Ed eccolo, il famoso accordo. Il presidente Pigliaru lo definisce “un risultato straordinario”, il centrodestra grida che si tratta di “una patacca”. Il cittadino qualunque legge e non ci capisce sostanzialmente nulla, per cui è costretto a fidarsi della interpretazione data dalla sua parte politica di riferimento.
Io non so che dirvi, a naso continuo a non essere convinto del tutto della bontà di questo accordo (come scrissi lo scorso 31 maggio nel post “Abolizione del patto di stabilità: è vera gloria?”) e il mio scetticismo ora viene corroborato dalle parole del neo presidente dell’Anci Sardegna, Pier Sandro Scano, che ieri con un comunicato di sedici righe (che trovate alla fine del post) ha detto (con un linguaggio politico molto eloquente) che non è il caso di eccedere in trionfalismi, che la cifra strappata per il 2014 è esigua e che il presidente Pigliaru ha firmato un accordo del genere senza consultarsi prima con nessuno: a buon intenditor poche parole.
La posizione della giunta Pigliaru la trovate riassunta invece in questa intervista resa dall’assessore Paci a Sardinia Post dal titolo “Vincoli di spesa cancellati e avanti con la vertenza entrate”.
Chiaramente chi è in grado di entrare nel merito dell’accordo ed è in grado di spiegarlo ai noi comuni mortali è caldamente invitato a farlo.
***
ACCORDO TRA IL MINISTRO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE E LA REGIONE SARDEGNA IN MATERIA DI FINANZA PUBBLICA
- 1 – Ai sensi e per gli effetti dell’articolo 1, commi 454 e 456, della legge 24 dicembre 2012, n. 228, il Ministro dell’Economia e delle Finanze concorda con il Presidente della Regione Sardegna che il livello di spese per l’anno 2013, in termini di competenza eurocompatibile e di competenza finanziaria, sia determinato in 2.420 milioni, al netto delle spese relative al Fondo unico destinato agli enti locali di cui all’articolo 10 della legge della regione Sardegna 29 maggio 2007, n.2, richiamata all’articolo 1 della legge della regione Sardegna 23 maggio 2013, n.2 e al netto della quota dell’obiettivo annuale attribuito agli enti locali ai sensi dell’articolo 1, comma 138, della legge 13 dicembre 2010, n. 220.Conseguentemente, considerato che il risultato conseguito dalla Regione per l’anno 2013 è pari a 2.393 milioni in termini di competenza eurocompatibile e in 2.418 milioni in termini di competenza finanziaria, il Ministro dell’Economia e delle Finanze certifica in via definitiva il rispetto del patto di stabilità per l’anno 2013 da parte della regione Sardegna.2 – Alla regione Sardegna è riconosciuto per l’anno 2014 un ampliamento del tetto di spesa derivante dalla legislazione vigente ai fini del Patto di stabilità interno di 320 milioni.Le parti concordano che l’obiettivo programmatico sia determinato per l’anno 2014 in 2.696 milioni, riducendo il complesso delle spese finali, espresse in termini di competenza eurocompatibile, desumibile dal consuntivo 2011 rilevanti per il patto di stabilità interno, pari a 3.340 milioni, del contributo di 964 milioni per l’anno 2014 posto a carico della Regione dalla normativa vigente e incrementando lo stesso di 320 milioni a seguito del presente Accordo.
I predetti obiettivi costituiscono il limite alla spesa rilevante ai fini del patto di stabilità interno, al netto delle esclusioni previste dalla normativa statale e al netto delle spese per i servizi ferroviari di interesse regionale e locale erogati da Trenitalia s.p.a.
La Regione si obbliga a conseguire nell’anno 2014 un livello di spese correnti, al netto delle spese per la sanità, non superiore all’importo annuale minimo dei corrispondenti impegni effettuati nell’ultimo triennio.
La Regione si impegna ad abrogare entro il 30 settembre 2014 e con effetti a decorrere dal 1 gennaio 2014 il comma 2 dell’articolo 1 della LR 12/2013.
3 – A decorrere dall’anno 2015 alla Regione Sardegna non si applica il limite di spesa di cui al comma 454 dell’articolo 1 della legge 24 dicembre 2012, n. 228 e la stessa Regione si impegna a garantire il pareggio di bilancio come definito dall’articolo 9 della legge n. 243 del 2012. Alla regione Sardegna non si applicano le disposizioni in materia di patto di stabilità interno in contrasto con il presente punto.
4 – Continuano ad applicarsi le vigenti disposizioni in materia di monitoraggio, certificazione e sanzioni previsto dai commi 460, 461, e 462 dell’articolo 1 della citata legge 24 dicembre 2012, n.228, con riferimento a quanto previsto dal punto 3.
5 – La Regione si impegna a ritirare, entro il 16 settembre 2014, tutti i ricorsi contro lo Stato pendenti dinnanzi alle diverse giurisdizioni relativi alle impugnative di leggi o atti conseguenziali in materia di finanza pubblica, promossi prima del presente Accordo, o, comunque, a rinunciare per gli anni 2014-17 agli effetti positivi sia in termini di saldo netto da finanziare che in termini di indebitamento netto che dovessero derivare da eventuali pronunce di accoglimento.
6 – La Regione si obbliga, altresì, in esecuzione di quanto già disposto con la DGR n 20/16 del 03/06/2014, a recepire con propria legge, mediante rinvio formale recettizio, le disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, previste dal decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, nonché gli eventuali atti successivi e presupposti, in modo da consentire l’operatività e l’applicazione delle predette disposizioni entro e non oltre il 1 gennaio 2015, subordinandone l’applicazione all’emanazione del decreto legislativo correttivo e integrativo del decreto legislativo n. 118 del 2011.
I contenuti del presente Accordo sono recepiti in specifiche disposizioni legislative per le parti in cui ciò sia necessario.
Roma, 21 luglio 2014
Il Ministro dell’Economia e delle Finanze Il Presidente della Regione Sardegna
Pier Carlo Padoan Francesco Pigliaru
***
Dichiarazione del Presidente di ANCI Sardegna sull’Accordo siglato tra il Ministro dell’Economia e delle Finanze e la Regione Sardegna in materia di finanza pubblica
Sull’intesa Stato-Regione in tema di patto di stabilità, come ANCI finora non abbiamo detto una sillaba, perché abbiamo atteso di poter leggere il testo e di sentire il Presidente Pigliaru. Ora, letto il testo e sentite le dichiarazioni del Presidente, diciamo due cose chiare e precise, non senza aver prima ricordato che l’ANCI non fa valutazioni politiche di parte, perché rappresenta tutti i Comuni e dunque guarda esclusivamente al merito delle questioni.
1) Il meccanismo del pareggio di bilancio, che va verificato con rigore per le modalità applicative, costituisce di sicuro un interessante progresso rispetto al meccanismo del patto di stabilità.
2) Il 2014 rimane invece, anche dopo la firma dell’intesa, una drammatica criticità. Su questo punto si apre ora con la Giunta e con il Consiglio una robusta interlocuzione sugli spazi e sulle risorse da destinare agli EELL. Noi ci battiamo per ottenere risultati realisticamente possibili, non siamo gente che chiede l’impossibile. Ma su ciò che è possibile siamo molto determinati e non faremo sconti. In assenza di un accordo i prossimi mesi sarebbero per i Comuni di blocco pressoché totale. E i cittadini pagherebbero molto duramente. Perciò si apra subito il confronto.
Cagliari, 24 luglio 2014
Il Presidente
Pier Sandro Scano
Pingback: Entrate e servitù militari, il governo Renzi prende per i fondelli la Sardegna (ma a “Candido” Pigliaru piace così) - vitobiolchini
Pura follia, indegna per un economista.
basterebbero i punti 5 e 6 per far capire anche ad un imbecille che Pigliaru e i suoi lacchè sovranisti si impegnano per 320 milioni di elemosina a non rompere più le uova nel paniere allo stato dal 2014 al 2017. Rinunciando a qualsiasi autonomia di giudizio e anche ad ogni recriminazione sulle entrate perse nei decenni passati.
Nel frattempo lo stato, obbliga anche la regione sardegna al pari di tutte le amministrazioni pubbliche compresi i comuni, ad “armonizzare” i propri bilanci con quelli dei ministeri ed enti centrali. Andate a leggervi tra le righe cosa significa questa armonizzazione e troverete quanta perdita di competenze decisionali in tema di spesa e autonomia contabile subiranno le regioni autonome. Facendosi pesante carico di settori come la sanità in grado di compromettere qualsiasi possibilità di investimento.
In sintesi capirete tutti come la Sardegna RINUNCIA con questo accordo folle a qualsiasi reale autonomia futura di tipo decisionale in ambito economico finanziario e anche impositivo fiscale. Si potrà spendere di più in teoria e rispetto al passato ma se poi tutti i trasferimenti e le entrate verranno decisi dagli organi centrali e si dovrà comunque armonizzare il proprio bilancio prevedendo capitoli di spesa che devono essere rigidamente controllati e collegati alle entrate, e si dovrà’ anche garantire il pareggio con le regole europee e il patto di stabilità mi spiegate dove sta il successo di questa cosa?
Beh in verità dice anche che il meccanismo del pareggio di bilancio è un interessante progresso…non mi sembra un giudizio negativo come invece si evince dalle tue righe.
“che va verificato con rigore per le modalità applicative”, cioè che al momento funziona solo sulla carta.
Beh l’hanno appena approvato…
Ed i sovranisti che dicono? Dova vanno? Che fanno? Dove stanno?
I sovranisti occupano le poltrone pagate dai contribuenti, si spartiscono le consulenze pubbliche e si fanno i complimenti a vicenda su Facebook. Ma sono coerenti dato che queste sono le uniche cose che a loro interessano. Il problema e’ dei pochi ingenui che li votano, non certo il loro.
Pingback: in giro con la lampada di aladin… | Aladin Pensiero