Cinquemila candidati per sedici posti al Comune di Cagliari: nessun commento. Le prove si stanno tenendo in questi giorni. Ogni mattina a “Buongiorno Cagliari” mi arrivano tanti sms di persone che ritengono che i posti siano già stati assegnati, in quota a questo o a quel politico (cinque a me, cinque a te…). Questo è il racconto che mi ha inviato il mio amico F. Altri contributi sono graditi.
Per una manciata di minuti ho evitato la “fantozziana” corsa al parcheggio e, in effetti, da presto in strada, un po’ “sfigatello” mi son sentito. Ennesimo concorso, ennesimo carico nervoso, ennesima perdita di tempo… Però, in fondo, sempre meglio tentare.
Alle 8 siamo già in tanti seduti sui muretti del vialetto posteriore, un viavai di saluti, risate, sorrisi ma anche di solitarie ed assonnate figure che ridacchiano sistemandosi le cuffiette stereo (ascolteranno quei due di Radio Press?). Una quarantina di minuti dopo siamo distribuiti su varie file per il riconoscimento rituale e la consegna della scheda a lettura ottica (ah, la tecnologia!) e, altrettanti minuti dopo, seduti dentro un’agghiacciante “sala congressi” abbruttita da pilastroni bianchi e ventole al soffitto, ovviamente accese. E pensare che una volta c’erano uno zoo, una discoteca e una tv privata nello stesso complesso!
Dopo l’estrazione dei quesiti (busta n. 3!) viene comunicato che occorrerà un pò di tempo per stampare i fogli da distribuire e, allora, con un mugugno all’unisono tutti si rilassano, sfruttando il piccolo limbo appena iniziato dentro quel non luogo per scambiare due parole coi vicini “di sedia”: ventenni, trentenni, quarantenni e qualche cinquantenne che disciplinatamente contengono la voce e siedono composti, intenti a condividere qualche impressione o notizia.
Le “ragazze” che ho davanti parlano di lavoro: entrambe alle dipendenze di studi privati, entrambe sulla quarantina e con figli adulti mettono in guardia un’altra ragazza più giovane dal programmare una gravidanza senza un contratto blindato perchè son situazioni sgradite ai capi “che poi ti rendono la vita impossibile per costringerti a licenziarti”.
Un ragazzo nella fila alla mia destra racconta che stava facendo un cantiere regionale ma poi “spaciau su dinai, spaciau totu!”, mentre riconosco un ex promotore immobiliare, un conoscente precario alle medie, una barista e un amico ragioniere (bravissimo, che lavora in nero da 3 anni). Sull’altro lato due tizi parlano di un call center nel quale entrambi hanno lavorato, con un’espressività tutt’altro che rassicurante e dietro di me sento qualcuno che elenca i concorsi “tentati” quest’anno, compreso uno al Comune di Sinnai per un posto: “C’era un casino di gente, un delirio disorganizzativo, figura-tì!”.
Quasi mille persone, quasi mille storie che prendono vita in un enorme seminterrato in un momento di reale condivisione, senza maschere, titoli o cognomi a far da barriera, accomunate principalmente da un mantra: 16 posti (6 riservati), figurati se…
Tutti tentano, nessuno ci crede, qualcuno ci spera e pochi son sicuri.
Intanto, in via Sonnino…
Roglio al concorso per 3 POSTI DI ISTRUTTORE DIRETTIVO DI POLIZIA MUNICIPALE:
http://www.comune.cagliari.it/japscares/cms/documents/BandoPoliziaMunicipoale2010_DeterminaApprovazioneGraduatoriaPreselezione_SospensioneConcorso.pdf
I ricorsi al TAR sono stati presentati da due candidati che non hanno il titolo di studio richiesto (la laurea), ma che hanno dalla loro la legge vigente che prevede, per gli interni, la possibilità di partecipare con il titolo di studio inferiore ai concorsi per la categoria D.
Dal 1° gennaio la legge cambierà e non ci sarà più tale possibilità.
Gli scenari che si aprono sono molteplici. Molti interni non hanno presentato la domanda di ammissione al concorso perchè non avevano la laurea e qualcuno potrebbe chiedere la riapertura dei termini del bando. Insomma… lavoro per gli avvocati.
Ne vedremo delle belle.
Scusate ma la Brundu che firma come dirigente ha già passato il concorso o è una anticipazione?
Non ho certezze, ci mancherebbe. Però date le modalità con le quali si è svolto questo inizio di concorso e dati i nomi noti legali al PDL che ci sono in lista (n°5, n°19, n°24, per fare solo 3 esempi) qualche sospetto mi viene.
legati al PDL intendevo dire.
Anche il n° 8
Anche il n° 14.
Posso credere a chi mi dice “ero precario da anni e hanno fatto un conoscorso per me”. Gli direi che è stato fortunato, perchè non a tutti capita e quando capita io sinceramente non ho nulla da dire, anzi ritengo che per certi versi sia giusto.
Posso credere (con forte riserva) a chi mi dice che in un concorso si è piazzato prima di un super-accozzato (probabilmente non molto sveglio, dato che avendo sicuramente un’indicazione con le domande d’esame è riuscito a farsi superare!) ed è stato assunto perchè è stata ampliata la graduatoria per farci rientrare questa persona.
Inizio ad avere qualche dubbio su chi mi dice che ha vinto un concorso pubblico senza accozzi, senza aver mai messo piede come precario in quella Pubblica Amministrazione… Magari il concorso lo avete dato tanti anni fa, quando qualche posto per i “non accozzati” avanzava.
Allo stato attuale delle cose, ritengo che sia quasi impossibile vincere un concorso senza uno dei requisiti da me citati.
uno dei sicuri vincitori è il quinto in graduatoria, portaborse in consiglio regionale e molto vicino all’attuale amministrazione.
Sic transit gloria mundi.. da che mondo e mondo i vari detentori del potere per essere ricordati e per farsi ricordare lasciano, ad imperituro ricordo, qualche segnale del loro passaggio … dunque cosa meglio, tra le altre cose, che lasciare un fedele e valoroso scudiero, di risulta, nei ranghi dell’istituzione financo servita, che ne magnifichi le glorie e serva servendo….non si sa mai. Il discorso ovviamente è bipartizan.
bello leggere alcune storie di onestà e di lavoro acquisito per merito… la mia esperienza è una sola, nel senso, di un solo concorso pubblico, e mai più. concorso ASL, per accedere ai corsi che dopo due anni avrebbero dato il titolo per lavorare, lontano 1994 – 95 forse… ci credevo, avevo studiato, mi ero preparata… ma arrivo lì e i test d’ingresso sono di cultura generale, logica-matematica, letteratura, e già mi puzza.
poi incontro per puro caso un conoscente che fa parte della commissione, e che, senza avergli chiesto niente mi dice “mi dispiace, ma non posso far niente, gli altri della commissione ci sono da più tempo di me o contano più di me, non credo di riuscire ad infilarti”.
ripeto, visto per caso, e non avevo chiesto niente. faccio il test, ma molto meno motivata di quando sono arrivata. e ovviamente, non ho mai avuto accesso a quel corso, ma se mi guardo intorno, tra le persone che conoscevo e che l’avevano fatto con me, so bene di chi è passato, chi sono i genitori o i parenti.
Negativa? forse, ma con orgoglio, da quel giorno in poi, i soldi delle raccomandate e dei bolli me li sono spesi come pareva e piaceva a me, e lavoro lo stesso.
certo, non con il 27 pagato e puntuale, ma va bene così. come si dice, burriccu sardu…
Sono ben contento che le cose possano avere esiti felici e percorsi palesamente “limpidi”, come state testimoniando in questo piccolo spazio che Vito mette a disposizione. Vi ringrazio davvero per queste testimonianze sincere e ben descritte, dalle qualei traspare un vissuto e non una storia distaccata.
Sono, però, i vostri casi…sicuramente “eccezionali” (con tutte le migliori accezioni del termine)…
Anch’io ho lavorato per anni nella “pubblica amministrazione” (minuscolo apposta), tanti davvero e sempre a contratto, sottopagato e spesso maltrattato. Ma ho sempre “assorbito” tutto guardando avanti perchè contento del lavoro che facevo, ben più di quello che mi era chiesto e, soprattutto, felice di farlo. Nel frattempo: concorsi. Tralasciando quelli in amministrazioni “altre”, diciamo che quelli nel settore erano vere e proprie barzellette! Mi divertivo a fare il “toto-concorso” e, a tipu Mago Othelma, indovinavo il vincitore appena veniva pubblicato il bando (ho testimoni). Ma provavo lo stesso…dopo un pò mi accorsi che tra i primi 10 almeno 6 nomi erano sempre gli stessi. Coincidenze? O qualcuno voleva essere sicurissimo e, addirittura, scegliersi il posto? “vabbè insistiamo”, mi dicevo. E insistevo davvero, talmente convinto che mi sentii dire da una persona importante: “non fare domanda per questo concorso perchè è per XXXX e, siccome lo so che sei bravo, potresti incasinarci tutto.”. Ed io, scemo e timoroso di non avere il rinnovo del contratto, desistetti. Nei concorsi successivi cominciai a vedere fior fior di incapaci totali (ci lavoravo assieme) ottenere punteggi strepitosi ed aggiudicarsi succulenti contratti a tempo determinato, basi poderose per i “miracoli” successivi. Non ero invidioso, io credevo davvero nel mio massimo impegno e nelle mie capacità, ma ero troppo ingenuo per capire un meccanismo/gioco troppo grande. Col passare degli anni e dei concorsi tentati, sempre più competente, formato, produttivo e (spero) apprezzato cominciai a vedere contratti ormai ridicoli (3 mesi, 1 mese) e subire una vera e propria “emarginazione”, perchè i miracoli stavano arrivando davvero: tempo determinato che diventavano indeterminato per magia, vincite clamorose (quanto già ampiamente intuite) di concorsi, per poi cambiare destinazione di assegnazione (evidentemente si vuole addirittura evitare un posto dove si lavora troppo), per poi arrivare alle stabilizzazioni: manco Valentino in persona avrebbe cucito un abito così bene. Ultimi arrivati, primi stabilizzati! E per me, fine di qualsiasi contratto dopo tanti anni, con l’amarezza di sentirmi dire, al momento della firma dell’ultimo assegnatomi: “sei venuto per nulla, non c’è nessun contratto da firmare…hanno cambiato idea” (raccontato in maniera molto edulcorata).
Bilancio personale: MAI un giorno di ferie vere, MAI un giorno di malattia vera, regole che cambiano a seconda degli interessati…SEMPRE dato il massimo.
Tornando a bomba mi pongo una domanda: ho mai avuto qualche minima possibilità di vincere qualche concorso? Risposta: NO. Ho fatto bene a prepararmi, a studiare e a provare, ma solo per rendermi conto personalmente di un mondo che non è un luogo comune, e potermi permettere il lusso di dire: “i posti sono già assegnati e fanno i bandi in funzione di ciò”. E, purtroppo, non si tratta di persone capaci (almeno quello) ma di incapaci accozzati.
Non sarà sempre e ovunque così ma è quello di cui sono profondamente convinto perchè “seu scramentau”.
F.
Condivido con Graziella (con cui tantissimi anni fa ho anche studiato) e con Marisa lo stesso percorso verso il posto fisso in una Amministrazione Pubblica. A me è andata un po’ meglio di quanto non sia andata a loro due: concorso per 2 posti in un Ministero – Regione Sardegna, sono stato l’unico vincitore (non accozzato). Mi ci ha spinto mia madre, durante i colloqui successivi alle sue sedute di chemio: non ci potevo credere ma ho provato che (certo non sempre) quello che vuoi intensamente riesci a raggiungerlo. Certo sembra difficile (e facile raccontarlo e dare consigli quando, ormai, sei già sulla poltrona) ma bisogna comunque crederci, combattendo se si presenta la necessità le ingiustizie e l’illegittimità. Come scrive Graziella “sono mondi eguali a tutti gli altri mondi che conosciamo: famiglia, lavoro privato, rapporti di amicizia…
sono fatti di persone.
ed allora, quello che vorrei dire in base alla mia esperienza è che non solo i concorsi ma anche il lavoro che si vuole, le amicizie che si vogliono, la realtà che si vuole si può conquistare.
quello che non possiamo ottenere è che siano gli altri a regalarci la realtà che vogliamo.
siamo noi che dobbiamo desiderarla e che dobbiamo fare le azioni che ci portano ad ottenerla”.
Anche io ci credo.
Io devo ringraziare un accozzato se oggi lavoro in un posto pubblico.
Era il primo concorso che facevo, ma già lavoravo a percentuale (sigh!) in uno studio di progettazione. Diciottesimo alla preselezione su 4000 partecipanti, con 60 posti utili per accedere al corso-concorso per l’assunzione di 30 persone. Come per magia i 60 posti diventano 110 e vengono ripescati concorrenti classificati anche al millesimo posto. Ma la percentuale è ancora buona: uno su quattro può farcela. Poi il corso e le prove concorsuali e, guarda un po’, tra i primi assunti i “ripescati”. Ma la graduatoria dura tre anni e si vocifera che andrà ad esaurimento. Poi però il tempo passa e la speranza si affievolisce. Ma a due mesi dalla scadenza della graduatoria vengo chiamato per l’assunzione. Attraverso una serie di cose che non sto a dirvi, io e i miei colleghi riusciamo a capire che siamo stati assunti perchè, ad essere assunto, doveva essere l’ultimo in graduatoria; non solo per questo naturalmente, ma soprattutto per questo.
Grazie o Accozzato, ti sono debitore; sei sempre nelle mie preghiere.
Come Graziella anche io vorrei raccontare il mio pessimismo e la mia testardaggine per quanto riguardava i concorsi.
Lavoro da piccolissima ma la fissa della mia famiglia di origine era il posto SICURO.
Mi facevano due scatole così.. per incitarmi sempre a fare concorsi pubblici, io che lavoravo nel privato, ero e sono tuttora ribelle alle ingiustizie, sempre nella mia vita ho dovuto lottare per il mobbing che, allora si chiamava in italiano”carognata”
Nei posti privati dove ho lavorato non riuscivo a stare zitta davanti ad ingiustizie assurde e per questo ero nell’occhio del ciclone, per tutelarmi facevo sindacato ed il sindacato nel privato oih oih oih…..era qualcosa di assurdo!! Mi trasferivano da una sede all’altra per farmi scoppiare, ma io ho sempre resistito sino a che diventata delegata aziendale, non poterono più trasferirmi…….ma …mi controllavano sempre pronti a trovarmi in torto.
Giammai.
Partecipavo ai concorsi ma solo per accontentare i miei, ma non studiavo mai, passavo gli scritti ma agli orali venivo sbattuta fuori.
Venne bandito un concorso (tuttora sono dipendente pubblica) ed allora l’età massima consentita per partecipare ai concorsi erano i 31 anni…non avrei avuto altre opportunità, un mio fratello che aveva vinto un concorso all’XXX (veramente vinto!!!! dopo essere stato preso in giro ed aver vinto un altro concorso ….di accozzati dove il suo posto sparì….) mi esortava a studiare per farcela…noi che siamo figli di nessuno mi diceva dobbiamo contare solo sulle nostre forze…guarda io ce l’ho fatta …ripeteva.
Perchè mi misi a studiare? Perchè questo mio fratello giovanissimo improvvisamente morì e sempre mi martellava la sua voce che mi diceva che potevo farcela, bastava volerlo.
Studiai pensando a lui, eravamo migliaia e dovevano assumere poche persone: 37 .
Pensavo …….sto perdendo tempo, famiglia da guardare ed io che non ci credo ..lo faccio lo stesso questo concorso…sono proprio masochista.
Sugli scritti non avevo problemi ..mai li avevo avuti, agli orali ….spaccai tutto, mi meritavo il 10 viste le interrogazioni degli altri ……ma presi 8,75…e ricorderò sempre questo ragazzo familiare di un’altra concorrente affianco a me, che disse quando misero il tabellone del giorno: cavolo, si vede che non sei accozzata, la tua interrogazione era da 10 ma hai preso 8.75.
Ce la feci….ma non fui tra i vincitori…quando mai…tra gli idonei perchè arrivai 69^ ma ce la feci.
Non sapevo allora che avrebbero assunto tutti gli idonei e partecipai ad un altro concorso dove addirittura arrivai seconda per quanto riguardava gli scritti, ma agli orali si vedeva chiaramente che volevano farmi fuori. Fui tra i vincitori quarantesima su quarantacinque….ma quel voto sull’orale mi aveva proprio umiliato, ma era altissimo lo scritto e lì non c’era proprio storia. Ce la feci, iniziai a lavorare dove sono adesso e dopo qualche mese mi chiamarono nel Ministero ma rimasi al mio primo posto pubblico.
Ricordo chiaramente i concorsi e viste le interrogazioni ed i voti capisco chiaramente chi era accozzata, e ce n’erano ve lo assicuro….interrogazioni da schifo paragonate quasi al mio voto sottovalutato.
Ma dovevano essere proprio superiori le mie interrogazioni se riuscii a spuntarla in tutte due i concorsi…….
Certo che ci riuscii…..ma la mia vittoria era tante volte superiore alla loro perchè ho studiato e per giunta ho dovuto anche lottare per riuscire ad aver un posto dietro quelle sgallettate accozzate.
Il primo giorno di lavoro nel settore pubblico …una mi chiede visto il mio cognome (cognome diffusissimo in Sardegna) ma sei parenti di…….?? era il massimo quel cognome in quel posto…quell’anno…
No bella………. un pugno simbolico glielo avrei dato……..visto quel che avevo passato!!!
Questa è la mia esperienza!!
Caro Vito, non mi ero ancora ripresa dalla serata di ieri nella quale uno scrittore simpatico ma estremamente triste ha voluto condividere con i presenti la sua personale visione pessimistica del mondo del lavoro che stamane trovo questo tuo post sempre sullo stesso tema.
Premetto che comprendo benissimo lo stato d’animo di chi scrive.
lo comprendo per esperienza personale.
quella stessa esperienza personale che mi ha permesso di vincere non uno ma più di un concorso pubblico, di lavorare in una pubblica amministrazione (con un contratto a tempo indeterminato) e poi, passata “dall’altra parte” anche fare parte di commissioni “giudicatrici”.
ed allora forse può essere utile portare un punto di vista diverso anche per coloro che nonostante tutto ci vogliono provare ad avere un posto pubblico.
tutto inizia il 30 dicembre 1994 giorno in cui mi presento al lavoro per prendere servizio presso una pubblica amministrazione. era il mio primo giorno di lavoro. ed ancora non ci credevo. solo il giorno prima avevo sostenuto l’orale ed avevo saputo di aver vinto il concorso. era stato tutto molto rapido. a maggio dello stesso anno il mio compagno si presentò a casa con il testo di una gazzetta ufficiale. “c’è questo concorso per tre posti. che ne dici? ” rispondo che non ci credo, che i posti sono già assegnati…quello che pensano tutti. ma comunque faccio la domanda.
di domande ne vengono presentate oltre duemila. comincio a studiare per le prove preselettive. avevo già partecipato ad altri concorsi. ero stata anche a Roma. ero andata a “tentarli”. nel senso che non avevo studiato. ed infatti non li avevo passati.
ma questa volta era diverso. volevo lavorare. volevo entrare in una pubblica amministrazione. avevo già fatto un’esperienza di stage e mi era piaciuta l’esperienza.
ed allora ho deciso di studiare seriamente. non che ci credessi fino in fondo (i posti erano pochi) e le persone attorno a me non facevano altro che dire che tanto i posti erano già assegnati.
ma io quel posto lo volevo. e quindi studiavo, studiavo e studiavo.
arriva il giorno della prova ed eravamo veramente tanti. non ricordo quanti. ma sicuramente centinaia di persone.
e qui capita il primo “miracolo”.
riesco a superare le preselezioni e vengo ammessa agli scritti (mi pare che in tutto fossimo passati in 18).
continuo a studiare. mi confronto con i colleghi. il ritornello degli accozzati è sempre presente. intanto si fanno anche i nomi delle persone che sono “parenti di” .
non so come spiegare quello che provavo. oggi la chiamerei una fiduciosa incertezza.
la fiducia mi serviva per stare sui libri invece che fare cose più piacevoli. l’incertezza era il tarlo che mi diceva che stavo sprecando il mio tempo.
faccio le prove scritte.
un secondo miracolo.
le supero.
mi pare fosse ottobre o novembre.
riprendo a studiare. divento quasi un eremita. fuori dalla mia porta c’era scritto “non ci sono per nessuno”.
studio tantissimo e mi presento agli orali. a quel punto ricordo di aver personalmente assistito ad una conversazione tra due candidati che parlavano dei loro parenti che lavoravano in amministrazione.
ed io pensavo non ce la farò mai….ma dentro di me (per fortuna) un’altra vocina mi diceva che valeva comunque la pena ….non fosse altro che per l’idoneità.
ed è stato un bene che io ci abbia creduto.
viene pubblicata la graduatoria ed io ero tra i vincitori….senza nessun accozzo!
come posso chiamare le doti che mi hanno permesso di superare il concorso?
realistica determinazione?
credo proprio di si.
poi ho iniziato a lavorare.
ti confesso che questo mi ha permesso di superare tanti pregiudizi sui dipendenti pubblici, sulle pubbliche amministrazioni, anche sui concorsi.
non voglio dire che siano mondi perfetti.
solo che sono mondi eguali a tutti gli altri mondi che conosciamo: famiglia, lavoro privato, rapporti di amicizia…
sono fatti di persone.
ed allora, quello che vorrei dire in base alla mia esperienza è che non solo i concorsi ma anche il lavoro che si vuole, le amicizie che si vogliono, la realtà che si vuole si può conquistare.
quello che non possiamo ottenere è che siano gli altri a regalarci la realtà che vogliamo.
siamo noi che dobbiamo desiderarla e che dobbiamo fare le azioni che ci portano ad ottenerla.
Caro Vito, tu sai che questo tema mi sta a cuore: lavoro con le persone perchè smettano di lamentarsi e si muovano verso il futuro che vogliono.
incontro quotidianamente persone che attraversano questa fase cruciale della loro vita.
ed ho tanto rispetto per loro. li guardo e li ascolto mentre mi parlano di quello che “pensano” di dover fare e di quello che “vorrebbero fare ma non ci potrò mai campare”.
li guardo e dentro di me so che loro veramente potranno avere quello che veramente vogliono se solo smetteranno di ostinarsi a fare quello che “dovrebbero fare”.
li guardo e di quel piccolo rametto vedo l’albero sviluppato che è già cresciuto, completamente sviluppato perchè si è dato il permesso di farlo. sono sicura che potranno riuscire a farlo.
amo questo aspetto del mio lavoro nel quale mi sento “testimone” dell’altro.
mi piace perchè ho scoperto che è nel mio scopo della vita aiutare a dimostrare che i sogni si possono realizzare con le proprie forze.
non dico che sia facile. ma sicuramente vale la pena provarci. la posta in gioco è molto alta )
al nostro amico che ti ha scritto non posso che dire di contattarmi, se vuole, per aiutarlo a scoprire qual è il suo.
buon fine settimana
graziella
Tra i primi dieci ammessi vedo anche una persona che era sempre nelle foto con Farris durante la campagna delle provinciali
Oh Muttly e stai MUDU cosa vai a pensare !
E poi… non è che se uno è il segretario particolare dell’assessore non ha il diritto di partecipare ad un concorso e magari vincerlo. hihihi
nc’at a mancai…siamo o non siamo nel paese delle libertà?!
Nessuno vieta di partecipare, però mi sembra strano che lavorando così tanto riesca a prepararsi tanto da essere alla prima prova già tra i primi dieci tra cinquemila persone
sarà un caso che abbiano bandito un concorso così strano, veloce veloce, proprio in campagna elettorale?