con la destra, strepita, chiagne e fotte? Qualcuno poi avrebbe fatto bene a farsi venire i rigurgiti prima dello svezzamento. Ma allola la mammella di Soru era troppo preziosa…

      • Soviet says:

        Visto che il commento dovrebbe essere una replica al mio, dovrebbe essere un po’ più chiaro. Detta così non si capisce granché, almeno non è intelligibile per la mia modesta intelligenza.
        Intanto chi inciucia con la destra, così per capirci, chi vota sui precari o chi manda a casa Soru sul piano paesaggistico o che vuole trasformare cantine in appartamenti. Perché, a leggere i resoconti delle sedute del consiglio regionale si imparano tante cose.
        Il problema non è se Tiscali ha ricevuto benefici o meno (non so che benefici abbia avuto l’amministrazione regionale, infarcita di uomini Tiscali, sarebbe interessante valutarlo), ma se Tiscali potrebbe essere potenzialmente beneficiata dal ruolo del suo proprietario. Ripeto, per me il problema è il padrone, non se il padrone è buono o cattivo.

      • Pasquino says:

        Caro Soviet sai benissimo che la farcitura in regione di uomini Tiscali è irrilevante (e soprattutto i pochi casi erano incarichi di collaborazione e stretta fiducia temporanei) rispetto alla crema profusa da partiti, capibastone, portaborse e paraculi vari in regione e nelle varie agenzie dove si è fatta carne di porco per anni. Pure da chi oggi fa il puro e parla di principi e precari. Precario davvero è chi non ha nemmeno il calcio in culo per diventare il precario su cui votano i consiglieri regionali. Una prece.

    • Montisalv says:

      Anch’io sono un po’ perplesso da questa incompatibilità proposta da Vito: certo, vedo benissimo il potenziale conflitto d’interessi a cui è soggetto un grosso imprenditore che entra in politica; d’altra parte, che io sappia, tutte le norme sui conflitti di interesse sono piuttosto incentrate sulla propretà dei mezzi d’informazione (che peraltro Soru ha), questa sì incompatibile con la politica perchè suscettibile di modificare la percezione degli elettori.
      CHIUNQUE entri in politica e occupi posti di potere è in conflitto d’interesse con i suoi interessi privati: certo l’imprenditore, ma anche un funzionario, un dirigente pubblico, un ricercatore, un disoccupato, potenzialmente hanno tutti interessi privati, familiari o professionali che potrebbero essere tentati di privilegiare nell’esercizio del loro potere: cosa facciamo, li rendiamo tutti ineleggibili? E qual’è il fatturato che usiamo come discrimine tra i “grossi” imprenditori e i “piccoli”? Certo, vedo benissimo anch’io che i Comuni sono infarciti di assessori ai lavori pubblici che fanno gli imprenditori edili, come dire, la volpe a guardia del pollaio… ma, prima di incidere sul diritto di partecipare alla politica attiva con un divieto, un’incompatibilità, bisognerebbe veramente motivare la cosa molto bene…
      E infine, tutti gli Agnelli, i Moratti ecc., sulla vita politica del paese incidono SEMPRE, o direttamente o tramite i burattini di turno….

    • Anonimo says:

      Condivido in pieno.

  14. holy deep says:

    Magari non sarà colpevole. Però se ha cercato modi legali per pagare meno tasse, per quanto mi riguarda, è comunque inadatto a guidare il centrosinistra. Domani con che coraggio andrà a rassicurare i cassintegrati Keller?

  15. Luigi Zucca says:

    Un imprenditore che si inserisce nel campo politico, corre sempre il rischio di finire nel mirino dei magistrati per vicende legate alla gestione delle sue attività private. Molto spesso, pur mantenendo la responsabilità della società, la delega a persone di “fiducia” comporta questi rischi. L’atteggiamento in questi casi per me corretto, è quello di affrontare serenamente il giudizio dei giudici, evidenzando in questo modo anche il ruolo fondamentale che ha il potere giudiziario nel nostro paese. Qualunque altra scappatoia danneggia profondamente il proprio ruolo e le istituzioni del paese.

  16. Manco Laureato says:

    Se devo essere sincero, poco mi importa delle grane giudiziarie di Renato Soru.
    Verrà il momento in cui la sua azione politica potrà essere analizzata e studiata con la dovuta “rilassatezza”.
    Per quel che mi riguarda, l’ho votato due volte e non lo voterò una terza, e come me credo molte delle quasi 300 persone (lavoratori interinali, a tempo determinato e genericamente “a termine”) che tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011 sono state mandate via dalla Tiscali Italia SpA, in molti casi al raggiungimento del 35° mese di lavoro, e generalmente dopo anni di esperienza nel campo delle telecomunicazioni.
    Spero che la sinistra sappia esprimere un programma di governo e di conseguenza un candidato presidente che sia in grado di salvaguardare il lavoro, e non solo capace di fare calcoli e bilanci.
    Le vite dei lavoratori rimasti a casa o costretti a partire o a rifugiarsi in inutili corsi o a inventarsi piani B, C, Z per pagare l’affitto valgono più di qualche buona risposta a Ballarò.

  17. attilio piras says:

    Caro Vito di do del tu e la faciamo semplice.Tutti faciamo politica chi in un modo chi in un altro,votando o non votando.Faciamo politica per raggiungere obiettivi: pratici a breve termine o lunghi seguendo sogni ( Gandhi insegna).Ancora più semplice: Destra / Sinistra.
    Personalmente sto a Sinistra, perso ma a Sinistra,cercando il nuovo sposando i deboli
    ( onesti…). Quando Soru sposò la politica attiva, questo nuovo ” forte” mi incuriosì.
    Notai subito che non era gradito,nonostante il forte seguito, dalla nostra “castixedda”, e per me meritava e merita la simpatia; non trovo di meglio ( forse non sono bravo).
    Il tempo sarà maestro.
    Caro Vito, tu fai più politica di un politico e hai anche delle responsabilità ( tira sa pedra e cua sa manu non sta beni), hai anche tu i tuoi obiettivi,però la chiarezza è una bella cosa.
    Ti chiedo, puoi essere più chiaro?, se uno di sinistra che si è perso chiede un pò di charezza
    é utopia? Montanelli turandosi il naso, lo capii. Tu, se sei di sinistra?, sei perso come me o hai idee più chiare?. Fai dieci nomi che meritano il tuo voto, sarebbe cosa bella.
    Grazie, Attilio.

  18. indaghi la magistratura

    ma niente sconti se dovesse essere colpevole

    altrimenti sono tutti uguali a berlusconi

  19. egidio says:

    Caro Biolchini
    Il suo punto di vista attorno alla notizia su Soru “evasione fiscale” mi trova in netto dissenso perche’ parte dal presupposto che un imprenditore non puo’ essere un rapresentante politico dentro il centro sinistra.Secondo Lei ne mette in difficolta’ il funzionamento.
    Quindi per evitare “imbarazzi,strumentalizzazioni ed equivoci” un imprenditore dovrebbe starne fuori per evitare i “conflitti di interesse”.Ma allora tutti quelli delle partite iva compresi i professionisti dovrebbero stare fuori? La sua ipotesi contrasta con l’insieme di una parte fondamentale della nostra societa’.
    Se mai e’ il caso Berlusconi che mette in gioco l’insieme delle nostre istituzioni quando le sue aziende entrano in concorrenza con le aziende di Stato ed ottengono vantaggi illeciti.
    Nel caso di Soru mi sembra la Sua una forzatura perche’ e’ a tutti noto,ma anche a Lei,che durante l’esercizio di Governatore trasferi tutti i compiti ad Amministratori esterni attraverso atti formali e sostanziali,rendendosi totalmente autonomo nel ruolo politico.E lo fece con onesta’ e grande coerenza.
    Sottolineo inoltre che la sua azione politica ed amministrativa fu la piu’ efficace e innovativa nella storia della nostra Regione.Ed i cui meriti gli furono attribuiti in sede nazionale ed internazionale.Tutto cio’ nell’interesse comune dei Sardi.
    Trovo percio’ stonato il suo articolo.
    Accostare inoltre nei commenti la condotta e l’operato di Berlusconi a quella di Soru significa fare oltraggio ai fatti passati e presenti che stanno di fronte a noi.
    Sono invece convinto che il centro sinistra abbia bisogno di dirigenti politici come Soru,interessati a far progredire l’interesse generale e sopratutto quello dei sardi nel rispetto delle Istituzioni che rapresentano.
    Ed e’ qui che sta la discriminante.Oggi stiamo viaggiando verso un fallimento in Italia ed in Sardegna ad opera di due protagonisti Berlusconi e Cappellacci.
    Non ha niente da dire di questi due signori?
    O pensa anche Lei che siamo in questa drammatica
    situazione per colpa dell’opposizione di centro sinistra e di politici come Soru?

  20. Franco.C. says:

    Per quanto mi riguarda, ritengo che il PD abbia fatto bene a “mollare” il Signor Renato SORU. Ricorso una delle prime manifestazioni contro il governo SORU; alcuni manifestanti sfilarono in via Roma con uno striscione con su scritto “BERLUNSORU”.
    Bravo VITO.

  21. matteo murgia says:

    appena hai pubblicato questo articolo la prima cosa che ho pensato, oltre al fatto che sono d’accordo con te che sei il mio “opinion leader”, che noi lettori di questo blog ci saremo dovuti sorbire la tiritera del biolchini a cui soru sta sulle palle. ed allora, a me che soru sta simpatico, cosa diranno se dico che un imprenditore (e non chi ha tre muratori alle sue dipendenze, non giochiamo con le parole) dovrebbe abbandonare la sua impresa se vuole fare politica? proprio perchè, come in questo caso, le sue vicende giudiziarie, e sono convinto che sia innocente, influiscono su un intero partito e, grazie al maggioritario, su una intera coalizione. mi pare che Pertini e Berlinguer non avessero imprese e fossero politici di professione (e non smetteremo mai di rimpiangerli) senza per questo accusarli di essere dei “parassiti” come spesso vengono chiamati i politici di professione attuali (uno per tutti, Fassino e consorte). Renato Soru, come tutti gli esseri umani non è infallibile, anzi. non avere un suo ufficio in consiglio regionale e costringere un cittadino a recarsi presso la sua azienda per poterci parlare è un grave errore e purtroppo non è il solo (tipo dire che si fa politica salvando la propia azienda per esempio). La forma quando si ricoprono incarichi di questo tipo è sostanza. Fa sorridere che questa lezione etica (a destra, al centro e a sinistra) ce la dia un trentacinquenne che sta facendo del rigore e dell’etica pubblica il suo biglietto da visita alla guida del comune di cagliari.
    saludi e trigu a tottus.

    • accasioneri says:

      eh già, soprattutto non è infallibile come qualche comitato elettorale, o partitino personale, stimato intorno al 4-5-6-7%, a seconda dei giramenti di balle di noialtri, che in consiglio regionale – pur avendo tutti quanti i loro belli e grigi uffici – ha votato la legge porcata sul precariato nella pa. a me la sbronza piace, ma di solito pratico a notte inoltrata. di giorno, sa, preferisco studiare, non so se mi spiego.

      • Soviet says:

        Accasioneri, quella che tu chiami “legge porcata” con ignorante superficialità cercava di risolvere problemi di persone in carne e ossa, cosa che spesso qualche fighetto che si proclama di sinistra dimentica. La sbronza presa in nottata si smaltisce di giorno, con effetti evidenti – non so sullo studio – ma certo sulla capacità di approfondimento di temi facili al pregiudizio. E poi, cosa c’entra Matteo Murgia con la legge sul precariato? Matteo è stato candidato in Rifondazione, mica in SEL. Evidentemente, i fumi non smaltiti la notte hanno fatto sbagliare bersaglio…

      • accasioneri says:

        in altre occasioni la accuse di superficialità e ignoranza avrebbero meritato una replica di ben altro tenore, ma si vede che sono un po’ stanco. i problemi alle persone non si risolvono aggirando la costituzione. le leggi ordinarie, i regolamenti e la speranza di altre persone, certamente viventi e con altrettanta carne e altrettante ossa, con l’unica colpa di non avere santi in paradiso. sempre con molta superficialità e ignoranza, caro soviet, ti dico che con qualunque ricorso la legge porcata sarà portata innanzi alla consulta per essere giustamente cestinata. i precari della regione non sono nella ragione, non sono immacolati: hanno firmato contratti a tempo, consapevolmente e sanno ( o dovrebbero sapere) che nella pa si accede per merito, attraverso pubblici concorsi selettivi, in modo che TUTTI possano avere le stesse opportunità. il fighetto di sinistra qui presente ti sfida a duello a gara di burdismo e/o disperazione, così, per ristabilire un po’ di verità e per riderci un po’ sopra.

  22. Soviet says:

    Ma perché non e possibile fare un ragionamento tranquillo quando si parla di Renato Soru? Perché alla fine si riduce tutto in un duello all’ultimo sangue dei pasdaran delle diverse posizioni? Credo che Vito abbia posto una domanda legittima, che va oltre Soru come persona (rispetto al quale per altro non mi padre abbia parole di particolare acidità in questo post): è opportuno che chi detiene un grande potere economico possa detenere anche un grande potere politico? E quali rischi corre la democrazia in questa evenienza? L’esempio di Berlusconi ce l’abbiamo davanti agli occhi e credo che il ragionamento corretto dovrebbe essere se è opportuno che ci sia un padrone e non se il padrone è buono o è cattivo.

  23. Ce-cessu, quando vengono postati i commenti? Mi sembra di aver fatto gli esami alla usl!

  24. senzasenzo says:

    Con una legge sul conflitto di interessi Silvio Berlusconi e Renato Soru non potrebbero essere candidati o dovrebbero cedere le proprie aziende (almeno momentaneamente)
    E’ così in tutti i paesi civili.
    Velis Nolis…

    • senzasenzo says:

      Chiaramente intendevo una legge seria, non quelle proposte a livello nazionale da uno e a livello regionale dall’altro…

  25. Lei, Biolchini, sta prendendo la piega tutta giornalistica -of course- di tale Polito, definito el drito. Come fa a dire poi che in tanti leggono Sardegna ecc se nessuno lo compra? Su quali fonti giornalistiche si basa? Sul suo intuito? e con quale malcelato compiacimento riporta certe notizie poi…

    • Come faccio a dire che in tanti lo leggono anche se nessuno lo compra? Perché Sardegna Quotidiano viene diffuso gratuitamente in 7000 copie in tutta l’area di Cagliari…

      • Gia, Al contrario, i giornalai egiziani preferiscono NON vendere i giornali ma noleggiarli Cosi si fanno rimborsare il reso…

    • vitigno bovale says:

      beh, io personalmente quando non riesco ad acquistarlo in edicola lo leggo gratuitamente in pdf (facsimile integrale) sul sito http://www.sardegnaquotidiano.it e a volte lo compro in edicola dopo averlo letto sul web… prosit

      • Fede Belgio says:

        be a dire il vero anch’io lo leggo su internet… visto che abito a 1800 km di distanza da Cagliari

  26. Si vociferava che Soru aspettasse l’assoluzione per il caso Saatchi & Saatchi per rientrare in politica e ora a pochissimo dalle elezioni regionali scoppia li “patatrack”.

  27. E quindi?
    Vogliamo i politici di professione (pagati dagli imprenditori dietro le quinte tipo De Benedetti)?

    La discriminante deve essere l’onestà professionale, non l’attività svolta.

    • E quindi?
      Ancora “non expedit”?
      Chi cappero è che può fare politica, in questo Paese?
      Solo sindacalisti spretati, giornalisti e magistrati in stand by, avvocati, avvocati, avvocati e, soprattutto, amichetti e amichette?
      La triste verità è che la politica, come tante altre cose, bisogna saperla fare; un tempo c’erano scuole e gavetta, oggi c’è il politico fai-da-te.
      Ahi, ahi, ahi…

      • Soviet says:

        Tutti possono fare politica…ma non è detto che tutti possano ricoprire cariche pubbliche in assemblee elettive o in esecutivi. Si può anche essere segretari di partito, responsabili di organizzazione, ecc. ecc. O fa politica solo chi è consigliere, assessore o presidente?

      • Forse non ho capito bene: quindi il conflitto esiste se uno è consigliere comunale, e non esiste se è segratario (magari galattico) del partito? (del Partito?)
        Beh…

  28. Gentile Biolchini, credo che la sua sia una notevole caduta di stile.

    La leggo spesso e mi trovo alcune volte in disaccordo con lei. Ma la rispetto perchè mi sembra sempre una persona di libera e sincera di giudizio. Anche se ho spesso notato una sua sottesa idiosincrasia verso tutto quello che riguarda il personaggio politico Renato Soru. Lecite opinioni comunque.

    Stavolta però mi spinge ad intervenire. Mi scuso perchè il mio commento è molto lungo. Non credo lei censuri di solito, però se avesse intenzione di tagliarneuna parte credo sia meglio che non lo pubblichi per niente.

    Purtroppo il suo scrivere acido mi pare confermare solo quello che tutti in questa bidda kalaritana sanno. Ovvero della sua antipatia personale nei confronti di Renato Soru.

    Soru credo che agli attacchi Zuncheddiani e palazzinari dell’Unione o a quelli dei vecchi gattopardi della politica (che curano interessi di destra, centro e sinistra) che La Nuova spesso rappresenta credo che il povero Soru ci abbia fatto il callo.

    Adesso si sta abituando anche a quelli dei cosidetti “indipendenti” come lei. E il suo blog o il SardegnaQuotidiano su cui scrive.

    Non mi fraintenda però, ovviamente a Sardegna24, che è filosoriano all’estremo riconosco altrettanta parzialità di giudizio. Nessuno di voi onora secondo me il giornalismo critico quando parla della persona Renato Soru e del politico Renato Soru.

    E’ prassi corrente di un qualsiasi opinion-leader (lei a suo modo e nel suo piccolo forse lo è) rapportarsi al contesto generale, generico e generalizzante più alto per celare imn realtà un più basso subdolo artefatto creato per colpire un particolare piccolo e proprio bersaglio.

    Facciamo finta che così non sia nel suo caso.

    E vorrei spezzare un’ultima lancia nei suoi confronti e concederle (come lei in apparenza cerca di fare proprio con Soru) innanzitutto una presunzione dell’innocenza nelle azioni e nelle opinioni. Per questo la vorrei seguire nel suo ragionamento.

    Lei pensa seriamente, come tanti, che un imprenditore, per una regola etica personale e condivisa sopratutto nel centro-sinistra, non dovrebbe far politica, ?

    Molto bene. Appare il suo un ragionamento alto. Disinteressato ed etico.
    Allora le proporrei cosa fare. E’ sufficiente verificare negli archivi delle camere di commercio, quanti siano i politici, eletti a qualsiasi livello, che risultino nei loro archivi per essere stati, o essere attualmente, soci o amministratori in carica di aziende o società o attività commerciali di qualsiasi tipo.

    Penso che ache nel “suo” centro-sinistra o in qualsiasi altro partito, movimento o corrente interno alla sinistra ci sarebbero molti esclusi dalla scena politica. Tanti da non riuscire a formare nessuna lista che non fosse composta di persone al di sotto dei venticinque anni. E se avvenisse sarebbe un bel rinnovamento, lo ammetto. Ma per lei e quelli come lei, generazione di quarantenni illusi, non sarebbe forse molto consolatorio.

    Anche se forse consolerebbe tutti il fatto che, applicandola al centro destra, questa regoletta etica (se diventasse norma di legge) ne decreterebbe l’immediata scomparsa.

    Ma questo agire mi ricorda tanto quella parabola dell’invidioso che, potendo soddisfare un solo desiderio ben sapendo che il suo avversario lo avrà ugualmente soddisfatto, ma in misura doppia, decide di privilegiare tra tanti possibili desideri la perdita di un’occhio per poter rendere il suo nemico completamente cieco.

    E non credo nemmeno che i tanti partiti politici più estremi o quelli indipendenti, (o per noi in Sardegna, indipendentisti/autonomisti) che forse ispirano di più l’anti-politica molto attuale di questi tempi sarebbero salvi. perchè esistono tantissime forme di imprenditoria, comprese le cooperative e le società in accomandita semplice.

    Si dovrebbe introdurre una discriminante forse. Non possono far politica solo i grossi imprenditori che gestiscono bilanci di diversi milioni di euro.
    Quanti milioni? Facciamo oltre i 3? Così salvaguardiamo il bacino elettorale delle centinaia di migliaia di “partite iva” della politica attiva. Sarebbe forse la maggioranza degli altri. Compresi gli evasori totali o parziali. Lo ha fatto il governo. Si sarebbe in buona compagnia.

    Ma io a questo punto estenderei il suo discorso.
    Per dimostrarle il paradosso e l’assurdità delle sue inutili battute a caldo. Lei parla di una politica etica che non esiste in Italia. E lo fa solo perchè, il vero problema, anche pr lei è la persona Renato Soru. Che, sia chiaro, a differenza di molti, io NON STIMO come imprenditore, ma proprio come politico, per la sua capacità di essere, una volta eletto, totalmente anticollegiale, anticomunicativo e antipatico (rispetto i media e rispetto i tanti suoi colleghi in politica, che fanno del volemose bene e del compromesso finto-democratico e molto ipocrita il fulcro del loro agire politico quotidiano).

    Per me, oltre le persone, le loro opinioni politiche o gli interessi personali, contano i fatti collettivi. E Soru nella sua breve carriera politica è stato talmente libero e indipendente, nei confronti della collettività e della Sardegna, da apparire appunto per questo quasi antidemocratico. Perchè il suo essere eletto ha reso, per breve tempo, completamente nudo il re, ovvero la falsa democrazia e i suoi paradossi, e sopratutto la politica sarda.
    Alcuni sardi lo hanno notato. E il re quando è nudo, comincia ad aver paura.

    Ora che i tempi sono maturi per nuove elezioni, la paura del re nudo, ritorna. Nei modi più imprevisti. Comprese queste sue boutades bloggarole.

    Per questo io le chiedo: se la presunzione di posizione super-partes deve essere tale che un politico, per servire degnamente interessi collettivi non può avere interessi privati, e relative opinioni che ne hanno decretato le scelte di vita, allora xhi sarebbei fuori dalla politica e chi dentro?.

    Mi dica, secondo lei, potrebbe fare politica un dipendente pubblico con incarichi di responsabilità? Sopratutto quando anche lui da dirigente o il suo ente gestiscono e indirizzano bilanci di milioni di euro?

    Se legislativamente (oltre che eticamente) non sembra compatibile il fare politica con l’essere militari o magistrati non vedo che differenza ci sia tra un qualsiasi dipendente del settore pubblico che dipende anche lui dalla stessa azienda, che è lo Stato. E quindi dipende da tutti i cittadini ai quali lui garantisce un servizio.

    Secondo tale paradosso d’opinione che sfocia (anche nel caso di questo suo post sul blog) nel becero e inutile qulunquismo, un politico una volta eletto non è in grado di fare gli interessi dell’intera collettività perchè si occuperà solo dei suoi interessi privati o di quelli della sua parte di riferimento.

    Allora un dipendente pubblico è doppiamente escludibile. Perchè qualunque sia la parte politica da lui scelta per una eventuale discesa in campo, anche nella più piccola competizione elettorale, egli sarebbe SEMPRE IN CONFLITTO DI INTERESSI rispetto l’interesse principale della sua amministrazione, azienda o ente pubblico per cui lavora.

    Proprio perchè, in un presunto interesse che dovrebbe coincidere con il bene di TUTTE LE PARTI da cui egli DIPENDE sceglierebbe invece di stare da una parte sola, avversando le altre nemiche della parte politica che dirige in quel momento storico quell’azienda/stato o il suo Ente Pubblico.

    Per non parlare poi di chi rinnega del tutto lo stesso concetto di stato unitario di cui l’Ente pubblico è istituzione. In questo caso si assiste ad un paradosso non solo del suo ragionamento ma dei fondamentali costituenti della rappresentanza democratica elettiva.

    Perchè chi si candida a ricoprire una qualsiasi carica elettiva politica di uno stato, disconoscendone nel proprio programma politico le fondamenta istituzionali non dovrebbe neppure esistere. Ma i leghisti, gli indipendentisti o i separaisti esistono. E fanno pure la voce molto grossa.

    Chi ha torto o ragione? Nessuno ha torto. Ma nessuno ha ragione. E non è questa mia affermazione un escamotage di cerchiobottismo.

    Semplicemente penso sia assurdo il concetto stesso di democrazia rappresentativa su cui basiamo le istituzioni occidentali.

    Perchè in questa assurdità di farsa rappresentata dobbiamo riconoscere a TUTTI gli attori, una uguale capacità e bravura nel recitare anche quando hanno ben diverso peso sulla scena, protagonisti, coprimari e comparse credono di essere tutti primedonne.

    E i critici teatrali come lei, che assistono a questa rappresentazione, non sembrano più in grado di giudicare perchè sono tutti, in qualche modo prezzolati o comunque di parte.

    Infine il pubblico, che siamo noi che assistiamo, questo è un problema ben peggiore, non ha nessuna capacità critica perchè applaude a comando, praticamente per chiunque.

    Lungo intervento e mi scuso.
    Adesso però arrivo a lei e alla sua carattura attoriale di attore, compprimario o comparsa sulla scena.

    Lei è un giornalista? Bene. Io le chiedo. E’ indipendente e può fare politica un giornalista? Ma non parlo di un povero precario qualsiasi, un giovane praticante o pubblicista. Parlo di un professionista come lei che abbia avuto o abbia qualche responsabilità e seguito grazie ad un media, parlo di un redattore capo o del direttore di una qualsiasi testata (quindi anche una radio) e parlo ovviamente di politica attiva. Non intendendo per attiva la politica che prevede una candidatura personale, ma anche solo il supporto nei confronti di altri politici candidatti o eletti.

    Perchè la politica “passiva” più o meno malcelata la fanno in tanti tra i giornalisti e giornalai che lei conosce. Sono su tutti i media e tutti i giorni. Tanti giornalisti e opinionisti all’apparenza passivi ma astuti imprenditori di se stessi e dell’amico politico di turno.

    Poi ci sono gi cosidetti indipendenti. Si dicono esenti dalla costrizione del leccare i piedi al proprio editore. Ma quando questi non esiste, leccano i piedi al vento che tira in quanto foriero di futuro consenso. Oppure, se ce l’hanno, adulano la propria claque autoreferenziale.

    Cosa che può avvenire anche, molto banalmente, su un blog qualsiasi come questo.

    Il riscontro di pubblico costituisce per molti giornalisti egocentrici e vanitosi, umani parolai del nulla, un target mediatico di riferimento tale da far cadere qualsiasi barlume di obiettività residua.

    Questo come si chiamerebbe, nel suo mondo democratico, utopico e ideale? Un reato di opinione da combattere? Libertà e demograzia sono armi a doppio taglio. Dovremmo ricordarlo tutti. Giornalisti e lettori.

    • Ottime riflessioni. In effetti, a ben guardare, proprio la categoria che si dovrebbe esimere dal far politica è quella che potrebbe farlo con più agio (i pubblici dipendenti), non fosse altro perchè il loro posto di lavoro viene conservato. Mentre un professionista o un imprenditore avrebbero maggiori difficoltà a sospendere per anni l’attività lavorativa per fare politica e poi tornare ai loro affari.

    • spigolo says:

      Mah, ho dovuto prendere un giorno di ferie per leggere tutto il commento di A. Per scoprire che democrazia e libertà sono armi a doppio taglio? Ma per favore, per cortesia.

      Semplicemente in altri paesi ci sono regole, da noi con la lunga stagione del berlusconismo sono saltate tutte, siamo arrivati alle ricette individuali, ognuno la sua, nessuna per tutti. Affari e politica devono essere separati, ma devono poter parlarsi, in altre nazioni meno ipocrite, come ha ricordato di recente lo scrittore e senatore Pd Carofiglio, esistono una camera di compensazione chiamata Lobby, che alla luce del sole media tra questi due mondi. Immagino che esistano anche altre soluzioni.

      Circa Soru: senza nulla di personale – l’ho votato la prima e pure la seconda volta – dico che, nella valutazione del caso specifico, l’appartenenza politica conta. Per esempio, pur essendo sicuramente lecito, mi chiedo: può un leader di sinistra controllare i suoi affari da una società con sede a Londra? E perché lo fa? Risiede forse lì? Un leader di sinistra può ma non dovrebbe, secondo me.

  29. Monica says:

    Io vado ancora oltre l’articolo di Vito. Per me chi si dedica alla politica non lo deve fare part time, ma full time. Pertanto a nessuno, e sottolineo il nessuno, dovrebbe essere permesso di seguire direttamente i propri interessi durante un mandato, qualunque esso sia. Medici, avvocati, ingegneri, imprenditori, giornalisti, insomma chiunque non sia di per se disoccupato o inoccupato deve, dati anche gli stipendi, dedicarsi anima e core all’attività politica.. Non è obbligatorio fare politica, ma una volta che si decide di intraprendere quella strada e si ottengono i voti per farlo, l’incompatibilità dovrebbe essere assoluta. Quando poi il sacro fuoco della politica lascerà posto a cenere e tizzoni spenti, allora si potrà riprendere ognuno con la propria attività, ma lasciando libero il posto nell’avventura politica a chi in quel momento sarà disposto a sua volta a dedicare la propria vita al bene del paese.

  30. Anche rischiando di essere accusato di “benaltrismo” ma devo dire che su Soru il vero tema è: ha governato bene o male ? può ancora essere utile politicamente alla Sardegna si o no ?.
    Sul fatto che sia innocente sino a sentenza definitiva o che abbia tutto il diritto di fare politica (nel rispetto del conflitto di interessi) non c’è molto da discutere.

    • Il conflitto d’interesse c’è ed è evidente. E’ inutile mettere la propria azienda in un “blind-trust” sapendo che dopo il mandato politico si rientrerà in possesso dell’azienda. Ci lamentiamo tanto di Berlusconi poi…

  31. Francesco Sechi says:

    Se ci fosse una classe politica valida non ci sarebbe spazio per gli imprenditori in politica. Comunque non succederà niente, Soru subirà un contraccolpo mediatico sproposito ma continuerà a fare quello sta facendo con l’appoggio dei suoi elettori che interpreteranno l’inchiesta giudiziaria come un attacco alla sua persona. Le elezioni del recente passato hanno dimostrato che gli italiani sono del tutto indifferenti alle vicende giudiziarie.

  32. Ipazia says:

    Ho bisogno di capire un passaggio che non mi e’ chiaro. Rispetto al caso Saatchi Soru e’ innocente e il suo stretto collaboratore (il direttore di cui non ricordo il nome) colpevole? Mi chiarite questo aspetto? Come si e’ arrivati a queste sentenze così distonanti?

  33. Articolo molto ideologico Vito, moltissimo. Le chiacchere stanno a zero, in più occasioni Soru ha dimostrato di rimettersi totalmente alla decisione del giudice, togato o meno, e anche in questo caso ha dimostrato, a quanto riferiscono i giornali, piene collaboratività.
    E’ questa una differenza SOSTANZIALE, perchè solo per scimmie ammaestrate chi si comporta cosi’ puo’ finire nello stesso calderone di chi delle porcherie e degli scempi alla legge ha fatto il pane quotidiano dell’agire politico.
    Soru è ancora PULITISSIMO, ogni volta che è stato chiamato in causa è uscito immacolato: il caso Saatchi, per il quale c’era gente pronta a mettere diciotto mani sul fuoco, è lampante in tal senso.
    E quando i fatti sono incontrovertibili, le chiacchere, che sono sempre direttamente proporzionali alla paura di un ritorno di Soru in Regione da parte di tantissima gente abituata a rubacchiare e murigare dalla mattina alla sera, stanno a zero.
    E che un imprenditore, pur cosi’ grosso, non abbia il diritto di fare politica, non si puo’ sentire. La democrazia un tanto al chilo unita all’ideologia spinta sono un cocktail indigeribile.

    • Soviet says:

      C’è però un punto che bisogna avere chiaro: se la maggioranza degli elettori ragiona da scimmia ammaestrata, comportamenti e spiegazioni devono essere tali che anche una scimmia ammaestrata li possa capire. Il bello della democrazia è che tutti hanno diritto di voto. Il brutto della democrazia è che tutti hanno diritto di voto.

      • Pasquino says:

        Quando si parla di Soru Soviet un però ce lo mette sempre. Però (ce lo metto pure io) ha ragione sul fatto che i comportamenti e le spiegazioni devono essere tali che anche una scimmia ammaestrata li possa capire. Secondo me l’elettore scimmia ammaestrata capisce meglio il principio della subordinazione alla legge che quello del conflitto di interessi e dell’imprenditore che non può fare politica. Perciò Soru ha fatto quello che anche le scimmie ammaestrate capiscono (se non sono delinquenti): sottoporsi alla legge.

      • Filomena says:

        Caro Pasquino, le tue pasquinate tradiscono un affetto che fa tenerezza. Lo dico senza ironia. Il problema è che l’affetto non ti consente di essere obiettivo, mi pare… Ma chi sei? il figlio di Soru? o la mamma?

      • Pasquino says:

        Tia zia forse? E comunque l’affetto è gratis. Qui invece si sentono molti che cambiano sentimento a gettone e tassametro. saluti

      • Pasquino says:

        Filomena, quanto è pertinente nel merito il tuo commento… Grazie

      • Soviet says:

        Esatto, quando parlo di Soru il “però” l’ho metto sempre. Perché Renato Soru non è un personaggio che può essere liquidato con approccio manicheo. A mio avviso è stato uno dei migliori presidenti che abbiamo avuto per capacità di visione, ma si è dimostrato inadeguato nella gestione del suo potere per analfabetismo politico. Io l’ho votato due volte, non ho cercato neppure la scorciatoia – come alcuni compagni della sinistra radicale (radicalità che io rivendico anche dentro SEL) del voto disgiunto dato a Gavino Sale. Ma credo veramente che Soru, proprio perché uno dei migliori, sia la certificazione del fallimento dell’imprenditore in politica. Le regole della società civile non sono le stesse delle società per azioni, e le metafore tipo “azienda Italia” sono miseramente fallite. La complessità delle relazioni umane sfugge alle semplificazioni economiche e aziendalistiche, la democrazia non può essere ridotta alla gestione efficiente dell’esistente (posto che poi questa gestione sia davvero efficiente nel medio periodo).
        Da qui il “però” quando parlo di Soru, può non piacere, ma significa nessun atteggiamento acritico e fondamentalista nei suoi confronti, né in un senso, né nell’altro.

      • Pasquino says:

        Concordo, non ci vuole l’approccio manicheo. Il problema però è la monomaniacalità con cui si affrontano certi argomenti. E poi, Soviet, io al posto tuo non l’avrei votato Soru. Perché farti violenza così? è stato uno dei migliori quindi certifica il fallimento. Bene, speriamo nell’arrivo di uno dei peggiori.

      • Caro (posso?) Soviet,
        io credo, invece, che ci sia stato un difetto – nella politica, nei comportamenti collettivi, nella posizione degli intellettuali etc – rispetto al modo di rapportarsi con Soru. Non voglio esprimermi sulla persona – lo conosco personalmente e troverei scorretta ogni mia esternazione – ma vorrei riferirmi al “personaggio” Soru.
        La si giri come si vuole ma, prima della sua candidatura, Soru era – con tutto il suo carattere – universalmente riconosciuto come una “risorsa” della Sardegna; una risorsa imprenditoriale, per le sue aziende, ma anche intellettuale, per come le aveva realizzate.
        Soru che entra in politica significa comunque uno strappo, ma anche una prospettiva: qualcosa certamente cambierà.
        Questa era l’attesa, secondo me coccolata – magari obtorto collo – anche dalla controparte politica.
        Questa attesa ha avuto un esito positivo? Domanda forse inutile: ai posteri la sentenza.
        Ma questa opportunità (Soru, “quel” Soru Presidente), è stata sfruttata, secondata, sostenuta, o spesso (se non sempre) è stata contraddetta, e certo non solo dall’opposizione? Questa è la domanda, secondo me.
        Ecco, io credo che, imprenditori o altro, le persone “diverse” per formazione (ma anche per “dimensione”) di pensiero abbiano difficoltà a percepire, più che le regole, i “regolamenti” della politica. E, quando non capiscono, o si lasciano usare – e massacrare – o menano botte da orbi (‘ndo cojo, cojo).
        Abbiamo avuto un Presidente travicello? Certo che no! E come avrebbe potuto quel Soru, diciamolo pure, quel “personaggio” Soru essere gattopardescamente disponibile come qualcuno sperava?
        E’ andato lì per cambiare, e ha cambiato.
        Male? E se fosse così, di chi è la colpa?
        Chi lo ha aiutato, accendendo luci e segnalando pericoli, e chi ne ha lubrificato il percorso, magari premendo sull’acceleratore?
        E chi paga, alla fine?

      • Pasquino says:

        Concordo!

  34. deltap2 says:

    Un imprenditore ha mille cose per la testa. Quando entra in politica è un danno per lui e per il popolo. Perchè la 1/2 Cricca che è sempre bene organizzata, seppe far scegliere anche Soru….ad .un popolo che delle lotterie fa la sua ragione di vita. Per il resto della storia: ….”a buon intenditore…”

    .

    • E il senatore Agnelli? E il di lui fratello? E la loro sorella?
      E l’onorevole Colaninno?
      E tutta la cooperativa dei Kennedy?
      E quel gentiluomo che risponde al nome di Piero Bassetti?
      E Illy?
      E Cecchi Gori?
      E Achille Lauro?
      Chi è senza azienda scagli la prima pietra…

      • Chi è senza azienda ma connotato di spessore politico si candidi e sostituisca questi cialtroni, da una parte e dall’altra. Ne abbiamo le palle piene dei politici-imprenditori e dei conflitti d’interessi. Ma qual’è l’imprenditore che entra in politica per vocazione o per background culturale? Le motivazioni le sanno tutti tranne gli ingenui. Io per Soru mi sono emozionato agli albori quando non avevo ancora capito di che pasta era fatto. Sono stato miope, lo ammetto. Mi è bastato sentirlo parlare quando era al governo e quando stava all’opposizione. Per le cose buone che ha fatto tanto di cappello, ma sinceramente ha ormai fatto il suo tempo.
        Come politico ha fallito non solo per motivi strettamente caratteriali ma anche per poca dimestichezza con il “fare politica” che significa anche comprendere le logiche del compromesso, specie quando fai parte di una coalizione composita; come imprenditore è lì sul crinale proprio perché persevera nel fare qualcosa che non gli compete (la politica appunto) e medita di ricandidarsi o di proseguire la sua carriera a livello nazionale. E’ ancora in tempo per salvare la sua azienda e creare nuovo sviluppo ma solo a patto che si concentri esclusivamente sull’imprenditoria. Ma del resto anche questo è un compromesso e lui, questo concetto, non credo l’abbia mai assimilato.

      • deltap2 says:

        Analisi perfetta! Aggiungo che: “il più somaro lo ha nominato professore” (in quanto impreparato ad accorgersi dei tranelli del sistema politico sardo e propenso in qualche misura a cercarsi qualche appoggio. Rivedere la lettera che scrisse all’ On.le. Antonello Cabras, quando si accorse di essere stato scaricato, perchè quello che doveva fare era stato fatto e non serviva più alla cricca))

      • Soviet says:

        Caro Luca, concordo quasi su tutto, tranne che sulla coalizione composita: con la nascita del partito democratico la Giunta regionale di fatto era un sorta di monocolore PD con un assessore espresso da Rifondazione. Aldilà della valutazione sul valore dei singoli componenti, credo che la criticità vera sia stata nella trasformazione della giunta in un semplice consiglio di amministrazione dove la maggioranza delle azioni era comunque detenuto dall’amministratore delegato. La mancanza di dialettica in nome di una visione aziendalistica dell’efficienza ha determinato la mancanza di confronto interno. E se nessuno può dirti che stai sbagliando strada e poi sbagli strada finisci molto lontano da dove ti eri ripromesso di andare…è infatti ci siamo ritrovati nei banchi dell’opposizione!

      • Neo Anderthal says:

        Concordo con Soviet.
        Se Soru, e con lui tutto il centrosinistra, ha perso le elezioni regionali contro un fantasma, è anche per responsabilità dei metodi di gestione e della mancanza di cura verso un aspetto che in democrazia è determinante: il consenso.
        Non per “murigo” politico, ma per buon senso e cautela, anche posizioni molto discutibili ma radicate -vedi formazione professionale- non possono e non debbono essere azzerate dalla sera alla mattina, mandando per strada sia chi in queste situazioni bene o male prestava un servizio sia i fruitori di quei servizi.
        Votano tutti, è bene ricordarselo sempre, questo è i difetto della democrazia e insieme il suo pregio, e con una povertà come quella che c’è in Sardegna tutti i NO che dici e le condizioni che poni, vanno argomentati e condivisi, se non lo fai arriva la propaganda di chi nella migliore delle ipotesi usa formule come “non si può bloccare lo sviluppo” nella versione rozza e populista dice alla gente più semplice “se non lavori è colpa di Soru”.
        La personalizzazione accentuata dallo stile di comando -non proprio di governo- non può che produrre allora una radicalizzazione, con acritici e schieratissimi difensori dell’opera e della persona del “capo” e detrattori altrettanto accaniti.
        Se poi si ignora lo stesso concetto di collegialità, se le istanze della base e dei territori non sono ascoltate -Sindaci e amministratori e rappresentanti di categorie e comunità, trattati da questuanti importuni- e non si offrono non dico mediazioni, ma neppure ascolto, se una intera area di pubblico impiego -i dipendenti regionali- viene affrontata e quasi aggredita partendo dall’idea di “metterla in riga” e nel caso “castigarla”, invece di fare appello allo spirito di servizio e alla loro buona fede -che c’è, battute e luoghi comuni a parte- il risultato sarà sempre invariabilmente negativo.

      • Condivido il fatto che il suo stile di comando abbia finito per farlo attorniare da yes men (a quanto si dice anche piuttosto intimoriti). Noto che tra coloro i quali ancora lo rimpiangono vi è un numero molto alto di persone che non vivono in Sardegna e che, secondo me, hanno vissuto la sua era solo di riflesso, basata sull’immagine che i mass media nazionali ne hanno dato.
        Alla fin fine ci sarà pure un equilibrio tra autoritarismo fine a se stesso e vecchia politica “inciuciona” ?.

      • Coloro i quali sono diventati degli “yes men” avranno avuto certamente il loro tornaconto a meno che non si tratti di masochisti; intimoriti, certamente, ma prima di tutto spaventati di perdere quel tornaconto che lo stesso dittatore gli aveva garantito. Gente senza spina dorsale a cui della propria dignità non frega nulla. La saudade soriana, per molti, credo dipenda essenzialmente dalla situazione paradossale e drammatica che stiamo vivendo con Cappellacci. Siano essi residenti in Sardegna o emigrati chissà dove. A qualcuno, nel lontano 2004, sembrò di vedere il messia, con tutto quel successo e quella brillante carriera da imprenditore. Poi…è finito tutto in malora.

      • Soviet says:

        Amen!

      • L’aggettivazione era riferita al PD, all’interno del quale, a mio modesto avviso, c’erano tante anime con posizioni, idee ed interessi assolutamente diversificati. Soru, lo ribadisco, non ha saputo dialogare con gli stessi “amici” di partito che lo hanno portato a vincere le elezioni. Chi più chi meno voleva probabilmente la sua fetta e quando rappresenti una compagine di questo tipo devi per forza di cose soddisfare le diverse istanze e venire a patti con chi ti sta affianco durante il mandato. Al contrario, lui ha inteso il ruolo di presidente della regione con quello d’imprenditore d’azienda, ha confuso le persone con i numeri, ha tentato di risolvere o ha risolto diverse criticità (come è stato più volte scritto in questo blog) con il pugno duro senza se e senza ma, spesso con un cinismo machiavellico inaccettabile. Qualunque persona che si definisca sinceramente “di sinistra” non può tollerare un approccio al tal punto privo di dialettica. Che fare allora? Alimentare il proprio disamore e la propria rassegnazione verso una politica che non ha più delegati degni di questo nome? Tapparsi il naso e votare “il meno peggio” (teoricamente) perché tanto più in basso non si può cadere? Non so voi ma io sono molto disorientato perché la vedo durissima. L’unico tentativo da fare (e in questo SEL in parte mi conforta) è riappropriarsi della politica quella vera, culturalmente, in maniera appassionata, senza nessun tornaconto che non sia il bene della collettività. Insomma, quella santa utopia, che dovrebbe rappresentare non una teoria da mettere in toto in pratica ma il prisma, il corpus di principi e di idee cardine, attraverso cui è ancora possibile essere protagonisti.

      • Parole sante.

      • Effettivamente ho usato sbadatamente il termine coalizione, scusassero. 🙂 sarà che ho avuto sempre una percezione di un PD fortemente spaccato al suo interno.

      • Neo Anderthal says:

        Il PD -e non è detto che sia un male- è un partito/arlecchino, con tante pezze di colore diverso. Peccato per quei “due padroni” che comunque si affanna a servire, non riuscendo granché -e magari i padroni sono qualcuno più di due…-

  35. Ah, tutta colpa dei magistrati komunisti! 😉

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