La lettera è argomentata, ha toni garbati e attende di essere sottoscritta sulla piattaforma change.org.
Il tema però è di quelli incandescenti e pone una questione che va oltre la stretta contingenza e introduce un dibattito più vasto, cioè quello del rapporto tra arte e politica nelle sue mille possibili forme.
Con questa lettera l’associazione Sardegna Palestina e BDS Sardegna chiedono a Paolo Fresu di non partecipare all’Israel Festival in programma il prossimo 13 giugno a Gerusalemme: “Per quale motivo dovresti mai accettare l’invito a esibirti in un paese che è così profondamente coinvolto nei crimini di guerra e nelle violazioni dei diritti umani? Tenere un concerto in Israele in questo momento è moralmente equivalente ad esibirsi in Sudafrica durante il periodo dell’apartheid”.
La lettera non è solo per Paolo Fresu: in realtà attende una risposta da tutti noi.
***
Caro Paolo Fresu,
abbiamo appreso che il 13 giugno 2014 parteciperai all’Israel Festival di Gerusalemme. I firmatari di questo appello ti stanno scrivendo per esortarti ad astenerti dal suonare nello stato di apartheid chiamato Israele e di non condonare le violazioni israeliane del diritto internazionale e dei diritti umani contro il popolo palestinese.
Israele è stato condannato ripetutamente da Risoluzioni dell’Onu e da Dichiarazioni dell’UE per l’occupazione dei “Territori Palestinesi Occupati” con la guerra del ’67, per la indebita creazione di colonie israeliane in terra palestinese mediante azioni considerate “crimini di guerra” dall’art. 8 dello Statuto della Corte Penale Internazionale, per innumerevoli violazioni del Diritto Internazionale e la quotidiana negazione dei Diritti Umani alla popolazione soggetta all’occupazione.
Ciò che rimane alla comunità internazionale per i diritti umani per dissuadere Israele da questa tragica linea di condotta che ha scelto di seguire sono le iniziative per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) compreso il boicottaggio accademico e culturale. L’appello nasce dalla società civile palestinese e fa parte del movimento globale e ampiamente sostenuto volto a porre fine alla violazione dei diritti dei palestinesi in Palestina/Israele.
Noi rispondiamo a questa chiamata.
In una situazione di ingiustizia non prendere posizione equivale a prendere posizione per l’oppressore. L’oppressione dei palestinesi, che hanno perso la loro terra, le cui vite quotidiane sono interrotte dall’occupazione, che vivono in uno stato di continua depressione anche al giorno d’oggi, è qualcosa di cui dobbiamo occuparci. Per quale motivo dovresti mai accettare l’invito a esibirti in un paese che è così profondamente coinvolto nei crimini di guerra e nelle violazioni dei diritti umani?
Tenere un concerto in Israele in questo momento è moralmente equivalente ad esibirsi in Sudafrica durante il periodo dell’apartheid. La società civile palestinese ha chiesto il boicottaggio dell’apartheid israeliana e, così come avvenuto con l’apartheid sudafricana, molti artisti hanno deciso di stare dalla parte della solidarietà.
Noi speriamo sinceramente che tu faccia lo stesso.
Perché non unirsi alla crescente lista di artisti che hanno deciso di non prestare il loro nome ai tentativi di ritocco dell’immagine di un brutale regime di occupazione? Artisti di coscienza come Stanley Jordan, Faithless, Leftfield, Gorillaz, Klaxons, Roger Waters, Massive Attack, Gil Scott Heron, Santana, Pete Seeger, Pixies, Tindersticks, Elvis Costello, Ken Loach, Cat Power, Cassandra Wilson e molti altri che hanno rifiutato di legittimare occupazione, apartheid e crimini di guerra.
Noi sottoscritti, ti esortiamo ad annullare il tuo concerto in Israele, in programma per il 13 giugno 2014, e di astenerti dal programmare altri concerti in Israele fino a quando Israele non si conformerà pienamente alle richieste della campagna BDS. In questo modo, sosterrai i diritti umani del popolo palestinese e contribuirai a sollecitare una soluzione giusta e pacifica del conflitto in Medio Oriente.
Associazione Amicizia Sardegna Palestina
BDS Sardegna
Pingback: Perché Paolo Fresu non ha sbagliato ad accettare l’invito di Israele
andare a gerusalemme e’ una grande emozione sempre, figurarsi suonare. che paolo fresu vada a gerusalemme e suoni anche e soprattutto per i palestinesi, dedichi a loro pubblicamente il suo concerto, questo si che sarebbe rivoluzionario, altro che disertare!
Ma a nessuno viene in mente che nessuno di noi, tranne Israeliani e Palestinesi, possono trovare una soluzione, magari non discutendo di Deir Yassin o di Sabra e Chatila, né del pogrom di Hebron di un secolo fa, ma del futuro? Tipo, come uscirne? Noi possiamo poco, ma in questo poco rientra sicuramente l’adesione al boicottaggio di Israele, come piccolo contributo di moralità e di onestà verso una situazione indifendibile politicamente ma, ripeto, anche moralmente. Voglio dire che, al di là delle colpe reciproche, non si può difendere chi compie il male di default, come fa lo stato di Israele in Palestina, ogni giorno, contro persone innocenti, punite solo perché arabe e perché hanno la colpa di abitare da millenni in una terra in cui si è deciso di creare uno Stato etnico.
Per quanto riguarda Fresu, mi sembra chiaramente vittima del provincialismo italiano. In tutto il mondo il boicottaggio verso Israele è un movimento popolare molto sentito, basta aver seguito l’esclusione della pubblicità di Sodastream dalle trasmissioni televisive del Superbowl americano per capire quanto siamo marginali per un verso (a ignorare l’importanza del movimento di boicottaggio di Israele) e ignoranti per un altro (perché neanche conosciamo i dati sul terreno, che sono quelli di una incredibile oppressione e segregazione su base etnica dei Palestinesi non israeliani, e di una riduzione dei Palestinesi con passaporto israeliano a una condizione di cittadini di serie b – eufemismo – sempre più oggetto di aperto razzismo dal governo estremista di Tel Aviv. Cose inaccettabili per ogni persona dotata di uno straccio di senso morale).
Un atto simile, per me, mostra tutti i limiti culturali e morali di questo Fresu, ma anche la superficialità di tutta questa subcultura jazz sarda da fighetti-ma-non-proprio, con cui per decenni ci hanno spaccato le palle, oltre che essersi riempiti probabilmente le tasche di tanti bei soldini.
Ma a nessuno viene in mente che Paolo Fresu, come ogni altra persona, ha il diritto di scegliere come meglio crede senza che per questo ci si erga a censori dei suoi limiti “culturali e morali”?
Ma un minimo di senso delle misura non si riesce a mantenerlo?
Noi certamente possiamo poco, per migliorare la situazione tra israeliani e palestinesi. Ma credo proprio che, in tutto quel poco, il tiro al piccione contro Paolo Fresu non rientri tra le cose più utili o degne.
Specie se viene da persone che hanno più volte manifestato per il jazz un certo disprezzo -e il disprezzo per il jazz molto spesso è venato da un atteggiamento culturalmente razzista-
Il comunicato di Sardegna Palestina e BDS Sardegna sulla risposta di Fresu:
Caro Paolo ci rincresce che non abbia aderito alla campagna per i boicottaggio culturale e artistico di Israele, per il concerto, ma abbiamo apprezzato la tua sensibilità per la causa palestinese, per la condizione di oppressione in cui versa il popolo e per il suo diritto a vivere nel proprio Stato e vedersi garantiti i diritti. Ancor di più abbiamo apprezzato il tuo impegno a monitorare con attenzione la situazione in relazione a futuri inviti. Durante il tuo soggiorno a Gerusalemme , territorio occupato riconosciuto come tale dal diritto internazionale, avrai modo certamente di verificare in prima persona le grandi contraddizioni che attraversano questa città. Potrai infatti vedere il muro dell’apartheid che separa gli esseri umani sulla base dell’appartenenza etnica, l’esproprio delle case dei palestinesi di Gerusalemme e la loro espulsione, la confisca dei terreni recentemente destinati alla costruzione di nuovi insediamenti di colonie. Come già saprai, anche attraverso i contatti con i tuoi colleghi musicisti palestinesi, la condizione di difficoltà e di limitazione della libera circolazione impedisce di fatto l’espressione artistica e culturale e la possibilità di condividere le esperienze. Questa vicenda ha sicuramente avuto il merito, pur in disaccordo con la tua scelta, di aprire anche nella nostra isola un dibattito sugli strumenti della solidarietà internazionale, sul ruolo pubblico e la responsabilità che artisti, intellettuali, musicisti debbono avere di fronte al “mondo grande e terribile”.
Sardegna Palestina e BDS
http://www.sardegnapalestina.org/?p=2515
Faccio rispettosamente osservare (come si diceva ai tempi dell’Imperial Regio Esercito Austro Ungarico), che su 47 interventi, (48 con questo) il sig dd ne ha perpetrato 25. E’ una buona percentuale, che celebra significativamente il suo interesse per la materia e la profondità delle sue emozioni: bisogna dargli atto di ciò.
Ciò detto, avendo riletto il blog, devo purtroppo riscontrare come lo stesso sig dd abbia una certa tendenza a ripetersi, probabilmente nel convincimento della verità del suo pensiero ma, ancor di più, di quanto espresso dal detto ” gutta cavat lapidem”.
E’ certo molto bello e saggio essere convinti profondamente delle proprie opinioni, e sostenerle con fede e passione; tuttavia, talvolta, vale la pena di ascoltare ciò che dicono gli altri. Perchè? Perchè se quello che gli altri ci dicono ci inducesse a cambiare anche solo di una virgola il nostro pensiero, avremmo fatto un passo in avanti nella conoscenza (nostra).
Poi, c’è il solipsismo…
Ma questa è un’altra storia.
Vero. C’è anche il detto “gutta di caliri!”, che è adatto anche a chi insiste oltre il limite.
Ha ragione Gianni Campus…..come posso darle torto. In effetti la questione Israelo-palestinese deve avermi toccato nel profondo e a volte devo dire che vedo “nemici” virtuali un pò ovunque….mea culpa…riguardo la ripetitività credo che sia dovuta al fatto che in realtà il conflitto Israelo-palestinese è molto più “semplice” di quanto sembri se non vogliamo entrare nei dettagli (e in un blog non è possibile) ..cmq ripeto mi scuso per i toni accesi mando i saluti con il mio 500esimo post 😉
Vito mi rendo conto di aver usato delle definizioni poco democratiche nell’accezione televisiva del termine (ormai rimane solo quella in realtà)… mea culpa 🙂 però tutta la fatica nel cercare di scrivere una risposta esaustiva!! sono indignato 🙂
La discussione, partita dal tema dell’opportunità che un artista faccia scelte “politiche”, si è spostata sul tema caldo del conflitto israelo-palestinese. Si è fatta più interessante anche se inutile. Da un certo punto di vista sono d’accordo con dd sul trovare fastidioso il perbenismo di chi vuole uno stato con due popoli. La storia ci insegna che non è la giustizia a governare il mondo ma bensì la forza. Gli israeliani oggi sono più forti, punto.
Naturalmente sono anch’io hasbara, a mia insaputa.
ahah bel commento! beh non so ancora se anche tu sei di quei volontari che fanno propaganda sionista….Io di sicuro non lo sono…..sono stato altre volte su questo blog a discutere animatamente di altre cose, sono indipendente e non faccio parte di alcuna associazione pacifista-pro qualcosa di quelle che fanno gli aperitivi da salottino….comunque non ho voglia di scoprirlo….Io non approvo la scelta di Fresu ma continuo a rispettarlo come uomo e musicista…..si accorgerà lui stesso dove sta andando a ficcarsi sempre che voglia farlo…..per quanto riguarda Israele certo che Israele è più forte…..sugar-daddy Stati Uniti AIPAC sono talmente patetici e imperialisti che stanno distruggendo il mondo….quei mommotti musulmani!!!! 🙂
L’ipotesi “uno stato, due popoli”, così come altre ipotesi alternative, in Palestina e in Israele, è basata su dati di fatto, non su una pulsione etica o su un “fastidioso perbenismo”. Naturalmente per comprenderne la portata bisogna conoscere la situazione sul campo, che non è quella della frontiera westfaliana, modo con cui ogni europeo perbenista interpreta per formazione culturale tutti i conflitti di cui sa poco o niente. Il dato di fatto, prodotto delle politiche israeliane almeno dagli anni Settanta, è quello di una occupazione di tutta la Palestina storica (“tranne” i centri abitati della WB e la striscia di Gaza) con più livelli di cittadinanza, due sistemi stradali, due sistemi di mobilità, una sola moneta, una sola frontiera esterna (semplifico naturalmente). Proprio come nel sud africa pre mandela. L’ipotesi due popoli, due stati è fallita (vent’anni son sufficienti per capirlo?) come sa qualsiasi analista non interessato. Poi è vero che è la forza che governa il mondo, come dimostra la figura di merda di Israele qualche anno fa contro gli Hezbollah in Libano. Chi si impegna nel BDS lavora per rovesciare i rapporti di forza attuali e contribuire a costruire un mondo più giusto. Sempre partendo da dati di fatto concreti, possibilmente, e da una conoscenza della realtà un minimo più approfondita di quella dei commentatori della domenica (televisivi, cartacei o bloghettari che siano).
Frakis sono daccordo con te. La solusione dei 2 stati è fallita. I palestinesi sono stati traditi soprattutto dalle nazioni arabe prostituite agli Stati Uniti. L’apartheid è una triste realtà anche se la maggior parte delle persone preferiscono chiudere gli occhi o giustificare tutto ciò col fatto che nel mondo ci sono tante altre ingiustizie….vedasi Siria, Tibet, ecc. ecc. Come ho già detto se non fosse per l’attenzione mediatica verso i palestinesi ci sarebbe già stato un bel genocidio….la mia speranza oltre il boicottaggio, e questa cosa mi fa sorridere perchè si tratta della resistenza più spontanea e naturale che esista al mondo, è l’elevato tasso di natalità palestinese 🙂 …..è bellissimo……sta scombinando tutti i piani di quei miseri nazisionisti…..e ci sono documenti e dichiarazioni ufficiali su questo “problema” ……Israele si sta suicidando con le sue politiche……ormai rimane solo sugar-daddy a parargli il culo…..ma magari non sarà per sempre..
Allora ricapitoliamo: Israele è cattivo, gli USA cattivo, gli Europei cattivi, gli stati arabi cattivi. Gli unici bravi in questa terra sono i palestinesi. Perché non ti interroghi sul motivo per cui la causa palestinese è così maltrattata. Non sarà perché i palestinesi sono pronti a combattersi fra di loro prima di combattere i nemici ? i tibetani, ad esempio, non si scannano fra di loro ma si oppongono compatti ai cinesi.
Il boicottaggio…auguri. Se vuoi boicottare tutto ciò che ha sentore di giudeo non se usciamo più, possiedono tutto.
La bomba demografica sarà solo un problema per il carnaio di Gaza, fino alla prossima epidemia di colera.
AA avevo risposto ma mi hanno censurato la risposta (mistero)…..vabbuò next time
Vito, in passato ho letto diversi articoli che ha voluto pubblicare sul suo blog senza peró soffermarmi troppo sui commenti. In questo caso lo sto facendo e, mi permetto di sollevare una critica circa il suo ruolo in questa chat.
Lei dovrebbe essere il moderatore quindi cercare di evitare che la discussione si trasformi in aggressione o stalking.
Cordiali saluti
Non mi sembra sia in atto nessuna aggressione. E’ un dibattito serrato, quello sì, ma aggressione o stalking mi sembra un po’ troppo. Peraltro, alcuni commenti (quelli sì, veramente scomposti) sono stati censurati.
M.f. visto che ti riferisci a me sappi che il mio atteggiamento arrogante e strafottente è voluto (in realtà sono molto più pacifico di quanto possa sembrare a parte il caso del signor Carboni e della sua campagna marketing sionista che tartasserò con ogni mezzo)….spero che attivi l’orgoglio di qualcuno che possa essere spinto a capire la realtà dei fatti….chi cerca trova la verità….la svizzera e il perbenismo non mi sono mai piaciuti….e il pacifismo retorico e disinformato non serve a nulla…
Già, molto meglio la bava alla bocca
Caro Fausto,
non è vero che la musica non ha colore. Ogni giorno gli artisti scelgono. Decidono che fare della loro arte, dove metterla, come e per chi spenderla, per chi suonare o recitare. Lo fanno, naturalmente, con i limiti propri di ogni professione. Arturo Toscanini, ad esempio, scelse di non spenderla per i fascisti e per i nazionalsocialisti tedeschi, rinunciando ai festival di Bayreuth e di Salisburgo, all’apice della sua carriera e tornò in Italia solo dopo la fine del fascismo e della monarchia. Furtwangler, invece, decise di continuare ad accettare le onorificenze dell’ibianchino austriaco. Ciò non fa del secondo un artista meno valido e importante, ma ne fa uno che per anni ha dovuto convivere con il, fondato, sospetto di essere un collaborazionista. La responsabilità pubblica e civile dell’arte aumenta con la grandezza dell’artista, con la sua possibilità di scegliere. Scegliere se andare a suonare in Israele (anzi, nei territori occupati illegalmente da Israele a Gersualemme, per essere chiari, in punta di diritto) in queste condizioni o no. Roger Waters ha deciso di non andarci, Paolo Fresu sì. Ciò non diminuisce la mia stima artistica nei suoi confronti ma affievolisce quella politica. Perché, evidentemente, abbiamo una idea diversa del che fare, del dove mettere, del come e del per chi spendere la nostra (la mia misera, la sua grande) arte.
Grande Frakis approvo al 100% quello che scrivi. si sceglie sempre da che parte stare e ciò non toglie nulla alla bravura di un musicista! finchè Israele non rispetta il diritto internazionale e i diritti dei nativi palestinesi io sono contro Israele.
L’arte per un artista è un fiume che attraversa il mondo. A volte disseta a volte devasta. Chi siamo noi per fermare un fiume? Certo, oggi possiamo incanalare l’acqua e farlo scorrere ove vogliamo noi, possiamo rubarla e toglierla agli altri assettati o costruirci sopra le nostre case perché i nostri interessi o i nostri bisogni sono più importanti di tutto e di tutti, ma senza i fiumi la vita sarebbe ancora più triste. Ascoltiamola la musica di Fresu e l’arte dei grandi artisti, scopriremo che dopo siamo migliori e magari… magari mi sbaglio… magari ci nascono delle buone idee che possono servire a tutti… magari, forse no. Bisogna avere una buona sete per capire quanto è buona l’acqua di un fiume libero.
ECCO LA RISPOSTA DI PAOLO FRESU AL MIO MESSAGGIO.
Grazie Paolo…
Da: Paolo Fresu. Omissis sua email
Data: 05 giugno 2014 16:21:15 CEST
A:
Oggetto: Re: Messaggio a Paolo Fresu di Mario Carboni Presidente dell’Associazione Chenábura- sardos pro Israele
Caro Mario,
come ho bene espresso nel mio Facebook ho deciso di andare comunque a Gerusalemme. E non senza una attenta e profonda riflessione sui temi che ci stanno a cuore.
Un abbraccio.
Paolo
Ajo signor Carboni non mi risponde?? non vuole discutere con me?? guardi che non la mangio mica?? è solo che risulto un pò indigesto ai Sionisti e ai cultori della Hasbara. Parliamo di Gerusalemme est….oppure di quello che vuole….sempre che ne sappia qualcosa a parte la propaganda del manualino hasbara che il governo Israeliano invia ai sionisti ogni anno…..cosa prende soldi pubblici per promuovere il culto malato sionista in Sardegna?? dai mi parli delle 1500 case da costruire in territorio palestinese che sono state annunciate oggi dal governo Sionista oggi?
Signor Mario promoter del Sionismo in Sardegna allora non vuole parlare con me??? dai una bella chiaccherata su gerusalemme la città dove il caro Paolo Fresu andrà a suonare!! la città dove il razzismo sionista la fa da padrone! ajo che fà si defila così??? classico del sionista lancia la sua propaganda da strapazzo e sparisce! dai signor Carboni torni qua a parlare con me che ho voglia di essere odiato da qualche filo-nazisionista 😉
Ascolti ma ha qualche idea riguardo dove porteranno Paolo Fresu a Gerusalemme?? ho paura che i suoi amici sionisti razzisti gli faranno fare il loro propaganda-tour e magari gli faranno vedere qualche soldato IDF druso spacciandolo per arabo per far vedere che sono democratici…..mi sa che scriverò a paolo fresu chiedendogli di fare un tour con qualche ONG di veri ebrei anti-sionisti…..oppure potrebbe incontrarsi con gli ex soldati israeliani che hanno iniziato a sputtanare la loro cultura sionista malata che ne dice?? e il razzismo contro i cristiani lo vedrà il nostro amato Paolo Fresu? dai Zion-promoter mi legga e mi odi un pò di più che così son contento
Caro Paolo
è tanto che non ci vediamo , seguo comunque ciò che fai e mi piace molto.
Ho letto che ti è stato chiesto di non andare a suonare in Israele. Non entrò nel merito delle argomentazioni che non condivido e che s’oppongono ad una via per la pace che veda due popoli con i loro due stati in pace. Solo la falsa accusa di apartheid squalifica la richiesta e quando andrai in Israele avrai modo di verificare come si vive nell’unico vero stato democratico nel Vicino oriente. Certo non sono tutte rose e fiori in un paese in perenne guerra iniziata e voluta sempre da chi non riconosce lo stato ebraico e vorrebbe distruggerlo per principio . Vai invece a suonare in Israele e dato che hai gli occhi aperti saprai vedere ciò che va bene e che va male. Ma sarai un portatore di cultura e di pace e porterai anche l ‘anima sarda libertaria ed identitaria dando un contributo alla ricerca della pace che senz’altro verrà come è venuta anche dopo altri conflitti forse anche più crudeli e difficili da risolvere.
Non ascoltare parole di odio e divisione e spesso tarlate da propaganda e falsità quanto purtroppo da cieco antisemitismo mascherato da antisionismo . Noi sardi siamo intimamente legati alla cultura ebraica e al popolo ebraico per motivi storici, culturali e spirituali e quindi ti auguro un meritato successo nella tua trasferta in Israele e se potrai fai sventolare una bandierina della Sardegna mentre suoni affinché gli Israeliani si chiedano anche cosa è e dove è la Sardegna, isola dalla quale nel 1492 molti loro antenati furono crudelmente scacciati e nella quale vivevano dal tempo dei nuraghi e alla quale potrebbero tornare come turisti, investitori, professionisti o nuovi residenti.
Ti abbraccio con grande affetto
Tuo amico di sempre
Mario Carboni
Presidente dell’associazione Chenàbura-Sardos pro Israele, di amicizia Sardegna Israele
Abbiamo la cellula Hasbara pure in Sardegna vedo….che piacevole sorpresa!!! 🙂 non vedo l’ora di sentire la sua propaganda Sig. Carboni e di smontarla pezzo per pezzo….I sionisti sono prevedibili e il vostro manuale hasbara è talmente ridicolo che le vostre tecniche patetiche le riconosco dall’odore…..Paolo Fresu andrà in Israele ma lasci stare i suoi appelli agli investitori perchè sionisti con le mani sporche di sangue in Sardegna non ne vogliamo. Abbiamo già dato con gli Americani. Perchè non mi invita alla sua associazione così posso farmi odiare per una serata da tutti i suoi seguaci?? e lasci perdere la filastrocca che l’antisionismo=antisemitismo perchè stiamo lavorando per sdoganare questa minkiata! Prof. Finkelstein docet!
Signor Carboni lo sa che i Palestinesi sono semiti? o le piace di più la moderna definizione per rendere più credibile la sua propaganda?
E dringhidi. O dd, ma la storia dell’uomo è storia di occupazioni, di soprusi, di guerre fratricide, ecc. ecc. E’ come se i sardi non dovessero riconoscere gli spagnoli da cui hanno subito 400 anni di ingiustizie. Che cosa facciamo cancelliamo i sardi di origina spagnola? Ora, può darsi che all’origine della nascita dello stato di Israele vi sia un errore di politica internazionale di cui gli inglesi ne hanno la massima responsabilità ma non mi si dica che quell’errore non sia stato salutare per il mantenimento di certi equilibri geopolitici nell’area mediterranea e medio-orientale. Guardi che Israele è una delle democrazie più evolute del mondo e l’Europa deve dire grazie a questa nazione se è riuscita a mantenere nel dopoguerra i tassi di crescita economica che abbiamo conosciuto. Sull’islamofobia le dico che ho frequentato costantemente la Libia per 28 anni e che i miei più cari amici sono musulmani. Mi piange però il cuore vedere, dopo la rivoluzione giusta e unitaria, questa guerra ormai chiara tra Tripoli e Bengasi alimentata dai fratelli musulmani per il controllo del petrolio. Sempre il petrolio!!!!!!
Israele una democrazia?? Evidentemente Enzo lei sa ben poco delle politiche Israeliane e prima di scrivere sciocchezze simili la inviterei a informarsi in maniera esaustiva sulle politiche Israeliane! poi un giorno mi spiega pure quali sarebbero gli equilibri geopolitici che Israele garantisce. Ma poi di cosa sta parlando?? economia? Riguardo l’islamofobia cito la sua frase “Ci provi a pensare che uso ne farebbero i palestinesi se avessero a disposizione la bomba atomica”……con questa frase lei afferma che i palestinesi in quanto popolo farebbero un uso terroristico della bomba atomica più di quanto potrebbe farlo Israele….lei identifica l’intero popolo palestinese come terrorista e questa è islamofobia a prescindere che lei abbia amici in Libia o meno. Un’altra news per lei è che i fratelli musulmani sono finanziati sottobanco dalla CIA e hamas non è altro che un ramo dei suddetti fratelli musulmani….sta suonando la campanella?
Comunque la voglio informare che io riconosco lo stato di Israele….grazie a dio non sono il tipo di persona che vuole revisionare la storia….ma mi faccia precisare che lo Stato di Israele ha dei precisi confini riconosciuti dalla comunità internazionale e questi confini sono quelli del 1967 e la zona di gerusalemme est (ad oggi soggetta alla colonizzazione sionista) doveva essere la capitale dello stato palestinese. Israele, forse lei non sa, ha una certa difficoltà a rispettare i suoi confini legittimi infatti casualmente hanno deciso di costruire il muro “per difendersi” all’interno dei territori palestinesi e hanno riempito i territori palestinesi di colonie occupandone come lei non sa o fa finta di non sapere il 40% del territorio. Adesso caro Enzo la invito se mi vuole rispondere a non rispondermi con delle sciocchezze campate per aria e prive di qualsiasi senso logico o fondamento. Inoltre se legge l’inglese sono pure disposto a inviarle Tonnellate di materiale riguardo le politiche Israeliane e il conflitto così magari riesco a farla uscire dal tunnel Hasbara in cui i sionisti l’hanno intrappolata.
Ma signor dd non le è mai passato per la mente che sulla questione israelo palestinese i contendenti abbiano tutt’e due le loro ragioni? Guardi che i palestinesi non hanno mai cancellato dal loro statuto il principio secondo cui lo stato di Israele vada annientato. Ci provi a pensare che uso ne farebbero i palestinesi se avessero a disposizione la bomba atomica.
E’ evidente Enzo che lei è affetto da quella che io (e altri) chiamo Islamofobia…..Le voglio fare una domanda? Se domani un movimento nazionalistico decidesse che la Sardegna è la terra promessa e incominciassero a venire qua a bruciare case, pulire etnicamente i sardi ecc. e dopo queste operazioni Le nazioni unite assegnassero il 57% della Sardegna a questo movimento politico che poi dichiarerebbe il proprio stato nel territorio sardo lei riconoscerebbe questo stato??? Se poi questo nuovo stato stabilito in sardegna incominciasse a colonizzare con il suo potente esercito (il quarto al mondo) la restante parte del territorio sardo dichiarando nel mentre di fronte a tutti i media internazionali che si sta cercando la pace ma i sardi sono estremisti e cattivi e non riconoscono lo stato PINCO PALLO e pertanto non accettiamo compreomessi e continuiamo la nostra politica di “difesa” del diritto di esistere dello stato PINCO PALLO. Inoltre lo stato Pinco Pallo è appoggiato dagli Stati Uniti quindi su qualsiasi rimostranza della comunità internazionale viene posto il veto! Bene Enzo io le dico chiaramente che se una cosa del genere succedesse a casa mia Io mi trasformerei in Talebano in un nanosecondo lei invece cosa mi dice?
E voglio darle anche un’altra dritta Enzo…..Israele è stato costruito tramite il terrorismo di gruppi come Irgun, tramite la pulizia etnica e la colonizzazione…..questo è successo 70-80 anni fa e non 5 secoli fa…..però questo al TG1 non l’hanno mai detto vero?
un’altra domanda….è proprio sicuro che sia un bene che uno stato terrorista come Israele abbia la bomba atomica? Ha per caso notato che la maggior parte dei Primi ministri Israeliani non sono o erano altro che ex-generali dell’esercito guerrafondai ed estremisti? Hamas sta combattendo con dei patetici missili russi degli anni 80 e con i kamikaze contro un esercito che avrebbe la capacità di radere al suolo l’europa intera in una settimana
Sono convinto di avere grandi limiti di conoscenza, e sono sempre grato a chi mi aiuta a uscirne.
In merito alla questione ebraica, sarei tentato di tenerla separata dal Sionismo, per molte ragioni storiche, culturali, politiche e filosofiche.
Quanto alle date, temo che la “questione” abbia avuto rilevanti precedenti nel corso della Prima Guerra Mondiale, quando importanti e seducenti promesse furono fatte agli Ebrei, soprattutto da parte dei soliti Inglesi; promesse molto impegnative, perchè riguardavano il futuro della Palestina e di altri Popoli; promesse non immediatamente mantenute.
Gli Ebrei, nel corso dei millenni della loro storia, hanno trovato tanti nemici,remoti e recenti. Personalmente, non me la sento (non ci penso nemmeno) di considerarmi fra costoro, per la semplicissima ragione che mi considero cristiano, e quindi erede di quella pace che Gesù Cristo ci ha lasciato. Essi sono miei fratelli, come i Palestinesi, etc.etc.
Il mio limite, se devo essere sincero, non credo sia l’ignoranza: è invece legato al fatto che, sapendo, non faccia abbastanza nel senso che ci è stato chiaramente indicato, e che il Papa ci ricorda.
Signor Campus mi scusi se le rompo le palle…..potrebbe sembrare che abbia qualcosa contro di lei…..in realtà non è così….sono solamente di parte per i palestinesi e convinto anti-sionista….ha detto benissimo….il sionismo e la religione ebraica non c’entrano nulla tra loro….semplicemente il sionismo, essendo un becero nazionalismo coloniale come tanti altri, promosso da una lobby finanziaria e politica che ha obbligato gli inglesi a regalare una terra abitata da una netta maggioranza musulmana da secoli agli ebrei, ha trasformato gli ebrei da oppressi a oppressori a spese dei palestinesi sia musulmani che cristiani che beduini. Il sionismo rafforzatosi con la nascita dello stato di Israele, con l’appoggio del loro sugar-daddy Stati Uniti, ha prodotto qualche milione di profughi e opprime un’intera popolazione. Il fatto che non ci sia stato un vero e proprio genocidio lo si deve quasi esclusivamente all’attenzione mediatica verso i Palestinesi. Tale attenzione mediatica è irrilevante rispetto al potere mediatico sionista che controlla i più potenti mezzi di comunicazione mainstream a parte Al Jazeera e mi riferisco a tutti i media americani ed europei. L’olocausto è stata una disgrazia per l’umanità ed è stato possibile perchè tutti o quasi hanno deciso di chiudere gli occhi e far finta di nulla. Io personalmente non voglio che un olocausto minore passi inosservato e per questo contesto il fatto che Paolo Fresu faccia il suo concertino per un’audience Sionista quando a pochi Km di distanza o meno si commettono dei crimini su una popolazione intera. Una popolazione che più viene oppressa e più si radicalizza su posizioni estremistiche (hamas) facendo sì che Israele abbia la scusa dell’estremismo palestinese per continuare la sua colonizzazione e oppressione. Riguardo il papa il suo viaggio è stato del tutto politico e non cambierà alcun equilibrio (ha pregato sul muro di betlemme e sulla tomba del fondatore del Sionismo bleah). L’equilibrio lo cambiamo noi dal basso se siamo in tanti. Altrimenti ce ne freghiamo e accettiamo che i musicisti vadano a suonare dove vogliono….mandiamoli pure da Assad che anche in Siria tra un genocidio e l’altro c’è bisogno di far divertire i padroni.
Di che colore è la musica di Paolo Fresu? E’ bianca, rossa, gialla? E’ una stella di David azzurra su sfondo bianco o è nera, rossa, verde a strisce orizzontali? E ancora: che lingua parla la musica di Paolo Fresu: inglese? arabo? ebraico? Io invece amico dei palestinesi che vogliono la pace e muoiono per la pace senza e amico degli israeliani che vogliono la pace e muoiono per la pace senza paura, sono contento che Paolo Fresu suoni a Gerusalemme città che racchiude tutte le contraddizioni del mondo e tutte le bellezze e bruttezze del mondo e che faccia sentire alta la sua musica in quella serata. La musica di Paolo Fresu come la musica di qualunque grande artista non ha e non deve avere nessun confine ed è sempre un bene per la pace del mondo e se ci fosse la possibilità di tornare indietro nel tempo, quando si decideva dello sterminio degli ebrei o del furto della terra dei palestinesi, io materializzerei la musica di Paolo Fresu nei cervelli e nei cuori dei potenti del tempo, forse avrebbero preso decisioni diverse.
La musica di Paolo Fresu uscirà sporca al concerto di Gerusalemme per i Sionisti. Se è contento che suoni a Gerusalemme beato lei. Lo mandi pure in Corea del Nord e da Assad così che possa portare il suo messaggio di pace…..comunque non c’è cosa peggiore che suonare in una finta democrazia come Israele…..è meglio perchè essendo la democrazia finta non ci fa storcere la bocca.
Caro Benigno (credo che tu sia il mio collega), non penso che l’Europa sia nella condizione di poter dare lezioni di pace a chicchessia.
Qualche anno or sono, ho avuto modo di partecipare come docente a un corso per il “turismo sostenibile”, svolto in Croazia, al quale partecipavano giovani laureati di varie parti dell’Adriatico e dintorni.
Sotto los tesso tetto, convivevano Serbi e Croati, Montenegrini e Albanesi, Greci e Italiani. Serenamente? Serenamente.
Una ragazza Serba mi ha messo – con molto garbo – in difficoltà, quando, quasi invevitabilmente, è capitato di parlare dei fattacci della zona.
Ella, infatti, si chiedeva (e mi chiedeva conto, quindi), di come dall’Italia potessero essere partiti areei a bombardare luoghi per loro (e per tutti) sacri come Firenze o Venezia.
Chi è senza peccato scagli…: qualche mese addietro sono tornato a Berlino; la volta precedente era stato all’inizio degli Anni Novanta, e ricordo di essere rimasto atterrito a leggere le date sulle croci presenti nei dintorni della Porta di Brandeburgo. Le ultime erano del 1989; a sparare sui Tedeschi non erano i Marziani, ma altri Tedeschi.
Vedo che il signor dd è molto informato. Sono contento per lui.
Purtroppo, però, la mia età mi consente di ricordare direttamente vari episodi avvenuti nel corso dei decenni passati (e non mi riferisco alla Shoah): episodi che hanno visto il Popolo Israeliano, oltre che lo Stato di Israele, pagare un prezzo molto alto per la propria sopravvivenza, messa esplicitamente e materialmente in discussione da molte parti.
Quanto al tentativo di salvaguardare la propria identità, credo che – dai tempi della Repubblica Araba Unita (toh, chi si rivede) – molta acqua sia passata sotto i ponti, e non sono sicuro che sia stato Israele a tenere più strette le maglie e alto il livello del conflitto latente.
Credo – infine, ma non per ultimo – che diversi personaggi illustri, come Sadat, abbiano dato – pagando con la vita – una testimonianza fondamentale per i valori della pace fra le genti, oltre che fra gli Stati.
Quanto agli Stati Uniti, che da molto tempo soffrono per la spina nel fianco della questione Israeliana (o Palestinese, se preferisce), che affligge i presidenti quanto il Popolo di quel Paese, mi sembra che più volte abbiano manifestato il proprio interesse nei confronti della pace stessa. Se esiste un innegabile atteggiamento filo ebraico in America, credo che competa a tutti tentare di indirizzarlo verso la ricerca di una ragionevole soluzione. E non con metodi da Undici Settembre o con forzature da parte di quelle Nazioni Unite nelle quali non crede più nessuno, almeno per quanto riguarda la pace.
Con tutto ciò, il Popolo Palestinese ha tutta la mia amicizia, e credo che meriti una dedica da parte di Paolo Fresu: non sarà il Papa, ma può degnamente operare per la pace, come ciascuno di noi.
Amen (senza ironia).
Mi scusi signor Campus, voglio precisare che non voglio assolutamente dare lezioni a nessuno ma allo stesso tempo non posso lasciar passare certe sue affermazioni completamente sbagliate dal punto di vista storico. Tutti condanniamo la Shoah ma si rende conto che Israele nemmeno esisteva come stato prima del 1948 e gli Israeliani non sono altro che ebrei europei emigrati in una terra che non era più stata ebraica dai tempi dell’impero romano?? e se proprio vuole saperlo se gli Stati Uniti avessero una reale intenzione di promuovere la pace non sarebbero così spudoratamente filo-sionisti. Non c’è un singolo presidente USA che possa essere eletto senza l’appoggio della lobby ebraica (AIPAC, ADL). La pace è possibile solo se la terza parte in causa ossia il broker si comporta in maniera neutrale nei confronti dei due popoli e gli Stati Uniti non lo sono. Si legga qualche cosa sul Sionismo a partire da fine 800 e le garantisco che potrà capire qualcosa di più del conflitto nella regione
Entro in merito partendo dai primi punti posti da Gianni Campus:
1_ la pressione si esercita sia su Israele in quanto stato che sugli israeliani (molti dei quali appoggiano non solo le lotte dei palestinesi, ma lo stesso boicottaggio). Sui cittadini israeliani perché facciano sentire ai loro governanti il ripudio delle politiche autoritarie e colonialiste e, perché no, la vergogna di venire percepiti nel mondo come sanguinari oppressori da “evitare”, sullo Stato perché si renda conto che non potrà permettersi di andare avanti in questa maniera.
2_ si boicotta questa forma di “esistere” di Israele. Come si dovrebbero boicottare Arabia Saudita (grande alleato economico-militare degli USA) dove le donne non possono manco guidare o andare in bicicletta, e tanti altri stati simili. Su certe cose c’è poco da mediare, si tratta di diritti inalienabili imposti dalle carte dei diritti dell’uomo. Si possono verificare tempi e modi nel rispetto di culture differenti. Non certo compiacere interessi economici, militari o diplomatici.
Le voci che invitano al dialogo ci sono sempre state, c’è chi vuol sentirle e chi no (vedi i tentativi delle Freedom Flotilla, Vittorio Arrigoni, Rachel Corrie e tanti movimenti pacifisti israeliani).
3_ La storia del fare entrare gli stati che vogliamo “democratizzare” nell’unione europea la trovo da sempre piuttosto balzana: perché allora non l’Indonesia o la Corea del nord? Turchia e Israele, Israele per intero, stanno in Asia. Perché dobbiamo pensare che democrazia e pace debbano stare solo nell’UE, e non lavorare perché si espanda, resuscitando magari l’ONU? Perché non promuovere e auspicare unioni di stati nelle rispettive regioni del pianeta e poi, appunto, nell’ONU?
Mi sembra un voler tenere pulita la propria casa avendo, però, un cortile nascosto dove buttare l’alliga.
E, d’altro canto, perché si dovrebbe (dando per buono che noi Europa siamo i “bravi”) accoglierli prima che siano loro a dover dimostrare di aderire ai principi basilari dell’alleanza? Qualsiasi circolo pretende dai soci il rispetto delle sue regole. Anche quando si vuol “rieducare” si chiedono delle garanzie e proponimenti.
I tentativi con la Turchia sono falliti anche perché, lo Stato Turco, non ha mai potuto e saputo garantire il rispetto di alcuni principi basilari (e gli avvenimenti da un anno a questa parte lo confermano), dalla questione Curda alla laicità alla democrazia.
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Personalmente penso che l’unica soluzione per risolvere la questione israelo-palestinese, soluzione dura, faticosa e lunga ma l’unica realmente praticabile, sia quella dello Stato unico. Poi ci scazzerà all’interno, si rischierà la guerra civile. Ma avrà una prospettiva. Riuscire a “dividere” (non dico in modo equo, perché mi scappa da ridere-o da piangere, ma fattibile, una regione per Israele da una per la Palestina, mi sembra davvero impensabile. Non metterebbe mai fine al conflitto. Bisogna ripensare ad uno stato in senso moderno (moderno nel senso novecentesco, ormai!) aconfessionale e democratico. Certo che è difficile, bisogna mettere in discussione il concetto di popolo eletto – con tutte le conseguenze giuridico-legislative che comporta- che alcuni si trascinano. Ma se non si riesce a mettere in discussione questo dove vogliamo andare? E con quale credibilità combattiamo gli stati teocratici di altre religioni?
PS: appare chiaro che mi associo all’appello a Paolo Fresu perché non vada?
Benigno Moi
Signor Moi sarebbe bello uno stato unico però come lei ben sa i sionisti sono intrinsecamente razzisti e vogliono uno stato demograficamente ebraico….stato unico significa o guerra civile o genocidio di massa dei palestinesi oppure un livello di apartheid che farebbe sembrare il sud africa un paese delle meraviglie.
Rispondo anche al suo secondo punto. Si in Israele esiste una forma di apartheid perpetrata nei confronti dei palestinesi e delle minoranze cristiane. Israele da sempre si preoccupa di tenere il proprio stato demograficamente a maggioranza ebrea. Per questo a Gerusalemme stanno facendo di tutto (tramite il masterplan della città) per distruggere la comunità araba. Non è possibile per gli arabi andare nelle stesse scuole degli ebrei, non è possibile per gli arabi ottenere concessioni edilizie, ed è estremamente difficile avere la carta di identità per poter vivere a gerusalemme…..se un cittadino arabo di gerusalemme deve lavorare per 6 mesi a betlemme rischia di perdere la propria carta di identità e il proprio diritto di vivere in quella che secondo il regime sionista dovrebbe essere la capitale dello stato ebraico. Poi se non lo sapesse dal 1967 Israele invade illegalmente (e non lo dico io ma le nazioni unite e il trattato di ginevra) i territori palestinesi favorendo la creazione di colonie che vengono collegate da infrastrutture viarie per “soli ebrei” dove i palestinesi non possono transitare….tutte queste colonie e strade occupano abusivamente il 40% della cisgiordania palestinese e sfruttano le risorse palestinesi (soprattutto acqua che è molto preziosa in quelle zone). Questa occupazione è difesa dall’esercito che rende letteralmente impossibile la vita dei civili palestinesi che per muoversi 30 Km impiegano dalle 4 alle 8 ore grazie ai checkpoints sionisti….Insomma potrei tranquillamente sentirmi pronto per pronunciare la parola apartheid….
E’ veramente un tema molto difficile: la prima pulsione sarebbe quella di girare al largo.
Ma, forse, la questione richiede di esporsi, proprio per la sua delicatezza.
Punto primo: esiste lo Stato di Israele, ed esistono gli Israeliani; su chi si esercita una possibile pressione?
Punto secondo: se in Israele esiste una forma di apartheid (parola storicamente molto impegnativa), questa si risolve con un’altra forma di esclusione (in questo caso culturale), o portando voci e segnali di partecipazione e dialogo?
Punto terzo: se Israele entrasse nell’Unione Europea, come la Turchia (per esempio), non sarebbe possibile esercitare una generale maggiore azione di reciproco consenso?
Punto quarto: qualcuno si ricorda l’Alabama degli Anni Cinquanta? come si è risolta quella situazione? Obama è una causa o un effetto? di cosa?
Punto quinto: non mi venite a parlare degli USA; quindici giorni or sono ero a Chicago, e ho visto più integrazione che da noi. Forse bisogna agire su Israele attraverso gli ebrei americani, che hanno ottime ragioni e argomenti per agevolare il dialogo.
Punto sesto: Fresu ha testa e cuore per decider al meglio. Auguri.
attraverso gli ebrei americani dell’ AIPAC e dell’ ADL??? ma è uno scherzo?? quelli li dovrebbero agevolare il dialogo?? la prego di informarsi meglio.
Per sua informazione inoltre non è possibile esercitare alcuna pressione sullo stato di Israele perchè proprio grazie agli ebrei Americani (quelli che secondo lei dovrebbero recepire le nostre lamentele) gli stati uniti pongono il veto su ogni risoluzione del consiglio di sicurezza delle nazioni unite che vorrebbe sanzionare Israele…..
C’è poco da discutere in realtà. non si suona per il cancro colonizzatore Sionista. come non si suona per il fascista Assad e tanti altri.
E neanche per hezbollah, hamas, il pcus, forza italia, il pmli, gli sconvolts, i lions, il gremio dei panettieri e la pro loco di truncus is puddas.
Anche se, come sottolinea Vito, il messaggio si palesa con termini neutri, la pretesa di cancellare la musica, la cultura, é un atto violento e non condivisibile.
Purtroppo dietro tante dichiarazioni a favore degli oppressi, quello che spesso si intravvede, coperto da una patina di moralismo monodirezionale, é la volontá di rovesciare la situazione, non di risolvere i problemi. Ma chi ha sofferto o soffre ancora a causa di eventi che ritiene opprimenti, dovrebbe essere molto cosciente del fatto che la violenza e gli abusi devono essere sempre evitati.
La cultura puó aiutare a capire che l’incontro é molto piú costruttivo dello scontro.
Invece di fare proposte sempre in negativo, si potrebbe chiedere a Paolo che é sempre cosí generoso con la sua musica, ed a tutti gli altri che si troveranno in Israele, di replicare il proprio spettacolo, magari gratuitamente, nella zona palestinese.
M.f. se tutti avessero pensato come te Mandela sarebbe morto in galera e in sudafrica i neri sarebbero ancora nelle gabbie…il boicottaggio è un mezzo che non produce alcuna violenza oppure dimmi tu come potrebbero resistere i palestinesi visto che le nazioni unite sono un organismo prostituito agli stati uniti….basta con la retorica…..lo stallo politico, l’oppressione del popolo palestinese, l’occupazione illegale,la colonizzazione, l’incarcerazione di minorenni, la demolizione delle case palesinesi ecc. ecc. vanno fermati con ogni mezzo.
forse oltre a tutto questo andrebbe fermato anche il terrorismo palestinese
perchè Israele non provvede già a fermarlo?? un razzo di hamas e bombardano col fosforo i civili….la 4° forza militare mondiale, con la bomba atomica contro una organizzazione che spara razzi russi degli anni 80 e utilizza kamikaze…..eh si questo terrorismo palestinese è una grossa minaccia 🙂