Sto perdendo colpi. Una volta sapevo distinguere le notizie, l’importanza degli eventi, soprattutto culturali. Invece la Nuova Sardegna mi ha riportato alla realtà. Vi chiedo scusa, perché non avevo capito la valenza del reading “Storie di vite”, scritto da Michela Murgia e Marcello Fois e messo in scena giovedì al Man di Nuoro. Una lettura recitata dagli stessi scrittori a cui la Nuova ha dedicato la bellezza di tre pagine in quattro giorni, un trattamento evidentemente speciale.
Mercoledì la presentazione dell’evento in apertura delle pagine culturali, con un ampio servizio dal titolo “Enologia e Letteratura. Per raccontare Storie di vite“. Un giusto lancio per l’iniziativa (i cui “testi portanti sono di due tra i più amati scrittori sardi, Marcello Fois e Michela Murgia“), organizzata e commissionata nientemeno che dal un consorzio di cantine e di produttori di vino.
Giovedì, giorno dell’iniziativa, la Nuova ha preferito (sobriamente, è il caso di dire) non tornare sulla notizia, e mi chiedo il perché, visto che magari con una semplice mezza pagina con foto si poteva promuovere meglio l’evento.
Evidentemente la stessa domanda se la deve essere posta qualcuno che conta, perché ieri ed oggi il quotidiano ha cambiato registro, assegnando di fatto all’iniziativa ben due intere pagine!
Ieri pubblicando il testo di Marcello Fois (“Oltre ogni divisione la cultura della vite è storia di un popolo”), accompagnato da una interessante riflessione dal titolo “Canto al Vermentino e al Cannonau, preziosi tesori”. Il tutto annunciato ovviamente da un richiamo in prima pagina.
Oggi poi, in nome della completezza della notizia, un’altra intera pagina (con foto e titolo anche in prima). In apertura delle pagine culturali troviamo la recensione del reading (“Il vino sardo si veste di poesia e scienza. Il sogno di un reading”), poi sotto (per par condicio) anche il testo di Michela Murgia (“Pigiare con i piedi quegli acini: che senso di libertà”).
Certo che a leggere le tre pagine mi assale un senso di inadeguatezza. “Se hanno fatto tre pagine in quattro giorni vuol dire che era una cosa imperdibile! La rifaranno?”. Niente paura: “Agli scettici consigliamo di partecipare al reading”, ci dice la Nuova, “sarà possibile vederlo al festival di Gavoi”. Speriamo che il quotidiano ne parli stavolta con un certo anticipo e diffusamente.
Cari amici della Nuova Sardegna, anche le notizie culturali hanno una loro dignità. Da anni tutti gli operatori culturali e di spettacolo isolani devono sputare sangue per avere, non dico una recensione, ma soltanto la semplice notizia dei loro lavori sulle vostre colonne, perchè gli eventi sono tanti e lo spazio limitato. Ma per certe firme lo spazio (spropositato) c’è sempre. Talvolta anche in maniera immotivata, ingiusta e, come in questo caso, vergognosa. Nelle pagine culturali della Nuova succede l’equivalente di ciò che capita nelle pagine politiche dell’Unione: parlano sempre gli stessi.
Stimo Michela Murgia e la reputo una mia amica e a lei vorrei rivolgere queste mie considerazioni. Da un po’ di tempo peraltro si occupa di informazione (ho anche difeso il suo laboratorio di giornalismo) e adesso pubblicamente mi chiedo: questo delle pagine culturali della Nuova è un modo corretto e trasparente di fare giornalismo? A chi giova e invece chi danneggia questo spazio spropositato che la Nuova Sardegna offre sempre e comunque, qualsiasi cosa facciano, a Michela Murgia e Marcello Fois?
Non ce l’ho né con i due scrittori né con i lavoro che fanno, non è questo il punto. Ma si rendono conto però che dedicare tre pagine in quattro giorni ad un reading sul vino (benché scritto da loro) non è una cosa giornalisticamente normale?
Evito di entrare nel merito della questione, perché l’argomento non mi appassiona. Registro il fatto che chi critica Michela Murgia (e tra l’altro Biolchini critica La Nuova e non la scrittrice) viene automaticamente etichettato come invidioso, quando non viene accusato di lesa maestà. Sarebbe interessante capirne la ragione. E’ successo anche a me che non sono nessuno, sia nel mio blog che su Facebook. http://www.cagliarifornia.eu/2011/04/domanda-ma-michela-murgia-e.html
Perchè il sardo medio anzichè accettare la critica come un incentivo a migliorarsi e a mostrare il lato migliore prende la critica come un attacco allo status raggiunto da qui la lesa maestà 😐
Abbiamo bisogno di sardi sopra la media che non prendano le domande come segno di invidia (non si sa bene di cosa) ma anche di riflessione per crescere e migliorarsi continuamente.
Capiamoci meglio: a lamentarsi della critica è la Murgia o sono i suoi fans? A me pare che la Murgia abbia risposto molto chiaramente alla critica di Biolchini, che comunque è rivolta a lei tanto quanto alla Nuova Sardegna. Siccome vedo che di gente capace di leggere bene anche qui ce n’è pochina (i fans non li ha solo la Murgia), forse è il caso di tradurre in italiano un po’ meno paraculo in che cosa consiste la critica alla Murgia: “Cara Michela, tu che ti picchi di insegnare giornalismo, perché non ti lamenti del cattivo giornalismo rappresentato dalla Nuova Sardegna quando ti dedica tre pagine per un misero reading?” Siccome la Murgia non si è lamentata, secondo Biolchini allora è complice del sistema di potere che la Nuova Sardegna oscuramente amministra, togliendo spazi alle decine di altre voci autorevoli e pregiate che non vedono l’ora di comparire sulle pagine della cultura. Qual’è il problema? La Nuova Sardegna, non essendo cagliaricentrica come l’Unione, ha deciso di dedicare più spazio a un evento nuorese di quanto non ne abbia mai dedicato a “Smontiamo l’anfiteatro” o a spettacoli di compagnie teatrali cagliaritane a caso? La Nuova Sardegna, essendo il giornale del capo di sopra, ha deciso che le cose del capo di sopra sono più rilevanti in termini di vendita di copie? Questo non è un oscuro sistema di potere: sono scelte editoriali precise e perfettamente comprensibili. Urlare “a lei sì e a me no” non è una critica, ma un capriccio infantile e un po’ tignoso. Rilevarlo non è dare a qualcuno dell’invidioso, ma fargli notare che mantenere un sano senso delle proporzioni a volte aiuta a vedere le cose per quello che sono realmente.
Caro Carmina Burana, eseguito da Carl Orff eri decisamente più armonico…
Stai riducendo una segnalazione di compiacenza tra mondo della cultura e business ad una questione di campanile, di capo di sopra e capo di sotto. É chiaro che non sei con Vito, come è chiaro che la maggior parte di chi scrive qui apprezza la segnalazione da Lui proposta, senza per questo nutrire astio e senza diminuita stima per due artisti come Michela Murgia e Marcello Fois.
Credo anche che nessuno, io per primo, apprezzi molto le bacchettate didattiche che distribuisci nel difendere la Nuova Sardegna dalle critiche di schieramento: ciò avviene non solo negli articoli dedicati alla cultura, quindi puoi abbandonare l’indignazione e rasserenarti ad accettare le critiche sacrosante derivate a quest’ultima mossa della testata di Sassari.
Realista, immagino di potermene anche fregare di cosa apprezzi tu e conservare comunque il diritto di esprimere la mia.
Il fatto che tu chiami lo spettacolo nuorese “compiacenza tra mondo della cultura e business” dimostra che per te (e forse anche per Biolchini) quel pezzo è un pubbliredazionale, non una notizia che merita spazio, il che sarebbe come dire che i giornali non devono dare spazio all’Heineken Jammin’ festival perché è l’operazione di marketing di una birra, non importa se ci suona Bruce Springsteen.
La notizia merita uno spazio congruente con la sua dimensione.
Viva Fois, la Murgia e Bruce Springsteen.
Amen
I fans purtoppo 🙁
Ad una domanda si è risposto con una domanda, anche questo ci può stare, ma anzichè aspettare i diretti interessati o a provare ad interpretare i ragionamenti delle due parti, salta fuori la parola invidia che è il jolly sardo per dirimere i dubbi sull’ origine delle cose dei rapporti e delle relazioni. A questo mi riferivo con il termine sardo medio, anzichè discutere e ragionare per elevare le idee i concetti i ragionamenti e i rapporti si tronca sul nascere indicando l’invidia come motore e anche come giustificazione dei muri che si tirano su velocemente…
Non sono molto d’accordo con il “a lei si e a me no”, perchè se avessero fatto un giorno uno speciale anche di 10 pagine per promuovere l’evento nessuno avrebbe detto nulla, ma se tre giorni su quattro riscrivi sempre sulla stessa notizia, alla fine diventa minestra riscaldata e ti chiedi come mai. Come qualcuno ha fatto notare, l’Unione ha fatto la stessa cosa con il premio Alziator a Cagliari, e anche quella volta ci si è fatti la stessa domanda sul perchè.
Ora bisognerebbe invece chiedersi perchè, a fronte di una azione simile dove cambia il soggetto , se l’azione di denuncia è la medesima, si viene tacciati di invidia/bile/gelosia/tigna/capriccio ?
Correggo era il Tg3 non l’Unione
Qualche mese fa Biolchini aveva stigmatizzato la (spropositata) attenzione riservata dal Tg3 Sardegna al premio Alziator, proprio nell’edizione in cui a presiedere la giuria del premio c’era il redattore capo del Tg3 Sardegna. Ora l’attacco riguarda La Nuova Sardegna, ma ancora una volta non mi sembra ci sia nulla di personale. Il ragionamento è sul funzionamento della stampa in generale e di quella isolana in particolare. Una provocazione sacrosanta.
Sono una lettrice dei libri di Marcello Fois, di quelli di Michela e ormai Gavoi e’ diventato per me appuntamento fisso. Sono due autori che stanno dando ai lettori delle belle emozioni. Che abbiano lavorato a titolo gratuito, che abbiano dato vita ad un bel reading degno della loro bravura, che la stampa sia attenta nel dare risalto in fase di promozione e di recensione e’ cosa buona, giusta e doverosa. Ma perche’ negare che hanno una corsia preferenziale su quel quotidiano? Non e’ in discussione il valore della loro arte, ma trovo sempre antipatico chi si difende perche’ si sente offeso senza cercare di capire il cuore della critica, fa apparire un po’ presuntuosi…e se invece si valutasse l’oggetto al di la dei soggetti? Si tratta di un tema che Vito ha avuto il coraggio di affrontare partendo proprio da un fatto che coinvolge due professionisti da lui stimati. Il vero giornalista e’ colui che, nonostante la stima professionale o l’amicizia mette in risalto i fatti!
Leggendo tutti i commenti mi convinco di ciò che ho sospettato leggendo il post di Vito: lui ha ragione! Ha, come spesso gli accade, usato coraggio ed arguzia per stigmatizzare un episodio censurabile, ed ha fatto centro.
D’altronde, non direi che lo spessore culturale dei due “veicoli” etnologici sia tale da giustificare la stizza dei loro supporters, mentre direi che per loro, le critiche di uno come Vito potrebbero dare importanti indicazioni per il prosieguo della carriera, che mi auguro sia lunga e densa di successi, più sobri…
Et voilà, caro Biolchini: ecco cosa si capisce dal tuo brillante post.
Per uno che ha velleità di suscitare dibattiti alti, hai fatto proprio centro. Complimenti.
Giusto per curiosità, quelle tre pagine chi avrebbero materialmente danneggiato in quei 3 giorni? A chi è stato impropriamente tolto dello spazio? Almeno la si può smettere di fare dietrologia e si potrebbe parlare di cose concrete.
Ha danneggiato, il comportamento della Nuova Sardegna, le centinaia di poeti e romanzieri che scrivono e pubblicano ottimi lavori in lingua sarda e italiana e che non hanno “voce” nei due “grandi” giornali “sardi”, autori che da decenni vengono puntualmente esclusi da questi 2 quotidiani “sardi” venduti al padroncino italiano di turno (Berlusca-Zunk/Debenedetti).
Mi sorprende però che tu non l’abbia capito, da indipendentista novello progreSista, chi è rimasto danneggiato da quelle pagine. Ma lo capisci invece perfettamente, piuttosto non lo dici a voce alta come me perché non puoi/non vuoi (ma potresti/vorresti) metterti contro Michela Murgia, anche lei progreSista novellina, altrimenti i tuoi ProgRes/RegrRes ti intimerebbero l’espulsione, visto che la Murgia è schierata con loro e sperano attraverso il suo appoggio di diventare “adulti”
Caro Pierluigi senza cognome, ma con tanto livore, se ti fossi preso la briga di leggere il mio primo intervento, avresti avuto la possibilità di leggere la mia critica ai quotidiani sardi per il loro mero lavoro di cassa di risonanza per chi che ha già un seguito, perché li aiuta a vendere copie del quotidiano. Ho anche detto, non essendo obnubilato da paranoie complottiste (che andrebbero curate con l’aiuto di uno specialista) che fanno vedere il marcio ovunque, che questo deriva secondo me dalla scarsa qualità del lavoro giornalistico. Per diffondere quello che dici tu e che piacerebbe anche a me che fosse diffuso, quei giornalisti dovrebbero avere l’umiltà di lavorare ed informarsi un po’ di più, ma evidentemente preferiscono lavorare meno e portarsi comunque a casa la pagnotta. È anche un problema di scarsa concorrenza nell’ambito dell’informazione (ma vale anche per altri settori).
Però credo anche che sia molto comodo prendersela esclusivamente con i giornali, perché quegli autori che adesso vengono citati più spesso, prima si sono creati un certo seguito grazie alle loro abilità, e poi, proprio grazie a questa base di persone che apprezzavano il loro lavoro anche senza che apparissero sui giornali, i giornalisti si sono accorti di loro.
Sono principi basilari che purtroppo una mente codarda come Lei (che non si firma con nome e cognome e attacca chi lo fa) obnubilata dalle paranoie complottiste non è in grado di capire.
La cosa buffa è che tra non molto questo destino toccherà pure a Biolchini, perché è bravo e grazie alle sue capacità e all’acutezza di molte sue analisi le persone che lo seguono stanno aumentando di giorno in giorno. Presto raggiungeranno il numero necessario oltre il quale la pigra stampa sarda dovrà, soprattutto per calcoli economici, includerlo più spesso all’interno delle sue pagine… chissà a quanti bravi operatori culturali toglierà lo spazio il malefico (non ancora, solo olter una certa soglia di popolarità i paranoici livorosi mettono una certa persona al centro di qualche complotto) Biolchini.
Comunque la mia domanda, essendo piuttosto precisa, avrebbe voluto una risposta precisa: a quali precisi eventi culturali non è stato dato spazio per dare la notizia dei reading di Murgia e Fois?
Prego astenersi paranoici complottisti, grazie.
La risposta probabilmente è: a nessun altro evento culturale è stato TOLTO spazio. Non hanno buttato nessuno dalla torre, proprio perché è molto difficile salirci, su quella torre. Perché, se non hai amicizie nelle redazioni, a essere preso in considerazione come semplice “ipotesi” di attenzione giornalistica fai mille volte più fatica di chi invece le amicizie nelle redazioni ce le ha. Un complotto richiede intelligenza e malafede, qui invece c’è soltanto un modo molto superficiale e criticabile di fare i giornalisti e i giornali.
Certo, è quello che ho detto anche io, ma qualcuno di quelli che ha scritto indignato qua dentro conoscerà qualche evento che è stato ingiustamente snobbato.
A parte questo, secondo me sarebbe opportuno inserire un altro attore al circo tirato su (più dai livorosi commentatori che dal padrone del blog) in questa discussione: il MAN di Nuoro. Basta controllare sul sito della Nuova Sardegna, digitando nel motore di ricerca “MAN di Nuoro”. http://aoluniverse.ws/board/index.php?/topic/305-dexter/
Guardate quanto spazio gli dedica il giornale, con o senza Fois e la Murgia. Poi, certo, immagino che ai tanti livorosi benaltristi e (alcuni) complottisti ciò non importi niente in quanto il MAN non è una persona e non possono scaricargli addosso la loro bile, ma tant’è.
il link corretto è questo, pardon
http://ricerca.gelocal.it/lanuovasardegna?query=MAN+di+Nuoro&view=web_locali.La+Nuova+Sardegna
Il Man non è una persona? Neghi questa evidenza? COMPLOTTO!
E’ MIO CUGGINO!
http://www.youtube.com/watch?v=wiWu7Csn2HY&feature=fvwrel
… ricordiamoci che Murgia sarda pubblica con case editrici NON sarde. Ecco, alla faccia del suo interesse per la cultura sarda.
Ignoranza a palla, vedo.
La Murgia ha pubblicato anche per Cuec e per Arcadia, case editrici sardissime. Ma se anche non lo avesse mai fatto, in che modo questo sarebbe un argomento nella discussione?
Marialuisa, TI PREGO.
Non entro nel merito della questione Murgia vs Biolchini, però non posso mandare giù frasi come la tua! L’intellettuale sardo deve solo parlare e scrivere in sardo di cose sarde? Ma possibile che non possiamo uscire da questo sterile tunnel?
Interessantissima questa discussione.
Vera compilation di luoghi comuni sull’argomento “come gira il mondo”.
Qualcuno (questi signori del vino …) ha capito che per attirare l’attenzione ed ottenere visibilità bisogna fornire elementi di interesse veri e chiaramente percepibili a chi governa gli spazi (sui media) e può proporli al grande pubblico.
Lo ha fatto ed ha fatto centro.
Ergo, è porco e ladro. Oppure ha pagato.
Sospetto che sotto sotto ci sia Berlusconi.
e meno male che siete amici.
Ah, l’invidia…
Ma se, al posto di lasciar scatenare le reciproche tifoserie, provaste a telefonarvi, non sarebbe meglio?
Discorsi da litro e mezzo, caro Vito!
Solo un geniaccio come te poteva scrivere: La Nuova Sardegna in stato di ebbrezza!
Triste constatare che la signora Murgia non abbia capito che la critica era alla Nuova Sardegna e non al duo in questione!
Le si chiedeva solo di commentare, considerato il suo recente interessamento al giornalismo, tanto spazio ad un semplice reading!
Tanto sforzo per un reading???
Un’offesa per chi fa quel mestiere sul serio.
La signora Murgia ultimamente soffre della sindrome di dio.
Chiunque le muova una critica è invidioso. Un modo bieco per aggirare gli ostacoli. Pessima.
Risponda alla domanda, piuttosto. Ma non una risposta per i suoi ultrà scatenati, ma in un dibattito aperto, tra persone intelligenti, che sanno scindere, tra una critica ad un giornale poco democratico e un’accusa alla persona.
Il commento soprastante è l’esempio del livello di contributo che può venire fuori da un articolo come quello di Biolchini: veleno con rigurgiti di cistifellea.
Astiosa Dorotea, la domanda di Biolchini era rivolta a Michela Murgia, non alla Nuova Sardegna. E non era una semplice domanda, ma il sottinteso che dietro lo spazio a suo parere eccessivo che viene concesso a Murgia e a Fois ci sia nientemeno che un disegno per avvantaggiare certuni e danneggiare certi altri. Magari fosse una critica: è una insinuazione complottista, e anche piuttosto cattiva.
Chi dovrebbe avvantaggiarsi da 30 righe di reading sulla Nuova Sardegna? Me lo vedo bene il premio Campiello che apre la Nuova Sardegna, scopre che ci sono 30 righe del suo reading della sera prima ed eclama: “grazie Nuova Sardegna, oggi sì che svolto!” Ma po prexeri.
La questione evidente è che per l’accecato Biolchini la notizia è il “semplice reading”, mentre per chi ha organizzato la pagina la notizia è che imprenditoria e cultura fanno rete. Questione di orizzonti, immagino.
Quindi la cultura senza imprenditoria deve sacrificare lo spazio che le competerebbe ?
Questo viene fuori dagli orizzonti che indichi, il problema non è che venga giustamente dedicato spazio, ma che se ne dedichi troppo e se ne tolga alle restanti voci culturali senza imprenditori di accompagnamento.
Muttly, avresti ragione se Biolchini avesse scritto “cara Nuova Sardegna, oggi e ieri, mentre tu dedicavi 3 pagine al reading Murgia/Fois, in Sardegna di culturale succedeva questo e questo e questo, ma tu non ne davi notizia”. Allora staremmo parlando di cose concrete, di spazi limitati, di rilevanze e di scelte giornalistiche e opportunistiche. Ma se la questione è posta con un “cara Michela, credi sia giusto che ti diano da mesi tanto sproporzionato spazio”, direi che il livello del discorso si abbassa di parecchio, non ti pare?
Ti rispondo ni, perchè se fanno tre pagine sul nuovo libro di Michela Murgia sono più che giustificate, ma se sono su un accompagnamento ad attività imprenditoriale si rischia di ottenere due effetti a mio modesto parere.
La prima è di far diventare la produzione di una scrittrice come una etichetta da associare ad un prodotto anche se sardo, la seconda è che sorga il dubbio che ci siano pagine da riempire e si stiracchiano le notizie per più giorni.
Nessuna delle due mi piace, sopratutto la prima visto che Michela Murgia la leggo con molto piacere, la Nuova no.
Ti avrei invece risposto si, se la domanda di Biolchini fosse posta nei termini che hai scritto, ma la domanda è “a chi giova e chi danneggia questa sovraesposizione”, non se sia giusto o meno, quindi la considero ancora lecita.
Poi possiamo entrambi aver interpretato male, vediamo come evolve la questione.
Muttly, questo discorso non potrebbe mai riguardare autori che prendono la parola in pubblico solo quando c’è in lancio un loro libro e c’è da dedicarsi a una onesta attività di autopromozione. Quegli scrittori hanno fatto una scelta precisa: si occupano della loro attività letteraria e lasciano perdere tutto il resto.
Murgia e Fois hanno un profilo diverso, molto più politico e sociale, e questo determina un livello di esposizione che non è equiparabile a quello di chi apre bocca solo per vendere i suoi libri. La schizofrenia incomprensibile è che ci lamentiamo di continuo che gli intellettuali non intervengono sulla vita, poi quando intervengono sulla vita preferiremmo che aprissero bocca solo per parlare dei loro libri.
Aspetta, io non mi lamento affatto degli autori/intellettuali che intervengono su cose fuori dalle loro opere, anche se fosse ogni giorno, ma vorrei che fosse su argomenti diversi !
Se la notizia viene ripresa per più giorni, diventa minestra riscaldata, ma la colpa mica è di Murgia/Fois/chiunque , è il giornale che stiracchia la notizia.
Ecco cosa mi ricorda!!!
Il premio Alziator!
Certo che se astiosi sono gli altri, a detta di Carmina… Carmina invece cos’è?
Di cosa ti stai lamentando, Vito, se anche tu come Gesù Cristo sei in cielo, in terra e in ogni luogo?
Dirigi una radio e hai una seguitissima trasmissione quotidiana, fai spettacoli ogni due per tre, se fanno un convegno ti invitano a moderarlo, se esce un libro ti chiamano a presentarlo e per tutto quello che non fai a tempo a dire negli altri posti ti sei pure aperto un blog! Uno potrebbe dire, parafrasando Arthemalle: “cunnèmammasua, ma c’è solo Biolchini nell’universo mondo di Cagliari?” Le risposte che si potrebbero dare sono due:
1) Biolchini quello spazio se lo è costruito/guadagnato.
2) C’è un oscuro complotto masso-pluto-giudaico per danneggiare tutti quelli che non sono Biolchini. Chi guadagna e chi si vuole danneggiare con l’invitare sempre Biolchini?
Sostituisci la variabile “Biolchini” con la variabile “Murgia/Fois”, scegli la seconda ipotesi, cioè la più risibile, ed ecco il post del primo maggio del tuo blog.
Ma andare al mare a mangiare faixedda non era meglio di questa triste prova di bile?
Io volevo scrivere qualcosa in questo blog, ma dopo questo non ho nulla da ggiungere.
ah, ma ancora non l’avete capito che stiamo parlando della RISONANZA MEDIATICA che hanno le iniziative dei soliti noti operatori culturali? E leggeteli bene, i post
Per me le variabili sono insostituibili, anche perché mi bastano “Il caso spyder Boys” e “L’estate numero 10” per sbaragliare “Accabadora” e tutta la produzione di Fois, ma tant’è, de gustibus non est disputandum.
E poi,dai! chiamiamo qualche agronomo e qualche antropologo a spiegarci l’importanza della tradizionale produzione vitivinicola autoctona e magari qualche volto nuovo che arricchisca questo tipo di incontri e non esclusivamente i soliti personaggi. Tanto i giornali non ne parlerebbero.
come dimenticarci, in quest’elegia patriottico-enologica, il celebre omaggio al cannonau fatto dai Kenze Neke. l’unità, nello spirito di vino
“Viva su binu de sa Sardigna
sos frores e s’abba de sas funtanas,
deo cando buffo de custu binu
m’intendo in coro, m’intendo in coro
chi sardu so!
una cuppa de cannonau
si dda buffamos si dda buffamos
una cuppa de cannonau
si dda buffamos in d-una kida
coconnya
no ti ke finas no ti ke finas
coconnya
no ti ke finas no no “
Beh almeno riportalo esatto, in logudorese, il testo della canzone…”Si dda buffamoso…..” ma che scrivi?!?!?!?!? ah ah ah ah ah ah ah ah ah
è lo spirito unitario della lingua, Aldino! 😉 quello che contraddistingue il reading della Murgia e anche te, mi sembra…
prosit!
Caspita, a leggere alcuni commenti sembra che il Piero-pensiero stia spopolando
¿piero?
la risposta della Murgia sul suo blog dà solo ragione a Biolchini!
purtroppo credo che vito descriva una situazione reale. è una situazione che si verifica anche a livello nazionale, basta guardare le pagine “cultura e spettacolo” di un giornale (per altri versi ottimo) come la repubblica, dove alla fine ci sono sempre gli stessi, qualsiasi cosa facciano, qualsiasi argomenti si tratti. certo, a far notare certe cose il rischio è di passare per un invidioso/rancoroso/paranoico, come lo splendido personaggio di castellitto nel film “caterina va in città” di virzì, quello che si sentiva escluso da tutto e se la prendeva con le “conventicole”. comunque michela murgia risponde piuttosto stizzita nel suo blog. invece sono d’accordo con chi dice che la critica va rivolta soprattutto ai giornalisti.
michela murgia in effetti nel suo blog non risponde all’obiezione di vito in modo pertinente , perché non considera per niente la quantità di validi intellettuali e artisti sardi che lavorano nell’ombra senza la doverosa attenzione dei giornalisti; la murgia sceglie di confrontarsi con marcocarta e giorgiapalmas …è evidente che le piace vincere facile!
E cosa avrebbe potuto rispondere? qualcosa di diverso? Naaa…praticamente si sarebbe trattato di un paradosso.
Scusate ma esco fuoritema: chi non ricorda questo fantasmagorico articolo della repubblica smontato da Vito come solo lui sa fare. Mi permetto di rilinkarlo:
http://viaggi.repubblica.it/articolo/una-cagliari-tutta-arte-e-caff/222431
Mi sono veramente fatto delle grasse risate e solo adesso visto che non avevo letto il post di Vito in cui lo si menzionava a suo tempo.
…ora li chiamano reading, ma di solito questi pezzi da chi lavora nei giornali vengono chiamati in un altro modo. Bravo Vito, e bravo pure Luca. In tutta questa poesia, regalataci da questa élite di spiriti nobili a suon di acini che si spaccano sotto i piedi come olive caramellate, nessuno si è ricordato di citare lo studio commissionato da Renato Soru e Nerina Dirindin alle Asl sulle dipendenze in Sardegna che aveva segnalato nel 2008 come un quarto dei sardi fosse “andato incontro a episodi di intossicazione acuta (“ubriacature”) già all’età di 15 anni”, così come non è molto poetico sapere che l’alcolismo (da vino e da birra) è tristemente in crescita soprattutto tra le donne.
I giornali non sono fatti per essere acquistati dai lettori come veicolo di informazioni, ma piuttosto per vendere i lettori agli inserzionisti pubblicitari (oltre a essere uno strumento egemonico in mano a chi li controlla, of course).
Michela Murgia e Marcello Fois vengono considerati dalla Nuova come delle risorse in qualche modo “interne” e vengono spesi per conqistare quelle copie in più che consentono di accrescere gli introiti.
Pura logica del capitale applicata alla “libera” stampa.
Non credo che di questo debbano rispondere i due autori (che sono perfettamente consapevoli di questi meccanismi), quanto la Nuova, chi la dirige e chi ne controlla la linea editoriale e politica.
In questo caso, comunque, la notizia c’era. Come detto dalla stessa Michela, consiste nell’evenienza – piuttosto rara, a prender per buono il topos dei sardi eternamente mal unidos – di alcune imprese che anziché farsi la guerra e sabotarsi a vicenda si consorziano per far valere in termini commerciali e promozionali la forza della comunione di intenti. Per altro in un settore particolare come la produzione viti-vinicola, che ha evidenti connotazioni culturali e collegamenti con altri settori economici.
In generale, comunque, il rilievo di Vito Biolchini sui limiti e sulla mancanza di apertura e coraggio delle redazioni e delle direzioni è piuttosto vero.
se un giornale dà notizia solo delle attività di alcuni (i soliti ) e non di tutte quelle che meritano attenzione non sta smentendo la diceria dei sardi “mal unidos”, anzi la conferma
Omar, sposo completamente la tua lettura, che mi pare la più equilibrata.
Aggiungo solo che, a mio avviso, Biolchini avrebbe potuto dare la sua controprogrammazione culturale per quei giorni, dicendo cosa avrebbe pubblicato lui, in luogo di quelle pagine sul reading.
Sennò dire che lo spazio è troppo e che si poteva parlare di altre cose è il solito benaltrismo da Bar Sport.
Iroso ?? Incazzoso ?? O forse solo: “invidioso”.
Io c’ero al Man e lei ??
Cosa sa, signor Biolchini, del progetto di cui fa parte quel reading oltre al suo sospetto che sia un redazionale vestito da altro ??
Proprio vero che fare qualcosa di nuovo, originale, ben curato e ben preparato, in Sardegna si rischia sempre qualcosa.
Speriamo che le Cantine che hanno promosso il progetto se ne freghino delle sue censure e promuovano con la stessa efficacia le loro iniziative.
Prosit
Ci sono fior di iniziative, furtto di impegno, sacrificio e lavoro di molte persone, che non hanno la pubblicità che meriterebbero. La Murgia sta diventando come il prezzemolo e chiunque si permette di obiettare viene tacciato di ogni male. Che la Nuova abbia dedicato fiumi di parole a un evento solo perché ha partecipato lei è semplicemente ridicolo. Vito, sei un grande e molto coraggioso.
Escludo che il reading “Storie di Vite”, per il quale ho lavorato a titolo gratuito, possa essere mai rappresentato durante il Festival di Gavoi. Non so da chi derivi tale notizia, ma posso garantire che non corrisponde al vero.
Marcello Fois
Caro Vito, la questione è molto semplice: i due scrittori hanno ormai un notevole seguito di lettori e costituiscono un’attrattiva non indifferente qualsiasi cosa facciano. Mi pare però un po’ ingenuo da parte tua non riconoscere che entrambi siano a capo di alcune consorterie intellettuali, élites che hanno il sostegno di determinati giornalisti. Del resto mi pare che tutto ciò rientri nella normalità delle logiche dell’industria culturale nostrana ( Bianciardi docet). Non amo particolarmente la Murgia e trovo, per certi versi, manierato Fois. Quello che continua a stupirmi, che trovo ingiustificato e talvolta deprecabile è che questi scrittori siano diventati dei tuttologi, opinionisti dell’ultim’ora, ospiti e bestioline da salotto o curatori di rubriche televisive di 5 minuti in cui vomitare luoghi comuni su qualsivoglia tematica (l’apice del climax lo ha raggiunto senza dubbio Soriga ospite di Barbareschi). E, intendiamoci, qui non stiamo parlando di Sciascia o Moravia ma di onesti mestieranti che forse si sono montati un poco la testa anche a ragione di troppe attenzioni mediatiche. Al che mi domando ma se uno scrittore dello spessore intellettuale di Sergio Atzeni fosse ancora in vita come si rapporterebbe all’odierno milieu culturale e alle sue dinamiche ?
Condivido pienamente l’interpretazione di Luca e anche il suo dubbio finale, con la sensazione, tuttavia, che non sia così inevitabile (oggi come sempre, da che mondo è mondo) che un intellettuale faccia comunella con le élite dotate di un certo potere. Atzeni non lo fece a suo tempo, difficile aspettarsi che oggi si comporterebbe diversamente.
Mmm, ni. Un po’ sono d’accordo e un po’ no. Nel senso che sono d’accordo con il fatto che gli operatori culturali debbano sputare sangue per ritagliarsi uno spazio sulle pagine dei quotidiani e ciò non va bene. I motivi di questo spazio mi sembrano molto terra terra e sono sempre i soliti: i due hanno un seguito di affezionati che comprano copie dei giornali per il fatto che ci siano dei loro interventi. A quei giornali manca il coraggio di osare e le pagine culturali, e non solo, fanno da megafono a chi la voce ce l’ha già.
A Fois e Murgia si deve dare atto del fatto che sono stati in grado di far sentire la loro voce grazie alle loro capacità… la Nuova Sardegna sfrutta questo fatto per vendere copie, il che non è un reato, anzi, ben venga. Però non è esattamente questo quello che dovrebbe fare un giornalista capace… quella visibilità potrebbe essere sfruttata per promuovere anche altri eventi culturali nella stessa pagina, ossia invece di una intera ne potrebbe bastare mezza, dedicando l’altra metà per dare voce a chi ancora non ce l’ha o l’ha molto flebile.
Il solito baraccone fieristico, non importa cosa dici e come lo dici. L’importante è vendere vino, giornali scrittori..
forse si tratta più prosaicamente di una promozione “molto elegante” di un settore
produttivo importante, o no?
Se così fosse, forse non vale la pena prendersela tanto…
comunque sono d’accordo con la signora Murgia quando ci consiglia di abbinare
i vini agli amici e non ai piatti… e prosit…
La Murgia ha sposato la tesi: chi non è con me è contro di me.