Questo articolo è stato pubblicato oggi da Sardegna Quotidiano con il titolo: “La Commissione: Ecco cosa bisogna fare per Quirra”.
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“Quirra va bonificata, ma attenzione: non tutte le aree del poligono sono inquinate. Pensare di intervenire allo stesso modo sui 13 mila e 200 ettari della base è inverosimile, ma molto può essere fatto, e anche subito”. Antonio Onnis è il medico che ha guidato la commissione di esperti che, su mandato del Ministero della Difesa, ha stilato l’ultimo rapporto sulla situazione ambientale e sanitaria nelle aree del poligono. Ora che la Camera ha nuovamente sollecitato il Governo ad intervenire, insieme ad altri due componenti la commissione, il docente di igiene all’Università di Cagliari Marco Schintu e il fisico e ingegnere Fernando Codonesu, prova a tracciare una linea di demarcazione. “Per fare chiarezza anche sul nostro ruolo di assoluta indipendenza”, spiegano. “Abbiamo da subito fatto le pulci al progetto presentato dalla Difesa. Chi immaginava che ci saremmo limitati a mettere solo qualche firma, si è dovuto ricredere. Ed ora sollecitiamo la politica perché prenda in mano l’iniziativa”.
Partiamo allora dalle bonifiche. Dottor Onnis, come si può procedere?
“La relazione lo spiega molto chiaramente. In tempi relativamente brevi si può stilare una mappa dei pericoli e recintare aree precise”.
Non occorrono altri studi?
“No. Tutti i dati prodotti negli ultimi sette-otto anni sulla situazione ambientale nell’area del poligono consentono di capire i problemi e di prendere decisioni per lavorare a definire gli interventi di bonifica necessari e vietare determinate attività”.
Quali, ad esempio?
“Senza le opportune modifiche, penso alle esercitazioni a maggiore impatto come i brillamenti, le prove del motore Zefiro e le attività che, provocando impatti importanti sul terreno, rilasciano componenti utilizzati e determinano risospensione di elementi e contaminanti naturali. Inoltre andrebbero resi più efficaci gli interventi di bonifica da attuare al termine di ogni attività”.
Che però non arrivano, e c’è chi teme per la salute di chi vive in quelle zone…
“E’ dal dicembre del 2008 che la commissione da me coordinata chiede che venga effettuata un’indagine sanitaria per stabilire una volta per tutte la natura e la consistenza della sindrome di Quirra”.
Ci sono i dati raccolti dai veterinari delle Asl di Cagliari e Lanusei, secondo cui il 65 per cento dei pastori di Quirra si è ammalato di tumore.
“Prendiamo atto di questo dato. E proprio per questo riteniamo che le verifiche da fare siano ancora più urgenti. Serve una seria indagine epidemiologica. Anche il Senato sei mesi fa con una doppia mozione lo ha sollecitato”.
Nei terreni della base è stato trovato uranio impoverito?
“No, nemmeno nei carri armati bersaglio”, spiega Codonesu.
Le nanoparticelle?
“Sono un elemento importante, ma il mondo scientifico non ha una posizione univoca sul ritenere che la sola loro presenza nei tessuti del corpo umano sia causa dell’insorgere di malattie”.
E l’arsenico?
“La base è sorta in un’area estremamente mineralizzata e vulnerabile”, spiega Schintu “ed essendo mancata in partenza una valutazione su questo aspetto, i rischi si sono moltiplicati”.
E allora, in definitiva, perché a Quirra ci si ammalerebbe?
“Posto che questo lo dirà solamente un’indagine epidemiologica”, continua Schintu, “siamo davanti ad una serie di fattori di rischio complessi, con eventuali malattie legate a situazioni diverse. Non a caso si parla di patologie multifattoriali”.
Dottor Onnis, ma se le aree del poligono non sono inquinate tutte allo stesso modo, perché il procuratore Fiordalisi le ha fatte sgomberare senza alcuna distinzione?
“Noi non disponiamo delle informazioni che i consulenti della Procura hanno prodotto e che possono essere stati alla base di questa decisione. Mi sembra però che si sia aggiustato il tiro: i pastori che non hanno trovato nuovi terreni, sono rimasti dentro la base. E anche noi abbiamo a cuore la sorte dei pastori”.
La situazione però si è fatta incandescente, la situazione sembra essersi polarizzata.
“E’ vero, oggi sarebbe anche difficile pronunciarsi su come applicare il principio di precauzione senza essere percepiti come schierati in maniera pregiudiziale con una delle due tesi in campo: quella che non fa distinzioni e scambia Quirra per una specie di Chernobyl, e quella che afferma che nella base vada tutto bene”. “Anche le manifestazioni a sostegno dei pastori rischiano di essere scambiate per delle iniziative a favore della base, ma non può essere così”, continua Codonesu.
Cosa rispondete a chi ha messo in dubbio la vostra imparzialità?
“Che siamo una commissione indipendente. I primi a contestare i criteri imposti dalla Difesa siamo stati noi. E non abbiamo fatto sconti a nessuno”.
Però quanto ci si può fidare di una relazione basata su dati acquisiti da società scelte dalla Nato?
“Le ditte sono state selezionate attraverso una gara europea e possiedono i requisiti di affidabilità necessari. Del resto, oltre ai rilievi di questa Commissione, a garanzia della qualità dei metodi e dei risultati c’è stata la preziosissima opera di ARPAS che ha controllato e validato i percorsi seguiti e che ha arricchito enormemente le informazioni a oggi disponibili. Ci sembra che questo non sia un problema prioritario”.
Ora cosa vi aspettate?
“La commissione ha certificato l’esistenza di zone in cui l’attività militare ha prodotto reali impatti negativi. Bisogna lavorare ad una soluzione politica che tenga conto di quanto finora è stato scoperto. Non si può proseguire facendo finta di nulla”.
Oramai c’è poco da commentare http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/241540. E ora brutti bastardi antimilitaristi e speculatori di morti, chi pagherà i danni arrecati a tutta la povera gente che viveva dell’indotto del Poligono? E non si parla solo di allevatori.
Non mi pare che gli allevatori vivessero dell’indotto del poligono. Né mi pare che una analisi sui prodotti alimentari, condotta a campione, possa dimostrare inoppugnabilmente l’aaseza di inquinamento e meno ancora chiarire i motivi di alcune morti che, per la distribuzione statistica, sembrerebbero dei casi ben strani, così concentrati geograficamente.
In ogni caso, non da antimilitare, ma da antimilitarista ti dico: i danni li deve pagare chi li fa, in questo caso lo stato italiano.
Quanto agli insulti ne conosco anche di più originali, e anche se capisco un punto di vista di chi vede nel poligono il pane quotidiano, ti consiglio di placarti. Ognuno ha il sacrosanto diritto di avere le proprie opinioni, e nel caso di averne di differenti dalle tue.
ciao a tutti,sono un bagnante che per 15 gg ha alloggiato a Villaputzu con una mattinata nella spiaggia di Quirra.Visto un cartello di sequestro all?uscita della spiaggia mi è venuto qualche dubbio.Chiedao nella mia ignoranza se un bagno nella spiaggi di Quirra e svariati in quelle di villaputzu,devo preoccuparmi di me e dei miei famigliari per quello che sto leggendo in vari forum su questa situazione che nessuno andava ad immaginare.Vi ringrazio e fatemi sapere
Ti offro una visita odontoiatrica gratuita, per controllare lo stato della tua dentatura, non si sa mai, potrebbero caderti tutti i denti!
http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/213359
Resta un dubbio: i “quattro turisti milanesi” che “hanno perso tutti i denti nel giro di pochi mesi” esistono davvero o sono una bufala?
Io, fino a prova contraria, propendo per la seconda ipotesi.
Le campagne di stampa si fanno così: si martella l’opinione pubblica con notizie vere, verosimili o inventate, per convincerla di una cosa.
Pure le bufale vanno bene, tanto nessuno si occupa di verificarle.
Il dott. Fiordalisi sta svolgendo accertamenti in tutte le direzioni: presto sapremo cosa ha trovato.
Forse nulla.
“si è riscontrato un rilevante aumento dei casi di emopatia maligna … ma questo, precisa, è legato … a un aumento dell’incidenza di alcuni tipi di emopatie maligne, come avvenuto in tutto il mondo occidentale», a casa mia si dice tautologia …
Vorrei citare uno studio del professore e fondatore del centro trapianti dell’ospedale Businco di Cagliari:
«Nei comuni circostanti il salto di Quirra, il rischio di diagnosi di emopatia maligna non è risultato significativamente differente da quello riscontrato nella restante popolazione in Sardegna»
«Nel corso dei trent’anni che vanno dal 1974 al 2003 si è riscontrato un rilevante aumento dei casi di emopatia maligna». Ma questo, precisa, è legato «all’invecchiamento della popolazione, a un aumento dell’incidenza di alcuni tipi di emopatie maligne, come avvenuto in tutto il mondo occidentale».
http://ricerca.gelocal.it/lanuovasardegna/archivio/lanuovasardegna/2011/08/24/SGLSD_SGL01.html
Come al solito, l’informazione TV è ancora più tossica di quella della carta stampata: si dà la parola ad un tale che accusa una Commissione del Senato senza sentire il dovere di chiedere una replica ad un membro della Commissione o chiarirsi le idee sul valore, nullo, di tale accusa.
Peggio ancora: si fanno proprie delle tesi false riferendole come fatti.
http://www.tgr.rai.it/dl/tgr/regioni/PublishingBlock-c9be07a1-4453-4cfd-b296-30d47339bd1a.html?idVideo=ContentItem-5ce2087b-c8a2-4df1-bf9e-36206b8c9a88
Al TG3 Rai delle 19:30, il 14/08/2011, la conduttrice Roberta Ebau, nel sommario, ha fatto le seguenti affermazioni.
“Tanti Valery Melis che cercano giustizia, la legge stabilisce che l’uranio è causa di malattie ma una Commissione rema contro.”
Successivamente ha lanciato il servizio con queste parole: “Dopo la decisione del tribunale Civile di Cagliari che ha condannato lo Stato a risarcire i familiari di Valery Melis, si riapre il dibattito sulle malattie dei militari, contratte nelle missioni all’estero.”
Il servizio è di Elisabetta Atzeni.
“186 decessi, 2500 casi di patologie contratte a causa dell’uranio impoverito, 9 processi contro lo Stato italiano, fermi al primo grado e, 30 denunce bloccate all’inizio del mese di agosto, aumentano le vittime che si rivolgono ai Tribunali Ordinari, alla Corte dei Conti, al TAR alla NATO perché venga riconosciuta la causa di servizio ai figli che, durante le missioni all’estero, si sono ammalati per la dispersione di nanoparticelle. Dal marzo del 2009 un decreto, diventato poi legge, si stabilisce che il contatto con l’uranio impoverito è causa di malattia, un passo importante quindi per facilitare i familiari che vorranno chiedere allo Stato i risarcimenti ma non è così, secondo l’Osservatorio Militare.”
Parla Leggiero: “Questo Governo che col decreto del 03/03/2009 conferma la relazione tra uranio impoverito e patologia, lo stesso Governo và ad insediare una Commissione che tenta di dimostrare il contrario.
Credo che, a questo punto siccome bipartisan sia la negazione e sia la voglia di giustizia altri non può essere che il presidente del consiglio e il capo dell’opposizione, per cui incontreremo anche Bersani, per cercare di capire come si vogliono muovere. I grandi partiti negano, i partiti di governo negano, e quindi sono concordi. I piccoli partiti, vedi La destra e vedi il SEL, concordano ugualmente ma nella ricerca di giustizia.“
Prosegue la Ebau dallo studio.
“Anche se ci sono voluti ben 7 anni per una valutazione del caso Melis da parte della Magistratura, ora è stato messo in evidenza che, pur essendo noti i pericoli dell’uranio impoverito, non sono state adottate le misure di protezione necessarie.” Lo dice Falco Accame, presidente dell’Associazione Nazionale Assistenza Vittime Arruolate nelle FF. AA. e famiglie dei caduti. “Il pericolo che era stato segnalato da molti militari italiani già in Somalia, tra il ’92 ed il ’94, che avevano visto indossare ai militari USA maschere e tute pesanti che lavavano ogni sera.”
La Commissione del Senato, a febbraio di quest’anno, aveva già replicato pubblicamente alle farneticazioni di Leggiero con un documento consultabile qui:
http://www.grnet.it/news/95-news/2403-uranio-commissione-parlamentare-critiche-sulla-nostra-attivita-prive-di-fondamento.html
Ne riporto un brano significativo, ma il documento andrebbe letto tutto.
[In particolare, la relazione conclusiva della Commissione di inchiesta presieduta dalla senatrice Brisca Menapace nella XV legislatura prese atto “che le ricerche e i dati disponibili non consentivano di confermare, ma neanche di escludere, un possibile legame tra le patologie oggetto dell’inchiesta e l’esposizione all’uranio impoverito o ad altri agenti nocivi”.
La Commissione propose pertanto di sostituire al nesso di causalità un criterio di probabilità che veniva così esplicitato: “Non potendosi affermare – ma neppure escludere – la relazione tra l’evento morboso e la causa scatenante, il fatto stesso che l’evento si sia verificato costituisce di per sé, a prescindere dalla dimostrazione del nesso diretto, motivo sufficiente per il ricorso agli strumenti risarcitori”. ]
E’ evidente che una associazione che lucra, parecchio, nell’assistere i militari o i loro familiari superstiti, come l’osservatorio militare di Leggiero, ha tutto l’interesse ad impedire che le procedure per il riconoscimento del danno e l’erogazione dei risarcimenti vengano semplificate in favore dei militari e dei loro familiari.
Questo è quello che ha, meritoriamente, attuato la normativa introdotta dalla Commissione: è ben diverso che remare contro.
I giornalisti del TG3 RAI non hanno informato correttamente il loro pubblico.
Uranio, caso Valery Melis: il tribunale condanna lo Stato.
“Deve ritenersi – si legge nella sentenza scritta dal giudice Vincenzo Amato – che il linfoma di Hodgkin sia stato contratto dal giovane Valery Melis proprio a causa dell’esposizione ad agenti chimici e fisici potenzialmente nocivi durante il servizio militare nei Balcani, atteso che proprio i detriti reperiti nel suo organismo hanno ben più che attendibilmente causato alterazioni gravi alle cellule del sistema immunitario come rilevato con frequenza di gran lunga superiore della media per i militari rientrati dai Balcani”
http://lanuovasardegna.gelocal.it/sardegna/2011/08/13/commenti/uranio-caso-valery-melis-il-tribunale-condanna-lo-stato-4785010
Uniamoci e liberiamoci una volta per tutte dei politici (senza palle) che accettano di tutto e di più per tenere il sedere saldo nella poltrona; che “ignorano” la nostra storia nonché il nostro STATUTO. Basta dormire ….
Aggiornamento sui poligoni Sardi: mentre altri fanno speculazioni i radicali sono gli unici a chiedere chiarezza.
http://www.radicali.it/comunicati/20110812/poligoni-capo-teulada-quirra-radicali-pdm-concluse-visite-serve-maggiore-traspar
Le posizioni di ciascuno sono chiare.
Su Quirra siamo in attesa di ulteriori sviluppi, con la conclusione sull’inchiesta.
Seguo Radio Londra con una divagazione “ecologista” che poi tanto divagazione non è.
Questo video dovrebbe far pensare quanti vorrebbero riavviare l’industria a Portovesme e attivare la mobilitazione in favore di quanti ci vivono (e muoiono).
I veterinari della ASL di Carbonia dovrebbero fare un’indagine epidemiologica in zona.
http://www.videolina.it/view/servizi/18728.html
L’inquinamento da benzene dell’area industriale di Porto Torres raggiunge “livelli pazzeschi”,
I veterinari della ASL di Sassari dovrebbero fare un’indagine epidemiologica in zona.
http://lanuovasardegna.gelocal.it/sardegna/2011/08/06/news/cresce-l-allarme-tumori-cosi-si-mettono-in-pericolo-la-salute-e-l-ambiente-4749812
Per completezza di informazione faccio presente che, negli anni passati, era consuetudine per i militari pulire le armi con il benzene.
Quando erano in missione dormivano con l’arma che “odorava di pulito” dentro il sacco a pelo.
Ma questo è un fattore confondente, il danno maggiore lo causano i vaccini, i dati in mano alla Commissione del Senato lo dimostrano.
Per questo cercano di delegittimarla con accuse infondate.
QUESTO FA LETTERALMENTE PAURA.
Progetto Galsi: la devastazione dell’isola e la morte di un popolo.
Sardegna solo “servitù di passaggio” di un’opera pericolosa e portatrice di menzogne. Un tubo di 1 mt e 20 di diametro che trasporterà il metano: un gas ad alto rischio di esplosione, dall’Algeria in Italia, dividerà nettamente la Sardegna in due parti in senso longitudinale, da Sud a Nord. Un’area di servizio di circa 80 metri a destra e 80 mt a sinistra costeggerà il tubo e sarà protetta da strutture anche murarie, precostituendo un serpente di cemento armato.
La realizzazione del progetto prevede la distruzione di tutto ciò che l’opera incontrerà: cultura, arte, natura, economie tradizionali e non. Il rischio costante di esplosioni con conseguenti disastri, condizionerà la vita già mortificata delle popolazioni sarde. Per un'”opera criminale” di tale portata distruttiva, chiamata dai progettisti “servitù di passaggio”, non è previsto nessun compenso economico e nessun servizio per la Sardegna e la sua gente. Mentre l’attuazione di questo progetto avanza in silenzio, si sta procedendo ai bandi di esproprio per le aree interessate, nessuna informazione su questo eco-mostro e sulla sua pericolosità è data ai sardi dai media e dagli enti preposti, ancor meno le forze politiche discutono e coinvolgono le collettività su questo devastante progetto.
Il Galsi, con la distruzione della nostra isola, segnerà la fine della storia di un popolo consumato dall’ingordigia del colonialismo e delle multinazionali, avvallato dalla miopia e dal disinteresse della classe politica sarda, un dato non nuovo. Ma i sardi liberi non si rassegniamo a questo sopruso e lotteremo contro questo ennesimo attentato al nostro ambiente. Noi rivendichiamo il diritto a decidere autonomamente e liberamente su tutte le c.d. “grandi opere” che il colonialismo italiano, con le multinazionali della globalizzazione ci “vorrebbero regalare”, bontà loro, per portarci la “modernizzazione, la civiltà e il progresso”.
Questo è un copione già letto e 60 anni di Autonomia regionale sono un tragico film già visto dai sardi. Nessuno può toglierci il diritto di decidere a casa nostra e tanto meno può privarci del diritto alla Libertà, all’Autodeterminazione e all’Indipendenza economica, sociale e politica.
Il metano può viaggiare con le navi, ma c’è qualche costo da pagare, quindi “is meris” scelgono di distruggere la Sardegna perché nelle colonie tutto è gratis e nulla è dovuto al popolo sovrano…
Claudia Zuncheddu
PS: nel testo della mozione che segue, nata da studi attenti con esperti di vari settori, si possono leggere i dettagli mostruosi dell’opera.
Consiglio Regionale della Sardegna – XIV Legislatura
PS
Entrando nel blog di Claudia Zuncheddu ci possono leggere tutti gli annessi e connessi.