I giornalisti sono mediatori, raccontano la realtà attraverso la loro sensibilità e la loro professionalità. C’è un momento però in cui la “presa diretta” è più efficace. Per questo anche oggi vi propongo la testimonianza di un lettore del blog, un giovane commercialista che ci racconta dall’interno cosa succede nel magico mondo cagliaritano della sua professione. Chiede di mantenere l’anonimato, e lo capisco.
Piccola annotazione a margine: ma quanto è corrotta la nostra città? Ce ne rendiamo conto?
Ciao Vito,
ti considero un professionista serio, una bella mente pensante indipendente, uno estraneo ai giochi della politica cagliaritana. Gli articoli che pubblichi sul blog ne sono una conferma, non è da tutti scrivere su Cagliari e sui cagliaritani come stai facendo tu molto coraggiosamente.
Premetto subito che la mia è una mail di sfogo, la classica mail che solitamente mandi ad un amico che sai che con te condivide determinati ragionamenti e ti da supporto per continuare a vivere senza abbandonare la tua visione della vita e senza mai cedere alle “avances” di chi ti vuole un po’ più accondiscendente e complice.
Io sono un dottore commercialista, la mia storia è una tra tante, ma purtroppo dei liberi professionisti “figli di operai” non si parla mai, perché per l’opinione pubblica siamo dei fortunati in ogni caso. Dopo la laurea ho fatto il mio percorso di “praticantato triennale gratuito” presso uno studio professionale cagliaritano, schifato sin dagli esordi nel “magico mondo” della lobby professionale ho sempre cercato di ampliare la mia scelta per non autocondannarmi come eterno servo del tutor di studio, prima andando a lavorare in continente, poi frequentando un master, poi lavorando un anno all’estero, infine sono rientrato in Sardegna perché ho passato l’esame di Stato e mi son detto “o apro lo studio ora o non torno mai più”.
Ma da quando sono rientrato ho rivisto tutto come l’avevo lasciato: è un mondo chiuso Vito, il mio è un urlo disperato di una persona conscia del fatto che verrà continuamente schiacciato da altri giovani rampanti che a differenza mia non sono di sinistra e non provengono da una famiglia qualsiasi che non ha nulla da offrire nel mercato degli “scambi massonici tra famiglie per bene”.
Arrivavo dall’esperienza estera dove tutto è in fermento tra i giovani, dove quando avevi una iniziativa nessuno te la distruggeva a priori e dove soprattutto non esistevano i canali obbligatori politici, e se esistevano erano pochi e meno opprimenti. Per cui mi ero riproposto di iniziare l’avventura concependo la professione in una nuova maniera, più trasparente, più europea. Purtroppo mi rendo conto che voglio essere concorrenziale per un mondo che non rispetta le regole della libera concorrenza, è un oligopolio che funziona perfettamente.
Sapevo che le famiglie storiche a Cagliari avrebbero pesato nella professione, ma ingenuamente pensavo che avrei potuto fare la professione senza entrarci a contatto, ognuno nel suo, io nel mio piccolo orticello dormendo sonni tranquilli, loro nel loro grande impero non dormendo la notte (forse). Ma non è così.
1) Mando costantemente le candidature come revisore contabile negli enti locali a vuoto, non rispondono e il consiglio comunale ti nomina solo se hai uno sponsor politico. Le nomine sono fatte dai consigli comunali, non c’è alcuna selezione, tutto sui nomi che vengono presentati a seconda della maggioranza presente. E tu lì a spendere cinque euro a raccomandata solo per la coscienza, sapendo già di non esser preso!
2) Mi sono candidato in Tribunale come curatore fallimentare ma è il giudice che decide e se guardi bene chi prende gli incarichi sono sempre i soliti. Il giudice mi ha chiesto dove avevo lavorato sino a quel momento, due domandine e via il mio CV e il mio biglietto da visita messo insieme agli altri nel mazzo. Nulla, mai chiamato. E settimanalmente vedo sul sito che colleghi giovani conosciuti in città continuano ad esser nominati. Uno, due, tre, dieci fallimenti tutti dati alla stessa persona perché figlio di questo, perché figlio dell’amico del Tennis Club, perché discendente da un’antica famiglia di professionisti. Un giorno un collega mi ha detto: “Devi avere un cognome importante che ti presenti, così il giudice XXX ha la garanzia che vieni da uno studio professionale con una storia solida e puoi occuparti di certe procedure delicate”.
3) Gli incarichi di collaborazione con gli enti sono ancora più esilaranti, si svolgono così: prima il dipendente comunale fa una telefonata allo studio prestigioso di turno, poi, una volta scelto il candidato consigliato dal dominus dello studio prestigioso, avviano una falsa selezione pubblica. Mi è capitato già decine di volte di fare selezioni per commercialisti e poi a posteriori di incontrare colleghi che allegramente mi hanno spiegato il motivo per cui sono entrati loro al posto mio.
E via avanti così, queste non sono sfighe capitatemi, è la base del funzionamento degli incarichi nella mia categoria.
Ti scrivo questa mail Vito perché sono fresco di un convegno dell’Ordine, e ogni volta che vado ad un convegno dell’Ordine ne esco a testa bassa e con le ossa rotte. C’è sempre più una visione unica, un “mors tua vita mea” generalizzato, un “si salvi chi può” che porta i miei colleghi giovani a giustificare certe cattive abitudini clientelari solo “perché funziona così”, “perché prima o poi danno qualcosa anche a noi”, parole di ieri.
Ieri mi dicevano anche “devi cambiare”, “sei troppo rigido”, “devi cominciare a votare a destra il partito giusto se vuoi raccogliere i frutti della tua professione” o peggio ancora ieri un collega mio coetaneo mi ha fatto un discorso mafioso di questo tipo: “Vedi, è giusto che ci sia una grande famiglia composta dagli studi più importanti della città che prende tutti i lavori pubblici, perché stai tranquillo che se vedono in te una linearità di pensiero prima o poi qualcosa te la girano in subappalto”. Una “linearità di pensiero” Vito, parole che suonano chiare, parole mafiose, massoniche.
Mi faccio il culo ogni giorno per portare avanti questo nuovo progetto della libera professione, ma in giornate come quella di ieri torno a casa con le mani in testa e gli occhi lucidi.
Ogni volta che mi chiudo nel mio studiolo per lavorare a testa bassa alle mie piccole contabilità sto bene, poi appena rivedo il mondo ai convegni riprendo contatto con la realtà delle cose, mi convinco che il sistema è così e la gente come me è fuori dal sistema. Provo un blocco, non riesco più a ragionare, a sognare, a vedere oltre, è una cosa strana e veramente deprimente, è come se il sogno svanisse, come se il sistema della lobby della mia professione mi dicesse “il sistema siamo noi, tu sei uno che è arrivato a fare la nostra stessa professione casualmente, sei comunque sempre figlio di uno che si alzava alle 5 del mattino per andare a lavorare in fabbrica, non sei di certo dei nostri”.
E nei momenti di merda penso “che cazzo vado avanti a fare con i progetti e l’idea di poter fare questo lavoro in maniera pulita, è meglio se ti arrendi e lasci scorrere le cose così come sono”.
Mi piacerebbe che qualcuno parlasse nei media della realtà dei giovani commercialisti come me, come le centinaia di avvocati che a Cagliari si fanno la guerra per 500 euro al mese, gente che difficilmente racimola uno stipendio da call center facendo una professione teoricamente più nobile. Vorrei che la mia sinistra si occupasse anche di noi, che i giornalisti cominciassero a vedere che qualcosa non va anche nelle professioni, che quantomeno qualcuno lo dica che non siamo affatto dei privilegiati!
Vorrei che qualcuno vedesse che roba è l’esame di Stato che “di Stato non ha nulla” visto che decidono le percentuali di ammissione gli ordini professionali in base al numero degli iscritti, che mi spiegassero perché gli allievi di XXX nel 2008 sapevano i titoli delle buste in anticipo, perché le comunicazioni ufficiali delle Commissioni sono arrivate via fax nella stanza di un famoso collega massone prima ancora di esser rese pubbliche, perché perché e decine di altri perché di un mondo di porci che popola la mia professione di dottore commercialista.
Scusami per questo piccolo sfogo Vito, ma non è un caso se l’ho indirizzato a te, perché so che sei sensibile a determinati temi e che vivi anche tu la tua difficile libera professione.
Buon lavoro Vito e continua a scrivere libero…sempre!
Quando ho letto questa lettera, sembravo io, gli stessi pensieri, paure, parole, chissà forse non fa per me… anche io come te lotto, lotto davvero senza nessun aiuto, ho iniziato da 0 senza clienti, sono al mio primo anno di attività e nemmeno i miei parenti mi hanno aiutato figurati, ma non mollo, lotto, ho una visione diversa, non frego le persone, non voglio come fanno tutti un rapporto distaccato.. il mio ordine di T A se ne frega altamente di noi giovani pagando la quota annuale come tutti, inoltre per gli incarichi ti chiedono esperienza, ma se no ne ho nessuno non entrerò mai??????
In ogni caso sono a disposizione di tutti per parlare, consigli e reciproci aiuti.
un saluto da un piccolo grande sognatore.
Anche io come te figlio di marittimo. Non riesco a realizzare non ho avuto mai incarichi e se non uno per caso in tribunale 3 anni fa. Che schifo il culo dalla mattina alla sera e giri vuoto come una trottola rimettendoci i soldi che hai guadagnato ieri. Quasi quasi faccio il lavoro di mio padre
Gennaro
Dottore Commercialista
In torre del greco (NA )
caro amico con la tua lettera ai risvegliati tutti quelli che hanno solo studiato giorno e notte ma senza lobby——-vergognatevi
Scusa ma se sei anche revisore e provieni da un’esperienza estera cosaandi a fare il cv agli enti locali che d’internazionale non hanno nulla???
Piuttosto invialo a Kpmg che di revisori ne cerca sempre e c’è anche in Sardegna
Carissimo giovane commercialista, sono un tuo collega e sinceramente per quanto ciò che scrivi possa essere vero, lo è solo parzialmente. Sicuramente avere un cognome famoso può aiutare ma stai certo che non è la destra a darti il lavoro!! E ti dirò di più, sono un giovane commercialista come te, non sono di sinistra e frequento tanti salotti buoni di cui tu parli. Bè ti assicuro che non ho ricevuto nessuno incarico. Nè me ne aspetto come tu fai.
Tu dici che torni ai tuoi lavori, dopo questi convegni con le ossa rotte….ma rotte perchè??? Se torni ai tuoi lavori vuol dire che ne hai. Quindi perchè ti lamenti? Non necessariamente la professione significa avere incarichi pubblici o incarichi di un certo livello! Tutto si fa a piccoli passi, a maggior ragione se sei un giovane commercialista! Che pretese hai? E non è certo perchè sei figlio di un operaio che non ne ricevi. Ci vuole tempo per acquisire esperienza e per prendere certi incarichi, per farli con il dovuto impegno. Certo, tu dirai che ci sono persone giovane e incompetenti che li prendono perchè figli di……e che c’entra? Forse perchè sono di destra non guardo mai nel giardino degli altri, e nemmeno nel piatto dove mangiano gli altri. Vado per la mia strada, zitto e impegnandomi nel mio piccolo. La professionalità prima o poi te la riconoscono stai tranquillo. Chi è preparato va avanti comunque…tanti padrini politici hanno guai con la giustizia e i colleghi che sono protetti da loro non so se abbiano fatto un buon affare ad agganciarsi a loro. Vai per la tua strada e non credere che l’erba del vicino sia sempre più verde. Sono d’accordo con Franco, i clienti li acquisisci andando al bar o in palestra, con le pubbliche relazioni….o forse vuoi avere un protettore per avere, come quelli che tu critichi, la vita in discesa? Chi è preparato va sempre avanti, sempre! Magari più tardi ma a testa alta. Quindi basta lamentele. Tutti siamo nella stessa barca e non possiamo sapere o conoscere nella realtà dei fatti i problemi che devono affrontare gli altri o i compromessi a cui sono dovuti scendere per ottenere certe posizioni. Tu vedi solo gli onori e le glorie degli altri.
Ahahah… di destra? Dove sta la destra? I massoni stanno contro il Vaticano e a sinistra. Persino il sindaco Zedda è di sinistra…
Persone non di sinistra….sapessi quanti massoni di sinistra ci sono in città!!
Saluti
la professione nn e’ inviare curriculum o fare la contabilita’ . se pensi questo rimmarrai con lae aziende che hai. la fiducia e la conoscemzs dells tua figura da professionista nn la fa un pezzo di carta.
Leggo con un po’ di ritardo il blog. Anche io sono un giovane commercialista di cagliari e con fatica e tanto sudore da un paio di anni sto cercando di portare avanti il mio studio e costruire il mio futuro. Non mi lamento ma è inutile dire che non è facile sopratutto per chi non frequenta i “salotti buoni” della città o ha grandi rapporti con altri colleghi e dedica troppo poco tempo alle pubbliche relazioni.
I fatti citati dal collega in questo blog non credo abbiano alcuna colorazione politica ma permeano l’intero sistema a Cagliari come a Milano o Firenze. Da che mondo è mondo chi ha relazioni “maggiori e migliori” con l’ambiente che lo circonda ottiene “più e meglio” dal sistema. Il sistema funziona così. E’ un meccanismo di autodifesa. E non è detto che non sia anche giusto nella misura in cui i “prescelti” siano competenti.
D’altra parte se io come persona posso aiutare qualcuno perché non dovrei autare qualcuno che conosco bene se ritengo essere competente e preparato? Di certo non metterei mai la mia faccia per vendere il nome di un perfetto incompetente!!
E’ anche vero che se in ambito privato questo discorso non fa una grinza (vedi, per esempio, il collega che gira un cliente privato ad un altro collega) in ambito pubblico le cose cambiano “leggermente” perché ci sono molti altri aspetti che vengono a rilevanza…ma tant’è…
Rimanendo in ambito privato io credo comunque che le competenze e la preparazione abbiano il loro peso specifico. Da sole le conoscenze personali non bastano.
E in una professione così complessa come la nostra credo che lo strumento principale per crescere sia lo studio associato. Per questo, se qualche collega con voglia di mettersi quotidianamente in gioco e di apprendere fosse interessato a studiare la possibilità di uno studio associato mi può contattare all’inidirizzo madmaxprof@yahoo.it
parliamo di Commercialisti? parliamo di Giudici e sentenze a Casteddu..piuttosto..è lì il Busilliss..
W la P2
Caro collega, sono orfano di padre da quando avevo 16 anni, non sono massone (per quanto possa contare), non ho mai avuto un incarico pubblico in 15 anni di attività, ma per fortuna on muoio di fame. Tu vedi la professione solo dal lato del “pubblico”, sembra quasi che ti sia abilitato aspettando incarichi “a pioggia”. Rimboccati le maniche cerca di lavorare con chi ti stima, se c’è qualcuno che lo fa, altrimenti la colpa non è del sistema.
CONDIVIDO !!!
Cazzate, tutte cazzate ! Caro Marco ed Anonimo, a mesi di distanza, complice anche la crisi (e le tante aziende che chiudono) siete ancora del vostro parere sopra espresso? La colpa è del sistema? Certo che SI’ !!! Anche qui a Bari, in un’autentica atmosfera da ”si salvi chi puo’ ” si stanno salvando i soliti nomi illustri e tutta la variegata schiera di viscidi personaggi ad essi collegati. Sei non sei sponsorizzato MUORI professionalmente e chiudi presto il tuo studio, SVEGLIAAAAAAA !!!
Massoneria?!?
Io posso prendere un lavoro anche grazie ad un compagno di palestra .
E tu puoi trovare un cliente interessante, semplicemente frequentando un bar o una piscina!!
Ma ti rendi conto di cosa diavolo stai dicendo?!
Il tuo lavoro é fatto di pubbliche relazioni se non lo dovessi sapere ancora.
Non pensare che la gente arrivi in fila nel tuo studio …soprattutto in questo periodo ….
Sei di sinistra?!
Allora il comune di cagliari ti nominerà sicuramente!!
Se non dovesse capitare……. non dirmi che il nostro primo cittadino é un libero muratore .
Comprati l’iridina due!! Apri gli occhi e buona fortuna!!
Un tuo compagno di partito –
questa è la prima volta che leggo il tuo blog, mi sembra che tu ti chiami Vito, ho letto con molto interesse tutte le risposte e con estremo piacere quello che scriveva l’amico commercialista.
anche io come un po’ tutti qui vengo più o meno da storie di delusione, di fatti essendo io stesso laureato in economia e commercio a Bari, avendo avuto l’occassione di potermi fare instradare dal mio relatore di tesi nella vita accademica, e non lo ho fatto, perchè ritengo una vita ed un lavoro noioso, mi sono indirizzato verso la libera professione. Nella mia città che è a nord del capoluogo pugliese, vi sono molte ed interessanti realtà industriali e commerciali oltre che di servizi, questo mi ha fatto esperire una scelta: cosa da grande volessi fare. Di fatto dal nulla, io stesso ho avviato uno studio di consulenza che da 5 anni è divenuto per molti una spina nel fianco. PARTENDO DA ZERO. lo voglio gridare perchè, mi rammarica dirlo ma farsi strada tra gente che molte volte ha solo il nome e non già la preparazione per affrontare talune situazioni perchè non si è aggiornato può provocare tante ma tante situazioni negative. In termini di incarichi, poi ho fatto una scelta, ne con la destra ne con la sinistra, ma solo io, la mia forza, la mia volontà e sopratutto la mia determinazione. Mi ricordo tempi non molto lontani che pur di tenere aperto lo studio ho dovuto contrarre un mutuo, che ogni mese doveva essere pagato e per quasi due anni non avevo che 1 solo cliente venuto, così, fortuitamente perchè aveva sbagliato studio, di lì è sttao l’inizio. Non ho incarichi pubblici e non li voglio, me li hanno oggi offerti ed ho tinunciato, Se una persona è onesta e sa di valere come ti scriveva su codesto blog il tuo amico, costruisci il tuo futuro con quello che hai, perchè sai che non dovrai dire grazie a nessuno.
Ammirevoli propositi …. ma …. campa cavallo !
Condivido quanto denunciato dal giovane commercialista, è triste e deludente per noi giovani fare un lungo percorso di studio, di lavoro, di sacrifici, rendersi conto che quando è arrivato il momento di raccogliere i frutti…. rimangono solo le bricciole… i frutti sono presi dai grossi cognomi, dai grossi studi, dalle strette amicizie…
Io sono un consulente del lavoro e sarei felice di poter consigliare alle aziende di essere seguite da giovani precisi e preparati…
per lo stato l’individuo è pericoloso( vecchio stato di minaccia quando uno rapprsenta molti, quindi evita di esporti), secondo me sbagli tantissimo perchè a inserire qualcosa di tuo qui, innanzi tutto a gente come quella che puoi disprezzare ne troverai altri con altre vesti e diverse cornici da sembrare estranee ai tuoi problemi ma lo sono ma per scelta non per condizione, x condizione volutamente è l’opposto.
lo stato prende le distanze da una minoranza da quello a cui viene a conoscenza, devi essere tu pazzo che dici certe cose, potresti fare altre scelte, x ora sei verme…..c’è mafia e mafia, da che parte vuoi stare tu? io non ho un clan ma ti sconsiglio vivamente di denunciare la tua vita……………..meglio una minoranza che fa fatica ma sta bene che chiedere a qualcuno il colpo di grazia………..se mi capisci cosa voglio dire, ti dico, cambia lavoro, dettale tu le regole! lo stato è un organo temerario ma non temibile………LA GENTE è COM’è, GLI STATUS SON QUELLI, IMPARA A PRENDERLE TUE LE DISTANZE CON CHI TI VUOLE METTERE L’IMPONIBILE……… SE AVRA’ RAGIONE AVRA’ UNA MAGGIORANZA SE NON HA RAGIONE POTRA NON FARE PIU RITORNO SUI SUOI PASSI………
Generalizzare non e’ mai un bene ma il giovane commercialista scrive molte verita’ dimenticando che la sinistra “lottizza” allo stesso modo…non e’ reato essere figli di,lo diventa se si ricevono soldi pubblici grazie alle conoscenze!
Condivido pienamente le tue parole…sono una tua collega, abilitata con fatica ma con tanta derminazione, alla fine ce l’ho fatta….senza l’aiuto di nessuno, ma il lavoro….?!!!!veramente difficile farsi strada….tante delle cose che hai detto sono vere, ne ho sentite tante anche io….ne ho viste tante anche io….ma andiamo avanti…dobbiamo farcela anche noi!!!!!!!!
Mi dispiace ma su certe cose bisogna essere un pò più precisi.
Collaboro con Curatori Fallimentari e Ingegneri (CTU). Ho iniziato piano: prima avevo due clienti, poi quattro, poi 16…insomma ora rifiuto nuovi clienti e li rigiro a colleghi. Non mi sono mai proposta per il lavoro ma tutto mi arriva per passa parola. Cerco di fare il mio lavoro al meglio e questi sono i frutti.
In Tribunale ci vogliono entrare tutti. Qualcuno resta fuori inevitabilmente. Per i fallimenti ormai bisogna essere precisi e preparati. La procedura fallimentare va studiata e bisogna collaborare prima con colleghi curatori per sbrogliare le matasse. Impossibile improvvisarsi.
Prendi il fallimento ILA. Credi che siano stati nominati i primi tre accozzati? Leggi i curriculum. Stai certo che non sono massoni. Sono andati contro dei massoni e per farlo bisogna avere le palle che fumano non certo l’amicizia del giudice.
Ho sentito già fare questo discorso da altri. Senti dire: mi danno pochi incarichi. Poi leggi le loro perizie e ti ritrovi a dover rifare tutta la pratica. Non ti richiamano? Forse non sei abbastanza bravo. Oppure non sei più bravo di altri. Mi dispiace dirvelo ma i giudici ruotano ogni 8 anni. Chi è arrivato negli ultimi 15 anni ha rinnovato il parco tecnico, ha aperto ai nuovi e alcuni sono rimasti altri, ahinoi, sono ritornati nell’ombra.
I falliti non sono più quelli di una volta: poveracci strozzati dalle banche. Ormai si parla sono di truffe e bisogna sapersi muovere.
Studiate la procedura fallimentare e collaborate anche gratis. Impossibile provarci altrimenti.
Più che non c’è speranza, non c’è mercato.
Questo ti spiega perché i grandi studi (con questo intendo big four e simili) aprono gli studi tendenzialmente solo a Milano e Roma… Altrove non c’è speranza.
Ragazzi siamo in Italia hehe andiamo tutti in America o sud America, India ect.. perché qua non ci aiuta nessuno.
poi se uno vuole combattere lo stato bisogna cominciare a non pagare le tase tanto di servizi e giustizia non ce li danno.
destra o sinistra ci voglio fregare i soldi.
A me pare che la politica ed i partiti in Sardegna siano la copertura per i veri centri decisionali che operano in maniera trasversale e organica ad interessi di casta e famiglia. Non solo Massoneria comanda Cagliari e la regione. opus dei, la potente lobby di CL, neocatecumenalu, rotary, lions. Gli aderenti si aiutano e proteggino
Cari, leggo solo oggi lo sfogo del giovane commercialista, al quale va il mio pensiero, il pensiero di un giovane imprenditore, che lavora a Cagliari e non solo, le lobby, la Massoneria controllano tutta la Sardegna, i tuoi problemi (mi permetto di darti del tu) sono identitici ai miei, abbiamo idee, abbiamo la forza e la fantasia che solo i giovani hanno, abbiamo studiato, sudato e lavorato, per poi essere presi a calci nel “culo”, io caro amico non ci sto, io alzo la voce, io da vado contro il “sistema”, odio il clientelismo, odio i figli di papà che portano via tutto, ho iniziato la mia guerra e ti dirò di più, ho provato a coinvelgere ragazzi come noi, sai che rispondono “non possiamo metterci contro di loro, sono troppo forti, ne ho paura”, paura di cosa, di poter lavorare…. Signori svegliatevi è il tempo di reagire.
Incredibile. Più che uno sfogo, quello del giovane professionista, a me sembra un vero e proprio esposto che sarebbe da depositare alla Procura della Repubblica di Cagliari. I fatti denunciati evidenziano l’esistenza di una lobby che gestisce incarichi pubblichi. Da quello che ho potuto leggere, credo che la situazione cagliaritana non differisca molto da altre situazioni soprattutto del sud Italia. Io sono di Bari, una città dove la massoneria e la lobby sono ben più forti e importanti della mafia. Recentemente la Procura di Bari ha scoperto una mega lobby che gestiva le sentenze alle commissioni tributarie regionali: i commercialisti e avvocati tributaristi (i più famosi della città), gli stessi che pubblicano i manuali per Giurisprudenza a Bari, avevano una rete di rapporti tale da vincere, nel 98% dei casi, i ricorsi alle commissioni tributarie. E’ solo un esempio. Perché poi ci sono gli affidamenti dei fallimenti, gli incarichi alla Regione, alla Provincia e al Comune. E infine all’Università, dove ormai la classe docente è composta, fatti salvi alcuni, da incompetenti figli di papà, viziati.
Quali armi abbiamo noi, oggi, per emergere? Ci dobbiamo sentire frustrati in questa condizione di impotenza? Non abbiamo più le armi per dimostrare chi e cosa possiamo fare. Io, per quanto mi riguarda, ho preso una decisione: raccontare ogni fatto, con prove.
Non sarei così pessimista. Spesso capita – noi sardi siamo maestri – di perdere troppo tempo nell’attività del piangersi addosso. Onestamente non si può certo affermare che tutto vada bene, che tutto sia pulito ovunque. Questo è un conto: diverso se, scivolare lì è facile, ci si butta nel qualunquismo, nella retorica. Chiediamo a quelli che escono dai concorsi se hanno studiato o se gliel’hanno regalato, chiediamo ai giovani avvocati di successo o ai nuovi notai. Chi l’ha detto che sono tutti figli di..? C’è una statistica? Qualcuno ha controllato e ha prove?
Non capisco perchè ti lamenti tanto di una cosa che è ovvia. Come chiunque altro, ognuno di noi ha una cerchia di relazioni sociali che custodisce e con cui ha dei rapporti anche professionali. Per capirci: se un amico mi consiglia un commercialista ci vado, perchè l’amicizia in comune funziona da tramite del rapporto e ho molte più possibilità di costruire un rapporto solido e di fiducia con questa persona piuttosto che con tizio preso a caso da un elenco o caio conosciuto per nome e fama ma sconosciuto di persona. La differenza è che uno che proviene da una famiglia di spicco conosce molte più persone di te. E basta a citare la mafia, la massoneria eccetera eccetera.
E no caro Amico,qui si parla di altro…si parla di Mafia e Massoneria. Certo che uno si costituisce una cerchia di fiducia,ma non basata sul “leccare il sedere” tanto per dire in giro che appartieni agli eletti. Fra costoro vi sono anche molti ignoranti che sono li non per merito o perchè siano illuminati o unti da Cristo;ma solo perchè appartenenti a certe famiglie.
E guai a chi si accosta a loro senza essere “titolato” a farlo;anche se sei una “capra”.
Il tuo modo di pensare è quello che ben si addice a tali individui;complimenti per essere entrato fra gli eletti;hai vinto l’eternità !!!
I consigli che vengono dati possono indirizzare verso una persona realmente più valida e competente di altre oppure, come spesso viene fatto, verso quella che, pur non avendo migliori doti di altri, ha la possibilità di avere gli agganci giusti o é l’aggancio giusto. Questo capita in tutti i campi. Conosco un ingegnere un progetto del quale é stato bocciato fino a quando non si è deciso di farlo firmare al collega “giusto”e miracolosamente il progetto non modificato in alcuna sua parte tranne che nella firma, è passato senza bisogno di integrazione alcuna. Ne conosco un altro che doveva fare un progetto per conto di un impresa, ma un suo collega è riuscito a portargli via il lavoro dicendo all’impresario che se non avesse dato il lavoro a lui ( che oltre che ingegnere appena laureato era semplicemente il nipote di un politico) il progetto si sarebbe arenato. Nel mio campo conosco qualcuno che ha vinto concorsi specialistici senza essere in grado di eseguire nessuno degli esami specialistici che comportava l’assunzione e che rimandava al P.S. le consulenze che gli venivano mandate, il tutto a discapito del pz, mentre colleghi più validi e più preparati di lui erano stati posizionati tra gli idonei non vincitori. Quando partecipavo ai concorsi si sapeva già chi avrebbe vinto anche perchè la maggior parte delle volte i concorsi venivano fatti appositamente per quelle persone e chi era fuori dai giri poteve solo sperare che i vincitori trovassero un lavoro più gratificante altrove. Ci sono persone che si sono iscritte in tribunale in qualità di periti che non sono mai state chiamate e persone che, appena laureate ma con cognomi giusti, hanno avuto immediatamente consulenze su consulenze. Possibile che tutte le storture che ci sono a Cagliari (e non solo) siano frutto di improbabili continue coincidenze?
Condivido tutto, ho appena dovuto chiudere la mia ditta perche’ non riuscivo ad aggiudicarmi un appalto degno dei pochi euro per le marche da bollo . I lavori , pochissimi in questo periodo, li fanno tutti loro. Solo una cosa non condivido, io di cremini ne ho conosciuto sia di destra che di sinistra.
anch’io condivido quanto scritto, ma sicuramente non posso esserti solidale per questa grande esaltazione della sinistra. Mi spiace, ma quando la regione Sardegna veniva governata da Soru le cose non sono cambiate, anzi sono peggiorate….sinistra e destra, non cambia assolutamente nulla.un consiglio :apri lo studio da commercialista nei piccoli centri, vedrai che quando ti conosceranno e avranno fiducia nel tuo operato, non ti mancheranno i clienti. io sono un giovane avvocato,ho lasciato Cagliari e ho seminato nel centro della Sardegna, per il momento non mi posso lamentare.buona fortuna
Poii uno può avere anche una spinta, ma deve un minimo dimostrato in giovane età di aver voglia e potenzialità… inutile mettere in competizione un mulo…
Caro Pietro,
il Tema del Blog è preciso e non parla di persone più o meno meritevoli. Parla di opportunità negate punto e basta. E’ ovvio che chi ha poi i numeri vada avanti e chi non ne ha resti indietro…ma se Tu ammetti che se uno ha i numeri e meriti una “spintarella” da FURBO stai già partendo avvantaggiato rispetto ad altri. Quando fai una gara di velocità o di corsa in genere,si parte tutti da una posizione…chi vince poi,se non ha fatto uso di DOPING,vince rispetto ad altri. Bene,i MASSONI e pigliainculo in genere,negano in principio tali possibilità !!! X loro chio nn appartiene alla casta nn esiste… Ti è chiaro ??
Salve,
scrivo dalla lombardia e sono qua appunto da 2 mesi, sono qua per lo stesso motivo che c’è scritto nella lettera,
Sono diabetico e cat protetta, quindi trovare un lavoro da ingegnere è impossibile, vorrei sapere se colui che scrive la lettera gestisce pure i redditi, sarei il primo a spedirle tutta la documentazione per le mie pratiche.
dopo sta lettera sono orgoglioso di essermi allontanato dalla mia bella( in estate) terra 😉
Ho sempre avvertito sulla pelle l’ipocrita condiscendenza di chi può e di chi ha santi in ogni dove..
Questa è Cagliari, senza retorica
non posseggo una laurea, ma anni di studio, di formazione, di volontariato e di lavoro, e una specializzazione che (date le mie possibilità) mi è costata un’occhio della testa… e non parlo per difendere una categoria di liberi professionisti come ce ne sono molti tra queste testimonianze, ma per portare la voce di chi lavora nel sociale e dovrebbe utilizzare i fondi pubblici per riportare i servizi pagati con le tasse alla comunità, laddove ce ne sia bisogno.
Miseramente, mi trovo a condividere la condizione dei “dottori”, vedendo fondi pubblici investiti per arricchire chi è “rappresentativo per” o per chi “persegue gli obiettivi di”…
La sostanza non cambia, anche quando si parla non di possibilità di emergere come professionalità e capacità, ma quando si parla di sostenere quelli che sono servizi e diritti di tutti i cittadini.
Anche io tante volte ho la tentazione di scappare dal contesto lavorativo di cagliari, ma no, ottusa come tanti altri non ho nessuna intenzione di lasciare campo libero a chi già crede di potersi spartire questa città secondo le sue esigenze, amicizie o i suoi interessi.
E se portassi questa cosa in tribunale, achi servirebbe e con quali prove andrei? il sistema è pre-costituito e l’illegalità spesso non dimostrabile, ma lo scrivere qui e trovare tante persone nella stessa condizione, pone forse nuove basi oltre a colmare un grave sentimento diffuso tra chi subisce centri sistemi, il sentimento di solitudine.
E allora scrivo, e spero, di continuare a leggere.
Cari Amici,
io sono uno di quelli che viene dalle famiglie Operaie e come tale anche io non ho avuto fortuna a Cagliari. Condivido tutte le paure e frustrazioni e indignazioni di chi mi ha preceduto per la Cagliari dei Massoni,faccendieri,politici corrotti e quanto altro.
Io non sono addentro alle “cse” di Palazzo,ma ho una forte convinzione che tale Morbo, Bubbone,Fetida esalazione; possa essere sconfitta solo facendo nomi,cognomi,posizioni di potere,intrallazzi e quanto altro; dandone alto rilievo nelle pagine di diversi quotidiani Nazionali dove esistono ancora Giornalisti non corrotti o collusi.
Abbiamo esempi di trasmissioni come Report, Anno Zero che ci fanno vedere che esiste anche un Italia non meschina.
Se non abbiamo la forza,usiamo la scaltrezza di veicolare nel modo giusto ciò che di Fetido ammorba la nostra Città; Regione Sarda compresa.
Tutti sappiamo che Cappellacci è su quella poltrona per merito non tanto di Berlusconi,ma della Chiesa sopratutto grazie alla solenne Benedizione datagli dall’Arcivescovo Mani e dal sorriso suadente della Sacerdotessa BAIRE in occasione della venuta del Santo Pontefice a Cagliari; quanti Danari sono stati spesi stranamente….Sigh !
L’Università funziona secondo le stesse modalità: familismo, nepotismo, appartenenze politiche, ma anche collaborazione attiva delle vittime, che si fanno incantare da vaghe prospettive di inclusione nel sistema (almeno sino all’ultimo movimento dei ricercatori che consiste proprio in una ribellione al sistema parafeudale che regola le professioni ma che contrasta con i fondamenti normativi dell’Occidente e quindi anche italiani). Occorrerebbe denunciare, come ha finalmente fatto Orsini, un sociologo che ha portato la commissione di concorso a Chieti in tribunale, nel maggio 2010 (http://www.sociologica.mulino.it/news/newsitem/index/Item/News:NEWS_ITEM:199). Infatti, pensare che tutto si debba riprodurre in modo sempre uguale, che il “sistema” sia qualcosa di quasi naturale e non invece il prodotto di processi decostruibili, è la porta principale di ogni sconfitta. Io non ho avuto la forza di denunciare chi avrei dovuto, e me ne pento tantissimo, perché alla fine sono i tuoi stessi colleghi eccetera. Poi alla fine, poco meno di un anno fa, dopo 15 anni di Sardegna ho cambiato Università e sono andato al Nord, dove la situazione è meno peggiore. Penso che la cosiddetta Università di Cagliari non abbia molto futuro, viste le persone che la reggono e potrebbe cambiare nome in “Assessorato provinciale alle attività parauniversitarie” o qualcosa del genere, e che ci sia poco da sperare. Vedremo però, perché il problema riguarda tutto il sistema delle professioni che continua a performare fascismo e corporativismo, portando un paese intero al naufragio.
Il problema di Cagliari credo sia piuttosto diffuso in Italia: la storia della “cricca” insegna che funziona a livelli altissimi. Ma credo che questa storia del “sono tutti uguali” alla fine non aiuti nessuno. Il fatto è che non si può più delegare, bisogna avere il coraggio di entrare in politica e dettare l’agenda. A sinistra come a destra, perché non credo che questi siano temi che stanno a cuore ad una parte sola. Certo, è emblematico (e forse pure giusto) che dalla sinistra si pretenda qualcosa di più, ma questa è una parte politica che ha bisogno di partecipazione per essere efficace.
Tra un po’ ci saranno le elezioni amministrative a Cagliari, sarebbe cosa buona dare una bella scrollatina all’albero. Ma per fare questo servono cittadini come il nostro commercialista, che non deleghino più e scendano nell’arena.
Mi auguro che questo blog sia letto anche da chi, come Paolo Maninchedda, sostiene la candidatura di Massimo Fantola a sindaco di Cagliari…
la realtà di Fantola è ben conosciuta a Cagliari: il sostegno alla sua candidatura dà la misura dei suoi sostenitori.
Il racconto di questo giovane commercialista rispecchia quanto accade purtroppo anche per altre professioni considerate come dice lui “teoricamente”più nobili. Io sono un giovane ingegnere, laureata a Cagliari con il massimo dei voti e con un dottorato in corso. A differenza di molti amici dopo il diploma ho scelto di studiare, con la speranza un giorno di crearmi un buon futuro e offrire ai miei futuri figli occasioni che a me sono mancate. Scelgo Ingegneria, pensando di poter un giorno avere buone prospettive di guadagno. Ma una volta laureata ecco la sorpresa: nessuna famiglia nota a Cagliari alle spalle, nessuna azienda pronta ad assumerti, solo tirocini gratuiti presso le amministrazioni e tanti, ma veramente tanti, studi tecnici pronti a sfruttarti con il pretesto di doverti solo insegnare la professione.
Dopo anni di pratica arrivano i primi “compensi”, 400, 500 euro al mese e zero possibilità di un futuro. Decido allora di mettermi in proprio tentando anche qualche concorso di progettazione. Niente da fare, è un sistema chiuso e per entrarci servono un pò di conoscenze…Ho ancora tutta la vita davanti, un pò di esperienza all’estero e la speranza non mi manca. Ma continuo a chiedermi una cosa: devo fare domanda in un call center o in un supermercato per garantirmi uno stipendio più o meno sicuro e poter mettere su famiglia?
Ma il familismo per alcuni è un valore. Leggere, per credere, l’intervista su L’US di domenica al sindaco di Senorbì che ha barattato il suo collocamento a riposo in una banca con un posto per la figlia………
Mi onoro di conoscere personalmente l’autore della lettera.
E’ una delle persone migliori che abbia mai conosciuto, uno che, nonostante tutto, non ha mai chinato la testa, che non si è mai adeguato all’ingiustizia, alla prevaricazione, alle logiche mafiose che governano questa città di morti viventi, che così bene ha descritto.
Uno che, in questa città, ha ancora la forza di provare nausea.
Uno che non si rassegna.
Uno che, per fortuna, è mio amico.
Perchè parlando con lui ti rendi conto che, nonostante tutto, c’è speranza. Esiste una comunità di persone oneste, laboriose, che non si sporcano le mani, che non scendono a compromessi. Che non si vendono.
nei suoi occhi c’è l’enorme fatica quotidiana della dignità.
Parola che “quegli altri” manco sanno cosa significa.
Solo questo.
Ti abbraccio così, pubblicamente, amico mio.
carissimi, è dappertutto così, perchè l’Italia è un paese bloccato da una distorsione spinta del concetto di famiglia. Alla fine tutti, persone oneste o meno oneste, nel momento in cui devono giustificare una raccomandazione arrivano a dire “l’ho fatto per mio figlio… tu cosa avresti fatto al mio posto?”. Non importa se questa distorsione ci fa essere una società poco produttiva, felice, giusta, meritocratica e in fin dei conti funzionante. Il principio del familismo da noi è legge… per tutti, anche tra i politici di destra e sinistra che quando si trovano a parlare di figli e parenti magari si scambiano favori e parlano la stessa identica lingua: quella del potere. Poi se vogliamo parlare di grande politica: le liberalizzazioni di bersani andavano nel senso di sbloccare una parte della nostra società. Io i farmaci da banco li contro in parafarmacia, per intenderci. Io non ne farei neanche una questione di classe o ceto. E questo è un altro problema perchè ognuno cerca di racimolare la raccomandazione che può, nel piccolo e nel grande. E succede anche che chi si è fatto il culo lottando contro i cosiddetti “cognomi forti” per affermare la propria bravura o semplicemente ciò che gli spetta, una volta arrivato in vetta, vive di rendita per sè e per i suoi figli, facendo quello che qualche anno prima riteneva il male assoluto. Per fortuna sembra che non siano tutti così, come il nostro commercialista sopra a cui vorrei solo dare tutta la mia solidarietà, invitandolo a non mollare. D’altra parte la via d’uscita è solo quella: resistere, denunciare, parlarne, continuare a parlarne! E magari all’amico che ti dice: “l’ho fatto per mio figlio… tu cosa avresti fatto al mio posto?”, rispondere: “Io non l’avrei fatto- punto”. E poi magari essere anche conseguenti… che forse è la cosa più difficile.
Caro Vito, colgo l’occasione del mio primo commento sul tuo blog (in realtà ti leggo costantemente) per farti i complimenti sul lavoro che stai facendo.
Sul tema specifico posto in evidenza dal professionista cagliaritano propongo, a chi ha tempo e voglia, la lettura di una ricerca sulla mobilità sociale in Italia. Il lavoro sviluppato da Irene Tinagli (Docente dell’Università Carlos III di Madrid, esperta di innovazione, creatività e sviluppo economico, consulente del Dipartimento Affari Economici e Sociali dell’ONU, della Commissione Europea e di numerosi governi regionali, enti e aziende in Italia e all’estero) cerca di dare delle risposte ad una semplice domanda: quante possibilità ha una persona italiana nata in una determinata classe sociale di accedere a certe professioni e di realizzare le proprie aspettative?
Un caloroso saluto.
Maurizio Massa
url dal quale fare il download del rapporto:
http://www.italiafutura.it/aree/mobilitasociale/documenti/IF_rapporto_mobilita.pdf
Comprendo e condivido la giusta e sacrosanta denuncia, solo mi chiedo – giusto per non passare da ipocriti – perchè limitarsi ad uno sfogo in questo blog? Se si vuole essere veramente conseguenti a ciò che si lamenta, la denuncia va fatta alle sedi competenti, diversamente resterà uno sfogo. Punirne uno, 10, 100, per educarne altrettanti. Chi tra le tante belle anime e vergini si riempie la bocca ergendosi paladino del diritto, della trasparenza e del merito violati dovrebbe dirmi, ad esempio, cosa ha fatto per difenderlo il diritto, e in primo luogo la Costituzione. Io ricordo sempre, a me per primo, che il pesce puzza sempre dalla testa. Faccio un esempio: nel 2009 la Regione ha approvato una legge scandalosa con cui, a suo dire, si sarebbe risolto il problema di tanti precari, assumendoli a tempo indeterminato nella pubblica amministrazione. Tutti ad applaudire quella legge, perchè quando si parla di precariato siamo tutti d’accordo, ma nessuno che abbia acceso un faro sulle modalità con cui si voleva stabilizzare i precari. Ci fu un assalto alla diligenza da parte di molti enti locali per stabilizzare i precari. Precari che, inutile che lo dica, erano entrati nella Pa coi sistemi che tutti conosciamo, ad iniziare con l’uso e abuso delle società che forniscono lavoratori, i cosiddetti interinali (in realtà vere e proprie chiamate dirette nascoste sotto mentite spoglie). Ebbene, chiedetevi che razza di esame hanno fatto i precari storici per essere assunti nell’amministrazione pubblica evitando così il ricorso ai concorsi pubblici aperti alla partecipazione di tutti, come costituzione prevederebbe. Io non ho letto e visto nessuno denunciare questo scandalo, tanto meno chi oggi viene a farci la predica in materia di diritto e che si occupa monomaniacalmente solo e solamente di certi temi e degli affari e amicizie altrui. C’è voluta la Corte costituzionale per bocciare gli articoli di quella legge scandalosa e mandare all’aria la porcata. O vogliamo parlare delle stabilizzazioni in consiglio regionale dei dipendenti dei gruppi politici? Conosco solo un sistema: mettere in discussione, per primi, se stessi. Assumendo il coraggio di denunciare le porcate in Tribunale. Ciao.
appunto: http://gruppodinterventogiuridico.blog.tiscali.it/2009/08/26/disoccupati_plurititolati_senza_santi_in_paradiso_prrrr____2004818-shtml/
Cio’ che scrive “il Commercialista” e che tutti gli altri professionisti hanno sottoscritto, non ha connotazione politica definita, appellarsi ad una sinistra che si faccia carico di queste sacrosante richieste è velleitario, tutta la sinistra cagliaritana e sodale e collusa con questo sistema, sperare che la politica locale se ne faccia carico è pura follia!
All’amico commercialista (ma anche a tutti gli altri) se potete andatevene!!! Questa città non vi merita!!
Animi, Alimentati Ad Accozzi. Amiamo Attirare Appalti. Annunciamo Assessori. Avanziamo Amici. Adesso Andremo Ancora Accomunati. Addio Alla Anonima Amicizia…
Ecco perché ce l’ho tanto con la massoneria. Notare i commenti, dove si suggerisce di sostituire al termine “commercialista” quello di dottore, notaio, avvocato e pure imprenditore, che tanto il risultato non cambia. Ecco perché sono sempre più convinto che oggi, nel 2010, a dispetto pure di un passato nobile e glorioso, la massoneria non è altro che un comitato d’affari che utilizza gli stessi, identici, metodi mafiosi. Manca solo la violenza fisica, ma quella si può abilmente sostituire con l’isolamento sociale, com’è quello che si evince dalla lettera del commercialista, e il risultato è se vogliamo pure più devastante. Perché i martiri della mafia almeno qualcuno se li ricorda, quelli del nepotismo massone non li vede nessuno.
sostituire con la parola archeologo , con specializzazione e dottorato
a “commercialista” si può sostituire il termine “medico” oppure “avvocato” o, ancora, “ingegnere” ovvero “giornalista”. Per mille altre professioni e mestieri è la medesima cosa.
Questa città – e tante altre mi risulta siano in analoga situazione – vive di “cooptazione”, per non voler usare altri termini.
Concorsi, merito, capacità sembrano bestemmie in chiesa.
E pure tanti che fanno le nobili vergini e si strappano le vesti dallo scandalo sono, in realtà, “in quota” di questo o quel piccolo potente di provincia.
La “sinistra”? Come – e, certe volte, peggio – degli altri.
Non ci sono fratture e scontri “generazionali”: spesso i “giovani” sono più “disponibili” dei “vecchi” alle regole del “sistema”. Così gli hanno insegnato e così gli va bene.
Non sono solo “compassi e cappucci”, sono anche “massonerie cattoliche” e “massonerie di calce e martello”.
Non ho ricette o bacchette magiche, dico soltanto di prepararsi al meglio possibile, ad ogni età, e far valere i propri diritti. Non tutti hanno versato cervello e coscienza all’ammasso, anche in questa città.
caro quasi collega,
avresti dovuto vedere che bellini gli orali dell’esame di stato di settembre…
domande facilissime e nonostante ciò qualche scena muta. tutti abilitati.
nel mucchio c’era sicuramente qualcuno moooolto imparentato … per i comuni mortali invece è una fatica assurda per poi avere un titolo che non garantisce niente, i clienti importanti se li spartiscono i potenti e quelli non importanti li può seguire chiunque, senza bisogno di nessun titolo o abilitazione…
ma chi me l’ha fatto fare…
Se volete, aggiungiamo la veterinaria, ed il discorso si ripete uguale uguale uguale, ma non solo a Cagliari, l’intera Sardegna è un piccolo cortiletto.
I trucchi sono sempre uguali e tanto banali:
Titoli: col gioco delle tre carte, accumulano tutti i titoli di chi ne ha molti all’interno di voci con massimale basso, et voilà… piallato il curriculum!
Scritti: due tecniche principali, la prima con domande banali e molto aperte, in modo da lasciare immensa discrezionalità in fase di correzione alla commissione; la seconda, domande molto eccentriche (o addirittura fuori argomento), di dettaglio e ovviamente comunicate in anticipo ai vincitori designati;
Prove pratiche: la legge consente che si faccia la stessa domanda a tutti i candidati e a porte chiuse, il punteggio (30 su 100 totali) è altissimo, la vera mattanza si fa lì;
Prove orali: è vero, esistono ancora tante commissioni che pretendono di fare la prova a porte chiuse, con la scusa di fare la stessa domanda a tutti.
Desolante, osceno, vergognoso.
Non solo DERUBANO di un bene della vita, il posto di lavoro, le persone meritevoli; ma, il che è perfino più grave, privano la collettività del diritto di essere servita dai professionisti più capaci… quando il danno lo fa un chirurgo, la scena magari arriva in televisione, ma tutta l’amministrazione è letteralmente storpiata da questo andazzo.
Consiglio (ed esperienza) personale:
(oltre che essere preparati) leggetevi bene le norme concorsuali, e RIBELLATEVI ogni volta che provano a violare le regole. Registrare le prove, entrare tutti ad assistere e pretendere di farlo, richieste sistematiche di accesso agli atti; e, quando è il caso e se trovate un buon legale, ricorsi al TAR.
Non vi preoccupate se ciò vi rende poco simpatici: delle loro pacche sulla spalle non ve ne fate niente, per il resto, se vi devono fottere lo fanno comunque….. tanto vale farsi rispettare.
Il sistema descritto da Salvatore è attivo praticamente da sempre, e nessuna parte politica mi sembra si sia mai preoccupata di disciplinare le procedure concorsuali nel segno della trasparenza. L’assenza di regole, come al solito, favorisce i più forti. Al Pd interessa maggiormente avere concorsi regolari o una quota per collocare i propri esponenti o famigli? Dove lavorano i quadri della dirigenza democratica?
sostituire commercialista con geologo
Curioso il silenzio con il quale è stato accolto questo post. Pare che gli assidui frequentatori del blog preferiscano scannarsi su altre questioni: le passioni fantascientifico-cinofile dei segretari cittadini, le idiozie a mezzo stampa che descrivono una città che non esiste e così dicendo. Appena gli argomenti diventano seri – ossia appena s’intravede il motivo che rende Cagliari tanto diversa dalla descrizione fatta da Repubblica – tutto tace. Evidentemente il coraggio di chi gestisce questo blog non è diffuso a sufficienza. Scherza coi fanti ma lascia stare i santi?
“Evidentemente il coraggio di chi gestisce questo blog non è diffuso a sufficienza”. Cioè? Io non capire.
Cioè chi scrive ne ha più di chi legge.
Ma quale silenzio, è uno dei post più commentati. Il tuo commento “Curioso il silenzio con il quale è stato accolto questo post…” è fuori luogo, lo dimostrano i fatti.
Solidarietà al commercialista.
Se si fosse attuata la costituzione (abolizione delle corporazioni) il sistema sarebbe più trasparente.
E’ vero il detto: quando stringi la mano a un commercialista, dopo contati le dita.
Caro collega, condivido in toto il tuo sfogo.
Mio padre era un operaio edile ed io sono riuscito a studiare ed abilitarmi grazie a tantissimi sacrifici. Sono la dimostrazione che la “mobilità sociale” esiste… cioè il figlio di un operaio può diventare un libero professionista…
Sono cosciente del fatto che, anche se non discendiamo da una stirpe di professionisti possiamo accedere al mondo delle libere professioni, ma secondo me, e fatte le dovute eccezioni, non potremo mai avere incarichi di un certo livello…. quelli sono riservati ad altri….
Con tantissimo lavoro e sacrificio, anche noi riusciremo a toglierci qualche soddisfazione professionale..
Prego, sostituire la parola “commercialista” con la parola “ingegnere”. Grazie
«Vorrei che la mia sinistra si occupasse anche di noi»… sono tante le cose di cui questa “nostra” sinistra non si occupa e vorremmo si occupasse. A questa non avevo mai pensato, ma ringrazio il giovane commercialista per aver posto il problema in termini così lucidi, veri e dolorosi.
Lettera ineccepibile, avrei potuto parlare di medicina e non avrei dovuto spostare nemmeno una virgola. Io sono stata “fortunata” e ho un lavoro in qualità di specialista ambulatoriale con contratto a tempo indeterminato, anche se lontano da Cagliari, avuto grazie alla mia iscrizione a una graduatoria in una provincia ai tempi poco appetibile .Ma ho sbattuto a più riprese sui concorsi, talvolta talmente truccati da risultare esilaranti, come quando sono risultati vincitori di concorso miei colleghi appena specializzati e idonei non vincitori colleghi che da anni facevano funzione di primari in sedi periferiche, con persone che venivano ” accozzate” per essere messe tra i primi 10 esclusi. Stesse domande a tutti ed esame orale e pratico a porte chiuse, il voto dello scritto a totale discrezione della commissione, in quanto o tanto facile da essere alla portata di tutti, o talmente difficile da far si che i vincitori fossero costretti ad ammettere di sapere in precedenza l’argomento, e senza vergogna alcuna. Oppure quella volta che una mia amica vinse a sorpresa (fuori Cagliari) perchè non si presentarono i vincitori per i quali il concorso era stato bandito in quanto appena vincitori di concorso a casa propria, cosa che costrinse i commissari a redigere una graduatoria onesta, con stupore da parte di tutti. Nomi famosi e compasso e cappuccio la fanno da padroni a Cagliari dalla notte dei tempi e in tutti i campi, e mala tempora currunt per chi, ai tempi attuali, non abbia santi in paradiso.