L’improvvisa sospensione dell’esame del collegato alla Finanziaria in Consiglio regionale ci dice chiaramente una cosa: la Giunta Cappellacci è ormai allo sbando e ora potrà solo navigare a vista. Potrà prendere fiato grazie ad alcune iniziative mediatiche (come la flotta sarda) ma è evidente che non è più in grado (sempre che lo sia mai stata) di affrontare con un minimo di credibilità la crisi economica che sta travolgendo la Sardegna. Non ha risposte su nulla, e già dalle prossime settimane via Roma sarà teatro di nuove impressionanti manifestazioni di interi settori esasperati dalla pochezza di questo esecutivo: pastori, piccoli imprenditori strozzati da Equitalia, lavoratori dell’industria in crisi.
Nel Palazzo, lo scontro vero è però sulla sanità. Il Pdl ha imposto un assurdo monocolore, scegliendo da solo direttori amministrativi e sanitari di tutte le Asl, del Brotzu e delle Aziende Miste. La lottizzazione esaspererà ulteriormente lo scontro interno.
Le sconfitte alle Comunali di Olbia e Cagliari hanno inoltre fatto esplodere le contraddizioni all’interno del Pdl. Le dimissioni del coordinatore regionale, Mariano Delogu, lasciano il partito in mano a Settimo Nizzi, nemico di Cappellacci e aspirante candidato alla presidenza della Regione.
Dopo la sconfitta di Fantola, i Riformatori sono (politicamente) ai minimi termini. la tentazione è quella di uscire dalla Giunta ed assicurargli un appoggio esterno, ma c’è il rischio che una mossa del genere faccia crollare tutto: troppo rischioso. Fli non ha raccolto quanto pensava e può solo fare ostruzionismo. I sardisti non si capisce bene cosa vogliano fare: avevano promesso che non sarebbero stati organici al centrodestra, ma poi hanno perso un’ottima occasione per fiutare il vento a Cagliari e ad Olbia.
Cosa tiene allora assieme questa giunta? La pochezza dell’opposizione di centrosinistra? Un Pd ancora troppo diviso e senza un’idea chiara del futuro?
Il segretario del Pd, Silvio Lai, ha fatto quello che doveva: ha vinto le Provinciali dello scorso anno e le Comunali di qualche settimana fa. Ha inoltre ricompattato il partito: ora l’unica corrente “ribelle” è quella di Paolo Fadda.
Perché allora non cade Cappellacci?
Perché il quadro nazionale non è ancora sufficientemente chiaro e soprattutto perché in Sardegna non si può al momento replicare quella possibile alleanza che probabilmente manderà a casa Berlusconi: Pd più Udc.
Il partito di Casini in Sardegna non solo è organico alla maggioranza di centrodestra ma si comporta proprio come una corrente del Pdl. La Sardegna è, politicamente, nelle mani del segretario dell’Udc, Giorgio Oppi. È lui che può consentire al centrodestra di proseguire in questa stagione di governo, ed è lui che può offrire al centrosinistra un’alternativa capace di vincere le prossime elezioni senza troppo sforzo e in tempi rapidi.
Ma Oppi non passa al centrosinistra perché teme il ritorno di Soru (e di questo parleremo fra poco). La strategia dell’opposizione è dunque quella di far morire di inedia la Giunta Cappellacci così come avvenne con la Giunta Masala (e infatti nelle elezioni che seguirono, nel 2004, stravinse il centrosinistra guidato da Soru). Per la nostra isola si prospettano dunque mesi terribili nei quali la pochezza della attuale giunta di centrodestra esaspererà gli animi, fino ad un crollo che sarà inevitabile. Data prevista per le prossime elezioni regionali? Primi mesi del 2012.
Poi c’è la questione della leadership. Il risultato cagliaritano dimostra che delle primarie non si può più fare a meno. Ma quando si voterà? E chi saranno dunque i candidati?
Tutti pensano a Soru. Tutti, tranne, probabilmente, l’interessato. La verità è che Soru lo vuole soprattutto la gente che non vede nella scena politica un’altra figura così rilevante e capace soprattutto di contrapporsi al Governo nazionale (di qualunque colore esso sia) in un momento di forte rivendicazionismo.
In due recenti interviste (una a D di Repubblica, l’altra alla Nuova Sardegna) Soru ha detto due cose che possono sembrare diverse, ma in realtà non lo sono: al magazine ha infatti smentito di essere interessato ad una ricandiatura (Ma non ha intenzione di ricandidarsi: “No, infatti”), al quotidiano sassarese ha invece detto di volersi mettere a disposizione del partito («In futuro sarò in campo in qualunque modo mi toccherà di esserlo»).
Molti nel centrosinistra, e anche all’interno dello stesso Pd, temono un ritorno sulla scena regionale dell’imprenditore. I motivi sono quelli noti e afferiscono soprattutto alle ragioni che poi hanno portato alla sconfitta nel 2009: di Soru si teme la maldestra strategia politica, l’amore per le scelte in solitaria, la scarsa propensione alla mediazione, la poca pazienza nell’assecondare il ritmo di processi di cambiamento di più lungo respiro.
Però proprio in queste due interviste l’ex presidente sembra essere cambiato e aver capito finalmente che la sua azione politica, per quanto originale, si inseriva in un filone di impegno politico e culturale che, con alterne fortune, ha caratterizzato l’azione della sinistra in Sardegna a partire dagli anni ’70. Perché la lotta contro le servitù militari e il cemento nelle coste non l’ha certo inventata lui, così come la battaglia per la tutela di Tuvixeddu è partita quando Soru nemmeno immaginava che un giorno sarebbero stati i suoi atti amministrativi a salvare la necropoli.
Cambiato e meno, Soru candidato presidente è comunque per molti un azzardo, e chiuderebbe comunque le porte ad eventuali accordi con i partiti ora alleati con il centrodestra ma sempre più consapevoli che chi sta con i berlusconiani farà la fine dei berlusconiani. Perché il nodo delle future alleanze (e questo il segretario del Pd Lai lo ripete da tempo) il centrosinistra non lo ha ancora sciolto, anzi. E con Soru candidato lo schema nazionale di accordo con l’Udc è totalmente inimmaginabile.
Poi ci sono le nuove variabili. Molto si parla del ruolo che avrà il nuovo quotidiano in uscita, “Sardegna24”, evidentemente riconducibile ad ambienti “soriani”. Faciliterà la ricandidatura o la renderà più complicata?
Questa è la situazione. Prima di vedere la luce in fondo al tunnel ci vorrà ancora qualche mese. E in Sardegna avremo la sensazione (o forse qualcosa di più) di essere veramente alla deriva, senza una guida sicura, senza politiche che possano essere anche solo di conforto per affrontare questa crisi terrificante di cui molti iniziano a pagare un prezzo durissimo. Sarà terribile. Ma questo è il guaio in cui ci siamo cacciati e uscirne non sarà facile.
Bah, sembra che in Sardegna ci sia solo Soru. O lo si ama ai limiti della venerazione o lo si detesta, ma pare non ci siano altri. Io credo che se si riuscirà a fare delle primarie vere anche per le regionali, con un Presidente scelto non grazie alla “democrazia militirare dei militanti” come direbbe Vendola, ma ad un confronto aperto con i cittadini e le cittadine della Sardegna, qualche nome di rilievo verrà fuori. Il caso di Cagliari è di scuola: ma chi mai prima che si proponesse (e molti anche dopo, ad essere sinceri) avrebbe mai pensato a Massimo Zedda come sindaco di Cagliari? Eppure, col senno di poi, si capisce che era fin da subito il candidato migliore che la sinistra potesse esprimere, con buona pace di qualche professorone che ha dimostrato ancora una volta di capire forse molto di teoria, ma quasi nulla di pratica.
L’importante è che nessuno accampi diritti sulle primarie, soprattutto con la scusa di averle inventate…l’Inghilterra ha inventato il calcio, ma ha vinto (ed anche in modo rocambolesco per essere buoni) l’ultimo mondiale nel 1966!
“…di Soru si teme la maldestra strategia politica, l’amore per le scelte in solitaria, la scarsa propensione alla mediazione, la poca pazienza nell’assecondare il ritmo di processi di cambiamento di più lungo respiro. Però proprio in queste due interviste l’ex presidente sembra essere cambiato”.
Vito ha perfettamente centrato i nodi problematici della questione.
L’errore più grave di Soru è stato quello di non aver avuto capacità di ascolto, mediazione e concertazione della strategia politica con i suoi stretti collaboratori e con il territorio, e di voler forzare a tutti i costi con metodi unilaterali le tappe di processi di cambiamento che necessitavano tempi più lunghi e metodi compartecipati.
E così, intervenendo d’imperio in ambiti come la formazione professionale, la progettazione integrata, il PPR (Piano Paesaggistico Regionale) – sacrosanto, intendiamoci, ma che necessitava di essere comunicato e condiviso in maniera differente – ha finito per alienarsi il consenso di molte categorie sociali e di parte degli stakeholders (operatori economici, amministratori locali ecc.).
Ciononostante, la strategia in sé era fondata a mio parere su pilastri assolutamente validi (innovazione, società della conoscenza, tutela del paesaggio, dell’ambiente e dei beni culturali).
Io credo che la sconfitta elettorale abbia permesso a Soru di meditare sugli errori commessi e di correggere il tiro per un’eventuale ricandidatura basata su un programma politico che sia in grado di dar continuità alla strategia già avviata, opportunamente riveduta e corretta.
O quantomeno è quello che spero, perché non vedo in questo momento un altro leader altrettanto capace e carismatico, anche nelle istanze di livello nazionale (come l’annosa questione del credito fiscale della Sardegna), in grado di tirar fuori il centrosinistra sardo dal tunnel (che ahinoi non è quello del divertimento!).
E credo che il fatto di poter contare su un’alleanza strategica come quella con Massimo Zedda alla guida del capoluogo regionale, che invece mi pare possedere tutte le doti di mediazione, ascolto e concertazione che difetta(va?)no a Soru, possa rappresentare un’occasione irripetibile.
guarda che, nell’intervista su D, Soru ancora si vanta di aver chiamato alla Sanità la Professoressa piemontese, personaggio assolutamente antidemocratico e chiuso ad ogni confronto con la società, con gli operatori e col mondo del volontariato, e che ha operato senza conoscere l’isola ed i suoi problemi e reclutato collaboratori con criteri discutibili,dimostrando proprio di non aver capito nulla dei propri errori, nè dei perchè nè dei percome ha perso grazie al mondo della sanità e della formazione
Ma noooo, o Paola! Ho lavorato due anni con la Dirindin come suo addetto stampa, due anni stuggiato con lei e diversi altri in assessorato mattina giorno e notte. Avrà fatto anche degli errori ma il quadro che tu fai è assolutamente inverosimile. E infatti ora con l’assessore “sardo” la situazione è nettamente peggiorata. La Dirindin chiusa al confronto col volontariato? Dillo ai malati di Sla che Liori ha lasciato per strada in piena estate sotto l’assessorato. Non conosceva i problemi? E la task force sulle pensioni d’invalidità? E i fondi per la 162 potenziati e erogati per tempo? e il Piano Sanitario adottato dopo vent’anni, certamente non copiato da nessuna altra regione? E l’abbattimento del deficit ora tornato a livelli mostruosi? E l’apertura del centro di radioterapia a Cagliari? E mi fermo qui.
Torra Soru????? Con tutto il rispetto e la stima che ho per lui ……ma le urne l’hanno già bocciato! BASTAAAAAAAAAAA
uff, as’callonis, il populismo è proprio una brutta bestia da trattare. guardate che alle urne i sardi hanno votato barbareschi. oltre ugo, felicetto e compagnia cantante. comunque, a quanto pare, il ritorno del nurago fa paura. meglio così. che si preparino.
“…di Soru si teme la maldestra strategia politica, l’amore per le scelte in solitaria, la scarsa propensione alla mediazione, la poca pazienza nell’assecondare il ritmo di processi di cambiamento di più lungo respiro.
Però proprio in queste due interviste l’ex presidente sembra essere cambiato e aver capito finalmente che la sua azione politica, per quanto originale, si inseriva in un filone di impegno politico e culturale che, con alterne fortune, ha caratterizzato l’azione della sinistra in Sardegna a partire dagli anni ’70….”
La prima frase esprime benissimo i motivi per cui Soru NON può essere dinuovo presidente della Regione a patto che non sia cambiato; è cambiato? penso che delle interviste non siano molto probanti di questo cambiamento; come ho scritto prima, informatevi sulla dittatora da fine ‘800 che è presente in tiscali oggi…
Non esiste solo Soru e non esiste solo il metodo Soru per risolvere i problemi; un esempio molto semplice: Zedda a Cagliari. In una settimana ha avviato tutta una serie di incontri per risolvere (ed ha risolto) i primi problemi più urgenti. Ha parlato con tutte le parti, ha ascolto le necessità di tutti, ha concertato una soluzione che fosse equilibrata nel rispetto delle esigenze delle varie entità con cui si è confrontato. Soru avrebbe fatto lo stesso? Questo è il modo in cui un Politico risolve i problemi. Io voto per una persona che sappia fare questo, non per eleggere il nuovo “dittatore” (per quanto illuminato) che deciderà autoritariamente della mia vita per i prossimi 5 anni.
La sinistra deve fare le primarie e candidare una persona “giovane” nel senso che abbia tra i 35 e i 55 anni e che non abbia alle spalle “una forte immagine facilmente identificabile”… non vedo fattibile una soluzione come quella di Cagliari (uno “Zedda” qualunque) perchè la regione è qualcosa di molto più complesso che non il governo di un comune (anche se penso che uno Zedda ne avrebbe le capacità)…
Vedrei bene un Espa o quacuno comunque di quello spessore…
Che non si vada a cercare “il nomone” che impressioni le folle, perchè la gente dei “nomi” ne ha le tasche piene e soprattutto ha iniziato a non identificarsi più nei grandi personaggi o nei politici di lunghissimo corso… siamo stanchi e arrabiati e la politica deve pensare che i candidati devono essere persone che sappiano ascoltare e prendere atto di questo, persone vicine alla gente e ancora “pure”(come Zedda) non persone che vivono in lussuose ville o che sono in politica da così tanto tempo che si sono dimenticati che quello di cui si parla nel consiglio regionale è della vita di persone vere…
Ci sono cose su cui mediare è giusto, legittimo e oltretutto conforme ai principi di legge che regolano l’azione amministrativa, come sta facendo Zedda. Ci sono cose, come ad esempio il fatto che nell’Anfiteatro così com’è non si possono fare spettacoli se non violando la legge, su cui è giusto NON mediare, come sta facendo Zedda.
Può darsi che a Soru sia mancata qualche volta la misura nel tracciare i limiti tra cose negoziabili e cose non negoziabili, ma che il capo di un’amministrazione debba sempre e comunque mediare, magari anche rispetto a richieste e soluzioni illegali e clientelari, è un’emerita falsità; il capo di un’amministrazione viene eletto perché i cittadini premiano la sua linea rispetto a un’altra e, nel rispetto dei diritti e delle aspettative di tutti in quanto tutelate dalla legge e dalla loro dignità di cittadini, ha comunque il dovere e il diritto di portare avanti la sua linea.
Forse chi ancora è con la testa al centrosinistra 1.0, quello che si è vissuto fino ai tempi delle giunte Palomba, può pensare che il governo della Regione possa portarsi avanti a prescindere da un programma chiaro e rigoroso di cambiamento e soprattutto dalla sua fedele attuazione. Il centrosinistra 2.0 non vince riproponendo sempre le solite facce e le solite logiche veterocomuniste (che non fanno parte per fortuna del bagaglio di SEL, piuttosto di certe aree del PD) e veterodemocristiane, e puntando sempre e comunque al consociativismo, ma rendendosi credibile nel proporre agli elettori prospettive di cambiamento e nell’attuarle con puntualità … altrimenti poi nelle urne ti castiga per bene.
Le ultime regionali forse si sono perse perché c’era chi non si fidava a consegnare un potere semiassoluto a Soru … quanto fosse dovuto a sincere preoccupazioni democratiche e quanto invece a malcelate preoccupazioni di potere bisogna vederlo. Per fortuna, ad ogni modo, chi nel PD ancora la vede “a sa manera beccia” è sempre più marginale.
C’è un punto che non capisco: se la Sinistra fa le primarie – ed io credo che il buon risultato a Cagliari e nel resto d’Italia molto debbano a questo strumento – non può candidare: “una persona “giovane” nel senso che abbia tra i 35 e i 55 anni e che non abbia alle spalle “una forte immagine facilmente identificabile”. per carità, l’identikit va benissimo, ma se sono primarie e primarie vere, ci dev’essere un confronto fra candidati veri. Cagliari, ma anche Milano e Napoli – situazioni oggettivamente più complicate di quella della Torino di Piero Fassino (per ragioni credo talmente semplici da intuire che è inutile anche citarle) – dimostra che primarie vere, con candidati che si confrontano su programmi, possono avere un ritorno anche durante le elezioni. Primarie farlocche, dove trionfa quella che Vendola chiama la “democrazia militare dei militanti” o semplicemente fatte per dare legittimazione ad un candidato scelto altrove, non servono a nulla.
Per questa ragione trovo politicamente sciocca la risposta data dalla Barracciu alla proposta del coordinatore regionale di SEL Michele Piras: il consigliere dimostra di aver capito poco o nulla di quello che è capitato. Il riferimento al fatto che le primarie siano uno strumento inventato dal PD (vado a memoria, ma mi pare di ricordare un passaggio simile) è in primo luogo un falso storico, la prima volta le primarie le fece il PCI per scegliere il capolista alle regionali (chi ricorda quella vicenda la racconti che ci facciamo quattro risate), in secondo luogo una sciocchezza: il calcio moderno è stato inventato dagli inglesi, che non vincono un mondiale da 1966.
Il candidato alle prossime regionali dovrà essere scelto attraverso vere elezioni primarie, con raccolta di firme e tutto, sottoponendo al popolo della sinistra il candidato più gradito. Solo in questo modo, con una scelta fatta e percepita dal basso, si può creare la giusta “onda” per vincere le elezioni.
Soru si comportò da dominus sia la prima, sia la seconda volta. La prima volta fu candidato dal centrosinistra obtorto collo: c’erano sondaggi che lo davano vincente e lui si sarebbe candidato anche da solo. La seconda volta ha praticamente imposto la sua candidatura (anche se per il secondo mandato io credo debba essere ricandidato chi è in carica, a meno di valutazione negativa dell’esperienza appena realizzata).
Quindi aspettiamo le primarie per capire chi sarà il candidato del centrosinistra alla Presidenza della Regione alle prossime regionali.
L’unico errore da non fare è quello che sia scelto dentro una stanzetta da cinque o sei persone persone.
assolutamente d’accordo, il mio era l’identikit della persona che vedrei bene in quel ruolo, poi grazie al cielo spero che le primarie ci permettano di scegliere il programma migliore e la persona migliore.
Saluti
Soviet fammi indovinare. Ti riferisci alla questione della testa di lista nel collegio di Cagliari alle regionali 1989 in cui: 1) le cosiddette primarie indicarono nell’ordine Luigi Cogodi, Emanuele Sanna e Piersandro Scano; 2) il vertice, infischiandosene delle indicazion, indicò nell’ordine Piersandro Scano, Emanuele Sanna e Luigi Cogodi; 3) l’elettorato, infischiandosene del vertice, diede il maggior numero di preferenze nell’ordine a Luigi Cogodi, Emanuele Sanna e Piersandro Scano? Nonostante la botta che prendemmo a quelle elezioni, che ridere, se c’eri all’assemblea cittadina per l’analisi del voto ricorderai il pittoresco intervento del compagno M. Strazzeri. Io allora pur inclinando maggiormente per Cogodi, rispettai le indicazioni date per la mia sezione, della cui segreteria facevo parte (femmu pischellinu altroché Massimo Zedda …) e andai a fare campagna con Emanuele Sanna …
Soru ha commesso degli errori, errori che non commetterà di sicuro Massimo Zedda. Ma nessuno è perfetto, e comunque chi a sinistra si oppone a Soru, a parte alcuni intellettuali come Andrea Pubusa i quali, fatta la tara alla sicura poca simpatia che hanno per il sanlurese, muovono dalla sfiducia per il metodo del “presidenzialismo” che è stato a lungo un mantra per la sinistra tradizionale di estrazione comunista, non lo fa sempre per motivi molto cristallini. Il “metodo Soru” aveva mostrato la corda laddove si era trasformato in un’eccessiva chiusura verso le istanze della società civile (ivi comprese le imprese, le cui istanze non sempre portano a progetti in contrasto con l’interesse generale), ma, applicato alla tradizionale partitocrazia consociativa sarda e cagliaritana, colpiva a destra e a manca ponendo a repentaglio antiche certezze.
Certamente, molte cose sono in movimento. E’ davanti agli occhi di tutti che il PDL è in via di dissoluzione, e la rotta dei residui berluscones potrebbe portare al riemergere della vecchia anima democristiana che costituiva un’indispensabile supporto elettorale per il partito del “meno male che Silvio c’è” (senza il quale al PDL resterebbe molto poco: un pugno di fascisti, un altro pugno di liberali di destra alla Delogu, un po’ di cattolici integralisti che in questi giorni pare siano discretamente incacchiati nei confronti dello stesso arcivescovo Mani) e che magari potrebbe essere considerata utile per rimettere in gioco l’antico consociativismo. Questo schema porterebbe dritto ad Oppi presidente magari col supporto di Fantola e di un PD democristianamente normalizzato e subalterno. Dio ce ne scampi e liberi, forza SORU!!!!
Neanche nei peggiori sogni! Mamma mia!Meglio Soru, molte volte, soprattutto se attorniato da molti che sanno dirgli NO!
Non posso che riproporre quanto scrivevo nel 2009, a proposito del fatto che in Sardegna i cambiamenti per avvenire devono prima annusare l’aria che viene dal cuore pulsante del paese, difficilmente l’isola ha la forza culturale, demografica, economica, la consapevolezza di intuire i cambiamenti ed essere propositiva.
Soru ci aveva provato, qualcosa del suo programma era interessante e anche bello e lungimirante (puntare sulla valorizzazione della cultura, col Master and Back, riscattare i “servi” dal loro destino), i suoi metodi evidentemente no e i sardi gli hanno voltato la faccia (10 punti di distacco non possono essere interamente colpa o merito di Berlusconi). Invece è proprio l’anima servile della Sardegna più legata all’Italia (o al sogno dell’Italia ) che fa la differenza, e questo i vari filoni indipendentisti locali dovrebbero capirlo se vogliono davvero conseguire qualche risultato. L’interno dell’isola, dolente, povero, da sempre diffidente e rassegnato non conta nulla, perché demograficamente non ha mai contato nulla. E’ tutto nello sguardo triste ma pieno di saggezza dei vecchi del passato, di chi da sempre ha conosciuto sempre e solo la stessa cosa. Che poi questa sia una cosa bella o “giusta” è tutto un altro discorso. La Sardegna è questa, non può essere un’altra, perché non è mai stata un’altra e per vedere un cambiamento dovremo, al solito, vederlo prima da altre parti e poi viverlo di riflesso.
Certo, le comunali di Cagliari hanno fatto intuire che qualcosa sta cambiando a livello di blocco sociale, quindi c’è una nuova speranza e concreta di cambiamento e progresso (diverso dal concetto di sviluppo, per dirla con Pasolini). Quindi non posso che dare fiducia al cambiamento ma con molta, molta prudenza.
Accidenti come sei sicuro di quello che dici: “La Sardegna è questa, non può essere un’altra, perché non è mai stata un’altra e per vedere un cambiamento dovremo, al solito, vederlo prima da altre parti e poi viverlo di riflesso.” Questo si chiama pregiudizio, per non dire razzismo, almeno implicito. Qualunque realtà può essere innovativa, a meno che non si creda nel fatto che siano i geni, la razza, o la “cultura” a determinare meccanicamente i comportamenti delle persone o, addirittura, dei popoli. L’Italia in questo momento è molto meno mobile della Sardegna ed è sostanzialmente un paese che non vale nulla nel contesto internazionale sia sul piano politico, che in quello dell’innnovazione produttiva, che in quello culturale (senza scrittori o registi che siano non dico apprezzati ma semplicemente notati; le nostre scienze sociali non sono tradotte se non episodicamente, ecc.), un paese di vecchi e un paese estremamente conservatore sotto ogni profilo. Vuoi dirmi perché dovremmo vedere il cambiamento da altre parti per imitarlo e non provarci noi. L’esperienza di Soru, come tutte le cose, ha sicuramente molte criticità, ma è stato un tentativo di innovare la politica che, non a caso, tutta l’Italia ha seguito, e che è stata seguita anche in altri Paesi. Come è chiaro anche da tutti questi commenti, è un punto di passaggio ineludibile.
Stavolta Biolchini si sbaglia. O meglio, l’analisi è corretta sia per quanto riguarda la destra al governo della Regione, sia quando parla di terzo polo, sia quando parla di Partito Democratico
Sbaglia però quando prova a disegnare gli scenari futuri: tutto quel considerare cosa farà Soru, come si muoverà Oppi, l’organicità o meno dell’UDC al cdx, l’influenza eventuale di nuove testate locali, etc – è un modo di approcciare secondo me superato dagli eventi, superato da quello che è successo con questo passaggio elettorale. Per carità non è che di colpo il potere costituito dei soloni di partito vale zero, questo sarebbe sciocco sostenerlo – ma è pur vero che siamo stati tutti d’accordo nell’interpretare questo ritrovato attivismo, coinvolgimento, civismo dei cittadini sardi, come un qualcosa di davvero nuovo. Il potere di reclutamento dei capibastone, a destra come a sinistra, è stato ridimensionato dall’attivismo, dal coinvolgimento stimolato dalla rete, da una ritrovata consapevolezza che se si vuole, le cose cambiano.
Dunque ora a mio parere siamo davanti a due scenari: nel primo, le cose si muovono come dice Biolchini, per incapacità della maggior parte della classe dirigente che guida i partiti sardi nel cogliere questo cambiamento – e allora alle prossime regionali vedremo nuovamente astensionismo alto e soprattutto giunte incapaci di incedere concretamente perché bloccate dai giochi di potere; nel secondo, i partiti, il Partito Democratico in particolare, si rendono conto che la strada è quella indicata da queste amministrative, continuano ad aprire porte e finestre, e fanno entrare quell’aria fresca che travolgerebbe come un rigenerante Maestrale in agosto, tutte quelle facce note che da troppo tempo soffocano sviluppo, innovazione, ricambio.
Forse ha ragione Biolchini, il bostik che attacca i nostri politici alle poltrone è particolarmente tenace, e dunque poco importerà se il loro potere verrà legittimato da pochi cittadini – e allora probabilmente assisteremo ai movimenti descritti nel suo post.
Ma io voglio credere che almeno nel centrosinistra, grazie al Partito Democratico, questo non avverrà: la lezione di Cagliari, la spinta del gruppo che propone le primarie, le proposte del PD 2.0 di Stefano Sotgiu, la conferenza programmatica affrontata per temi, il metodo Prossima Sardegna, non possono che spingere/costringere il gruppo dirigente del PD Sardo, a cambiare definitivamente approccio.
E allora sì che si vincerà a mani basse, Soru o non Soru. Con i cittadini, i programmi, il rinnovamento, le primarie, l’attivismo, il coinvolgimento – Oppi, Nizzi e compagnia cantante del cdx risulteranno, agli occhi dei cittadini sardi, arrogalla del secolo scorso. E magari così facendo, la primavera potrà davvero cominciare.
Beh, Massimo, sai che la penso più come te che come Vito? O meglio, voglio sperare che sia davvero così e oggi c’è qualche elemento in più per pensarla in modo positivo. Ma sempre con prudenza, come scrivo nel mio breve commento.
Scusate, anche io la penso come Massimo, e non è un paradosso! Voglio solo dire che mi sforzo di riportarvi i ragionamenti che si fanno all’interno della politica. Le argomentazioni prevalenti mi sembra che siano quelle che vi ho riportato. Poi è chiaro che tutto può succedere, e sotto questo aspetto, anche io mi auguro che ciò che scrive Massimo possa trovare uno sbocco.
Io invece non la penso come Massimo e credo che il PD abbia ancora molto da dimostrare. Non posso giurare per altri luoghi, ma a Cagliari credo il PD ci abbia messo un bel po’ di tempo a capire cosa stesse succedendo, spinto soprattutto dall’entusiasmo dei giovani di SEL…che giravano tutti con la maglietta con la scritta “ORA TOCCA A NOI” e non “Sardegna Ecologica e Libera”…
Forse un giorno si potrà vincere a anche a mani basse, ma c’è molto da fare ancora.
Purtroppo a Cagliari il PD non esiste. In campagna elettorale si sono visti molto singoli consiglieri uscenti e candidati, e neanche tutti, perché nei quartieri alla fine della fiera hanno lasciato il segno solamente Matteo Lecis Cocco Ortu, bravissimo nel fondare la sua campagna su progetti concreti, e il pur da taluno contestato Claudio Cugusi. E forse altri che mi sfuggono, in ogni caso non il partito, si è visto in giro soprattutto SEL, e in misura minore IDV. In ogni caso se si fa il raffronto tra la maggioranza bulgara che ha eletto a segretario cittadino Yuri Marcialis e l’appassionata partecipazione degli elettori del PD alle primarie, è evidente che a Cagliari il PD è un partito di notabili, a livello peraltro molto modesto, del tutto scollato dalla sua base elettorale. Questo impensierisce, soprattutto se si pensa che questi signori bene o male dovranno indicare i nominativi di una buona metà degli assessori di Massimo Zedda.
non sono d’accordo… il PD è stato sempre in prima fila durante tutta la campagna elettorale… in primis Yuri Marcialis che era presente ad ogni evento; il PD ha messo nel campo tutta la sua forza per appoggiare Zedda e gliene va dato merito… dalle primarie in poi hanno sentito sulle spalle la responsabilità di questa candidatura e l’hanno portata avanti con forza, coesione e decisione… è anche grazie a questo che si è vinto…
Il PD ha semplicemente fiutato il vento, non credo che possa mettere il cappello su una vittoria che è stata soprattutto di Cagliari e dei Cagliaritani, e secondariamente degli insuperabili ragazzi di SEL. Diamo atto dell’atteggiamento molto responsabile e costruttivo della cosiddetta area Cabras uscita con le ossa rotte dalle primarie, ma anche stavolta qualche opacità si era manifestava, bastava leggere gli articoli pubblicati su certi noti siti. La differenza è che per fortuna, per motivi che sarebbe lungo spiegare, a livello di base elettorale certi signori ormai non contano più niente in città. Che Marcialis, che ha anche recuperato con questo in termini di immagine, si sia speso molto personalmente è indubbio, che TUTTO il PD abbia lealmente lavorato per la vittoria di Zedda resta dubitabile e da provare. E resta auspicabile che chi non ha fatto nulla, anzi ha quasi remato contro in campagna elettorale, ora non stia in prima fila al tavolo della spartizione.
No, secondo me a Cagliari si è vinto proprio perché il PD ha scelto, con molta umiltà e senso di responsabilità, di spendersi per un candidato non suo, senza pensare a chi dei vari partiti o gruppi politici avrebbe dovuto mettere il cappello sulla vittoria. Si dovrebbe continuare così in futuro: se un candidato del Pd sarà valido si appoggerà quello, così come nel caso il candidato fosse di SEL o IDV o altri ancora.
Non è il caso di distinguere fra chi ha avuto più merito e chi meno, il PD può giocare da pivot e coordinare la coalizione per via della sua centralità e forza elettorale. SEL può portare quella linfa nuova che vedo poco nel PD e così via.
Si può fare, si può vincere ma con umiltà e serietà.
A questo riguardo forse sarebbe il caso di dire che la vittoria di Zedda è stata la vittoria di un metodo piuttosto e prima che la vittoria di un uomo. Anche se sono convinto che Massimo Zedda sarà un grande sindaco … in fondo a Sassari Gianfranco Ganau non è nato con le stigmate dell’uomo della provvidenza, eppure è il sindaco più amato e tra i più votati d’Italia, e chi se ne sbatte se appartiene all’area Cabras ..
Meglio vincere a mani alzate, per distacco. Un asse paritario tra il centrosinistra, un PD molto rinnovato e altri soggetti -e pazienza se Maninchedda non è molto popolare- si può fare, ma si deve assolutamente rinunciare alla idea perniciosa dell’Uomo della Provvidenza. Ma di certo senza Oppi, uomo della “previdenza”.
Soru No. Grazie!!!
Soru NON è una persona equilibrata.. ha tanti pregi, farà sicuramente meglio di Cappellacci, non che ci voglia molto. Il suo Governo è stato lungimirante ha sanato i conti, a bloccato gli sprechi… tutto bellissimo, ma si è dimenticato delle persone.
E Soru non è uno che impara dai suoi errori… Soru è uno a testa bassa e dritto per la sua strada. E se pensate che un uomo tutto d’un pezzo che va dritto verso il suo obiettivo costi quel che costi sia quello che volete da un leader politico, beh liberi di votarlo, ma non ditemi che siete di sinistra o centro sinistra, perchè quello non è l’identikit della sinistra.
Con Soru saremo sicuri che la Sardegna tra 5 anni avrà la gestione delle finanze, degli assessorati ecc ecc tra le migliori d’italia, ma siamo sicuri che vivremo meglio?
No
Perchè Soru è così. Decide che l’eolico non gli piace cerca di chiuderlo: quanta gente ci lavoro? 100, 200, 300 persone, pazienza… a lui non piace e si chiude; ci sono troppo sprechi nella formazione professionale? la soluzione Soru è tagliamo TUTTI i fondi alla formazione professionale… i conti della regione sono apposto così, Bravo Soru… le 500 persone che sono finite a casa quelle non contano ovviamente… la speculazione edilizia è un problema? blocchiamo quasi tutte le construzioni…
I problemi non si risolvono alla Soru. Un dittatore come governatore non lo voglio; io sono di centro sinistra e voglio una persona che sappia che dietro i numeri ci sono le persone. Soru questo non lo sa e se lo sa, non gliene frega nulla…
E non ditemi che esagero. Tanta gente è rimasta senza lavoro nel periodo Soru.
E se non pensate che sia così, parlate con qualche dipendente Tiscali;
chiedete quanto Soru è umano con loro, chiedetegli quanto è “di sinistra” nella gestione dell’azienda e nel rispetto dei diritti dei lavoratori…
Abbiamo bisogno di un leader pulito, che non abbia conflitti d’interesse, che sappia essere anche umano, un dittatore di sinistra sinceramente se lo possono tenere chiuso per momenti migliori.
Saluti
Scusa ma credo che le tue affermazioni siano troppo generiche.
Su quali dati ti basi? Hai numeri da mostrarci o sei solo uno di quella pletora di persone che succhiava i danari della Regione Sardegna e che Soru ha pensato bene di ricollocare (tradotto alla sarda “ricollocai”) in altre posizioni.
Quindi secondo te il sistema della formazione professionale andava bene prima di Soru, giusto?
Quindi secondo te la sanità prima di Soru andava bene, giusto?
Secondo te il sistema di trasparenza delle delibere/concorsi/consulenze andava bene giusto?
La comunicazione su internet andava bene?
L’edificazione senza regole andava bene vero?
La ricerca prima di Soru andava bene quindi?
Il rapporto con lo Stato centrale andava perfettamente?
Il rapporto con gli enti intermedi?
La quantità di leggi realizzate era tantissima vero?
La lingua sarda prima di Soru era tutelata vero?
Ascolta ti consiglio una cosa. Digita http://www.regionesardegna.it e fai una breve verifica semplice semplice:
gurda nella voce leggi e delibere la quantità di materiale che è stato realizzato durante i 5 anni di Soru e confrontalo con gli altri anni: non dico solo la quantità ma anche la qualità degli interventi.
Capirai facilmente che tutto quello che hai scritto è completamente fuori strada oppure è in malafede.
Saluti
La mia posizione su Soru è un po complessa da spiegare.
Da poco parlavo con un’amica del fatto che Soru, se fosse appena appena diverso, sarebbe un leader perfetto anche a livello nazionale.
I Numeri del mio intervento li ho sparati in modo grossolano, ma era per rendere l’idea.
Quello che intendo dire è che tutti i risultati della gestione Soru (quelli che elenchi tu) sono davanti a tutti, solo quelli che fanno del terrorismo anti-soru li negano… e 2 anni di giunta Cappellacci danno ai risultati di Soru una valenza ancora maggiore.
Quello che critico è il metodo di Soru. Quel metodo io non sono disposto ad accettarlo, il fine non giustifica il mezzo. Poteva ottenere un po di meno, ma nel rispetto delle persone che ci sono dietro gli obiettivi che voleva perseguire.
Io lavoravo nella formazione professionale (ho avuto in quel periodo la fortuna di lavorare anche con la Mongiu) e il lavoro l’ho perso per causa sua (ironia della sorte l’ho ritrovato per mano sua finendo in Tiscali); è vero che nella formazione professionale c’erano sprechi enormi e addirittura molti “enti fantasma” che prendenvano finanziamenti per non fare nulla. Ma la soluzione a questo problema non è “taglio tutti i fondi alla formazione professionale perchè ci sono sprechi e secondo me non serve a nulla, iscrivetevi a scuola” …questa è pura follia!!! Trovo che questo metodo sia il più stupido che si possa usare, non siamo bambini che “se non esce il colpevole punisco tutti”…
Certo che poi il risultato l’ha ottenuto!!! Peccato che dietro quel risultato ci fossero delle persone che hanno passato due anni di inferno e molti che hanno perso il lavoro (magari precario) ma che comunque c’era…
Ripeto… Soru è un grande uomo, capace di risolvere qualsiasi problema e di dare lustro e ordine a tutto ciò che prende in mano… io critico il come lo fa!!! E soprattutto critico il fatto che questo sia il metodo di uno che si definisce di sinistra, perchè per me questo, non è un metodo di sinistra… e ci sono tante cose di Soru che non fanno pensare che sia un uomo di sinistra (cose soggettive, per carità, non ho la pretesa che il mio giudizio sia unico e vero)…
E se qualcuno pensa che rispetto a 3 anni fa, oggi sia cambiato… beh, ripeto, fatevi una chiaccherata con i miei ex colleghi di tiscali… quello che succede la dentro è davvero preoccupante se poi si pensa che quella persona debba andare a governare con gli stessi metodi…
Santo Dio, qui ci vorrebbe un Norberto Bobbio in salsa sarda per scrivere un bel “Destra e sinistra” riveduto e adattato alla realtà locale. O forse dovremmo accontentarci delle categorie di Gaber, tipo fare la doccia è di sinistra e fare il bagno è di destra?
E’ forse di sinistra voler mantenere in piedi dei carrozzoni clientelari, dove spesso insegnanti pensionati baby dalle scuole pubbliche fregavano lavoro ai giovani? A parte il fatto che la vecchia gestione della formazione professionale, splendida invenzione clientelare democristiana, di fatto riproponeva in salsa demagogica la vecchia distinzione classista tra la scuola media e il disciolto da 40 anni “avviamento professionale” … mentre è molto meglio rafforzare invece la scuola pubblica. Conosco persone che facendosi un mazzo così alle scuole serali, ed essendo oltre tutto madri di famiglia, si sono prese diploma e laurea senza aver bisogno di quei carrozzoni per recuperare un po’ di professionalità.
Idem la sanità. Non sono tra quelli che apprezzavano particolarmente la Dirindin, ma era meglio quel che ha fatto Soru chiamando un tecnico indipendente (e, purtroppo, dovendolo chiamare dal Piemonte date certe cointeressenze esistenti in Sardegna e che sono trasversali tra destra, centro e sinistra), oppure lasciare la sanità in balia delle solite baronie sprecone?
Una cosa va rimproverata a Soru: una rigidità di visione per cui spesso ha preso per mere misure clientelari quelli che di fatto erano anche ammortizzatori sociali, facendo un po’ troppo di tutta l’erba un mazzo.
Su questo, Soru avrà sicuramente imparato la lezione, e comunque non deve preoccuparsi di perdere i voti di chi, anche a sinistra, è orientato verso la conservazione di antichi metodi clientelari, ma casomai di evitare di perdere i voti della gente comune che può comprendere poco certi schematismi.
Per il resto, l’intervento mi sembra un po’ viziato come le opinioni che ho sentito da parte di certe persone passate a destra che hanno fatto finta di dimenticare che mi ricordavo bene quando sostenevano Soru a spada tratta: problemi personalmente vissuti che inceppano le argomentazioni. Quando il pensiero è in conflitto di interessi, non si costruisce granché di positivo.
il mio giudizio non è influenzao da interessi personali… anche perchè il giorno dopo che mi hanno mandato via dall’ente dove lavoravo, sono stato assunto da Soru in Tiscali… quindi a lui dovrei essere anche grato… mi ha tolto e mi ha dato…
quello a cui mi riferisco io è che da uomo libero non mi piacciono le dittature, di destra o di sinistra, illuminate o non illuminate…
hai scritto una cosa giusta, che è quella su cui punoto io il dito: “Una cosa va rimproverata a Soru: una rigidità di visione per cui spesso ha preso per mere misure clientelari quelli che di fatto erano anche ammortizzatori sociali, facendo un po’ troppo di tutta l’erba un mazzo”
cioè Soru non ha mezze misure, tutto o niente… ascoltare? no, grazie!
ripeto che è un ottimo condottiero, uno che risolve qualsiasi problema, uno che ha le capacità per fare tanto… dovrebbe solo essere più equlibrato e più democratico… dovrebbe solo ricordarsi che dietro tot euro di bilancio risanato ci sono anche tot persone e bisogna capire quanto si impatta sulle persone reali e oneste che magari già hanno poco… dovrebbe ricordarsi che se una cosa a lui non piace non è detto che sia da buttare o da ammazzare… che impari ad ascoltare…
per tutti voi che avete una visione di soru di santo e di salvatore della patria, ripeto… fatevi una bella chiaccherata con chi lavora in Tiscali… vi farebbe molto bene, per capire cosa vuol dire essere sottopagati e trattati come nullità nullafacenti dal proprio capo…
se poi arriva Soru e alle primarie vincesse lui… ben venga, probabilmente lo voterò… spero solo che sia cambiato e più disposto a concertare… ma da quello che sento in giro, non mi sembra proprio…
Se per me Soru fosse un santo e un salvatore della patria non mi sarei soffermato sui suoi difetti che sono noti a tutti … peraltro proprio sulla sanità ha perso una marea di voti ripiombati nella manone di San Giorgio (Oppi) proprio a causa della rigidità eccessiva della Dirindin, che avrà si tagliato un po’ di “manine lunghe” dei soliti baroni della sanità, che non sono solo Giorgio Oppi e non stanno solo a centrodestra, ma in compenso ha lasciato una situazione che rende la Sardegna deficitaria a livello di prestazioni e benefici garantiti da tutte le altre regioni, che talora non erano “sprechi” ma benefici simbolo dei migliori Stati sociali europei, Germania in testa.
Resta fermo che – mia personalissima opinione – Soru mi garantisce di più circa l’assenza, e questo sia a destra che a sinistra, di cointeressenze coi tradizionali signori della spartizione consociativa delle poltrone e del denaro pubblico in Sardegna. Poi non è detto che un leader debba essere tale perché “nato tale”, può anche nascere dal basso come è successo con Massimo Zedda, e dimostrare un approccio equilibrato e conforme a legalità nell’affrontare i problemi amministrativi. In ogni caso deve essere chiaro che “cosette” come le commistioni tra politica e imprenditoria, e l’uso dei settori tradizionalmente più dotati di soldini come la sanità quali serbatoi di voti clientelari, sono cose che non si vogliono vedere né a destra né a sinistra, specialmente perché, a differenza di quello di centrodestra, l’elettore di sinistra sulla mancata coerenza ti bastona.
concordo con te… soprattutto sul fatto che “a differenza di quello di centrodestra, l’elettore di sinistra sulla mancata coerenza ti bastona.”
quando gli elettori di centrodestra matureranno fino a questo punto (per fortuna qualcuno lo sta già facendo), vivremo in una democrazia migliore…
il mio commento è fuori tema, ma ci tenevo a dirlo :)))
Saluti
Concordo con Tato…chiedete ai dipendenti TISCALI!!!! Credo che ci siano tante altre persone di sinistra da candidare prima di pensare a Soru,mi auguro che Zedda sia abbastanza indipendente per quanto riguarda la scelta del direttore generale,presidente abbanoa, e assessori. Grazie a persone come Zedda e Vendola si crede ad un cambiamento…non perdiamo questa opportunità riproponendo “i dinosauri”
Cappellacci andra’ avanti sino a Novembre. Perche’ solo allora saranno trascorsi i 2 anni e 6 mesi necessari affinche’ sia garantita la pensione dei consiglieri regionali!!!
Renato è a disposizione del Pd! Ed il Pd non è più quello rissoso di alcuni mesi fa. E’ più organizzato, più radicato nel territorio e soprattutto più giovane. Ha un Segretario Regionale, legittimo e legittimato e non soltanto dai recenti risultati elettorali. Ha un Segretario ed una Segreteria Regionale tutta nuova, sta mettendo su una Conferenza Programmatica, che vuole riportare la Società Sarda in primo piano. Ripartendo ovviamente dal Programma portato avanti dalla Giunta Soru, rivisto ed innovato secondo le nuove priorità che si sono venute a creare in questi ultimi cialtroneschi anni della giunta Cappellacci. Insomma il Pd c’è, il Programma c’è, Soru c’è! E questo è un grande Partito di massa! Noi Rurales vorremo chiaramente che Renato ci guidasse per completare il lavoro lasciato in parte incompiuto. Tuttavia Soru è il Pd ed il Pd è Renato. Lasciamolo libero di scegliere!
L’idea dell’abbraccio mortale dell’Udc Sardo, guidato da Oppi, non solo la considero nefasta, ma la aborro completamente. Il Pd, tutto il centrosinistra, è alternativo al clientelismo e al nepotismo oppiano! In Sardegna si scrive Udc ma si legge Pdl, toccat’ a sind’arregodai! Con Oppi, noi rurales, mai!!!
Ora e siempre! MELLUS SORU!!!
P.s. i miei complimenti a Vito. Chiaro, semplice ed efficace!
Mi raccomando Domenica e Lunedì: TUTTI A VOTARE 4 X SI =REFERENDUM! Hasta la vista a luego…SI SI SI SI!
Per pura curiosità, ma quando parli di noi Rurales, a chi ti riferisci? Potresti spiegare a noi Urbanos chini stocada de truma’e genti seis, bosatrus is Rural Ones?
Soru Governatore con Maninchedda dalla sua parte…cosa assai probabile ormai…
Soru ha il ha il dovere di dare alla Sardegna il meglio di se stesso, non che non lo abbia gia’ fatto, manca ancora la “seconda parte”. The End.
Ho letto questo passo:
“Però proprio in queste due interviste l’ex presidente sembra essere cambiato e aver capito finalmente che la sua azione politica, per quanto originale, si inseriva in un filone di impegno politico e culturale che, con alterne fortune, ha caratterizzato l’azione della sinistra in Sardegna a partire dagli anni ’70. Perché la lotta contro le servitù militari e il cemento nelle coste non l’ha certo inventata lui, così come la battaglia per la tutela di Tuvixeddu è partita quando Soru nemmeno immaginava che un giorno sarebbero stati i suoi atti amministrativi a salvare la necropoli.”
E ho capito tante cose sul perché siamo messi così male. Caro Vito Biolchini, tutte queste cose una sinistra subalterna e chiusissima le ha solo annunciate, mai fatte. In particolare, la “lotta alle servitù militari” non l’ha neanche annunciata. La sinistra sarda è bollita e Soru è stato l’unico uomo politico sardo di livello europeo che abbia tentato, banalmente, di sviluppare una pratica politica non belluina. Non a caso una sinistra ancora ferma, antiquata e iperprovinciale l’ha impallinato. Se anche Soru si adatta a questa logica del nulla coniugato con il niente, siamo definitivamente fritti.
Un solo leader, un solo presidente: Renato SORU!!!
Con un consiglio: stavolta cerchi di dialogare di più con la gente comune, di esaminare i problemi considerando tutti gli interessi in gioco, non vedere per forza un nemico in chi si fa portatore di proposte diverse rispetto alle tue visioni. Penso e spero che Soru questa lezione l’abbia capita … Fadda va spazzato via, se ne vada nel PDL!
Con tutta tranquillità, senza polemica: ma il conflitto di interessi in Sardegna riguarda Soru, proprietario di un giornale di nicchia che non so quante copie venda nell’Isola?
O magari…?
Ben detto: è il guaio in cui ci siamo cacciati votando un replicante che non sapeva (?) nemmeno chi fosse flavio carboni.
Ci siamo fatti del male come ai tempi di g.m. angioy e da allora abbiiamo fatto pochi passi in avanti.
Il riferimento agli “ambienti soriani” per Sardegna24 è strepitoso!!! Ahahahahahah….il problema è che ci vuole un dito grande come un casa per sperare di potersi nascondere dietro gli “ambienti soriani”. Evidentemente la lezione non è servita e si continuano ad utilizzare mezzucci più o meno cinesi e seriali per nascondere il conflitto di interessi. Vabbè, ormai dobbiamo rassegnarci, il lupo perde il pelo ma non il vizio: quello di pensarsi più furbo degli altri. O che gli altri siano più tonti di lui.
Oppi con il centrosinistra? fammi toccare!
se questa dovesse essere l’alternativa a Chippellazzi, ora più che mai: 10 100 1000 SORU!
VOGLIAMO SORU!
Lucido e lungimirante come (quasi) sempre, ansiogeno q.b. e indispensabile interprete dei viluppi della città.
Non sarà troppo?