In ogni tragedia c’è un po’ di farsa. Così, mentre nella maggioranza di centrodestra covava inesorabile la crisi, il presidente Cappellacci disponeva il trasloco dei suoi uffici dalle austere stanze di viale Trento ai saloni un po’ retro di Villa Devoto, abbandonati sei anni fa da Soru. Dopo lavori giocoforza costosi (e sarebbe interessante sapere, senza alcun tono polemico, quanto sianorealmente costati visto che già circolano voci incontrollate: si parla di cessi pagati 800 euro l’uno) la Villa ha visto precipitare la crisi, fedele alla leggenda che la vuole portatrice di immediata sfortuna ai presidenti che la abitano.
E’ evidente che politicamente questa maggioranza non ha più nulla da dire. Alla pochezza endemica del centrodestra sardo si è unita la crisi romana. Perché è a Roma che Cappellacci ha i suoi veri elettori, soprattutto Berlusconi e Letta. In crisi questi due, in crisi anche il potere cagliaritano. Cappellacci comunque una bussola ce l’ha e si chiama Giorgio Oppi. Il leader dell’Udc è il vero protagonista di queste ore. E’ stato lui a convincere il presidente ad attuare lo strappo con la revoca delle deleghe agli assessori e questo per mettere alla prova la tenuta di sardisti e Riformatori che ieri, non presentandosi all’ennesimo vertice, hanno dato il pretesto della crisi.
Oppi è uno straordinario uomo di potere. Ha capito che in questa fase al suo partito conviene succhiare voti al Pdl piuttosto che ipotizzare un’alleanza don il Pd, così come invece Casini sta facendo a Roma. L’Udc è dunque nel nostro sistema politico isolano un elemento di destabilizzaione permanente perché, al di là della sua posizione apertamente ambigua, impedisce al Pd di riproporre lo schema che Bersani sta immaginando a Roma.
Oppi dal canto suo punta a rafforzare il suo controllo sulla sanità ma anche a fare entrare in giunta Mario Floris, leader dell’Uds, politico espertissimo, per creare così un duumvirato in grado sostanzialmente di “commissariare” Cappellacci e di mettere all’angolo i Riformatori (la battaglia sulla sanità è durissima, l’assessore Liori nel marasma più totale si è affidato a Oppi e questo Franco Meloni non l’ha certo gradito: oggi i Riformatori nella sanità contano poco o nulla e questo sta facendo perdere loro molti consensi).
Con Oppi e Floris in Giunta, Cappellacci o non sa chi si sta mettendo in casa oppure ha valutato bene la situazione e ritiene che questa sia l’unica mossa possibile per sopravvivere, in attesa di schiarite romane. Il presidente peraltro è sotto inchiesta: se si dimettesse probabilmente non potrebbe più giovare di quel “gioco di squadra” che generalmente scatta quando un’inchiesta ha molti protagonisti e rischierebbe di essere brutalmente sacrificato.
La battaglia però è ancora lunga. A meno di colpi di scena, il Cappellacci Bis nascerà, non si sa però se con sardisti e Riformatori. L’asse tra i due partiti sembra solido (hanno stretto un alleanza anche per la candidatura di Fantola a sindaco di Cagliari) e sicuramente la battaglia vera si vedrà in aula in occasione della prossima Finanziaria quando i due partiti ribelli potrebbero portare all’attenzione del Consiglio proposte dirompenti, come l’abolizione delle province e la diminuzione del numero dei consiglieri regionali così come proposto negli otto punti presentati ieri al presidente (potete leggere il documento a quest’indirizzo http://www.sardegnaeliberta.it/?p=2707).
Il marasma è totale. Forse si troverà una via d’uscita provvisoria ma siamo tornati al clima della Giunta Masala nel lontano 2003. Cappellacci quella situazione la ricorda bene perché di quello sciagurato esecutivo era assessore alla Programmazione. In quei mesi di buio totale maturò la riscossa del centrosinistra. Solo che adesso non c’è nessun Soru all’orizzonte.
Politica / Sardegna
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questo governo regionale è peggio delle berzellette di BERLUSCONI..
Il PD Sardo deve stare alla larga da questi personaggi, altrimenti perde la poca credibilità che gli rimane http://bit.ly/bd7N8N
Non pensi che, il ritiro di tutte le deleghe, sia semplicemente una mossa per liberarsi dal vincolo che rappresentano alcuni assessori tecnici e poter così arrivare alla ripartizione degli incarichi secondo quanto, da tempo, gli chiedono gli alleati? Se fosse vero che si è messo nelle mani di Oppi… o sta pensando a un suo riposizionamento in un futuro molto prossimo o è più “babbeo” di quanto dice: Oppi gli mangia la pastasciutta in testa.