Sardegna / Scuola

Scuola e disabili, le nuove tragiche avventure della mia amica M.

La mia amica M. non si arrende facilmente. Questa è la sua ultima mail con un racconto come sempre disperante. Come avrete modo di leggere, per certi dirigenti scolastici l’unica preoccupazione è quella di non finire sui giornali.

Oggi ennesimo disguido. Il bambino solo e abbandonato non è stato capace di copiare correttamente il nuovo orario scolastico.
Arriva  il trasportatore che passa sotto casa (servizio del Comune) portando tre ragazzi disabili alla scuola. Gli dico: “Allora me lo riporta alla 14.30?”. Ma l’orario non corrispondeva con il nuovo orario degli altri compagni. Ho pensato subito che mio figlio avesse sbagliato giorno.
Lo faccio andare con il trasportatore e parto verso la scuola con le orecchie che mi fumavano.
Entro incavolata e chiedo di un responsabile: “Ora è occupato” mi rispondono. “Ok”, dico io, “fra dieci minuti torno con i carabinieri”. A questo punto mi fanno parlare con la dirigente scolastica, tipo film di Fantozzi. MA FANTOZZI TI ASSICURO ERA LEI NON IO!!!
Mi implora ripetutamente di farla parlare, ma io niente, ero un direttissimo.
Le ho detto tutto ciò che pensavo. Le ho detto che stavo aspettando le ore di allattamento che doveva coprire e lei mi risponde che le farà l’insegnante di sostegno dell’altro compagno che potrà fare per legge 18 più 3.
Scopro che l’allattamento è a carico dell’Istituto perchè il Ministero ha già dato l’insegnante.
SE NON RECLAMAVO CON RACCOMANDATA E DIFFIDE??? MAI AVREI AVUTO LE ORE!!!!!
Le ho detto che il sostegno è un aiuto per il disabile e non una sistemazione per il docente che aveva deciso di fare 6 ore in due giorni coprendo anche MATERIE INUTILI come informatica!
Insomma convoca l’insegnante e le dice davanti a me che l’orario scolastico si fa su 5 giorni e non su 4. Si deve spalmare l’orario, cosa che abbiamo fatto, decidendo IO MADRE insieme alla preside ed all’insegnante le materia IMPORTANTI!!!
Tante le discussioni in campo, e poi salta fuori il fatto che io lei con il mio articolo avevo umiliato la scuola!
Si è parlato di collaborazione ed un sacco di cavolate… Mai, mi ha detto, aveva conosciuto una madre così aggressiva nei suoi confronti, ecc., ecc., ecc.
Le ho detto che la collaborazione esiste là dove non sono calpestati i diritti di mio figlio e comunque le mi rappresenta il Ministero dell’Istruzione e dunque con lei dialogo anche se dall’inizio dell’anno lei si ostina a non parlare. Ma parlano le raccomandate con ricevuta di ritorno!
VITO, uno stress!
In settimana mi darà i documenti per accesso agli atti per il Tar e comunque oltre il Tar io andrò avanti!!! E lei sempre più preoccupata di non finire sul giornale!!!
Santo Dio, questa è la suo preoccupazione? E mio figlio????????

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12 Comments

  1. Aspide says:

    @ Marisa, abbiamo il dovere di portare anche noi una parte del peso che devi sopportare, se c’è qualcosa che possiamo fare per aiutare te e le persone che si battono per i propri sacrosanti diritti non esitare a chiederci aiuto.

  2. Elisabetta says:

    Ho cercato di fare il mio meglio quando ero insegnante di sostegno, e adesso che sono mamma capisco che quel mio meglio era sempre purtroppo poco per chi mandava i propri figli a scuola e mi affidava la loro vita per tante mattine.
    Tutti noi potremmo, tutti i nostri figli potrebbero essere al posto del tuo, forte e arrabbiata M., e le tue lotte sono anche le nostre: appoggio e un pensiero da dentro il mondo della scuola.

  3. Monica says:

    Per quanto vale, gentile signora, lei ha tutta la mia stima. C’è gente che non ha ancora capito che le ore di sostegno non sono una gentile concessione ma un diritto. E non abbia mai paura di lottare con le unghie e con i denti perchè se lei si dimostrasse arrendevole e condiscendente ne andrebbe del futuro di suo figlio. Un abbraccio

  4. Ringrazio per i commenti e la solidarietà .
    Solo una cosa: trovo il commento di una sola persona ottuso ed arrogante, ma sicuramente non sarà colpa sua, probabilmente questa persona non è mai stata madre e dunque non può provare certe emozioni, le emozioni che ti spingono a lottare per il giusto riconoscimento dei diritti di tuo figlio in qualsiasi circostanza……..
    Sono diverse le emozioni date da un titolo di studio (che ti spingono a vomitare pagine sui blog di internet) dalle emozioni che danno i figli. Io le provate entrambe e posso scindere le due cose.
    Non c’è storia!!!

  5. Manuela troppi dottorati a volte portano danni enormi.
    Inserirsi in questo post dove si parla di vita vera non è stata la mossa giusta per far conoscere il suo blog, tra l’altro molto freddo e scarno, solo un elenco di titoli di studio.
    Si ricordi che la ricchezza interiore è tutta un’altra cosa, non c’è titolo di studio che tenga.
    Così diceva il mio grande nonno analfabeta.

  6. Vada serenamente e determinata avanti, la prego!
    Chieda sempre almeno ciò che le spetta! per raccomandata.
    In questa italiana aumm! aumm! la vigilanza dei cittadini é l’unica forza che può tenere in piedi la giostra.

  7. ancora says:

    Manuela ma lei lo sa cosa è il dolore?
    Il suo intervento se lo poteva risparmiare.
    Ottuso e arrogante?
    Tacere no?

  8. Se Manuela si trovasse nella condizione di noi genitori con figli disabili, e vedesse calpestati dalle istituzioni i propri legittimi diritti, sarebbe anche lei ottusa ed arrogante, Termini peraltro del tutto fuori luogo ed anche abbastanza offensivi per delle persone che vivono sulla propria pelle le ingiustizie di questa classe politica, e della societa’ in genere, tutta incentrata sull’egoismo e sul proprio benessere personale. Bisogna viverle certe situazioni e contare fino a cento prima di scrivere frasi fatte, e in questo caso, a sproposito! Sembra quasi di sentir parlare un preside o un dirigente scolastico

  9. Per ogni Dirigente poco attento ai diritti dei disabili auguro di trovare una madre altrettanto agguerrita come quella della mail: altro che integrazione come risorsa…a me pare che per molti sia solo fonte di problemi. Bravo Preside!

  10. Il dolore rende ottusi e arroganti.

    • Aspide says:

      @ Manuela, ho sempre pensato che per capire i disagi altrui dovremmo essere costretti per legge a viverli sulla nostra pelle almeno una volta nella vita, solo così potremmo aprire gli occhi e vedere quali difficoltà devono superare e quante umiliazioni devono sopportare.

  11. Un blog interessante che non mancherò di leggere ed una mamma che non molla e che non mancherò di ammirare.
    Luciano Pes
    PS , Mi sono permesso di diffodere la mail anche nel mio sito.

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