Cagliari, tra storia e progetto (foto Olliera)
Avete letto i giornali di oggi? Molentargius, Teatro Lirico, gestione dei rifiuti, Camera di Commercio e perfino Tuvixeddu: se i conti si fanno alla fine, la fine sta arrivando. A Cagliari è il momento dei casini concentrici e concatenati, frutto di anni di non governo delle maggiori questioni sul tappeto. Perché c’è una differenza tra amministrare e governare, anche se qualcuno in via Roma questa distinzione evidentemente non l’ha mai capita.
Molentargius, ovvero Medau su Cramu. Ieri una famiglia è stata sgomberata con la forza da una casa ritenuta abusiva dal tribunale. Senza entrare nel merito della questione (molto intricata) è chiaro che non essendo ancora decollata definitivamente l’attività del Parco regionale (la cui non-gestione è stata frutto di interessi politici e partitici trasversali), le contraddizioni sono ancora lì. Bisognava risolvere prima la questione degli abusi edilizi a Medau su Cramu e invece adesso la vicenda esploderà incontrollata e incontrollabile in piena campagna elettorale.
Gestione dei rifiuti: quattro anni non sono bastati all’amministrazione di centrosinistra per concludere la gara. Mi rendo conto che la questione è complessa, ma ricordo anche che al centrodestra questa incapacità di gestire la situazione veniva rinfacciata un giorno sì e l’altro pure. E quattro anni per fare una gara in grazia di Dio sono tanti.
Camera di Commercio: casino totale. Anche in questo caso la politica cittadina non ha avuto la necessaria autorevolezza per riuscire a comporre gli interessi, lasciando che le lobbies (e le logge) si scannassero tra loro. La situazione è esplosiva, potenzialmente fuori controllo.
Tuvixeddu: ogni tanto la questione ritorna d’attualità, e oggi la Nuova Sardegna ci ricorda che sarà anche vero che nel colle dei punici non si può costruire (e meno male) ma che l’accordo di programma è comunque ancora vigente. Questo consente al privato di rivalersi sull’amministrazione per danni. Anche qui, l’assenza di politica (cioè la capacità di governare i problemi prima che gli stessi diventino ingestibili) è stata clamorosa. Da quattro anni si attende l’adeguamento del Puc al Ppr, se non è stato fatto non è certo colpa di Cualbu.
Infine Teatro Lirico: qui c’è veramente poco da dire, se non sottolineare la figura poco onorevole rimediata dal sindaco, che in ieri consiglio comunale ha annunciato sì le sue dimissioni da presidente della Fondazione, omettendo però di dire che la sua scelta è stata provocata dalla richiesta di interdizione avanzata nei suoi confronti dalla procura.
Davanti ad una situazione del genere, con tanti problemi drammaticamente aperti, il dibattito su “primarie sì-primarie no” diventa quasi un esercizio retorico. A Cagliari servono un progetto e una classe dirigente rinnovata.
Invece che fare i conti con la realtà, il centrosinistra cittadino preferisce perdersi dietro gli equilibri, i posizionamenti, i giochi di potere, le rendite di posizione, dibattendosi tra contraddizioni insanabili che presto non tarderanno ad esplodere. Un partito che dice di avere paura dell’ondata grillina (e le parole di Soru dopo la batosta a Porto Torres sono state chiare), ci penserebbe due volte prima di ricandidare un sindaco sotto processo. Ma la volontà di rinnovamento è sempre solo annunciata e mai praticata, e la destra e il M5S agitati sempre e solamente come uno spauracchio per inibire un rinnovamento che colpevolmente non si è voluto portare avanti.
L’ipocrisia regna sovrana. Sel è in fase di scioglimento e tutta la sinistra a livello nazionale pensa di abbandonare il Pd al suo destino. Solo in questa città invece, solo per interessi personali di pochi, i dirigenti e gli iscritti del partito di Vendola faranno finta di allontanarsi dal Pd, sapendo però di non poterne fare a meno se vorranno mantenere in città le loro posizioni di potere, pronti a tutto pur di sostenere il loro interdetto campione.
Equilibrismi di gran classe. Ma ogni tanto anche gli equilibristi migliori cadono.
Questione stadio (i risarcimenti a Cellino), questione cultura, con l’emblematico caso anfiteatro (praticamente inutilizzato), questione spopolamento, questione traffico (sempre più in tilt, nonostante i proclama del “Mega Direttore Clamoroso Duca Conte PierCarlo ing. Semenzara” ai più noto come Mauro Coni), questione Arena Sant’Elia (qualcuno ha capito a cosa serva e qualcun altro è andato a vedere quanto costa e quanto incassa?)…e la lista può continuare per molto ancora.
Hai dimenticato la condanna del TAR per non aver applicato il regolamento acustico e la richiesta dello stesso di attuare un risanamento acustico nel quartiere Marina. Dopo che la Regione tramite l’ARPAS ha certificato il grave stato di sofferenza degli abitanti.
ma magari un 5 stelle a posto di questi babbioni mediocri e paraculo
Non sarebbe una cattiva idea e so che molti che hanno votato Zedda ci stanno pensando seriamente.