Cagliari / Cultura / Sardegna

Distrutto il murale di Pinuccio Sciola in piazza Repubblica a Cagliari! E pure con il consenso del Comune!

Sotto il ponteggio, niente. Il murale non c’è più, è sparito. Cancellato. L’opera d’arte realizzata dal Pinuccio Sciola in piazza Repubblica a Cagliari, quelle tre pietre dipinte che dal 1985 impreziosivano una anonima facciata cieca di un palazzone nei pressi del palazzo di giustizia, non ci sono più. Un’impresa edile ha distrutto tutto. Fra qualche settimana il ponteggio verrà smontato e Cagliari si ritroverà con una perfetta parete anonima, nuova di zecca.

***

Ecco com’era il murale. La foto l’ho recuperata su Google

***

Da questa immagine si vede chiaramente come il murale sia stato coperto da uno strato di vernice.

***

La distruzione dell’opera d’arte (pardon, i lavori di rifacimento della facciata, da tempo in evidente stato di deterioramento) sono stati evidentemente autorizzati dal Comune di Cagliari che non sapeva (o ha fatto finta di non sapere) che dietro quella comunissima pratica si nascondeva in realtà la distruzione di un’opera d’arte firmata da uno dei massimi esponenti dell’arte isolana, il grande Pinuccio Sciola.

Prendo il telefono e chiamo il maestro. Pinuccio, ma tu non sapevi niente? “No, assolutamente. Neanche una telefonata mi hanno fatto… Ma cosa vuoi che ti dica, non è neanche la prima volta che succede una cosa del genere. Una decina d’anni fa, per un contenzioso tra un privato e il Comune di Villagrande, avevano cancellato un murale pagato con i soldi dell’amministrazione e io avevo appreso la notizia dai giornali!”.

Ma quest’opera com’era nata, chi te l’aveva commissionata? “La Rinascente, nel 1986. Il palazzo di via Roma era interessato da lavori di ristrutturazione e a Milano avevano deciso di aprire comunque una piccola sede in città, in piazza Repubblica. L’opera l’ho realizzata in pochissimo tempo, giusto un paio di giorni e si chiamava semplicemente ‘Tre pietre’”.

Che caratteristiche aveva? “Era uno dei pochi murali che dava le spalle al sole, quindi si è preservato a lungo. Non solo, il tempo che è un’artista meraviglioso, aveva addolcito quelle forme e quei colori. Il murale era più bello adesso che non quando è stato inaugurato”.

Ma qualcuno ti ha chiamato per chiederti di restaurlarlo? Si sarebbe potuto fare qualcosa? “Certo che si sarebbe potuto fare qualcosa, ma non mi ha chiamato nessuno. Peccato, era un’opera di tutti, era della collettività”.

Questo pomeriggio, dopo aver ricevuto la segnalazione di un lettore (Renato, che ringrazio) mi sono recato in piazza Repubblica a fotografare lo scempio. Mentre faccio qualche scatto sento una voce da dietro: “Ma sei proprio fissato!”. A parlare è un mio amico che ora lavora nell’amministrazione regionale e che è stato consigliere comunale di centrodestra negli anni di Emilio Floris sindaco. Gli dico che il murale non c’è più, che è stato distrutto, evidentemente con il via libera del comune. Rimane a bocca aperta e mi dice: “Pensa se l’avessimo fatto noi! Pensa cosa avrebbero scritto sui giornali!”. È vero, gli rispondo. Solo che questa porcheria, questa offesa all’arte e alla città non è stata fatta da una amministrazione di centrodestra, ma di centrosinistra.

***

 Autorizzazione concessa! Grazie Comune di Cagliari! Ringrazio Renato per questa immagine.

Tags: , , , , ,

185 Comments

  1. Maria

    E’ la dimostrazione che gli uffici tecnici sono ligi al controllo delle numerose sciochezze imposte dalle normative senza nessuna elasticità nella loro interpretazione,ma ciechi nel
    controllare,verificare e tutelare i beni artistici della nostra bella città.

  2. extremiza says:

    Vi dico io qual’è il problema… chi ha il lavoro non sa lavorare e per colpa della negligenza altrui ci passa la nostra arte…pura e semplice arte che ogni giorno riempie la nostra vita di qualcosa di diverso dalla solita routine…quell’arte che ci fa voltare e per un attimo ci libera la mente da tutta quella confusione…creata appunto da quelle persone persone incompetenti che non sanno cosa vuol dire creare qualcosa x gli altri.

  3. Oh polemicusu…io vi sviso da New York e mi sto sorbendo tutti questi commenti del sito di Vito che mi intasano la mail. E inzà vi dico la mia. Innoi puru è prenu di opere d’arte e de cagarasa ammisturarasa…. alcune rimangono nei decenni fedeli, altre vengono smantellate o distrutte per lasciar spazio a costruzioni o altre opere.Nessun dramma. Io consiglierei, pacatamente e gioiosamente una bella soluzione.
    Per redimersi (con classe) da cotanta insolvenza il Comuno e il Condominio di P.zza Repubblica dovrebbero ordinare due lavori : a Federico Carta un balenone murario in verticale sulla parete e tipu missile pronto a partire, e a maestro Sciola una riproduzione delle tre pietre del vecchio murales, rifatte in miniatura questa volta con pietre vere di granito. Fatte sonanti con le scanalature care a Sciola, deaicci candu sulara su maestrali sonanta puru a solasa….mettetele su un piedistallo antivandalo, con la targa sotto “Le tre pietre di Sciola’ opera postuma del maestro di San Sperate in ricordo del murales che qui un tempo sorgeva…..con una foto di quando c’era il vecchio murales, tipo necrologio.
    Che ne dite ?

  4. @Silvia Ledda Signora, lei mi accusa di avere suscitato una polemica assurda perché “stavolta il comune non poteva far nulla” visto che l’opera di Sciola non era formalmente tutelata. Sono in profondo disaccordo con lei. Il Comune poteva e doveva fare qualcosa. Se solo però avesse saputo quale pratica aveva tra le mani. C’è un aspetto ancora più inquietante della distruzione del murale in sé: il fatto che una pratica di questa importanza sia rimasta all’assessorato all’Urbanistica per circa 8 mesi senza che l’assessore Frau ne sapesse niente. Se il funzionario in questione lo avesse informato (e secondo me lo doveva fare, al di là dei suoi compiti di ufficio e senza violare alcuna regola, al di la di tutto, perché chi ha lavorato in una amministrazione – e io ci ho lavorato – sa bene che c’è un livello informale che consente di affrontare meglio situazioni complesse), Frau avrebbe potuto intanto contattare il condominio e capire l’esatta situazione. Poi avrebbe potuto cercare delle soluzioni. E se non le avesse trovate, avrebbe comunicato all’artista e alla cittadinanza che il murale sarebbe stato distrutto, e avrebbe fatto un figurone. Invece alla fine è caduto dal pero, evidenziando una cosa gravissima: l’assessore non controlla la macchina amministrativa.
    Se bastassero le norme a governare una città non ci sarebbe bisogno di fare elezioni e scegliere sindaco e assessori. Loro devono fare politica, cioè muoversi in quel territorio che non è normato o che consente l’interpretazione delle regole. La distruzione del murale non è una sconfitta della legge (fino a prova contraria, non ne è stata violata alcuna) ma della politica in questa città. Le sembra poco?

    • Claudia says:

      A me sembra proprio questo il punto, in questa vicenda è mancata l’attenzione, la sensibilità, lo spirito d’iniziativa, la capacità di mediare tra le esigenze del singolo cittadino e quelle della collettività, tutte doti che dovrebbero contraddistinguere la buona politica. Le leggi vanno rispettate, ma esse non prevedono i casi in cui sarebbe necessario applicare il semplice buon senso, nei quali deve subentrare la politica, appunto, anche solo per comunicare alla città e all’autore dell’opera che la sua distruzione era inevitabile a norma di legge,ma prima che questa avvenisse, e non lasciare che tutti si trovassero davanti al fatto compiuto. Noto infine con desolazione che spesso, quando un giornalista segnala un abuso,il primo pensiero di certi lettori è che lo faccia per partito preso o per tornaconto personale, anche non avendone le prove. Ormai si concepisce solo la figura del giornalista asservito ad una parte politica, che critica solo gli avversari e difende a prescindere i suoi referenti… che tristezza!

      • Mi scuso se continuo a rispondere ma credo che lei sig. Biolchini continui a non capire che la pratica di cui lei parla “pratica di quella importanza” in realtà ha un’importanza quasi nulla in ambito amministrativo……..le voglio dare una dritta sull’argomento….si legga qualcosa riguardo la cosiddetta DIA (denuncia di inizio attività) che è una norma appositamente creata per snellire il carico di lavoro delle amministrazioni comunali. Si renderà presto conto che il rifacimento di quella facciata non richiedeva “specifici” permessi comunali in quanto il ritorno al preesistente (ossia facciata in sicurezza) significava, dal punto di vista legislativo, un ritorno alla facciata senza il murale (realizzato ovviamente dopo la facciata e quindi NON PREESISTENTE) . Tutto ciò perchè quell’opera d’arte non era soggetta a nessun vincolo storico-artistico. Continuo a sostenere che nessun assessore normale (a parte qualche supereroe tipo batman) si sarebbe preso la briga di controllare una qualsiasi pratica DIA tra le centinaia presentate ogni settimana al comune di cagliari. Per quanto mi riguarda l’assessore poteva anche evitare la personale e strappalacrime ricostruzione dell’accaduto che, a mio avviso, era confezionata ad hoc per le migliaia di cagliaritani che non hanno idea di cosa si stia parlando. Ci credo molto poco che quel muro stesse crollando infatti sembrava che l’assessore fosse talmente spaventato dal polverone da lei creato che abbia raccontato una realtà strutturale degna del terremoto aquilano. Io capisco che lei sia sotto shock per la perdita di quel murale ma si metta l’anima in pace perchè in questo specifico caso il disastro era inevitabile a meno che Frau non avesse passato più tempo in piazza repubblica comodamente seduto al caffè europa a guardare in alto……quella si che sarebbe stata l’unica azione politica che avrebbe potuto salvare il murale di Sciola.

      • Poi mi scusi nell’articolo lei afferma “Comunissima pratica” e poi alla signora Silvia Ledda dice “pratica di questa importanza” ……nell’articolo ci aveva azzeccato ma poi si è confuso….

      • Le continua a non capire cosa sia la politica. Non è l’unico in città, mi creda.

    • silvia ledda says:

      Il problema è che, in questo caso, non ci muoviamo in un territorio non normato e non c’è possibilità di interpretare diversamente la legge. Quello che io le contesto è il fatto che lei parla di “consenso” del comune, perché non c’era nessun consenso da dare in merito alla distruzione del murale. Lei parla genericamente di soluzioni ma non spiega quali. Non credo che si possa addossare la colpa al funzionario che poteva non sapere dell’opera di Sciola, così come molti (forse troppi) cagliaritani. Per questo pensavo ad azioni preventive, come la mappatura dei beni culturali e la loro valorizzazione…una cittadinanza consapevole è la prima grande risorsa per la salvaguardia. Cittadini consapevoli si sarebbero allarmati alla vista di un ponteggio, avrebbero chiesto spiegazioni. Questo, secondo me, è fare politica.

      • Claudia says:

        I cittadini che conoscevano l’opera, tra i quali io, hanno pensato che si stesse restaurando il murale di Sciola. A chi sarebbe venuto in mente che lo stessero cancellando? Se un comune cittadino ignora l’esistenza di un’opera d’arte o di arredo urbano, a seconda di come la si voglia considerare, pazienza, é un limite suo ; non è ammissibile invece che ne ignori l’esistenza chi è pagato per occuparsi della cosa pubblica, a mio parere!

      • silvia ledda says:

        Vede signora Claudia qui si stanno mischiando troppe cose e, infatti, sono la mancanza di chiarezza e rigore nella ricostruzione dei fatti, il titolo fuorviante e la polemica sterile le cose che ho criticato nell’articolo. Questo non significa che io ami il giornalismo asservito alla politica, mi pare evidente. Qui non stiamo parlando di un intervento di arte ambientale di proprietà pubblica. Non c’è nessun abuso. Stiamo parlando di un’opera d’arte appartenente a privati sulla quale non può essere messo alcun vincolo di tutela. Mi pare surreale che si voglia ritenere responsabile della sua distruzione un povero funzionario comunale, il quale, dal solo indirizzo, avrebbe dovuto riconoscere il palazzo in questione. Lei invoca il buon senso ma, come vede, si sta facendo pura speculazione filosofica ed io amo, invece, ragionare cercando soluzioni concrete. Lei invoca il buon senso. Ma il suo buon senso può non essere mio buon senso e, sicuramente, non è il buon senso dei proprietari del palazzo, unici veri responsabili. Non comprendo perché di questo non si parli. Gli unici che avevano il diritto di dare un consenso erano loro e, infatti, hanno deciso, dimostrando la tutta la loro grettezza, di non volere un’opera di Sciola nel prospetto del loro palazzo. Se avessero voluto avrebbere chiesto aiuto al comune per far fronte alle spese aggiuntive per il restauro. La croce addosso va gettata solo ed unicamente a loro. Probabilmente hanno voluto semplificarsi la vita liberandosi della scomoda presenza dell’opera. Per questo dubito che sarebbero stati propensi ad un accordo. Se fossero stati sensibili sarebbero stati i primi a cercarlo.

      • Ma perché esclude che nella pratica non fosse presente una documentazione fotografica? Perché fa finta di non sapere che all’Unione Sarda il responsabile dell’impresa che ha condotto i lavori, Paolo Piga di Sinnai, ha dichiarato “il comune sapeva che il murale sarebbe stato eliminato” (Unione Sarda di giovedì 26 settembre, pagina 20)?

  5. Danilo says:

    Che avrebbero fatto se si fossero trovati di fronte un’opera di Banksy,si sarebbero portati via il muro???

  6. silvia ledda says:

    Inutile premettere che non vi è alcun dubbio che si tratti dell’ennesimo scempio che la sardegna subisce. Purtroppo, però, stavolta nessuno poteva far nulla. Il Comune non ha alcuna responsabilità (e biolchini spesso strumentalizza per motivi che, non conoscendolo, posso solo intuire) e nemmeno la Soprintendenza. Il codice urbani parla chiaro: “5. Salvo quanto disposto dagli articoli 64 e 178, non sono soggette alla disciplina del presente
    Titolo le cose indicate al comma 1 e al comma 3, lettere a) ed e), che siano opera di autore vivente o la cui esecuzione non risalga ad oltre cinquanta anni” Per ovvie ragioni l’arte contemporanea appartenente a privati non può essere tutelata. Quale l’alternativa? Il pubblico che paga le spese affinché il privato non distrugga? Ma non può certo obbligarlo. La stessa cosa è accaduta a Settimo San Pietro, nell’indifferenza generale.

    • Espliciti le sue intuizioni, signora. Impariamo a conoscerci.

      • silvia ledda says:

        Ribadisco, non ci conosciamo. Però è davvero strano che si monti una polemica del genere in questi termini: si sa perfettamente che il comune non ha alcun potere, perché far finta di non saperlo? Come vede non mi celo dietro pseudonimi, mi firmo per esteso, sono una persona sincera. Non ho alcun legame con la politica, non ho fatto nessuna dietrologia. Ho pensato che lei avesse dei motivi di antipatia personale, come spesso ho colto anche per la giunta soru o, a suo tempo, quella milia. Ma posso sbagliare, ovviamente e, se così fosse, mi scuso.

      • Mi scusi, ma come può affermare che in questa vicenda “il comune non ha alcun potere”? E’ una affermazione assurda, visto che il comune ha rilasciato una autorizzazione per l’allestimento del ponteggio e il rifacimento della parete! Possiamo discutere sulle responsabilità della macchina amministrativa rispetto a quelle della parte politica, ma che il comune abbia un ruolo in questa vicenda è evidente e lo ha ammesso anche l’assessore Frau!
        Sull’antipatia personale: a me Zedda non è antipatico, ho avuto modo di passare delle piacevoli serate con lui e siamo sempre in buoni rapporti. Idem con Soru, per la cui amministrazione ho lavorato a lungo. Con Graziano Milia ci siamo sentiti anche di recente, in grande cordialità. Non confonda il piano personale con quello politico. Io cerco di fare il giornalista nel miglior modo possibile, se sbaglio chiedo scusa ma difendo la mia professionalità da chi mi accusa di muovermi per motivi personali.

      • silvia ledda says:

        Proprio perché lei è un giornalista dovrebbe prima avere un quadro chiaro della situazione e poi scrivere.Ho pensato a motivi di antipatia personale poiché la polemica è malposta e infondata. Il murale di Sciola NON è un Bene Culturale, non è tutelato dalla legge. Il/i proprietario/i della palazzina, per vari motivi – non sa chi è Sciola, è un profondo ignorante, sa chi è Sciola ma lo detesta etc etc – ha tutto il diritto di ridurlo in briciole ed il Comune non ha alcun potere legale per impedirlo. A meno che lei non sia a conoscenza di altre leggi che io ignoro, in questo caso sarei ben contenta di conoscerle e colmare le mie lacune. Mi scuso sinceramente per le accuse, evidentemente infondate, riguardo a motivazioni personali.

      • Per lei il murale di Sciola NON è un Bene Culturale perché non c’è una norma che lo definisce come tale. Finalmente siamo arrivati al punto nodale della questione, a ciò che rende profondamente diverse le nostre interpretazioni del caso.

      • silvia ledda says:

        Ho premesso fin dall’inizio che si tratta di uno scempio e di una gravissima perdita. Ho dedicato allo studio ed alla divulgazione della Storia dell’Arte gran parte della mia vita. Il fatto che per molti di noi (compresi Storici dell’Arte di fama internazionale e questo legittima le nostre convinzioni) l’opera di Sciola sia un Bene Culturale non ha alcun valore legale. Quindi il Comune non poteva non autorizzare i lavori. Quindi la polemica va posta in altri termini. Il Sindaco, l’assessore alla cultura hanno idea di quale patrimonio culturale possieda Cagliari? Sia esso di pubblica proprietà, della Chiesa o di privati cittadini? Esiste una mappatura completa? Siamo certi che fossero a conoscenza dei lavori in questione? E se sì hanno provato ad offrire un contributo per salvare l’opera? Cerchiamo di ragionare in questi termini, con proposte concrete. Almeno per salvaguardare altre opere…penso per esempio al Grande cerchio di Rosanna Rossi in piazza Galilei.

  7. Abbiamo intervistato telefonicamente Pinuccio Sciola, autore del murale rimosso in Piazza Repubblica a Cagliari. L’intervista è disponibile al seguente link http://goo.gl/fwGHzR a cura di Unica Radio

  8. Credo non ci sia nessuna furbata. Il muro ha perso davvero tanti calcinacci e soprattutto nelle giornate ventose. Io ero proprio li sotto quando sono caduti pezzi di muro. La maggior parte del muro si stava sgretolando, molti mattoni erano sbricciolati. Insomma il muro era davvero pericolante. LA quantità di ripristino era tale che gran parte del murales sarebbe stato cancellato. Forse per salvarlo o rifarlo il comune avrebbe dovuto impegnarsi economicamente, e non poco, cosa non fattibile visto che l’opera è privata e non è mai stata vincolata dal comune sia di destra che di sinitra. Era inveitabile la rimozione.
    Ovviamente era un opera che dava valore alla città ma anche all’imobile stesso, per cui toglierla ovviamente andava a discapito di tutti cittadini e proprietari degli immobili del palazzo
    Vi riporto uno stralcio di un articolo scritto da sardegna live

    Nel corso dei lavori è venuta alla luce una situazione ben più grave di quella apparente.
    Il muro perimetrale era costituito da due pareti di mattoni, separate da una camera d’aria. La parete esterna, realizzata con mattoni da 8cm disposti a coltello, «per un originale difetto di cottura dei manufatti, e per il dilavamento a cui essa è stata assoggettata nel tempo» è stata interessata da un «diffuso sfondamento […] con l’apertura di consistenti brecce.»

    «Tutta la superficie del prospetto è interessata da una diffusa “ragnatela” di microlesioni che ne pregiudicano un efficace risanamento».

    Il prospetto dell’edificio, in sintesi, già nella fase di messa in sicurezza risultava compromesso. Successivamente, nello studio dell’attuale intervento di ripristino, è emerso che:

    «In conseguenza della fenomenologia riscontrata appare pertanto non realizzabile la ricucitura delle fessurazioni e delle lesioni, e la ripresa della tinteggiatura del prospetto e del dipinto murale esistente, che appare irrimediabilmente danneggiato. […]
    Si rende necessario […] la demolizione dell’intero strato esterno in laterizio della parete[…] la ricostruzione della parete esterna con “foratoni” in laterizio da 12cm.»

    Non si è trattato quindi di una semplice tinteggiatura, o della rimozione di un intonaco e del murale che lo ornava, ma della demolizione dell’intera parete esterna dell’edificio, che per motivi strutturali non era più in grado di reggere.

    Vorrei ora precisare che pratiche di questo tipo, e così motivate, non passano dalle scrivanie di Sindaco e Assessore, ma sono gestite dai tecnici comunali sulla base di fondate documentazioni che ne giustifichino la necessità e la legittimità. Aggiungo, solo per completezza di informazione, che il murale non era sottoposto a nessuna tutela da parte della Soprintendenza.

  9. Linetto75 says:

    A mio modesto parere l’utilizzo dell’art.88 tramite “intervento urgente” e’ stata una furbata. Mi spiego: si mettono cocci e detriti in prossimità di balconi o cornicioni malandati, si chiamano i Vigili del Fuoco o Protezione Civile e il gioco e’ fatto. È stato solamente un sotterfugio per eludere le varie autorizzazioni che in condizioni normali, probabilmente, l’ufficio Edilizia Privata non avrebbe mai rilasciato.

    • Michele says:

      Concordo Linetto…nella quasi totalità dei casi gli interventi dell’art.88 in quanto “urgenti” avvengono attraverso l’utilizzo di piattaforme non attraverso la costruzione di un ponteggio del genere…
      Vediamo se giungerà la richiesta di installazione di un bel maxi cartellone per la vendita di spazi pubblicitari…a pensar male si fa peccato ma molto spesso ci si azzecca..

      • Cessss! Questa me la segno!!

      • Michele says:

        Perché ti pare impossibile?Con la facciata completamente sgombra e rivolta verso piazza repubblica sembra la morte sua…poi con i cartelloni già esistenti sopra la stazione della metro diventerebbe la Piccadilly Circus dei poveri..

      • Riccardo says:

        Spero non succeda, ma se prima non ci avevano pensato adesso li hai imbeccati, speriamo che non si arrivi a tanto che tappezzare i palazzi di pubblicità è una porcheria e li spero che il comune si rifiuti di autorizzarlo..

      • Michele says:

        Leggendo anche la nota dell’assessore Frau è stata usata una interpretazione perlomeno estensiva (per non dire furbata come giustamente ha rimarcato qui Linetto75) dell’art.88 del regolamento edilizio …figuriamoci le remore che potrebbero avere ad installare un cartellone pubblicitario che di certo “rende” più di un murale di Sciola, e sono abbastanza convinto di non averci certo pensato per primo!
        Ovviamente lo sto ipotizzando e non ho alcun riscontro od elemento per dirlo (c’è più di qualche permalosetto tra i commentatori)

      • ma neanche per idea. La prassi prevede che la zona pericolosa sia messa in sicurezza. Il condominio avrà pagato al comune l’utilizzo delle transenne per il lasso di tempo intercorso tra l’intervento dei vigili e il montaggio delle impalcature. Poi, se uno non vuole pagare le transenne, solitamente effettua i lavori nel minor tempo possibile, anche utilizzando piattaforme. E, per inciso, non bastano quattro pezzi d’intonaco per terra, l’intervento dei vigili è mirato a eliminare le parti a immediato pericolo di distacco e, dopo attenta verifica della superficie, informare amministratore e ufficio tecnico dell’urgenza di eseguire il ripristino delle condizioni della struttura.

      • Michele says:

        Scusa ma a chi ti riferisci?ma chi ha detto qualcosa di diverso sui VVF??

    • NICOLA says:

      e bravo Linetto 75 …………….

  10. anonimo says:

    Singolare: murale. Plurale: murales.
    Questo premesso, ricordo che Maria lai aveva giustamente intrapreso una campagna contro i murales che infestano molti paesi della sardegna. Io allora avevo firmato. Ma non è stato sufficiente purtroppo.

    • Singolare: il murale. Plurale: i murale. Ciò poichè gli imprestiti da lingue straniere in italiano non si declinano in plurale. Detto ciò è proprio uno scempio…

      • Stai parlando del sardo quando dici “lingua straniera”, immagino. Nel caso, io nei 25 anni che ho vissuto in Sardegna ho sempre sentito dire ‘murales’ e mai murale, che ci si riferisse a uno o a più murales.
        E non mi si venga a dire che la forma corretta è un’altra e che murales la si utilizza perché non si conosce la regola:
        se tutti dicono murales quella diventa la regola, se si intende la lingua come comunicazione e non come regole scritte da
        una minoranza di persone che si prendono il diritto di
        comandare ideologicamente.

        Poi….
        credo la parola sia entrata nell’italiano dallo spagnolo, nel quale il singolare è ‘mural’ e il plurale ‘murales’.

        Da qualsiasi parte la si giri, il tuo murale, caro Dario,
        non ha speranze, sen

        Vinicio

  11. Il condominio è stato obbligato a fare i lavori di ripristino a seguito di un intervento dei Vigili del Fuoco che ha accertato una situazione di pericolo per la pubblica incolumità. In questi casi si attivano automaticamente delle procedure d’emergenza per cui l’amministratore condominiale non deve neanche chiedere il permesso al Comune.

    • Riccardo says:

      Alec hai perfettamente ragione in rispetto dell’articolo 88 del regolamento edilizio di Cagliari

  12. Lo Stato italiano è il paese occidentale con il più alto numero di leggi vigenti, eppure è nella condizione che tutti conosciamo. Nonostante ciò, si continua a normare le fattispecie più insignificanti, nel tentativo di sopperire al venir meno delle più elementari norme sociali e dei valori di base, che in una società sana e avanzata dovrebbero bastare a regolare la civile convivenza. In altre parole, si tenta di colmare con le leggi ciò che invece andrebbe colmato con l’istruzione, l’educazione, la scuola, l’università, la ricerca, la cultura.

    La rimozione del murale di Pinuccio Sciola è perfettemente legale, ma non è questo il punto. Il punto è che né i condomini né l’amministrazione comunale hanno riconosciuto l’opera di un artista di fama mondiale, per giunta indigeno, non dico come un opera d’arte, ma «come un valore aggiunto», per usare le parole di Laura Solla più sotto.

    Chiediamoci il perché; tutto il resto è legalismo. Del quale stiamo lentamente morendo.

    • Riccardo says:

      Hai ragione.

      • Riccardo says:

        sta di fatto però che l’intervento descritto era da fare purtroppo e i materiali che sono stati usati per la facciata non permettevano l’intervento senza la rimozione dello strato della facciata. sul quale era stato eseguito il murale. Pare comunque almeno da quello che ho letto giusto un ora fa che si abbia l’intenzione di ripristinarlo e non solo pare ci sia l’interesse dell’amministrazione di colmare anche altre pareti di Cagliari con altre opere di Pinuccio. Sebbene presumo che gli eventuali altri edifici debbano partecipare volontariamente, magari qualche condominio potrebbe ritenere un murale sul proprio palazzo un valore aggiunto ma ho come il sentore che vedremo come risposta dei Cagliaritani alla proposta “si dobbiamo farlo assolutamente, ma non nel mio palazzo”. Si parla tanto di valore aggiunto ma con la situazione immobiliare attuale dove si vedono case deprezzate del 30-40% e sulla difficoltà di vendere anche con il ribasso dei prezzi avere un “opera d’arte” insistente nel palazzo potrebbe essere visto cinicamente come una spesa aggiunta più che un valore aggiunto.

      • Sono assolutamente convinto del fatto che non si potesse fare altrimenti. Resta però del tutto intatto il punto importante: è mancato il riconoscimento del valore aggiunto di cui il murale era portatore. In un “mondo normale” l’amministratore di quel condominio, avrebbe ricevuto mandato dai suoi condomini per contattare l’artista per esprimerne il dispiacere per l’inevitabile rimozione del murale. In un “mondo normale” l’ex sindaco che abita nel palazzo avrebbe portato all’attenzione della politica la questione della perdita per la città. In un “mondo normale” i maggiori organi di stampa locali avrebbero stimolato il dibattito nell’opinione pubblica per “elaborare il lutto” collettivamente. Invece, da quel che si legge in alcuni commenti qui e in altri luoghi virtuali, anche a molti cagliaritani non gliene frega un granché di quello che è successo. Mentre per tanti altri la questione è soltanto puramente tecnica. Tecnico-edilizia, tecnico-amministrativa, tecnico-giuridica. La politica, per esempio, con annesse responsabilità, non è contemplata. Per come stanno le cose non rimarrei sorpreso se tra qualche anno il Parlamento votasse una legge che obblighi la gente ad essere educata…

      • Nel mondo reale invece i fans di Zedda dicono che io devo chiedere scusa al sindaco e all’assessore Frau.

      • Quando nel mondo reale Zedda perderà le prossime elezioni comunali è chiaro che sarà tutta colpa tua! 😉

      • muttly says:

        De ghe ?

      • Davvero, ti chiedono di fare le tue scuse?
        Se non fosse stato per te, non avremmo saputo nulla…

        Non solo, ora alcuni consiglieri avanzano proposte, tipo, ” contatteremo Sciola, per farglielo rifare!”.
        Ma per chi ci hanno presi?

        Hanno ” toppato” alla grande, ed ora i cocci sono i loro.

        Che inizino ad interessarsi realmente dei veri problemi dei cagliaritani, perché sono stati tutti ” sgamati” anche in questa circostanza, nessuno escluso.

  13. Non sarà stato fatto perché in quel fabbricato c’è LO STUDIO LEGALE DI UN EX SINDACO?

  14. Pingback: Il murale distrutto: e se il Comune di Cagliari chiedesse scusa a Sciola e commissionasse all’artista una nuova opera d’arte? - vitobiolchini

  15. All'improvviso uno sconosciuto says:

    Ma in una nazione dove si pensa a cambiare una Costituzione mai applicata totalmente, una nazione dove chi deve far applicare le leggi nemmeno le conosce, una nazione dove se ti comporti A violi la legge che dice che devi fare B e se ti comporti B violi la legge che dice che devi fare A, dove la mano sinistra non sa o non guarda cosa fa la mano destra, dove ci vogliono 30 anni per una pratica burocratica vi stupite ancora? L’avete capito che ormai l’unica soluzione è andarsene. Altro che pensare che quella era una biddaiata. Una biddaiata è non dare 4 calci in qlo a chi dice che quella era una biddaiata e a chi ha autorizzato i lavori. Anzi chi ha autorizzato i lavori dovrebbe essere trasferito al servizio manutenzione verde del comune. Forse farà meno danni.

  16. ZEPROF says:

    A prescindere dalle responsabilità politico amministrative mi chiedo che tipo di calcoli abbiano fatto quelle persone che hanno privato lo stabile di loro proprietà di un valore aggiunto così evidente. Furbacchioni!!!

  17. Jaqueline Sesti says:

    VERGOGNA!!!!!!!!!!!!!

  18. ecco il testo della interrogazione da me presentata stamattina. Qualcosa non quadra, ma non buttiamola in politica perchè …http://www.giovannidore.it/index.php/?p=2577

  19. Quando lo saputo non ci volevo credere…………sono passato apposta in via dante………………. che autentica stronzata che hanno fatto………..e pensare che vengono da tutto il mondo per vedere le opere di sciola……

  20. Pingback: Coperto il murales di Sciola: c’è qualcosa che non quadra. Ecco la mia interrogazione. |

  21. Spero che chi sta dando (anche velatamente) qualche responsabilità al Sindaco o alla Giunta stia scherzando: ci manca solo che possano conoscere i dettagli di ogni pratica dell’Ufficio Tecnico.

    Resta che il fatto in sé è vergognoso: tutti coloro che con la loro ignoranza e indifferenza hanno permesso la distruzione di questa opera d’arte ne devono rispondere davanti a tutti.

  22. Tommaso says:

    Al di là delle responsabilità, tecnico che ha autorizzato e comune che non ha aperto bocca al riguardo, rimane una certezza: l’ennesimo scempio di cui dovremmo vergognarci tutti.

  23. Supresidenti says:

    ahi ahi Vito, mi se che devi studiare un po. fior di tecnici ti informano che il diritto amministrativo non lo conosci (eppure, leggere bene quello che hai scritto non è così faticoso), che il comune non poteva fare nulla (a parte scoprire cosa sta succedendo nella città che amministrano dal tuo blog) ecc. ecc. Eppure, anche se con toni meno apocalittici dei tuoi, forse dovuti alla stima che nutro nei confronti dei miei amici amministratori, mi sa che, da tecnico che conosce la politica, hai ragione anche stavolta.
    proviamo a fare una ipotesi:
    il progetto arriva all’ufficio tecnico, chi è deputato a dare autorizzazioni e a controllare (ovviamente nominato dal centrodestra con tanto di premi di produzione a fine anno) fa finta di non ricordare il murale ed autorizza sperando che, almeno fino a quando non è coperto e il danno irreparabile, nessuno se ne accorga. Se ne accorge Vito Biolchini (grazie ai suoi agenti segreti disseminati per la città) e scoppia un, diciamo piccolo senza darci tante arie, casino.
    Hanno colpa gli amministratori? possono controllare ogni foglia che si muove in questa città? io dico di No.
    Il compito dell’amministrazione infatti non è quella di controllare tutti i palazzi di Cagliari.
    Il compito dell’amministrazione però è quello di controllare tutti i dirigenti e chi ha un briciolo di responsabilità all’interno della “macchina” comunale.
    Ecco, e su questo terreno che stiamo perdendo di brutto e i realisti più del re non aiutano certo l’amministrazione ad uscire dai tanti pantani in cui si sta cacciando.
    Chiudo questo breve commento per dire a chi prima ha detto che da tecnico non si sarebbe mai prestato ad uno scempio del genere che di fronte a tecnici come lui ci si toglie il cappello.

  24. Il restauro di una facciata con piu’ di 30 anni, esposta a nord, consiste nella rimozione del vecchio intonaco e nella realizzazione del cosiddetto “cappotto” che impermeabilizza la facciata e aumenta il risparmio energetico delle abitazioni a contatto con quella parete. Un murales non è un quadro che si può togliere e riposizionare al termine dei lavori.quando fu realizzato in via Dante non c’erano tutte quelle piante, ora che sono più rigogliose, attutiranno un po’ la mancanza del murales

    • moebiusardus says:

      Esposta a OVEST…quasi perfettamente, parola di giovane marmotta! Ed il cappotto non impermeabilizza ma coibenta ed insonorizza. Non cambia la sostanza ma mi danno fastidio i toni presunti autorevoli per giustificare l’ingiustificabile.

  25. Michele says:

    Un fatto molto grave di cui il Comune (e soprattutto chi ha ricevuto la DIA o rilasciato l’autorizzazione edilizia oltre ovviamente al committente, impresa e direttore dei lavori, un ingegnere vorrei fargli i miei complimenti ) dovrà rispondere: il fatto che sia un’area privata è ininfluente, tecnicamente l’UT comunale (non la giunta o l’assessorato) deve autorizzare pure la modifica del colore di una facciata nel caso di una richiesta di autorizzazione. edilizia.
    Detto questo collegare (consenso del comune??ma che dice??) la giunta comunale con una iniziativa privata ed un atto tecnico-amministrativo dell’edilizia privata é intellettualmente disonesto e mi fa capire che non lei è molto addentro ai provvedimenti in materia edilizia (per usare un eufemismo).
    A livello giornalistico inoltre si coglie però la volontà di strumentalizzazione e disinformazione: intervista a Sciola (e che serviva?), la casualissima presenza di un ex consigliere comunale di cdx e nessun riferimento all’ufficio tecnico comunale, proprietari e professionisti coinvolti nello scempio…

    • Luca Deiana says:

      Un fatto molto grave è che ci sia gente che non abbia null’altro da fare che contestare fatti ed attribuire responsabilità, senza cognizione di causa.

      • Michele says:

        Luca Deiana conosco bene le procedure dell’edilizia privata, comprese quelle dell’art.88 del regolamento edilizio del comune di cagliari, perciò se parlo lo faccio per cognizione di causa a differenza dell’autore dell’articolo che invece ha dato un cattivo esempio di giornalismo strumentale (il senso del mio commento in realtà era proprio questo).
        Per mia fortuna ho molto da fare, ma tu, visto che sei tanto impegnato, puoi continuare a rispondere ad ogni commento di questo articolo…

  26. Vito, se fosse stato sindaco Renato Soru sarebbe andata così: L’amministrazione comunale non avrebbe autorizzato il rifacimento della facciata, l’unione sarda, e tutti appresso, avrebbero montato il casino e Soru si sarebbe beccata una denuncia per omissione d’atti d’ufficio, sviamento di potere, eccesso di legittima difesa e violenza sessuale.
    Si dovrebbe approvare una legge come quella gia in vigore in portogallo che prevede che a casa tua fai quello che vuoi ma la facciata è pubblica e sottostai alle regole comuni. Se io giro per casa nudo, nulla questio ma se esco in balcone a prendere il sole mi arrestano per atti osceni? Si! La facciata di casa mia non è mia ma di tutto il paese che la vede. Ma è evidente che non funziona così.
    Per le opere d’arte, invece, oggi funziona così: Se io a casa ho un quadro di marco carta e lo faccio a strisce e lo butto nel camino nessuno può dirmi nulla: è mio e ne faccio ciò che voglio. Se invece prendo un quadro di Biasi e lo uso come tagliere per tagliare la salsiccia, allora la sovrintendenza di sassari mi manda i carabinieri e mi fa arrestare. Quello di Sciola era un’opera privata non tutelata e dunque la passata di ducottone è ahinoi legittima.

  27. L’amministrazione comunale (di qualunque colore sia) c’entra poco o nulla, così come non c’entrano l’impresa e il direttore dei lavori, che seguono le indicazioni dei proprietari dello stabile. Infatti l’esecuzione del murale era stata commissionata a suo tempo da un condomino (La Rinascente) e non dal Comune. La preservazione del murale quindi spettava ai condòmini di quel palazzo e all’amministratore, che evidentemente non erano interessati a mantenerlo.

  28. Continua così Vito: hai visto che tutti i miei insegnamenti non sono stati vani?

  29. Cristiano says:

    Allo scrittore: il Sole non è un’artista, ma un artista.

  30. GD- centopercento says:

    L’arte è una cosa bella…. certo, chi lo mette in dubbio? Sciola, poi… grande nome che rappresenta l’arte sarda nel mondo. Certo.
    Questo fatto potrebbe essere l’occasione per parlare della diffusa usanza di dipingere i muri delle “bidde” in Sardegna.
    Ma siamo sicuri che l’arte murale sia sempre bella, che per dare decoro a questo schifo dei centri urbani sardi bisogna dipingere i muri con patetici dipinti e trompe l’oeil che rappresentano sonnolente immagini quotidiane?
    In ogni caso si sa che opere del genere hanno vita effimera. Amen e… caterpillar!

  31. Laura S. says:

    Sono assolutamente schierata per la loro tutela e sono tutelati dalla Regione. Non c’è dubbio che i cittadini non possano predisporne a piacere. Il problema piuttosto è tutelarli e la loro manutenzione. E come sopra, non ho espresso giudizio sul murale, ma una situazione dilagante di incuria. L’orgoglio della comunità si smuove purtroppo solo su un’opera ben visibile come questa, poi si disinteressa, un esempio tra tanti, del monumento ai caduti di U. Badas su cui un albero esercita pressioni fino a rischio crollo, prima o poi. Mi dispiace non abbia letto il mio rammarico che va oltre il caso isolato.

  32. Laura S. says:

    Gentile Roberto, non so se ricordi l’opera “la merda di artista” di Manzoni, ma fu proprio una provocazione contro questo. Tutto ciò che tocca un artista è arte?! Purtroppo il mercato oggi funziona così, ma questa è pura speculazione. Evito una discussione infinita sull’argomento, ma mi pareva di non avere in nessun modo oltraggiato Sciola e il murale su cui non ho espresso alcun giudizio.

  33. A proposito di “mani di vernice assassina” siete entrati nella chiesa dell’Annunziata ????? oggi le volte sono di un bel giallo tinta unita….. prima della ristrutturazione era splendida con tutte le volte affrescate meravigliosamente…… poi vai mano al pennello o per fare prima “mano al rullo”……

  34. Potevi fare un bellissimo articolo senza dover tirare a tutti i costi in ballo la giunta di centrosinistra. E diversi qui ti hanno spiegato bene il perché.

    Ma inveire almeno un po’ sui proprietari dello stabile che hanno deciso il colpo di spugna dell'”opera identitaria”, evidentemente non per loro, senza pensarci due volte?

    Perché devono essere sempre i politici i responsabili anche sui bene privati e mai i privati stessi delle idiozie che fanno?

    Fa anche un po’ sorridere poi il dialogo immaginario con l’esponente di centrodestra “chissà cos’avrebbero scritto i giornali”, ma quali? L’Unione? Ma ci credi davvero?

  35. stefano oliverio says:

    Secondo me non è niente di grave, il murales era orrendo e non ci trovavo proprio niente di “culturale”, insomma, era una “biddaiata” degna di essere cancellata!

    • muttly says:

      Ci sono nel mondo paesi che vivono di turismo per quelle che lei chiama biddaiate, biddaiate è essere ignoranti e rimanere poveri perchè non si mettono a frutto queste opere.

    • Luca Deiana says:

      Il murales è stato realizzato su una proprietà esclusiva di soggetti privati, nessuno può giudicare cio’ che è realizzato nella personale proprietà quando vengono rispettate le leggi dello Stato Italiano. Mi domando una cosa: ma tutti questi signori che contestano “nella casa altrui” non altro da fare? Ma la mattina Voi non andate a lavorare ?

      • muttly says:

        Potremmo vivere di turismo per queste cose invece dobbiamo lavorare come maggiordomi proprio perchè le ignoriamo. Lei continui ad andare a lavorare senza pensare, questa è l’origine della povertà sarda che altri invece sanno far fruttare a peso d’oro.

    • GD- centopercento says:

      Bello, “biddaiata” 🙂

    • Teresa Farris says:

      Stefano, quel murale era un’opera d’arte. Quella dei murales è un’arte.
      meglio un bel murale che una parete di cemento vuota. Meglio una città colorata che rispecchi la creatività del nostro popolo. scusa, ma il termine biddaiata è del tutto fuori luogo. Quel murale, realizzato da un artista sardo di spicco, era una vera opera d’arte. non aggiungo altro.

  36. massimo meloni says:

    da questi commenti da questo esempio si capisce perchè la Sardegna è indifesa,,perchè è in queste condizioni!!.ha un popolo che invece di difendere i propri interessi la propria cultura,pensa a farsi la guerra.La classica guerra dei poveri!!.Ha detto bene la signora di Firenze!!…”da noi non sarebbe mai successo,non l’avrebbe permesso il popolo”..Sentire gente,sopratutto quelli che dicono di tutelare la cultura,di stare accanto al povero,all’operaio,trovare scuse solo perchè l’amministrazione è di parte,è veramente triste!!.Povera Sardegna!!!…..

  37. Scusate ma gli attenti e scrupolosi consiglieri comunali che ci stanno a fare?
    A nessuno, vedendo le impalcature, è venuta solo la curiosità di domandarsi, cosa stesse accadendo?
    —-

    O forse sono più preoccupati a mantenersi la poltrona, o a decidere chi sarà il prossimo assessore da far saltare, e di cui prendere il posto.
    Se amassero davvero Cagliari, la città per cui hanno chiesto il consenso ai cittadini per farsi votare, ciò non sarebbe accaduto.
    —–

    Che pena!
    P.s. Attenzione che alle regionali, potremmo ritrovare qualcuno di loro.

    • granchione says:

      Colpa dei cittadini! Io non mi ero accorto dell’impalcatura perché non passo mai da li ma chi ci vive deve preservare il proprio diritto alla bellezza e cultura, evidentemente non piaceva a nessuno e siamo degli zoticoni disinteressati da tutto ciò che ci circonda.. se aspettiamo i consiglieri comunali stiamo freschi!

      • Ma adesso qualcuno di loro, fa il mea culpa!

        Excusatio non petita, accusatio manifesta.
        😉

      • Esatto!
        Alcuni consiglieri cagliaritani se ne stanno ” accorgendo” ora, ma guarda caso, solo dopo che è intervenuto Biolchini.
        ——

        Forse dovrebbe esserci lui, al posto loro!
        🙂

      • Nooo, io o assessore alla Cultura o niente!!! 🙂

      • Guarda che ci guadagnamo tutti ad avere uno come te!

        Sempre attento e vigile a tutto.
        Pacato, corretto e preparato.

        Continua così.
        🙂

        P.s. Eppoi non ” censuri” nessuno.

  38. grazia pintore says:

    Il fatto che su questo articolo si siano scritti tanti commenti vuol dire che a Cagliari hanno fatto una cosa contro la cultura e molti cittadini ,civili ,protestano.Poi c’è qualcuno che fa commenti indecenti,poverino,non tutti sono”saputi”.C’è qualcun altro che offende il signor Vito perchè osa criticare l’amministrazione della città,anche qui preferisco non aggiugere altro,diventerei molto poco diplomatica.Vivo a Firenze fin da piccola,non amo molto i fiorentini ma vi assicuro che una cosa del genere qui non sarebbe mai successa.

  39. ma cosa c’entra la Giunta? E’ un errore degli uffici tecnici…

  40. Pingback: Così si sostiene la candidatura di Cagliari capitale europea della cultura? | Aladin Pensiero

  41. Vergogna: vergogna per il comune (tecnici dell’urbanistica e chi sapeva), vergogna per il direttore dei lavori e vergogna anche un po’ per l’impresa. …ma forse è tutto un piano ben congeniato per maggiormante allontanare i turisti… :\

  42. L'ingegnere says:

    Egr. sig. Biolchini….la seguo da tempo e spesso sono d’accordo con lei ma stavolta trovo il suo articolo completamente fuorviante per un semplice motivo: addossare la colpa della scomparsa del murales al comune denota una totale ignoranza delle procedure amministrative. Mi spiego: Il tecnico richiedente la concessione compila una relazione in cui indica gli identificativi catastali dell’immobile, la via, il numero civico e descrive l’intervento preposto. Il tecnico comunale che istruisce la pratica controlla esclusivamente che questa sia conforme agli strumenti urbanistici e ai vincoli esistenti. La domanda da farsi non è perche il comune lo ha permesso, ma perche nessuna amministrazione o nessun ente preposto abbia vincolato precedentemente quell’immobile. La saluto

    • Gonzaga70 says:

      Caro ingegnere al tecnico del Comune à obbligatorio fornire anche le foto ex-ante della facciata, a quel punto sempre lui, il tecnico del Comune, potrebbe prendere il telefono e chiamare magari l’ufficio per la tutela dei beni culturali e informare che si sta per cancellare un opera di un artista sardo famoso in tutto il mondo, citato in decine di pubblicazioni culturali e presente nelle piu’ famose rassegne d’arte in giro per il mondo, questo avrebbe dovuto fare il nostro..tecnico comunale!

      • Ingegnere says:

        Caro Gonzaga, le comunico che, se la zona non è vincolata non è necessario fornire la documentazione fotografica dell’immobile o redarre una relazione indicante lo stato dei luogi ante e post intervento edilizio. Le dirò di più: con la legge Regionale 4/2009 (Piano casa) per opere di manutenzione straordinaria, ricadenti in zone non vincolate, si può depositare una semplice comunicazione al comune accompagnata da una relazione tecnica che sostituisce l’inizio lavori, per cui questi possono iniziare immediatamente.
        Non voglio continuare con inutili tecnicismi e sono d’accordo che l’intervento ha provocato un danno al patrimonio culturale della città ma, se si vuole trovare il responsabile, occorre cercarlo nella giusta direzione. Saluti

      • Gonzaga70 says:

        Caro ingegnere nella relazione tecnica così come nel progetto esecutivo ci sono le foto (di relazioni tecniche ne ho visto a decine), comunque si rilassi e guardi l’interrogazione del consigliere Dore, capirebbe tante cose e non si dia arie di saputello, le norme da rispettare e le pratiche amministrative in materia di urbanistica ed edilizia abitativa le conosciamo in tanti.

      • Ingegnere says:

        Caro Gonzaga, sono d’accordo che le norme da rispettare le conosciamo in tanti, ma lei non è tra questi. Lei asserisce che per opere di manutenzione straordinaria è obbligatorio presentare una relazione fotografica?? che le foto sono presenti in un disegno esecutivo??!!!!??? Lei avrà visto decine di relazione tecniche ma non è che se io guardo decine di episodi di Dottor House sono un medico. L’interrogazione del consigliere Dore, a mio parere è sbagliata, nella forma e nella sostanza.
        Riporto testualmente :”il predetto murales, benché non risulti sottoposto a vincolo, né di proprietà pubblica, costituisce patrimonio identitario della città di Cagliari…”, chi dice che era un bene identitario? io, lei. il consigliere Dore?? io sono d’accordo che doveva essere classificato come tale, ma la domanda, come cercavo di spiegarle anche nei precedenti messaggi, è: Perchè un opera con tutte le caratteristiche di bene identitario non è stato adeguatamente vincolato? Chi era l’Ente preposto a valutare l’opera e perche ha deciso di non inserirlo tra i beni oggetto di tutela? Qui si cerca di chiudere la stalla quando i buoi sono scappati. Ribadisco che il tecnico comunale non ha commesso nessun errore.
        Saluti

      • Ha commesso l’errore di non avvisare l’assessore Frau, che se avesse saputo della pratica avrebbe cercato di salvare il murale. Ecco dove ha sbagliato l’amministrazione: nel ritenere che quello fosse solo un muro. Non era così.

      • Ingegnere says:

        Vito, sto cercando di dire che un tecnico comunale non è tenuto a conoscere le caratteristiche di ogni singolo palazzo di Cagliari. Per questo si appoggia alle carte dei vincoli create da altri Enti che dovrebbero aver analizzato tutte le aree da vincolare. Non trovando alcun vincolo ha concesso l’autorizzazione… Di chi è la colpa?

      • Ho capito: l’operazione è riuscita ma il malato è morto.

      • NICOLA says:

        GIUSTO .

      • Gonzaga70 says:

        Si chiama progetto esecutivo, non disegno, se vuole gliene porto un paio, sono relativi al rifacimento di varie facciate in zona Fonsarda (9 piani), e sono piene di foto, si rilassi , ribadisco e studi un po’..

    • paulsc says:

      Finalmente qualcuno che dice le cose come stanno….

  43. Riccardo Secci says:

    Vito sei caduto in basso.

  44. Federico says:

    Probabilmente il palazzo non era vincolato ma questo non vuol dire che non sia una grave perdita per il patrimonio artistico di Cagliari. Si tratta dell’opera di un artista di fama internazionale e oggettivamente molto bella. È ovvio che non è il sindaco in prima persona a dare le autorizzazioni edilizie ma lui è il responsabile politico di ogni azione imputabile al Comune. In ogni caso è colpa delle amministrazioni comunali dal 1986 in poi che non si sono preoccupate di tutelare il murales!

  45. Riccardo says:

    Il sopraluogo non è a carico della pubblica amministrazione ma del tecnico abilitato che redige la relazione tecnica. Se io voglio fare la manutenzione della facciata secondo norma ci vuole il 51% dei condomini (rispetto al peso in millesimi) che autorizzino il lavoro, il funzionario prende atto della relazione tecnica redatta dall’ingegnere in questione e in base a quella si esprime. Le ispezioni il comune le effettua a campione in media 1 ogni 5 o ogni 10. Fermo restando che il funzionario comunale come sovente viene fatto avrebbe al limite potuto visionare il prospetto tramite i vari siti web che offrono il servizio di street view (senza fare pubblicità). Detto ciò ripeto a livello burocratico se l’assessore non viene interpellato dal tecnico non può venirlo a sapere in alcun modo poiché vengono per tutto il comune di Cagliari istruite mediamente una media di 50-60 pratiche al giorno quindi sfido io a ritenere responsabile il comune di una cosa del genere. Fosse stato un edificio pubblico comunale sarei stato al tuo fianco a protestare ma così non è quindi sappi che l’assessore in questo caso vale quanto il 2 a briscola.
    Ci sono troppe leggende metropolitane sull’effettiva influenza che ha l’amministrazione comunale sui dipendenti pubblici che lavorano al comune. Persone che mi dicono ah io conosco tizio conosco Caio ci può aiutare, può fare che alla fine non possono fare nulla sia perché i funzionari comunali sono al di fuori dell’influenza dell’amministrazione per l’edilizia Pubblica sia perché (anche se sembra assurdo) un geometra assegnato a una zona qualsiasi di Cagliari ha più peso di quanto ne possa avere il Sindaco stesso in materia. Anche se Zedda in persona avesse ritenuto sbagliato l’intervento l’unico modo che avrebbe avuto per poter fare qualcosa sarebbe stato: 1) convocare una commissione urbanistica in materia, 2) far approvare in sede consiliare la tutela del murales di Pinuccio identificandolo come bene identitario, 3) inviare il tutto alla sovraintendenza Paesagistica regionale la quale avrebbe dovuto valutare e pronunciarsi in materia.
    Ora tutto ciò tradotto in tempistiche si parla volendo fare una previsione ottimistica di 4-5 mesi minimo.

    Peccato però che per una approvazione di ristrutturazione della facciata ci possono volere dai 2 ai 4 mesi prima di avere l’autorizzazione a procedere. (se non vi sono beni identitari e quindi non sia necessaria l’autorizzazione dell’ufficio paesaggio)

    Ora qui scendo in una situazione spinosa perché in effetti il comune con l’adeguamento al PUC nel 2008-2009 al PPR avrebbe dovuto inserirlo (ammesso e non concesso che l’avesse ritenuto meritevole) come bene artistico identitario e segnalarlo alla sovrintendenza del paesaggio.

    Quindi a me non piace puntare il dito contro nessuno però credo che al signore che mi viene a dire: “Pensa se l’avessimo fatto noi! Pensa cosa avrebbero scritto sui giornali!”
    Gli risponderei garbatamente, se lo ritenevate così di pregio e consideriate una barbaria la sua cancellazione, perché non inserirlo tra i beni identitari?

    Ora non so effettivamente se sarebbe stato fattibile, perché qui si tratterebbe di espropriare una facciata in effetti e si scende in materia civilistica, che non è il mio campo. Tutto quello che io ho detto poteva spiegarlo tranquillamente un qualsiasi tecnico comunale interpellato a riguardo o il sindaco stesso, so che ha l’abitudine a rispondere alle mail e probabilmente sarebbe stato anche più puntuale nel vario processo di salvaguardia che ho citato a grandi linee.

    • Riccardo says:

      non dovrei scrivere articoli cosi lunghi di notte comunque nel passo sgrammaticato nel quale ho scritto in preda al sonno: , può fare che alla fine non possono fare nulla sia perché i funzionari comunali sono al di fuori dell’influenza dell’amministrazione per l’edilizia Pubblica sia perché.
      La errata corrige sarebbe,

      anche se uno avesse le conoscenze a livello politico amministrativo del comune, i politici sulle scelte dei dipendenti comunali assegnati all’edilizia Privata, non hanno alcun peso poiché i dipendenti comunali sono dipendenti assunti per concorso e quindi intoccabili (amenoché non facciano qualcosa di eclatante)

  46. anna croz says:

    fan sfegatata di Sciola, pittrice…..ma mi dispiace, sono d’accordo con Max, e con Laura S…..: qsta pagina è faziosa, arbitraria nelle conclusioni poichè priva di oggettività e competenza sul piano delle norme (Cose , qste ultime fra l’altro, che sappiamo bene quanto in città nei 20 anni precedenti siano state abbondantemente scavalcate dalle corporazioni e dai potentati )
    Saluti.

  47. In una piazza di tale bruttezza tre cose erano accettabili: le jacarande, la nuova stazione della metro e quel malinconico murale che era lì da tanto tempo e doveva stare lì. Un lettore del blog osserva che non era vincolato e che senza un vincolo se ne poteva fare qualunque cosa. Ha ragione. E’ successo perché non c’erano ostacoli. Pochi anni fa è successo al palazzo Zapata in Castello trasformato in una brutta palazzina, salvo il portale che, invece, era vincolato. Decine di esempi, Biolchini. Questo di Sciola (che è vivo e lo resterà a lungo e magari rimedia alla violenza) è solo l’ultimo dei casi. Come si vede servirebbero ancora più vincoli. Quelli che ci sono non bastano.

  48. simone says:

    A mio parere il punto non è Sciola o meno, il punto è che di chiunque fosse l’opera, è stato distrutto uno spazio creato per l’immaginazione, poi che differenza c’è tra un amministrazione comunale e degli amministratori di condominio? Nessuna, l’ignoranza regna comunque sovrana. Qualcuno ha parlato di Crisa, un Artista che regala a tutti un sorriso, di persona e con le sue opere che semplicemente MIGLIORANO le pareti, oltretutto GRATIS, altro che abusivismi, l’arte può essere “abusiva” solo in una logica da borghesuccio, quali quelli che hanno preferito eliminare “le tre pietre”. La verità è che a nessuno importa rendere vivibili gli spazi comuni, a nessuno importa valorizzare veramente gli Artisti sardi, poi altro che identità, tradizioni e stronzate simili, l’amministrazione in primis, perchè è certo che l’arte vera è quella di mollare un vecchio ospedale a merda in una spiaggia per decenni giusto per fare un esempio, o magari cementificare una “bellissima” piazza della musica in stile “irrazionale” anzichè piantare due alberi in più, questa è l’arte vera da sempre in politica, e bisogna essere sul serio stolti nel pensare che l’ignoranza, la grettezza, la stupidità possano avere una sinistra o una destra, anche perchè diciamocelo chiaramente, l’ignoranza è la chiave del successo politico, e ve la meritate tutta.

  49. Gavino "Gavox" Marras says:

    Nel 1993 Pinuccio Sciola, che era anche il mio relatore, mi aveva promesso che mi avrebbe pubblicato la tesi di laurea e non lo ha fatto… pazienza!

  50. E dove eravate, Vito e tutti, in tutti questi anni, visto che del murale non era rimasto nulla? E dove era Sciola? Io e i miei dubbi.

    • Del murale non era rimasto nulla?? Ma cosa stai dicendo??

      • Ah, perché? Non era scrostato? Cioè, i condomini spendono soldi per una palazzina nuova? Ajò.

      • “per rifare una palazzina nuova”, pardon

    • Monica says:

      Il murale c’era eccome. I miei genitori abitano li vicino e, fino a quando non è stato ricoperto dalla impalcatura, il murale era ben visibile a tutti. Ciò non toglie che se sono intervenuti i vigili del fuoco la facciata dovesse essere lesionata.

  51. ….Altra sparata contro il comune…mi chiedo cosa ti abbia fatto di male..ah ‘sì certo..ora ricordo..In ogni caso, si parla tanto dei giornalisti che generalizzano, degli articoli superficiali che non spiegano le cose per bene..ecco un esempio pratico.. Si accusa tutto il comune per uno scempio deciso da un dipendente ocmune e magari senza sapere se l’autorizzazione riguardava solo il “rifacimento” o la “messa” in sicurezza della facciata. A mio avviso, è l’ennesimo esempio di articolo fazioso stile “Casteddu On Line”… porta il CV!!

  52. Patrizia Lai says:

    Scempio per scempio: che dire della sparizione della statua in marmo bianco di Moore che c’era nell’aiuola all’ingresso di Marina Piccola?

  53. Perchè non va a chiedere all’ING. direttore dei lavori? Basta cercare nell’albo degli ingegneri di Cagliari, è pubblico, e di facile consultazione.

  54. maura putzolu says:

    Anche a serramanna sono stati cancellati i murales di mio padre adriano putzolu artista serramannese ….con il consenso del comune….senza mai aver chiesto a nessuno
    ..parenti compresi …se si sarebbero potuti restaurare….

  55. Antonio says:

    sono d’accordissimo con te…

  56. Antonello Brughitta says:

    Cosa c’ entri poi la Giunta con l’ autorizzazione a ristrutturare un palazzo resta per me un mistero.

  57. Sig. Nanni says:

    e infatti…se c’era la giunta di centrodestra avrebbero buttato giu il palazzo direttamente…l’interesse del centrodestra per l’arte e la cultura è noto..

  58. Patlove says:

    …in questa nazione priva di valori, rispetto per la Storia, c’è chi si offende per l’occultazione di un grafitto (anch’esso disegnato da un creativo) , forse non sapendo che nel nostro paese sono molto apprezzati , tanto é vero che ci sono murales ovunque, e si organizzano veri e propri eventi dedicati agli artisti !
    ma..GLI ARTISTI vengono riconosciuti negli anni , onorati e apprezzati nei secoli , le loro opere sono presenti nelle più grandi e importanti gallerie mondiali , la STORIA é sua testimone.
    PINUCCIO SCIOLA é un’artista di fama mondiale e apprezzatissimo per la Sua ARTE STRAORDINARIA nata dal sentimento per l’amore verso il TUTTO cherlo circonda dando loro voce ed espressione .
    Quello che é accaduto nel palazzo di Piazza Reppubblica é uno scempio, ma sopratutto una grande mancanza di rispetto , per un Uomo che valorizza non solo la nostra Regione ma il mondo intero !

    • Luca Deiana says:

      Il murales è stato commissionato su una proprietà privata da soggetti privati che ne possono disporre a loro piacimento ed il Comune non può che autorizzare.

  59. Ommioddio, sono state cancellate “tre pietre” (per citare l’autore) disegnate su un muro… Sai che perdita, come ha detto l’autore ci mette un paio di giorni a rifarle se vuole… Gli articoli su questo blog sono desolanti da diverso tempo, specie quelli che se la vogliono prendere con questa amministrazione comunale su fesserie invece che su alcune cose realmente gestite male…

  60. Questa è la conferma che Cagliari è governata da squallidi burocrati, la cui unica soddisfazione deriva dalla corretta compilazione di un modulo. Da tecnico mi sarei rifiutato di accettare un incarico simile.

  61. a mio avviso il dipendente comunale era lì anche con le precedenti amministrazioni (che per inciso non c’entrano nulla se non come bersaglio mediatico)

  62. stefano says:

    vito ma hai mai fatto una pratica all’Urbanistica? miopi e ignoranti delle leggi e del buon senso. Con a capo un ingegnere non edile……

  63. Laura Solla says:

    Purtroppo io credo che non sia sbagliato porsi tutte le domande tecnico-giuridiche di chi mi ha preceduto. Il murale non è un bene culturale, non ha vincolo, e nel momento in cui i condomini non lo riconoscono come valore aggiunto, possono cambiare l’involucro della propria casa, per quanto ai più, che forse non donerebbero un euro per il suo restauro perché non si tratta di casa propria, sembri inaccettabile. E mi piace ricordare che Cagliari sta cadendo a pezzi, non solo in un murale di dubbio riconoscimento, ma anche in tutto ciò che nell’architettura e scultura la caratterizza. Mi piacerebbe allora vedere che i cittadini che si preoccupano di un murale alzino la loro voce contro la nullafacenza della Regione in materia di tutela del patrimonio e del paesaggio, ma non perché voglia togliere valore all’autore del lavoro, quanto perché abbiamo perso e distruggiamo opere d’arte senza ritegno, dai dipinti su tela, su tavola, agli edifici storici, e mi chiedo: è obbligo avvisare un artista che la sua opera viene “messa da parte”? Se spostate un quadro da casa vostra avvisate l’autore? Inoltre un’opera deve essere riconosciuta come opera d’arte, e da quel che leggo, tutti si basano sul nome dell’artista. Parliamo di riconoscimento critico, della collettività, o della nostalgia di uno sprazzo di colore? Scusate l’estremismo, ma non mi piace il mercato del “questa è un’opera d’arte perché è fatta da Tizio”. Ogni artista ha i suoi momenti di non-arte e questo è totalmente scollegato da Pinuccio Sciola in sé e per sé. Si tratta di principio. Se davvero volessimo salvare i nostri beni dovremmo schierarci e pretendere competenza e piani di manutenzione e restauro che sono al momento inesistenti. E mi pare che il valore della critica e della discussione abbiamo perso tutto il suo lato artistico nel momento in cui si nominano le amministrazioni di destra e sinistra, perché l’arte non ha partito politico.

    • Roberto V. says:

      L’artista è un artista ed ha un suonome qualsiasi sia ilmomento in cui fa l’opera…. quindi avrà un valore o un’altro a secondo del suo periodo. Mia cara il nome per un artista vale e vale sempre….. ma non voglio solo parlare dell’artista intravedendo la pittura della nuova facciata sembrerebbe fatta a tinta unita sull’ocra….. che schifo!!!!
      Ma non vedi cara scrittrici come l’azzurro del murales si confondeva nel cielo facendo sparire quel palazzone???

      Per quanto riguarda l’opera meno male che non c’è stato un condominio a cui non piace la giocanda e non ne ha fatto una bacheca per comunicazioni condominiali!!!!

    • e magari, i residenti di Orgosolo, un giorno o l’altro si sveglieranno di malumore e cancelleranno i murales perchè ne hanno facoltà? Ma cosa dice, mi scusi? I Murales come quello di Sciola, appartengono alla COMUNITA’! I Condomini, avrebbero dovuto avvisare preventivamente…probabilmente ora ne subiranno le conseguenze, com’è giusto che sia.

  64. Riccardo says:

    Pinuccio è un amico di famiglia e sono oltraggiato per ciò che è successo. Il tecnico comunale che ha combinato il mal fatto autorizzando la cosa dovrebbe essere messo alla gogna pubblica, Assieme a chi ha scritto questo articolo che si permette di strumentalizzare un evento del genere per fare propaganda politica. Chi autorizza le manutenzioni ordinarie e straordinarie dei palazzi privati o pubblici non è certo un partito ma sono i dipendenti comunali assunti per concorso. Quindi o l’autore di questo articolo è fazioso o si è dimostrato negligente quanto coloro che hanno autorizzato la cosa (ammesso e non concesso che avessero il diritto legislativo per imporre la salvaguardia dell’opera).

    Chiudendo questa piccola precisazione, torno a dire Pinuccio mi dispiace tanto e ti sono vicino.

    • Dovrei essere messo alla gogna pubblica? E perché? Perché ho scritto che il Comune di Cagliari (cioè l’amministrazione nel suo complesso,e non certo il singolo dipendente comunale) ha autorizzato la distruzione di un’opera d’arte?? Si chiarisca le idee, signor Riccardo. La macchina amministrativa è composta da dipendenti, ma anche da assessori e un sindaco. Si informi.

      • Riccardo says:

        lo faccio visto che mi occupo di pratiche edilizie e combatto giornalmente con la burocrazia del comune di Cagliari. Non ho antipatie verso di lei è certo solo che il commento finale sembrava più una propaganda elettorale che informazione.

      • Roberto V. says:

        ma è stato fatto il sopralluogo??? o ci si è basato solo sulla relazione del tecnico?? Secondo me non sapevate neanche che fosse quel palazzo

      • Riccardo says:

        Il sopraluogo non è a carico della pubblica amministrazione ma del tecnico abilitato che redige la relazione tecnica. Se io voglio fare la manutenzione della facciata secondo norma ci vuole il 51% dei condomini (rispetto al peso in millesimi) che autorizzino il lavoro, il funzionario prende atto della relazione tecnica redatta dall’ingegnere in questione e in base a quella si esprime. Le ispezioni il comune le effettua a campione in media 1 ogni 5 o ogni 10. Fermo restando che il funzionario comunale come sovente viene fatto avrebbe al limite potuto visionare il prospetto tramite i vari siti web che offrono il servizio di street view (senza fare pubblicità). Detto ciò ripeto a livello burocratico se l’assessore non viene interpellato dal tecnico non può venirlo a sapere in alcun modo poiché vengono per tutto il comune di Cagliari istruite mediamente una media di 50-60 pratiche al giorno quindi sfido io a ritenere responsabile il comune di una cosa del genere. Fosse stato un edificio pubblico comunale sarei stato al tuo fianco a protestare ma così non è quindi sappi che l’assessore in questo caso vale quanto il 2 a briscola. Ci sono troppe leggende metropolitane sull’effettiva influenza che ha l’amministrazione comunale sui dipendenti pubblici che lavorano al comune. Persone che mi dicono ah io conosco tizio conosco Caio ci può aiutare, può fare che alla fine non possono fare nulla sia perché i funzionari comunali sono al di fuori dell’influenza dell’amministrazione per l’edilizia Pubblica sia perché (anche se sembra assurdo) un geometra assegnato a una zona qualsiasi di Cagliari ha più peso di quanto ne possa avere il Sindaco stesso in materia. Anche se Zedda in persona avesse ritenuto sbagliato l’intervento l’unico modo che avrebbe avuto per poter fare qualcosa sarebbe stato: 1) convocare una commissione urbanistica in materia, 2) far approvare in sede consiliare la tutela del murales di Pinuccio identificandolo come bene identitario, 3) inviare il tutto alla sovraintendenza Paesagistica regionale la quale avrebbe dovuto valutare e pronunciarsi in materia.

        Ora tutto ciò tradotto in tempistiche si parla volendo fare una previsione ottimistica di 4-5 mesi minimo.
        Peccato però che per una approvazione di ristrutturazione della facciata ci possono volere dai 2 ai 4 mesi prima di avere l’autorizzazione a procedere. (se non vi sono beni identitari e quindi non sia necessaria l’autorizzazione dell’ufficio paesaggio)

        Ora qui scendo in una situazione spinosa perché in effetti il comune con l’adeguamento al PUC nel 2008-2009 al PPR avrebbe dovuto inserirlo (ammesso e non concesso che l’avesse ritenuto meritevole) come bene artistico identitario e segnalarlo alla sovrintendenza del paesaggio.

        Quindi a me non piace puntare il dito contro nessuno però credo che al signore che mi viene a dire: “Pensa se l’avessimo fatto noi! Pensa cosa avrebbero scritto sui giornali!”

        Gli risponderei garbatamente, se lo ritenevate così di pregio e consideriate una barbaria la sua cancellazione, perché non inserirlo tra i beni identitari?
        Ora non so effettivamente se sarebbe stato fattibile, perché qui si tratterebbe di espropriare una facciata in effetti e si scende in materia civilistica, che non è il mio campo. Tutto quello che io ho detto poteva spiegarlo tranquillamente un qualsiasi tecnico comunale interpellato a riguardo o il sindaco stesso, so che ha l’abitudine a rispondere alle mail e probabilmente sarebbe stato anche più puntuale nel vario processo di salvaguardia che ho citato a grandi linee.

      • Riccardo says:

        scusa roberto V ho confuso il tuo commento pensando fosse una domanda di vitobiolchini

  65. grazia pintore says:

    Ho letto tutti i commenti e penso che ognuno di voi sarebbe stato un sindaco migliore di Zedda,e non dica che non sapeva che questo scempio sarebbe stato fatto.Vergogna,vergogna.Povera Sardegna e poveri noi sardi.

  66. Io non sono uno sviscerato ammiratore di Sciola …..però devo riconoscere che tutta la piazza beneficiava di quel dipinto (le tre pietre). Oggi che è stato cancellato tutta la piazza appare monotona…vuota.

  67. grazia pintore says:

    Oggi è l’anniversario della morte di Gianfranco Pintore,grande amico di Pinuccio Sciola e non ho parole di quest’infamia.Quanta ignoranza!Quanta povertà culturale!

  68. Ho fatto qualche ricerca. Il dipinto è stato commissionato dalla RINASCENTE, e a quanto pare, non si sono voluto accollare i costi per il restauro…secondo me, si sarebbe potuto fare qualcosa in più per tutelare un opera d’arte segnalata a livello internazionale. Il comune avrebbe potuto fare qualcosa in più? Sicuramente si…del resto era un simbolo della città, e un dovuto tributo al maestro.

  69. Andrea says:

    Vergogna……………………………………………………….

  70. paulsc says:

    Al di là delle opinioni, la domanda è: era un’opera d’arte? Se sì, lo era perché creata da Sciola. O perché era bella? O perché aveva ricevuto un qualche tipo di autorizzazione? I graffiti che vengono creati e cancellati dai muri dei palazzi, ogni giorno, sono opere d’arte? Devono essere tutelate e valorizzate? Se sì, da chi e perché?

    • Era un’opera commissionata dai ad un’artista di calibro internazionale e a suo tempo perfino pagata.

      • paulsc says:

        Quindi, le opere di Crisa, che espone al Man di Nuoro, e che i privati decidono leggittimamente di cancellare ogni giorno, non devono essere tutelate? L’autorizzazione non significa che il palazzo non potesse tornare allo stato naturale…

      • Sono due cose diverse. Crisa fa opere stradali “abusive”, il murale di Sciola era invece un’opera di grande impatto, socialmente accettata e perfino pagata da un committente. Certamente era nella disponibilità del privato di poterla distruggere, ma il comune doveva impedirlo. E aveva gli strumenti per farlo.

      • paulsc says:

        Mi perdoni, o è arte e va tutelata, abusiva o meno, o non lo è e non va tutelata. Visto che un privato autorizza, può anche decidere che l’opera non è più di suo gradimento, e che la facciata bianca è maggiormente artistica di un’opera commissionata dalla Rinascente. Magari non si riconosce nella filosofia della Rinascente e vuole cancellare l’opera da essa commissionata. Non mi sembra questo il punto.

      • Le sfugge un passaggio fondamentale: l’autorizzazione richiesta e concessa dal Comune. L’amministrazione Zedda aveva gli strumenti per trattare con i privati il restauro del murale. Ma non li ha usati.

      • paulsc says:

        Non mi sfugge nessun passaggio. Se il bene non è preventivamente tutelato, il Comune non può negare nessuna ristrutturazione. E’ ovvio che la concessione arrivi dal Comune, avviene sempre così. Ma le procedure cambiano al secondo del gradi di tutela. Il palazzo suddetto era gravato da tutela?

      • Senta, lei sta parlando di procedure, io di politica. Sono due cose diverse.

      • Massimo says:

        Biolchini lei ha una concezione dell’arte ma sopratutto del diritto amministrativo piuttosto vaga e confusa. Vada a vedere cosa fanno a NY ai murales di Banksy quello si un grande artista. Sempre che lei sappia di cosa sia NY o Banksy.

      • Sono stato tre volte a NY ma in effetti non ci ho capito molto. Però vada a farsi un giro nel giardino megalitico di Sciola o una passeggiata a San Sperate. Costa meno che andare in America.

      • Vabhè…oddio. Forse stai leggermente sopravvalutando CRISA…giusto un po’.

      • paulsc says:

        Portavo un esempio di un’artista che sei espone al museo Man di Nuoro, presumo che goda di qualche credito in campo artistico. Poi, i gusti son gusti. Ma non possiamo parlare di procedure solo quando ci fa comodo. Se, per ipotesi, in un palazzo di Cagliari si ritrovasse un dipinto di Picasso non dovrebbe essere tutelato solo perché al tempo Picasso non aveva ottenuto l’autorizzazione? Il murales di Sciola, creato nel 1985 non era stato mai sottoposto a vincolo, evidentemente nessuno, in quasi 30 anni, ha ritenuto che fosse degno di tutela. E’ questo il motivo per cui è stato cancellato.

    • Ma sai almeno chi è Pinuccio Sciola? Mah…

  71. si può discutere se il murale fosse bello o meno…Mi chiedo però chi ne avrebbe dovuto sopportare le spese di restauro…Il Comune? O i condomini? E se questi non fossero nelle condizioni di sobbarcarsi le spese in questione? O se anche, più semplicemente, non abbiano inteso sobbarcarsele?…Provate a chieder loro cosa ne pensano….

  72. Maria Giovanna Trexenta says:

    Non posso crederci che un’opera d’arte di Sciola sia stata cancellata per sempre.

  73. Max MdN says:

    Bisogna porsi due domande:
    1) chi è il proprietario?
    2) l’opera era sottoposta a vincolo?
    Se la risposta alla domanda uno è “un privato” e la risposta alla domanda due è “No”, per quanto sciocco possa essere il comune non poteva in alcun modo opporsi.

    • Un comune di incapaci avrebbe ragionato sicuramente così. Una amministrazione decente, constatato che quello non era un muro qualunque ma un’opera d’arte, avrebbe invece convocato i privati e avrebbe concordato una soluzione possibile, di concerto magari anche con la soprintendenza. Tutto è possibile quando si sa si vuole fare politica. Altrimenti si governa una città così come si compila un modulo.

      • Max MdN says:

        E ovviamente sai per certo che questo non è stato fatto.

      • So che il murale non esiste più, che i “lavori” sono stati autorizzati dal comune e che Sciola non sapeva nulla. Se il comune avesse intavolato una trattativa con i privati e questa fosse fallita, avrebbe avuto tutto l’interesse a rendere noto il rischio di distruzione del murale. Cosa che non è avvenuta.

      • Michele says:

        Giustissimo.
        Questo è un perfetto esempio dell’ottusità ed incapacità degli italiani, capaci di normare e tutelare i centri storici e le spiagge, ma privi di quell’elementare elasticità che gli consentirebbe di estendere quei vincoli o tutele a situazioni differenti. Sono anche privi dell’altrettanto necessaria elasticità che consentirebbe, in situazioni idonee, di revocare gli stessi vincoli. Un popolo senza futuro, a destra e a sinistra, che sfiga

  74. Per me era un luogo della memoria… ma perché si deve essere sempre così miopi e ottusi?

  75. su dottori scruzzu says:

    ma cummenti ca….. si porodi ??

  76. thirdeye says:

    Apprendo ora e, quel che mi fa male, molto male, è il dolore che il cuore di Pinuccio ha ricevuto. Pinuccio è una vita che si porta appresso le ferite di una regione, la sua, che non lo ha mai voluto riconoscere degnamente. Pochi sanno di quante opere sarebbe stato disposto a donare, anche solo con la copertura delle spese….ma….niente….niente di niente. Pinuccio, prima di essere un’Artista, è un grande uomo, con un grande cuore, e porta con se un’insegnamento che va oltre lo scalpello. Pinuccio è la Vita, quella più pura, quella piu’ alta. Peccato. Non solo per lui, ma anche per ‘loro’.

  77. Supresidenti says:

    si può dire che è una vergogna? si si può dire.

  78. Noooooooooooo 🙁

  79. Giorgia says:

    ma vogliamo parlare dei condomini? voglio pensare e sperare che l’autorizzazione data dal comune sia un tragico errore..una fatale leggerezza… ma l’amministratore del condominio deve averlo saputo e voluto…. che orrore…..

    • Daniela says:

      Giorgia, credo che sia molto più grave la “fatale leggerezza” di un’amministrazione culturale, che avrebbe proprio il compito di vigilare sui cittadini per impedire loro di compiere simili scempi!

  80. Non posso crederci,a mio avviso nel suo piccolo era un simbolo di Cagliari quel murale 🙁

  81. ziocongiu says:

    Per me tristezza doppia, visto che sono nato e cresciuto proprio la’ dietro in via Carrara, per poi trasferirmi a San Sperate quando avevo 8 anni. Quel Murale era come un collegamento tra le due meta’ della mia infanzia, mi dispiace tantissimo che l’abbiano cancellato.

  82. Adriano says:

    Scandaloso

  83. Veramente vergognoso, l’ignoranza della giunta Zedda verso quello che riguarda l’arte e la cultura della propria terra è spaventosa…

  84. muttly says:

    Sicuramente c’è stato un concorso di idee….. il problema sono le menti che le hanno partorite e fatte applicare

    • Scusate l’ignoranza, ma quando si presenta all’uff. Tecnico l’autorizzazione al rifacimento della facciata, nella relazione del Tecnico non si dovrebbero allegare le foto dello stabile? È stato fatto? Se si, possibile che al funzionario addetto alla pratica non gli sia entrata una pulce nell’orecchio, quantomeno informarsi su quel murale? ??

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.