Politica / Sardegna

Caso Tirrenia, il governo Berlusconi vende ai privati e se ne fotte della Sardegna. Cappellacci, quando ti dimetti?

Innanzitutto, la cronaca. Ieri pomeriggio l’assessore regionale ai Trasporti Christian Solinas, convoca una conferenza stampa per parlare del caso Tirrenia. Come tutti sappiamo, il governo Berlusconi deve privatizzare la compagnia di navigazione: lo impongono le norme europee sulla concorrenza, e la trattativa per la vendita alla Cin (la Compagnia Italiana di Navigazione, composta dagli armatori Onorato, Aponte e Grimaldi) è alle battute finali.

Solinas è fiducioso che la proposta della Regione di entrare con il 25 per cento nella nuova società, con la possibilità di dire una parola determinante su rotte e tariffe, possa essere accolta. In caso contrario, dice che la Regione farà fuoco e fiamme.

La tensione è alta, perché dopo l’inopinato aumento quest’estate dei prezzi per le rotte da e per l’isola da parte delle compagnie di navigazione, la Regione aveva dapprima chiesto al governo nazionale di intervenire, salvo scoprire poi che l’aumento era stato avallato proprio dal ministro dei Trasporti, Altero Matteoli.

A questo punto, per combattere il caro traghetti e per dare un segnale al governo e ai privati, la Regione decide di istituire una flotta sarda: la sua società controllata che garantisce i collegamenti con le isole minori, la Saremar, affitta due navi per collegare la Sardegna al continente.

Due traghetti scagareddati, ma a flotta sarda è l’unica arma in mano alla Regione: infatti è invisa ai tre armatori privati acquirenti di Tirrenia, che ne chiedono più volte al Governo lo smantellamento. Perché potrebbe essere un pericoloso precedente per contrastare in futuro quello che si configura come un vero e proprio “monopolio dei mari”.

Le trattative proseguono. Alcuni giorni fa si tiene a Palazzo Chigi una riunione, definita “interlocutoria”. In realtà, un nulla di fatto, perché la Regione la flotta sarda non la vuole smantellare e gli armatori privati di dividere la torta Tirrenia con i sardi non ne vogliono proprio sapere.

Il Governo Berlusconi allora si spazientisce e manda a Cappellacci un segnale chiaro e forte: è meglio che sul caso Tirrenia la Regione sarda non alzi troppo la voce altrimenti potrebbero esserci delle “difficoltà” nella chiusura della Vertenza Entrate, il confronto fra lo Stato e la Regione sul miliardo e settecento milioni di euro che Roma si è impegnata a versare all’isola, ma con modalità che sono ancora al vaglio di un tavolo bilaterale, i cui lavori sono ormai alle battute finali.

Ieri pomeriggio dunque, l’assessore Solinas convoca i giornalisti e disegna una situazione ancora in evoluzione. Dopo poche ore, le agenzie di stampa annunciano: “Il governo vende la Tirrenia a Cin”. Ovviamente la Sardegna è fuori da tutto.

Dopo la cronaca, i commenti. Il centrodestra governa a Roma e governa a Cagliari. Fine dei commenti. Casomai una domanda: ma Cappellacci quando si dimette?

 

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20 Comments

  1. Anonimo says:

    ugo senza parole !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  2. secondo te anonimo, ugo, e la sua pseudo giunta regionale dara’ le dimissioni nel mese di ottobre perche’ cosi avranno maturato la pensione, complimenti ……. non solo incapaci ,ma anche ladri.

    • Soviet says:

      Mi dispiace difendere, anche per un aspetto marginale come questo, una giunta regionale fra le peggiori mai viste (e ne abbiamo viste!) ma la pensione la maturano i consiglieri regionali non gli assessori…

  3. Radio Londra (nonostante Er Ciccio) says:

    Sembrerebbe che la Tirrenia e gli spostamenti via mare siano diventati qualcosa del tutto marginale e che tutti stiano aspettando che “qualcosa succeda”.
    Nel sito di Sardegna e Libertà si legge di tutto e di più ma del cartello (in faccia) di Tirrenia manco un rigo per sbaglio.
    Nel sito di Sardegna Democratica un articolo fra tanti ma neanche tanto gridato.
    Pubusa parla d’altro. Non so quelli della Rosa Rossa online (bisogna verificare).
    Nei siti dei maldestri vari ed eventuali manco l’ombra (come se nulla niente fosse).
    Si sentono in lontananza solo gli schiamazzi di Biddiolina che, dopo una bella incensata con lingua addolcita e inumidita a Cappellacci per la Sassari-Olbia per i lotti firmati a ritmo vertiginoso, quasi si trattasse di una gara di nuoto di Federica Pellegrini, anche se tutti o quasi a zeru-euro di finanziamenti (5 su 700), parla della dichiarazione di guerra che sta per essere regolarmente consegnata dall’ambasciatore della Sardegna e di RomboDiUgo all’ambasciatore dell’Italo-Papi-Padania (o Padano-Papi-Italia) con tanto di minacce di croppus de conca e di zugate pazzesche a Matteoli (anzi a lui non tanto perché fa parte del governo amico e poi magari si offende e non va tanto bene… chini scidi sa cruppa de chin’esti…) e la minaccia di travolgenti azioni d’attacco con reti strepitose da fuori area, in rovesciata e di tacco contro la porta della CIN, l’eco dell’Unione Farsa e la chiamata alle armi di tutta la popolazione Sarda e dell’intera flotta regionale per una lotta impari contro il nemico.
    A dire il vero ci sono anche gli articoli del Sardegna e di sardegna 24 (con Giorgio Melis che picchia duro) e pure della Nuova sardegna ma tutto sembra annacquato, in attesa di eventi o di interventi… di Pili e Cicu…. S’ada biri, insomma.
    L’impressione però è quella di una battaglia improvvisata, con i fanti e i tamburini sardi mandati allo sbaraglio senza che i capitani si siano preoccupati di preparare preventivamente neanche un minimo di strategia militare e neanche una trincea per i poveri soldati mandati al massacro, nella sola speranza che il cecchino Austriaco e quello addetto alla mitragliatrice alla fine si muova a compassione e dica “itaglianen…. nooo… Tu Ferma).
    FACCIAMO UN PO DI CONTI.
    La CIN paga (a pagherò) 380 mil. e riceve 72 milioni per 8 anni che fanno, a occhio e croce, 576 Mil quindi, invece di pagare, incassa.
    BEL COLPO, un figurone (m’iada a prasci a mei puru a pagai diainci).
    Ma per capire che i buoi, senza adeguate contromisure, sarebbero scappati non ci voleva neanche tanta intelligenza e il fatto è che, a forza di dire sempre SISSIGNORI S’ARRETTORI,
    il rischio reale era che si sarebbe arrivati a giochi fatti, come è regolarmente successo.
    Per ora la constatazione è che RomboDiUgo si è ripreso dalla pubalgia, si è finalmente sbloccato e ha segnato la prima rete ma ha sbagliato porta.
    Il post invita Ugo ad appendere le scarpe al chiodo forse perchè ci tiene tantissimo al record invidiabile di Niccolai ma noi siamo come al solito molto più indulgenti e speriamo ancora nelle conclamate doti balistiche del Capitano perchè fino a prova contraria, la fascia da capitano è una cosa seria e la clesse non è acqua e allora, col tifo sfrenato che da sempre ci contraddistingue nella buona e nella cattiva sorte, non ce la sentiamo di far mancare, alto, forte e sonoro il nostro incessante incitamento e gridiamo con quanta voce abbiamo in corpo:
    ___________VAI ROMBODIUGO____________
    ___________ARROGATOTTU!!!!!!!_________

  4. Monica says:

    Il ragionier Ugo che si dimette? E dal fare cosa, la figura retorica? Non serbidi a nudda, n’ci d’anti postu a tipo salvatore della patria contro il tiranno Soru, e da quando governa la Sardegna il massimo che ha fatto è stato di collezionare figure di merda una dopo l’altra. Il ventriloquo che gli ha vinto le elezioni (dato che tranne qualche rara persona informata del fatto che avessa fatto parte della Giunta Masala sperperando a piene mani denaro pubblico, nessuno era a conoscenza della sua esistenza in vita) ha ritirato la manina che serviva per muoverlo durante i comizi e d’adi mollau a solu a prendersi gli insulti anche dai geni che lo hanno votato. Però ha realizzato parte del programma, la Sardegna è tornata a sorridere, anzi a ridere proprio: di lui. Ridere per non piangere. Meglio Soru.

  5. Anonimo says:

    le dimissioni arriveranno a meta’ ottobre quando sara’ maturato il periodo valido per ottenere la pensione di consigliere regionale…

  6. pero’ con ugo,la sardegna e ritornata a sorridere su tutti i fronti , su tutti gli aereoporti , ma sopratutto nei porti ,……per cose di poco conto la spisa ,e ignazio artizzu e altri del centro destra in passato si presentavano su videolina , tutti i giorni a chiedere le dimissioni di renato soru , e meno male che il governo di berlusconi è un governo amico dei sardi ,itta chi fiara nemigu ,ugo ,dai le dimissioni depressi,

  7. pietro says:

    Ma perchè tanto stupore e indignazione per questa vicenda? Ciò che sta accadendo è la naturale conseguenza del liberismo tanto agognato dalle masse con diritto di voto.
    Una compagnia statale (gestita con serietà) che garantisca un servizio pubblico di trasporto (sottolineo servizio cioè onere, non attività imprenditoriale) ci fa tanto orrore?. Liberalizzazione (tanto cara al centrosinistra) è = a privatizzazione. Quasi sempre ad un monopolio pubblico si sostituisce un monopolio privato il cui unico obiettivo è il lucro.
    Sveglia al collo e orecchino al naso.

    • Felice Castelli says:

      torno a dire che in questo blog manca il tasto “Mi Piace” 🙂

    • Neo Anderthal says:

      Io sono d’accordo, e la storia delle compagnie di trasporto pubblico (treni e navi e trasporti urbani) in Europa è in generale una storia di iniziative statali.
      Il problema però è che una compagnia statale di navigazione c’era, la Tirrenia, ma non è che fosse gestita proprio impeccabilmente.
      E questo è un problema non da poco. D’altra parte alcune -certamente non tutte- liberalizzazioni hanno comportato un certo sviluppo e anche qualche vantaggio in termini di tariffe, come in linea di massima per la telefonia e come pure è successo per la navigazione almeno sulle tratte maggiormente redditive. Ci sono servizi però che per il loro carattere di monopolio di fatto devono essere gestite sotto fermo controllo.
      La perenne assenza della Sardegna dalla gestione delle società navali -e la Tirrenia è stata sempre una vergogna, a cominciare dalla sede a Napoli e dal reclutamento del personale- è un simbolo della sottomissione della Regione a interessi esterni. Non possiamo aspettarci che un concessionario locale e minore di un franchising politico in via di liquidazione, quale è il Presidente Cappellacci, abbia forza o autonomia sufficienti a fare poco più che qualche borbottio di scontento e lamentela. Ma va dicendo che metterà sul piatto le dimissioni sue e della giunta. Sono pronto a vedere il bluff: Marrano!

  8. Efisio says:

    A me tutto questo revival statalista e dirigista fa sinceramente un po’ pena.

    A parte la scemenza di pretendere la golden share del 25% sul capitale di Tirrenia (non sussistono nemmeno i requisiti per una golden share che violerebbe le norme europee), credete davvero che la situazione dei trasporti migliorerebbe? Ma allora che senso avrebbe privatizzarla?

    Tirrenia è in rosso e ha goduto di un miliardo di euro di soldi pubblici soltanto negli ultimi cinque anni, proprio perché la politica ci ha messo le mani addosso distorcendone la gestione economica e la missione.

    I cittadini hanno visto risultati pessimi nei decenni, ma non hanno potuto vedere le enormi perdite perché scaricate sulla fiscalità generale (pagate da pantalone).

    Concedo che la CIN sia interessata al cospicuo patrimonio immobiliare della società e ai contributi pubblici garantiti, ma se davvero il modo di affrontare il problema dei trasporti è quello di farlo gestire a chi dovrebbe fare altro ed è tecnicamente irresponsabile, significa confondere la cura con il male stesso e di conseguenza fottere il contribuente e l’utilizzatore del servizio.

  9. vito… siamo nella merda.

  10. Soviet says:

    Io credo che per la Sardegna, che mi pare di ricordare sia un’isola, i trasporti siano un asset strategico. Non sto qui a dire che i mezzi a nostra disposizione per muoverci sul territorio nazionale e comunitario sono limitati da mare: da Roma, da Lisbona, da Parigi o Praga posso andare a Berlino in auto, in pulman, in bicicletta. Se sono molto dotato posso arrivarci persino da Messina, perché la traversata a nuoto dello Stretto è cosa compatibile con le umane possibilità. Dalla Sardegna no, nave o aereo. A questo punto la “libera concorrenza” tra le compagnie di navigazione dovrebbe cedere il passo al diritto dei sardi di muoversi sul territorio europeo. Qualcuno ricordava che un Marsiglia – Porto Torres costa molto meno di un Olbia – Genova. Figuriamoci Marsiglia – Bastia! ( ve lo dico io, dopo un rapido consulto on line: una persona andata e ritorno 96 euro, due persone con automobile, andata e ritorno, 268 euro…e i corsi sono incazzati con la Francia molte o più di noi!) Ma credo che in Francia si paghi molto meno della tratta per il continente anche per i trasferimenti verso i territori d’oltremare (come l’Ile de Riunion o la Polinesia francese).
    Quindi non è l’Unione Europea l’ostacolo vero, ma lo scarso peso dei sardi e la scarsissima considerazione dei governo nazionale verso la Sardegna. Forse se ci trasformassimo in una nuova Tortuga e i corsi di formazione professionale li dedicassimo alla guerra di corsa saremmo presi un po’ più sul serio…

  11. giovanni says:

    Ormai tutto si fa sempre all’insaputa dei sardi, complice Cappellazzi che fa il bello addormentato nel bosco. I nostri rappresentanti non si meravigliano più di essere considerati politici di serie B, perché sanno di essere degli incapaci e considerano già un privilegio quello di essere stati messi dal loro partito al posto dove sono.
    C’è una parolina, indipendenza, che oggi significherebbe soltanto prendersi il diritto di avere gli stessi diritti di chi vive in Italia o in Francia.

  12. maniacus says:

    Tirrenia, Entrate, Quirra, La Maddalena, Rifiuti, Pastorizia, Agricoltura, Industria, Radar, Precariato……………

    I servi non si dimettono, si licenziano!

  13. Franco Anedda says:

    Ma no! Perché Ugo dovrebbe dimettersi?

    Vedrai che con un colpo di genio prometterà che, con il prossimo mandato, se lo rieleggiamo, realizzerà il ponte da Olbia a Roma.

    Così tutti i sardi torneranno a sorridere…

  14. muttly says:

    Ugo nel paese delle meraviglie

  15. Pasquino says:

    Se non si dimette lui, potrebbero pensarci anche gli altri. Anche l’opposizione. Il segnale sarebbe comunque forte e la pensioncina comunque garantita.

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